Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 30 agosto 2018

La dittatura delle parole vuote - Serafino M. Lanzetta

Il ''potere delle parole'' è l'abilità di sapersi esprimere in modo da imporre la propria ideologia come vera, mentre la verità non è un'opinione, bensì l'oggettività della realtà 
In un mondo in cui le persone vogliono disfarsi di Dio, con la conseguenza di un significativo oblio della ragione umana, la verità è stata usurpata dal potere. Questo non è necessariamente politico o economico, ma – così sembra – è il potere delle parole. È l’abilità di saper esprimersi in modo da inviare un messaggio che crei la verità e faccia sì che altri lo credano vero. Oltre a questa capacità di far accettare come verità ciò che uno dice, sembra che non ci sia un altro modo per convincere qualcuno che la verità invece esiste per se stessa.

Si tratta certamente di un modo soggettivo di dire la verità o piuttosto di convincere le persone ad accettare la mia verità. Oggi facciamo i conti con questo potere di manovrare le parole in una direzione che sia nel miglior interesse di colui che parla e che così tenta di affermare la sua verità. Ci sono tanti esempi di questo tipo, cioè di parole che sembrano grandi discorsi, ma che di fatto nascondono un pre-concetto o perfino un’ideologia. In realtà, o la verità esiste per se stessa o non esiste affatto. Nessuno la può creare, ma può solo scoprirla come frutto di una ricerca seria e diligente.

"Tolleranza"
Per avere un’idea di ciò che stiamo dicendo, si pensi particolarmente alla parola “tolleranza”. Essa significa un atteggiamento permissivo verso coloro i quali hanno delle opinioni diverse dalle nostre. Le opinioni, soprattutto oggi, sono variegate in relazione al proprio credo religioso, allo sport, alla filosofia di vita, ecc. Ordinariamente siamo molto tolleranti. La tolleranza sembra una carta d’identità per la vita sociale. Se uno è intollerante è considerato un nemico della comunità. Stranamente, però, il più delle volte, la tolleranza ha il potere di significare un permissivismo – quasi spontaneo – verso il relativismo (l’idea che non c’è la verità e che ognuno può tenersi la sua) più che l’essere rispettosi anche nei confronti di coloro che invece lo rigettano e pensano che la verità esiste per se stessa come un dato e non come un’imposizione.

Perché, per esempio, c’è così poca tolleranza nei riguardi di chi sostiene che la vita inizia dal concepimento e che un bambino deve essere sempre rispettato, garantendogli il diritto naturale di vivere? D’altra parte, però, la tolleranza è intesa normalmente come l’essere rispettosi delle persone “pro-choice”, cioè di coloro che invece non riconoscono che un bambino appena concepito è quella persona che loro stessi erano e che ora non potrebbero reclamare alcun diritto se fossero stati soppressi anche loro con l’aborto. Perché una tale discriminazione nell’essere tolleranti? Ciò significa che la tolleranza è una parola dal doppio significato? Assolutamente no. Ciò significa solo che le parole possono essere piegate al significato che la maggioranza gradisce, sebbene non sia necessariamente la verità. La verità, infatti, non è un’opinione. Ciò che viene imposto mediante il potere delle parole non è la verità di cui abbiamo bisogno, piuttosto il potere di un’ideologia veicolata dal “savoir-fare” di parole significative.

Il potere delle parole vuote
Abbiamo appreso altro circa questo potere delle parole vuote con la drammatica vicenda del piccolo Alfie Evans, il quale è stato letteralmente condannato a morte quantunque fosse vivo e capace di respirare. Il giudice Hayden che ha trattato il suo caso ha detto durante l’udienza conclusiva di martedì 24 aprile 2018: questo «rappresenta… il capitolo conclusivo nel caso di questo bimbo straordinario». Che significava: nessuna possibilità di poterlo trasferire in Italia per ulteriori trattamenti medici, né di avere ancora il supporto di elementi vitali, nonostante il fatto che sia sopravvissuto allo spegnimento del ventilatore cominciando a respirare da solo. Bisognava applicare il “protocollo” (un altro gioco di parole per descrivere eufemisticamente la morte).

Si veda la perfidia di queste parole: «capitolo conclusivo» (cioè morte e nient’altro) di un «bimbo straordinario» (per la sua forza di vivere e di resistere alla morte). Lo stesso giudice Hayden sperava che il bimbo potesse essere restituito ai genitori, i quali potessero spendere un po’ di tempo con lui prima della sua fine, piuttosto che investire altro tempo in una battaglia giuridica. Era sicuro della sua morte. «Il cervello non può rigenerare se stesso e praticamente non c’è niente che sia rimasto del suo cervello», aveva aggiunto il giudice nella medesima circostanza. In nessun modo si poteva far sì che Alfie rimanesse in vita. Doveva morire, ma gioiosamente perché era un bimbo straordinario! 

In verità, la vita non dipende dal cervello. 
La vita è molto più del cervello e la dignità di Alfie, come quella di ogni altro essere umano, appartiene alla persona come tale e non dipende dalla funzionalità di componenti del nostro corpo.

Come ciliegina sulla torta, poi, c’è stata un’altra espressione che colpisce per la sua ipocrisia: «migliori interessi». Ripetutamente si è detto che secondo l’ospedale pediatrico Alder Hey il trattamento continuo «non era nel miglior interesse di Alfie». Perfino quando Alfie resisteva alla morte e continuava a vivere respirando autonomamente per un lungo tempo, era ancora nel suo miglior interesse morire. Quando, in realtà, la morte è nel miglior interesse di un uomo? In questo caso, però, poiché si è trattato di promuovere l’eutanasia di Stato – la cosiddetta “dolce morte”, ma ben peggiore poiché ora decisa da un giudice e non dalla persona stessa o dai genitori – la morte è nel miglior interesse (dell’ideologia di turno). Si può facilmente vedere il vuoto di queste parole che promuovono una battaglia reale dell’ideologia contro la realtà.

L’ideologia ora sembra che abbia vinto poiché Alfie non è riuscito a respirare più a lungo ed è morto. Ma non è così. Con la morte di un piccolo angelo, è stato pienamente rivelato il vuoto maligno di una società opulenta che scarta i deboli credendo così di essere forte. Chi uccide i deboli, perché apparentemente tali, condanna se stesso al vuoto e al fallimento di una debolezza non redenta e forse non più redimibile.

Speriamo che questa ideologia della forza apparente, con la morte di un piccolo guerriero, possa essere seppellita nella tomba della propria arroganza. Dobbiamo però aprire gli occhi e accorgerci di essere in guerra. Tutti siamo Alfie e quei milioni di bambini uccisi non in un tribunale, ma nel grembo delle loro madri, in nome del pietismo e di parole false. Non possiamo rimanere zitti difronte a tale mostruosità culturale.

Quando la ragione non funziona più e Dio è lontano dal nostro umano orizzonte, la nostra conoscenza produce mostri di assurdità. Assurdità mortali, se rimaniamo ancora ad occhi chiusi lontani dalla realtà della verità. La verità non è un’opinione, non un cinguettio sui social, ma l’oggettività della realtà.
Tratto da: Corrispondenza Romana

15 commenti:

Anonimo ha detto...

Il Tribunale di Milano scarcera un pusher del Gambia clandestino, e nella motivazione della sentenza sostiene che essendo l'unico mezzo di sostentamento è giusto cosi'...Spero sia una fake news! Ma spiegherebbe tante cose...

irina ha detto...

Come si è arrivati a questo vivere ipocrita? Quali sono stati gli uomini che hanno fatto da apripista? A quali pensieri si sono appoggiati? Fatto salvo il peccato che contamina ogni essere umano. Qui però c'è un'orchestrazione, come se le persone si sentissero in obbligo di dire castronerie. Perchè? L'antichità, che pur non conosceva NSGC, ha lasciato molte opere di grande bellezza, di grande bontà, umana giustizia e verità, come si spiega questo accecamento ed oscuramento, quasi totale, delle facoltà nobili dell'essere umano? L'unica risposta che riesco a darmi è che il demonio è stato lasciato libero di tentarci e molti esseri umani sono caduti e cadono nelle sue malie intelligenti, illusorie, abbacinanti e paralizzanti.

Anonimo ha detto...

non è una fake...a quanto pare...a meno che sia orchestrata x dirigere il nostro pensiero "che sia giusto così", ovvero manipolazione mentale, grave in entrambe le ipotesi...parlo del Tribunale di Milano. La dittatura delle parole mostruose, in tal caso. Innanzitutto : il Giudice andrebbe processato x direttissima in quanto è frottola quanto dice: in galera viene mantenuto gratis a spese dei contribuenti. Una menzogna quindi. Inoltre diventa lecito spacciare droga o rubare per tutti i nullafacenti. O uccidere se uno dà fastidio, o usare chi capita x soddisfare le proprie voglie o altro. Anche l'immigrato clandestino che violenta in spiaggia e non sa che non si deve fare, anche l'omicidio dei famigliari che non rispettano la cultura islamica sono assoluzioni menzognere. La verità è solo una, come la Chiesa è solo una, perché verità e Chiesa del vero Dio sono la stessa cosa. Ci si deve ribellare, non si può accettare una dittatura del genere "Orwell" orchestrata da tempo. Gli scrittori come i film anticipano i progetti massoni nelle loro opere, non penso sia un caso.

mic ha detto...

Fa il paio con quel giudice che giustificava lo stupro perché parte della cultura dello stupratore non a conoscenza delle nostre leggi, che così vengono totalmente esautorate... Solo una logica distorta può portare a certe aberrazioni.
Se aggiungiamo che diventano leggi cose esecrabili come l'eutanasia i matrimoni unisex ed altro, siamo nel campo di una vera e propria 'inversione' diabolica.

Anonimo ha detto...


OT ma non troppo Nuove rivelazioni su LifeSiteNews di oggi sull'atteggiamento
gay-friendly del Papa

Maike Hickson cita oggi dettagliatamente una fonte vatiana anonima, secondo la
quale il vero motivo dell'allontanamento brusco dei tre collaboratori del card.
G. Mueller e dello stesso Mueller, è stata la politica da condurre nei confronti
dei preti pedofili, di competenza anche della Congr. per la Dottr. della Fede. Il
clima di misericordia favorito da Bergoglio, dice la fonte, fece sì che preti
sospesi o condannati per pedofilia (quasi tutti omosessuali, ma questo la fonte non
lo sottolinea) chiedessero di essere riabilitati. Trovarono un paladino nel card.
Coccopalmerio, aperto elogiatore del peccato contro natura, e in altri. Mueller
si oppose a certe "riabilitazioni", approvate dal Papa, assieme ai suoi tre
validi collaboratori. Non ci fu nulla da fare. Secondo la fonte anonima, che
appare attendibile, Mueller fece domanda ufficiale perché un appartamento nell'edificio
dell'ex Sant'Uffizio, resosi libero, fosse affidato a uno dei tre. Ma il Papa si rifiutò e lo fece assegnare al segretario del card. Coccopalmerio, Capozzi. In quell'appartamento ebbe poi luogo la ben nota orgia gay a base di cocaina, che provocò tanto scandalo, organizzata dallo stesso Capozzi. Altri particolari allucinanti emergono da queste rivelazioni.
Ormai nessun coperchio riesce a chiudere la sempre più maleodorante pentola.
Deo Gratias.
Z.

Anonimo ha detto...

Pensavo di essermi abituata a quasi tutto, ma quella frase pronunciata dal giudice inglese circa il capitolo conclusivo di un bambino straordinario mi fa tremare i polsi ancora oggi. Una sentenza di morte cui un giudice e dietro una stola di medici ecc, si accaparra il diritto di decisione. Il bimbo era vivo, respirava da solo, non era al momento in uno stato terminale, ma doveva morire negandogli i supporti vitali, non medicine, non terapie, supporti vitali, aria, cibo ed acqua dati con mezzi artificiali. É il mezzo artificiale il problema? Ma anche i neonati al biberon hanno una nutrizione artificiale, tecnicamente.
Le parole significano la realtà sottostante dicevano i latini. Oggi significano l ideologia sottostante. In Francia in mensa un bambino musulmano é libero di scegliere il menu senza maiale tutto l anno, ma un cristiano neanche un solo giorno all anno, il venerdi santo (qui non ci sono le vacanze di pasqua salvo che pasqua non cada a fine aprile) può avere l opzione pesce. Motivo? Risposta del comune: lo Stato francese é laico. Ecco, un concetto di laicità e di libertà a senso unico.

Anonimo ha detto...

Z. un po 'metafisico di fronte alla realtà, no?

Anonimo ha detto...

https://www.lettera43.it/it/articoli/societa/2017/04/11/la-scuola-che-riabilita-attila-il-migrante-e-degna-di-orwell/209896/

Silente ha detto...

Ne abbiamo già parlato. Chi governa le parole governa le idee e il sentire comune. Per questo la sovversione carica di significati non "neutri", ma positivi o negativi, a secondo dei suoi interessi e contando sul totale possesso dei mass media, certe parole: fascismo, antifascismo, razzismo, antirazzismo. Di più: inventa parole-concetti per contrabbandare, attraverso queste, la stigmatizzazione di alcuni valori che vuole combattere: islamofobia, xenofobia, omofobia.
Il nostro compito è di essere consapevoli di questo sporco meccanismo e di combatterlo. Non usiamo queste parole, sveliamone la truffa. Se ci accusano di "razzismo", chiediamo: "ma cosa esattamente vuol dire questa parola?"
Recentemente è uscito un libro dello storico e sociologo Rolf Peter Sieferle, Migrazioni della brava casa editrice LEG di Gorizia. Con argomenti e toni razionali, logici, documentati e molto ben strutturati, l'autore distrugge puntualmente e fin dalle fondamenta il mito e la narrazione immigrazioniste. Dimostra il deficit etno-culturale delle ondate di invasori, le tragiche conseguenze dell'immigrazione: la distruzione dello stato sociale, ad esempio, il dumping nel mondo del lavoro, il crollo della "cultura della fiducia" nel vicinato e nella società e molto alto ancora. Un libro che consiglio a tutti. Colpirà per la dovizia di argomentazioni (ripeto: razionali e ben strutturate) anti-immigrazioniste.
Sulla parola "xenofobia", così scrive Sieferle: "Una manovra geniale è stata, per esempio, l'invenzione del termine "xenofobi", che si può far risalire ai primi anni novanta. Esisterebbero sul serio, quindi, delle persone che hanno qualcosa contro gli stranieri in quanto stranieri, che detestano turisti olandesi, professori americani ospiti, borsisti giapponesi e uomini d'affari cinesi! E questi "xenofobi" sono così numerosi che è necessario mettere in guardia contro di loro a livello politico. Un concetto davvero degno di lode: si pone sullo stesso piano la reazione contro gli immigrati illegali e una reazione contro gli "stranieri", e dato che l'ultima cosa è del tutto assurda, questa assurdità dovrebbe riflettersi anche sul rifiuto degli immigrati. L'unica cosa che si possa dire è: chapeau!".
Rifiutiamo le parole-trappola, contestiamole nei nostri interlocutori.
E magari usiamo e imponiamo nell'uso parole "nostre": ad esempio, il filosofo conservatore Scruton ha coniato la parola oicofobia e oicofobici per denunciare coloro che odiano la casa e la patria propria (dal greco oikos per casa). La sinistra è oicofobica: odia la propria patria, la propria etnia, la propria cultura.
Perché non provare ad usarlo, questo termine, magari quando ci accusano di essere "xenofobi"?
Silente

Anonimo ha detto...

Je suis assez effrayé qu’à chaque fois qu’on parle de racisme, on parle d’antisémitisme et d’islamophobie, mais on oublie toujours la christianophobie alors que selon les chiffres officiels, la religion la plus persécutée au monde est le christianisme.
Alexandre Del Valle

Patrizia Serafini ha detto...

Molto bello e vero.

Un giovane coraggioso ha detto...

ECCO LE DICHIARAZIONI del calciatore che ha detto "No" alla fascia contro l'omofobia. «Io rispetto tutti. Nonostante questo devo dire che non posso condividere questa iniziativa al 100% perché va contro le mie convinzioni di cristiano. […] Non mi va di indossare un simbolo che difenda l’impostazione di vita di altre persone. Non penso di dover indossare la fascia». E, di fronte alla libertà, il gender trema…
https://www.notizieprovita.it/notizie-dal-mondo/diktat-lgbt-anche-nel-calcio-ma-ce-chi-dice-no/

Anonimo ha detto...

Un giudice libera un immigrato spacciatore di DROGA perché è il suo unico modo di mantenersi.
E i pm di Agrigento indagano Salvini perché difende i confini? Ma vi sembra un Paese normale?!?

Anonimo ha detto...

Non è nemmeno normale a paragone con l'anziana pensionata italiana condannata e due mesi di reclusione per aver rubato per fame 20 euro di spesa.

Anonimo ha detto...

In Canada c'è un famoso psicologo laico che, improvvisamente, ha tutti contro. Ha detto "basta" al politicamente corretto, ai pronomi neutrali (né maschili, né femminili), alla gender identity. «Non ho intenzione di mettere nella mia bocca parole marxiste. Questo mi renderebbe un burattino della sinistra radicale, e non succederà»

https://www.uccronline.it/2018/08/31/il-caso-jordan-peterson-un-gigante-contro-i-falsi-miti-del-progresso/