Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 19 gennaio 2019

Soppressa da oggi la Commissione Ecclesia Dei, inglobata nella Dottrina della Fede

Oggi Bergoglio ha soppresso la pontificia commissione Ecclesia Dei, inserendola nella Congregazione per la Dottrina della Fede. È una mossa ampiamente attesa [vedi]; ma, con il motu proprio Summorum Pontificum del 2007 di Papa Benedetto XVI (ancora in vigore), per i fedeli legati alla liturgia tradizionale (Messale Giovanni XXIII, 1962) e al Rito Romano Antico della Messa cambia poco o nulla. Almeno de iure, perché, de facto, nella maggior parte delle diocesi tira un'aria tutt'altro che favorevole che soffoca sia il mantenimento che la promozione dei relativi Centri Messa. Diventa invece importante il fatto che ora ci sia un dialogo diretto tra la gerarchia vaticana (nella persona del prefetto della CDF, cardinale Ladaria Ferrer) e i superiori della Fraternità Sacerdotale San Pio X; dialogo che, come sottolineato anche nel documento, verte su questioni dottrinali che riguardano il concilio Vaticano II.

Lettera Apostolica in forma di Motu proprio circa la
Pontificia Commissione “Ecclesia Dei”
- 19.01.2019

Da oltre trent’anni la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita con il Motu proprio Ecclesia Dei adflicta, del 2 luglio 1988, ha assolto con sincera sollecitudine e lodevole premura al compito di collaborare coi Vescovi e coi Dicasteri della Curia Romana, nel facilitare la piena comunione ecclesiale dei sacerdoti, seminaristi, comunità o singoli religiosi e religiose, legati alla Fraternità fondata da Mons. Marcel Lefebvre, che desideravano rimanere uniti al Successore di Pietro nella Chiesa Cattolica, conservando le proprie tradizioni spirituali e liturgiche.1

In tal modo, essa ha potuto esercitare la propria autorità e competenza a nome della Santa Sede su dette società e associazioni, fino a quando non si fosse diversamente provveduto.2

Successivamente, in forza del Motu proprio Summorum Pontificum, del 7 luglio 2007, la Pontificia Commissione ha esteso l’autorità della Santa Sede su quegli Istituti e Comunità religiose, che avevano aderito alla forma straordinaria del Rito romano e avevano assunto le precedenti tradizioni della vita religiosa, vigilando sull’osservanza e sull’applicazione delle disposizioni stabilite.3

Due anni dopo, il mio Venerato Predecessore Benedetto XVI, col Motu proprio Ecclesiae unitatem, del 2 luglio 2009, ha riorganizzato la struttura della Pontificia Commissione, al fine di renderla più adatta alla nuova situazione venutasi a creare con la remissione della scomunica dei quattro Vescovi consacrati senza mandato pontificio. E, inoltre, ritenendo, che, dopo tale atto di grazia, le questioni trattate dalla medesima Pontificia Commissione fossero di natura primariamente dottrinale, Egli l’ha più organicamente legata alla Congregazione per la Dottrina della Fede, conservandone comunque le iniziali finalità, ma modificandone la struttura.4

Ora, poiché la Feria IV della Congregazione per la Dottrina della Fede del 15 novembre 2017 ha formulato la richiesta che il dialogo tra la Santa Sede e la Fraternità Sacerdotale San Pio X venga condotto direttamente dalla menzionata Congregazione, essendo le questioni trattate di carattere dottrinale, alla quale richiesta ho dato la mia approvazione in Audientia al Prefetto il 24 successivo e tale proposta ha avuto l’accoglienza della Sessione Plenaria della medesima Congregazione celebratasi dal 23 al 26 gennaio 2018, sono giunto, dopo ampia riflessione, alla seguente Decisione.

- Considerando mutate oggi le condizioni che avevano portato il santo Pontefice Giovanni Paolo II alla istituzione della Pontificia Commissione Ecclesia Dei;

- constatando che gli Istituti e le Comunità religiose che celebrano abitualmente nella forma straordinaria, hanno trovato oggi una propria stabilità di numero e di vita;

- prendendo atto che le finalità e le questioni trattate dalla Pontificia Commissione Ecclesia Dei, sono di ordine prevalentemente dottrinale;

- desiderando che tali finalità si rendano sempre più evidenti alla coscienza delle comunità ecclesiali, colla presente Lettera Apostolica ‘Motu proprio data’,

Delibero
  1. Ѐ soppressa la Pontificia Commissione Ecclesia Dei, istituita il 2 luglio 1988 col Motu Proprio Ecclesia Dei adflicta.
  2. I compiti della Commissione in parola sono assegnati integralmente alla Congregazione per la Dottrina della Fede, in seno alla quale verrà istituita una apposita Sezione impegnata a continuare l’opera di vigilanza, di promozione e di tutela fin qui condotta dalla soppressa Pontificia Commissione Ecclesia Dei.
  3. Il bilancio della Pontificia Commissione rientra nella contabilità ordinaria della menzionata Congregazione.
Stabilisco, inoltre, che il presente Motu proprio, da osservarsi nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione, venga promulgato mediante pubblicazione sul quotidiano L’Osservatore Romano uscente il 19 gennaio 2019, entrando in immediato vigore, e che successivamente sia inserito nel Commentario ufficiale della Santa Sede, Acta Apostolicae Sedis.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 17 Gennaio 2019, VI del Nostro Pontificato.
Francesco
____________________
1. Cf. Joannes Paulus PP. II, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Ecclesia Dei adflicta’, 2 Iulii 1988, AAS, LXXX (1988), 12 (15 Nov. 1988), 1495-1498, 6a.
2.  Cf. Rescriptum ex Audientia Sanctissimi, 18 Oct. 1988, AAS, LXXXII (1990), 5 (3 Maii 1990), 533-534, 6.
3.  Cf. Benedictus PP. XVI, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Summorum Pontificum, 7 Iulii 2007, AAS, XCIX (2007), 9 (7 Sept. 2007), 777-781, 12.
4.  Cf. Benedictus PP. XVI, Litterae Apostolicae ‘Motu proprio datae’, Ecclesiae unitatem, 2 Iulii 2009, AAS, CI (2009),
8.  (7 Aug. 2009), 710-711, 5.
[00101-IT.01] [Testo originale: Italiano]
[B0047-XX.01]

28 commenti:

Da Fb ha detto...

Loro odiano e disprezzano la Messa in Latino ... solo perché mantiene un piccola Memoria della antica Liturgia in cui al centro c'era il Santo Sacrificio eucaristico. Loro vogliono protestantizzare la Santa Messa e sostituire il Sacrificio con le loro Omelie moderniste e luterane., chiamate Liturgia della Parola. Mentre la Chiesa dei Padri non ha mai separato la Parola dal Sacramento e la Liturgia dall'Evento storico, e l'Evento concreto dal suo significato Logico naturale. Chi separa - Parola da Liturgia e Evento e da Logica naturale - ha una Mentalità gnostica. L'ideologia della Gnosi - da sempre nemica della Chiesa - è stata ed è la gnosi orfica, magica, esoterica, post moderna, atea o panteistica. La Massoneria predilige la Gnosi. L'ateismo predilige la gnosi. Il Nichilismo dominante nella nostra cultura ha un fondamento gnostico. La gnosi è la mentalità dell'uomo che vuole diventare un "dio-minore senza l'aiuto e la grazia del Dio maggiore.

Japhet ha detto...

Mala tempora currunt, sed peiora parantur

Anonimo ha detto...

"Notando movimenti recenti in Vaticano è difficile non concludere che il 'rinnovamento' previsto da Francesco possa cancellare tutta l'eredità del suo predecessore."
Carlos Esteban a InfoVaticana il 14 gennaio.

Silente ha detto...

Quanto siano gravi le conseguenze (che certamente ci saranno) di questo Motu Proprio non è ancora chiaro. Anche se l'Ecclesia Dei non ha mai svolto l'attività di tutela e promozione del Rito di sempre per cui era stata creata (anzi!), questa decisione è comunque l'ennesimo attacco alla conservazione di un vero Rito cattolico. Le difficoltà per mantenere le Sante Messe aumenteranno. Ennesimo passo per la totale protestantizzazione della Messa e della Chiesa stessa. Nel testo del documento, c'è un'attività che viene attribuita alla Congregazione per la Dottrina della Fede: vigilanza. Molto preoccupante. Eh già, noi tradizionalisti dobbiamo essere controllati, verificati, vigilati. Quasi che fossimo noi gli eretici. Ennesimo esempio dell'anima totalitaria, dittatoriale, poliziesca dell'attuale regime modernista ed eretico che governa, purtroppo, il Vaticano.
Silente

Anonimo ha detto...

Oggi, 19 gennaio 2019, con Motu Proprio, abolita l'Ecclesia Dei.
La valanga precipita sempre più.
Qualcuno dirà che non cambia nulla.
Altri urleranno alla catastrofe.
Né l'una né l'altra cosa.
È solo il piano che va avanti.
E il tempo dei compromessi e dei moderati sta morendo.
M.V.

Anonimo ha detto...

E' tempo di serrare le fila e non lasciar tregua al Nemico! Mouves!

Anonimo ha detto...

Marco Tosatti:
...I dubbi e le perplessità di cui si è parlato, relativi alla tutela dei diritti di coloro che chiedono la celebrazione Vetus Ordo potranno essere dissipati solo nel momento in cui la sezione speciale della Congregazione per la Dottrina della Fede di cui parla il Motu Proprio sarà costituita, e entrerà a regime. Si vedrà allora quale saranno volontà e potere di obbligare i vescovi refrattari a concedere quello che sembra uno dei diritti più basilari e fondamentali: pregare Dio come si vuole e si preferisce. 

irina ha detto...

"...una apposita Sezione impegnata a continuare l’opera di vigilanza, di promozione e di tutela..."

"...l’opera di vigilanza..."

"...di promozione..."

"...di tutela..."

mic ha detto...

Si vedrà allora quale saranno volontà e potere di obbligare i vescovi refrattari a concedere quello che sembra uno dei diritti più basilari e fondamentali: pregare Dio come si vuole e si preferisce. 

Più che altro a rendere a Dio il culto che Gli è dovuto, quello che ci è stato consegnato dal Signore e per mandato apostolico, custodito e arricchito da una fede bimillenaria e non tagliato e cucito a tavolino 50 e rotti anni fa...

Anonimo ha detto...

E intanto i delirii aumentano, portavoce: il cardinale di Santa Renana chiesa Walter Kasper.

Pulex ha detto...

Novita anche per la Capella Sistina. Sembra che archivescovo G. Pozzo non ha piaciuto al Papa:

http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2019/01/19/0048/00102.html

Angelo ha detto...

constatando che gli Istituti e le Comunità religiose che celebrano abitualmente nella forma straordinaria, hanno trovato oggi una propria stabilità di numero e di vita

Angelo ha detto...

Volevo aggiungere che questo punto è da brividi:
"constatando che gli Istituti e le Comunità religiose che celebrano abitualmente nella forma straordinaria, hanno trovato oggi una propria stabilità di numero e di vita".

Chi? I Francescani dell'Immacolata, Familia Christi, il povero Mons. Livieres coi suoi seminaristi,le Piccole Suore di Maria Madre del Redentore o gli innumerevoli consacrati perseguitati che celebravano in V.O.?

Anonimo ha detto...

I sacerdoti, quelli degni di questo nome, continueranno a celebrare in Vetus Ordo, indipendentemente da ciò che potrà dire o fare l'Ecclesia Dei o il vescovo a cui dovrebbero obbedienza (obbedienza tranne che agli ordini illegittimi, naturalmente).
Saranno perseguitati? In questo caso dovrebbero entrare in massa nella FSSPX!
Se ogni santo sacerdote perseguitato dal vescovo modernista fosse entrato nella FSSPX le persecuzioni sarebbero già cessate: ciò che temono di più questi ecumenisti è lo scisma (reale od apparente che sia).
Entrare nella FSSPX non è un gesto scismatico, ma infastidisce moltissimo i dittatori modernisti, perché ciò provoca loro la perdita di un potere che davano per scontato!

Anonimo ha detto...

Nulla di inaspettato. Tutto confermato. Vedremo cosa ci riserva il futuro.

Alla larga ( da me )! ha detto...

La Chiesa avrebbe abbandonato i giovani perché continua a guardare nostalgicamente al passato, ai riti, alle dottrine; occorre invece che la Chiesa si dia “uno smalto cristiano”; bisogna passare dall’essere cattolici all’essere cristiani (sic!) Le omelie a suon di canzonette sarebbero questo smalto; il tutto ovviamente, tiene a precisare il Vescovo, in ossequio all’esortazione di papa Francesco di uscire dagli schemi precostituiti.
http://www.lanuovabq.it/it/don-enzo-canterino-e-il-vuoto-sotto-la-pop-theology

http://www.tusciaweb.eu/2018/12/don-enzo-meglio-dei-maneskin-canta-un-loro-brano-in-un-video-2/

https://www.youtube.com/watch?v=8Yvl08sjYH8

Beh , visto che non ce la facciamo ad assomigliare a Lui , facciamo in modo che Lui assomigli a noi....( mi ricorda qualcuno , forse Lutero?)

Anonimo ha detto...

Il Papa ha nominato padre Federico Lombardi moderatore delle sessioni plenarie dell’incontro “La protezione dei minori nella Chiesa” che si terrà il prossimo febbraio in Vaticano
https://twitter.com/matteomatzuzzi?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Eembeddedtimeline%7Ctwterm%5Eprofile%3Acantuale&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.cantualeantonianum.com%2F

Catholicus ha detto...

http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/7185-si-chiama-menzogna
Impugnare la Verità rivelata : peccato contro lo spirito Santo, che grida vendetta al cospetto di Dio, e che pertanto non verrà perdonato.
Tale la colpa che Lamendola, in questo articolo, imputa a Bergoglio, elencando tutta una serie di menzogne, di falsificazioni della Sacra Scrittura, consapevolmente ed astutamente pronunciate e diffuse da colui che definisce “il bugiardo argentino”, con l’intento di stravolgere e capovolgere il Vangelo di Cristo, trasformando la Chiesa Cattolica in modo tale da renderla irriconoscibile.
“I preti e i vescovi ancora cattolici sono rimasti in pochi; molti sono fautori di una falsa dottrina … un falso maestro e dei falsi pastori stanno lanciando l’attacco generale contro la Chiesa, quella vera, allo scopo di annientarla”, sostiene il Nostro, ma non ci riusciranno, conclude, poiché “i seguaci di Cristo non sono soli”.

Anonimo ha detto...

Intanto il papa fa sapere che "ammira" kico arguellero con le sue comunità, liturgie, step e i mirabolanti 120 seminari. Prosit!

mic ha detto...

...
La notizia rischia di sollevare un vero e proprio polverone. L'universo cattolico - conservatore ritiene infatti la promozione e il sostegno al cosiddetto "rito tridentino" fondamentale per il futuro del cattolicesimo. Il Santo Padre ha di fatto cancellato un simbolo del cristianesimo tradizionalista, dando un segnale alla fronda che sta contestando il suo operato. Il fatto che la Ecclesia Dei sia stata sciolta rende probabile pure la seconda parte del retroscena svelato qualche settimana fa: è possibile, dunque, che il pontefice argentino stia per rimuovere padre Georg Gaenswein dalla prefettura della Casa Pontificia, che verrebbe a sua volta abolita. Secondo l'ex arcivescovo di Buenos Aires, in riferimento alla soppressione dell'Ecclesia Dei, le "condizioni" sarebbero mutate.

La mossa va interpretata alla luce del dialogo con la Fraternità San Pio X, ma a rimanere scontenti saranno proprio quei cattolici "antibergogliani" - così come vengono chiamati - che insistono nel segnalare la deriva liturgica verso cui papa Francesco starebbe accompagnando la Chiesa cattolica. Attorno alla sopressione della Ecclesia Dei possono essere fatti molti ragionamenti. Di certo c'è questo: cade così l'ultima roccaforte del tradizionalismo. E quello del papa - per alcuni - è già uno sgarbo.

http://m.ilgiornale.it/news/2019/01/19/lo-sgarbo-del-papa-ai-tradizionalisti-chiusa-lecclesia-dei/1631267/

Sacerdos quidam ha detto...

Ovviamente i pareri su questa soppressione della Commissione Ecclesia Dei sono discordi.
Il sito web Rorate coeli da parte sua cerca di vedere qualcosa di positivo, sottolineando che nel documento papale si riconoscono positivamente la stabilità di vita e lo sviluppo delle varie Comunità Ecclesia Dei, cosa che secondo loro le garantirebbe per il loro futuro.
Penso che solo il tempo mostrerà che cosa Papa Bergoglio ha voluto fare mediante questa soppressione ed inglobazione nella CdF,ora è troppo presto per giudicarne con sicurezza.
Fermo restando che comunque il suo piano generale resta quello portato avanti finora, sulla scia di Amoris laetitia.

Anonimo ha detto...

La riflessione di un giovane sardo sulle persecuzioni che nell'isola si stanno vivendo a fronte della repressione del vetus ordo missæ. Da leggere e meditare.

La liturgia tridentina, dal Concilio Vaticano in poi, è stata soggetta ad aspre critiche non solamente da parte dei laici, ma soprattutto da parte dei più alti gradi della gerarchia ecclesiastica. In Sardegna la riforma liturgica venne accolta con particolare entusiasmo, specialmente dal clero, che vedeva in essa uno strumento per sviluppare un rapporto più significativo tra Dio e Popolo e tra popolo e Dio... Recentemente però questo entusiasmo è andato progressivamente ad acuirsi e a sfociare in vere e proprie manifestazioni di rigetto nei confronti della liturgia tridentina principalmente da parte dei vescovi (si veda, ad esempio la lettera pastorale del 2013, inviata dal vescovo della diocesi di Alghero. Ci domandiamo : perché tutto questo disprezzo? Forse che il Rito Antico manifesta un pericolo? Sono domande alla quali, difficilmente , riusciremo a trovare delle risposte esaustive. Possiamo in merito però fare qualche considerazione significativa. Anzitutto partiamo dal presupposto che la liturgia antica non deve essere considerata come tale, ma anzi, in maniera io oserei più singolare ed attuale, essa ci rende partecipi del Sacrificio di Cristo sul Calvario attraverso gesti e parole (basti pensare alle numerose genuflessioni effettuate dal celebrante durante la S.Messa). Parlando del tanto temuto latino, non si può dire che questo elemento di natura linguistica debba essere il solo metro di valutazione del Rito Antico. La lingua latina, porta in sé millenni di storia e di tradizioni linguistiche ben consolidate. E’ una lingua che, proprio per questo motivo è estremamente elastica, sintetica, che tende a condensare in poche parole, concetti molto complessi e articolati. Di fatto è questo l’elemento, l’”universalità”, che ha permesso al latino di penetrare nella storia della Chiesa. Non si può dire, dunque, che esso non debba essere adoperato nella liturgia in quanto lingua “morta”. Difficilmente infatti, nell’ambito della filologia romanza si parla di latino come lingua “morta”, si usa piuttosto il verbo “trasformare”, questo perché esso è considerato la base di formazione di tutte le lingue romanze, le quali derivano, a loro volta, da una ‘degenerazione’ del latino volgare! Pertanto è quell’elemento che ci rende linguisticamente partecipi non solo della figliolanza Divina, ma anche più intimamente uniti gli uni agli altri (Parliamo lingue diverse, ma tutte hanno un’origine comune). Contrariamente a quanto si potrebbe pensare in Sardegna sono presenti – grazie a Dio – molti sacerdoti legati alla Tradizione. Di recente l’arcivescovo di Cagliari, mons. Arrigo Miglio ha permesso la nascita della prima parrocchia in Rito Romano Antico in Sardegna nella Basilica Magistrale di Santa Croce, anticamente sinagoga della locale comunità ebraica prima dell’espulsione avvenuta intorno al 1492. I fedeli della parrocchia sono perlopiù giovani, desiderosi di accostarsi ad un rito dall’ineguagliabile bellezza; quel rito che la chiesa ha da sempre celebrato e che ha temprato le anime di numerosissimi santi. La maniera migliore per accostarsi ad essa è quella di essere mondi da ogni tipo di pregiudizio. Non esistono, caro reverendo, i “Conciliari” e gli “Anticonciliari” esistono i cattolici che credono in Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo, che ha dato se stesso come Cibo e come Bevanda alla maniera del “Pio Pellicano” che lacera le sue Carni per il nutrimento dei propri figli. Se è vero che i giovani sono il futuro, allora ascoltate il monito dei tanti giovani che hanno il desiderio di unirsi sempre di più al Signore Gesù nella preghiera, nella contemplazione dei Divini Misteri e nel sacramento della Confessione. Abbiate cura, cari pastori, di ascoltare, ve ne imploriamo, le voci accorate di questi giovani della Sardegna che vi chiedono semplicemente questo: di donar loro Gesù.

Da Cooperatores veritatis ha detto...

Tuttavia appare evidente che al punto 2: “constatando che gli Istituti e le Comunità religiose che celebrano abitualmente nella forma straordinaria, hanno trovato oggi una propria stabilità di numero e di vita…” , ci troviamo davanti ad una vera presa in giro.

E’ infatti invece risaputo che chiunque celebri o celebrasse, o solo richiedesse, di volgersi al rito antico, affezionati all’Usus Antiquior del Rito Romano, viene e verrebbe allontanato, sospeso, sciolto….  e non è solo un fatto di cui abbiamo numerose prove la cui, la più immediata è la sorte infausta caduta sui Frati Francescani dell’Immacolata (FFI) il cui Fondatore, Padre Stefano Maria Manelli è ancora oggi agli arresti domiciliari senza alcun specifico atto d’accusa, ma si tratta anche di eliminare, così, un ufficio che per questi Gruppi era punto di riferimento contro l’abuso di potere dei Vescovi che continuano a vietare l’uso della Messa di sempre. E vi è da considerare che tutti – o quasi – gli Istituti che hanno preso a cuore il rito antico…. sono stranamente commissariati…. mentre nessun Istituto che non fa della Tradizione la propria vita è stato mai oggetto di visite… e qui ci fermiamo seguendo il famoso detto: pensare male è peccato, ma qualche volta ci si azzecca.

Il Papa, nel Motu Proprio non affronta questo problema, al contrario, da per scontato che la situazione è risolta, definendo ogni questione ad essa relativa, completamente chiusa, non più discutibile, ma a vantaggio di chi, si capisce bene: dei Vescovi che non vorranno che si celebri nella propria diocesi il rito antico.

Dall’altra parte però, non bisogna sottovalutare che – alla FSSPX – questo problema dei “Gruppi stabili” nella Chiesa, non interessa nulla e questo è onesto dirlo e chiarirlo. Non saremo troppo “cattivi” se volessimo affermare che la FSSPX ha sempre voluto e vuole il monopolio della “Tradizione” e della Messa nel rito di sempre… Dimenticando che, fin dal 1988, l’allora Ratzinger con Giovanni Paolo II accolsero la Fraternità Sacerdotale San Pietro (FSSP) con “Diritto Pontificio“, la quale poi, lo stesso Benedetto XVI, arricchì ed impreziosì di una Parrocchia Pontificia, vedi qui, la prima nel suo genere, a Roma.

Come si evolverà la situazione?

Riteniamo utile e produttivo che si appoggi e si sostenga la FSSP, la San Pietro…. e questo per ovvi motivi fra i quali non solo la certezza e l’assicurazione di poter avere in futuro Sacerdoti in grado di offrirci e assicurarci questo Rito e la sana Dottrina che ne consegue, ma anche per rafforzarci in un grande Gruppo stabile (fermo restando ad ognuno il diritto di avere una sua propria identità e specificità) che solo crescendo potrà influire positivamente nella formazione e Tradizione delle future generazioni.

E.P. ha detto...

Dopotutto l'Ecclesia Dei non serve a molto visto che il problema principale è sempre lo stesso: la carenza di sacerdoti desiderosi di celebrare santamente il Divin Sacrificio secondo la forma tradizionale.

Marisa ha detto...

OT:

Sta per scoppiare una nuova bomba in Vaticano.

https://apostatisidiventa.blogspot.com/2019/01/sorprendenti.html

Anonimo ha detto...

https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_gennaio_19/cambio-coro-cappella-sistina-papa-toglie-l-incarico-padre-georg-1b16640e-1c32-11e9-8b25-c65404620788.shtml

mic ha detto...

Per Cooperatores veritatis:
Riteniamo utile e produttivo che si appoggi e si sostenga la FSSP, la San Pietro…. e questo per ovvi motivi fra i quali non solo la certezza e l’assicurazione di poter avere in futuro Sacerdoti in grado di offrirci e assicurarci questo Rito e la sana Dottrina che ne consegue, ma anche per rafforzarci in un grande Gruppo stabile (fermo restando ad ognuno il diritto di avere una sua propria identità e specificità) che solo crescendo potrà influire positivamente nella formazione e Tradizione delle future generazioni.

Sostenere la FSSP, come pure tutte le altre realtà Ecclesia Dei, significa rinunciare ad ogni dibattito ecclesiale (al quale peraltro, inesorabilmente, mai è stato dato spazio nella chiesa del post-concilio) sulle distorsioni operate nella dottrina dagli ormai noti e mai troppo vituperati 'bachi' conciliari... Del resto tutte queste realtà, che di fatto rinnegano la testimonianza ad extra alla Tradizione propria della FSSPX, sono state appoggiate proprio a questa specifica condizione.
Perciò almeno non illudiamoci! Resta da vedere cosa succederà; ma l'aria che tira anche tra i nostri sacerdoti mi fa molto soffrire...

Un passo in più verso il delirio ha detto...

La parrocchia Santa Maria di Caravaggio di Milano apre le porte della chiesa per far predicare all'imam Pallavicini il Gesù dell'islam: un profeta e niente più. Il tutto con la scusa dell'anniversario dell'incontro tra San Francesco e il Sultano. Che fu l'esatto contrario di quanto accaduto l'altra sera. Invece che preoccuparsi dell'evangelizzazione dei musulmani, come fatto dal poverello d'Assisi, si punta sulla coranizzazione dei cattolici.