Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 4 giugno 2020

«4 giugno 1989-2020. Ora devo dire cos’è successo a Piazza Tienanmen»

Attenzione, perché la Cina è più vicina di quanto non si possa credere... L'articolo è dello scorso anno; ma l'anniversario ci parla ancora e la testimonianza è sempre attuale.

Jiang Lin, ex colonnello dell’Esercito popolare di liberazione, racconta il massacro del 4 giugno 1989: «La brutalità di quella notte mi ha scioccata. La visione era insopportabile: come se stessero violentando mia mamma»
Sono passati 31 anni dalla strage di Piazza Tienanmen. 
Sono passati 31 anni da quel 4 giugno 1989, quando il regime comunista ordinò all’esercito di massacrare gli studenti, che a centinaia di migliaia si erano assiepati sotto il grande ritratto di Mao Zedong per chiedere più libertà di stampa, democrazia e meno corruzione. L’esercito annientò la più grande manifestazione pacifica di popolo della storia nel modo più orribile: inseguendo gli studenti inermi alle spalle, quando già avevano abbandonato la piazza.

LA GRANDE CENSURA
Ancora oggi il regime nega il massacro, dove sono morti, a seconda delle stime, tra i 300 e i 10 mila cinesi. Ancora oggi il partito comunista impedisce al suo popolo di conoscere la verità, censura internet e i libri di storia, arresta gli attivisti che chiedono al governo di riconoscere le sue colpe e vieta alle famiglie di commemorare e piangere le vittime. Nonostante tutti gli sforzi, però, l’esecutivo guidato da Xi Jinping non può impedire ai protagonisti che hanno vissuto quei giorni drammatici di gridare la verità.
Jiang Lin, 66 anni, è rimasta in silenzio per 30 anni. Colonnello dell’Esercito popolare di liberazione al tempo del massacro, decise nel 1989 di non partecipare alle operazioni e di percorrere le vie attorno a Tienanmen per documentare l’offensiva dei carri armati. Jiang ha sentito sibilare le pallottole dei fucili, ha visto i cingolati falciare gli studenti e i cadaveri ammassati lungo le strade in mezzo a pozze di sangue.

«DOBBIAMO PARLARE DEL 4 GIUGNO»
Dopo 30 anni passati a tacitare la sua coscienza, Jiang ha deciso di raccontare ciò che ha visto al New York Times e di rivolgere un appello pubblico al partito comunista perché ammetta le sue terribili colpe. «Il dolore mi ha divorato per 30 anni, tutti coloro che hanno partecipato al massacro devono parlare di quello che è successo. Lo dobbiamo ai morti, ai sopravvissuti e ai figli della Cina del futuro».
Figlia di un generale, Jiang è entrata nell’esercito a 16 anni, intraprendendo la carriera di giornalista militare. Il colonnello racconta che il generale Xu Qinxian, comandante del 38esimo battaglione, si rifiutò di guidare le sue truppe nel centro di Pechino dopo l’introduzione della legge marziale. Insieme ad altri sei comandanti firmò una lettera in cui si dichiarava contrario e la inviò alla Commissione militare centrale: «L’Esercito di liberazione del popolo è l’esercito del popolo e non dovrebbe entrare in città o sparare sui civili».

MORTI A DECINE E DECINE
La lettera non sortì alcun risultato e l’esercito entrò a Pechino il 3 giugno, circondando la piazza. In quelle ore cruciali Jiang smise i panni del militare e indossò quelli civili per fare il suo lavoro di giornalista, correndo il rischio di essere uccisa insieme agli altri manifestanti. Nei pressi della piazza – in mezzo a spari, esplosioni, roghi e grida – venne aggredita da una decina di militari e picchiata.
Trasportata in ospedale su una bicicletta, vide arrivare morti e feriti a decine e decine. «La brutalità di quella notte mi ha scioccata. La visione era insopportabile: come se stessero violentando mia mamma. Una follia. Come si potevano usare carri armati e mitragliatrici contro il popolo?».

TEMPI DEDICA UNO SPECIALE A TIENANMEN
Nei mesi successivi al 4 giugno 1989, Jiang è stata interrogata più volte dalle autorità e arrestata per aver scritto un resoconto dettagliato di ciò che ha visto, pur non avendolo mai pubblicato. Per anni ha atteso una pubblica ammenda dei leader comunisti. Che non c’è mai stata. E oggi, che ha abbandonato il paese, afferma: «L’immenso potere del partito comunista è costruito sulla sabbia. Se puoi continuare a negare di aver massacrato il popolo, ogni menzogna è possibile. Più di una volta ho sognato di visitare Tienanmen vestita a lutto e di lasciare in piazza un mazzo di gigli bianchi».
Jiang sottolinea l’importanza di non dimenticare gli eventi del 4 giugno. Ed è per questo che la prossima copertina di Tempi sarà dedicata a Piazza Tienanmen. Il numero conterrà uno speciale con la preziosa testimonianza di Zhou Fengsuo, leader degli studenti, dichiarato dopo il massacro nemico pubblico numero 5 dal regime. A Tempi ha parlato anche Albert Ho Chun-yan, attivista e politico che a Hong Kong ha fondato il Museo del 4 giugno, l’unico luogo sotto il controllo della Cina dove si può conoscere la verità su Tienanmen senza essere arrestati: «Noi abbiamo il compito di cercare la verità e utilizzare quel poco di libertà che ancora ci resta per comunicarla. Dobbiamo farlo per tutti quei cinesi ridotti al silenzio dal regime e per dimostrare a Pechino, e al mondo intero, che non abbiamo dimenticato quello che è successo nel 1989. Non dimenticheremo mai Piazza Tienanmen». Leone Grotti - [Fonte]

17 commenti:

mic ha detto...

http://www.asianews.it/notizie-it/La-veglia-di-Tiananmen-a-Hong-Kong,-nonostante-il-divieto-della-polizia-50244.html

La veglia di Tiananmen a Hong Kong, nonostante il divieto della polizia
di Paul Wang
Gli organizzatori invitano la popolazione ad accendere candele ovunque e partecipare a raduni online. Gruppi di otto persone – unico numero consentito dalle regole anti-pandemia – si raduneranno nel Victoria Park, come ogni anno. I motivi “sanitari” strumentalizzati per attuare una censura sull’evento, unico nel mondo cinese. Online anche la messa per i caduti di Tiananmen e un incontro di preghiera, che si teneva di solito prima della grande veglia.

Ireneo ha detto...

Mi sono chiesto con enorme curiosità negli ultimi 2/3 anni se la Cina fosse la speranza per l'umanità della liberazione dall'anglo - globalismo della Cabala, già la persecuzione dei Cattolici cinesi mi aveva fatto capire a fine 2019 che il Regime era una dittatura ("chi non è con noi, è contro di noi"), la pandemia-coronavirus mi ha tolto ogni dubbio. Trescano insieme, nello stesso brodo di coltura, globalismo, dittatura tecno-sanitaria, ateismo, nelle Logge Coperte di cui fanno parte insieme. Xi Jingping un'enorme delusione. Si sono occidentalizzati, nel peggio della cultura occidentale.

Anonimo ha detto...

"Il governo non ci permette di credere in Dio. Xi Jinping segue la stessa via di Mao Zedong, che perseguitava tutte le credenze religiose e faceva uccidere i credenti. Chi non obbedisce al presidente che ordina di non partecipare a incontri religiosi viene arrestato e finisce in carcere". Cristiana Li

We remember Tiananmen ha detto...

"4 giugno 1989 Piazza Tiananmen, Pechino.
Una delle immagini più potenti della storia, un atto di eroismo nel bel mezzo di un massacro a cui il mondo assistette inerme e rimasto senza colpevoli.
A Hong Kong il regime comunista ne ha proibito il ricordo.
In giorni in cui il regime globalista celebra i manigoldi e terroristi che su commissione vorrebbero abbattere quello che resta delle democrazie occidentali.
La libertà non sarà gratis".

Anonimo ha detto...

Se avessi la macchina del tempo manderei indietro al 4 giugno 1989 gigino, peppino e jorgino a Pechino, piazza Tienanmen, per vedere l'effetto che fa.

Anonimo ha detto...

Ho letto che Xi Jmping ebbe il padre arrestato e pure lui visse alcuni anni in un campo, attendiamo a giudicare, la cabala è una priovra multitentacolare che si aggrappa a tutti coloro che si lasciano corrompere, sta in Cina, in Russia, in Corea, in America, in Inghilterra ed in Germani,Italia, Francia…. Quindi non è facile smaltire una potenza ormai addentrata nei gangli di tutti gli stati. Se Xi vuole combattere la cabala deve essere astuto perché i mass media mondiali sono in mano ad essa, vedasi in Italia. E la storia è stata scritta dalla cabala vincente che cerca ancora di scriverla...ma il popolo sta capendo...se il popolo capisce allora Xi può fare, Trump può fare, Putin può fare….contro la bestia. Vinceranno perché lo dice la Sacra Scrittura ma a quali costi? Apriamo gli occhi...avvisiamo a proposito e sproposito (le app cambiano il dna, i tamponi servono loro per il dna). Dimenticavo che anche il Kim Jong è con Trump, si dice. Il popolo li aiuti.

Anonimo ha detto...

Antonio Socci su Twitter
Intanto, nell'anniversario del massacro di Tienanmen, il regime cinese reprime la libertà di Hong Kong nel silenzio della Sinistra. Anzi, il regime va fortissimo e raccoglie simpatie in Occidente, a cominciare dal Vaticano

A proposito di regime ha detto...

Siamo al regime. La prova provata? Eccola, avverte Giorgia Meloni dai suoi profili social: «Leggo che la Digos starebbe visionando tutti i video della manifestazione che abbiamo fatto a Roma il 2 giugno; per mandare multe e sanzioni a chi ha partecipato». È inaccettabile. Commenta la leader di FdI: «Quando tutti eravamo in casa e non si poteva neanche partecipare ai funerali dei propri cari, ci sono state centinaia di persone che sono scese in piazza per manifestare il 25 aprile. Nessuna multa per loro».

Meloni: «Ma vi sembra normale?»
Ma non è il solo episodio: «Nessuna multa quando hanno sfilato i centri sociali, nessuna multa quando decine di persone si assembravano da Conte… per inaugurare l’ultima campata del ponte di Genova. Le multe sono arrivate ai commercianti, rei di protestare contro il governo. E probabilmente arriveranno a noi, perché siamo scomodi al regime. E come tutti i regimi, anche questo pensa di poter utilizzare la polizia per intimorirci». Siamo all’assurdo. Non sui tratta di appartenenza politica, si tratta di un metodo antidemocratico un tanto al chilo. Si interroga la Meloni di fronte a questo scempio: « Lo chiedo a quelli che non la pensano come noi, ma mantengono un briciolo di onestà intellettuale: veramente è tutto normale»? La canea antisovranista aizzata da Repubblica con i suoi titoli allarmati contro la piazza di destra ha ottenuto il risultato sperato: mettere alla gogna una piazza, un popolo. Che chiedeva solo di dissentire, come si fa nei paesi liberi. Ma la piazza di destra è scomoda. Il regime diventa un regime di polizia: ma solo se in piazza ci sono meloni e Salvini. Quanto agli assembramenti a Piazza del Popolo, Giorgia Meloni era stata chiara all’indomani della manifestazione: «Sorprende che il coronavirus si diffonda solo nei casi di assembramento delle manifestazioni del centrodestra e non in eventi di altro genere». Bagni di folla si sono visti in occasione del 25 aprile, dell’arrivo di Silvia Romano in Italia, dell’intervento di Conte alla cerimonia di inaugurazione dell’ultima campata del Ponte di Genova, ieri con l’arrivo del Presidente della Repubblica Mattarella a Codogno, epicentro dell’epidemia, e in alcuni frangenti alle manifestazioni organizzate dal centrodestra». Dunque, la morale, sempre quella. “
https://www.secoloditalia.it/2020/06/meloni-la-digos-visiona-i-video-della-nostra-manifestazione-per-punire-chi-ha-partecipato/

Allucinante! ha detto...

https://www.ilsussidiario.net/news/ci-mandano-a-prendere-migranti-a-12-miglia-dalla-costa-gdf-e-guardia-costiera-choc/2031200/

“Ci mandano a prendere migranti a 12 miglia dalla costa”/ Gdf e Guardia Costiera choc

Opposizioni assenti, imppotenti... svegliatevi!!!

Anonimo ha detto...

Perché queste opposizioni al governo non si contano da destra a sinistra, lo fanno cadere, fanno una legge elettorale seria, si va ad elezioni e si vota per i Quirinale e per un capo del governo capace di condurci all'ITALEXIT? Perché? Il teatrino ha stancato più del conte dimezzato. La politica s'è ridotta alla chiacchiera da bar e la task force dall'Uk cerca di prendere per i fondelli lo stivale intero, per poi derubalo dall'Alpi a Capo Passero. Vien voglia di fuggire altrove. Il fatto è che sul patrio suolo vivono sanguisughe italiane, per nascita traditrici della Patria e della Fede. In questo tragico quadro il vaticano è portabandiera e maestro di tutti i traditori. E' veramente arduo mantenere la calma.

Anonimo ha detto...

Giuliano Guzzo:
Tanti oggi commemorano la repressione di piazza Tienanmen del 4 giugno 1989. Molti meno, invece, osano precisare che dietro quei fatti c’era il regime comunista cinese. Che penosa afonìa. Scusaci quindi Rivoltoso Sconosciuto, che arrivasti a sfidare carri armati veri. Perché qui, 31 anni dopo, noi si trema ancora davanti a quelli del conformismo.

Anonimo ha detto...

Il giovane uomo davanti ai carri armati.

Non uno come me.
Se non nella sconfitta.
Un giovane uomo col destino di diventare un simbolo.
Lui che, forse, avrebbe desiderato, con quel gesto, poter essere solo e soprattutto un uomo.
Vorrei conoscere il suo volto e il suo nome.

Rr ha detto...

Io non riesco a capire come si fa a guardare la Cina ed il Partito che la governa con pugno di ferro come ad una “speranza” per il nostro futuro. Come si fa a pensare che si sia “corrotta” a contatto con l’Occidente.
Veramente faccio fatica a apode.
Ma forse si è eredi di coloro che credevano che con Krusciov il regime sovietico fosse veramente cambiato.
Passano gli anni, ma le fette di prosciutto sugli occhi rimangono.

Anonimo ha detto...

Xi Jinping e l’occidente: come non dimenticare Tiananmen
http://www.asianews.it/notizie-it/Xi-Jinping-e-loccidente:-come-non-dimenticare-Tiananmen-50262.html

Anonimo ha detto...

https://www.tempi.it/hong-kong-in-migliaia-commemorano-tienanmen-nonostante-il-divieto/

Anonimo ha detto...

Le misure di sicurezza per contenere il contagio del coronavirus sono state la scusa con cui il PCC ha impedito che a Hong Kong si svolgesse una manifestazione in memoria di un orribile massacro di studenti innocenti. Il divieto è stato però beffardamente ignorato dai coraggiosi cittadini di Hong Kong, che così facendo hanno dimostra che la Cina non è invincibile.

È quanto avvenuto a Hong Kong il 4 giugno, nel 31 ° anniversario del massacro di Piazza Tiananmen ordinato dal PCC e costato 10mila morti, con una manifestazione che ha smascherato la violenza, le menzogne e la debolezza del regime cinese.

A volte la violenza non è sufficiente per fermare un popolo libero. La lezione duratura di Tiananmen è questa. La protesta del 1989 che chiedeva riforme e democrazia è stata allora sconfitta, ma i carri armati dell’Esercito popolare di liberazione cinese" class="glossaryLink " style="box-sizing: inherit; background-color: transparent; transition: all 0.1s ease-in-out 0s; color: rgb(168, 1, 1); text-decoration: none !important; border-bottom: 1px dotted;">Esercito popolare di liberazione non hanno potuto schiacciare lo spirito di quei giorni. Tutto al contrario, quello spirito è sopravvissuto ed è cresciuto. Nei decenni trascorsi da quel giorno ha prodotto un risveglio religioso significativo, seppure clandestino, anche fra i membri del PCC stesso, e una nuova sete di verità e di giustizia in persone di ogni estrazione. I vecchi gruppi religiosi hanno conosciuto importanti rinnovamenti interni, sono sorti movimenti spirituali nuovi e sono riuscite a emergere persino nuove forze democratiche. La resistenza democratica di Hong Kong è uno degli esempi principali di questa nuova Cina nata dalle ceneri di Tiananmen per promuovere e per riaccendere lo spirito del 1989.

https://it.bitterwinter.org/a-hong-kong-continua-a-vivere-lo-spirito-di-tiananmen/

Anonimo ha detto...

http://www.asianews.it/notizie-it/Lee-Cheuk-yan:-La-veglia-del-4-giugno-%C3%A8-legata-al-futuro-di-Hong-Kong-50266.html