Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 15 dicembre 2021

Doppio accerchiamento. Le ordinazioni tradizionali possono essere vietate?

Le voci continuano a rincorrersi e l'allarme aumenta. Mai Avvento più anomalo e sofferto... Di seguito la nostra traduzione della lettera 838 dell'11 dicembre 2021 di Paix Liturgique. Qui l'indice degli articoli su Traditionis custodes.

Le ordinazioni tradizionali possono essere vietate?

Dalla pubblicazione del motu proprio Traditionis custodes del 16 luglio, è noto che, dopo un primo assalto all'intera liturgia, dovrebbero essere prese di mira le comunità Ecclesia Dei, e soprattutto i loro seminari.

Nella nostra Lettera 816, del 20 agosto 2021 ("Dopo la messa tradizionale... i seminari tradizionali", Paix Liturgique France), abbiamo detto infatti che, poiché l'intenzione dichiarata di Roma è quella di bloccare lo sviluppo della messa tradizionale ed eventualmente di soffocarne l'esistenza, adeguarvi i centri di formazione dei futuri sacerdoti dovrebbe essere un obiettivo prioritario per i distruttori della pace liturgica.

Un attacco della Congregazione dei Religiosi?
Abbiamo evocato (Lettera 813, del 25 ottobre 2021: “Mons José Rodríguez Carballo e la liquidazione delle comunità Ecclesia Dei”, Paix Liturgique France) [più recentemente qui], la persecuzione che si era abbattuta sui Fratelli Francescani dell'Immacolata [vedi], che dal 2007 favorivano la “forma straordinaria del rito romano”. Le visite canoniche, poi la designazione da parte della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, più comunemente nota come Congregazione dei Religiosi, di un commissario pontificio, ebbero l'effetto di chiudere lo scolasticato e vari conventi. Il commissario ha poi sospeso per un certo tempo le ordinazioni, obbligando i candidati a sottoscrivere “un'accettazione formale del Novus Ordo come espressione autentica della tradizione liturgica della Chiesa”.

Un processo ispirato a quello attuato tra i francescani dell'Immacolata potrebbe essere applicato alle comunità Ecclesia Dei con una “commissariamento” di questi istituti con lo scopo di introdurre la nuova Messa nei loro seminari. Il che equivarrebbe ad affondarli velocemente svuotandoli di ciò che li rende specifici e dei giovani che vi si affollano oggi: la liturgia tridentina. La Roma odierna gioca così con la vita e le vocazioni sacerdotali: quando erano ritenute utili, venivano incoraggiate, ed ora, pensando di doversene liberare, lo si fa senza scrupoli, con l'oblio machiavellico degli impegni presi con queste comunità.

E di recente il sito tedesco Summorum Pontificum ha fornito informazioni, tradotte e diffuse dal sito americano Rorate cæli [qui], secondo cui la Congregazione dei Religiosi si appresta a lanciare visite canoniche già nel febbraio 2022 contro la Fraternità Sacerdotale San Pietro, l'Istituto Cristo Re Sommo Sacerdote e l'Istituto del Buon Pastore: "Apparentemente, Roma sarebbe del parere che lo statuto di queste comunità, in quanto "Società di diritto pontificio", apra la porta ad un accesso immediato. A tal fine potrebbero essere nominati “delegati pontifici” che, senza sostituire il superiore esistente come farebbe un commissario nominato dalla Congregazione per i Religiosi, avrebbero autorità su di essi. Questi delegati papali darebbero ai superiori il compito di prendere tutte le misure necessarie per “uniformare le loro comunità allo spirito del Concilio” e, come primo fondamentale passo in questa direzione, di ordinare la celebrazione generalizzata della liturgia riformata. Su questa base potrebbero poi essere elaborati, d'intesa con i vescovi locali, progetti per il loro inserimento nella pastorale diocesana".

Oppure, prima, un attacco della Congregazione per il Culto Divino?

Ma un'altra voce più recente, che condividiamo con la dovuta cautela anche se proviene da fonti attendibili e concordanti, indica che il colpo potrebbe arrivare ancor prima dalla Congregazione per il Culto Divino, il cui nuovo Prefetto è il prelato inglese, Vescovo Arthur Roche, e il cui Segretario, secondo in autorità della Congregazione, è Mons. Vittorio Francesco Viola, 55 anni, francescano, già Vescovo di Tortona ed ex professore alla Pontificia Università Sant'Anselmo.

Sappiamo che una lettera del Vicario di Roma al Papa, il cardinale Angelo De Donatis, datata 7 ottobre 2021, ha adottato una serie di misure più restrittive rispetto alla Traditionis custodes [qui]. Questa lettera è stata scritta probabilmente da don Giuseppe Midili, direttore dell'ufficio liturgico del Vicariato, professore alla Pontificia Università di Sant'Anselmo, dove vengono escogitati piani per combattere la liturgia tradizionale. Essa decide che le cerimonie del Triduo Pasquale non possono più essere celebrate nella forma tradizionale; e che inoltre non è più consentita la celebrazione dei sacramenti diversi da quello dell'Eucaristia: a Roma è ormai obbligatorio dare l'assoluzione sacramentale, conferire l'estrema unzione o cresima e, se necessario, le ordinazioni, solo secondo ai libri della liturgia di Paolo VI.

Questa decisione, presa nella diocesi del Papa, aveva tutte le sembianze di un'azione esplorativa. E infatti, secondo le nostre fonti, questo regime molto presto (prima di Natale?) si estenderebbe a tutto il cristianesimo latino da un testo (un'istruzione?) emanato dalla Congregazione per il Culto Divino [vedi]. È possibile che questo testo in preparazione non sia però così rigido come la lettera del cardinale De Donatis, soprattutto per quanto riguarda le parrocchie personali (sarebbe possibile celebrare il tradizionale Triduo pasquale?).

D'altronde, vi potrebbe benissimo essere inserito il divieto delle cerimonie del pontificale romano tradizionale. Ovunque? In tutte le occasioni? Se così fosse, significherebbe che d'ora in poi non sarebbe più consentito conferire nella forma tradizionale, né cresime né… ordinazioni.

Se le informazioni fossero verificate, l'attacco ai seminari delle comunità tradizionali sarebbe quindi più rapido e radicale di quello previsto attraverso le visite canoniche: ne risentirebbe la specificità stessa di questi seminari, ai quali sarebbe vietato procedere alle ordinazioni tradizionali. Si può facilmente immaginare l'effetto devastante sulle vocazioni attratte da queste comunità.

La prevedibile resistenza

Certo, finché un testo non è stato pubblicato, può essere trasformato, ritardato, seppellito. Ammesso che sia effettivamente pubblicato, e ammesso che contenga le disposizioni appena accennate, incontrerà immediatamente da parte dei vescovi, dei capi delle comunità e della schiera dei fedeli legati alla liturgia tradizionale, una legittima resistenza proporzionata alla posta in gioco, quello dell'esistenza di case di formazione per sacerdoti specializzati nella celebrazione della liturgia tradizionale.

Tutto considerato e nonostante tutte le incertezze che circondano queste voci, ci è sembrato preferibile lanciare subito l'allerta, sperando in una sola cosa: essere smentiti dagli eventi successivi.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Gli istituti Ecclesia Dei da sempre riconoscono il Concilio Vaticano II, la validità della nuova messa e dei libri liturgici riformati, di conseguenza dovrebbero coerentemente obbedire senza nessun problema.
Le autorità conciliari, che gli istituti in questione riconoscono, hanno fatto loro una concessione che ora hanno ritenuto opportuno di ritirare.
Vedremo come andrà a finire.

Anonimo ha detto...

Restare in comunione con la chiesa conciliare e nel contempo conservare la Dottrina cattolica, la Messa e i Sacramenti cattolici è impossibile. La chiesa conciliare non ne vuole più sapere. Un ulteriore segnale dell'odio verso la Messa cattolica è questo: dove gli altari tradizionali non sono stati demoliti per ragioni artistiche, sono state eliminate dagli altari le mense, in modo da "pareggiarle" col tabernacolo e da rendere impossibile la celebrazione ad orientem. Gli esempi sono infiniti (S. Canziano, a Padova, etc...).
Un'astuzia della chiesa conciliare per fare accettare la nuova messa è questa: messa nuova, in latino, ad orientem (qualora esista un altare adatto), alba, pianeta e stola ricchissime, niente manipolo. La gente ci casca. Online vi sono tanti esempi.

Anonimo ha detto...

A forza di stare a vedere che succede si finirà in ceppi accecati.

Andava spernacchiato al 'buonasera'. E Draghi ripeté come lui presto disse che era lì per fare quello che gli era stato detto di fare. Stanno distruggendo sacro e profano. Hanno quasi completato la distruzione ormai. Farabutti.

Anonimo ha detto...

Ma è vera la notizia secondo cui Luc Mintagner avrebbe denunciato o querelato Bassetti,?

Anonimo ha detto...

Si ritorna alle catacombe, la differenza sta' che i persecutori sono i nostri fratelli nella fede.... Che hanno persa
Eugenio Alipede

Viator ha detto...

https://www.alessandriaoggi.info/sito/2021/12/13/covid-il-premio-nobel-montagnier-querela-bassetti-che-gli-ha-dato-del-rincoglionito/

Anonimo ha detto...

“Non ci sono e non ci siano muri nella Chiesa cattolica, per favore!
È una casa comune, è il luogo delle relazioni, è la convivenza delle diversità: quel rito, quell’altro rito…; uno la pensa in quel modo, quella suora l’ha vista in quel modo, quell’altra l’ha vista in quell’altro…
La diversità di tutti e, in quella diversità, la ricchezza dell’unità.
E chi fa l’unità? Lo Spirito Santo.
E chi fa la diversità? Lo Spirito Santo.
Chi può capire capisca.”
Papa Francesco

Se è vero che lo ha detto, come spiega Traditionis Custodes?

Anonimo ha detto...


Intanto Bergoglio è sempre impegnatissimo a promuovere l'agenda lgbt+ all'interno della Chiesa.
Questa è una delle cose che gli sta veramente a cuore.
Vedi articolo di oggi su la NBQ, nel quale si fa vedere come al Sinodo sulla sinodalità il movimento arcobaleno abbia già riportato una notevole vittoria venendovi introdotto dopo aver esibito due lettere di incoraggiamento proprio di Bergoglio. E il funzionario vaticano che ne aveva in un primo momento cancellato il logo dall'internet del Sinodo ha dovuto scrivere una umiliante lettera di scuse.
A questo siamo arrivati e il fondo dell'abisso appare ancora lontano.
Z.

Anonimo ha detto...


La Chiesa cattolica come intesa da Bergoglio, senza "muri", aperta a tutti, a tutte le diversità, altro non è che il Paese dei Balocchi,
un'oscena caricatura della vera Chiesa cattolica.
O.

Anonimo ha detto...

"...Se è vero che lo ha detto, come spiega Traditionis Custodes?"

L'arma principale di questa guerra è la confusione, dico disdico contraddico, così ognuno capisce quello che suona meglio alle sue orecchie,l'unità si frantuma e, frantumandosi l'unità, viene meno anche la sola forza necessaria per una fraterna correzione.

Lasceremo che accada..?!? ha detto...

Dopo l'anglicanesimo avremo l'italianesimo?
Roche come Cranmer?

La riforma anglicana
La distruzione del cattolicesimo attraverso la rivoluzione liturgica
Michael Davies
Edizioni Piane Euro 25,00

I giorno della Novena per adornare la culla del Santo Bambino : ha detto...

16 DICEMBRE: O Figlio di Dio, ti sei fatto uomo per farti amare dagli uomini, ma dov’è l’amore che gli uomini ti portano? Tu hai dato il Sangue e la Vita per salvare le anime nostre, e perché poi ti stiamo noi così irriconoscenti che, invece di amarti, ti disprezziamo con tanta ingratitudine?

Ti amo, o Verbo Incarnato, ti amo, mio Dio, ti amo, bontà infinita; e mi pento di quanti disgusti ti ho dati, vorrei morirne di dolore. Dammi, Gesù mio, il tuo amore, non mi far vivere più ingrato all’affetto che mi hai portato. lo ti voglio sempre amare. Dammi la santa perseveranza.

O Maria, Madre di Dio e Madre mia, impetrami tu dal tuo Figlio la grazia di amarlo sempre, sino alla morte.

3 Gloria al Padre…
Gesù Bambino, abbi pietà di noi.

mic ha detto...

Roche come Cranmer?

La riforma anglicana
La distruzione del cattolicesimo attraverso la rivoluzione liturgica
Michael Davies


L'ho ricordato a ripetizione. Più recentemente qui:

Cito Michael Davies, da tenere a memoriale:
“nel nuovo rito anglicano della messa, quello del Prayer book del 1549, non troveremo affermate delle eresie, ma omesse verità di fede essenziali. Le omissioni, il “taciuto”, in liturgia è sempre grave, perché rinunciare ad affermare con completezza e chiarezza tutte le verità di fede implicate, può portare a un vuoto di dottrina nei sacerdoti e nei fedeli che nel futuro apre il campo all'eresia: in parole semplici oggi sei cattolico con una messa eccessivamente semplificata, domani senza saperlo ti ritrovi protestante perché la forma della tua preghiera non ha nutrito più la tua fede. Ecco cosa dicono i vescovi cattolici inglesi: “Per dire le cose brevemente, se si compara il primo Prayer Book di Edoardo VI con il messale (cattolico), vi si scoprono sedici omissioni, il cui scopo era evidentemente quello di eliminare l’idea di sacrificio”

È una consapevolezza che nella Chiesa appartiene solo a chi è legato alla Tradizione, mentre la massima concessione che viene fatta a chi tenta di argomentare le ragioni della crisi epocale che ha nella Liturgia la sua più drammatica espressione, è quella di una "cattiva applicazione del concilio" insieme alle istanze di "reciproco arricchimento" evocate dal cardinale Sarah....

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/08/maria-guarini-tradizionis-custodes-e-i.html

mic ha detto...

Più recentemente ancora nella mia introduzione qui

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement la seconda parte di un lavoro di Matthew Hazell che, partendo dalla contestazione di una recente affermazione dell'Arcivescovo Roche (prima parte qui), ci offre cifre in apparenza aride, ma in realtà molto significative perché dimostrano con inequivocabile chiarezza la consistenza dei tagli e delle modifiche che hanno prodotto l'annacquamento quando non addirittura il cambiamento di senso delle formule del Messale riformato di Paolo VI rispetto al Missale Romanum tradizionale, col risultato di destinare all'oblìo o mettere ai margini molte verità cattoliche. Ed oggi ne abbiamo ben chiare le conseguenze(*). Evidentemente la questione è correlata alla tanto lapidaria quanto falsa affermazione, contenuta dal nefando motu proprio del luglio scorso, che «i libri liturgici promulgati dai Papi san Paolo VI e san Giovanni Paolo II (...) sono l'unica espressione della lex orandi del rito romano». Per completezza ritengo di dover richiamare la vostra attenzione sul problema di quanto il NO risulti ulteriormente adulterato per effetto dei tagli, oltre che delle variazioni, effettuati anche dalle traduzioni, soprattutto in base alle nuove norme, di cui abbiamo parlato qui - qui - qui. Sulla nuova traduzione CEI: qui - qui (con link ai precedenti). Sui nuovi Messali: qui - qui. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes.

* Le conseguenze sono le stesse che riconosciamo nella seguente affermazione di Michael Davies in: Cambiare il rito per cambiare la fede: «nel nuovo rito anglicano della messa, quello del Prayer book del 1549, non troveremo affermate delle eresie, ma omesse verità di fede essenziali. Le omissioni, il “taciuto”, in liturgia è sempre grave, perché rinunciare ad affermare con completezza e chiarezza tutte le verità di fede implicate, può portare a un vuoto di dottrina nei sacerdoti e nei fedeli che nel futuro apre il campo all'eresia: in parole semplici oggi sei cattolico con una messa eccessivamente semplificata, domani senza saperlo ti ritrovi protestante perché la forma della tua preghiera non ha nutrito più la tua fede». (M.G.)

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/12/tutti-gli-elementi-del-rito-romano-un.html

E.P. ha detto...

I solertissimi agenti della rivoluzione conciliare hanno sempre considerato come fumo negli occhi le ordinazioni in Vetus Ordo per ovvi motivi teologici e perfino psicologici (se uno viene suo malgrado ordinato col Novus Ordo, avvertirà sempre la sgradevole sensazione di avere un piede in due scarpe). Non a caso, nell'istruzione Universae Ecclesiae del 2007 venivano nominati sei sacramenti su sette: si taceva delle ordinazioni già allora.

I tifosi di Benedetto XVI fingono di non capire che costui avrebbe potuto chiudere a suo tempo tante questioni con qualche brevissimo gesto pubblico a favor di telecamere. Avrebbe potuto dare l'esempio - celebrando la Tridentina, magari anche soltanto in privato - e non lo fece. Avrebbe potuto menzionare durante un'udienza del mercoledì, magari con la scusa di salutare una comunità tradizionale, che non solo la Messa Tridentina non è mai stata abolita, ma nemmeno il resto del rito romano tradizionale a cominciare dall'ordine sacro. Benedetto XVI non lo ha mai fatto, castrandosi da solo il motu proprio che rilasciò non il secondo giorno del pontificato ma l'ottocentonovesimo. Sta' a vedere che il don Luigi Villa, nel suo ultimo dossier prima di salire al cielo stracarico di meriti, aveva pienamente ragione... (Per carità, sia gloria a Dio per il Summorum Pontificum, ancorché timido e castrato, ma ridursi a tifoseria ratzingeriana è sintomo di gravissima miopia spirituale, errore speculare a quello del ridursi a tifoseria bergogliona).

La notizia del limite annuale di ordinazioni alla FSSP (di cui i diretti interessati hanno sempre avuto paura di parlare) è peraltro databile all'epoca ratzingeriana: ancor prima del Bergoglio, già tra amici dopo la Santa Messa a Trinità dei Pellegrini ci si diceva che le pressioni cui era sottoposta la FSSP sarebbero state presto applicate agli altri istituti, e in maniera anche più brutale, visto che il problema non è aggredire i componenti degli istituti tradizionali ma il sacerdozio tradizionale tout court.

Anonimo ha detto...

Questo pontificato e tutti i suoi sostenitori dsnno molto materiale utile ai sedevacantisti.