Ora che gli obiettivi sono stati raggiunti siamo al momento delle decisioni finali. Il gruppo che si è raccolto intorno alla Processione di Reggio Emilia è di circa 3000 membri ed è il tempo di decidere se sciogliere il comitato o continuare ad esistere nelle forme e nei modi che si riterranno opportuni. Sul dissolversi o proseguire è unanime la risposta: proseguire!
Ma occorre darsi un'organizzazione nazionale. Saranno molte le Processioni di Riparazione, o altri momenti di preghiera, da organizzare in tutta Italia. Rispondere alla sinistra offensiva omosessualista e abortista et alia, puntualmente con la Processione e il Rosario di Riparazione per l'offesa fatta a Dio. Al momento è l'unica arma che abbiamo, strettamente religiosa. Non importa il numero dei partecipanti. Sarà sempre limitato, salvo fatti clamorosi e imprevisti.
Ovviamente "organizzazione nazionale" non in senso burocratico. Di fatto il raccordo fra noi ha ben funzionato fin qui.
Per quanto mi riguarda, il mio sostegno e partecipazione sono già consolidati e potrei propormi come polo di riferimento a Roma, continuando a supportare con il blog; ma pensando anche ad un sito specifico di riferimento. Ho già lanciato la proposta agli amici del Comitato e ora attendiamo gli sviluppi ulteriori. (Maria Guarini)
Vogliamo sperare che questo possa essere l'inizio di qualcosa di grande, l'immagine dello struzzo che toglie la testa dalla sabbia.
Sì, perché sabato 3 Giugno 2017 è stato un sabato non comune, un sabato nettamente diverso dagli altri.
In questa data pare essersi inscritto qualcosa che difficilmente si potrà cancellare, se non altro per la portata di quanto successo.
Il mondo cattolico, come non succedeva da tempo, è tornato a scendere nelle piazze con una modalità che molti avevano dimenticato, pur essendo il metro di azione sostanziale della Chiesa: la Processione. Nel caos delle varie manifestazioni democratiche dove ognuno può dire la sua, il popolo cristiano ha riscoperto uno dei suoi tesori più preziosi, e cioè quello della preghiera pubblica, in questo caso disposta con un effetto molto più grande, e cioè quello della riparazione. Riparazione a qualcosa di gravissimo come lo è un gay pride, sfilato nelle strade di una città che, tutto sommato, nonostante il rosso pugno chiuso imperante, rimane colma di simboli sacri e di sacre chiese.
Una profanazione vera e propria, sotto il silenzio pavido e grezzo di chi dovrebbe difendere il culto cattolico, la Fede Cattolica, e che invece ha preferito fare come Ponzio Pilato rintanandosi in quei sacri palazzi ormai vuoti di identità cristiana.
Vi è stato però chi ha preso coraggio, decidendo anzitutto di scendere in piazza per amore di Cristo, schernito e trafitto dal peccato degli uomini abbandonati alla propria "orgogliosa" iniquità, e uscendo così da quelle trincee di timore e minacce inflitte, costruite con il furore dei vantatori della "democrazia pro diritti".
Hanno provato ad abbatterla, a farla annullare, a scoraggiarla e denigrarla con il diktat mediatico in loro potere, ma non vi è stato nulla da fare: il Comitato "Beata Giovanna Scopelli" ha raggiunto e compiuto ciò che aveva annunciato, senza mai tirarsi indietro. I nemici sono piovuti da tutte le parti; dai fuochi amici ai traditori, dai pavidi ai giornalisti, ed infine da quei nemici che, va detto, hanno dimostrato di non stare al passo.
Una semplice organizzazione di fedeli cattolici ha messo in ginocchio l'Italia e sopratutto Reggio-Emilia, con un'ondata di notizie che è proseguita per due settimane dietro fila.
In tutta questa storia vi sono particolari degni di nota.
Anzitutto stiamo parlando di una vittoria scritta da parte di tutti, senza capi né rappresentanti di chissà quale spicco, epperò voluta dal vero popolo cattolico, ormai abbandonato dalla maggior parte dei pastori. Un dato certo, come diceva un giornale online di Reggio-Emilia, è che il Comitato aveva già vinto ancor prima della Processione, visto il livore dei mass media ed ancor più presente nei rappresentanti di arcigay.
Non c'è dubbio che si sia trattato di una cosa unica, nascosta e sconosciuta agli occhi dei più da diversi anni perché, nella Reggio-Emilia rossa e libertina, non si vedeva un evento così volto ad affermare la Regalità Sociale di Cristo da tantissimi anni. Le Processioni pubbliche - rimanendo comunque poche - esistono ancora , a patto che non intralcino i "diritti" di tutti, mantenendosi lontane dalle polemiche. Il politically correct impone la separazione fra Cattolicesimo e laicismo, come che il primo fosse una parentesi appari-e-scompari da inserire nel secondo una tantum.
Sta proprio qui l'unicità dell'evento trascorso, che ha strappato quel velo di finto rispetto che separa il libertinismo laicista dal Cristianesimo. La Dottrina di Cristo non è per femminucce, né tanto meno può essere assimilata a qualcosa di transitorio che non disturbi il mondo; i cattolici presenti sabato, al grido del "Chisrtus vincit", hanno ricordato che il Re deve regnare sopra tutta la società: non con la forza o con la spada - come si è potuto vedere - ma con quel canto di vittoria quale è la liturgia, l'incessante preghiera che si innalza al Cielo per ricordare all'uomo il motivo per cui è stato posto in piedi su due gambe: la tensione propendente verso il Cielo, lo sguardo facilmente alzabile al Trono del Signore dei potentati e delle dominazioni.
Testa ritta e nervi saldi, per due settimane e più di pressione mediatica, per ultima ma non per importanza la diffida studiata ad hoc dai carmelitani, che reclamano il diritto ai Santi ricordandosi di loro solo per far guerra al Cattolicesimo. Dimenticando altresì che una Beata locale può essere venerata, anche con culto pubblico, da tutta la Diocesi in cui è riconosciuta.
Proprio da questa vergine carmelitana reggiana ci si è sentiti guidati, accompagnati per tutto il tempo organizzativo e, infine, per tutto il corso della Processione. Lei, che spese tutta la sua vita a pregare e a sacrificarsi per la Chiesa Universale.
L'esempio dei piccoli e degli umili, che ha alimentato perfettamente l'ardore di quel popolo cattolico presente sabato fra le strade di Reggio, è lo stesso esempio della Beata sotto il cui patrocinio si è posto il Comitato.
Pur anche il coraggio dei preti, in particolare quelli della Fraternità Sacerdotale San Pio X, spesso considerati con ogni peggiore pensiero, eppure gli unici a scendere in campo veramente quando ve ne è la necessità, specie in difesa di Cristo e della Sua Sposa Immacolata. Ci siamo chiesti dove fossero tutti gli altri, tutti quelli che parlano, gridano ma mai e poi mai si muovono. Fra questi ha spiccato solo uno, degno di nota per il coraggio e la costanza: don Giorgio Bellei, parroco di Modena ed unico ad aver appoggiato il Comitato sin da subito, con la perseveranza finale della partecipazione insieme ad altri preti ma, sopratutto, a tanti fedeli. Un coraggio da leone, in questi tempi di paura e di censura. A lui va un grande riconoscimento, che siamo certi non gli verrà fatto mancare nel giorno del Giudizio.
La riparazione poi, la sacrosanta riparazione come primo fine di questo evento, che certo ha vinto fioccando un sonoro ceffone ai nemici di destra e di sinistra, ma ancor prima è stata offerta all'Altissimo per placare la sua collera e lo strazio del Figlio.
Tutto ciò non sarebbe stato possibile senza l'aiuto della Provvidenza, essa disponendo bene i cuori di tanti fedeli ai quali bisogna essere grati del coraggio e della perseveranza.
Vogliamo sperare che questo possa essere l'inizio di qualcosa di grande, l'immagine dello struzzo che toglie la testa dalla sabbia.
Sono ancora così fondamentali le manifestazioni? Questa è la domanda. È meglio gridare, marciare, parlare e finire nella mischia del democraticità, o è forse meglio fare ciò che più si addice ai cattolici? Le risposte certe non le abbiamo, questo è fuor di discussione, epperò l'esempio di sabato deve far quantomeno riflettere. Un atto liturgico - mezzo di comunicazione sovrannaturale fra terra e Cielo - ha una valenza inequiparabile a qualsiasi altra democratica presa di posizione.
Sabato, checché ne dicano gli starnazzanti ocaroni del pensiero comune, incapace persino di avere fantasia propria, le vie della città hanno assaporato il soave sapore dell'orazione. Commoventi le immagini, quasi timide, delle persone affacciate alla finestra per accompagnare quella preghiera, per farsi un segno di Croce.
E ancora i negozianti, pressati per gran tempo dal totalitarismo del gay pride (che voleva svelare a tutti chi avrebbe messo il logo dell'evento omosex sulla propria vetrina e chi no) usciti dai negozi, e ancora giù segni di Croce. Tante le persone che si sono aggiunte in corso d'opera, forse respirando l'aria di speranza. Tante anche quelle che mancavano, ma che forse, prendendo esempio e vedendo i frutti di questa Processione, la prossima volta ci saranno.
Possiamo perciò credere che non tutto si dissolverà qui: qualcosa si è mosso e ancora potrà far sorgere i suoi frutti. Sarà Dio e deciderlo questo, con il tempo e con la pazienza di chi conosce la lentezza del ritmo, la fermezza e la solidità della Fede, che non è frenesia, che non è progresso in avanti, ma è compostezza e forza centripeta.
Il turibolo ancora ondeggia fra le vie di una città lasciata a se stessa, profanata con la scusa del divertimento e della libertà. La Croce ancora ci ricorda che non si è liberi se non in Dio, e l'incenso si diffonde con una fragranza che lava, monda e purifica il peccato dell'uomo iniquo.
Questo e altro ancora è accaduto a Reggio-Emilia, in un sabato di gran lunga diverso dagli altri.
Cristiano Lugli
18 commenti:
Saranno molte le Processioni di Riparazione, o altri momenti di preghiera, da organizzare in tutta Italia.
Molto bene. A Genova il gay pride sarà il 1 luglio, se non erro, e quindi entro quella data bisognerà organizzare un momento di preghiera. Io sono disponibile a collaborare per quello che sono in grado di fare.
OK Fabrizio.
Se ognuno dà la propria adesione e le proprie coordinate, possiamo identificare chi può proporsi come punto di riferimento e di raccordo sul territorio, diocesi per diocesi e, se possibile, ancor più capillarmente.
Grazie a Cristiano Lugli. Un articolo bellissimo!
Proseguire.
Io mi associo al comitato, e con me c'è la famiglia affidatami da Nostro Signore.
Ieri ero all'ospedale di Treviso ed erano presenti un gruppo di valenti fedeli che, sotto il sole cocente delle 15, recitavano il SS. Rosario in riparazione al crimine dell'aborto.
Non importa quale che sia la scintilla, l'importante è che una volta chiamati si abbandoni quello che si stava facendo e si segua Cristo.
Mi permetto solo di dire che il Comitato rimanga un centro di coordinazione di preghiera e non si pieghi mai alle regole del mondo ovvero non pensi di divenire un organo più "politico". Il Vangelo è chiaro: non c'è vittoria secondo le regole di questo mondo e noi verremmo stritolati, come sta avvenendo ora alla Chiesa, se pensassimo di "rivoluzionare" il mondo con i suoi stessi metodi.
I cristiani sono il sale della terra, ma il sale è in piccole quantità in una pietanza. Nessuno si illuda del contrario perché tutte le corone appartengono al principe di questo mondo fino a che Nostro Signore non lo spazzerà via per l'eternità.
Il mio parere personale è che dobbiamo fortificarci nella fede, unirci tra chi desidera questa comunione autentica e non solo da "schitarrata parrochiale".
Cristo è stato aiutato da Simone di Cirene (sebbene nel Vangelo di Giovanni non sia presente) e questo ci fa capire come il fardello va vissuto insieme.
L'espiazione è stata di Cristo, ma il mezzo (una comunissima croce tanto in uso a quel tempo) è stato portato anche da chi era solo di passaggio. Vuoi la curiosità di vedere cosa accadeva in quel momento, vuoi l'insondabile intenzione del Padre, fattostà che Simone era lì e non si poteva tirare indietro. Come è stato "tirato dentro" al più grande mistero della storia umana, così improvvisamente i soldati lo hanno "liquidato".
Noi eravamo qui, " a curiosare", e io sento che siamo stati "tirati in ballo".
Verrà il giorno del "rompete le righe" ma prima si deve arrivare sul Golgota.
Grazie infinite per quanto è stato fatto sabato 3 giugno, primo sabato del mese. Mi unisco a voi tutti e che il Cuore Immacolato di Maria ci guidi e trionfi!
Straordinari! Da Padova do la mia più totale disponibilità!
Che bello! Grazie! Questi sono davvero segni di speranza! Grazie a tutti coloro che hanno partecipato.
GRAZIE RAGAZZI!
Onorata di esserci stata sin dall'inizio
Donatella.
Bello che ci sia chi dà adesione. Ma sarebbe opportuno darla anche con le proprie coordinate, se già no lo so è fatto direttamente al Comitato che ha una pagina Facebook.
In ogni caso, appena verranno fissati gli orientamenti comuni e le modalità di raccordo non mancheranno ulteriori precisazioni.
L'alba di un mondo antico.
Oggi a Milano ho partecipato alla Santa Messa in rito antico c on la presenza del card. SARAH,per l'inagurazione del V onvegno sulla Liturgia.
Momenti emozionanti,il card. SARAH e'passato benedicente fra d ue ali di folla. Un sogno?
Chissa'..
Discepolo
http://fsspx.news/fr/news-events/news/italie-une-procession-de-r%C3%A9paration-pour-la-gay-pride-30244
Siamo ancora ai convegni sulla Liturgia?!?!?! Ma vengono fatti nella Chiesa o dalla Chiesa?
E' il rinnovamento nella continuità ?
Sembrerebbe la continuità del rinnovamento.....
Non deve restare solo un bel ricordo. Il mondo ha bisogno di noi. Cristiano,grazie. Ma ora si deve proseguire a pregare in pubblico per riaffermare i diritti di Nostro Signore.
http://accionliturgica.blogspot.it/2017/06/peregrinacion-paris-chartres.html
Un sì obbediente , non di chiacchiere .
Gli obbedienti stanno tutti in Paradiso
( S.Massimiliano M.Kolbe )
Grazie a Cristiano Lugli, miracolo della generazione sopravvissuta alla strage degli innocenti. L'Italia va infatti anche divisa fra i nati prima del 22 maggio 1978 (più o meno tutelati ufficialmente dalla legge umana) e i nati dopo (nati cioè solo grazie alla positiva disponibilità delle loro madri, ma senza alcuna difesa della legge). E il portato di profondissima angoscia delle ormai maggioritarie generazioni "non tutelate" pesa ogni giorno su questo sventurato e dissanguato Paese. Eppure in mezzo a loro ecco sorgere dei giovani, laici e sacerdoti, che non hanno dimenticato le vie ordinarie della Grazia e ce le han proposte, a noi figli inebetiti del "boom", gli ultimi che "sono stati meglio dei loro padri" gli ultimi "tutelati" ....
http://www.ilrestodelcarlino.it/reggio-emilia/cronaca/fiaccolata-anti-profughi-1.3194617
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«Non siamo contro i migranti – precisa Corrado Grasselli, coordinatore della Rete dei Comitati – Noi ce l’abbiamo con l’Amministrazione. Tutti i comuni devono fare il loro dovere e vogliamo capire perché il numero massimo è molto più che raddoppiato. Accoglierne altri sarebbe offensivo anche verso i migranti stessi. La maggior parte di loro riceverà un foglio di via perché solo una minoranza ottiene lo status da rifugiato. E per coloro che non potranno lavorare in Italia regolarmente e che fino a pochi giorni prima avevano vitto e alloggio, si spalancherà la strada della clandestinità e della criminalità organizzata. Non siamo razzisti e il vice-sindaco Sassi dovrebbe vergognarsi di ciò che ha detto giorni fa, fomentando odio contro noi cittadini stanchi. Si guardi allo specchio e se ha il coraggio si dimetta. Ci aspettavamo meno persone, invece è stata un successo. Si rendano conto del valore e del messaggio che lanciamo stasera (ieri, ndr)». Parole forti che viaggiano sull’onda delle polemiche generate nelle ultime settimane dopo l’annuncio della fiaccolata che voleva essere senza simboli politici.
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https://www.churchmilitant.com/news/article/italian-catholics-offer-public-reparation-for-gay-pride-parade
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