Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 31 gennaio 2019

L’Italia di Salvini contro le lobby immigrazioniste, le frange europeiste e la Francia di Macron.

Nella nostra traduzione da Valeurs, del 28 gennaio una pregevole analisi di Alexandre Del Valle* su L’Italia di Salvini contro le lobby immigrazioniste, le frange europeiste e la Francia di Macron. Il che dimostra come le vicende socio-politiche del nostro Paese siano oggetto di attenzione Oltralpe e non solo, in quanto rappresentano il 'laboratorio' intellettuale e politico attraverso cui sta agendo la sana reazione, sancita dal voto, alle tecnocrazie oligarchiche mondialiste che hanno in pugno anche l'Europa cosiddetta comunitaria.

L’Italia di Salvini contro le lobby immigrazioniste,
le frange europeiste e la Francia di Macron.

Alexandre del Valle spiega come i tentativi di indebolire Matteo Salvini sulla questione dei migranti e su quella della sovranità da parte della giustizia italiana e delle lobby immigrazioniste contribuiscono ad aumentare la popolarità del Ministro dell’Interno.
Il controverso Ministro dell’Interno italiano e leader della Lega, Matteo Salvini, designato nemico politico numero uno dalla Francia di Macron e dalle frange europeiste, continua a far parlare di sé su due fronti diversi: quello della polemica contro la Francia, intensificato dal suo alleato del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio – Vicepresidente del Consiglio insieme a lui –, che ha denunciato il neocolonialismo francese in Africa; quello della questione migratoria, sempre al centro dei dibattiti da quando la giustizia italiana ha accusato Salvini di “sequestro di migranti” in seguito al suo rifiuto, nel mese di agosto, di accogliere i 177 clandestini africani che si trovavano a bordo della nave Diciotti. Matteo Salvini ha ribadito sulle reti sociali che non si lascerà intimidire e che i porti italiani resteranno chiusi ai clandestini. Questo tentativo di effettuare una giudiziarizzazione della lotta contribuisce a renderla ancora più popolare in vista delle elezioni europee i cui risultati si prefigurano eccellenti per la Lega, il che inquieta il Movimento Cinque Stelle...

Un processo politico avviato da giudici di sinistra ostili alla Lega

Matteo Salvini, che non fa altro che applicare la legge nel contesto della lotta contro l’immigrazione illegale, è accusato dalla giustizia italiana di “sequestro aggravato di persone e di minori”. Questo processo kafkiano, oltre a contraddistinguersi per l’uso oscenamente abusivo del termine “sequestro” che, in Italia, ricorda l’orrore dei rapimenti e delle esecuzioni di persone da parte delle Brigate Rosse o della mafia, dell’Anonima Sarda e della ’Ndrangheta, risulta essere ancor più aberrante se si considera il fatto che il Procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, implicato nella lotta contro le reti di trafficanti d’uomini, ha a suo tempo sentenziato che Salvini non ha commesso alcun crimine di rapimento, dato che lo stesso comandante della nave ha attestato che le donne, i bambini e i malati che avevano bisogno di cure sono stati accolti negli ospedali italiani e che solo i maschi adulti in buono stato di salute (e ben nutriti e trattati) sono rimasti a bordo della Diciotti.

La procedura – precedentemente chiusa dal Procuratore Zuccaro – è stata rilanciata dal “tribunale dei ministri di Catania”: ora, questo ramo speciale della giustizia competente sui delitti dei Presidenti del Consiglio o dei Ministri e legata al Senato, è molto più politicizzato rispetto ai tribunali tradizionali. Non sorprende il fatto che i tre membri della magistratura che ha accusato Salvini siano notoriamente di sinistra e collaboratori attivi della rivista estremamente immigrazionista “Legge, Immigrazione e Cittadinanza”, che si sa essere finanziata da George Soros, come osserva il giornalista e politologo italiano Cesare Sacchetti. “Dico ai senatori che decideranno se sono colpevole o innocente che non retrocederò un centimetro dalla mia posizione: se sono stato una sola volta un sequestratore, consideratemi pure un sequestratore nei prossimi mesi”, ha dichiarato Salvini. Quest’ultimo ha tutto l’interesse a difendersi in questo modo sulle reti sociali, dato che la prospettiva di questo processo-farsa (dichiarare “illegale” la lotta contro l’immigrazione illegale!) aumenta ancor di più la sua popolarità e quella della Lega.

Quest’accusa degna del regime sovietico non fa altro che convincere molti italiani che guadagnano meno di 1000 euro al mese e che si sentono scandalizzati dagli aiuti e dal lassismo a favore degli immigranti illegali del fatto che le élites si comportano da “nemici” della nazione. Sacchetti deplora pertanto il fatto che “la giustizia italiana sia venuta ancora una volta meno ai suoi doveri. Siamo di fronte a un capovolgimento della legge [...]. Il potere giudiziario, invece di aprire un’inchiesta sulla nave della ONG illegalmente implicata nel traffico di esseri umani, preferisce giudicare il personaggio politico che ha cercato di mettere fine in modo legale a tale traffico!”. Cesare Sacchetti censura l’orientamento politico di questo processo e ritiene che “questa frangia estremamente politicizzata della magistratura vuole inviare un messaggio intimidatorio a tutti coloro che cercano di arrestare i piani delle élites mondialiste a favore dell’immigrazione di massa”.

La giudiziarizzazione del dibattito e l’intimidazione delle forze recalcitranti all’immigrazionismo

In realtà, questo fenomeno non sorprende affatto, soprattutto a poche settimane dalla firma e dall’adozione – da parte della maggioranza dei Paesi-membro dell’ONU – del famigerato “Patto di Marrakech” sulle migrazioni [vedi], il quale ha scatenato – a livello nazionale, europeo e dell’ONU – campagne di demonizzazioni senza precedenti di tutte le forze e figure politiche – tanto di quelle all’opposizione (“i populisti, gli islamofobi”, etc.) come di quelle al governo (Salvini, Kurz, Orbán, Trump, Bolsonaro) – che combattono l’immigrazione di massa e/o illegale. Il fatto che le forze anti-immigrazioniste alzino sempre di più la voce, dall’Europa dell’Est (Višegrad) e del Sud fino all’Australia e alle Americhe, ha suscitato un’offensiva propagandistica, mediatica e giudiziaria da parte delle lobby e delle forze mondialiste determinata a screditare o eliminare quanti si oppongono all’utopia “No Borders” tanto cara a Soros e alle ONG pro-migranti illegali. Si deve fare di tutto per impedire di agire e per convincere quanti – come Salvini e Orbán – affermano che l’inondazione demografica di matrice migratoria non è una fatalità e che le varie nazioni hanno il diritto di preservare la propria identità, le loro frontiere e la loro integrità nazionale e i mezzi per farlo.

La pluralità delle forze ideologiche ed economiche immigrazioniste

Le forze immigrazioniste non si riducono ai movimenti di sinistra, di estrema sinistra e di radical-chic neo-nomadi: tutt’altro. Per esempio, l’attuale papa Francesco, immigrazionista militante e forse sincero – eletto peraltro grazie allo strano, repentino abbandono dell’“islamofobo conservatore” Benedetto XVI – fa a gara insieme alla maggioranza del clero cattolico dell’Europa Occidentale con Edwy Plenel e con la sinistra terzomondista. Difatti, il papa argentino – che pur denunciando il “potere del denaro” è “amico” del miliardario Soros – fustiga incessantemente l’Italia non perché ospiti forze comuniste e neo-brigatiste o islamisti radicali (si ricordi che aveva difeso gli autori dell’attacco a Charlie Hebdo in nome della condanna della “blasfemia”), ma le uniche forze “di destra” anti-migranti, a cominciare dalla sua bestia nera Matteo Salvini.

La destra del denaro distrugge lo Stato, favorisce l’immigrazione di massa e lavora alla distruzione di ogni dimensione etica in senso hegeliano. Nelle ultime Giornate Mondiali della Gioventù, svoltesi a Panama dal 22 al 27 gennaio scorsi, Papa Francesco – che in questo è coerente e costante – ha addirittura pronunciato un discorso “storico” pro-migranti. Detto questo, non dimentichiamo che d’altro canto, a fianco della Chiesa cattolica post-conciliare infarcita di sensi di colpa e dei movimenti della neo-sinistra e dei radical-chic xenofili, l’altra grande forza immigrazionista-mondialista è rappresentata dalle multinazionali deterritorializzate e dai capitalisti libertari, desiderosi di distruggere identità e frontiere per creare un unico mercato mondiale, per costruire un uomo nuovo senza frontiere né identità destinato a consumare prodotti intercambiabili e unisex. Di qui l’analisi pertinente del filosofo preferito della Lega e del Movimento Cinque Stelle, Diego Fusaro, il quale descrive in questo modo la pluralità di forze complementari del mondialismo immigrazionista: “la prima fazione è quella della destra del denaro, che distrugge lo Stato, favorisce l’immigrazione di massa e lavora alla distruzione di ogni dimensione etica in senso hegeliano; la seconda è la sinistra moralista che, invece di ostacolare queste tendenze, le legittima per mezzo delle sue ‘sovrastrutture’, per riprendere un termine gramsciano”. Dichiarazioni che confermano l’idea di molti sovranisti “né di destra né di sinistra” secondo la quale l’Italia sarebbe diventata oggi il laboratorio intellettuale e politico della “resistenza” occidentale contro il progetto neo-totalitario del villaggio globale, accanitamente “demofobo”.

La crisi franco-italiana o la lotta tra sovranismo e sovranazionalismo

È nel contesto di questa offensiva post-democratica e post-nazionale lanciata dalle forze “multiculturaliste”, che vorrebbero fare delle democrazie europee il laboratorio di una futura “sovrasocietà mondiale” (Zinoviev), che il governo di Salvini, Di Maio e Conte (il Presidente del Consiglio) è diventata – dopo Trump e Orbán – la nuova bestia nera dei poteri cosmopoliticamente corretti. Ci si ricordi del video di pre-campagna elettorale europea lanciato dal governo Macron, che definisce esplicitamente Salvini e Orbán la nuova “Peste nera che minaccia” l’Unione Europea. Non si può rimanere sorpresi: la reductio ad Hitlerum, usata in modo sistematico anche contro i loro equivalenti americani Trump e Bolsonaro, è l’arma preferita dagli anti-populisti immigrazionisti – che etichettano qualsiasi persona voglia semplicemente applicare le leggi che penalizzano i flussi migratori illegali come “razzisti, fascisti, estremisti di destra” – per screditare i loro avversari.

Di fronte a questi attacchi provenienti dalle forze europeiste e mondialiste, dalle ONG pro-migranti, dai loro altoparlanti mediatici, dal papato e financo dall’alta finanza e dalle multinazionali (GAFA [1] in testa), l’Italia “populista” risponde colpo su colpo, certo in modo grezzo, ma nel quadro di una reazione a un’aggressione iniziale. Si ricordi l’accusa dei “populisti” italiani, secondo i quali non sarebbe stata Roma ad aprire il fuoco contro Macron, ma Parigi, esattamente da quando il Presidente francese – che peraltro suole essere di vedute ben più tolleranti nei confronti dei virili populisti Erdogan, Ben Salman, Modi, Trump o Putin – ha cominciato a definire ripetutamente l’Italia della Lega e del M5S l’avanguardia della nuova “Peste nera” che dev’essere combattuta a tutti i costi. Certo, è noto a tutti che Macron sa perfettamente che Salvini agisce esclusivamente nel quadro della legalità e non è affatto un pericoloso “nazifascista xenofobo”. Presentandosi con faccia tosta di fronte a Salvini e agli “estremisti” come il più grande difensore della democrazia europea e come l’eroe della lotta contra la “lebbra populista”, il Presidente francese vuole instaurare un vuoto totale tra due poli irriconciliabili (eurofili progressisti ed eurofobi “populisti”). E rendendo il dibattito così manicheo e polarizzato, il suo obiettivo piuttosto astuto consiste nel distruggere l’opposizione “ragionevole” (DLF, Repubblicani e PS), per vincere non le elezioni europee – come il suo team finge di proporsi – bensì quelle presidenziali, nel suo caso contro una Marine Le Pen ormai per sempre demonizzabile in quanto alleata di Salvini, che egli ha tutto l’interesse a veder guadagnare terreno (come anche Mélenchon) sui Repubblicani e su Dupont-Aignan.

L’esternazione di Di Maio contro la “Francia coloniale” o la guerra delle rappresentazioni

È evidente che i rapporti tra Parigi e Roma si sono deteriorati dopo l’arrivo al potere in Italia del governo “giallo-verde” nel giugno 2018. In questo contesto si comprende meglio la scelta retorica di Salvini e del suo alleato Di Maio di sostenere sin dal principio i “gilet gialli” francesi. I due leader “populisti” hanno a più riprese accusato il Presidente francese e i suoi omologhi “radical-chic” di governare “contro il loro popolo”, e ultimamente hanno espresso il loro augurio che Macron se ne vada “al più presto”.

A molti degli italiani che hanno votato per il Movimento Cinque Stelle (M5S), i “gilets gialli” ricordano le prime manifestazioni di massa “contro la Casta” organizzati dal movimento negli anni 2000 contro i governi europeisti Monti e Renzi. Queste ripetute manifestazioni di massa hanno preparato l’ascesa del M5S, che era stato peraltro fondato inizialmente dal comico Beppe Grillo come entità apolitica. Benché si schieri più a sinistra della Lega e nonostante alcuni quadri del M5S siano meno anti-immigrazionisti di quest’ultima, negli ultimi giorni il Vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio ha mostrato con le sue invettive contro Macron la sua solidarietà totale a Matteo Salvini, il quale aveva lanciato un primo attacco abbastanza violento dichiarando: “Spero che i francesi riescano a liberarsi di un pessimo Presidente”, sparata che contravviene sicuramente alle regole diplomatiche ma che ci si doveva aspettare in nome del principio di “reciprocità” e di reazione. Evocando le elezioni europee della primavera del 2019, Salvini ha poi invitato “il popolo francese a riprendere in mano il suo avvenire e il suo destino, il suo orgoglio mal rappresentato da un personaggio come Macron”. In un nuovo video postato sulle reti sociali ha rincarato la dose, in stile ancor più violento e trumpiano, affermando di essere “vicino, con tutto il mio cuore e con tutto il mio lavoro, al popolo francese, ai milioni di uomini e donne che vivono in Francia sotto un pessimo governo e un pessimo Presidente della Repubblica”.

Da parte sua, il leader del M5S, Luigi Di Maio, ha denunciato senza mezzi termini la Francia “colonialista”, spingendosi fino al punto di augurarsi che l’Unione Europea infligga “sanzioni” contro Paesi come la Francia, che sono “la causa del dramma dei migranti nel Mediterraneo, facendoli partire dall’Africa e sfruttandoli”... Sapendo che la gran maggioranza degli italiani non ha mai digerito la guerra anglo-americano-francese provocata da Sarkozy per rovesciare il regime libico di Gheddafi (sfociata nella destabilizzazione della sicurezza di tutta l’Africa), Di Maio ha colpito nel punto più dolente accusando la Francia di Macron (che taccia l’Italia di “razzista”) di essere “uno di quei Paesi che, coniando la moneta di quattordici Stati africani, ne impediscono lo sviluppo e contribuiscono alla fuga dei rifugiati. Se in questo momento l’Europa vuole avere un po’ di coraggio, deve avere la forza di affrontare il tema della decolonizzazione dell’Africa”... Parigi ha preso quest’offensiva ideologico-diplomatica decisamente male, tanto che Teresa Castaldo, ambasciatrice d’Italia in Francia, è stata convocata dal Ministero degli Affari Esteri francese in seguito a queste affermazioni “inaccettabili”.
Se Macron vuol fare veramente qualcosa per porre fine alla crisi migratoria, deve aiutare questi quattordici Paesi a svilupparsi in modo autonomo
In realtà, Di Maio non ha fatto altro che ripetere quanto aveva già dichiarato lo stesso ex-Presidente Jacques Chirac: col meccanismo del franco CFA, la Francia ha privato questi quattordici Paesi della loro sovranità monetaria, mettendoli di fatto in una condizione di servitù coloniale. Secondo Cesare Sacchetti, le affermazioni di Di Maio dimostrano che “l’avvenire dell’Africa passa precisamente dalla liberazione da questo giogo coloniale, e l’obiettivo è restituire la sovranità monetaria ai paesi africani membri del franco CFA. Pertanto, se Macron vuol fare veramente qualcosa per porre fine alla crisi migratoria, deve aiutare questi quattordici Paesi a svilupparsi in modo autonomo”. Certo, gli attacchi di Roma – da tempo capitale rivale di Parigi nel Maghreb, nel Mediterraneo e in Africa – possono essere criticati, ma molti sovranisti europei, tanto italiani come francesi, ritengono che la lotta per l’emancipazione dell’Africa non si opponga in alcun modo alla lotta contro l’immigrazione fuori controllo. Per Sacchetti, la Francia starebbe continuando “a incoraggiare fughe disperate che mettono in pericolo la vita degli africani, senza risolvere il problema alla radice né fare in modo che l’Africa possa finalmente svilupparsi economicamente invece di ricorrere a migrazioni che fanno spesso solo il gioco dei grandi gruppi di società multinazionali che vogliono sfruttare il lavoro dei migranti a infimi costi”.

Su questo punto si può citare anche il filosofo italiano Diego Fusaro, punto di riferimento comune della Lega e del M5S, ascoltato tanto dalla sinistra come dalla destra, il cui disaccordo egli vuole risanare: “La struttura del Mercato Globale spinge per la mobilità di schiavi intercambiabili [...], è ostile alle identità, alle culture, alle radici. [...] E mentre la destra libertaria e le forze multinazionali favoriscono l’immigrazione di massa a scapito dei lavoratori nazionali e dello Stato-nazione, la sinistra ci dice che lo Stato dev’essere abbattuto perché è fascista, che la famiglia dev’essere distrutta perché è omofoba e che dobbiamo importare costantemente nuovi migranti. Insomma, la sinistra moralista legittima quello che la destra del denaro le esige”.

In Francia, un dibattito realmente equilibrato esisterà di nuovo solo quando filosofi cosmopoliticamente scorretti come Diego Fusaro potranno o continueranno ad apparire sui media dopo aver rilasciato dichiarazioni del genere. È ormai ora di impegnarsi a rilegittimare il concetto di nazione nel quadro di un “gramscismo di destra”, caro tanto a Fusaro come a Sacchetti, vale a dire nel quadro di una guerra culturale che la sinistra ha saputo sempre combattere meglio della destra, ammesso che la distinzione tra “sinistra” e “destra” sia ancora pertinente...

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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[1] Acronimo abitualmente utilizzato per fare riferimento ai quattro giganti tecnologici: Google, Amazon, Facebook e Apple. [N.d.T.]

[*] Alexandre del Valle, studioso/insegnante e giornalista, esperto in geopolitica, ha pubblicato diversi libri sull’islamismo radicale, il terrorismo islamico e la cristianofobia. Recentemente è uscito in Italia Il caos siriano – Dalle rivoluzioni arabe al jihad mondiale scritto in collaborazione con Randa Kassis [vedi], che chiarisce molte dinamiche e indica le soluzioni per affrontare un comune nemico «che ci fa guerra sia col terrorismo, il jihad globale, sia attraverso un proselitismo neo-imperiale sponsorizzato dagli “strani amici” sunniti del Golfo»

57 commenti:

Tg24news ha detto...

Vladimir Putin prende posizione sul caso SeaWatch

MOSCA – In un’intevista rilasciata ieri al network americano Fox News, c’è stato un passaggio che riguarda la sua posizione sulle navi ONG ed in particolare sulla situazione italiana.

“Il primo compito di un ministro o di un premier è difendere il proprio territorio, la propria nazione, il proprio popolo. Salvini ha tutto il mio sostegno. Se ha ordinato la chiusura dei porti, l’Unione Europea non può imporgli il contrario. Perchè quella nave ha varcato i confini italiani quando sapeva della chiusura dei porti? Perchè non si è diretta verso altri Paesi che hanno i porti aperti come la Spagna oppure in Francia visto che la nazionalità dei migranti principalmente è delle ex colonie francesi. L’Italia non può sobbarcarsi l’immigrazione di un continente. Ci vorrebbero più ministri come Salvini in Europa.”

Insomma un pieno sostegno alla svolta italiana sull’immigrazione, un sostegno politico importante. Ora restiamo in attesa della reazione delle opposizioni.

Anonimo ha detto...

Consiglio lettura dell'articolo odierno su La verità, di Marcello Veneziani, riguardante JMB.

Anonimo ha detto...

presidente nigeriano gela i buonisti: “Da qui partono troppi criminali. Non dovete più accoglierli".

Queste non sono le dichiarazioni di Forza Nuova, di Casapound, di Salvini o di chissà quale xenofobo razzista, ma del presidente nigeriano Muhammadu Buhari, indignato e mortificato per la cattiva reputazione dei suoi connazionali in Europa, in gran numero finiti in carcere per vari reati, tra cui traffico di droga e traffico di esseri umani.

In Nigeria sono perfettamente consapevoli che in Europa gli immigrati nigeriani abbiano una reputazione negativa. Non per razzismo, ma per un dato di fatto: molti immigrati nigeriani finiscono in prigione.

A spiegarlo, in una intervista al britannico Telegraph, è stato nientemeno che il presidente della Repubblica Federale di Nigeria, l’ex generale Muhammadu Buhari. «Alcuni nigeriani dicono che la vita nella loro patria sia troppo difficile, ma è anche vero che hanno reso difficile farsi accettare dagli europei e dagli americani, a causa del numero di nigeriani detenuti in carcere in tutto il mondo accusati di traffico di droga o di traffico di esseri umani» spiega il capo di stato. Che prosegue: «Non penso che i nigeriani abbiano qualcuno da incolpare: possono rimanere a casa loro, dove possono rendersi utili per ricostruire il paese». Un pericoloso xenofobo? No, il presidente della Nigeria. Pensa che i nigeriani abbiano un problema di reputazione all’estero, gli chiede l’intervistatore. Risposta: «Certamente, ma stiamo lavorando per porvi rimedio. Incoraggeremo i nostri concittadini a restare, lavorare e vivere una vita rispettabile a casa loro». .... il presidente si riferiva solo ai nigeriani che cercano falsamente di chiedere asilo all’estero e così danneggiano la reputazione della Nigeria».
....
una recente statistica pubblicata dal quotidiano Vanguard (sede a Lagos) parla di 170mila nigeriani detenuti all’estero. «La maggior parte è in carcere per traffico di stupefacenti e di esseri umani e vari reati di immigrazione» scrive il giornale nigeriano. A questi vanno aggiunte più 10mila donne forzate a prostituirsi in Europa, spesso costrette a vendersi dalle proprie stesse famiglie. «Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ritiene che questi numeri siano una piaga e ha chiesto una strategia coordinata per combattere contrabbandieri e trafficanti di esseri umani» racconta un reportage della Deutsche Welle sugli sforzi del governo di Abuja per combattere l’emigrazione di massa dei giovani nigeriani e la criminalità che gestisce i flussi verso l’Europa. Non solo verso nord. Anche in Sud Africa, altro stato verso cui migrano, si registrano forti tensioni e, anche negli scorsi giorni, raid (come a Macerata) contro la comunità nigeriana, accusata di alimentare prostituzione e spaccio di droga, oltre al lavoro in nero

A riprova di come i governi africani vivano in modo molto differente il fenomeno migranti rispetto all’intellighenzia europea pro-immigrazione, proprio il presidente nigeriano Buhari ha rivolto un appello – al 32esimo «Annual Meeting of the Sahel and West Africa» di Abuja – ai giovani del suo paese per restare in Nigeria e trovare un lavoro nel settore agricolo. «Siamo addolorati quando vediamo i nostri giovani attraversare il deserto, arrivare in Libia e attraversare il Mar Mediterraneo per raggiungere l’Europa. Lo consideriamo come qualcosa che deve fermarsi il più velocemente possibile, perché non è giusto nei confronti dell’Europa. Pensiamo che se riorganizzeremo meglio la nostra agricoltura, molti di questi giovani guadagneranno una vita dignitosa a casa piuttosto che diventare un problema per i loro paesi di accoglienza e per noi qui in Africa». Aiutiamoli a casa nostra, potrebbe essere lo slogan del governo della Nigeria. Che con l’«Immigration Regulation 2017» ha appena inasprito le pene per contrastare il fenomeno.

https://www.tg24-ore.com/2019/01/03/il-presidente-nigeriano-gela-i-buonisti-da-qui-partono-troppi-criminali-non-dovete-piu-accoglierli/

Anonimo ha detto...

Salvini se accetterà di farsi processare avrà praticamente chiuso la sua carriera politica e passerà anni ed anni in giro per tribunali col rischio concretissimo di finire rovinato economicamente ed in prigione.Veda lui cosa vuol fare ma stia molto attento, lo squilibrio delle forze in campo è tale che ne uscirebbe distrutto anche se avesse il 50% dei voti degli italiani.Purtroppo è così.

Anonimo ha detto...

Guardando le immagini dei 47 fake migranti che si facevano selfies sbarcando, con telefonini ultra moderni,e io bambini non ne ho visti, solo giovanotti ben torniti e affatto patiti, comunque stanno uscendo i retroscena delle lettere inviate dal vdr a Burke sulla losca vicenda del SOMM pare che Sire, autore de The dictator pope, abbia deciso di vuotare il sacco news ansa.

ANSA/Politica ha detto...

"Parlare di immunità è uno strafalcione giuridico, definire questo voto un salva-Salvini è un falso che rischia di favorire il dibattito pubblico. Bisogna avere chiaro il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori: se abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un interesse pubblico inerente alla funzione di governo o se abbia agito al di fuori del suo ruolo ministeriale per i suoi propri interessi personali". Lo afferma ai cronisti il premier Giuseppe Conte sul caso Diciotti.

mic ha detto...

Giuseppe Conte difende ancora Matteo Salvini sul caso Diciotti

Il premier tenta ancora di spostare i riflettori dal ministro dell'Interno all'intero governo: "Parlare di immunità per Salvini è un falso"
Il premier Giuseppe Conte, ancora una volta, prova a spostare i riflettori da Matteo Salvini all'intero governo sul caso Diciotti e sulla questione della richiesta di autorizzazione a procedere chiesta dal tribunale dei ministri di Catania. Insomma, come già HuffPost ha scritto ieri, una sorta di scudo umano per salvare il ministro dell'Interno e l'esecutivo.
"Parlare di immunità è uno strafalcione giuridico, definire questo voto un salva-Salvini è un falso che rischia di favorire il dibattito pubblico - afferma Conte -. Bisogna avere chiaro il quesito giuridico a cui saranno chiamati a rispondere i senatori: se abbia agito per il perseguimento di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante o di un interesse pubblico inerente alla funzione di governo o se abbia agito al di fuori del suo ruolo ministeriale per i suoi propri interessi personali". Lo afferma ai cronisti il premier Giuseppe Conte sul caso Diciotti.
Il presidente del Consiglio prosegue: "In merito alla decisione della Giunta del Senato sulla domanda di autorizzazione a procedere avanzata nei confronti del ministro Matteo Salvini per il caso della nave Diciotti, si sta consumando un caso di disinformazione".

https://www.huffingtonpost.it/2019/01/31/giuseppe-conte-difende-ancora-matteo-salvini-sul-caso-diciotti_a_23657799/

mic ha detto...

Eccola, la mossa del cavallo per cercare di non far avvitare la situazione come la cupola del Borromini di Sant'Ivo alla Sapienza all'ombra della quale si riunisce la Giunta per le immunità di Palazzo Madama. Cercare di trasformare quello che è proceduralmente un voto sull'autorizzazione a procedere per Matteo Salvini come una richiesta di consenso alla linea politica dell'intero governo.
È questa la prima mediazione raggiunta in un vertice notturno a tre tra Giuseppe Conte, Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Tirare fuori i 5 stelle dall'imbarazzo di dover votare Sì all'immunità per il vicepremier leghista costruendo una narrazione che ribalti il tavolo, e dia una connotazione tutta politica alla questione. Attraverso un documento formale che il presidente del Consiglio depositerà agli atti del Senato e nel quale si assumerà la responsabilità di quanto successo intorno alla nave della Guardia costiera Diciotti.

https://www.huffingtonpost.it/2019/01/30/giuseppe-conte-scudo-umano-m5s-prepara-la-strada-per-votare-no-allautorizzazione-a-procedere-su-salvini_a_23656720/

Japhet ha detto...

Lui è Igharo, un trafficante nigeriano che sta facendo soldi grazie si suoi colleghi delle ONG e dello Stato italiano. E’ stato intervistato dalla BBC, come una celebrità, e ha spiegato quanto sia facile, ormai, traghettare i clandestini verso l’Italia. E noi tutti sappiamo perché.

I soldi, tanti, li fa esportando in Italia migliaia di suoi connazionali: che non fuggono dalla guerra, ma pagano profumatamente lui e altri trafficanti, per attraversare prima il deserto del Sahara fino in Libia, poi sul barcone per poche miglia, fino alle navi delle Ong:
Quando gli è stato chiesto se sentisse quello che sta facendo come sbagliato, il nigeriano ha detto: “Non è sbagliato perché non costringo nessuno”. E ha ragione: pagano, e fanno parte della borghesia locale.
“Nessuno dei miei passeggeri è stato costretto a venire in Libia, la famiglie sono sempre state consapevoli del loro viaggio, anche quando sapevano che era 50/50 il rischio”.

https://www.youtube.com/watch?v=6Rs8xKSzzQg&feature=youtu.be

Anonimo ha detto...

Con l'aria che tira, è da definire eroe, veramente ammiro la pazienza e il coraggio che Salvini sta dimostrando, ormai tutti i giorni è colpito da ogni più mostruosa offesa, è tentativi per eliminarlo, spero che abbia la forza di resistere fino alla fine, per salvare quello che è possibile, dopo anni di infausta invasione del nostro paese. Buon lavoro ministro
Loredana Grilli

Anonimo ha detto...

Io spero che Salvini non faccia più andare nessun leghista a certi dibattiti televisivi dove la proporzione e di 3 a 1 e la o le conduttrice/i(donne) fanno di tutto per impedire all'1 di poter argomentare interrompendolo ed intervenendo nella discussione.Amici della Lega non prestatevi a questo gioco al massacro.Non tutti siete all'altezza di partecipare a trasmissioni così squilibrate.

Anonimo ha detto...

C'è una legge: la Sea Watch ha l’obbligo di salvare chiunque si trovi in acqua ma non è italiana e quindi non ha diritto di entrare in un porto italiano senza autorizzazione dell’Italia". Edward Luttwak non ha dubbi e sposa in pieno la linea dura del ministro dell'Interno Matteo Salvini.

"La Sea Watch batte bandiera olandese, doveva sbarcare in Olanda perché è semplicemente un pezzo di Olanda che naviga in Mare. E poi i Paesi Bassi non sono lontani, non è come andare in Alaska o in Giappone", le sue parole a Radio 24, ospite de La Zanzara.

Dunque, il politologo spiegato: "Non è questione di essere carini, simpatici, compassionevoli, cristiani, dolci, ma di applicare la legge. Altrimenti si vive in balia di chi fa la voce grossa…". Ecco perché, secondo il professore, l'Italia dovrebbe fare come fa l'Australia: "Lì chi arriva in barca non può arrivare, non può sbarcare. Non si può arrivare con la barca, non puoi mai essere ammesso. Vieni subito deportato".

Infine, Luttwak bastona le Organizzazioni non governative e anche Gino Strada. "Quella delle Ong è gente che non vuole andare a lavorare; qualche volta salvano altre volta no, altre volte vanno a spasso a mangiare il pesce in qualche trattoria". E sul fondatore di Emergency affonda il colpo: "In Italia ci sono persone che sono in estrema povertà e disagio, e estremo pericolo, ma non è mai andato da loro è andato in Afghanistan. Se tu vai a Palmi o a Canicattini o a Voghera, la stampa non ti segue, devi andare in Afghanistan, in Calabria non è chic".

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=UiL8Aq0P32M

Lettera ai potenti della Terra - Valerio Malvezzi al Senato della Repubblica

Anonimo ha detto...


La strategia di Conte sembra quella corretta

Conte di professione è un giurista, non dimentichiamolo. Mi sembra abbia impostato la questione della autorizzazione a procedere in modo corretto e l'unico politicamente valido.
Si tratta di un processo politico, non c'è dubbio, incredibile, visto che la Procura aveva chiesto il proscioglimento di Salvini dall'accusa. Rivendicando il carattere istituzionale dell'azione di Salvini, fatta cioè nell'adempimento del suo dovere istituzionale di ministro dell'interno, che ha la discrezionalità per emanare certi provvedimenti, sempre nell'interesse pubblico, si capisce; rivendicandolo quindi, giustamente, come azione di tutto il Governo, Conte fa capire che una eventuale autorizzazione a procedere aprirebbe un processo che sarebbe al Governo non alla persona singola di Salvini.
Ma un processo al Governo, autorizzato anche dai senatori grillini della Commissione ad hoc, sarebbe visto come un tradimento di questi grillini, con le conseguenze del caso, ossia la crisi di governo. Insomma, il messaggio è chiaro. Se vogliono far saltare il banco i senatori grillini non hanno altro da fare che impallinare Salvini con il loro voto.
Lo facciano, se ne hanno il fegato, e poi vediamo che cosa succede.
Z.

Anonimo ha detto...


"E che dobbiamo importare sempre nuovi immigrati.."

Ma perché? L'unico argomento valido sarebbe: per vincere la denatalità, e questo argomento viene pure usato.
Ma guarda: per cominciare a vincere la denatalità non basterebbe abolire il diritto di abortire e gratis a spese dello Stato? Eliminiamo questo falso "diritto" e le nascite cominceranno ad aumentare.
Non c'è bisogno di importare stranieri. Basterebbe, per cominciare: dichiarare fuori legge l'aborto + proibire la vendita di tutti gli anticoncezionali (contraccettivi).
Sembra un tema troppo grosso per l'attuale governo. Ma questo tema "etico" fondamentale dovrà pure esser affrontato e in tempi non troppo lunghi.

mic ha detto...

Ma guarda: per cominciare a vincere la denatalità non basterebbe abolire il diritto di abortire e gratis a spese dello Stato?

E per continuare a favorirla non basterebbero gli aiuti economici e logistici che oggi mancano alle famiglie? Così come andrebbe promossa la cultura della vita che ha ceduto il passo alla priorità della 'realizzazione personale', come se la maternità non ne fosse un elemento fondamentale.

Anonimo ha detto...

La cultura della vita è anche compito dell'educazione.
Oggi sembra si senta tanto forte la necessità dell'educazione sessuale nelle scuole. A me hanno insegnato, a liceo prima e all'università dopo, che la riproduzione sessuale è l'incontro tra un individuo maschile e uno femminile allo scopo di generare altri individui della stessa specie.
È di questo che si vorrebbe parlare nelle scuole?
No perché le "pratiche erotiche" che generalmente si pensa di far rientrare nell'ambito di questo tipo di educazione, col sesso non c'entrano nulla.
Ancora peggio dicasi della contraccezione, che altro non è se non il tentativo di impedire la riproduzione sessuale, cioè proprio il tema centrale su cui si vorrebbe educare.
Per cui, o ci decidiamo a chiamare le cose con il loro nome, parlando di educazione all'erotismo e alla contraccezione (che vorremmo impartire a dei bambini?) o smettiamola di invocare l'educazione sessuale nelle scuole.

Anonimo ha detto...

Il presidente degli albergatori di Siracusa offre vitto, alloggio e contratto di lavoro per tutti i 47 migranti della Sea-Watch.

Nessun italiano povero a cui riservare la stessa "ospitalità"?

lister ha detto...

Gigi Moncalvo: 20 anni fa Prodi chiuse i porti ai profughi
https://m.youtube.com/watch?v=KRuayxgG3kk

Marisa ha detto...

Da leggere:

https://www.radiospada.org/2019/01/castel-volturno-viaggio-nella-capitale-della-mafia-nera/

mic ha detto...

I sigilli al mare. Matteo Salvini ha pronto un "blocco navale", piano senza precedenti per fermare i migranti e le imbarcazioni straniere che entrano nelle acque italiane, fondamentalmente quelle delle Ong.

Il retroscena, clamoroso, è del Corriere della Sera secondo cui il ministro degli Interni si appellerà al "pregiudizio alla pace, al buon ordine e alla sicurezza dello Stato" rappresentato da chi trasporta immigrati irregolari verso l'Italia.
Sarà necessario emanare un'ordinanza preventiva che dichiari lo "stato di pericolo", precisa Fiorenza Sarzanini sul Corsera, e si questo punto potrebbero arrivare nuovo scontri con il M5s e l'ala sinistra del Movimento di Luigi Di Maio. L'appiglio legislativo è l'articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti della navigazione firmata nel 1982, che parla di una condizione "pregiudizievole se la nave è impegnata in attività di minaccia o impiego della forza contro la sovranità, l'integrità territoriale o l'indipendenza politica dello Stato costiero". In più, l'articolo 17 della stessa Convenzione "vieta il passaggio in caso di carico o lo scarico di materiali, valuta o persone in violazione delle leggi e dei regolamenti doganali, fiscali, sanitari o di immigrazione vigenti nello Stato costiero e ogni altra attività che non sia in rapporto diretto con il passaggio". Il piano di Salvini, conclude il Corriere, prevede lo schieramento di mezzi nel Mediterraneo: "Dovranno essere utilizzati i pattugliatori qualora ci fosse una nave in acque internazionali che punta verso l'Italia, proprio come accaduto per la Sea Watch. E se riuscisse comunque a forzare il blocco, dovranno essere le motovedette della Guardia costiera a scortarla fuori dai confini".

https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13425405/sea-watch-matteo-salvini-migranti-blocco-navale-ong-retroscena-mediterraneo.html

mic ha detto...

La Guardia costiera blocca la Sea Watch: "Non è conforme a navigare"
La nave della ong non può lasciare il porto di Catania perché non rispetta i requisiti di sicurezza e tutela dell'ambiente

Anche se le indagini - ancora in corso - non hanno finora contestato nulla all'equipaggio della Sea Watch che per due volte in un mese ha recuperato migranti nel Mediterraneo dirigendosi prima verso Malta e poi verso l'Italia contrariamente a quanto ordinato, la nave dell'omonima ong tedesca non può lasciare il porto di Catania dove è approdata ieri.

La Guardia costiera, infatti, ha rilevato nella sua ispezione alcune criticità che impediscono all'imbarcazione di riprendere il mare per "pattugliare" le coste libiche in attesa di avvistare gommoni e barconi in difficoltà. Sono state individuate una serie di "non conformità" relative sia alla sicurezza della navigazione sia al rispetto della normativa in materia di tutela dell'ambiente marino. E fino a che non saranno risolte "anche con l'intervento dell'amministrazione di bandiera, cioè l'Olanda, in cooperazione con gli ispettori specializzati" la nave "non potrà lasciare il porto di Catania".

Già ieri da Sea Watch si erano lamentati di non poter ripartire subito: "Costretti a rimanere a Catania per la notte, il cambio di equipaggio previsto ci è stato negato", spiegavano dalla ong, "A bordo continuano le richieste di informazioni da parte della polizia. Nel frattempo il Mediterraneo rimane senza navi civili di soccorso". E oggi torna ad attaccare: "Le autorità, sotto chiara pressione politica, sono alla ricerca di ogni pretesto tecnico per fermare l'attività di soccorso in mare".

mic ha detto...

Ma anche in Spagna:

Dopo aver fatto sbarcare ad Algeciras 311 migranti il 28 dicembre scorso, la nave sarebbe dovuta ripartire l'8 gennaio per una nuova missione. Ma le autorità hanno negato l'autorizzazione: così nel Mediterraneo centrale non ci sono più imbarcazioni delle organizzazioni per il salvataggio

https://www.repubblica.it/cronaca/2019/01/14/news/migranti_open_arms_bloccata_in_spagna-216523058/

Anonimo ha detto...


"..in attesa di avvistare barconi o gommoni in difficoltà.."

Dicono così ma è Falso. i barconi e gommoni hanno già l'appuntamento con la nave ONG, se si
trovano in difficoltà è solo perché il mare si fa grosso. E' tutto preordinato,
un servizio di ferry-boat, di traghetto per l'Italia.
Il piano di Salvini sembra ottimo. Due osservazioni: abbiamo abbastanza mezzi?
Se una di queste navi ONG, come probabile, vorrà forzare il blocco o rifiutarsi di
eseguire gli ordini delle nostre navi, quali sono gli ordini? Aprire il fuoco?
Fare opera di disturbo accostando?
Nel frattempo mi sembra buona politica bloccare queste navi nei nostri porti per i
necessari controlli tecnici e amministrativi. Se emergono irregolarità, sequestrarle.
INfliggendo multe e tempi lunghi per il recupero. Si raggiungerebbe l'obiettivo per
via amministrativa, il che non sarebbe male, data la difficoltà nel procedere con
i mezzi più tradizionali (c'è troppo tradimento e odio per il proprio paese, in giro).
O.

mic ha detto...

Convengo con la riflessione e le conclusioni di O.

Forse non lo sapevate ha detto...

È stato il Giudice Nordio a sconsigliare a Salvini di farsi giudicare, in quanto con la legge Severino con un'attesa di giudizio Salvini non sarebbe candidabile già in primo grado di giudizio alle elezioni di maggio, il governo cadrebbe e non si rispetterebbe la volontà popolare.
Ricordo che la legge Severino fu una legge fatta dal governo Monti per non rendere ricandidabile Berlusconi.

Anonimo ha detto...

"...non possiamo dimenticare la questione dell’immigrazione irregolare, tema tanto più scottante nei casi in cui essa si configura come traffico e sfruttamento di persone, con maggior rischio per donne e bambini. Tali misfatti vanno decisamente condannati e puniti, mentre una gestione regolata dei flussi migratori, che non si riduca alla chiusura ermetica delle frontiere, all’inasprimento delle sanzioni contro gli irregolari e all’adozione di misure che dovrebbero scoraggiare nuovi ingressi, potrebbe almeno limitare per molti migranti i pericoli di cadere vittime dei citati traffici. Sono, infatti, quanto mai opportuni interventi organici e multilaterali per lo sviluppo dei Paesi di partenza, contromisure efficaci per debellare il traffico di persone, programmi organici dei flussi di ingresso legale.."
http://w2.vatican.va/content/benedict-xvi/it/messages/migration/documents/hf_ben-xvi_mes_20121012_world-migrants-day.html

Anonimo ha detto...

...Tali misfatti vanno decisamente condannati e puniti,

mentre una gestione regolata dei flussi migratori,..

potrebbe almeno limitare per molti migranti i pericoli di cadere vittime dei citati traffici.

Sono, infatti, quanto mai opportuni interventi organici e multilaterali per lo sviluppo dei Paesi di partenza,

contromisure efficaci per debellare il traffico di persone, programmi organici dei flussi di ingresso legale.."

La composizione si-no, no-si, si-no ...infine non lascia nè il segno del sì, nè quello del no. Si rimane in un ni, indistinto. Che passo passo porta alla confusione che è il retroterra giusto per assentire con chi batte di più e per ultimo ad effetto.

Fabio Riparbelli ha detto...



Alla vostra cortese attenzione,





A favore del traffico illegale di clandestini, si invoca il diritto internazionale del mare e il principio dello sbarco nel porto più vicino.


Nessuno discute queste norme, che però devono valere per chi in mare ci lavora o comunque opera nella legalità.


Questi trattati non devono quindi diventare complici del business illegale delle mafie del traffico di clandestini, che approfittano di questi appigli legali, per continuare a delinquere indisturbati e addirittura incoraggiati.

In questo caso il reato è quello di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, e le leggi devono servire per la legalità, non per violarla.

Se si lascia che le ong completino i traffici degli scafisti, è come se lo stato offrisse un servizio di ambulanza gratuito, ai ladri che durante i loro crimine dovessero farsi male!

A questo punto, tanto vale istituire dei regolari servizi di trasporto dall'Africa all' Italia, che comunque non diminuirebbero quelli illegali, e se è questo quello che di fatto si vuole fare e cioè legittimare l'immigrazione clandestina, si abbia il coraggio di dirlo apertamente.





Distinti Saluti,


Fabio Riparbelli.














Rr ha detto...

...non ci sono più navi civili...

1) il Mediterraneo è solcato da navi piccole e grandi in tutte le direzioni in tutti i giorni dell’anno, Da MILLENNI,
2) in caso di natante in difficoltà e prossimo al naufragio, e che chieda soccorso, OGNI NAVE VICINA ha l’OBBLIGO di prestare soccorso, e di condurre i naufraghi al più vicino porto, in base ad una “legge del mare” che esiste da MILLENNI,
3) se si è onesti, non si parte per il Mediterraneo con gommoni o altre imbarcazioni di fortuna, specie in inverno.
Quindi i comunicati di Sea Watch e simili sono solocarta straccia da gettare nel wc.

Anonimo ha detto...

Sergio Mattarella e il Vaticano, il retroscena: asse per la crisi di governo, il ruolo di Giuseppe Conte
https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13425597/sergio-mattarella-vaticano-asse-crisi-governo-ruolo-giuseppe-conte.html

Anonimo ha detto...

https://www.ilmessaggero.it/AMP/pay/ong_accuse_giudici_ue_miliardi_fondi-4262085.html

mic ha detto...

《Però vediamo: se una ONG in cinque anni si compra una nave in più e un aereo privato, si può dedurre che il mestieree dei salvatori in mare rende? Parecchio? A meno che qualcuno paghi. Chi?
Comunque, un business in cui tutti vogliono entrare:
Possibile che magistratti, e i giornalisti che intervistano in ginocchio l’Apostolo del Bene Gino Strada, non ricordino che il luglio scorso si fece sfuggire una strana ammissione?》

https://www.maurizioblondet.it/teorema-sea-watch/

Catholicus ha detto...

"Sergio Mattarella e il Vaticano, il retroscena: asse per la crisi di governo" : preghiamo intensamente il Santo Rosario ponendo come intenzione che Lassù si formi un Asse per liberarci da questi personaggi che vogliono vederci schiavi dei potentati massonico-satanici (UE, ONU,), delle false religioni, in ultima analisi del regno dell'anticristo; nemici del popolo italiano, schierati con le élites che governano mezzo mondo, con protestanti, talmudisti, islamici. Quando il popolo italiano avrà uno scatto di amor patrio? Sentite come parla un vero italiano, un vero difensore dei popoli oppressi dalla dittatura massonica occulta (non più tanto, ormai) :
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/archivi/video/7244-video-ai-potenti-della-terra

mic ha detto...

Il Senato deve respingere l’autorizzazione a procedere nei confronti di Salvini. Ecco le ragioni giuridiche (di P. Becchi e G. Palma su Libero del 30/1)
Articolo a firma di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero del 30 gennaio 2019:

Quando è divampata la tempesta e tutti gongolavano, noi siamo stati i primi a dirlo proprio dalle pagine di questo giornale: il processo a Salvini è un processo politico e non s’ha da fare. Adesso se ne è reso conto pure lui, che invece all’inizio aveva tentato la “carta Danton”, cioè andare a processo col popolo in suo sostegno. Sappiamo la fine che ha fatto Danton di fronte ad un Tribunale politico e Salvini ha fatto bene a ripensarci.

Il problema ora è il M5S, che nel suo “codice etico” prevede che il MoVimento voti sempre a favore dell’autorizzazione a procedere. Lo stesso Di Maio, dalla poltrona televisiva di Giletti, ha detto che il suo partito voterà in favore dell’autorizzazione ma che lui si rende disponibile a fare da testimone nel processo, evidenziando che la posizione sul caso Diciotti non fu assunta da Salvini ma dall’intero Consiglio dei Ministri. Poche ore prima si era pronunciato anche Alessandro Di Battista, che dal salotto della D’Urso (!) aveva addirittura detto che Salvini «dovrebbe rinunciare all’immunità, evitando che il Parlamento si pronunci».

Escamotage per lavarsi la coscienza e far contenta quella parte di elettorato grillino astioso e giustizialista. Ma il MoVimento sbaglia. Il processo a Salvini è un processo politico e l’art. 9 della Legge costituzionale n. 1/1989 prevede che il Senato debba negare l’autorizzazione, con giudizio insindacabile, quando «l’inquisito abbia agito a tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo». Esattamente ciò che il Ministro ha fatto dal 20 al 25 agosto dello scorso anno per il caso Diciotti.

Se il M5S votasse a favore dell’autorizzazione a procedere, al di là degli aspetti politici, violerebbe il contenuto di una legge costituzionale. Non si tratta solo di valutare il fumus persecutionis, che a nostro avviso è pur evidente ma attiene alla discrezionalità valutativa di ciascun parlamentare, bensì di applicare una legge costituzionale che – sul punto – non lascia spazio a dubbi.

È bene dunque che il MoVimento ne prenda atto e muti orientamento. Se invece Di Maio ritenesse di andare avanti con quanto ha già dichiarato, per il MoVimento le conseguenze sarebbero politicamente disastrose. Un voto palese contro il Ministro esporrebbe l’intero esecutivo ad una crisi di governo. Se invece almeno venti senatori ne facessero richiesta, lo scrutinio avverrebbe con votazione segreta. Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno quasi ottanta senatori, i quali potrebbero avanzare una tale proposta per salvare l’alleato di centrodestra e far emergere le contraddizioni interne al MoVimento. A quel punto il M5S si troverebbe in trappola, perché dal voto segreto risulterebbe la spaccatura nei 5 stelle: infatti non tutti i senatori pentastellati sono disponibili a perdere il seggio a seguito della crisi che ne deriverebbe. Una pessima figura per Di Maio. E un ministro del governo verrebbe probabilmente salvato con i voti determinanti di Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Ma c’è qualcosa di più importante di tutti questi tatticismi politici. Un Paese che processa il suo Ministro dell’Interno per aver difeso la Patria e i suoi confini è un Paese che non ha futuro. Se poi in questa vicenda viene a mancare l’aiuto del partito di maggioranza relativa, al momento alleato di governo della Lega, allora questo vuol dire che non ha alcun senso proseguire questa esperienza di governo. Una cosa va comunque registrata sin d’ora. In un modo o nell’altro Salvini ne esce ancora una volta alla grande, mentre il M5s si trova ancora una volta in difficoltà.

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

irina ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/la-compassione-di-bergoglio-e-di-adam-smith/

La “compassione” di Bergoglio – e di Adam Smith
Maurizio Blondet 2 Febbraio 2019 1 commento

Anonimo ha detto...

Siamo quindi inesorabilmente destinati a diventare meticci o a islamizzarci? E pensare che Sant’Antonio da Padova diceva “darei la vita per convertire gli infedeli del nord Africa”...Altri tempi ma soprattutto altri Pastori, la differenza tra uomini e Santi!
(Gianfranco Amato)

Anonimo ha detto...

Tanto per fare un po' di chiarezza... accusano un Ministro di essere responsabile della morte di un giovane che ha scelto di togliersi la vita, per aver partorito un decreto Sicurezza più stringente in materia di immigrazione e poi salta fuori che, al nigeriano, la protezione umanitaria era stata tolta prima ancora che chicchessia potesse mettere mano a qualsiasi documento.
Questo rende l'idea della malafede dei politici che rappresentano l'opposizione e in particolar modo la sinistra.
A costoro, di questa giovane vita spezzata, non importa un fico secco.
Ciò che conta, quando non è il denaro o l'interesse effimero, è poter fare proselitismo sul buon cuore della gente. Questo è uno dei motivi per cui oggi non mi sento più rappresentata da loro.
Detto questo, la morte di un innocente non è mai cosa di cui gioire... se solo non avessero fatto credere a questi ragazzi che l'Italia era il Bengodi, magari oggi sarebbe vivo!

E che dire di tanto clamore su questa vita spezzata ma insieme all'assordante silenzio sul suicidio di tanti italiani disperati. Uno drammatico (il pensionato sfrattato) nello stesso giorno totalmente ignorato?

mic ha detto...

Interrogata sulla proposta di Fratelli d'Italia di fermare l'immigrazione con il blocco navale, il ministro Trenta ripete le stesse parole dei suoi predecessori del PD: “il blocco navale non si può fare perché sarebbe un atto di guerra alla Libia”. Colpisce, perché sono esattamente le stesse parole di Alfano, della Pinotti, insomma dei ministri di prima, altro che "cambiamento". Fratelli d’Italia lo ha già spiegato centinaia di volte: l’Italia e l’Europa hanno tutte le argomentazioni politiche, economiche e militari per attuare un blocco navale in accordo con le autorità libiche. Basta volerlo fare.

https://www.giorgiameloni.it/2019/02/02/su-blocco-navale-ministro-trenta-ripete-parole-del-pd-e-di-alfano/

Anonimo ha detto...

Uno dei crimini del buonismo è che, come nella favola di "al lupo al lupo", a furia di creare pietismo infondato su false tragedie, si rende l'opinione pubblica insensibile alle tragedie vere in tante parti del mondo. Non è certo Matteo Salvini con la sua politica di legalità e ordine, ma l'immigrazionismo ideologico, sfrenato, ipocrita e impostore, ad alimentare rabbia e razzismo.
Sara Fumagalli

Anonimo ha detto...

Un film già visto

SMS è il nome in codice di Sinistra Magistrati Stampa, il serpentone trasversale che ci dice cosa dobbiamo pensare, chi dobbiamo condannare e come dobbiamo indignarci. L’Sms ci dice ogni giorno che stiamo vivendo sotto il peggiore dei regimi possibili, nel peggiore dei tempi possibili, sotto il tallone di un criminale in divisa di nome Matteo Salvini che va subito processato. Ma questo film horror mi pare di averlo già visto. E così sono tornato con la memoria all’inizio del presente decennio. La scena era totalmente diversa, i protagonisti pure.

Il peggiore dei regimi possibili in quel tempo pessimo era il centro-destra e il tallone del criminale, con alzatacco, era quello di Silvio Berlusconi. Non era diverso l’allarme, l’accanimento, l’odio per un’altra emergenza democratica, un’altra situazione “senza precedenti”. Vivevamo anche allora in “una dittatura sudamericana”, populista e malandrina, eravamo anche allora fuori dall’Europa, dalla Modernità e dalla Democrazia, e naturalmente fuori dalla legalità.

Ma non solo. A chi dice oggi che viviamo in un tempo allucinante, in cui tutti i problemi vengono ridotti a uno, gli sbarchi dei migranti, vorrei ricordare qual era il menu di quei giorni. Non si parlava dei problemi reali del Paese, di crisi economica ormai scoppiata negli Stati uniti e destinata a contagiare l’Europa, non si parlava di lavoro, opere pubbliche e sanità, o di mille altre emergenze. No, gli occhi dei media, dei magistrati inquirenti e della sinistra erano interamente riservati alle gesta erotiche del premier in carica nel regno delle Mignotte. Eccolo, è lui, Priapo, re di Troia. Il tema che divideva l’opinione pubblica non era quota 100, i porti chiusi o il reddito di cittadinanza ma se il Cavaliere sapeva che Ruby era minorenne, se c’è stato o no sesso tra i due o con Noemi Letizia, se i festini ad Arcore erano orge oppure no, se pagava o no le case alle olgettine e come si sdebitava con le damine di corte che popolavano Zoccolandia. I temi di politica estera erano sfiorati solo attraverso l’accenno al lettone di Putin, dove si sarebbe consumato il misfatto con la d’Addario, o alla nipote di Mubarak, come fu sontuosamente presentata la giovane marocchina per dissimulare la libidine nella ragion di stato. L’intrigo nazionale che assorbiva il dibattito pubblico e le conversazioni private era come funzionava la meccanica sessuale del Cavaliere, se si trattava di un sistema a pompa, a gettoni o a pulsante. La narrazione dominante era una favola capovolta, il Nano e le sette Biancaneve.

Un Paese intero veniva istigato a dimenticare la realtà e i suoi problemi per curarsi d’interessi privati in atti d’ufficio, molto privati, e a dedicarsi esclusivamente al gossip erotico-giudiziario sul premier, per esprimere condanna morale e penale. La politica spariva, tutto veniva ridotto a intercettazioni, toccatine e fotoshop. Moralismo & Puttanate.

Con questi precedenti vi chiedete a che punto siamo arrivati? Facendo questi paragoni ritenete che oggi abbiamo toccato il fondo? E quello cos’era, il fondoschiena? Volete dire che occuparsi di migranti, spacciatori o quota 100 sia più infame che occuparsi di tette, culi e bunga bunga?
./.

Anonimo ha detto...

segue

Quanto al leader delinquente, Salvini è solo l’ultimo arrivato per il quale si invocano i giudici e la galera. Chissà per quale maledizione ma chi si oppone alla sinistra in Italia è per definizione criminale: lo fu Almirante ma anche i partigiani Pacciardi e Sogno, lo fu Craxi ma anche Fanfani, i presidenti Cossiga e prima di lui Leone, lo fu Berlusconi, naturalmente. Smise di esserlo Fini appena si prestò al gioco della sinistra. Ma che sfiga, questa sinistra non ha mai avversari decenti, sono sempre tutti criminali, o meglio lo diventano appena si oppongono alla sinistra medesima.

Oggi i grillini offrono generosi motivi di satira, sconcerto e derisione; ma vogliamo dire come ci eravamo ridotti dieci anni fa, a seguire col vivavoce i sospiri nella camera da letto di Berlusconi o a seguire sul maxischermo dal buco della serratura, le imprese erotiche vere o presunte del satiro regnante? Testimonianze, dossier, pacchi di documenti, fiumi di intercettazioni, centinaia di persone assorbite da questo minuzioso lavoro, tutto per sapere se la gnocca c’era stata, se aveva preso e quanto aveva preso. Ecco cos’era l’emergenza democratica, il senso dello Stato (o meglio lo stato dei sensi), insomma il tema politico di quei giorni. Avendo una memoria corta, vivendo ormai totalmente persi nel presente, tendiamo a dimenticare il passato prossimo, non siamo in grado di fare paragoni e ci pare di vivere in chissà quale incubo senza precedenti. Ma se fate un piccolo sforzo, ricordatevi come eravamo combinati, non un secolo fa, ma agli inizi di questo decennio.

Non stavamo messi meglio di oggi, credetemi. E per l’SMS eravamo anche allora nel peggiore dei mondi possibili.

Marcello Veneziani, La Verità 2 febbraio 2019

Anonimo ha detto...

Mi rendo conto di svelare il segreto di Pulcinella, ma l’ennesima sfilata dei politici democratici, in questi giorni, a bordo di una nave Ong, rende urgente la ri-sottolineatura di un aspetto a molti già chiaro, ma a troppi – temo – non ancora, ossia i motivi per cui a quella parte politica, in particolare in casa Pd, sta così a cuore l’intoccabilità di quanti garantiscono la permanenza dei flussi dei cosiddetti migranti sulle nostre coste. Motivi che sono essenzialmente di due tipi. Il primo è certamente economico: l’accoglienza di queste persone – che spesso viene effettuata in modo ben poco umano – alimenta un business enorme, a molti zeri, da parte di cooperative non solo rosse. Salvini ha denunciato e bloccato questo sistema, e difatti è nel tritacarne mediatico.

Ma in aggiunta a questa, c’è un’altra ragione per cui i progressisti hanno a cuore l’immigrazione (e lo Ius soli), ed è squisitamente elettorale. Perso o comunque ridotto il bacino operaio, a sinistra da anni guardano a quello dei “nuovi italiani”. Perché se è vero che non tutti gli stranieri votano a sinistra, anzi – i romeni hanno in genere forti difficoltà a votare così («per loro sinistra-uguale-Ceausescu», osservava anni fa il sociologo Ilvo Diamanti) -, dall’altra pare gli immigrati (nello specifico la comunità mussulmana e quella cinese) abbiano un giocato un ruolo per garantire, a Milano, quel 3,4% in più che ha consentito a Beppe Sala di prevalere su Stefano Parisi. Per un Pd che non governa più città come Roma e Torino, non si tratta di un dettaglio.

Un altro esempio significativo è quello francese: la grande moschea di Parigi, a suo tempo, invitò tutti i musulmani di Francia a «votare in massa» per Emmanuel Macron: considerando che con stime che arrivano fino al 10% della popolazione totale, la Francia vanta il più gran numero di mussulmani in Europa, direi che non si tratta di cosa da poco. Conosco già le obiezioni: non tutti i migranti intendono restare in Italia, non tutti sono islamici e soprattutto, a oggi, non possono certo votare. Vero. Ma domani? E poi come si fa a negare che un atteggiamento di apertura (almeno a parole: vedi Capalbio), verso costoro possa non suscitare o accrescere in molti degli immigrati in Italia simpatia elettorale verso il centrosinistra?

Chiaramente nessun politico di sinistra ammetterà di essere favorevole all’immigrazione – o comunque di non volerla limitare come farebbero i cosiddetti populisti – per mere ragioni elettorali. Anzi, la sola ipotesi verrà rigettata con sdegno.  Tuttavia, dato dei veri statisti in Italia non se ne vedono ma invece i politici abbondano – e la prima qualità dei politici è pensare non alle prossime generazioni ma alle prossime elezioni (come recita una frase famosa attribuita a De Gasperi ma in realtà del predicatore e teologo americano James Freeman Clarke (1810-1888) – state certi che a sinistra agli immigrati pensano eccome. Un sospetto gratuito? Non direi. E poi, come ammoniva Andreotti – questa frase celebre è davvero sua – a pensar male si fa peccato, ma spesso s’indovina.

Giuliano Guzzo

Anonimo ha detto...

Chi paga? Open arms Soros and.co. le nostre navi militari sono disarmate grazie ai buonisti pdioti, achtung, Merkel ha chiesto la testa di Savona, andrà a capo del Consob e il suo posto di ministro non verrà rioccupato........dicesi promoveatur ut amoveatur, okkio, Conte fa la spia alla kancelliera e prende ordini, El presidente tace ed acconsente........tener botta fino a maggio l'è dura fradei......

Anonimo ha detto...


Il peso dell'ideologia

non è solo questione di calcoli elettorali e di soldi.
C'è anche l'ideologia. E'la visione cosmopolita del
Settecento, trapassata nel marxismo, per il quale
i proletari non hanno patria (internazionalismo proletario).
L'avversione o l'indifferenza per la propria patria,
sino al punto da annullarla anche demograficamente, è
sempre stata tipica del comunismo. Ma il "superamento"
dell'idea di Patria, connesso a quello della abolizione
della famiglia, dell'uguaglianza uomo-donna, li troviamo
già nella filosofia della storia di Condorcet, l'illuminista
francese suicidatosi poi durante il Terrore. Non nella
filosofia della storia di Kant, ma in quella ben più radicale
dell'illuminismo rivoluzionario. In nome dell'uguaglianza
di tutti gli uomini, patria, famiglia e religione devono
sparire. E questo sarebbe un supposto "progresso" dell'umanità.
Il motivo neo-illuministico si colora comunque oggi di
tratti particolarmente perversi, assenti dall'originale,
per via del suo attuarsi mediante la rivoluzione sessuale,
che presso i libertini intellettuali illuministi e comunisti
non era certo proclamata e messa in pratica ai livelli di
oggi. Non andavano oltre le convivenze, rigorosamente etero
sessuali.
O.

Anonimo ha detto...

La sensazione è d’impotenza e di assoluto sconforto. Eppure sappiamo che stanno liquidando la nostra civiltà, il nostro Paese, la nostra vita, in questo delirio di autodistruzione travestito da pulsione umanitaria.
(Marcello Veneziani)

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/una-montagna-di-soldi-in-lussemburgo-e-israele-ecco-il-tesoro-di-matteo-renzi-regalato-in-questi-anni-dai-suoi-padroni/
Mamma mia !
Alla fine dietro tante reti e reticelle c'e' sempre e soltanto il pelo sullo stomaco del desiderio di potere e di denaro , e basta .
Manca l'uomo : corpo e anima .

Anonimo ha detto...

Ultimissima....

I migranti che sono sbarcati 47 + 400 circa che dovevano essere redistribuiti in altri paesi EU, sono ancora tutti a Pozzallo, solo la Francia ha preso la sua quota e la Germania la metà di quelli pattuiti, poi ce li rispediranno in qualche modo, Santanchè è stata chiara, non vanno da nessuna parte, restano, sarebbe importante fermare le navi e non farli avvicinare alle acque territoriali, staremo a vedere......Trump esce dall'accordo per le armi nucleari? Ma dal 2020 ci riempirà di altre decine di testate atomiche di ultima generazione quindi chi sta col cerino in mano tra due bidoni di benzina siamo noi e non loro, in UK il brexit no deal sta portando alla follia, studiato dall'M5 il piano di evacuazione della sacra famiglia reale per paura di disordini e di guerriglie urbane, mancano già medicinali e cibi, tutto per non mollare una volta per tutte l'Irlanda, per la serie alla stupidità umana c'è mai fine.

Anonimo ha detto...

Inizio della censura ?
Si possono trattare tutti gli argomenti tranne.....xyz?
https://www.maurizioblondet.it/qui-in-questo-studio-non-si-parla-di-soros/

Anonimo ha detto...

Due ragazzi tedeschi sono morti travolti da un treno nella stazione di Norimberga. I media tedeschi hanno nascosto che i ragazzi sono stati spinti sotto il treno da giovani immigrati. I criminali stranieri possono stare tranquilli: i media sono con loro.
https://voiceofeurope.com/2019/02/migrants-pushed-three-16-year-old-germans-in-front-of-train-mainstream-media-covered-up-the-murders/

Anonimo ha detto...


La Brexit, psicosi inglese, "tutto per non mollare una volta per tutte l'Irlanda..."

Chi fa questo commento non sembra bene informato. Nell'Irlanda del Nord o Ulster,la
popolazione cattolica è cresciuta ma la maggioranza resta protestante. Dovrebbero essere
circa 800.000. Si tratta di calvinisti in genere del tipo più coriaceo, discendenti dai
calvinisti scozzesi (Scots-irish) che furono ivi trapiantati, a cominciare dal sanguinario Cromwell. Questi irlandesi del Nord, detti anche "lealisti"(nei confronti della Corona britannica) assai più che irlandesi si sentono "british". Detestano gli irlandesi veri e propri, quelli della Repubblica, che oltretutto oggi appare loro sempre più atea. L'aborto di Stato non è ancora permesso nell'Irlanda del Nord, che ufficialmente mantiene ancora l'antica legge che lo proibiva, dei tempi della Regina Vittoria, infliggendo parecchi anni di galera ai trasgressori.
Poi si intersecano i fattori economici. Per questo, la Brexit non aveva avuto la maggioranza, pare, nell'Irlanda del Nord. Economicamente, era più conveniente restare nella Unione Europea. Attualmente, il confine tra le due Irlande non c'è più, ci sono stati accordi di pace (Accordo del Venerdì Santo) grazie al quale il terrorismo si è interrotto e la minoranza cattolica al Nord ha ottenuto maggiori diritti politici.
Qual è allora il problema? Un ristabilito confine normale (dogane, controlli, etc) graverebbe assai sull'economia della Repubblica irl. (hard Brexit). Se invece fosse mantenuto il non-confine attuale (soft Brexit, detto anche figurativamente Backstop) la Gran Bretagna, uscita dall'UE, si troverebbee con l'Irlanda del Nord che in qualche modo (economico-amministrativo) continuerebbe a farne parte, rischiando un giorno di separarsi. Questa è una prospettiva del tutto inaccettabile per Londra. Da qui la ricerca di un compromesso, tuttora in corso, che finora ha dato esito negativo.
Si prospetta un'uscita senza accordo (No deal Brexit), considerata devastante, soprattutto in Irlanda, e soprattutto dal punto di vista economico, dati gli strettissimi legali commerciali esistenti.
Anche in Irlanda la gente sta mettendo da parte medicine, cibarie, scatolame, anche se non come in Inghilterra. Alcune medicine le sta immagazzinando lo stesso Servizio San. Naz. irlandese.
Si prospettano tempi cupi. Attualmente gli ospedali pubblici irland. sono al collasso per un micidiale sciopero in corso degli infermieri, che il governo ultraliberal non sembra in grado di affrontare.
Scotus

Anonimo ha detto...

In Africa gira voce che per essere accolti in Italia bisogna dichiararsi minorenni, un espediente furbo per strappare l'agognato documento senza possederne alcun titolo. Ed eccoci scodellata la nuova tipologia del migrante "ideale" sul quale il circo mediatico e tutto l'indotto degli accoglioni professionali ha più insistito per forzare lo sbarco. Ma come ha dichiarato il procuratore di di Siracusa Fabio Scavone, "Questi immigrati riportano tutti come data di nascita o 1 gennaio o solo l'anno di nascita, quindi il 2002". Perché ormai anch'essi ne sono a conoscenza prima ancora di sbarcare: si dirigono in un Paese in cui lo sport nazionale è prendere sistematicamente per il c**o l'opinione pubblica, quindi anch'essi vogliono esordire con il loro personalissimo contributo...
Paolo Sensini

Japhet ha detto...

https://www.saper-link-news.com/il-dalai-lama-dichiara-che-leuropa-appartiene-agli-europei-non-ai-rifugiati-e-scatena-la-rabbia-dei-mondialisti/

A tempo e luogo .. ha detto...

"per essere accolti in Italia bisogna dichiararsi minorenni,"
Una volta sarebbe stata piu' che sufficiente la RX del polso per stabilire l'eta' ossea ma la politica ha deciso di nascondersi dietro la toga della magistratura ( una magistratura), la quale , ha di fatto assunto il potere di decidere quando sara' bello e quando sara' cattivo tempo , cosa dovra' essere bene e cosa dovra' essere male , cosa e quando e per quanto tempo dovra' essere giusto e cosa e quando e per quanto tempo dovra' essere ingiusto .

Fabio Riparbelli ha detto...




A favore del traffico illegale di clandestini, si invoca il diritto internazionale del mare e il principio dello sbarco nel porto più vicino.


Nessuno discute queste norme, che però devono valere per chi in mare ci lavora o comunque opera nella legalità.


Questi trattati non devono quindi diventare complici del business illegale delle mafie del traffico di clandestini, che approfittano di questi appigli legali, per continuare a delinquere indisturbati e addirittura incoraggiati.

In questo caso il reato è quello di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, e le leggi devono servire per la legalità, non per violarla.

Se si lascia che le ong completino i traffici degli scafisti, è come se lo stato offrisse un servizio di ambulanza gratuito, ai ladri che durante i loro crimine dovessero farsi male!

A questo punto, tanto vale istituire dei regolari servizi di trasporto dall'Africa all' Italia, che comunque non diminuirebbero quelli illegali, e se è questo quello che di fatto si vuole fare e cioè legittimare l'immigrazione clandestina, si abbia il coraggio di dirlo apertamente.

Anonimo ha detto...

@ Scotus

sono la maggioranza in quel posto, se l'Irlanda venisse una volta per tutte riunita, a fronte di 5 mln. di irlandesi diciamo cattolici per convenienza, diventerebbero minoranza, numerosa, ma minoranza e la pianterebbero con quelle irriguardose sfilate arancioni, ormai, vista la scristianizzazione dilagante sono solo una delle manie che hanno i british per via del lealismo e del loro attaccamento al passato e alla tradizione, siamo nel XXI secolo, è ora che si sveglino anche loro, per il resto siamo d'accordo per i tempi cupi e non solo per loro, ma per tutta l'Europa.

irina ha detto...

Ormai si delinque a norma di legge e di appartenenza clientelare. Oltre a mancare una classe politica che sia per nascita, cultura, formata anche giuridicamente per essere italiana, manca una visione d'insieme dei problemi che vada dalle Alpi a Pantelleria, dalla Sardegna all'Adriatico. Bisogna ritornare ad avere una classe politica Italiana, di cuore e di volontà,naturalmente anche di pensiero ma, che non sia quello alla moda di stagione in stagione. Gli uomini e le donne che ignorano completamente il sesto, non vanno bene, per la nuova politica italiana; nè vanno bene quelli che hanno vissuto calpestando il settimo arricchendosi; esiste poi una folta schiera che non solo intende la politica come l'arte di zittire l'ottavo, non dire falsa testimonianza, ma in questi ultimi decenni, politici, intellettuali, conduttori e proprietari degli strumenti di comunicazione di massa si sono fatti un punto, di disonore, nel contraddire platealmente l'ottavo. Al punto che oggi l'ottavo è stato sostituito dal suo contrario nel comportamento corretto pubblicamente accettato.