Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 22 gennaio 2019

Incognite e arcani poco rassicuranti per il nostro Paese

Lancio alcune serie domande, mentre sto cercando di decriptare e approfondire diversi altri aspetti di cui parlerò... 
Mi chiedo perché Salvini continua i suoi bagni di folla come se niente fosse; mentre Di Maio/Di Battista hanno scatenato l'incidente diplomatico con la Francia, su cose risapute e da tempo denunciate da Giorgia Meloni, proprio alla vigilia del Trattato Merkel-Macron.
Lo stile non manca. Ma vogliamo la schiena dritta!
Un evento ben più grave ed esiziale per il futuro del nostro Paese e non solo [vedi qui - qui], sul quale invece tutti tacciono (tranne la Meloni)? Basterà l'auspicabile, ma non scontato, esito delle nuove elezioni a neutralizzarlo?
E quella di Di Maio è una mossa da campagna elettorale? O un espediente per stornare l'attenzione da un garbuglio ancor più serio, anche avuto riguardo al fatto che Conte (pupillo di Bergoglio, oltre che dei vescovi anti-italiani1 e del Colle) è apprezzato dalla Merkel [vedi anche] alla quale ha già dato una delega di voto? Nulla di diverso da quanto già accadeva regolarmente con Gentiloni & C. che il voto del 4 marzo ha delegittimato; il che ci raccontano debba esser sancito dall'attuale governo del cambiamento (more Gattopardesco?)2... E dunque, cosa sta succedendo che pretendono passi sulle nostre teste e cui prodest?
_______________
1. Vedi precedenti qui - qui
2. Che fa mostra di aderire alle novità per non perdere potere e privilegi antichi

72 commenti:

Anonimo ha detto...


La c.d. "delega di voto" sembra comunque essere una prassi
abbastanza diffusa nelle sedute degli organi EU.
Di per sé non rappresenta uno scandalo.

mic ha detto...

Ok. Ma sarebbe interessante conoscere quante deleghe di voto riceve, piuttosto che cedere, l'Italia...

irina ha detto...

Quando Bernardo Caprotti morì, due anni or sono, tutti stupirono per il suo grande lascito alla fedele segretaria. Non mi stupii affatto, capivo la gratitudine che l'imprenditore aveva potuto provare per quella signora, dedita al suo difficile lavoro senza orari, ogni singolo giorno in cui l'Esselunga navigava tra mercato,distribuzione e clientela.

Scrivo questo perchè noi stiamo navigando con un governo molto frontale ed ancora molto sguarnito sull'organizzazione dietro il sipario, che richiede alta professionalità, spirito di sacrificio, rispettata tempistica nel fare, prontezza nel prevedere il breve e il lungo periodo ed intuizione immediata di dove sulla scena stanno presentandosi imprevisti. Avere un insieme di persone che lavorano con chiarezza di visione nel compito a ciascuno assegnato, credo che oltre alla buona volontà di ognuno richieda una grazia particolare.

Abbiamo dall'altra parte la sinistra che negli anni si è formata tutta una rete di aiuti che sconfina in un sistema mafioso e/o sottomesso a potentati sempre esterni addirittura fuori dai confini nazionali.

Foa che è entrato in punta di piedi, dando piena fiducia professionale a chi era già all'interno della rai, in punta di piedi è rimasto, fino a cadere nella stima dei suoi stessi sostenitori.

Mi torna in mente Gilbert Keith Chesterton che riconobbe la costante e desta dedizione della segretaria tanto da darle un posto nella sua tomba di famiglia.

Questi uomini, nell'onorare il lavoro, senza secondi fini, di chi li ha aiutati nella battaglia quotidiana, dimostrano non solo che si ha bisogno di un aiuto leale, fedele, capace, ma anche che sono stati in grado di riconoscere davanti agli uomini e a Dio il valore che quelle persone hanno avuto nella realizzazione dell'opera loro.

Silente ha detto...

Consentitemi il solito "fuori argomento" librario. E' uscito in questi giorni un bel libro della Silvana De Mari, che voi tutti conoscete. Perseguitata per le sue idee sull'omosessualità (lei è medico e psicoterapeuta), ha denunciato in diverse occasioni i pericoli medici, oltre che etici, dell'omosessualismo. Per questo è stata perseguitata, denunciata da organizzazioni sodomitiche, assolta per le principali accuse ma inspiegabilmente condannata per diffamazione. Le sue conferenze sono sempre a rischio di aggressioni dei pervertiti e dei loro sodali, che vogliono impedirle (e impedirci) di dire la verità. Ecco il libro: Silvana De Mari, Non facciamoci imbavagliare. La mia battaglia contro l'omologazione della dittatura gay, Fede e Cultura.
Un punto di vista medico e cattolico sulla sodomia, sulla possibilità di uscire da questo orribile perversione, sull'ideologia omosessualista, con una serie di contributi di medici e giuristi, con una selezione assai significativa di atti relativi ai processi. Di più: i diritti editoriali di questo libro saranno devoluti alla difesa legale di Silvana De Mari. Un modo di aiutarla a respingere l'aggressione sodomitica.
Scrive Silvana in quarta di copertina: Battetevi insieme a me: l'ovvio deve tornare di moda. Comprate questo libro, regalatelo, fatelo circolare. Vale la pena battersi per l'ovvio.
Silente

Anonimo ha detto...

Rosa Valente:
Trattato di Aquisgrana.
Francia e Germania rinsaldano la loro alleanza a discapito degli altri Paesi membri dell'"amata" UE.
Ma l'asse franco tedesco pare del tutto normale a forze politiche italiane come il PD. 
Come diceva qualcuno, una nazione non ha speranza di sopravvivere se non si libera dei nemici interni, dei traditori.

Rr ha detto...

Il trattato di Acquisgrana fa chiaramente capire, finalmente,a tutti quelli che ancora si ostinano a credere diversamente, che l’UE, erede della CEE e del MEC, altro non è che la versione 2.0 di quel dividersi l’Europa continentale che Franchi e Germanici portano avanti dalla morte di Carlo Magno ed ascesa al trono dei suoi nipotini. Infatti il trattato è stato firmato proprio ad Acquisgrana, dove Karl der Gosse è sepolto.
E dopo la Brexit il “nuovo” ordine europeo sarà ancora più simile al vecchio.
E noi ? Parlare di Gattopardo è troppo nobile, io direi meglio “Franza o Spagna, purché se magna”, ricordando inoltre che la Spagna fece parte del Sacro Romano Impero fino a Carlo V.
Conte ? L’ennesimo “ quaquaraqua” che, ammesso nel salotto buono del nobile di provincia ( Mattarella, cioè Napolitano) si caga sotto per l’emozione, e pronuncia il suo “ obbedisco”.
Su Foa, purtroppo, devo stendere un pietoso velo. È bastata una denuncia e l’accusa di antisemitismo (a lui ! con quel cognome !) più un “prestigioso “ premio, e se l’e’ fatta sotto.

Anonimo ha detto...

....Tirate le somme, suona la campana a morto per l’Unione europea come l’avevano sognata i fondatori. Almeno adesso è chiaro chi comanda, nero su bianco. Gli inglesi hanno capito prima di tutti che era tempo di tornare a essere una nazione pienamente sovrana. Quale sarà la reazione degli altri Paesi? E soprattutto: i nostri politici che polemizzano per motivi surreali con la Francia hanno capito la portata di quello che sta accadendo? Perché nessuno o quasi ne parla?debi
Alessandro Gnocchi, 22 gennaio 2019

Rr ha detto...

Il trattato di Acquisgrana fa chiaramente capire, finalmente,a tutti quelli che ancora si ostinano a credere diversamente, che l’UE, erede della CEE e del MEC, altro non è che la versione 2.0 di quel dividersi l’Europa continentale che Franchi e Germanici portano avanti dalla morte di Carlo Magno ed ascesa al trono dei suoi nipotini. Infatti il trattato è stato firmato proprio ad Acquisgrana, dove Karl der Gosse è sepolto.
E dopo la Brexit il “nuovo” ordine europeo sarà ancora più simile al vecchio.
E noi ? Parlare di Gattopardo è troppo nobile, io direi meglio “Franza o Spagna, purché se magna”, ricordando inoltre che la Spagna fece parte del Sacro Romano Impero fino a Carlo V.
Conte ? L’ennesimo che, ammesso nel salotto buono del nobile di provincia ( Mattarella, cioè Napolitano) si caga sotto per l’emozione, e pronuncia il suo “ obbedisco”.
Su Foa, purtroppo, devo stendere un pietoso velo. È bastata una denuncia e l’accusa di antisemitismo (a lui ! con quel cognome !) più un “prestigioso “ premio, e se l’e’ fatta sotto.

Anonimo ha detto...

Rr, it was time!
C'entra, non c'entra, ma forse sì, come sapete la Bayer, potentissima multinazionale ha acquisito Monsanto altra multi, ma USA e produce in USA cereali e frutta-verdura ogm, che in Eu sono proibiti,in altri paesi no, è scoppiato il caso della pasta venduta nei supermarket Lidl anche da noi, con tracce di glisolfato, presente per altro in dosi massicce nel grano venduto anche da noi, il glisolfato è un pesticida altamente tossico da noi abolito, in ER c'è stata una strage di agricoltori che ab-usavano del prodotto per la frutta ed altro il picco qui nel Santarcangiolese, record dei tumori di ogni tipo e ad ogni età, tornando al quid, mentre si cerca di sopire e troncare la pasta è stata ritirata, ma.....la Bayer continua a fare esperimenti anche sul genoma umano, in segreto silenzioso e low profile, dopo che Beijing aveva zittito il ricercatore che aveva costruito un essere umano, i tedeschi non si smentiscono mai nei loro folli esperimenti. La Francia farà da valletto alla kanzlerin fin quando ella ne avrà voglia, poi sarà la storia che si ripete 'Gallia omnis est divisa......noi siamo dei figli di NN a dirla elegante, unglorious bastards, imprevedibili ed inaffidabili, come ebbe a dire Longanesi 'Italiani, buoni a nulla e capaci di tutto'.Venia per il lungo.Lupus et Agnus.

Japhet ha detto...

L'arroganza di Francia e Germania nel determinare la gestione della UE sono manifeste da tempo. E tuttavia i nostri sinistri, il cui gene dominante è quello del tradimento, anzichè difendere la Patria, che aborrono, criticano il governo, perché non sarebbe in grado di farsi benvolere dai padroni. È sensato tutto questo?

Anonimo ha detto...

....Secondo un retroscena di Sky Tg24, lunedì pomeriggio è andato in scena anche un delicatissimo confronto tra il ministro degli Esteri italiano Enzo Moavero Milanesi e l'omologo francese Jean-Yves Le Drian, in cui il transalpino avrebbe detto chiaro e tondo di "non accettare lezioni dall'Italia". Guarda caso, di fatto, la stessa posizione dei due leader grillini che stanno creando grosso imbarazzo al premier Giuseppe Conte e al presidente della Repubblica Sergio Mattaraella. Un nuovo caso diplomatico che vede contrapposti da un lato M5s (e Lega) e dall'altro il "partito del presidente", assai più attento a mantenere rapporti cordiali con i partner europei. "Sono contento che Alessandro abbia ricominciato a far danni", ha scherzato Di Maio con i suoi a proposito di Di Battista. A Palazzo Chigi non la pensano alla stessa maniera.

https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13421788/migranti-italia-francia-enzo-moavero-milanesi-ministro-esteri-macron-di-battista-partito-conte-mattarella.html

Anonimo ha detto...

Noi lettori ed elettori dovremmo capire almeno questo: che la UE è questa associazione a delinquere a due, in cui noi siamo sopportati nella veste di picciotti da scozzonare, di polli da spennare e di discarica di nigeriani cannibali.
Del resto, cosa volete sperare: ancora il 20 per cento di noi rivuole al governo il PD che ci ha regalato una quarta mafia, d’importazione, ferocissima, non bastandoci le tre che abbiamo. Finché non lo capiremo, resta il piedi il progetto di fare di noi la prossima Grecia.

mic ha detto...

Secondo l'ultimo Tg1, che ha liquidato la notizia con poche battute, "l'intesa tra Francia e Germania garantisce la pace in Europa". 
Ovviamente senza pensare quale pace, a che prezzo e con quali mezzi e metodi...

Anonimo ha detto...


Bisognerebbe uscire dall'EU e dall'ONU.
Una parola.
Andarsene dalla EU non è affatto facile,
lo sta dimostrando il caso inglese.
E loro non erano entrati nell'Euro.
Figuriamoci uscire dall'Euro.
Per di più ricattabili in base al
forte debito pubblico.
Siamo costretti a star dentro, salvo
fatti clamorosi.
Possiamo però tentare di prenderci
maggior spazio ma ci vorrebbe un forza
politica unita, dotata di una forte
maggioranza. L'Italia potrebbe togliere
la sua firma ai Trattati che la obbligano
a una certa assistenza ai migranti.
Inoltre, potrebbe toglierla al trattato che
mette al bando le mine. Le frontiere, se
occorre, si difendono anche con i campi minati.
Basta mettere il cartello.
Circa il trattato franco-tedesco bisognerebbe
comunque saperne di più, avere dettagli precisi
sul contenuto, altrimenti si rischia di parlare
a vuoto.
O.

mic ha detto...

Qui c'è il testo in italiano
http://www.repubblica.it/europa/2018/01/18/news/nuovo_trattato_dell_eliseo_ecco_il_testo_in_italiano-99576/

irina ha detto...

Direi di non fare troppo caso alla pretesa simbologia legata ad auspicate identità tra situazioni trapassate remote con situazioni attuali e con altre alluse come sicure, prossime venture. E' magia d'accatto. Noi andiamo avanti sulla nostra strada, senza piangerci addosso, ben sapendo che la nostra è per mille motivi un'armata Brancaleone, come la nostra storia è uno sbandierare ironico e dolente delle nostre miserie e viltà, mentre gli eroismi e le grandezze sono stati sempre politicamente nascosti e culturalmente obliati. Ora uniamoci per essere Cattolici ed Italiani, poi quando lo saremo davanti al mondo e davanti a Dio, il modo di litigare a nuovo lo troveremo.

Anonimo ha detto...

"una pace duratura," ?
Forse si puo' tradurre " imponendo la loro dittatura " .

"strategie comuni " ?
Chi ha dato a questi 2 paesi il ruolo di parlare e agire in nome e per conto di tutti gli altri ?

Anonimo ha detto...


Però, nelle elezioni in Sardegna ha vinto il PD.
Sono andati in pochi a votare.
Tuttavia...
Non erano spariti?

irina ha detto...

In alto i cuori.
Questa è di Blondet:

Come sempre la Germana va avanti,
di vittoria in vittoria,
fino alla sconfitta finale.

Da Fb ha detto...

Il "Patto di Aquisgrana" firmato oggi contempla, tra le altre cose:

1) l'appoggio francese per far entrare la Germania come membro permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite

2) l’istituzione di un Consiglio dei ministri franco-tedesco;

3) l'istituzione di un consiglio franco-tedesco di difesa e sicurezza;

4) l'istituzione di un consiglio franco-tedesco di esperti economici;

5) la partecipazione di ministri delle rispettive nazioni, con turnazione trimestrale, ai consigli dei ministri dell’altro Stato.

Bisogna essere completamente ciechi per non vedere che questa è la pietra tombale su tutte le fiabe dell'Unione Europea come unione tra pari, e strumento di cooperazione.

Si tratta di un patto bilaterale classico tra i due pesi massimi dello scenario europeo, che con ciò di fatto sono in grado di predecidere l'intera politica UE.
Le altre istituzioni europee restano là come quinte di teatro ad uso dei fotografi.

Due soli mi sembrano gli scenari possibili, da oggi in poi.

Se il patto regge alle vicissitudini interne dei firmatari, allora avremo di fatto una diarchia che utilizzerà i Trattati europei un po' come camicia di forza e un po' come tunica di Nesso per imbrigliare e ridurre a miti consigli tutti gli altri Stati europei. Ciò che finora era accaduto in forma coperta, ciò la coazione nei confronti dei partner minori, diventerà più palese e sfacciato.

Se il patto non regge, e questo è ben possibile soprattutto sul lato francese (Macron non si capisce bene a nome di chi abbia firmato, visto che ha dietro di sé una minoranza del paese, e firma da una posizione di oggettiva subordinazione), allora la probabile crisi di Macron potrebbe portare a una denuncia precoce del patto, creando una situazione deflagrante in Europa, con un rapido collasso dell'UE, ed un generalizzato 'si salvi chi può', che lascerà probabilmente strascichi di lungo periodo.

Incidentalmente, questo patto credo metta anche la parola fine a un ritorno sui propri passi del Regno Unito, che ora vedrà con crescente sollievo l'allontanamento da un sistema oligarchico di cui non è parte.
nota di Andrea Zhok

Japhet ha detto...

Dà da pensare che il rafforzamento tra Germania e Francia venga sottoscritto a pochi mesi da una tornata elettorale che minaccia di ridimensionare drasticamente le forze europeiste. Come dà da pensare che a firmarlo siano un cancelliere al tramonto della propria carriera politica e un presidente in forte difficoltà di consensi. È come se, in vista di un terremoto, i due si siano voluti barricare in un accordo che supera, una volta per tutte, il fantoccio dell’Unione europea e che mira a depotenziare le forze nazionaliste in campo. Ma basterà?
http://blog.ilgiornale.it/indini/2019/01/22/il-nuovo-ordine-di-merkel-e-macron/

irina ha detto...

"...Se il patto non regge, e questo è ben possibile soprattutto sul lato francese (Macron non si capisce bene a nome di chi abbia firmato, visto che ha dietro di sé una minoranza del paese, e firma da una posizione di oggettiva subordinazione), allora la probabile crisi di Macron potrebbe portare a una denuncia precoce del patto, creando una situazione deflagrante in Europa, con un rapido collasso dell'UE,..."

Questa analisi è realistica e convincente. Bisognerebbe che i nostri Economisti si preparassero seriamente, con grande discrezione e passo svelto al piano B. Senza dar fiato alle trombe, con metodo e costanza. Anche da subito. In silenzio.

fabrizio giudici ha detto...

Però, nelle elezioni in Sardegna ha vinto il PD. Sono andati in pochi a votare. Tuttavia... Non erano spariti?

Hanno vinto con circa il 30% con il 15% di votanti: è meno del 5% degli aventi diritto. A livello nazionale lo scorso marzo presero meno del 20% con il 73% di votanti: era meno del 15% degli aventi diritto. Mi sembra che i numeri parlino chiaro.

Tornando alle domande di mic: io non credo affatto che la Lega improvvisi, secondo me la strategia comunicativa di Salvini ha chiaramente dietro Bannon, di cui abbiamo già parlato. D'altronde con questa strategia in meno di un anno sono passati dal 18% a sondaggi attorno al 33%. Perché l'M5S si sia esposto in questo modo non so: so che mi fa molto piacere, perché il loro attacco alla Francia è basato in parte su argomenti corretti, in parte su grande grossolaneria e mezze fake news. Però l'attacco ci fa comodo e se le sparano troppo grosse la cosa ricadrà sull'M5S, non la Lega. Meglio di così, cosa volete? Credo che siano con i nervi a pezzi perché i loro voti stanno scendendo e parrebbe che le proiezioni li vedrebbero al 20% per il prossimo maggio. Probabilmente cercano di scimmiottare l'atteggiamento spavaldo di Salvini senza riuscirci.

Anonimo ha detto...

"Macron non si capisce bene a nome di chi abbia firmato, visto che ha dietro di sé una minoranza del paese, e .."
Ipotesi : a nome degli amici degli amici di Benallah ?

Perché Benallah, l’amante (pardon, garde du corps) di Macron è andato in Chad? Perché USAVA due passaporti diplomatici, di cui uno per di più apparentemente falso, mesi dopo essere stato licenziato dall’Eliseo? Come mai disponeva del telefono portatile Teorem di Thales, fornito dallo Stato soltanto a personalità ai vertici della diplomazia? Che ha fatto in giro per il Chad, il Congo, Camerun, Israele in compagnia di non meglio precisati uomini d’affari turchi o mediorientali, e di un discutibile israeliano Philippe Hababou Solomon?

..e visti i protagonisti sembrerebbe che ..... gira e rigira siano piu' o meno sempre gli stessi attori .

Anonimo ha detto...

Oggi ad Aquisgrana Emmanuel Macron e Angela Merkel firmano un nuovo Trattato di cooperazione e di integrazione franco-tedesco. Con buona pace di tutti gli europeisti
( di Federico Ferrau', tratto da "Il Sussidario net" )

"E’ stato il grande assente dalle cronache politiche di questi giorni, ma è il fatto più rilevante nella politica europea dopo la Brexit e, “in qualche misura, ne è una conseguenza diretta” spiega Alessandro Mangia, ordinario di diritto costituzionale nell’Università Cattolica di Milano. Oggi ad Aquisgrana Emmanuel Macron e Angela Merkel firmeranno un nuovo Trattato di cooperazione e di integrazione franco-tedesco. Una firma che dovrebbe sollevare più di un interrogativo nel ceto “pensante” dell’europeismo nostrano: proprio nella città-simbolo dove si assegna il Premio Carlo Magno, Merkel e Macron, alla bisogna sovranisti veri, sottoscrivono un trattato politico-militare che “formalizza quell’idea di Europa core che finora aveva avuto cittadinanza solo a livello finanziario”. E gli altri paesi? O vassalli, o colonie da tenere in riga, meglio se più povere di prima. Fantasie? Basta leggere il testo.

“Quel che è certo – spiega Mangia – è che questo Trattato accelera il processo di disgregazione dell’Unione Europea. Il Regno Unito è stato, fino al 2016, il solo contraltare alla coppia franco-tedesca a livello politico e di occupazione degli spazi burocratici. Usciti di scena gli inglesi, che assieme a Italia, Spagna ed altri paesi potevano fare da contrappeso, gli equilibri di potenza in Europa sono saltati, il quadro è mutato, e lo spazio europeo si è improvvisamente contratto”.

E in che modo questo riequilibrio spiegherebbe l’operazione franco-tedesca?

Senza Gran Bretagna, l’Unione non ha capacità di proiezione esterna e il suo spazio di manovra sullo scenario mondiale, che nemmeno prima era granché, si è ulteriormente ristretto. Il Trattato è una manovra classica da arrocco: la mossa difensiva di due potenze diverse, ma entrambe in grande difficoltà fuori dallo scenario europeo.

A cominciare dagli Stati Uniti.

Certo. Di fronte alle pressioni americane e alle minacce di disimpegno degli Usa dalla Nato a meno che i paesi europei non incrementino l’acquisto di forniture militari americane nei prossimi anni, Francia e Germania se ne escono con questo Trattato che, almeno sulla carta, disegna una struttura di tipo quasi confederale, imperniata su organi e meccanismi stabili di collaborazione in tema di difesa, sicurezza interna, operazioni militari all’estero, industria militare, posti in Consiglio di Sicurezza Onu e concertazione sulle politiche europee.

A che cosa siamo di fronte?

A una struttura polifunzionale, destinata ad operare come patto di controllo all’interno dell’Unione in attesa che Trump se ne vada, oppure, se lo sfaldamento accelera dopo le elezioni europee, come possibile piano B, che riduca tutto a Germania, con baltici e Olanda al seguito, e Francia, con esercito, nucleare e colonie della zona franco Cfa (Colonie francesi d’Africa, poi Comunità finanziaria africana, ndr).

E le ripercussioni sull’Unione Europea?

E’ vero che i Trattati vanno giudicati più per la loro attuazione successiva che per il loro contenuto formale, ma è chiaro che, in un caso o nell’altro, l’Unione diventa qualcosa di obsoleto o, nel migliore dei casi, una struttura destinata ad essere funzionale, in chiave subordinata, ad un asse politico che ha pretese di egemonia continentale. Qui si va molto al di là di una classica cooperazione rafforzata. Si tocca la sfera militare, e dunque politica per eccellenza. In questo senso è qualcosa di nuovo e di diverso, che ricorda qualcosa della vecchia Comunità Europea di Difesa saltata negli anni 50 proprio per volontà francese. E’ evidente che questa è una Francia diversa.
./.

Anonimo ha detto...

Segue
Il Trattato celebra l’amicizia franco-tedesca e ne fa la chiave della pacificazione e della proiezione continentale: “l’amitié étroite entre la France et l’Allemagne a été déterminante et demeure un élément indispensable d’une Union européenne unie, efficace, souveraine et forte”. Non è la prova che la Ue favorisce la pace tra i popoli?

Che sia stata l’Unione Europea a favorire la pace in Europa è uno dei cavalli di battaglia della propaganda europeista degli ultimi anni. E che negli ultimi anni di crisi questo argomento sia stato speso a dimostrazione della irrinunciabilità dell’Unione a me, personalmente, è sempre sembrata, più che un’invocazione all’unità, una velata minaccia. In fondo equivale a dire che se mai si rompesse l’Unione si tornerebbe alla grande guerra civile europea che è cominciata nel 1914 e finita nel 1945. In realtà quella guerra civile è diventata impossibile non perché nel 1956 si è istituita la Cee, ma perché i paesi europei sono stati fatti confluire nel Comando integrato Nato. Mi spiega come sarebbe possibile occupare la Ruhr o tornare ad invadere la Polonia se si è tutti nel comando Nato? Questa è stata la vera garanzia di pace in Europa nel tempo, assieme, piaccia o non piaccia, all’ombrello nucleare americano.

Oggi c’è insofferenza in tutto il continente. Le scelte di Bruxelles sono contestate, se non dai governi, da partiti considerati “impresentabili” o anti-establishment che incrementano ad ogni tornata elettorale il loro consenso.

La verità è che a fomentare squilibri e conflitti all’interno dei paesi dell’Unione è stata la politica mercantilista tedesca, che non si è limitata ad operare all’interno del continente, ma ha cominciato ad infastidire gli stessi Usa. Se si pensa che la sola Germania ha un surplus sull’estero superiore a quello cinese, si capisce perché la proposta di Trump di livellare le spese militari al 2% dei paesi aderenti non fosse poi tanto peregrina, almeno dal suo punto di vista.

E’ stata presentata come un tentativo di rinforzare militarmente la Nato.

Invece, se ci pensa, era soprattutto un tentativo di riportare la bilancia dei pagamenti Usa-Ue su linee meno sfavorevoli agli americani. Del resto, al di fuori di armi e tecnologia militare, non è che gli Usa abbiano ormai molto da esportare in Europa. E infatti questo Trattato è un no chiaro e tondo alle richieste americane e si propone, non so con quale efficacia, di sviluppare un’industria militare e una forza di intervento esclusivamente franco-tedesca, che possa prendere il posto del fornitore americano. Che questo possa poi avvenire a breve avrei molti dubbi. Il mercato mondiale delle armi è soprattutto in mano ad americani e russi, che ne hanno fatto un volano economico. Andarlo a sfidare senza avere la capacità economica – e la volontà di spesa – di Usa e Russia è a dir poco velleitario. Eppure il segnale che si vuole lanciare è esattamente questo.
./.

Anonimo ha detto...

Segue/2
Veniamo al testo del Trattato. Quale tipo di cooperazione intendono instaurare Germania a Francia?

Il livello di cooperazione sulla carta è molto stretto. Si parla di un Consiglio franco-tedesco di difesa e sicurezza comune (art. 4); di un Consiglio dei ministri franco-tedesco (art. 23); di partecipazione su base regolare di membri del governo francese o tedesco ai Consigli ministri dell’altro Stato (art. 24); di forme di verifica periodica dell’avanzamento della collaborazione, e via dicendo. Ma ci sono anche dei passaggi meno generici: dopo i soliti impegni in materia di sicurezza esterna (difesa) e interna (ordine pubblico), all’art. 6 si parla di “unità comuni per operazioni di stabilizzazione in paesi terzi”. E si prevedono interventi tanto in Europa e in Africa: e cioè nelle zone del franco Cfa. E’ chiaro che se queste non restassero solo parole, ci si troverebbe di fronte ad un fatto politico piuttosto rilevante.

Può essere più esplicito?

E’ molto semplice: se ci si ferma a riflettere su cosa si intende per “sicurezza interna” si finisce per leggere “ordine pubblico”. E si capisce che qui si va oltre il Trattato di Velsen del 2004 che istituisce Eurogendfor come piattaforma di Gendarmeria Europea. Potenzialmente la base giuridica per interventi diretti delle rispettive polizie oltre confine qui ci sarebbe. Non so se rendo l’idea.

Qual è il vero progetto politico contenuto nel Trattato?

Mi sembra che ne contenga diversi. Al di là delle formule di rito, il Trattato in realtà fissa obiettivi nemmeno troppo generici in ambito militare e si prefigge di formalizzare, in questo ambito, quell’idea di Europa core che finora aveva avuto cittadinanza solo a livello finanziario. Sullo sfondo c’è l’idea di passare dalla sfera economico-commerciale alla sfera militare, e cioè politica per definizione. Non è casuale che sia stata scelta Aquisgrana come sede per la firma.

Il luogo simbolo del Sacro Romano Impero.

Appunto. Nella cattedrale è sepolto Carlo Magno che aveva unificato Franchi e Germani; è la città dove viene attribuito quel Premio Carlo Magno che, negli ambienti europeisti, ha un fortissimo valore simbolico. Quando si passa a curare i simboli ci si muove in una dimensione apertamente politica. Si ricorda le piramidi o le stelle a cinque punte di Macron? Siamo sempre lì.
./.

Anonimo ha detto...

Segue/3
Facciamo chiarezza sui firmatari. Che convenienza ha la Francia di Macron a fare questo patto e che convenienza ha la Germania della Merkel?

Questo è il punto cui volevo alludere prima, quando parlavo del problema dell’attuazione dei Trattati. Al momento ci si trova di fronte ad una cancelliera quasi dimissionaria in patria, che però ha delle mire sulla prossima Commissione. Dall’altra parte abbiamo un presidente come Macron che è riuscito nella non facile impresa di battere i livelli di impopolarità di Hollande, e che da dieci settimane si trova la città da cui dovrebbe governare messa a ferro e a fuoco nel weekend. E la cui unica strategia è lanciare le consultazioni con i sindaci e aspettare che i rivoltosi si stufino, nel più puro stile d’Ancien Régime. Sono due figure deboli in patria, deboli sullo scenario mondiale, che riescono ad imporsi solo nei confronti degli altri paesi dell’Unione.

E che sul breve periodo hanno ogni convenienza a sostenersi a vicenda.

Ma c’è anche dell’altro. In Germania si è consapevoli dell’obsolescenza e della debolezza della Bundeswehr, che soffre di sottofinanziamenti cronici. Non è che in Germania si risparmia solo sulle infrastrutture civili. Si è sempre risparmiato anche sulle spese militari, un po’ per ragioni di storia recente, un po’ perché si confidava nell’ombrello americano. Tant’è vero che dall’estate scorsa, dopo lo scontro con Trump, si è iniziato a parlare, sulla stampa tedesca, dell’opportunità di divenire una potenza nucleare, in barba ai trattati di non proliferazione del dopoguerra.

E qui, ci lasci indovinare, il partner ideale è la Francia.

Sì, perché la Germania è una potenza economica, ma un nano militare. La Francia di suo ha un’industria militare di qualche rilievo, storicamente sovralimentata dallo Stato; un esercito che, in modo molto francese, si definisce la “Quarta Armata” del mondo; ha capacità e tecnologia nucleare sia civile che militare. Ha qualcosa da vendere, insomma, che i tedeschi non hanno e non possono avere a breve. In cambio la Francia può ricevere accoglienza al vertice politico dell’Unione come “regina consorte” e vantare un rapporto privilegiato con il paese con il più grande surplus commerciale al mondo. Sembra uno scambio utile ad entrambi.

Sembra, lei dice. E invece?

Il fatto è che in quel Trattato ci sono cose che, agli occhi di un osservatore disincantato, sono oggettivamente divertenti, come ad esempio, l’impegno della Francia a favorire il riconoscimento della Germania come membro permanente del Consiglio di Sicurezza Onu. Perché anche di questo si è parlato di recente in Germania, oltre che di nucleare. Lei se le immagina le risate, non dico al Dipartimento di Stato, ma solo al Foreign Office inglese il giorno che la Francia proverà a tener fede a questo impegno preso con i tedeschi? Con quello che stanno facendo passare al Governo britannico sulla Brexit? Per non parlare di Russia e Cina, che non aspettano altro di avere la Germania seduta a quel tavolo a metter bocca sulle questioni internazionali. E’ chiaro che questo è un classico esempio di obbligazione inesigibile. E mi stupisce che sia stata messa nero su bianco e presentata come un successo della diplomazia dalla stampa tedesca. Vogliamo definirlo il solito ottimismo della volontà tedesco?

Anonimo ha detto...

Segue/4
Che ne è degli altri paesi e dell’Italia in particolare nel contesto di questo progetto di dominio?

Ecco, questa è la nota più dolente. Almeno a breve. E’ chiaro che un asse franco-tedesco, che costituisca una struttura intrecciata anche militarmente ha poco rilievo fuori dal continente, ma ha molto rilievo al suo interno, soprattutto per il competitor naturale di Francia e Germania, che è poi l’Italia. Lasciamo stare i discorsi sulle distanze che si sono allargate dal 2011 in poi. E’ chiaro che l’Italia è l’unico paese che, nonostante tutto, ha ancora una manifattura e un’industria militare capace di confrontarsi con Francia e Germania. E si capisce che l’allargarsi di queste distanze ha contribuito a sfasciare quegli assetti che si erano consolidati dal 1956 in poi. Ed è questo uno dei punti di crisi dell’Unione, al di là della questioni spread e migranti. Questo patto, se mai avrà un effetto, avrà effetto soprattutto nei confronti dell’Italia e della sua industria militare che è diretta concorrente dell’industria francese. Un mercato in cui la Germania è sostanzialmente assente, a parte quegli U-boot che è riuscita smerciare alla Grecia dopo il 2011.

Un esempio di politica anti-italiana?

La richiesta di intervento avanzata nelle settimane scorse da parte francese all’Antitrust europeo sulla questione STX-Fincantieri, guarda caso direttamente e immediatamente appoggiata dalla Germania. Una richiesta avanzata un anno dopo quell’accordo ambiguo che era stato concluso dal Governo Gentiloni che prevedeva la spartizione 50/50 delle quote più il prestito dell’1% da parte francese. Dove alla fine non si capiva chi acquisiva chi. Chissà perché la Germania adesso si è accodata. E’ chiaro che, in presenza di accordi e Trattati del genere, tutti i discorsi sul mercato e la concorrenza, che sono la vera sostanza del diritto dell’Unione, finiscono per mostrarsi per quello che sono.

E cioè? Ripetiamolo, per favore, visto che è sempre utile.

Purissime petizioni di principio, che servono soltanto a mascherare rapporti di forza e perseguimento di interessi nazionali. Come in fondo è normale che sia, nonostante i discorsetti sulla solidarietà europea e i pensierini di Capodanno".

Federico Ferraù

Anonimo ha detto...



Tante fanfare, tanta grandeur in arrivo.
Staremo a vedere. Mi sbaglierò, ma mi
sembra un piano velleitario.
Sembra che le forze armate tedesche siano
in condizioni penose, in tutti i sensi.
Non ci sono più tedeschi, devono arruolare
gli stranieri, la ginecocrazia dominante sta
imponendo l'estinzione dei popoli. Se
spendessero parte del loro enorme surplus
per rinnovare le forze armate, i tedeschi
farebbero bene. Intanto cacciassero le donne
(ah, ah!).
Quanti sono i musulmani, di varia etnia,
negli eserciti francese e tedesco? In quello
francese, non di leva, devono esser parecchi.
E quanti i tedesco-turchi?
Occhio alla storia: quando un popolo non ha
più reclute e deve affidarsi agli stranieri
per la difesa, la fine è vicina.
O.

Anonimo ha detto...


"OPerazioni comuni di stabilizzazione in Paesi terzi anche in Europa"

Che significa? Che unità franco-tedesche pensano di compiere "operazioni
di stabilizzazione" in Paesi europei? Con quale diritto? E
quali potrebbero essere questi Paesi?
Cosa si intende poi con "operazioni di stabilizzazione"? Credo
il termine si riferisca ad operazioni antiterrorismo o di
peace-keeping o di appoggio a governi che comunque chiedano
l'aiuto ai suddetti. E' un concetto nel quale si può far
rientrare di tutto, anche un domani la rioccupazione tedesca dell'Alto
Adige (per dire).

Francia e Germania si mettono a fare i poliziotti del Continente,
come facevano Austria e Russia ai tempi di Metternich? Solo che qui
l'ordine da restaurare o mantenere è il disordine dell'Europa
gaglioffa ginecocratica e promiscua, che ben conosciamo.
Ci sarebbero poi problemi di competenza con la NATO, credo.

La Francia "quarto esercito" del mondo? Voyons....
Questi si sono bevuti il cervello.

L'unica cosa positiva di questo Trattato è che
forse farà saltare per aria l'Unione.
Perché è chiaro che un binomio del genere,
per come si presenta, è incompatibile con l'Unione
europea. Può essere per noi un ottimo argomento
per cominciare a mettere in cantiere un piano di
sganciamento o comunque di modifica dell'Unione
p.e. non più unione ma elastica comunità, senza
moneta unica.
Si ritorna al punto di partenza.
O.

irina ha detto...

Baciamano, di norma posizione quasi sull'attenti, fatta eccezione della testa che si china in atto di rispetto, la mano di lei portata, lieve e rapida, da lui verso il suo volto sottintende il bacio; no, amplesso manuale.

Anonimo ha detto...

http://www.atlanticoquotidiano.it/quotidiano/ad-aquisgrana-prende-forma-leuropa-neocarolingia-ue-finzione-ambizioni-francesi-tedeschi/

Anonimo ha detto...

http://www.reggioreport.it/2019/01/camisasca/
Dialogo sul libro “Oltre la paura”: così il vescovo Camisasca e Romano Prodi “battezzano” lista e partito cattolico

L'affare comincia a prendere corpo, i fantasmi del passato, come veri e propri ectoplasmi, si materializzano

Anonimo ha detto...

Le due Aquisgrane

L'accordo di Aquisgrana (certamente la scelta non è casuale) tra Germania e Francia, non segna la morte dell'Unione Europea, come molti in queste ore affermano, ma esattamente il contrario: questo è l'estremo tentativo di salvare l'Unione Europea (basta leggere i principali scopi conclamati), compiuto da due capi di Stato di cui una è al tramonto e l'altro un fallimento totale, ma entrambi consapevoli di essere giunti a un nodo cruciale della storia di questo organismo, che rischia di finire - almeno moralmente - sepolto dal voto delle sue stesse popolazioni.
Ecco il senso dell'accordo. L'errore di valutazione risiede nel giudizio che ci si ostina a dare del senso ultimo della Unione Europea e nel confondere, spesso, un organismo politico con una civiltà e un ideale plurisecolare e ricolmo di quei valori oggi rinnegati in primis proprio dal medesimo organismo.
Il problema, quindi, non è tanto l'alleanza (o accordo, cambia poco, non cadiamo nel nominalismo) tra le due potenze che da sempre si dichiarano ideali "discendenti" di Carlo Magno (solo quando è utile, però...), quanto i contenuti ideologici che ispirano tale alleanza-accordo. Il problema, cioè, risiede nella volontà di distruzione di tutto quanto rimane della civiltà europea (fondata veramente da Carlo Magno), della cristianità, dei valori naturali, della ricchezza degli europei (e degli italiani in primis), della loro cultura tradizionale, perfino della loro stessa identità etnica.
Paradossalmente, questo accordo potrebbe essere una occasione in più di rivolta generale di tutte le popolazioni del continente, proprio a partire dalle elezioni di maggio.
Sarà così? Sarà così in Italia? Purtroppo, ne dubito.
Non per niente, anche qui stanno preparando le contromisure partitiche affinché questo non avvenga: CEI, sinistra, liberal-finanza, la nuova anti-trinità della dissoluzione. Guidate dal banchiere di turno, che certo non cura gli interessi degli europei veri ma ha il compito di portare a termine la dissoluzione della civiltà cristiana europea.
Speriamo ci sia la risposta adeguata dei popoli liberi e lavoriamo per questo.
Gli eredi veri di Carlo Magno non stanno in Germania o Francia, ma sono coloro che, ovunque in questo continente e nel mondo intero, hanno nel cuore e nella mente la civiltà di cui il grande imperatore fu emblematico fondatore. (Massimo Viglione)

Anonimo ha detto...

TORNIAMO SU AQUISGRANA.
Parlammo già del trattato appena reso pubblico con debito anticipo e ne nacque una lunga ed articolata discussione che è inutile replicare. Stamane mi sono fatto un giretto per vedere come la notizia è commentata (Repubblica, Corsera, Sole24Ore, Huffington Post ed altri, Faz, Bild, Spiegel, Le Monde, Le Figaro, The Guardian, FT ed altri).

Generalmente negativi i giudizi in Italia, contrastati in Francia, neutri quindi positivi in Germania, negativi in UK a meno -come il Guardian- di non usare la notizia contro la Brexit, ovvero per polemica interna. Negativi o positivi con sfumature diverse in USA se usati contro l’isolazionismo di Trump o reviviscenti la sensibilità geopolitica anti-tedesca, negativi in Russia (Macron è attenzionato speciale dalle varie piattaforme RT, ultimamente). Suppongo moderatamente tra l’indifferente ed il moderatamente positivo in Cina, per loro è benvenuta semplificazione e dato il rapporto diretto con la Germania, utilizzo di questa per normare la Francia altrimenti contropelo. Molto positivi da Juncker, credo anche a nome dei satelliti Be-Ne-Lux. Piuttosto negativi e delusi da parte di tutti gli altri EU anche se magari non apertamente espressi.

Tolta l’Italia che fa storia a sé, i giudizi critici convergono su: molto fumo poco arrosto, due leader deboli non possono che firmare patti più formali che sostanziali, si rompe l’afflato unionista comunitario e si stabilisce un primato di interesse a due. In Francia contropelo destra e sinistra, in Germania solo la destra. I singoli punti di vista orientati dall’interesse geopolitico ve li potete facilmente immaginare. Che dire?

1) I due leader sono deboli, è vero, ma il trattato fa parte di una storia lunga, storia che ci ha portato l’attuale UE e l’euro che non è chiacchiera ma arrosto concreto. Staccandoci dalla contingenza e dai contingenti interpreti, il sistema binario FRA-GER ha sue ragioni d’essere oggettive, geo-storiche. Tale sistema obbligato non può esser neutro, o è competitivo o è cooperativo. Per un secolo e mezzo competitivo, dal dopoguerra lo si è interpretato cooperativo, il trattato si limita a confermare e rilanciare. Questa ultima parte di storia, nata più per sanare le frizioni storiche quindi per logica interna, oggi fa i conti con la logica esterna, rapporti geopolitici sul tavolo mondo, smuovere le nebbie appiccicose del processo unionista con troppi soggetti e troppe impossibili mediazioni. Prima si mettono d’accordo in due poi chi ci sta, ci sta, senza dover mediare a tre, sette, ventuno, aritmetica che rende progressivamente impossibile ogni accordo complesso. Se non ci sta nessuno tanto meglio, tanto poi quando ti ritroverai un sistema di 150 milioni di persone col terzo Pil al mondo nel cuore d’Europa, le cose si aggiusteranno da sole.

2) Giudizio prevenuto quello sul molto fumo e poco arrosto. Ci sono 15 accordi-progetto d’accompagno almeno tra quelli resi noti, ce ne saranno anche di non resi noti o non ancora chiusi ai tavoli segreti delle trattative, ma arriveranno. Ci sono accordi come quello sul bilinguismo dell’Alsazia-Lorena o il piccolo parlamento consultivo con deputati dei due paesi o lo scambio di osservatore nei due Consiglio dei Ministri che non mi paiono affatto insignificanti. Non è affatto semplice far convergere nei fatti concreti due grandi paesi, ma è da tempo che ci stanno provando e continueranno a provarci. I due hanno sottolineato che è questa la più avanzata forma storica di stretta cooperazione tra due paesi si sia mai realizzata al mondo, credo abbiano ragione, non la sottovaluterei per tigna o per prevenuta antipatia o contrario interesse. Perdere di realismo è sempre un cattivo affare nei processi storico-politici. ./.

Anonimo ha detto...

Segue/2
3) L’aspetto più chiaro epperò più rimosso ed oggetto di surreali commenti dei partecipanti alla nevrotica simulazione -stiamo costruendo il grande sogno europeo-, spiazzati ed irritati, è proprio il rendersi palese ciò che già lo era per chi aveva occhi per vedere e favella libera: non c’è alcun sogno europeo. C’è sempre e solo stato il trattato di pace franco-tedesco-(benelux) che dalla CECA a Roma, dal trattato dell’Eliseo a Maastricht e l’euro pagato con assenso francese alla riunificazione tedesca ed assenso tedesco a legarsi via moneta però fatta secondo i principi irrinunciabili della Carta Costituzionale (Legge fondamentale -Grundgesetz- tedesca del ’49), ha trainato il processo con sembianze comunitarie -quindi democratiche- e sostanza oligarchica duopolistica. Uscita l’UK, Italia auto-esclusasi, non c’è più da far finta di niente, la coppia fa outing.

Funzionerà? Ripeto, tolta la situazione delle variabili contingenti, la cosa ha senso. Da una parte, dall’altra non si può non notare l’asimmetria del sistema che, come ogni sistema binario, ha una massa maggiore (la Germania) ed una minore (la Francia). La minore però, se passiamo dalle stelle alle nazioni, non ha meno orgoglio e storia, presunzione ed aspirazione della maggiore. Da vedere quindi quali prezzi di sottomissione dovrà pagare per ottenere riconoscimento e quanto la Germania e non la Merkel, sarà in futuro in grado di gestire la relazione in modo equilibrato. Ci sono forti pressioni esterne su i due, che li consigliano di fare sforzi per appianare le divergenze interne e questa è la regola storica per formare nuove forme politiche, la stessa regola che fece nascere a suo tempo due tra i primi stati europei nel XV secolo: la Francia e l’Inghilterra. L’esito è da calcolare nell’equazione tra forte pressione esterna a favore contro molte resistenze e contraddizioni interne. Calcolo impredicibile, al momento.

L’Italia? A mio avviso, dovrebbe -o meglio, avrebbe dovuto già da tempo-, fornire una alternativa alla Francia che è l’anello più debole del processo storico che dopo settanta anni giunge ad Aquisgrana (Aix-la-Chapelle-Aachen, anche la linguistica mostra la difficoltà di unire tradizioni così diverse). Ma lasciamo perdere, finiremmo con ripetere cose qui già note. Meglio divertirci stile Processo del lunedì a commentare con “alleiamoci coi britannici!”, “no con Trump!”, “no con Putin!”, “stiamo alla finestra tanto non vanno da nessuna parte!”, “meglio soli che male accompagnati!”, “vengo anch’io? No tu no!” ovvero rilanciamo gli Stati Uniti d’Europa!. L'importante è non rispondere alla domanda: ma noi, tra trenta anni, in quale condizione-mondo saremo?

[L’immagine è -pare- della famosa “partita di Natale” del 1914, sebbene ai tempi ci fossero anche inglesi, giocata tra le due opposte trincee in Belgio]
Pierluigi Fagan su Fb

irina ha detto...

https://www.riscossacristiana.it/la-maturita-del-futuro-arriva-da-un-inquietante-passato-di-elisabetta-frezza/

La maturità del futuro? Arriva da un inquietante passato – di Elisabetta Frezza

Japhet ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/il-nuovo-trattato-franco-tedesco-sara-firmato-il-22-gennaio-lasservimento-dellitalia/

Anonimo ha detto...

Quando la Grecia mise a repentaglio i crediti bancari francesi e tedeschi, fu imposto il "salvataggio" della Grecia, che era in realtà il salvataggio delle banche franco-tedesche.
L'Italia pagò salatamente la propria quota di "solidarietà europea". Lasciamo stare in che condizioni sia stata messa la Grecia e quanta giustizia vi fosse nei criteri applicati. Guardiamo piuttosto ai mostri costituiti oggi da Deutsche Bank e da Banque National de Paris.
Dovessero iniziare ad imbarcare acqua i due Titani(c), l'esse o esse potrebbe non essere captato con prontezza dagli aiutanti e tutto ciò che non avverrebbe spontaneamente impone a chi potrebbe averne bisogno di cautelarsi dandosi la forza per chiederlo in modo convincente.

Anonimo ha detto...


Si viene a sapere qualche particolare del Trattato francotedesco - l'Italia non la vogliono,
è normale - la confusione aumenta

La concessione del bilinguismo in Alsazia e Lorena, con relativa rappresentanza parlamentare delle due regioni, mi sembra un cedimento significativo da parte dei francesi. Così facendo reintroducono l'elemento tedesco al di qua del Reno, in Francia, dandogli riconoscimento giuridico. La riconquista dell'Alsazia e della Lorena da parte della Francia fu una delle cause indirette ma potenti della Prima Guerra Mondiale. Appartengono alla Francia, si capisce, ma questi riconoscimenti, del tutto contrari alla tradizione "centralistica" francese, prima monarchica e poi repubblicana, potrebbero creare problemi in avvenire.
Il binomio franco-tedesco che si rafforza (o rafforza solo la Germania?), creando una sorta di autonomia in Alsazia e Lorena, potrà accentuare le tendenze "revansciste" in Austria ai nostri danni, in Alto Adige, verso il quale l'attuale governo di Vienna ha già impostato una politica aggressiva, di secessione ai nostri danni in lungo periodo.
Ritorna il fantasma sinistro del pangermanesimo, favorito dalla frammentazione regionale cara all'Unione Europea? Frammentazione che tuttavia favorisce chi sappia approffittarne a vantaggio suo, ovvero gli Stati più forti, capace di espandersi a danno dei più deboli?

Circa l'Italia, in rapporto a questo Trattato, per quanto se ne sa, non ci considerano e non si vede perché avrebbero dovuto considerarci. L'Italia, in genere, è sempre stata vista come non entità a livello internazionale. Prima dello Stato Unitario non esisteva in sé, era pascolo per le politiche delle Grandi Potenze europee. Dopo, essendo nata contro i desideri di tutte le grandi potenze, per una combinazione di elementi fortuiti che la favorirono (dal punto di vista della politica internazionale), è stata sempre vista come un fastidio, un elemento di disturbo da tener lontano o da utilizzare come ultma ruota del carro, sfruttandone le trradizionali debolezze, di origine plurisecolare.
In ogni caso, noi dobbiamo restare calmi. Sul piano militare, stiamo attaccati alla NATO, non abbiamo scelta, siamo inseriti nel sistema imperiale americano. Non è chiaro quali siano i compiti di questa collaborazione militare franco-tedesca. Concentriamoci nella NATO, cercando intanto di migliorare la situazione delle nostre FFAA, poco brillante. Ma soprattutto dobbiamo contare su noi stessi, rimettere le cose a posto in patria.

La situazione europea sembra diventare sempre più fluida, in senso non buono, nel senso di una confusione che sta aumentando, rischiando di finire fuori controllo. La Brexit sta creando il caos in Gran Bretagna e in Irlanda per esempio. Mancando un accordo, si dovrebbero stabilire confini normali, con le dogane, cosa che, si prevede, creerebbe enormi ingorghi, dal punto di vista economico-commerciale e non solo. IL panico sta cominciando a montare in GB e in Irlanda, la gente sta accumulando scorte e già non si trovano certi mecidinali. Il nazionalismo irlandese, approfittando della situazione, vuole chiedere un referendum nello Ulster per l'unificazione con l'Irlanda, cosa che non facilita certamente i rapporti con Londra.
Il Trattato francotedesco sembra far aumentare la confusione.
Policratico

irina ha detto...

Forse solo dieci anni fa lessi un piccolo libro di Milton Friedman che descriveva semplicemente tutte le caratteristiche di una società liberista compiuta; lo lessi con piacere, in pochissimo tempo, lo chiusi entusiasta ma, non l'avevo ancora riposto nello scaffale che ebbi questo pensiero: "Però, una società così ha bisogno, per poter attuarsi, di un alto livello morale diffuso."

Ho letto tutti gli interventi, di morale comune oggi noi abbiamo solo il vuoto politicamente corretto, i regolamenti xy del trattato yz che ci vengono presentati come irriformabili e dai quali non è possibile affrancarsi, insomma FINZIONI passate come dogmi divini. Personalmente un'Europa così non mi interessa pur con tutti gli euri, gli eserciti, i commerci e via elencando. Ringrazio tutti sentitamente, per me è no, un'Europa che non ha trovato di meglio che spezzare i reni alla Grecia, e usare tutti i risvolti a piè di pagina, 'La Legge', per incastrare il UK e tanto ancora, non mi interessa. E taccio sul commercio di esseri umani fatti transitare forzosamente per il Mediterraneo.

L'unica che avrebbe potuto essere stata sale e lievito dell'Europa sarebbe stata la Chiesa Cattolica. Ora defunta. Abbiamo una supplenza mascherata che come sale e lievito può solo che essere calpestata e gettata. Con il diavolame predicato, insegnato, agito da questa mistificatrice noi e tutti gli europei non andiamo da nessuna parte se non a fondo nella Fossa delle Marianne.

Quindi se vogliamo quell'Europa che sognammo da giovani, ed io( già raccontato) stessa, ragazzina, firmai per quell'Europa, su un banchetto a piazza Ungheria, a Roma, se vogliamo quella Europa di popoli fratelli, noi dobbiamo fare le pulizie pasquali in Vaticano, da capo a piedi. Altrimenti son chiacchiere, a mulinello, in vortice, in gorgo, e come tutte le masturbazioni, in un modo o nell'altro, finiranno in tragedia.

Quindi nella mia scaletta: Punto Primo: curare la Cattolica da tutte le contaminazioni. Se lo spirito è corrotto non potrà che instaurarsi un Diavolame peggiore di quello in cui viviamo oggi, qualunque siano 'le pensate' di leggi,leggine, codicilli, regolamenti.

Una religione finta, per un'unione finta, per me vale meno di zero virgola zero.

Anonimo ha detto...

"Il recente accordo tra Francia e Germania mette a rischio gli intenti e il benessere di tutti, in favore di una super-nazione nel cuore del continente”.

Bettino Craxi, 1 giugno 1984

mic ha detto...

Asse Parigi-Berlino: cos'è il Trattato di Aquisgrana. Che la Lega contesta

Non piace alle destra francese, che denuncia il tentativo tedesco di mettere le mani sul seggio permanente di Parigi al Consiglio di sicurezza dell'Onu. Non piace alla sinistra tedesca, per la carenza di “obiettivi concreti di attuazione”, soprattutto per quel che riguarda i passi avanti sull'integrazione europea. E non piace anche a diverse forze politiche europee, come la Lega, secondo cui sarebbe un tentativo franco-tedesco di egemonizzare l'Ue. Stiamo parlando del Trattato di Aquisgrana, l'intesa firmata oggi da Emmanuel Macron e Angela Merkel, che sulla scorta del precedente Trattato dell'Eliseo del 1963, mira a rilanciare la cooperazione tra Francia e Germania. Ecco cosa prevede.“
...
http://europa.today.it/attualita/trattato-aquisgrana-macron-merkel.html

Pessimista . ha detto...

"Gli altri stati membri nemmeno esistono: Italia, Spagna, Grecia,. Portogallo, non sono invitato nei "consigli franco-tedeschi" e si intende che dovranno semplicemente obbedire alle decisioni che ne usciranno.
Apparentemente sembra un progetto perdente: la UE cade a pezzi, la Brexit, la Francia in insurrezione, il gruppo di Visegrad, gli economisti di Berlino che parlano di una uscita dall’euro...
Ma non è affatto detto che non basti (e avanzi) per inserire l'Italia come terra subalterna e paese di spoliazione nel Progetto di metamorfosi dell'UE ..."
https://it.sputniknews.com/punti_di_vista/201901207135133-nuovo-trattato-francia-germania-reazione-italia/

Sono sicura che l'occhio lùbrico (in questo caso i 4 occhi) per attuare il suo piano fa subdolo affidamento sull'Italia parsimoniosa, sobria , frugale, previdente , avveduta , oculata , in altre parole : sui risparmi degli italiani .

Anonimo ha detto...

P.S.
https://it.sputniknews.com/punti_di_vista/201901207135133-nuovo-trattato-francia-germania-reazione-italia/

Japhet ha detto...

ROMA - «Siamo europei, rimarremo europei, ma non siamo fessi: siamo l'Italia. Noi non abbandoniamo nessuno: gli alleati storici potranno continuare a essere i francesi e i tedeschi, ma potrà non essere Macron il nostro interlocutore: ha una popolarità sotto il 20%. Mi auguro che i francesi potranno fare altre scelte da qui a breve: cambieranno tanti equilibri in Europa, il Parlamento europeo e i commissari». Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini su Radio 1, commentando il trattato di Aquisgrana firmato ieri da Francia e Germania.

Japhet ha detto...

Il link, c'è anche altro
https://www.diariodelweb.it/politica/articolo/?nid=20190123-536794

Anonimo ha detto...

Due cose al volo:
1 L'Italia è e sempre sarà un'espressione geografica Metternich disse per omnia saecula saeculorum.

2 Carlo Magno unificò l'Europa e la rese Cristiana, ma ad un prezzo salatissimo, massacrando i Sassoni che non volevano accettare la religione imposta colle armi e se la legarono al dito, ci volle tempo, ma Lutero era Sassone e sappiamo tutti cosa fece. La Cattolica(?) chiesa da un pezzo conta come le 'chiese' episcopaliane protestanti, nulla.

Anonimo ha detto...

L’asse Washington-Roma-Mosca può fermare il dominio franco-tedesco sull’Europa
Non è più quindi semplicemente un ordinario asse di politica estera, quanto un vero e proprio patto di ferro che si impone pericolosamente sull’UE, e che mette gli altri 25 Stati membri dell’Unione in una condizione di esclusione dalle decisioni assunte da Francia e Germania.

In modo particolare, appare evidente che l’obbiettivo del patto è quello nemmeno troppo velato di andare a colpire i cosiddetti governi populisti rappresentati dall’asse di Visegrad affiancato dal sostegno del governo giallo-verde.

https://lacrunadellago.net/2019/01/23/lasse-washington-roma-mosca-puo-fermare-il-dominio-franco-tedesco-sulleuropa/

irina ha detto...

https://lacrunadellago.net/2019/01/23/lasse-washington-roma-mosca-puo-fermare-il-dominio-franco-tedesco-sulleuropa/

"... l’ipotesi che la Francia possa mettere a disposizione il suo seggio presso il consiglio ONU a favore della Germania, in quella che rappresenterebbe una inedita condivisione dei posti privilegiati nella stanza dei bottoni del palazzo di vetro..."

Questa iniziativa, a mio avviso, discende dall'iniziativa del papato allargato. Ha fatto scuola.

Anonimo ha detto...


L'Asse Washington-Roma-Mosca?

Parlare di "Asse" fa venire in mente tristi ricordi.
Tocchiamo ferro. Roma può al massimo essere una
pedina che le due superpotenze potranno muovere
secondo convenienza, se si metteranno d'accordo.
Al momento, tanto accordo tra di loro non sembra
esserci.
L'Italia resta inquadrata nel sistema "imperiale"
americano, stabilito con la vittoria nella II gm.
Camp Darby, vicino a Pisa, è una base che gli americani
occupano dal 1944, per diritto di conquista, a quanto
sembra. Ciò non toglie che l'Italia possa riuscire
a crearsi uno spazio di manovra, anche se limitato,
per tutelare il suo buon diritto. Come nella questione
dei migranti (a questo punto, dopo l'uscita tedesca,
l'infausta missione Sophia dobbiamo cancellarla e
tutte le navi a casa propria) o nell'opera di
mediazione per evitare scontri frontali tra le
Superpotenze (come evitare ulteriori sanzioni a
Mosca, p.e.)o nella legittima ricerca di sbocchi
politico-economici autonomi.
Tornando al patto francotedesco, sembra velleitaria
l'idea di far entrare la Germania nel Consiglio di
Sicurezza come membro permanente. Occorre il voto
di tutti e quattro gli altri membri, se non erro, e
non si vede come lo possano dare.
Per imporre poi una svolta politica all'Europa e
contribuire a un nuovo ordine mondiale (!) occorre
avere una forza militare che i francotedeschi non
hanno. La Francia ha la bomba atomica ma ciò non
basta, le forze armate francesi saranno forse migliori
di quelle tedesche attuali, ma sono afflitte da
problemi simili, i problemi di tutte le forze
armate europee, probabilmente mai state ad un
livello così basso.

irina ha detto...

"... La Cattolica(?) chiesa da un pezzo conta come le 'chiese' episcopaliane protestanti, nulla."

1) Non è questione di conto e di grandezza. E' questione di Verità. la cattolica non conta più nulla perché NON è nella Verità.

2) Qui lo ripeto: un'impresa così grande e per tanti versi magnifica, come quella dei popoli europei uniti, non può aver vita ed essere feconda se non è fondata sulla roccia, Gesù Cristo.

3) Se la chiesa non si fosse dedicata anima e corpo alla pratica e all'insegnamento del Kamasutra ma, avesse continuato a portare, in Europa, la Buona Novella di generazione in generazione, oggi forse i Sassoni sarebbero felicemente Cattolici.

Comunque questo, sono CERTA, non è un punto secondario, di folklore, è il PRIMO. Se non si lavora su questo...buonasera.

Anonimo ha detto...


"L'Italia è e sempre sarà un'espressione geografica..."

Lo è stata per secoli. Ma poi, visto che è appena passato il centenario, bisogna ricordare che l'espressione geografica ha partecipato alla I gm dando un contributo determinante alla vittoria dell'Intesa.
La cosa non viene ammessa ancor oggi, per malafede all'estero e disfattismo pacifista all'interno, però è così. La storiografia tedesca più recente sulla I gm sostiene adesso che, senza la partecipazione dell'Italia dall'altra parte, gli IMperi Centrali avrebbero vinto o comunque non avrebbero perso, avrebbero "pareggiato".
Non viene ammessa, e si propagano bugie come quella che la nostra partecipazione alla Grande Guerra sarebbe finita con la disfatta di Caporetto, che avrebbe distrutto del tutto il Regio Esercito. Sarebbero stati gli Alleati a fermare gli austro-tedeschi al Piave e sul Grappa. Balle colossali, che piace diffondere anche ai cattolici, oggi rincitrulliti dal pacifismo e dall'irenismo marca vaticano II nonché da altri agenti tossici.
Noi, a Caporetto, perdemmo l'ala sinistra della II Armata, che si polverizzò. Ma i resti di quell'armata (della sua prima linea) si ritirarono combattendo, rallentando il nemico quel tanto sufficiente da permettere al rimanente dell'esercito di ritirarsi con ordine dall'Isonzo e dal Cadore, anche senza gran parte dell'armamento pesante.
Sulla "linea del Grappa e del Piave", dal 10 al 26 Novembre fermammo da soli in durissimi combattimenti il nemico. Le 11 divisioni francobritanniche accorse costituivano la (indispensabile) riserva strategica, quella che era mancata a Caporetto. Entrarono in linea il 4 dicembre, a fronte stabilizzato. La Relazione Ufficiale Austriaca registrò il fatto di un esercito "presunto in dissoluzione" (il nostro) che era risorto dopo sole due settimane, "mostrandosi determinato a non considerare chiusa la partita". Questi i fatti.

Nel giugno del 18 l'imperatore CArlo si piegò alle richieste tedesche di effettuare una grande offensiva per vincere la guerra in Italia. Questa fu l'ultima battaglia della vecchia Austria, come ha detto qualcuno, contro gli odiati italiani, il loro "nemico ancestrale", pr usare i termini impiegati dallo stesso Carlo. Una follia. Invece di aprire pubblici e urgenti negoziati con l'Intesa per una pace di compromesso, l'Asburgo, convinto nella sua superbia di travolgerci, andò incontro ad uno scacco definitivo, poiché il fronte italiano tenne benissimo e in quell'insuccesso, l'esercito i.r. sprecò vanamente le ultime risorse, iniziando un declino che si sarebbe concluso a Vittorio Veneto, dove ricevette il colpo di grazia, in una battaglia che comunque durò cinque giorni.
Policratico

Anonimo ha detto...

Maurizio Belpietro per La Verità:

Francia e Germania si fanno gli affari loro e li chiamano Europa. Sì, i due Paesi ormai non stanno neanche più a fare la fatica di nascondere il patto che li lega. Se prima, da amanti clandestini, si spalleggiavano senza darlo troppo a vedere, spartendosi i posti che contano in Europa e prendendo le decisioni a seconda dei rispettivi interessi, adesso hanno celebrato il matrimonio ufficiale. Uno sposalizio che ovviamente ha lasciato fuori dalla porta tutti gli altri, Italia compresa.

Altro che Europa a due velocità o Europa di serie A e di serie B. Ormai siamo all'ufficializzazione del fatto che l'Europa è a guida francotedesca e tutti gli altri Paesi seguono a ruota ciò che è stato deciso a Parigi o a Berlino. Il che - diciamoci la verità - potrebbe persino essere accettabile se le cose funzionassero a meraviglia per tutti.

Cioè se, appaltando le decisioni alla coppia Macron-Merkel, anche gli altri Paesi ne traessero vantaggio. Per quanto ci consta, infatti, se l'economia andasse a gonfie vele, la disoccupazione fosse al minimo e l'immigrazione rimanesse sotto controllo, potremmo addirittura rallegrarci che le decisioni siano prese da francesi e tedeschi al posto nostro. In fondo sarebbe un modo per farci levare le castagne dal fuoco dagli altri.

O per lo meno per provarci. Peccato, però, che l'asse Parigi-Berlino arrivi quando i due partner si dimostrano pieni di acciacchi e tutti e due zoppicanti. In Francia traballa Macron dietro la spinta del gilet gialli, dello scandalo Benalla e, soprattutto, dell' inefficacia dei provvedimenti economici voluti dal presidente-banchiere. Il debito pubblico è pari al nostro, anche se in rapporto al Pil risulta più basso.

E però, con un deficit sopra il 3 per cento (che ovviamente ai nostri cugini non viene contestato, a differenza di quanto capita a noi) è inevitabile che i conti peggiorino. Anche la cancelliera di ferro sembra un po' arrugginita. Angela Merkel ormai è arrivata a fine corsa, prova ne sia che ha dovuto cedere lo scettro del suo partito, annunciando che questo è il suo ultimo mandato alla guida del governo tedesco. La parabola discendente, però, non riguarda solo la donna che ha dominato l' Europa negli ultimi 15 anni, ma anche la Germania, che da locomotrice del continente si è trasformata in un vagone con il freno a mano tirato.
Costi dell' energia alti, un sistema di welfare messo a dura prova, salari ridotti al minimo, immigrazione che comincia a dare problemi anche per via del terrorismo. Risultato: per i tedeschi la vita all' orizzonte appare un po' meno rosea. Per dirla in poche parole, sono finiti i tempi in cui Nicolas Sarkozy e Angela Merkel si davano di gomito, come Stanlio (il francese) e Ollio (la tedesca). All' epoca, quando al governo c'era Silvio Berlusconi, i due si comportavano da compari, prendendo per i fondelli l'Italia. Ma adesso che rischia di toccare il fondo, la coppia scoppiata Francia-Germania prova a sostenersi a vicenda, sottoscrivendo una specie di patto di mutuo soccorso.
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Anonimo ha detto...

Segue
Ad Aquisgrana, Macron e Merkel hanno deciso di dar vita a un asse che prevede un reciproco vantaggio. Tanto per cominciare, si spartiranno un seggio all' Onu, quasi che l'importante sgabello sia un affare privato fra loro. Una poltrona di scambio che la Francia si era conquistata come Paese vincitore della Seconda guerra mondiale e che ora mette a disposizione delle terga della rappresentante di un Paese che quel conflitto non solo perse, ma scatenò. Il patto della seggiola prevede anche un' intesa su una serie di temi come la sicurezza, la formazione professionale, l'università e pure l' industria.

Dunque, su tutto ciò che conta. Politica estera, politica economica, politica migratoria, ogni cosa passerà prima al vaglio di Parigi e Berlino e poi sarà trasmessa agli altri partner europei perché ne prendano atto, possibilmente senza troppe discussioni.

Ovviamente, dietro a ciò ci sono interessi precisi nel settore degli armamenti, in quello della cantieristica e della tecnologia. Perché, come si sa, i francesi sono molto attenti ai principi. Liberté, egalité e fraternité sono nel loro dna, ma anche dané, soprattutto se all' Eliseo ci sta chi di mestiere lavorava per Rothschild.

Detto questo, perfino uno come Romano Prodi comincia ad accorgersi della fregatura. Qualche tempo fa se n'è uscito con una confessione in cui si diceva convinto che Francia e Germania si stessero per spartire l'Europa. «La prima si è presa il monopolio della politica estera, la seconda quella economica». Secondo l'ex presidente Ue, così «invece di avere un' Europa con un motore a due pistoni, abbiamo due motori con un pistone ciascuno». Visto ciò che sta accadendo non gli si può dare torto. Anche perché in mezzo ai due pistoni ci sono tanti pistola che si ostinano a non capire che l' Ue si è trasformata in un comitato d' interessi. I loro.

Anonimo ha detto...

Ultimissime

La Germania non lascia Sophia, non sostituisce al momento la Augsburg con la Berlin, ma resta a pattugliare insieme alle altre due navi, italiana e spagnola, l'ONU ci spedisce gli ispettori per 6 giorni per visitare i centri raccolta profughi, verificare il trattamento e il livello di xenofobia del popolo italiano, tradotto, per quanto conti nulla, mediaticamente ONU fa gran cassa, Zingaretti toglie 1.200.mln dal bilancio della regione Lazio per tenere aperti gli SPRAR, pensasse alle buche delle strade sarebbe meglio,l'ultima fa proprio schifo, i francescani di Assisi twittano sullo sgombero lecito e sacrosanto del centro immigrati a Roma 'Perdona loro perché non sanno quello che fanno' da che pulpito......per loro niente kommissari, vero?

Anonimo ha detto...

Gli “esperti” dicono che le 15 ex colonie francesi abbiano liberamente scelto di aderire al Franco CFA perché ne traggono vantaggio e, soprattutto, che possano uscirne in qualsiasi momento.

Eppure...
- 1963: Sylvanus Olympio, primo presidente eletto del Togo, si rifiutò di sottoscrivere il patto monetario con la Francia. Il 10 gennaio 1963 ordinò di iniziare a stampare una moneta nazionale e tre giorni dopo fu rovesciato e assassinato in un golpe condotto da ex militari dell'esercito coloniale francese.
- 1968: Modioba Keita, primo presidente della repubblica del Mali, annunciò l’uscita dal franco coloniale CFA denunciandolo come trappola economica per il suo Paese, rimase vittima di un colpo di Stato, guidato anche qui da un ex legionario francese.
- 1987: l'eroe panafricanista Thomas Sankara, primo presidente del Burkina Faso indipendente, venne ucciso in un golpe sostenuto dalla Francia dopo aver proclamato la necessità di liberarsi dal gioco neocoloniale del franco CFA.
- 2011: il presidente della Costa d'Avorio, Laurent Gbagbo, propose di salvare l'economia del Paese abbandonando il franco FCA in favore del Mir, Moneta ivoriana di resistenza: pochi mesi dopo la Francia bombardò il palazzo presidenziale e le forze speciali francesi fecero prigioniero Gbagbo.
- 2011: Muhammar Gheddafi progettava di rimpiazzare il franco CFA con una nuova valuta pan-africana basata sul dinaro libico e sostenuta dalle ingenti riserve auree di Tripoli. La Libia viene bombardata dalla Francia e Gheddafi ucciso. Una e-mail del 2 aprile 2011 ricevuta dall'allora segretario di Stato americano Hillary Clinton da un suo stretto collaboratore (https://wikileaks.org/clinton-emails/emailid/6528) spiegava che questa era la motivazione principale dell’attacco militare francese.

Ma basta!!!! ha detto...

Avvenire:
In volo verso Panama. Il Papa: i muri per fermare migranti? «La paura ci rende pazzi»

irina ha detto...

".... perfino uno come Romano Prodi comincia ad accorgersi della fregatura..."

Anche Monti ed altri cominciano a fare autocritica. A mettere le mani avanti. Sentono che il vento è cambiato.Si stanno vestendo con la nuova pelle.

Anonimo ha detto...

Secondo Tempi
L’accordo di Aquisgrana tra Merkel e Macron è una photo-opportunity

Su, adesso non esageriamo: il trattato di cooperazione franco-tedesco di Aquisgrana non è il certificato di morte dell’Unione Europea. Anzitutto perché l’Unione Europea non è mai nata, e chi non è nato non può morire. E poi perché gli impegni programmatici contenuti nell’accordo non valgono la carta su cui sono scritti, tranne quello che prefigura calci negli stinchi all’industria militare italiana. Ma veramente voi ce la vedete Parigi spendersi per un seggio permanente tedesco nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu, quando non più tardi del novembre scorso il ministro delle Finanze tedesco Olaf Scholz aveva auspicato che la Francia cedesse il suo seggio permanente a un rappresentante della Ue? La verità è che la firma del trattato è puramente a uso di politica interna per Macron e Merkel, due leader indeboliti che avevano bisogno di una photo-opportunity per recuperare un po’ di immagine e possibilmente un po’ di consensi in patria. Recitare la parte della coppia inossidabile in pubblico quando nella realtà il rapporto è logorato è la classica strategia di tutti quei ménages i cui componenti hanno bisogno di una facciata pubblica di rispettabilità per poter meglio perseguire i loro separati interessi individuali. Sempre tale genere di coppie trova qualcuno disposto a fare da testimone interessato alla cerimonia di rinnovo delle promesse matrimoniali: a certificare che la cooperazione franco-tedesca si rafforza nell’interesse dell’integrazione europea era presente Jean-Claude Juncker, che ha non tanto metaforicamente baciato sia la sposa che lo sposo e ripetuto la classica balla che l’amicizia franco-tedesca è garanzia di pace in Europa. Nella realtà, fuori dagli slogan, la garanzia di pace in Europa è assicurata dal fatto che la Germania non ha alcuna intenzione di fare la guerra ai francesi o ad altri europei dopo avere perso le due ultime guerre ed essersi ritrovata con forze armate inferiori per mezzi a quelle di Francia, Regno Unito e Russia, che la Francia non ha alcun territorio irredento da recuperare all’interno dei confini tedeschi e soprattutto che 27 paesi europei fanno parte della Nato, l’alleanza militare fra gli Stati Uniti e l’Europa concepita, come ammise il suo primo segretario, il britannico Lord Hastings Ismay, per «tenere gli americani dentro, i russi fuori e i tedeschi sotto».
.....

Anonimo ha detto...

http://www.lanuovabq.it/it/non-dar-la-colpa-alla-francia-per-gli-errori-dellafrica
Art. Anna Bono

Anonimo ha detto...

https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2019/01/23/news/sergio_mattarella_giuseppe_conte_enzo_moavero_italia_francia_germania_unione_europea-217312339/

Anonimo ha detto...

Crolla la Chiesa di Papa Bergoglio fra scandali ed eresie, e la CEI pensa di mettere in piedi un partito anti Salvini.
http://blog.ilgiornale.it/franza/2019/01/23/crolla-la-chiesa-di-papa-bergoglio-fra-scandali-ed-eresie-e-la-cei-pensa-di-mettere-in-piedi-un-partito-anti-salvini/

Anonimo ha detto...

Giorgia Meloni:
Il sindaco di Roma Raggi assegna le case popolari ai nomadi. Da M5S a N5S (Nomadi a 5 stelle) il passo è breve: grazie ai grillini ai nomadi casa popolare e reddito di cittadinanza. Un gran bel vivere. Per gli italiani poveri e onesti sarà per la prossima volta. Forse.

Anonimo ha detto...

Ricordate? Nel 2016 a Bergoglio fu assegnato il premio Carlo Magno (che nel 1950 fu assegnato a Kalergi). Il sospetto che la massoneria non voglia condividere il potere con forze "estranee" (tanto più con il cristianesimo) diventa più fondato.
(Italo Amitrano)

Anonimo ha detto...

Il sindaco di Roma Raggi assegna le case popolari ai nomadi. Da M5S a N5S (Nomadi a 5 stelle) il passo è breve: grazie ai grillini ai nomadi casa popolare e reddito di cittadinanza. Un gran bel vivere. Per gli italiani poveri e onesti sarà per la prossima volta.
https://www.giorgiameloni.it/2019/01/24/da-m5s-a-nomadi-a-5-stelle-grazie-ai-grillini-ai-nomadi-casa-popolare-e-reddito-cittadinanza/

Anonimo ha detto...

Il caso Diciotti sembrava chiuso dopo che la procura della Repubblica di Catania aveva chiesto l’archiviazione e soprattutto dopo che a Palermo il tribunale dei ministri aveva scagionato Matteo Salvini.

Ma lo stesso tribunale – stavolta composto dai magistrati di Catania – hanno deciso di ignorare le conclusioni raggiunte dalle altre toghe e hanno chiesto l’autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti del ministro dell’Interno Salvini.

E ora:

http://www.affaritaliani.it/politica/salvininonmollare-primo-su-twitter-da-mercoledi-la-richiesta-in-giunta-583751.html

irina ha detto...

Importantissimo non raccogliere le provocazioni.

Anonimo ha detto...

"I Cinque Stelle sono preoccupati..." L'audio (rubato) a Conte e Merkel

"I Cinque Stelle sono preoccupati...". È con queste parole (rubate) che il premier Giuseppe Conte descrive perfettamente la situazione, confusionaria e litigiosa, del suo esecutivo a una Angela Merkel che nelle ore precedenti ha siglato con Emmanuel Macron un trattato che rafforza l'asse franco-tedesco tagliando fuori l'Italia.
I due leader si ritrovano a Davos. Ed è lì che Piazza Pulita riesce a registrare la conversazione che spiega tutti i mali del governo gialloverde.

Un caffè per la cancelliera tedesca, un succo di frutta per il presidente del Consiglio italiano. A margine del Worl economic forum, i due leader si confrontano sui temi politici più stringenti. E Conte si lascia scappare un retroscena sui difficili equilibri tra i due partiti che reggono il suo governo. "I sondaggi vanno giù per i Cinque Stelle mentre Matteo Salvini è al 35-36 per cento...", spiega il premier nella registrazione che questa sera Piazza Pulita ha mandato in onda su La7. Nel video della conversazione, tradotto dall'inglese e trasmesso dal programma di Corrado Formigli (guarda qui), Conte e la Merkel prendono insieme una bevanda, a margine del Forum di Davos. "Il Movimento 5 Stelle è in sofferenza - continua - sono molto preoccupati... loro scendono a 27-26, quindi si chiedono quali sono i temi che ci possono aiutare in campagna elettorale".
http://www.ilgiornale.it/news/politica/i-cinque-stelle-sono-preoccupati-laudio-rubato-conte-e-1634060.html

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/ue-il-totalitarismo-disumano-che-impoverisce-i-poveri/

UE: il totalitarismo disumano che impoverisce i poveri

Maurizio Blondet 25 Gennaio 2019 0 commenti

Japhet ha detto...

https://scenarieconomici.it/ecco-il-vero-obiettivo-del-trattato-di-aquisgrana-di-p-becchi-e-g-palma/