Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 6 febbraio 2023

Canzoni e cannoni - Marcello Veneziani

Indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.
Mettete dei fiori nei vostri cannoni, cantavano I Giganti al festival di Sanremo del 1967. Da allora in poi il pacifismo fu uno dei messaggi obbligati al festival dei fiori e dei canti. Da quest’anno invece si fa la retromarcia e Sanremo canta: Donate a Zelensky i vostri cannoni. È il messaggio che il presidente ucraino verrà a lanciare dalla tribuna di Sanremo. È proprio opportuno che Volodymyr Zelensky venga a Sanremo a perorare la sua richiesta d’armi? Un conto è essere vicini alle sofferenze del popolo ucraino, dice, un altro è alimentare da un palco dedicato alla musica questo scellerato “clima bellicista”, questa “propaganda di guerra” al posto di una vera, seria trattativa. Si può non sposare il pacifismo, ritenerlo puro irrealismo da anime belle e notare che nessun pacifismo ha mai fermato una guerra, ma l’obiezione è sensata. 
Mezza Italia e forse più non vuole la nostra attiva partecipazione a questa guerra, con la fornitura di armi e supporti. Perché serve a prolungare la guerra anziché risolverla, ad aumentare il numero di vittime e distruzioni, a inguaiare pure noi e serve soprattutto agli Stati Uniti per indebolire Putin e al tempo stesso l’Unione europea, usandola come strumento subalterno della strategia egemonica degli Stati Uniti. 

La gente ha visto in passato tante invasioni russe, sotto lo sguardo impietrito dell’occidente: l’Ungheria, la Polonia, la Cecoslovacchia erano Europa a differenza dell’Ucraina che per secoli è stata russa, ha una lingua affine, i due popoli sono intrecciati da secoli, hanno la stessa religione ortodossa e tanta storia in comune. Abbiamo visto muti e inermi le invasioni cinesi del Tibet, le repressioni di Hong Kong, le invasioni americane in mezzo mondo, portandoci sull’orlo di tante crisi mondiali. E mai si è deciso d’intervenire in difesa dei popoli invasi.

Questa volta invece è d’obbligo armare l’Ucraina e intervenire in suo favore, fino a svenarsi e inguaiarsi. Con un battage mediatico senza precedenti. Al gesto scellerato di Putin d’invadere l’Ucraina ha contribuito la linea di Biden ostile a ogni negoziato per rendere neutrale l’Ucraina e riconoscere che due regioni come il Donbass e la Crimea che sono per storia e maggioranza filo-russe. Quando Trump dice che con lui non ci sarebbe stata l’invasione, riconosce di fatto le corresponsabilità americane nella guerra.

E poi, diciamolo francamente: Zelensky non è affatto simpatico a larga parte della platea italiana, anche se si ha timore a dichiararlo perché s’incappa subito, come ieri sui vaccini e la pandemia, nell’accusa di filo-putinismo, che obiettivamente riguarda solo una piccola minoranza. Zelensky non piace per i suoi trascorsi, per il suo cinismo, per il suo vecchio mestiere di guitto, per le repressioni passate del potere ucraino contro i russi e i partiti non allineati, per le sue ingiunzioni al mondo; e poi per il suo governo di corrotti e per le vistose limitazioni alla libertà d’espressione. Agli occhi di tanti è un fantoccio degli Usa. Quanto ha pesato il suo protagonismo, il suo istrionismo narcisista e la sua dipendenza dagli Stati Uniti nella decisione di resistere ad oltranza, mandando allo sbaraglio il suo popolo e generando danni a catena a mezzo mondo? Insomma, per il senso comune della gente, le responsabilità della guerra non sono solo quelle, accertate e inescusabili, di Putin e della sua nostalgia dell’Impero sovietico e zarista.

Ma sono anche dall’altra parte. E a farci le spese, nel mezzo, è in primo luogo il popolo ucraino, le città ucraine, l’economia ucraina (su cui sperano di avventarsi per la ricostruzione molti sciacalli, anche nostrani, dopo aver contribuito ad aggravarle). E in secondo luogo ne fanno le spese tanti paesi europei, sul piano economico ed energetico. Un’Europa al rimorchio degli Stati Uniti e succuba delle sue decisioni e dei suoi interessi, priva di una sua strategia autonoma e di una capacità diplomatica e militare di mediazione e dissuasione, mostra in Ucraina la sua incapacità di diventare una Potenza mondiale in grado di trattare a pari condizioni con le altre superpotenze.

Tra poco sarà un anno dall’inizio della guerra in Ucraina e sono in molti a pensare, e in pochi a dire, che sin dall’inizio era chiara l’intenzione degli Stati Uniti di riequilibrare le forze in campo per rendere più lunga possibile ed estenuante questa guerra, in modo da colpire, sfiancare Putin e indebolire l’Europa sul piano energetico, economico e geopolitico, con la scusa di difenderla dall’aggressore russo (ma Putin non vuole espandersi in Europa; mira, con velleità, a restituire i confini passati all’Impero russo). Infine, una piccola nota su Sanremo. Da anni ormai è diventato il Tempio scemo del Politically correct, il Collettore delle sciocchezze nazionali e globali, la discarica di tutte le ipocrisie, i buonismi e lo scemenzaio delle mode. Le finte trasgressioni, i sessi in transito, i fatui sermoni strappalacrime (e scrotoclasti), la rassegna dei nuovi luoghi comuni. Una trasgressione di massa non è più trasgressione ma conformismo; è come se per ogni infrazione ti arrivasse a casa non una multa ma un bonus. Sanremo misura il tasso di minchioneria che è nell’aria e inscena una serie di carri allegorici: la Vittima Nera, il Trans virtuoso, la Femminista indignata, l’Accoppiata omosex, il Predicatore antimafia, il Menagramo pandemico, il Pugno chiuso, il Blasfemo, la legalizzatrice della droga. Mancava solo Zelensky… Fonte
(Panorama n.5) 

10 commenti:

Anonimo ha detto...

In questo articolo filo Atlantista moderato non si fa nessun riferimento alle seguenti verità:
1- gli Stati Uniti d'America stavano preparando la guerra alla Russia da anni fortificando, armando, addestrando l'Ucraina,
2 - gli Stati Uniti d'America e l'Unione Europea stavano provocando da anni la Russia in tutti i modi,
3 - la persecuzione - taciuta con cura e ipocrisia dall'Occidente - della popolazione russa risiedente in Donbass era reale e feroce.
Sì tace degli 'interventi' degli Stati Uniti d'America in mezzo mondo al fine di esportare la loro 'democrazia'. Si ammette appena che anche questa guerra serve solamente agli Stati Uniti d'America per preservare il loro dominio mondiale, il loro 'Impero del Bene', come se fosse un dogma indiscutibile, mentre la supposta nostalgia di Vladimir Putin dell'Impero Russo è bollata come 'velleità'. In realtà, si tratta di una guerra metafisica fra l'Occidente - rappresentato egregiamente da Sanremo - e la Russia, finora non del tutto arresasi al liberismo più sfrenato. Vladimir Putin non è Santa Giovanna d'Arco, la Russia non è il Bene assoluto, ma danno fastidio. E se la percentuale italiana ed occidentale dei filo russi è bassa non c'è da stupirsi, vista l'adesione entusiasta degli italiani e dei popoli occidentali al liberismo (ateismo, agnosticismo, materialismo, assenza totale di valori un tempo in auge, quali l'onestà). Che si tratti anche di una guerra economica è scontato: il denaro è l'unica cosa per la quale vivono da sempre gli americani. Come andrà a finire? Dio solo lo sa. Di solito per l'Impero del Bene finisce sempre bene e temo fortemente che sarà così anche questa volta. Resta sempre l'incognita della Divina Provvidenza.

Anonimo ha detto...

Tutto giusto. Tuttavia un'osservazione sull' "ultratransatlanticismo" di Giorgia Meloni sarebbe stato opportuno. Una grande delusione. Alla destra sembra mancare una strategia a lungo raggio. E non mi si dica " per governare bisogna adattarsi" , perchè c'è modo e modo di farlo.
Se la Meloni mettese la stessa energia che mette a difendere l'Ucraina per difendere l'Italia e la struttura etnoculturale saremmo a cavallo.

Roberto

Anonimo ha detto...

Concordo. Solo che per me non è stata "una grande delusione" perché, immaginandomi che sarebbe andata a finire così ed essendo nemico delle illusioni, mi sono astenuto dalle elezioni.

Anonimo ha detto...


"Mi sono astenuto dalle elezioni"

Esulta il partito vile, quello dei baciapile che sapevano già tutto e non sono andati a votare.
Se avessero votato per Meloni in massa, il CD avrebbe avuto un maggioranza schiacciante, che forse gli avrebbe permesso una politica più aggressiva.
Che Meloni non difenda "l'Italia e la sua struttura etnoculturale" non è vero.
Si dimentica che il grande debito pubblico ci espone a tutti i ricatti dei grandi. E che il margine di manovra dell'Italia è oggettivamente assai piccolo.
Tuttavia il CD dovrebbe osare di più, soprattutto in politica estera. Meloni proviene da un'area politica che è sempre stata "atlantista", sin dai tempi del vecchio MSI, per patriottismo e anticomunismo. L'attuale decadenza americana e la folle politica di espansione della Nato ad Est non devono far dimenticare che ai tempi della guerra fredda l'inserimento nel blocco occidentale, diretto dagli USA, ci ha effettivamente difesi dal comunismo. Adesso si tende a dimenticare tutto, a riscrivere la storia come se fosse cominciata oggi.
La "liberazione della donna" era grido di battaglia delle sinistre, con l'appoggio sistematico del vecchio PCI, finanziato da Mosca, alla cultura borghese deviata, distruttrice dei valori tradizionali. Prima ancora dell'inizio del terrorismo, degli anni di piombo.

Anonimo ha detto...

Festival di che?
Ancora campa?

Anonimo ha detto...

Faccio notare che tutti i paesi europei excomunisti sono, da un punto vista etnoculturale, in una situazione decisamente migliore di quella di tutti i paesi di lunga tradizione atlantica. Evidentemente non riusciamo ad accettare il fatto che i cosiddetti liberatori in realtà non lo siano mai stati veramente. Questo senza negare il carattere demonico del comunismo.

Roberto

Anonimo ha detto...

Che ognuno eviti qualsiasi rapporto con coloro che si nascondono dietro la maschera della tolleranza, del rispetto di tutte le religioni, della mania di conciliare le massime del Vangelo con quella della rivoluzione, Cristo con Belial, la Chiesa con lo stato senza Dio.

Leone XIII , 8 dicembre 1892, INIMICA VIS

Anonimo ha detto...

Luca Tadolini, Communists, Edizioni all'Insegna del Veltro, 2017, pp. 264, 26 euri

Anonimo ha detto...

Negli ultimi sondaggi il PD cresce dell'1,2%. Cresce pure Fd'I. Io non credo ai sondaggi: sono tutti falsi. Tuttavia, è vero che qua in Emilia il PD non conosce tramonto. Sono piddini pure i gatti!

Anonimo ha detto...

GM fa quello che può o le permettono di fare, cioè respirare a filo d'acqua, il nostro mostruoso debito è sempre sotto ricatto e quindi.......2 notizie al volo, la prima è che mamma Rai ha trovato un gesuitico compromesso, VZ non apparirà in video, ma invierà un messaggio che il conduttore leggerà, la seconda è che el jefe ha deciso di trasformare Castelgandolfo in un laboratorio di studi internazionali sull'ecosostenibilità, la difesa dell'ambiente, le risorse eticamente compatibili, ecologiche et alia, per oggi penso basti.