L’XI Rapporto sulla Dottrina sociale della Chiesa nel mondo [qui] dell’Osservatorio Cardinale Van Thuân è dedicato a “Popoli, nazioni, patrie: tra natura e artificio politico” (Cantagalli, Siena 2020). Tra i saggi che lo compongono spicca il corposo studio del Prof. Mauro Ronco dal titolo: “La patria italiana nel nuovo millennio”, che qui viene recensito.
Il Rapporto (14 euro) può essere acquistato scrivendo a info@vanthuanobservatory.org e verrà ricevuto per posta senza spese postali aggiunte.
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Come ricordato, tanto succintamente quanto efficacemente, dall’arcivescovo Giampaolo Crepaldi nell’Introduzione all’XI Rapporto sulla Dottrina Sociale della Chiesa, interrogarsi sulla consistenza dei concetti di popolo, nazione e patria si rivela, soprattutto oggi, di importanza vitale. La caduta in disuso di questi termini – patria in modo particolare – sembra aver moltiplicato l’utilizzo degli aggettivi derivati, con intento il più delle volte strumentale.
Infatti la comunicazione mediatica abbonda di ‘populismi’ e ‘nazionalismi’, più raramente di ‘patriottismi’; ma gli -ismi, si sa, sono fonti di guai, terreno fertile per generalizzazioni guidate, ovvero per gettare discredito sulle idee – spesso nobili – espresse dai sostantivi originari. Soprattutto per annichilire – letteralmente: svuotare di senso lasciando un guscio vuoto di nulla – esattamente quelle buone idee divenute scomode.
Il fenomeno dell’utilizzo strategico del linguaggio è ben noto al giurista torinese Mauro Ronco, avvocato, Professore emerito di Diritto Penale, presidente del Centro Studi intitolato al giudice Rosario Livatino (1952-1990). Il suo saggio esordisce precisamente con questa considerazione: “È difficile oggi parlare della patria. Per dirne seriamente qualcosa occorrerebbe scrostare delicatamente dagli occhi la patina opaca che […] il nichilismo anti-familiare impedisce di riconoscere e di amare”.
L’avversione per “l’amor di patria” affonda le sue radici culturali nella stessa Rivoluzione che – non potendo rovesciare il trono della signoria di Dio – si accontentò di rovesciare i troni delle umane, e ormai troppo umane, monarchie europee. Così, di tappa in tappa, il processo di ribellione e di rivendicazione dell’auto-nomia del singolo che porta alla ‘morte del padre’, che nella Rivoluzione sessantottina scardina l’idea stessa di Autorità, non poteva che colpire anche la figura della Patria, intesa come la terra dei padri. Accusata di essere retaggio obsoleto di reazionari e sentimentali, ha perso consistenza “la verità della cosa che si chiama col nome di patria”. Che la verità, e la sua onesta ricerca, abbia perso consistenza non è certo una novità: che cosa mai può essere cercato se si pre-suppone che non esista? Quando anche sul ‘bene’ è difficile concordare, è impossibile riconoscere il legame tra l’amore per la patria e il bene comune: il bene per coloro che ci sono “familiari”, che ci sono padri e di cui ci si riconosce figli e dunque fratelli. Così scompaiono la iustitia e la pietas, parole latine che l’autore ricolora in una traduzione che è anche esegesi del loro significato e nesso più profondi.
Mauro Ronco evidenzia che non si tratta di una sdolcinata nostalgia di cose perdute, perché come per tutte le cose vere esiste un “dinamismo” della patria: un patrimonio (la fecondità della radice pater) che chiede di non essere dissipato, certamente difeso e conservato, meglio se accresciuto tale e quale ai talenti di evangelica citazione. Non c’è tesoro ereditato che non esiga di essere ben curato.
Da questa responsabilità di dono ricevuto, che la ragione ha conosciuto come buono, consegue il dovere di “custodia della patria”. Sembra anacronistico, e talvolta suscita disapprovazione, un linguaggio che utilizzi i termini dello scontro, della difesa, del combattimento. Eppure non c’è alternativa per chi ammetta l’esistenza di un bene e di un male, che di natura sono distinti e opposti, e destinati a confliggere. Militia est vita hominis super terram (Gb 7,1). Ammettere che i nemici esistano non implica essere violenti, significa piuttosto fare opera di discernimento e accettare anche di mettere in discussione con franchezza certo mortifero status quo che opprime le risorse intellettuali, morali e anche economiche di una patria.
Il che comporta una faticosa opera di purificazione della memoria, con “Gli idoli che vanno abbattuti”. È un duro e documentato atto di accusa, quello che Mauro Ronco compila nell’ultima parte del suo saggio, sulla base delle pietre fondative della Dottrina sociale della Chiesa, in merito ai tradimenti di governanti e lobby internazionali che hanno depauperato il grande patrimonio economico non meno che culturale dell’Italia.
C’è spazio per riconquistare libertà, per consentire il recupero del vero, del bello, del giusto, se solo si avrà l’ardire di alzare gli occhi e il cuore a Dio, il Padre che ci assicura una patria celeste dopo quella terrena.
Chiara Mantovani - Fonte
12 commenti:
"In tante subculture cattoliche vi sono da un lato il critico-distruttore, in genere un chierico o teologo, maschio o femmina, di recente generazione, con infarinatura di biblista e senza formazione dogmatica, insomma, un ideologo, e dall’altro una maggioranza, chierici e laici, che usa slogan radicali ma ambisce a risultati più a portata di mano. Anche molti vescovi partecipano di questa oscillazione pragmatica, piuttosto che del radicalismo delle leadership eversive. In Germania sembrano la quasi totalità".
Pietro De Marco
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2020/06/08/dal-sinodo-di-germania-al-monastero-di-bose-anatomia-delle-rivoluzioni-cattoliche/
Chi aiuterà un popolo scientemente ed ipocritamente corrotto e piegato a ritrovare se stesso, i padri e la Patria? Dove sono le parole? dove gli esempi? Rimane la polvere delle urne deserte ormai di ogni forte animo che davanti ad esse si soffermi.
L'aspetto nuovo
Con le sardine inginocchiate con il pugno alzato contro il razzismo, iniziano i riti collettivi di questa contro-società che nasce davanti ai nostri occhi.
Di dittature e tirannie nella storia ce ne sono state tante e tutte molto simili:
tutte hanno controllato la popolazione, hanno ridotto in diversi modi l'uomo ad animale, hanno vietato il dissenso e eliminato gli oppositori.
In tutti questi aspetti non c'è niente di nuovo nella dittatura tecnocratico-sanitaria che si sta imponendo oggi.
L'aspetto differente rispetto al passato è che questa volta questa diabolica contro-società vuole dirsi "cristiana" e avrà l'approvazione delle gerarchie cattoliche. Questo è l'aspetto più inquietante e l'elemento più ingannevole per la gente comune, quello che sta permettendo al potere di procedere ad una velocità e intensità impensabili in altri tempi.
Ecco i falsi pastori che ci tranquillizzato con le loro parole: "fidatevi delle autorità" , "osservate le regole", "niente sarà come prima"; ci accarezzano come accarezzerebbero un gattino prima di un abbandono, ci calmano come farebbero con un morente prima di un'iniezione letale, vogliono farci credere dolcemente alla bontà del male.
Questa contro società si presenta come "cattolica" per ridurre gli uomini ad animali controllati, umiliati, inginocchiati, e tutto questo chiedendo loro una vera e propria "adesione religiosa".
D'altronde una contro-società che nasce grazie ad una contro-chiesa, vuole necessariamente una contro-fede.
https://terranostra2.home.blog/2020/06/06/dumb-le-basi-militari-sotterranee-americane-trasformate-dallelite-in-prigioni-di-bambini/?fbclid=IwAR3CAeOI8F10PE1vK1B954PEQurIzBph5OqHUii4yhGaGku9Qwfw-PlKcsY
club pedofili con bombe in questo caso utili. Grazie a Trump.
Mamma mia questo e' l'impero delle tenebre !
Dio ci scampi e liberi
Chi asserisce l’impossibilità di pregare “contro” qualcosa delinea una Chiesa sommersa da un'onda pacifista. Ma tutto questo ha una sua causa nel periodo conciliare quando si decise di togliere dal Breviario i cosiddetti salmi imprecatori perché non adatti all'uomo moderno. Eppure, nascondere quei passaggi della Scrittura dove l'amore divino non accetta nessun compromesso con il male ha forgiato giorno dopo giorno una “spiritualità” che non capisce più il dramma del peccato.
(Il Pensiero cattolico)
Sul Concilio Vaticano II non sono scese lingue di fuoco, come sugli Apostoli riuniti insieme, ma un ruscello di fuoco, un Feuerbach» (Nicolas Gomez Davila, Escolios).
Non solo intollerabile in linea di principio; ma ormai insostenibile concretamente!
"Le ONG, quelle tanto simpatiche a Palamara e soci, stanno per traghettare 30mila ospiti in terra italiota! Lamorgese ha intonato la solita litania " l'Europa deve dividersi i graditi ospiti ", litania che tanto successo ha avuto fino ad ora! Lamorgese, di fronte ad una perdita d'acqua in un appartamento, invece di bloccare la perdita pretende che tutti i condomini si prendano e si dividano l'allagamento! E fino a quando? Fino a rimanere annegati tutti? Le solite strane pretese dei sinistrati, ma d'altronde se non fossero strani non sarebbero neanche sinistrati!"
Manipolazione mentale, antifa e distruzione della società occidentale.
E' tutta gente prezzolata, venduta. Personalmente non mi aspetto da costoro che il tradimento e la menzogna, il loro sembiante lo trovo di giorno in giorno più ributtante.
E la famiglia e la patria?
In ambito cattolico, la famiglia e la patria ha cominciato a demolirle il Vaticano II.
Mutando il senso del matrimonio cattolico, dal momento che la procreazione e l'educazione dei figli non ne è più il fine primario bensì solo "il coronamento" dell'unione psicofisica degli sposi. Adesso siamo arrivati alla Comunione ai divorziati risposati conviventi e praticanti, al sacrilegio perpetrato con l'autorizzazione della autorità ecclesiastica.
DAndo alla Chiesa l'obiettivo di realizzare l'unità del genere umano senza più cercare di convertirlo a Cristo, non più quella di formare nazioni cattoliche in ogni parte del globo; unità del genere umano da perseguirsi con l'ecumenismo, il dialogo con le altre religioni, con il favorire l'avanzata poi diventata invasione di quello che al tempo si chiamava "terzo mondo", con il modificare ad hoc la struttura istituzionale della Chiesa modificando anche il senso del papapto, con le riforme liturgiche, creando cioè una Messa che indirizzasse anch'essa all'unità del genere umano in quanto celebrabile con i membri di altre religioni....
T.
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