Se Amleto è forse la più sconcertante, probabilmente la più interessante e certamente la più moderna tra tutte le 37 opere teatrali di Shakespeare, è per un’unica ragione – c’è un elefante nella stanza. Quest’elefante è l’apostasia dell’Inghilterra dalla fede cattolica che veniva imposta ovunque dal governo inglese quando Shakespeare scrisse l’opera, intorno al 1600 d. C., cosa che lo stava portando alla disperazione perché egli era un devoto cattolico. Così (1) Amleto è la più sconcertante delle sue opere teatrali per la massa di lettori o spettatori o critici post-cattolici che non si rendono conto che la “Riforma” fu la più grande catastrofe mai capitata all’Inghilterra. (2) Ѐ la più interessante perché è centrale e conflittuale tra il passato Medioevo e la successiva Età Moderna. (3) Ѐ la più moderna, perché negli ultimi 400 anni praticamente tutto il mondo ha finito col condividere l’apostasia dell’Inghilterra.
- Ma oggi, chi si preoccupa dell’apostasia? Quante persone sanno anche solo cosa significhi la parola (abbandono dalla fede cattolica)? C’è stato un tempo, come il 1600 in Inghilterra, in cui il Diavolo perseguitava ferocemente la Fede, cosicché Shakespeare dovette mascherare la Fede nelle sue opere teatrali per non essere impiccato, eviscerato e squartato. Oggi, però, il Diavolo rovina molte più anime facendo loro dare per scontato che la religione sia di così poca importanza che chiunque può scegliere la religione che gli piace, o nessuna. I vili mezzi di comunicazione sono così inondati di errore e immoralità che la massa delle persone non se ne accorge nemmeno più. Si veda il libro di Clare Asquith Shadowplay per la decodificazione cattolica in tutte le opere di Shakespeare. Ma se la madre incestuosa di Amleto, la regina Gertrude, rappresenta davvero l’Inghilterra che commette incesto con il Protestantesimo, suo cognato, c’è da stupirsi se i nostri contemporanei non riescono vedere alcuna proporzionata ragione per la malinconia del principe Amleto?
- L’opera è centrale e conflittuale perché, come nessun’altra opera di Shakespeare, è sospesa tra il mondo medievale e il Nuovo Ordine Mondiale, perché Shakespeare stesso fu colpito al cuore dall’apparente successo dell’abbattimento della Fede nel suo amato paese, come si può leggere nell’opera attraverso l’amarezza del Principe verso quasi tutti quelli che lo circondano, specialmente verso il suo vero amore, Ofelia. Ora, un cattolico non è amaro, ma Shakespeare era amaro nello scrivere Amleto (amarezza solo momentanea). Si legga il libro di notevole valore di John Vyvyan, The Shakespearean Ethic [l’Etica Shakesperiana], se si vuole cogliere il modello morale che sta alla base di tutte le opere teatrali in cui Shakespeare trasfuse il glorioso retaggio dell’Inghilterra medievale. Cosa che è presente anche in Amleto, in particolare laddove il Principe respinge Ofelia per far posto nel suo cuore alla vendetta, ma in Amleto, come in nessun’altra opera, la corruzione della società – per niente meno che l’apostasia – è così terribile che l’anti-sociale principe appare come un eroe assoluto, il primo di una lunga serie di eroi anti-autoritari (cfr. Hollywood) che hanno bisogno di superare ogni naturale rispetto per l’autorità sociale. L’apostasia uccide la società.
- E Amleto è anche la più moderna delle opere teatrali di Shakespeare perché è quella che più si discosta, o si sovrappone, al modello medievale. Shakespeare scrisse molte opere dopo Amleto, ma non fu mai più tentato di sostituire l’amore con la vendetta, o di tornare dal Nuovo all’Antico Testamento. Egli riacquistò la calma e l’equilibrio mentre scrisse ancora opere superbe, ma nel 1611 abbandonò il palcoscenico e Londra lasciando che i Puritani si impadronissero dell’Inghilterra e alla fine conducessero tutto il mondo lontano da Dio. Oggi generazioni di giovani, nutriti di anti-eroi sono diventati degli anti-uomini, con poco o nulla del loro retaggio medievale. Ma la natura umana non è cambiata, e gli esseri umani hanno bisogno ancora di essere guidati da uomini. Per questo le ragazze cercano di diventare uomini, e i due giovani sessi si respingono sempre di più. In una battuta del Macbeth, si dice: “La confusione ha ora fatto il suo capolavoro”.
Se leggete Amleto, guardatevi dal Fantasma del primo atto. Un cattolico sa che Dio Onnipotente non lascerebbe mai uscire un’anima dal Purgatorio per cercare vendetta. Da dove potrebbe venire il Fantasma, se non dall'Inferno? E in tal caso, il Principe è davvero un eroe? L’amarezza di Shakespeare era comprensibile, ma essa stravolgeva la sua teologia. Giovani uomini, che adorino e amino Gesù Cristo, che amino Sua Madre, che recitino il suo Rosario e guidino le ragazze. Questo è quello di cui si ha bisogno. Kyrie eleison.
26 commenti:
Papa sull'aborto fino al nono mese
"Misericordia per tutti. Il peccato si assolve." Inoltre
"le donne per stare bene debbono incontrarsi col figlio che hanno perso" "possono cantargli la ninna nanna"
A Papa, guarda che l'hanno ammazzato, mica perso!
Ma da cosa risulta che il Bardo fosse cattolico
in incognito?
Ha scritto anche dei drammi non eccelsi, quelli
dedicati alla serie dei re inglesi, una
produzione minore nella quale il cattolicesimo
viene messo in cattiva luce - opere di
propaganda anglicana, forse inevitabili.
Anche i geni devono mangiare e ci tengono
alla pelle.
Da dove si deduce un suo criptocattolicesimo?
G.
Meraviglioso commento, Mic, tutto da studiare. Un regalo vero.
Ma da cosa risulta che il Bardo fosse cattolico in incognito?
Mi è capitato di leggerlo più volte anche se al momento non ho sotto mano le fonti.
Qui stiamo parlando di dell'Amleto e penso valga la pena soffermarcisi.
Asia Bibi è finalmente libera di lasciare il paese. I giudici della Suprema Corte del Pakistan hanno appena rigettato l'istanza presentata contro l’assoluzione. La Corte ha confermato che l'accusa di blasfemia contro la donna cristiana era falsa. Ora Bibi puó lasciare il paese, dopo 10 anni di persecuzione. Speriamo che trovi pace e libertà in un paese occidentale. Onore a questi giudici musulmani che hanno scelto la giustizia contro il sopruso, al suo avvocato musulmano che ha rischiato la vita per difenderla in aula, al governatore musulmano che l’ha persa per averne preso le parti. Vergogna a chi, nei paesi civili, se ne è lavato le mani pensando che la libertá non valesse la pena di essere difesa.
Giulio Meotti
Asia Bibi, una storia di Dio, Uno e Trino, raccontata agli uomini in ascolto.
Lode e Gloria a Nostro Signore Gesù Cristo.
P.S. Moltissimi, istruiti ed informati, non sanno neanche chi è Asia Bibi! Oggi!!!
Mi pare la fonte sia Mons. Williamson in uno dei suoi recenti "commenti eleison".
Mentana e il suo Open credono di smentire, ma confermano. Credono di smentire la notizia newyorkese dell'aborto legale fino al nono mese (minimizzano, dicono che si è "solo" rimosso il limite delle 24 settimane per i casi più gravi, tacendo sia l'estensione del concetto di «salute materna» - che va ben oltre il pericolo di vita -, sia la rimozione dell'obbligo di soccorso all'abortito nato vitale, che potrà così essere lasciato agonizzante), ma confermano. Che cosa? La triste parabola del giornalismo occidentale, ridotto allo sbufalare saputello dei moraleggianti sulle fake news che fissano il dito ma ignorano la luna. Hanno una gran paura che la gente inizi a usare la propria testa, e si vede.
Giuliano Guzzo
Chi è l'autore di questo articolo "Amleto = Apostasia"? Anch'io, pur avendo letto a suo tempo tutto Shakespeare (vado zigzagando a periodi, tra generi diversi: Hemingway, Hesse e ... Padre Pio) non conoscevo di questo cripto-cattolicesimo del Bardo o forse ne avrò inteso, in modo distratto e perciò superficiale, qualche cenno. Che, forse, di questo presunto argomento storico si sia interessato più che altro l'industria cinematografica recente! ? Chiedo, perché non ho memoria delle pellicole su Shakespeare e le sue opere uscite negli ultimi anni.
Ad ogni modo, non è che questa interpretazione di questa sua opera teatrale così significativa mi convinca più di tanto. "La regina Gertrude rappresenta l'Inghilterra che commette incesto con il Protestantesimo, suo cognato": mi pare davvero una forzatura. Ragionando in questo modo - mi pare -, tutto può essere piegato e ricondotto a ciò che più ci aggrada.
Io sapevo invece - e sulla questione sono stati pubblicati numerosi e documentati studi - della latente omosessualità di Shakespeare, che trapela soprattutto da alcuni suoi Sonetti, vuoi per la dedica a un particolare "giovinetto", vuoi per la tematica affrontata, a volte piuttosto esplicita.
Ho letto comunque con interesse, e mi piacerebbe saperne di più.
P.S.-Mi scuso per i pensieri espressi in maniera troppo concisa e per gli eventuali errori, ma il telefonino fa le bizze e le dita si stancano a premere sul francobollo dello schermo.
"... Il sacerdote Richard Davis, verso la fine del Seicento, dichiarò che Shakespeare era morto 'papista', cioè cattolico romano. Verosimilmente cattolico era suo padre, il cui nome figura in una lista di 'recusants', cioè di persone, di solito cattoliche,che disertavano le funzioni della chiesa anglicana...." (Maro Praz, Introduzione p. XIII, a: William Shakespeare, Tutte Le Opere, Sansoni Editore, Firenze, 1964)
"... della latente omosessualità di Shakespeare,..."
Oggi moltissimi leggono il mondo degli esseri umani con la sola lente della latenza omosessuale, dalla nascita alla tomba. L'ideologia è sempre stringente.
"...A ventun anno Shakespeare si trovava ad avere tre figli, una moglie più anziana di lui probabilmente sposata per ripiego, un padre che versava in gravi condizioni finanziarie, e quatto tra fratelli e sorelle più giovani da allevare..."(op.cit. p.IX)
"Il Knights trova perciò che il modo più proficuo di avvicinarsi ai sonetti è considerarli in rapporto allo sviluppo del verso shakespeariano, sviluppo della tecnica del verso che è in funzione dello sviluppo della sensibilità del poeta...è alla luce dei drammi che i sonetti rivelano il loro vero significato..." (op.cit. p.XV)
Mi pare la fonte sia Mons. Williamson in uno dei suoi recenti "commenti eleison".
È così.
Alexander Pope, rivale letterario,lo definì damn'd popish e la dice lunga, pare che il funerale fu celebrato in gran segreto da un sacerdote cattolico per volere del figlio Hamnet, prete di quelli che vivevano nascosti e celebravano nei priests holes a rischio della vita, propria e di chi li proteggeva, cripto cattolico era, del resto fu il parroco della sua città ad insegnargli a leggere e scrivere, per la latente omosex, i sonetti non fanno testo, ricordiamoci che all'epoca in teatro era proibito alle donne recitare, quindi le parti femminili erano interpretate da giovinetti imberbi, poi la morale era quella che era, gli attori in tutta Europa venivano sepolti non in terra consacrata, anche i musicisti, quindi.....film recenti : Shakespeare in love e Anonymous, molto più bello ed intrigante del primo, frivoletta love story, poi secondo recenti studi, non tutte le opere 36, sono attribuibili al Bardo pare che dietro ci fossero Christopher Marlowe ed un alto esponente della royal family, un nobile che appunto si firmava Anonymous per non venire scoperto. Grazie per l'articolo.
Come mai é stato rimosso il post su Mons Antonio Livi ?
Grazie per una risposta
“Anonymous”, il film, riprende la teoria, sostenuta da validi studiosi, che Shakespeare fosse solo un attore, e che in realtà le opere a lui attribuite fossero scritte da un alto esponente dell’aristocrazia inglese, cattolico.
Esiste una “ quaestio” scespiri a a aloga a quella omerica.
Tra gli altri sostenitori di questa teoria, ricordo Joseph Sobran, intellettuale, giornalista, politologo americanoin tutti i sensi), morto troppo precocemente però i suoi cultori causa diabete,ma soprattutto causa ostracisomao da parte della “nuove” Destra USA, avendo osato denunciare l’eccessiva infkuenza di (((pochi))) sui molti.
Il cardinale Williamson, a prescindere da come lo si consideri in termini ecclesiastici, è un uomo molto colto, sia in campo letterario, sia musicale.
Williamson non è un cardinale, è un vescovo, già della FSSPX...
Anonimo 20:30
Ho rimosso l'avviso perché mi sono fidata della fonte (coincidente anche con analogo appello di Tosatti) che ritenevo attendibile. Senonché ulteriori approfondimenti mi hanno resa più guardinga. Conoscevo la gravità delle condizioni di salute di mons. Livi: lo stiamo da tempo accompagnando con la preghiera. Però non mi risultava la sua condizione di bisogno, che in effetti mi aveva dapprima meravigliata ma che avevo raccolto pensando a sopravvenute esigenze a me non note.
Tuttavia, ho ricevuto comunicazioni in base alle quali ora non posso più sentirmi coinvolta in qualcosa che non mi è chiaro.
Ciò che mi è ben chiaro, e mi è stato confermato, è la lucida e serena consapevolezza di mons. Livi e il suo fiducioso affidamento al Signore.
Mi spiace per lui che non meritava tutta questa confusione e vi invito a continuare ad accompagnarlo con la preghiera.
Ringrazio tutti dei chiarimenti; ed ora che posso metter da parte il minischermo del telefonino e le dita si sono riscaldate, vorrei aggiungere qualcosa al mio precedente commento e, in qualche modo, replicare:
LA CONVERSIONE DI SHAKESPEARE AL CATTOLICESIMO
Letto quanto sostiene Mario Praz, nel commento di “Irina”. E però:
“Si è parlato addirittura di una conversione religiosa di Shakespeare avvenuta in seguito a una oscura grave crisi (la peste stessa?) che lo avrebbe colto negli anni 1608-609. Ma sono ipotesi superflue: l’artista, raggiunta la pienezza dei suoi mezzi, ricerca e trova in queste opere i valori positivi della vita umana”.
(Giorgio Melchiori, “Introduzione”, in William Shakespeare, Teatro, Torino, Giulio Einaudi ed., 1960, p. XIII)
Non ho trovato, in tutta l’ “Introduzione” suddetta, alcun altro accenno alla religione, tantomeno al Cattolicesimo). Mario Praz è certamente un degnissimo studioso di lingua e letteratura anglosassone (ma non solo di quella); tuttavia c’è chi opina in modo diverso. Giorgio Melchiori, suo allievo, è però citato ad es. da Wikipedia in lingua inglese (non ho trovato Praz):
https://en.wikipedia.org/wiki/Giorgio_Melchiori
Quanto all’Amleto, di cui non mi pareva condivisibile la lettura in chiave religiosa – “la regina Gertrude, rappresenta l’Inghilterra che commette incesto con il Protestantesimo, suo cognato”, faccio solo notare che Gertrude è regina di Danimarca. Mi si potrebbe rispondere che tutta la tragedia andrebbe geograficamente traslata nel Regno britannico, ma questo non farebbe che rendere ancora più evanescente l’interpretazione che sto confutando. Leggo ora che l’autore dell’articolo è mons. Williamson; ed allora mi pare che davvero questa interpretazione poggi sul nulla o quasi; si tratterebbe, in definitiva, di un mero esercizio dialettico, che prende a pretesto una tragedia shakespeariana. Almeno, questo a me pare.
(Fine Atto primo)
(Atto secondo)
OMOSESSUALITÀ DI SHAKESPEARE
“Chiunque fosse il misterioso ispiratore dei sonetti maschili, il fair youth, il lovely boy, con tutte le sconcertanti discrepanze che lo contraddistinguono – ora un adolescente efebico, ora «past the ambush of young days»: ora una immagine di perfezione ed equilibrio morale, ora un paragone di dolce e corrotta perfidia – una cosa è certa e incontrovertibile. Che i rapporti tra i due, il poeta e il giovane (sia o non sia sempre costui la medesima persona) sono tinti di una singolarità che nessun arzigogolato ragionamento o dimostrazione riuscirà a disperdere.
E anche qui, nel giudicare di codesti rapporti, occorrerà guardarsi da due estremi, opposti ed egualmente deprecabili, in quanto inevitabilmente fatti per falsare l’impressione che da questi testi ci viene. Il primo, è di coloro che giudicando di essi rapporti secondo la lettera, grezzamente accolta e senza nessun diaframma di interpretazione storica e poetica, accolgono ciascuna di quelle espressioni come tanto oro colato, vogliamo dire accettandole secondo il pieno significato che comporterebbe l’uso odierno (cioè: omosessualità tout court, NdR). […] Mentre all’astro estremo, occorrerà pur guardarsi da una sorta di mite follia che consiste nel partito preso di giustificare tutto con l’argomento del mutato valore delle parole, e con quello della convenzione poetica del tempo, per cui erano allora naturali certe espressioni, certe estensioni iperboliche dei sentimenti, che appaiono a noi sconvenienti oltre che bizzarre.” […]
Stando ai dati di una interpretazione il più possibile obiettiva, hanno torto a nostro avviso in tale argomento tanto quelli che affermano, quanto quelli che negano.”
(Alberto Rossi, “Introduzione”, in William Shakespeare, Sonetti, Torino, Giulio Einaudi ed., 1965, pp. XCVII-XCVIII, CXV)
Nella “Nota integrativa all’Introduzione”, Giorgio Melchiori ripercorre tutte le varie posizioni sulla omosessualità del Bardo, compresa quella largamente possibilista (ivi, pp. CLVI-CLVII).
Anonimo 17.04. “secondo recenti studi, non tutte le opere 36, sono attribuibili al Bardo pare che dietro ci fossero Christopher Marlowe ed un alto esponente della royal family, un nobile che appunto si firmava Anonymous per non venire scoperto.”
“È stata definitivamente dimostrata l’infondatezza delle teorie di coloro che, considerando Shakespeare soltanto come un prestanome, attribuivano variamente la sua opera a Francesco Bacone (per naturale affinità di pensiero) o al drammaturgo Christopher Marlowe (che secondo una fantasiosa ipotesi si sarebbe finto morto per ragioni politiche, e avrebbe poi continuato a scrivere sotto il nome di Shakespeare), o a vari nobiluomini contemporanei come il conte di Oxford, il conte di Derby o il conte di Rutland”.
(Giorgio Melchiori, “Introduzione cit., p. VII)
Stesso Anonimo: “i sonetti non fanno testo, ricordiamoci che all'epoca in teatro era proibito alle donne recitare, quindi le parti femminili erano interpretate da giovinetti imberbi, poi la morale era quella che era”
“Questa teoria … è senza dubbio assai suggestiva … Senonché troppi elementi dei ‘Sonetti’ stessi la infirmano; inducendo alla convinzione che il personaggio dovesse appartenere a sfera sociale di molto superiore a quella del poeta, e da ricercarsi nella categoria dei grandi aristocratici, patroni degli uomini di lettere”.
(Alberto Rossi, “Introduzione” cit., p. CIII)
P.S.-Ad ogni modo, vi ringrazio davvero per il post, che mi ha permesso di rileggere pagine che avevo quasi dimenticato, poiché ora i miei interessi volgono – essi sì – al Cattolicesimo: ahimè il tempo passa per tutti, ma non sempre invano … Buona serata.
Hai fatto bene Mic, a fare ulteriori approfondimenti.
Bisogna sempre ricontrollare tutto, e ci vuole un sacco di tempo.
E non solo quando si tratta di questioni pecuniarie.
Circa l'omosessualità di Shakespeare:
Alcuni sonetti sembrano proprio dimostrarla, nel senso che mostrano una intensa passione per un giovane.
Altri sonetti mostrano però un'intensa passione per una dama.
Che dire? Che forse si tratta di figure per così dire "retoriche" ossia non di personaggi reali ma di tipi, secondo lo stile dei tempi? L'omosessualità restava un peccato e credo fosse anche un reato. Tuttavia, a livello colto l'ambiguità erotica era ammessa, la ritroviamo in diverse opere teatrali del Bardo (i travestimenti, p.e.).
La Riforma in Inghilterra portò una notevole decadenza nei costumi, tant'è vero che poi si ebbe la reazione dei Presbiteriani, detti appunto "puritani", anche per il loro accentuato moralismo, da imporre rigidamente a tutta la società.
Cosa che fecero dopo aver vinto la guerra civile, esagerando alla fine nell'altro senso. Per prima cosa i Puritani proibirono il teatro, appunto.
Ma alla fine la gente li odiava.
Quando tornò il re, CArlo II Stuart, dalla Francia, grazie ad un accordo col generale Monk (pagato a peso d'oro), per reazione la licenza ricominciò.
Shakespeare comunque non si svela mai, resta come enigma al di là delle sue meravigliose frasi, delle sue profondità: egli è tutti i suoi personaggi e nello stesso tempo nessuno di loro.
G.
Un momento di relax, ci vuole pure: L'Amleto di Petrolini, grande attore comico romano
di un secolo fa.
"Io sono il pallido prence danese
che parla solo, che veste nero,
che si diverte nelle contese,
che per diporto va al cimitero".
G.
Opinione personale: non credo che una persona colta e raffinata debba essere dunque omosessuale, anche se fosse aristocratica. Non credo che i diversi mecenati delle compagnie teatrali avessero indistintamente come secondo fine concupirsi il giovane ragazzo attore. Non lo credo. Non è legge universale. Può accadere e può non accadere.
Amleto riflette lo smarrimento dell'epoca
L'esegesi di mons. Williamson offre spunti interessanti,
anche se l'interpretazione allegorica della figura della
regina appare forzata.
Sullo sfondo c'era indubbiamente il problema religioso,
l'apostasia che veniva ad imporsi ad un'intera nazione.
Ma, io credo, non c'era solo quello. Amleto rappresenta
l'uomo moderno in questo senso, negativo: è il soggetto
che ha perduto la fiducia in se stesso. Le leggi dell'onore
gli impongono una determinata azione, dolorosa. Almeno
questa è la sua convinzione. Ma egli esita, si interroga.
Dov'è l'ubi consistam? Dal dialogo interiore-esteriore
prende forma un soggetto che dubita dei princìpi stessi
per i quali dovrebbe agire e del senso della vita.
Ma questa incertezza non rifletteva all'epoca il senso di
smarrimento che si era impadronito delle coscienze pensanti
di fronte al mutamento rivoluzionario della realtà provocato
dalle scoperte astronomiche e dalla conseguente nuova
filosofia, che sembravano sconvolgere
l'ordine del mondo, quale risultava in primo luogo dalla
Rivelazione? Non lo sconvolgono affatto, ma così sembrava
allora.
Lo smarrimento del secolo è ben espresso da questi famosi
versi di John Donne (1573-1631) :
"And new Philosophy calls all in doubt,
The Element of fire is quite put out;
The Sun is lost, and th'earth, and no mans wit
Can well direct him where to looke for it.
And freely men confesse that this world's spent,
when in the Planets, and the Firmament
They seeke so many new; they see that this
Is crumbled out againe to his Atomies.
'Tis all in peeces, all cohaerence gone;
All just supply, and all Relation:
Prince, Subject, Father, Sonne, are things forgot,
For every man alone thinks he hathgot
To be a Phoenix, and that then can bee
None of that kinde, of which he is , but hee.
This is the worlds condition now..."
(An Anatomie of the World, vv. 205-209,
Donne, Poetical Works, Oxford, 1967)
Tenterò una traduzione libera
:
"E la nuova filosofia pon tutto in dubbio,
L'elemento del fuoco è del tutto spento;
Il sole si è perso, e la terra; e non v'è
mente d'uomo che possa mostrar dov'è.
E apertamente confessano esser il mondo sfiorito
quando nei pianeti e nel cielo
tanti ne cercan di nuovi; vedon questo
di nuovo sbriciolato nei suoi atomi.
Tutto è a pezzi, ogni coerenza scomparsa;
Tutto è sol materia, tutto relazione:
Principe, soggetto, padre, sole, cose del passato,
Ognun da sol ritien d'esser come
La Fenice, e che non ci sia al mondo
Alcuno come lui, se non lui.
Ques'è ora la condizione del mondo..."
G.
Shakespeare:cattolico o calvinista; pederasta o no, inglese o... Italiano?
Italiano?
Shakespeare è la "traduzione" in inglese del cognome della madre Guglielma di Crollalanza: scrolla=shake, lancia=spear.
In realtà si chiamava Michel Agnolo Florio, umanista di grande cultura fuggito da Messina con la sua famiglia e rifugiatosi in Inghilterra, in quanto calvinista, per sfuggire all'Inquisizione spagnola. (fonte: Santi Paladino, 1902-1981)
Sulla presunta fede cattolica di Shakespeare consiglio di leggere i saggi di Elisabetta Sala pubblicati per la Ares,in particolare Elisabetta la sanguinaria, al termine del quale c'è un saggio sull'argomento e sulle ragioni per cui la storiografia anglicana o comunque anglosassone non ha mai sviluppato questa ipotesi. So inoltre che la stessa autrice ha dedicato una monografia a Shakespeare.
D’accordo, leggeremo il testo suggerito nel commento che mi precede. Però, molto sinteticamente, mi chiedo: è così rilevante la tematica religiosa – addirittura la sua presunta fede cattolica – nelle opere teatrali o in quelle poetiche di Shakespeare? Vado a memoria, ma non mi consta. Uno che scrive “A Midsummer Night’s Dream”, in cui parla tra l’altro di elfi e fate, oppure “The Tempest”, dove il personaggio principale è un duca-mago con tanto di bacchetta, oppure che ne so: “The Merry Wives of Windsor” o quelle tante altre opere di teatro che si rifanno alla storia di Roma antica o anche alla storia e ai miti greci, per non parlare del ciclo che fa rivivere, spesso romanzando e in forma di tragedia, l’epopea dei regni anglosassoni preunitari e non; ebbene: dov’è questo interesse, questo trasporto, questa tensione religiosa!? Stiamo parlando di Shakespeare, non di Manzoni. Mi pare che dica bene Melchiori: “ipotesi superflue”. Però forse c'è da scavare, forse troppo troppo.
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