Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 5 dicembre 2020

Gerusalemme 4 dicembre 2020. Tentativo d'incendio nella Basilica del Getsemani

È la "Chiesa di tutte le Nazioni", la "Chiesa dell'Agonia", costruita sulla Grotta in cui Cristo si riuniva con i suoi discepoli quando si recava a Gerusalemme, il luogo storico più certo della Cristianità! È il più grande oltraggio ai Cristiani di ogni parte del mondo da parte di chi conserva un odio profondo e senza limiti ancora dopo venti secoli. È inaccettabile! Questo tentativo non è riuscito, ma ci sarà una prossima volta, se i Cristiani non sapranno sostenere la lotta per difendere la loro propria identità. Questa è la quarta volta che una chiesa viene distrutta in questo luogo. Come gesto di riparazione per l’oltraggio alla chiesa, domenica mattina 6 dicembre alle 10.00 nella basilica dell’Agonia il patriarca latino mons. Pierbattista Pizzaballa presiederà una messa insieme con padre Francesco Patton, custode di Terra Santa.

18 commenti:

Anonimo ha detto...


Monsignor Pizzaballa presiederà una Messa etc.
"Presiederà",
voi dite?
Cos'è un'assemblea, un consiglio di amministrazione,
un consiglio di facoltà...?
Il sacerdote non "celebra" più la Messa, si limita
a "presiedere" la celebrazione fatta dalla
assemblea dei fedeli assieme a lui?
Nozione "collegiale" della Messa, in applicazione
della "collegialità" ambigua inventata dal
Vaticano II (LG 22, dedicato a Il collegio
dei suoi vescovi e il suo Capo)?

mic ha detto...

Giusta osservazione che condivido. Ma è l'espressione usata sul sito della Custodia di Terrasanta e notoriamente utilizzata per il NO, con tutte le osservazioni già note perché fatte miriadi di volte. In ogni caso questa è pari pari la notizia...

Anonimo ha detto...

Sempre sulla Messa...qual'è ora la direzione ? Dove ci portano ? Sentite don Curzio Nitoglia https://www.youtube.com/watch?v=cZ5peIRpg34

Anonimo ha detto...

Un monastero che va bene. Poi la superiora va in pensione. Arriva una superiora di nomina vaticana da fuori, il vescovo pure è di nomina recente di Bergoglio e salta via il monastero...

https://www.lanuovabq.it/it/il-monastero-ha-tre-secoli-e-chiude-in-appena-due-mesi

Dal Centro studi Federici ha detto...

Uno dei più importanti santuari della Terra Santa, la basilica del Getsemani sul Monte degli Ulivi (capolavoro dell’arch. Antonio Barluzzi, dove si venera la pietra dell’Agonia) è stato colpito dall’odio giudaico. Ieri un colono ebreo ha appiccato un fuoco all’interno della chiesa, che ha danneggiato delle panche e il pavimento. Silenzio omertoso dei media italiani e di quei personaggi pubblici che in questi casi dimenticano le corone del rosario e i presepi.

Negli ultimi anni si sono moltiplicati i casi di attentati e scritte blasfeme dei giudei nei confronti delle chiese cattoliche in Terra Santa. L’episodio più grave fu l’incendio della chiesa di Tabgha, che ricorda la moltiplicazione dei pani e dei pesci: http://www.centrostudifederici.org/per-bruciare-le-chiese-in-galilea-non-ce-bisogno-dellisis/
Nei rari casi in cui i responsabili vengono arrestati, sono poi assolti nei processi: http://www.centrostudifederici.org/cristianofobia-israeliana/
Del resto è l’insegnamento talmudico che incita a bruciare le chiese cattoliche: http://www.centrostudifederici.org/rabbini-bruciare-le-chiese-si-pero/
.....
Gli attacchi incendiari o i vandalismi ai danni delle chiese non sono comunque una novità in Terra Santa. Ricordiamo tra gli altri il grave incendio al santuario della Moltiplicazione dei pani, a Tabgha, nel giugno 2015, e quello alla trappa di Latrun, nel 2012.

https://www.terrasanta.net/2020/12/un-atto-di-vandalismo-incendiario-al-getsemani/

Preghiere di riparazione per il gravissimo oltraggio:

Dio sia benedetto. Benedetto il suo santo nome.
Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.
Benedetto il nome di Gesù.
Benedetto il suo sacratissimo Cuore.
Benedetto il suo preziosissimo Sangue.
Benedetto Gesù nel santissimo Sacramento dell’altare.
Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.
Benedetta la gran Madre di Dio, Maria santissima.
Benedetta la sua santa e immacolata concezione.
Benedetta la sua gloriosa assunzione.
Benedetto il nome di Maria, vergine e madre.
Benedetto san Giuseppe, suo castissimo sposo.
Benedetto Dio nei suoi angeli e nei suoi santi.

Unam Sanctam ha detto...

Anonimo 5 dicembre 2020 10:34

Più che con la collegialità, che qui c'entra come i cavoli a merenda, il "presiedere" costituisce più che altro una minaccia: a) alla distinzione tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio battesimale; b) soprattutto alla liturgia come atto di culto trascendente, che viene invece presentata come una sinassi, un semplice incontro di fedeli.

Ma lei sa dove fu usata per la prima volta l'espressione "presidente dell'assemblea" (coetus praeses) al posto di "celebrante"? Da Pio XII nella Mediator Dei (I, 1). La crisi ha origini ben più lontane di quel che si pensa.

Anonimo ha detto...

Sì, lo credo anch'io che la crisi nacque molto prima. Nacque dall'essere umano decaduto e dall'essere l'anima, lo spirito umano molto complesso, stratificato. Destano meraviglia alcuni paradossi come il trovare in persone che non stimiamo affatto tratti di eccellenza rarissimi oppure in persone grandemente stimate troviamo tratti scostanti.
Tuttavia questo caso è diverso credo, questi rivoluzionari di loro non hanno nulla sono in certo qual modo imitatori. In certo qual modo, in quanto la loro imitazione è quasi caricaturale e il linguaggio che usano è quasi uguale all'originale, ma sposta il significato da un campo ad un altro magari attiguo che altera, modifica il significato di una parola.
praesum,es, fui, esse, intr.,1) presiedere, essere a capo, governare, comandare; 2) presiedere a un'attività,attendere ad un lavoro; 3)essere il principale responsabile, l'istigatore; 4)proteggere (vocabolario Castiglioni -Mariotti delle classi superiori).
Con questi significati attigui a 'presiedere' si capisce meglio il gioco sulle sfumature di significato e si capisce come la stessa parola possa essere usata con un significato simile ma, diverso.
Parimenti si capisce che solo oggi, facendo attenzione alle sfumature di significato, si intravedono le intenzioni rivoluzionarie dei novatori.
Emanuele Samek Lodovici, in Metamorfosi della gnosi, dedica un intero capitolo, 'la corruzione del linguaggio come corruzione della memoria storica', della seconda parte del suo libro alla prassi come sovvertimento appunto della conoscenza.
Personalmente ritengo che Pio XII abbia inteso colui che è a capo, attende ad un lavoro, è il principale responsabile del rito, dell'insegnamento.
Siamo noi che, oggi, usiamo connessioni mentali dovute alla prassi appunto in cui le sperimentiamo, le viviamo, le vediamo. Ma per noi vecchi, che bambini abbiamo visto ed abbiamo vissuto quando il sacerdote celebrava, per noi è naturale pensare al sacerdote che celebra la Messa come a colui che agisce davanti, dinnanzi e non sta seduto sul trono in mezzo allo spazio sacro.

Gabriele S ha detto...

In testi antichi si può trovare che il celebrante dell'Eucarestia sia chiamato 'colui che presiede'
Per esempio nella Prima Apologia di san Giustino
È il contesto che può dare significati diversi a questa espressione
In Giustino il 'presidente' è il sacerdote che eleva a Dio, a nine di tutti, rendimenti di grazie e suppliche, e che quindi ha una potestà per rappresentare i fedeli nella preghiera
Tra i conciliari invece questo termine spesso indica colui che dirige quasi un incontro fraterno, il cui fine però è solo orizzontale, senza l'afflato verticale

Anonimo ha detto...

"...come a colui che agisce davanti, dinnanzi e non sta seduto sul trono..."

leggi:
"...come a colui che agisce davanti, dinnanzi a Dio e non sta seduto sul trono..."

Anonimo ha detto...

"...come a colui che agisce davanti, dinnanzi e non sta seduto sul trono..."

leggi:
"...come a colui che agisce davanti, dinnanzi a Dio e non sta seduto sul trono..."

Anonimo ha detto...

prae/sum, sono davanti, su questa parolina si è stravolto il rito cattolico. Trattandosi del rito religioso cattolico per eccellenza non può che officiarlo il sacerdote e il sacerdote non può che stare davanti a Dio.
Aver messo il sacerdote celebrante faccia a faccia con il popolo, già solo questo ha capovolto il significato dell'azione liturgica.

Certamente presiedere è stato usato anche all'inizio ma, allora non avevano a che fare con i traslocatori del significato come noi da qualche decennio. E noi stessi, proprio perché sommersi dal facsimile, siamo costretti a far le pulci ad ogni parola e ai suoi significati.

Anonimo ha detto...


IL linguaggio si corrompe, alterando significati tradizionali e accettati, quando cambiano i concetti.
Non è il linguaggio a cambiare i concetti, sono questi ultimi a imporre al linguaggio le sue mutazioni.
I concetti cambianno perché cambia il cuore dell'uomo ossia il suo modo di sentire, la sua visione del mondo, i fini cui mira.
Il cambiamento avviene spesso alterando il linguaggio in modo ambiguo, graduale.
Così il Vaticano II da un lato prougna un ritorno a forme primitive, originarie della fede, (errore dell'arcaismo), sostituendo p.e. il termine sacerdote con presbitero, come era all'inizio, in greco, fanno notare. Ma il presbitero era solo, letteralmente, l'anziano della comunità dei fedeli. Il termine fu ripreso dai calvinisti scozzesi e poi inglesi, presbiterians, per la loro concezione dal basso, democratica, eretica al massimo, della Chiesa: una comunità di "anziani", che si riuniva a leggere la Bibbia, eleggeva i propri rappresentanti, come se questi anziani fossero i discendenti (autodichiarati) degli Apostoli. I presbiterians erano anche detti puritani, dai loro nemici anglicani.
Così gli eretici calvinisti utilizzavano in senso deformato un termine antico.
Lo stesso, fatte le opportune differenze, con il Vaticano II. IL sacerdote diventa il presbitero. Scompare dal vocabolo il riferimento al SACRO. Egli è di nuovo l'anziano della comunità, che la dirige, presiede la Messa, etc. Ma si distingue nettamente come in passato dai fedeli, a loro sovraordinato?
Altro cambiamento di significato, nel termine "popolo di Dio", che nel testo petrino era solo un titolo d'onore (prima eravate da pagani nelle tenebre ora, convertiti a Cristo, siete diventati di Dio, un popolo di Dio, come gli ebrei ed anzi anche meglio di loro. Tutto qui). Oggi, il popolo acquisterebbe una natura sacerdotale, sarebbe elemento di un sacerdozio comune del quale il presbitero è pure una funzione.
Si veda il CIC del 1983, la ripartizione: Libro I, norme generali; libro II, Il popolo di Dio : 1a parte: I fedeli; 2a parte: costituz. eccles. della Chiesa (il Rom. Pont., il Collegio dei vescovi, la Curia etc.). Papa, vescovi, sacerdoti sono dentro il popolo di Dio, costituito dai fedeli.)
Codice del 1917 (piano-benedettino) : I libro: norme generali; II libro: delle persone : 1a parte, i chierici (1a sez.: i chierici in generale; 2a sez.: i chierici in particolare: il Rom Pont., il Concilio, la Curia , i vescovi..; 2a parte : i religiosi..).
Differenze abissali di struttura. I fedeli (de laicis) sono confinati nella 3a parte, dopo i religiosi, e si tratta di associazioni, confraternite, terzi ordini..). Non c'era il concetto di "popolo di Dio", invenzione ereticale del vat II.
La struttura del CIC del 1983 fa vedere una rottura netta con la struttura del CIC del 1917.
T.

Gabriele S ha detto...

Il termine presbitero è presente anche nella preghiera l'ordinazione, quindi è assolutamente corretto usarlo.
Che poi lo usino anche i calvinisti dandogli un significato del tutto diverso non deve interessarci, in quanto loro hanno usato molta terminologia teologica pervertendone il senso: addirittura anche loro per l'Eucarestia parlano di presenza reale, intendendo però una cosa del tutto diversa da noi

Il problema dell'uso dei termini sacerdote/presbitero sta in questi termini: tutti i presbiteri sono sacerdoti, ma non tutti i sacerdoti sono presbiteri, in quanto anche il vescovo è un sacerdote. Il presbitero è il sacerdote del secondo grado, il vescovo quello del primo grado, e da lui dipendono tutti gli altri ordini e ministeri

Anonimo ha detto...

"...Il cambiamento avviene spesso alterando il linguaggio in modo ambiguo, graduale..."

Esatto! Si comincia con il concetto x e lo si applica e lo si fa intendere come fosse un sinonimo di x.
Quando con la prassi x è usato come fosse il suo sinonimo a questo punto entra in campo un altro concetto che potrebbe essere una sorta di sintesi tra x ed il suo sinonimo, ma con un piccolo e/o grande salto.

"IL linguaggio si corrompe, alterando significati tradizionali e accettati, quando cambiano i concetti..."

meglio:

"IL linguaggio si corrompe, alterando significati tradizionali e accettati, ALLORA cambiano i concetti..."

"...I concetti cambiano perché cambia il cuore dell'uomo ossia il suo modo di sentire, la sua visione del mondo, i fini cui mira..."

Giustissimo! Ora noi stiamo confrontandoci con due concetti fondamentali VERITA' e MENZOGNA, coperta e spacciata da IPOCRISIA. Il cuore dell'uomo è cambiato, è cambiato il suo modo di sentire, la sua visione del mondo, i fini a cui mira ma,... è cambiato in peggio in quanto scientemente persegue fini impresentabili, menzogneri, falsi, omicidi che deve nascondere con l'ipocrisia. Per questo dobbiamo stare allertati sempre. Non siamo davanti a coscienze ben formate che, approfondendo questo o quell'aspetto della vita, trovano il concetto più rispondente a quel particolare aspetto/ livello e/o campo.

"...Non è il linguaggio a cambiare i concetti, sono questi ultimi a imporre al linguaggio le sue mutazioni..."

Personalmente ritengo che prima dei concetti e del linguaggio troviamo la coscienza dell'essere umano specchio del suo vissuto che si muove tra una coscienza formata o sformata, a posto o in disordine, buona o cattiva, schietta o ipocrita, doppia, falsa, finta, insincera.

Noi oggi non siamo entro uno sviluppo della persona, della chiesa, della cultura caratterizzato da autentici approfondimenti e/o miglioramenti ma, simo entro la PROPAGANDA che di sua natura è eretica in quanto magnifica un aspetto e lascia cadere nella pattumiera l'intero.

Chiudendo, i mutamenti odierni del lessico per la maggior parte o sono specchio della dissoluzione in atto o sono ipocriti per far digerire l'indigeribile, cioè lo stomachevole irricevibile.

Grazie per avermi aiutato a scavare questo terreno così importante dove, purtroppo oggi, sono disseminate trappole su trappole, una più pericolosa dell'altra a causa della ipocrisia menzognera, vera ed unica pandemia globale.

Anonimo ha detto...


Il sacerdote, come raffigurato nel Vaticano II, più che sacerdote di Dio è il "sacerdote del popolo di Dio", come è stato detto, il che non è esattamente la stessa cosa. La mutazione risulta anche dall'uso del termine antico presbitero (greco) al posto di sacerdote (latino), falsificando nello stesso tempo il richiamo storico-archeologico. Infatti, i presbiteri dei primi tempi del cristianesimo non erano certo "sacerdoti del popolo di Dio" nel senso del Vaticano II.
L'archeologismo, censurato da Pio XII, svela il suo volto ingannatore: riesumare espressioni antiche cadute in disuso nel linguaggio corrente (che usava sacerdote) per introdurre un significato nuovo, negatore della vera tradizione della Chiesa. (La formula dell'ordinazione non c'entra, si usavano termini antichi per rispetto della tradizione).
INoltre Lumen Gentium art. 10 non distingue bene sacerdozio ministeriale o gerarchico da quello "comune dei fedeli". "il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente [essentia, per essenza] e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro [ad invicem tamen ordinantur] poiché l'uno e l'altro, ognuno a modo proprio, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo.." (vedi anche LG 62).
Le due forme dell'unico sacerdozio di Cristo sono dunque poste sullo stesso piano. Non si parla di subordinazione ma di "ordinazione reciproca"; si tratta di due funzioni evidentemente paritetiche dell'unico sacerdozio di Cristo. La distinzione di essenza e di grado tra i due non viene spiegata. (Se il sacerdozio è per sua essenza distinto dal c.d. sacerdozio comune dei fedeli, si trova esso in posizione di superiorità rispetto a quello dei fedeli? Dovrebbe, ma dal testo non risulta in modo evidente. E l'espressione "ordinati l'uno all'altro" non è oscura?).
Io, come fedele, membro del popolo di Dio, sono "ordinato" al sacerdote che mi assolve dei miei peccati in persona Christi e celebra la S. Messa? Che significa? Non si vede il tentativo di annullare la distanza tra il sacerdote (colui che celebra il Sacro, l'uomo di Dio, che dedica la sua vita a servire Dio) e il semplice fedele, tentativo che spiega l'uso del termine presbitero riesumato per far vedere nel sacerdote soprattutto l'anziano della comunità, colui che presiede la sinassi eucaristica, etc
T.

Gabriele S ha detto...

il termine 'presbitero' non è poi così tanto caduto fuori dal linguaggio comune, visto che una sua contrazione, 'prete', è tuttora comunemente usata per definire un sacerdote non vescovo
il rito d'ordinazione usa 'presbitero' ben più volte di sacerdote, però è chiarissimo che il suo significato è quella di un sacerdozio subordinato al vescovo con potere di governare il popolo, istruirlo e, last but not least, santificarlo con il Sacrificio e i Sacramenti

come ha scritto padre Cekada sul tema dell'ordine sacro

The Greek word origins are irrelevant. The sacramental form is in ecclesiastical Latin, where the term presbyter refers exclusively to one who possesses the sacerdotal order below that of a bishop

è il rito d'ordinazione è regola in questo punto, in quanto legem credendi lex statuat supplicandi

Anonimo ha detto...


Ma la gente non lo sa che prete viene da presbitero.
Non riesco a spiegarmi. Quello che voglio dire è che dal Concilio in poi si è mutato il significato del sacerdote, che adesso è visto come un personaggio che fa parte del popolo di Dio allo stesso modo dei singoli fedeli, gli uni e l'altro "sacerdoti", anche se in modo funzionalmente diverso ("reciprocamente ordinati"?) e per essenza diverso, anche se questa "essenza" non viene chiaramente spiegata. IL sacerdote cosè inteso è soprattutto il presbitero della comunità, l'anziano che la presiede (funzionalmente), dalla sinassi eucaristica a tutto il resto. La Chiesa stessa non si tende a fondarla sulla sinassi eucaristica nella quale il popolo dei fedeli partecipa allo stesso titolo del sacerdote, in quanto entrambi inclusi nel popolo di Dio, anche se la Consacrazione ovviamente la può (ancora) fare il solo sacerdote?
Il sacerdote svilito a presbitero, ad "animatore" della congregazione dei fedeli, convinti tutti di avere il posto già prenotato alla Casa del Padre, qualsiasi cosa facciano in questo mondo e senza mia confessarsi; il presbitero-animatore, che deve recitare la parte dello zietto comprensivo, come se tutto andasse per il meglio nella Santa Chiesa, invece di dar di mano alle pietre, come sicuramente gli verrebbe voglia di fare tante volte di fronte all'arroganza, all'ignoranza, alla sicumera, alla cattiveria del c.d. popolo di Dio, che non ti permette, a te sacerdote di Cristo, di dire mai pane al pane e vino al vino, sennò ti denunciano al vescovo, che subito ti punisce perché hai osato predicare la parola autentica del Verbo, come ti sei permesso... e ora devi chiedere scusa...Guai a te se non ti umili di fronte a tutti questi Barabba e a queste Menadi...
T.

Anonimo ha detto...

http://www.asianews.it/notizie-it/Custode-di-Terra-Santa:-latto-vandalico-al-Getsemani-riprovevole,-da-non-enfatizzare-51795.html