Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 12 marzo 2018

Perugia 17 marzo. Convegno: Le forme future dell'uomo, sul Transumanesimo

Sabato 17 marzo si svolgerà a Perugia un convegno: Le forme future dell'uomo, sul Transumanesimo, organizzato dal Centro di Bioetica Filèremo di Perugia. Il tema è quanto mai d'attualità sia pure allarmante, anche alla luce dei recenti risultati elettorali che hanno visto vincitrice un forza politica che molto si ispira sia ad un neo umanesimo sia a nuove e più aggressive forme tecnologiche transumane. 
Si sottolinea l'alto e sicuro livello dei relatori del Convegno nonché il luogo in cui si terrà: la magnifica e capiente Sala dei Notari, gioiello dello splendido Palazzo dei Priori, nella quale si è sempre riunita ogni rappresentanza che abbia voluto parlare alla città.
Nell'intento che il messaggio sia accolto in un mondo molto più sensibile a temi che larghissima parte della gerarchia ecclesiastica ignora o trascura.
--->> clicca sull'immagine per ingrandire

Info:
Il Centro di Bioetica “Filèremo” è un'associazione di promozione sociale, a carattere scientifico, nata dall'esigenza di valutare, approfondire e diffondere le problematiche etiche emergenti nell'ambito delle bioscienze e la loro rilevanza sotto gli aspetti filosofico, antropologico, medico e giuridico. È una struttura associativa indipendente, che si richiama ai principi della bioetica personalista. Nella sua attività di ricerca, approfondimento e promozione delle tematiche di rilevanza bioetica, il Centro si avvale di un comitato scientifico composto da varie figure professionali: ostetrico-ginecologo, chirurgo, anestesista-rianimatore, oncologo, biologo, medico legale, giurista, filosofo, teologo. Il Centro, costituito nel 2008, ha sede in Umbria nel comune di Perugia.

27 commenti:

irina ha detto...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ora-ratzinger-difende-papa-francesco-basta-stolti-pregiudizi-1504310.html

Ora Ratzinger difende papa Francesco: "Basta stolti pregiudizi contro di lui"
Lettera di papa Benedetto XVI alla vigilia del quinto anniversario di Bergoglio: "Tra i due pontificati c'è continuità interiore"
Sergio Rame - Lun, 12/03/2018 - 18:32

"Tra i due pontificati c'è una continuità interiore". Il papa emerito Benedetto XVI difende il magistero di papa Francesco di cui, domani, ricorrerà il quinto anno dall'elezione.
Dopo mesi segnati profondamente dalle polemiche intestine e dai dubia sollevati da diversi cardinali, a fare da schermo a Bergoglio è proprio Ratzinger che oggi ha scritto una lettera al prefetto della Segreteria per la comunicazione, monsignor Dario Viganò. "Papa Francesco - si legge nella missiva - è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento".

L'occasione della pubblicazione della lettera di papa Benedetto XVI è stata presentazione della collana La teologia di Papa Francesco (edita dalla Lev), ma arriva alla vigilia del quinto anniversario dalla nomina di papa Francesco. Nella lettera Ratzinger plaude apertamente all'iniziativa editoriale che, a suo dire, "vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi".

Nella lettera personale inviata al prefetto della Segreteria per la comunicazione, il papa emerito ringrazia di aver ricevuto in dono gli undici libri scritti da altrettanti teologi di fama internazionale che compongono la collana curata da don Roberto Repole, presidente dell'Associazione Teologica Italiana. "I piccoli volumi - aggiunge Benedetto XVI - mostrano a ragione che papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento".

irina ha detto...

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/cinque-anni-di-bergoglio/

Cinque anni di Bergoglio

Cinque anni sono un soffio al cospetto dell’eternità e una briciola nella storia millenaria della Chiesa. Ma hanno dato al mondo l’impressione di una svolta radicale.

Papa Francesco apparve da subito il Gran Simpatico, accolto fin dalle prime battute di quel 13 marzo del 2013 col favore dei media e la simpatia dei non credenti. Un papa alla mano, fuori dalla liturgia e dal carisma, estroverso e irrituale.

Qual è stato il tratto specifico che lo ha caratterizzato in questi cinque anni?

È un Papa avvertito come figlio del suo tempo più che della Chiesa, figlio della globalizzazione più che della tradizione. Globalizzazione girone di ritorno, ovvero dalla parte di tutti i sud del mondo, tutte le periferie, pauperismo e accoglienza.

Ma nell’orizzonte globale, non più nazionale o europeo, e nemmeno occidentale o cristiano: un Papa aperto ai più lontani, che ama il prossimo più remoto, aperto agl’islamici prima che ai cristiani, ai protestanti prima che ai cattolici, ai poveri più che ai fedeli, ai singoli – anche gay – più che alle famiglie.

Così, almeno, è apparso all’occhio dell’opinione pubblica e così è stato presentato dai media. Tutto questo è stato nobilitato come un ritorno al cristianesimo delle origini.

E questo ha generato consenso e simpatia a partire dai più lontani dalla Chiesa, da Roma, dalla fede cristiana. E più diffidenza se non dissenso tra i più legati a Santa Madre Chiesa, cattolica apostolica romana. Fino all’anatema di taluni e all’accusa di eresia, su cui non osiamo pronunciarci.

Ma il papato di Bergoglio coincide con la fase più acuta di tre grosse perdite: l’eclissi della fede e della religione, l’irrilevanza dei cattolici in politica, l’irrilevanza della tradizione e della civiltà cristiana.

Il primo fenomeno non nasce col papato di Francesco ma affonda le sue radici in un processo secolare. È la scristianizzazione del mondo, l’irreligione occidentale, la perdita delle fede, della prospettiva ultraterrena e della pratica religiosa.

Ma questo processo storico si è acuito e accelerato negli ultimi tempi: lo dimostrano il calo della devozione, delle vocazioni, dei fedeli a messa, l’affievolirsi del sentimento religioso. Si deve quantomeno osservare che l’avvento di Bergoglio al pontificato non ha frenato, rallentato, attenuato questo declino, ma coincide con una sua accelerazione e acutizzazione. Non è un bel risultato pastorale, è una sconfitta religiosa.

Il secondo fenomeno riguarda più da vicino l’Italia. Dai tempi dell’ultimo papa italiano, Paolo VI (papa Luciani fu una parentesi troppo breve), l’influenza dei cattolici in politica è andata via via scemando. Ebbe un colpo letale con la fine della Dc, ma sembrò riprendersi negli anni perché il Papato, la Conferenza episcopale, il ruolo dei cattolici divenne ago della bilancia in un sistema bipolare, ebbe così un’importanza decisiva, centrale, anche se non più maggioritaria. %

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irina ha detto...

%

Le ultime elezioni politiche, che sono poi le prime sotto il papato di Francesco, hanno registrato per la prima volta l’irrilevanza assoluta del voto cattolico. E non mi riferisco solo al ruolo delle parrocchie e delle sacrestie nell’indirizzare i credenti. Ma più vastamente e più profondamente alle tematiche religiose o attinenti a temi cari alla chiesa, come la famiglia, la vita, le nascite, la bioetica.

La coscienza religiosa è sparita nelle urne. La Chiesa di Bergoglio si è defilata da questi grandi temi e valori, ha gelato nel silenzio i family day e tutte le controversie relative alla vita e alla sfera sessuale, ai generi e alla tutela dei figli. Così, per la prima volta nella storia politica della nostra repubblica, i cattolici sono stati del tutto ininfluenti nell’orientamento di voto.

Infine, l’irrilevanza della tradizione e del riferimento alla civiltà cristiana. La Chiesa di Bergoglio non è stata ecumenica ma globale, sconfinata, priva di un legame spirituale con la civiltà cristiana. Fino ad apparire in certi casi come una grande Ong, una specie di Emergency in abiti talari, perdendo il legame vivente con la tradizione.

La Chiesa bergogliana vive quasi con peso e fastidio la sua eredità millenaria, preferisce presentarsi come un’agenzia morale e sociale del presente, cita Bauman più che San Tommaso, rincorre l’attualità e baratta il carisma con la seduzione.

Una volta il Papa non volle criticare alcuni comportamenti fino a ieri considerati deprecabili dalla Chiesa, trincerandosi dietro l’umiltà cristiana: Chi sono io per giudicare? Verrebbe da rispondergli: sei un Papa, cioè un Santo Padre, e hai non solo il diritto ma il dovere di giudicare, di orientare, di esortare e condannare.

Altrimenti vieni meno al Tuo ruolo pastorale, alla Tua missione evangelica.

Ma l’obiezione che vorrei fare a lui e ai suoi seguaci è di altro tipo: chi è Lui per giudicare, e di fatto per relativizzare e cancellare, la tradizione cristiana e cattolica, il pensiero di papi, teologi e santi, la dottrina, la vita e l’esempio di martiri e testimoni della fede? Perché dovremmo piegare la verità al tempo e la tradizione millenaria agli usi del presente e alle fobie del politically correct?

Ma questa domanda ci riporta al punto di partenza: Papa Francesco appare figlio più del suo tempo che della sua Chiesa, figlio della globalizzazione più che della tradizione. Lo avremmo voluto padre del suo tempo più che figlio; albero più che frutto e frutto più che foglia al vento del presente

Anonimo ha detto...

Stamattina, come ogni mattina, Messa al Golgi, un istituto geriatrico.
Le suore vi accompagnano alcuni malati di Alzheimer, ogni giorno.
Se ne stanno lì, quieti, alcuni rispondono docilmente e in modo opportuno, e ripetono gesti così consueti da essere diventati parte di una memoria profonda.
Più profonda della loro consapevolezza.
Il segno di croce, alzarsi, sedersi.
Una di loro porta con se’ un bambolotto.
Come fosse un figlio.
Altri stanno, semplicemente. Si lasciano portare, totalmente affidati.
Mi hanno aiutato a fare memoria che quello che accade su quell'altare non dipende per nulla da me.
Neppure dalla mia coscienza, corrispondenza, desiderio.
Accade ed opera per virtù propria. Così abituale e così eccezionale, insieme.
Il Cielo irrompe e assimila a se' tutta la miseria del mio, del loro, quotidiano.
E se stai, trasfigura.
Si chiama gloria.
Fino a riconoscere che hai da imparare anche dai fratelli malati di Alzheimer.
Dove, fuori dalla Chiesa di Cristo?
Cit. Franca Negri

Anonimo ha detto...

Può anche darsi - ed è verosimile - che la lettera non l'abbia partorita lui, ma l'ha firmata ed è quel che conta.... Le storie sulle costrizioni, poi, lasciano il tempo che trovano. Fino a che non mi si dimostra che ha firmato con la pistola puntata alla tempia, non crederò.

irina ha detto...

Potrebbe essere un o parte di un: do ut des.

Anonimo ha detto...

«Plaudo a questa iniziativa che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi». «I piccoli volumi mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento».

Benedetto XVI plaude ad un'iniziativa altrui... Perchè non dovrebbe?
Benedetto XVI ritiene che vi sia un pregiudizio contro di lui stesso...
Per me è vero, ma stupisce che Benedetto XVI se ne lamenti ora: non l'ha mai fatto.
Anche la 'continuità interiore' è una tematica scarsamente ratzingeriana.
Insomma: puzza lontano un miglio di artefatto.
Firmato o no che sia, il linguaggio non è quello di Joseph Ratzinger.
Anche il termine "stolto", riferito al pregiudizio, non è nel linguaggio di Benedetto XVI.

Anonimo ha detto...

Come tutto ciò che è nello stile della chiesa bergogliana anche questo messaggio firmato da Benedetto XVI ne contiene i distintivi:
-il plauso all'iniziativa
-l'invettiva (stolto)
-l'appropriarsi dei meriti altrui (una levatura intellettuale superiore) per farli propri
-l'accreditarsi per quel che non si è
-dire tutto e il suo contrario
Chi organizza a volte pecca di zelo: la festa vien bene, ma si vede che gli invitati recitano.

Anonimo ha detto...

Ricorda le modalità della lettera a Massimo Franco della quale occorre precisare che dalle foto pubblicate dal corriere venne espunta proprio la firma.
Frank Colafemmina

Anonimo ha detto...

Shhhh, silenzio! Si uccidono i cristiani. L'organizzazione per i diritti umani Hammurabi ha fatto sapere oggi che 700 cristiani sono stati uccisi in Iraq per la loro identità. Nelle ultime due settimane assassinati un lavoratore e una intera famiglia. Baghdad aveva 600.000 cristiani, oggi sono 150.000. E presto scompariranno anche questi. E allora se il Medio Oriente di oggi non vi piace, aspettate di vedere il prossimo. Charles de Meyer, presidente di SOS Chrétiens d’Oriente, ha appena denunciato l'"estinzione dei cristiani". La settimana scorsa ho riferito di una fossa comune con 40 cristiani a Mosul, anche bambini. Tenevano in mano una croce. Che strano Occidente questo in cui si accoglie con favore l'inserimento della Basilica di Betlemme fra i "siti in pericolo", per evidente antisemitismo, ma si autorizza con l'omertà neghittosa la strage di così tanti cristiani e la distruzione di così tante chiese? Shhhh, silenzio! I fondamentalisti islamici stanno uccidendo i cristiani. Non ditelo al Papa, a Sant'Egidio e alla stampa cattolica! Parleranno quando non ne rimarrà più nemmeno uno, forse?
Giulio Meotti su Fb

“Ma faciteme 'o piacere”. ha detto...

Ho letto la presentazione che ne fa l'ANSA e ne deduco :
1- una sponsorizzazione pubblicitaria per questa collana di libri pertanto , vera o fasulla ( la 2à per me ), intanto fa scalpore,

2- usare l'aggettivo "stolto" = che dimostra una ridotta capacita' mentale lontanissimo dal linguaggio di Papa Benedetto ,

3- chi ha letto i suoi libri o anche soltanto le prediche o gli Angelus o altro non puo' non rilevare che queste poche righe sono oltremodo aggressive cosa che non gli appartiene ,

4 - dato che la lettera e' rivolta a mons.Vigano' , sembra come se lo stesso , nel regalare i libri all'emerito l'abbia messo al corrente di tutte le critiche dei bloggers nei confronti di P.Francesco ed abbia chiesto in cambio una replica agli stessi ,

5 - vi sembra mai possibile che Benedetto risponda in tal fatta , tono su tono , ovverosia " per le rime " ?

6 - io ero bravissima a falsificare sia la firma di mia madre che quella di mio padre

Anonimo ha detto...

Cinque anni di dispiaceri. Non è precisamente un giudizio e nemmeno un giudizio negativo, siccome un Papa non viene certo eletto a fini edonistici.
La storia è piena di uomini di Dio sgraditi ai contemporanei, si pensi ai profeti biblici le cui parole dispiacevano a tanti ebrei perché troppo controcorrente. Ma quelle di Francesco I (chiamarlo Francesco e basta mi sembrerebbe sminuire San Francesco d'Assisi) dispiacciono ad alcuni cattolici, me compreso, per il motivo opposto, ossia perché troppo conformiste. «Guai a voi quando tutti parleranno bene di voi»: quando pressoché tutti si misero a parlare bene del nuovo Papa, io, messo sull'avviso dal Discorso della Montagna, cominciai a temere nuove sventure per la Chiesa e il mondo. Cinque anni di dispiaceri: non un giudizio ma una personale constatazione. Non c'è stato anno del presente pontificato che non mi abbia recato due o tre nuove pene spirituali. Per sintetizzare al massimo ho sfrondato il mio cahier de doléance fino a lasciare un solo dispiacere per anno. Primo anno (quello iniziato il 13 marzo 2013): il terribile «Chi sono io per giudicare?» pronunciato sull'aereo in volo fra il Brasile e Roma, le cinque parole con cui 1,2 miliardi di cattolici perdettero la loro guida morale. Secondo anno: la nomina di monsignor Galantino a segretario generale della Cei, l'uomo che avrebbe portato in 26.000 parrocchie italiane il verbo dell'immigrazionismo e dell'islamofilia. Terzo anno: l'enciclica Laudato si', documento che il filosofo cattolico Flavio Cuniberto ha definito «un vero programma rivoluzionario nel senso più giacobino della parola: un programma post-cristiano». Quarto anno: l'esortazione apostolica Amoris laetitia, testo relativista che aggredisce le parole assolute pronunciate da Cristo sull'indissolubilità del matrimonio (Matteo 19).
Il capo dei gesuiti ebbe in seguito coerentemente a dire che al tempo di Gesù non c'era il registratore: dunque il Vangelo non è vero e chi insiste a crederlo è un sorpassato... Quinto anno (quello che si conclude domani): la morte del cardinal Caffarra forse di crepacuore, certamente nel dolore di non essere mai più stato ricevuto dal Papa (che nel frattempo riceveva allegramente Emma Bonino) dopo aver firmato i Dubia, le domande sulla giusta interpretazione da dare all'ambiguissima, maliziosissima Amoris laetitia.
Ben poco misericordiosi, per un credente, questi cinque anni.
Camillo Langone

Rr ha detto...

Chiunque abbia un minimo di conoscenza di analisi testuale ed un minimo di conoscenza dello stile, linguaggio, modo di argomentare di Ratzinger/ BXVi, capisce che quella lettera è un falso. O al più un copia ed incolla di frasi si scritte da Benedetto, ma estrapolate da un testo dedicato a tutt'altro. Del resto è da 5 anni che fanno copia ed incolla di testi altrui, rasentando il plagio in più di un’occasione.
Forse non si sono resi conto che la misura, ormai, è colma, e colma da un bel po’. Non sara un Panegirico dei media di regime - sempre meno letti, peraltro- a farci cambiare idea.

Anonimo ha detto...

A proposito di parole :
http://querculanus.blogspot.it/2018/03/un-supplemento-di-prudenza.html#more

mic ha detto...

🌟 ANTIPHONA BEATAE MARIAE VIRGINIS

Ave, Regína cælórum,
Ave, Dómina Angelórum:
Salve radix, salve porta,
Ex qua mundo lux est orta:

Gaude, Virgo gloriósa,
Super omnes speciósa,
Vale, o valde decóra,
Et pro nobis Christum exóra.

V. Dignáre me laudáre te, Virgo sacráta.
R. Da mihi virtútem contra hostes tuos.

Orémus.
Concéde, miséricors Deus, fragilitáti nostræ præsídium; ut, qui sanctæ Dei Genitrícis memóriam ágimus; intercessiónis eíus auxílio, a nostris iniquitátibus resurgámus. Per eúmdem Christum Dóminum nóstrum. Amen.

V. Divínum auxílium máneat semper nobíscum.
R. Amen.

Pater noster.
Ave Maria.
Credo.

🌟 ANTIFONA DELLA BEATA VERGINE MARIA

Ave Regina dei cieli,
Ave, Signora degli Angeli,
Salve, o radice, salve, o porta,
da cui la luce al mondo è sorta.

Godi, a Vergine gloriosa,
sopra tutte nobilissima.
Salve, o tutta santa,
e supplica per noi Cristo.

V. Fammi degno di lodarti, Vergine santa.
R. Dammi forza contro i tuoi nemici.

Preghiamo.
Porgi, o misericordioso Iddio, sostegno alla nostra fragilità: affinché noi, che celebriamo la memoria della Santa Madre di Dio, con l'aiuto della sua intercessione, possiamo sorgere dalle nostre iniquità. Per lo stesso Cristo Signor nostro. Amen.

V. Il divin aiuto sia sempre con noi.
R. Amen.

Padre nostro.
Ave Maria.
Credo.

Maria Sanctissima custodiat somnum nostrum hac nocte. Amen.

Anonimo ha detto...

Impressiona il risalto dato dalla "grande stampa" alla lettera di Benedetto XVI.
Coloro che si arrogano il diritto di rappresentare l'opinione pubblica (e di guidarla...) proprio mentre crollano i loro lettori e non paiono far presa nell'indirizzo che vorrebbero imprimere, propagandano uno scarno scritto, quanto meno singolare rispetto allo stile dell'autore, a beneficio di un altro opinion leader svuota-piazze e senza ascolti.

Anonimo ha detto...

Nichilismo contro illuminismo
Sì, io penso alle potenzialità autodistruttive del Moderno. Questa idea mi è venuta per la prima volta leggendo Nietzsche. Nietzsche pensa che l’illuminismo abbia in sé una tendenza che conduce all’eliminazione di Dio. Ma aggiunge: se Dio non esiste, allora cade anche il concetto di verità. Perché restano soltanto le prospettive di molti singoli uomini, ma nessuna “vera” prospettiva. Una tale prospettiva dovrebbe essere l’universale prospettiva di Dio; la conoscenza dell’intellectus archetypus, come dice Kant.
Nietzsche suggerisce la conseguenza ulteriore: se noi lasciamo cadere l’idea di verità, siamo costretti a rinunciare anche all’Illuminismo. Il pathos dell’Illuminismo vive della fede nella verità. Senza di essa l’Illuminismo distrugge se stesso. Dove questo finisce si trova il nichilismo. Forse l’uomo trova poi la forza di creare un nuovo mito e di vivere in questa fede autofondata, l’utopia dell’“oltre-uomo”.
Robert Spaemann

Anonimo ha detto...

Già il fatto che il Papa emerito debba garantire per il Papa regnante con una lettera filtrata dalla CDF è segno di catastrofe in corso.
Andrea Sandri

viandante ha detto...

Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica

Che papa Francesco abbia delle innegabili capacità come comunicatore e trascinatore di masse é evidente. Che sia abile nel gestire gli intrighi vaticani e ad "avviare processi" pure. Ma che avesse una profonda formazione filosofica e teologica, questa - e non lo dico io - mi risulta nuova!
Comunque Benedetto XVI con questa lettera chiarisce e ci conferma però su molte cose che spesso conservatori, normalizzatori o persone che guardavano in modo troppo emotivo ai fatti ci contestavano: tra i due le differenze sono specialmente di carattere e di temperamento. Per il resto sono in continuità. Lo dice lui, il papa emerito.

Anonimo ha detto...


"Se il Medio Oriente di oggi non vi piace, aspettate a vedere quello prossimo venturo..."

Il Medio Oriente prossimo venturo è già qui, è l'Europa e in particolare l'Italia, che si vuol far diventare un gigantesco "Medio Oriente", con annessi e connessi, guerre, guerre civili, carestie e stragi. Il più accanito nel volerci far sprofondare in questa spaventosa macelleria sembra proprio Papa Francesco, gesuita, che appare intenzionato a portare sino in fondo le "riforme" propugnate dal pastorale ed ereticale Vaticano II, sino cioè alla distruzione completa della Chiesa visibile e della nostra società e nazione, dell'Italia.

Eppure la situazione potrebbe esser ancora ripresa in mano se le massime autorità, a cominciare da quelle religiose, avessero il coraggio di dire il vero, per l'autentica salute dei popoli: che questa non è una migrazione ma un'invasione; che nulla la giustifica; che arabi, afgani, neri in generale, e insomma tutti devono stare a casa loro, per migliorare le cose, e se c'è da combattere che combattano; che non esiste un "diritto" ad andare a vivere dove si vuole e pretendendo di esser mantenuti dagli stranieri a casa loro; che si ha l'obbligo morale (e non giuridico) di aiutare profughi e fuggiaschi autentici ma sempre subordinatamente alle capacità materiali e morali (usi e costumi, mentalità diverse ed opposte) del Paese che deve accogliere; che la denatalità che ci affligge si combatte non importando masse di diseredati, per di più musulmane, bensì combattendo l'euroamericana corruzione dei costumi dei bianchi, ormai decomposti i costumi dal femminismo, dall'omosessualità, dall'uso della droga, da ogni possibile forma di libertinaggio; né si combatte favorendo la dissoluzione del matrimonio cattolico (c.d. "divorzio cattolico") e con il mostrare una tolleranza addirittura sacrilega per adulteri e concubini...
E l'elenco potrebbe continuare, come sappiamo.
Z.

Anonimo ha detto...

Ma faccia il suo pontificato come gli aggrada senza confrontarsi a ogni pie' sospinto con il pontificato precedente .
Stia sereno !

Anonimo ha detto...

P.S. mi correggo :
Senza che gli esperti del suo pontificato riportino ad ogni pie' sospinto l'indice di gradimento .Faccia quel che vuole e
Quello che deve fare "lo faccia presto" !

Anonimo ha detto...

Commento al Vangelo del giorno :
Nella visione di Ezechiele, l’acqua che dà la salute e la vita simboleggia la grazia che Dio dispensa in abbondanza nel tempo messianico. Questo tempo è giunto con la venuta di Gesù Cristo. È il motivo per cui Gesù non conduce il malato alla piscina di Siloe, la sorgente della grazia dell’Antico Testamento, ma lo guarisce per mezzo della propria potenza.
Egli lo fa di sabato, ed ordina al miracolato di portare il suo giaciglio nel giorno di sabato, poiché è giunto il tempo in cui è arrivata una grazia più grande della legge, e Gesù è il padrone del sabato. Nel sacramento del battesimo, tutti siamo stati integrati nel tempo messianico e, guariti dalla paralisi, abbiamo ricevuto l’ordine di partire e di portare i frutti della vita nello Spirito. Oggi Gesù ci dà un monito come ha fatto con il paralitico: dobbiamo avere paura di ricadere ancora nella schiavitù del peccato, affinché la nostra paralisi spirituale di cristiani non sia più grave della paralisi del paganesimo di cui Cristo ci ha liberati. Il tempo di Quaresima è il tempo dell’esame di coscienza. I nostri paesi, il mondo cristiano e post-cristiano non sono forse caduti di nuovo nel paganesimo, nell’idolatria del denaro, del successo e del potere? Non siamo forse di nuovo paralizzati tanto da non saper più vincere il male sociale, politico, familiare e personale? Le strutture del male sociale non costituiscono forse il letto della nostra malattia? O lo costituiscono le opinioni e i costumi del nostro ambiente? Gesù chiama ognuno di noi a convertirsi. Ci offre la riconciliazione con il Padre e la guarigione. Ci dice oggi: alzati, porta con te il tuo giaciglio di malato, va’, vivi e fa’ il bene. Ognuno di noi, all’ascolto del Vangelo di oggi, deve trovare il suo compito nell’ordine di Gesù: “Alzati, cammina e non peccare più”.
http://www.lachiesa.it/calendario/Detailed/20180313.shtml

La presunta lettera dell'emerito e' inutilmente distraente dal tempo presente.

Anonimo ha detto...

Laetitia Amoris starà a Dante vicin!
Firmato Pietro , e accanto : Parolin.

Anonimo ha detto...

Quelle parole sarebbero state scritte proprio da Joseph Ratzinger?
Molto improbabile, per almeno due o tre indizi già fatti notare qui da altri.
Nei mezzi (stolto pregiudizio) e nei fini (il difendere se stesso: io sarei un teorico).

Francesco "uomo di profonda formazione filosofica e teologica"?
Il dottorato, è un fatto, non l'ha conseguito. Forse i professori ce l'avevano con lui...
E' certo che nel suo stile abita l'aggirare spesso il "principio di non contraddizione".

Che bisogno c'era proprio ora di questo panegirico "continuista"?
Il timing e l'endorsement dello scritto sono molto sospetti per chi apprezza la genuinità.

La Chiesa di Francesco ha tutto il potere mondiale dalla sua, ma sta perdendo il contatto con chi vive davvero di fede, così come con la Verità. E' un grosso guaio: nessuna operazione di marketing riuscirà a camuffare la realtà facendo credere che nulla cambia.

Anonimo ha detto...

Ieri e oggi, alla Casina Pio IV e per iniziativa della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali (PASS), si è svolta una due-giorni bilaterale tra Vaticano e Cina sul traffico di organi umani. A porte chiuse.
http://www.lanuovabq.it/it/traffico-di-organi-vaticano-e-cina-incontro-a-porte-chiuse

Anonimo ha detto...


Pourquoi tout cette excitation si, « pur con tutte le differenze di stile e di temperamento », ils ne valent, dans le fond, pas mieux l'un que l'autre ? Là, l'auteur de la lettre, quel qu'il soit, a raison : la «continuità » entre les deux est parfaite.