Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 12 agosto 2019

Card. George Pell: “Amazzonia o non Amazzonia, in ogni luogo, la Chiesa non può permettere alcuna confusione”

Nella nostra traduzione da Catholic News Agency l'articolo di Ed Condon sulla lettera che il card. George Pell ha scritto in ringraziamento ai sostenitori per le loro preghiere, dicendosi “turbato” per i preparativi del prossimo sinodo in Amazzonia. Vedi indice articoli precedenti.

Il cardinale George Pell ha scritto una lettera di ringraziamento ai sostenitori per le loro preghiere, dicendo che è “turbato” dai preparativi per il prossimo sinodo in Amazzonia.
Il testo manoscritto della lettera di due pagine – le cui immagini sono state condivise da CNA e confermate da fonti vicine a Pell – è stato distribuito tra un gruppo dei più stretti sostenitori di Pell in Australia.
Nella lettera, datata 1° agosto, scritta dal Melbourne Assessment Prison, il cardinale dice tra l’altro che nella detenzione è stato sostenuto dalla sua fede e dalle preghiere dei fedeli, e che offre la sua sofferenza in carcere per il bene della Chiesa. 
Egli scrive: “La consapevolezza che la mia piccola sofferenza, attraverso l'unione alla sofferenza di Gesù, possa essere usata per un buoni fini è per me fonte di scopo e di senso”. “Le sfide e i problemi della vita ecclesiale devono essere affrontati con lo stesso spirito di fede”.

Pell continua dicendo che “abbiamo motivo di essere turbati dall’Instrumentum Laboris del Sinodo amazzonico”, pubblicato a giugno in vista della riunione di ottobre.
Quel documento, fonte di notevoli discussioni e commenti, riguarda anche la discussione sul tema dell’ordinazione dei cosiddetti viri probati, o “uomini di provata fede” sposati, per rispondere alla carenza di vocazioni sacerdotali.
L'Instrumentum laboris, che chiede “una Chiesa con un volto indigeno”, raccomanda inoltre che il Sinodo identifichi “un ministero ufficiale da conferire alle donne, tenendo conto del ruolo centrale che esse svolgono nella chiesa amazzonica”.
“Questo non è il primo documento di scarso valore prodotto dalla segreteria del Sinodo”, scrive Pell. 
Il cardinale, evidentemente riferendosi al nutrito dibattito e alle critiche suscitate dall’agenda proposta dal Sinodo – che ha incluso anche alcuni inviti a modificare la materia da usarsi per celebrare la Messa [qui] – rileva anche che “il card. G. Müller, già [prefetto] della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha scritto un’ottima critica” [qui - qui]. 
“Non sono un esperto della regione”, afferma Pell, pur rilevando di aver viaggiato in alcune sue parti, ma avverte che “come in Amazzonia, molta acqua deve ancora scorrere prima del Sinodo”. “Un punto è fondamentale: la Tradizione apostolica, l’insegnamento di Gesù e degli Apostoli, tratto dal Nuovo Testamento e insegnato da Papi e concili, dal Magistero, è l’unico criterio dal punto di vista dottrinale per ogni insegnamento su dottrina e prassi”, aggiungendo: “Amazzonia o non Amazzonia, in ogni luogo, la Chiesa non può permettere che alcuna confusione, e tanto meno alcun insegnamento contrario, danneggi la Tradizione Apostolica”.
Il cardinale ha sottolineato la necessità dell’unità negli elementi essenziali dell’insegnamento di Cristo, invocando anche la carità in ogni cosa. “Dobbiamo sempre ricordare che la Chiesa è una sola, non solo nel senso che le buone famiglie rimangono unite, qualunque siano le loro differenze, ma perché la Chiesa di Cristo è fondata nella Chiesa cattolica, che è il corpo di Cristo”.
Dopo la condanna, nel dicembre dello scorso anno, del tribunale della contea di Victoria per cinque capi d’accusa per abusi sessuali su minori, a marzo Pell è stato condannato a sei anni di carcere, di cui deve scontare almeno tre anni e otto mesi.
Esperti legali e commentatori hanno discusso il peso delle prove prodotte contro Pell durante il processo, osservando che la condanna si basa esclusivamente sulla testimonianza di una delle presunte vittime di Pell.
È stata inoltre attirata l'attenzione sulla plausibilità degli apparenti crimini di Pell, in cui si suppone che abbia abusato sessualmente di due adolescenti contemporaneamente nella sagrestia della cattedrale di Melbourne dopo la Messa, in un momento in cui lo spazio sarebbe stato sia affollato di persone che esposto a vista.
Contro il verdetto è stato immediatamente interposto appello dai legali di Pell che fa quel momento è rimasto in prigione.
Il 5-6 giugno, i giudici della Corte suprema di Victoria hanno ascoltato l'appello di Pell contro la decisione della giuria. Dopo ampie discussioni da entrambe le parti, i pubblici ministeri sembravano vacillare sotto l'interrogatorio da parte dei giudici. 
Indirizzato dal presidente della corte, giudice Chris Maxwell, il principale avvocato dell'accusa ha faticato a spiegare ciò che il giudice ha definito "estremamente improbabili" le circostanze dei presunti crimini di Pell.
I giudici stanno valutando la loro decisione dall'udienza di giugno. Fonti vicine al caso hanno riferito alla CNA che è prevista una decisione entro le prossime due settimane.
Nella lettera, Pell afferma di aver ricevuto tra 1500 /2000 messaggi di sostegno durante il suo periodo di detenzione e che intende rispondere a tutti. 
Le preghiere e le lettere dei fedeli, ha detto, "recano immensa consolazione, umanamente e spiritualmente".
"La mia fede nel Signore, come la tua, è fonte di forza".
[Traduzione a cura di Chiesa e post-Concilio]

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Card. George Pell: “Amazzonia o non Amazzonia, in ogni luogo, la Chiesa non può permettere alcuna confusione”
Mi pare, Cardinale Pell, carissimo nel Signore, che non abbiano, in alcun modo, provato a chiedere il permesso di farlo.
Lo hanno fatto d’ufficio, come se si trattasse di un dovere ineludibile.
Gesù, pensaci Tu, però !
Annalisa Lucchetti

Anonimo ha detto...

Alzarsi il mattino e domandare,
di rendersi conto di ciò che è accaduto.
Di ciò che accade.
Del mistero dell'esistere, del perché di quest'ora che passa, di ciò cui si è chiamati.
Del dolore, del desiderio, di ciò che è dato, di ciò che sempre manca.
Perché tutto possa tornare a splendere, di bellezza in bellezza, mentre si consuma.
Un incanto che non trattiene.
E mentre lo contempli muove, e consola l'esistere, e ti strappa via dalla noia e dalla solitudine, ti immerge nell'Essere.
E la consumazione inesorabile fiorisce, allora, in offerta e sacrificio.
Perché si deve pur vivere,
e morire. Sapendo perché e per Chi.
(Franca Negri)

Anonimo ha detto...

....occorrerebbe far notare all' eminentissimo e ai tanti che nella chiesa si stracciano le vesti da 6 anni a questa parte che i problemi sono nati ormai da 50 anni, concepiti abilmente ben prima....
Siamo solo all'epilogo, allo stadio finale o almeno speriamo, per Fede ne siamo certi che questa farsa e questa messa in scena miserevolmente avrà termine...

Fuori tema vorrei suggerire, come già circola in rete da qualche giorno l'invito, di consacrare l'Italia al Cuore Immacolato di Maria proponendo il testo che di tale consacrazione fecero i vescovi italiani negli anni '50.
Potrebbe farsi il 15 agosto....
L'ora che il nostro paese sta vivendo è preoccupante.

Anonimo ha detto...

Mic, potrebbe proporre il testo della consacrazione in un post?

Anonimo ha detto...

Domani, 13 agosto, San Marco D'Aviano che ha salvato Europa Cristiana. Affido a lui noi tutti, l'Italia; l'Europa e la Lega di Salvini

Anonimo ha detto...

https://innamoratidimaria.wordpress.com/2014/09/13/consacrazione-dellitalia-al-cuore-immacolato-13-settembre-19592014/amp/

Quest'anno 60 anni....
1959....e soli 10 anni dopo Maria e l'Eucaristia quasi ignorati .....

Anonimo ha detto...

Liberarsi dai grillini (articolo di MV uscito il mese scorso su Il Borghese)

Non so come finirà la crisi al buio che si è profilata dopo le elezioni europee. Ma una cosa sento di dirla sopra tutte e a prescindere da qualunque cosa accadrà: è bene che quest’anno “bellissimo”, come lo annunciò il premier Conte, sia l’anno in cui i grillini usciranno dal governo e non metteranno più piede nei luoghi di comando e di alta rappresentanza dell’Italia. All’opposizione ci possono pur stare, perché a protestare possono pure avere un loro residuo senso. Ma è necessaria una diffida politica, elettorale, popolare perché non osino più avvicinarsi alle istituzioni e alla guida del Paese. Perché sporcano, infangano, discreditano lo Stato, le Istituzioni, la storia, la cultura, i simboli della nostra Patria e insieme bloccano, frenano, deprimono la vita e le opere di questo Paese. Con l’aggravante che tutelano, col loro pauperismo straccione, solo l’Italia parassita, fancazzista e rancorosa o nella migliore delle ipotesi, l’Italia più misera e plebea, con sussidi puramente assistenziali. Salvo allinearsi agli europotentanti e a tutti gli altri partiti dell’establishment per eleggere la presidente della commissione europea.
....
Marcello Veneziani

Amici della Tradizione Cattolica - Forlì ha detto...

Lo ribadiamo: per noi è stato condannato un innocente e - per quanto possibile ad un conciliare - un vero leone della Fede. Grazie Eminenza!

fabrizio giudici ha detto...

Il card. Pell rischia grosso con questa lettera, perché se ho capito bene in Australia, o meglio nel Territorio dove è stato processato ed incarcerato, sono civilissimi perché non c'è la pena di morte per gli assassini, ma una persona incarcerata nelle condizioni del Cardinale - ovvero in attesa di esito dell'appello - non può avere contatti con l'esterno e non può neanche scrivere lettere, private o pubbliche, neanche se le sottopone a censura preventiva. Dunque ha commesso un reato e qualcuno potrebbe fargliela pagare. Evidentemente il cardinale non ha neanche pensato che gli conveniva non mettersi in questa situazione per non irritare i giudici che devono ancora pronunciarsi sul suo appello, ma ha solo pensato al proprio dovere di rendere testimonianza alla Verità. Un esempio di eroismo cristiano dinanzi al quale preti, vescovi e cardinali pavidi dovrebbero sprofondare dalla vergogna.

anelante ha detto...

Se il card.Pell è una delle vittime di questa orribile guerra ove si usano i giudici rossi come bombe,preghiamo che Dio lo liberi come già liberò Pietro dal carcere x le suppliche dei credenti,contro la chiesa deicida che arresta ed uccide oggi come allora.Il coraggio ci vuole x tutti oggi,come allora,contro i sadducei,erodiani e farisei attuali.

Valeria Fusetti ha detto...

D' accordo con Fabrizio e Anelante. Il card. Pell ha pensato, ed agito, da vero pastore: prima la pecora perduta. Che il Signore gli renda merito, in quanto a noi, se già non lo facciamo, inseriamo nelle nostre preghiere. Che il Signore ci mandi dei Sacerdoti. Che il Signore ci mandi molti Sacerdoti, Che il Signore ci mandi molti, santi Sacerdoti. E ringraziamoLo per quelli che già ci ha dati. In cordibus Jesus et Mariae.

irina ha detto...

Il Signore sta sfilando i 'Suoi' dalle grinfie delle legioni demoniache vaticane, un altro della schiera dei 'messi da parte' è il Card. Pell., meglio in galera che nella romana cloaca vaticana.

Anonimo ha detto...

Che si possa condannare un uomo senza prove e senza testimoni,a distanza di così tanto tempo , è sempre una mostruosità.E' che dei giudici lo possano fare senza provare alcun rimorso anzi cercando di spiegare il perché ed il percome siano giunti a quella sentenza, è qualcosa di diabolico. Ormai in tanti tribunali e per determinati reati non c'è la presunzione di innocenza ma vale la presunzione di colpevolezza.C'è un vecchio film di Tognazzi e Gassman "In nome del popolo italiano" che dovrebbe essere mostrato spesso a quei giudici
(non solo australiani)che ,lautamente stipendiati dal popolo,usano la giustizia a loro piacimento.Siamo giunti al paradosso che l'opinione pubblica condanna ogni tipo di autorità ma delega dare ogni potere a uomini che hanno vinto un concorso e sono entrati in magistratura.

Anonimo ha detto...

....è bastato questo per aggiungere il cardinale australiano alla lista dei porporati che si sono pronunciati apertamente contro l’”Instrumentum laboris”, assieme a Müller e a Walter Brandmüller.

Papa Francesco non ha finora degnato di un cenno queste critiche.

Della lettera di Pell si sono prontamente occupate, invece, le autorità carcerarie, per accertare se il prigioniero non abbia violato il divieto di accedere ai social media.

In realtà la lettera, che porta la data del 1 agosto, è entrata nei giorni successivi nel circuito on line ad opera di coloro che l’hanno ricevuta.

A darne notizia su larga scala è poi stata Catholic News Agency con un primo servizio del 9 agosto e poi, il 12 agosto, con la pubblicazione integrale del testo.