Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 3 ottobre 2023

Il Papa risponde ai Dubia di cinque cardinali

Si tratta della prima risposta. Poi i Dubia sono stati riformulati,  e ora si è in attesa  di quella definitiva. 
Pubblicate sul sito del Dicastero per la Dottrina della Fede le risposte di Papa Francesco alle domande dei cardinali Brandmüller, Burke, Sandoval Íñiguez, Sarah e Zen Ze-kiun
Vedi precedenti e Dubia riformulati: 
3. Nuovi Dubia presentati al papa da Cinque Cardinali.
Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità.

Il Papa risponde ai Dubia di cinque cardinali

I cardinali Brandmüller, Burke, Sandoval Íñiguez, Sarah e Zen Ze-kiun hanno presentato al Papa 5 domande con la richiesta di un chiarimento su alcune questioni relative alla interpretazione della Divina Rivelazione, sulla benedizione delle unioni con persone dello stesso sesso, sulla sinodalità come dimensione costitutiva della Chiesa, sulla ordinazione sacerdotale delle donne e sul pentimento come condizione necessaria per l'assoluzione sacramentale

Papa Francesco ha risposto a 5 Dubia che gli avevano fatto pervenire nel luglio scorso i cardinali Walter Brandmüller e Raymond Leo Burke con l’appoggio di altri tre cardinali, Juan Sandoval Íñiguez, Robert Sarah e Joseph Zen Ze-kiun. Le domande dei porporati, in italiano, e le risposte del Papa, in spagnolo, sono state pubblicate oggi sul sito del Dicastero per la Dottrina della Fede. Di seguito il testo con una nostra traduzione in italiano delle risposte del Papa:
1) Dubium circa l'affermazione che si debba reinterpretare la Divina Rivelazione in base ai cambiamenti culturali e antropologici in voga.

Dopo le affermazioni di alcuni vescovi, che non sono state né corrette né ritrattate, si chiede se nella Chiesa la Divina Rivelazione debba essere reinterpretata secondo i cambiamenti culturali del nostro tempo e secondo la nuova visione antropologica che questi cambiamenti promuovono; oppure se la Divina Rivelazione sia vincolante per sempre, immutabile e quindi da non contraddire, secondo il dettato del Concilio Vaticano II, che a Dio che rivela è dovuta "l'obbedienza della fede"(Dei Verbum 5); che quanto è rivelato per la salvezza di tutti deve rimanere "per sempre integro" e vivo, e venire "trasmesso a tutte le generazioni" (7) e che il progresso della comprensione non implica alcun mutamento della verità delle cose e delle parole, perché la fede è stata "trasmessa una volta per sempre" (8), e il Magistero non è superiore alla parola di Dio, ma insegna solo ciò che è stato trasmesso (10).
Risposte di Papa Francesco

Cari fratelli,
benché non sempre mi sembri prudente rispondere alle domande rivoltemi direttamente, e sarebbe impossibile rispondere a tutte, in questo caso ho ritenuto opportuno farlo data la vicinanza del Sinodo.

Risposta alla prima domanda
  1. La risposta dipende dal significato che attribuite alla parola "reinterpretare". Se è intesa come "interpretare meglio", l'espressione è valida. In questo senso, il Concilio Vaticano II affermò che è necessario che, con il lavoro degli esegeti - e aggiungo, dei teologi - "maturi il giudizio della Chiesa" (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica Dei Verbum, 12).
  2. Pertanto, se è vero che la divina Rivelazione è immutabile e sempre vincolante, la Chiesa deve essere umile e riconoscere di non esaurire mai la sua insondabile ricchezza e di avere bisogno di crescere nella sua comprensione.
  3. Di conseguenza, cresce anche nella comprensione di ciò che essa stessa ha affermato nel suo Magistero.
  4. I cambiamenti culturali e le nuove sfide della storia non modificano la Rivelazione, ma possono stimolarci a esprimere meglio alcuni aspetti della sua traboccante ricchezza che offre sempre di più.
  5. È inevitabile che ciò possa portare a una migliore espressione di alcune affermazioni passate del Magistero, ed è infatti successo così lungo la storia.
  6. D'altra parte, è vero che il Magistero non è superiore alla Parola di Dio, ma è anche vero che sia i testi delle Scritture che le testimonianze della Tradizione necessitano di un'interpretazione che permetta di distinguere la loro sostanza perenne dai condizionamenti culturali. Questo è evidente, ad esempio, nei testi biblici (come Esodo 21, 20-21) e in alcuni interventi magisteriali che tolleravano la schiavitù (Cfr. Niccolò V, Bolla Dum Diversas, 1452). Non è un argomento secondario dato il suo intimo legame con la verità perenne della dignità inalienabile della persona umana. Questi testi hanno bisogno di un'interpretazione. Lo stesso vale per alcune considerazioni del Nuovo Testamento sulle donne (1 Corinzi 11, 3-10; 1 Timoteo 2, 11-14) e per altri testi delle Scritture e testimonianze della Tradizione che oggi non possono essere ripetuti così come sono.
  7. È importante sottolineare che ciò che non può cambiare è ciò che è stato rivelato "per la salvezza di tutti" (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica Dei Verbum, 7). Perciò la Chiesa deve discernere costantemente ciò che è essenziale per la salvezza e ciò che è secondario o è meno direttamente connesso a questo obiettivo. Mi interessa ricordare ciò che San Tommaso d’Aquino affermava: "quanto più si scende ai particolari, tanto più aumenta l'indeterminatezza" (Summa Theologiae 1-1 1, q. 94, art. 4).
  8. Infine, una sola formulazione di una verità non potrà mai essere adeguatamente compresa se viene presentata solitaria, isolata dal ricco e armonioso contesto dell'intera Rivelazione. La "gerarchia delle verità" implica anche collocare ciascuna di esse in adeguata connessione con le verità più centrali e con l'insieme dell'insegnamento della Chiesa. Ciò può infine portare a diversi modi di esporre la stessa dottrina, anche se “a quanti sognano una dottrina monolitica difesa da tutti senza sfumature, ciò può sembrare un’imperfetta dispersione. Ma la realtà è che tale varietà aiuta a manifestare e a sviluppare meglio i diversi aspetti dell’inesauribile ricchezza del Vangelo (Evangelii gaudium, 40). Ogni corrente teologica ha i suoi rischi, ma anche le sue opportunità.
2) Dubium circa l'affermazione che la diffusa pratica della benedizione delle unioni con persone dello stesso sesso, concorderebbe con la Rivelazione e il Magistero (CCC 2357).

Secondo la Divina Rivelazione, attestata nella Sacra Scrittura, che la Chiesa "per divino mandato e con l'assistenza dello Spirito Santo piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone" (Dei Verbum 10): "In principio" Dio creò l'uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò e li benedisse, perché fossero fecondi (cfr Gen l, 27-28), per cui l'Apostolo Paolo insegna che negare la differenza sessuale è la conseguenza della negazione del Creatore (Rom l, 24-32). Si chiede: può la Chiesa derogare a questo "principio", considerandolo, in contrasto con quanto insegnato da Veritatis splendor 103, come un semplice ideale, e accettando come "bene possibile" situazioni oggettivamente peccaminose, come le unioni con persone dello stesso sesso, senza venir meno alla dottrina rivelata?
Risposta di Papa Francesco alla seconda domanda
  1. La Chiesa ha una concezione molto chiara del matrimonio: un'unione esclusiva, stabile e indissolubile tra un uomo e una donna, naturalmente aperta a generare figli. Solo a questa unione si può chiamare "matrimonio". Altre forme di unione lo realizzano solo "in modo parziale e analogico" (Amoris laetitia 292) [vedi], per cui non possono essere chiamate strettamente "matrimonio".
  2. Non è solo una questione di nomi, ma la realtà che chiamiamo matrimonio ha una costituzione essenziale unica che richiede un nome esclusivo, non applicabile ad altre realtà. Senza dubbio è molto di più di un mero "ideale".
  3. Per questa ragione, la Chiesa evita qualsiasi tipo di rito o sacramentale che possa contraddire questa convinzione e far intendere che si riconosca come matrimonio qualcosa che non lo è.
  4. Tuttavia, nel rapporto con le persone, non si deve perdere la carità pastorale, che deve permeare tutte le nostre decisioni e atteggiamenti. La difesa della verità oggettiva non è l'unica espressione di questa carità, che è anche fatta di gentilezza, pazienza, comprensione, tenerezza e incoraggiamento. Pertanto, non possiamo essere giudici che solo negano, respingono, escludono.
  5. Pertanto, la prudenza pastorale deve discernere adeguatamente se ci sono forme di benedizione, richieste da una o più persone, che non trasmettano un concetto errato del matrimonio. Perché quando si chiede una benedizione, si sta esprimendo una richiesta di aiuto a Dio, una supplica per poter vivere meglio, una fiducia in un Padre che può aiutarci a vivere meglio.
  6. D'altra parte, sebbene ci siano situazioni che dal punto di vista oggettivo non sono moralmente accettabili, la stessa carità pastorale ci impone di non trattare semplicemente come "peccatori" altre persone la cui colpa o responsabilità può essere attenuata da vari fattori che influenzano l'imputabilità soggettiva (Cfr. san Giovanni Paolo II, Reconciliatio et Paenitentia, 17).
  7. Le decisioni che, in determinate circostanze, possono far parte della prudenza pastorale, non devono necessariamente diventare una norma. Cioè, non è opportuno che una Diocesi, una Conferenza Episcopale o qualsiasi altra struttura ecclesiale abiliti costantemente e ufficialmente procedure o riti per ogni tipo di questione, poiché tutto “ciò che fa parte di un discernimento pratico davanti ad una situazione particolare non può essere elevato al livello di una norma”, perché questo “darebbe luogo a una casuistica insopportabile” (Amoris laetitia 304). Il Diritto Canonico non deve né può coprire tutto, e nemmeno le Conferenze Episcopali con i loro documenti e protocolli variati dovrebbero pretenderlo, poiché la vita della Chiesa scorre attraverso molti canali oltre a quelli normativi.
3) Dubium circa l'affermazione che la sinodalità è "dimensione costitutiva della Chiesa" (Cost.Ap. Episcopalis Communio 6), sì che la Chiesa sarebbe per sua natura sinodale.
Dato che il Sinodo dei vescovi non rappresenta il collegio episcopale, ma è un mero organo consultivo del Papa, in quanto i vescovi, come testimoni della fede, non possono delegare la loro confessione della verità, si chiede se la sinodalità può essere criterio regolativo supremo del governo permanente della Chiesa senza stravolgere il suo assetto costitutivo voluto dal suo Fondatore, per cui la suprema e piena autorità della Chiesa viene esercitata, sia dal Papa in forza del suo ufficio, sia dal collegio dei vescovi insieme col suo capo il Romano Pontefice (Lumen gentium 22).
Risposta di Papa Francesco alla terza domanda
  1. Sebbene riconosciate che l'autorità suprema e piena della Chiesa sia esercitata sia dal Papa a motivo del suo ufficio, sia dal collegio dei vescovi insieme al loro Capo, il Romano Pontefice (Cfr. Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 22), con queste domande stesse manifestate il vostro bisogno di partecipare, di esprimere liberamente il vostro parere e di collaborare, chiedendo così una forma di "sinodalità" nell'esercizio del mio ministero.
  2. La Chiesa è un "mistero di comunione missionaria", ma questa comunione non è solo affettiva o eterea, bensì implica necessariamente una partecipazione reale: non solo la gerarchia, ma tutto il Popolo di Dio in modi diversi e a diversi livelli può far sentire la propria voce e sentirsi parte del cammino della Chiesa. In questo senso possiamo dire che la sinodalità, come stile e dinamismo, è una dimensione essenziale della vita della Chiesa. Su questo punto ha detto cose molto belle san Giovanni Paolo II nella Novo millennio ineunte.
  3. Altra cosa è sacralizzare o imporre una determinata metodologia sinodale che piace a un gruppo, trasformarla in norma e percorso obbligatorio per tutti, perché ciò porterebbe solo a "congelare" il cammino sinodale ignorando le diverse caratteristiche delle diverse Chiese particolari e la variegata ricchezza della Chiesa universale.
4) Dubium circa il sostegno di pastori e teologi alla teoria che "la teologia della Chiesa è cambiata" e quindi che l'ordinazione sacerdotale possa essere conferita alle donne.

In seguito alle affermazioni di alcuni prelati, che non sono state né corrette né ritrattate, secondo cui col Vaticano II sarebbe cambiata la teologia della Chiesa e il significato della Messa, si chiede se è ancora valido il dettato del Concilio Vaticano II, che "il sacerdozio comune dei fedeli e quello ministeriale differiscono essenzialmente e non solo di grado" (Lumen Gentium 10) e che i presbiteri in virtù del "sacro potere dell'ordine per offrire il sacrificio e perdonare i peccati" (Presbyterorum Ordinis 2), agiscono in nome e nella persona di Cristo mediatore, per mezzo del quale è reso perfetto il sacrificio spirituale dei fedeli? Si chiede, inoltre, se è ancora valido l'insegnamento della lettera apostolica di san Giovanni Paolo II Ordinatio Sacerdotalis, che insegna come verità da tenere in modo definitivo l'impossibilità di conferire l'ordinazione sacerdotale alle donne, per cui questo insegnamento non è più soggetto a cambiamento né alla libera discussione dei pastori o dei teologi.
Risposta di Papa Francesco alla quarta domanda
  1. "Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale differiscono essenzialmente" (Concilio Ecumenico Vaticano II, Costituzione dogmatica Lumen gentium, 10). Non è opportuno sostenere una differenza di grado che implichi considerare il sacerdozio comune dei fedeli come qualcosa di "seconda categoria" o di minor valore ("un grado più basso"). Entrambe le forme di sacerdozio si illuminano e si sostengono reciprocamente.
  2. Quando san Giovanni Paolo II insegnò che bisogna affermare "in modo definitivo" l'impossibilità di conferire l'ordinazione sacerdotale alle donne, in nessun modo stava denigrando le donne e conferendo un potere supremo agli uomini. San Giovanni Paolo II affermò anche altre cose. Ad esempio, che quando parliamo della potestà sacerdotale “siamo nell'ambito della funzione, non della dignità e della santità”. (san Giovanni Paolo II, Christifideles laici, 51). Sono parole che non abbiamo accolto a sufficienza. Affermò anche chiaramente che sebbene solo il sacerdote presieda l'Eucaristia, i compiti "non danno luogo alla superiorità di alcuni sugli altri" (san Giovanni Paolo II, Christifideles laici, nota 190; Cfr. Congregazione per la Dottrina della Fede, Dichiarazione Inter Insigniores, VI). Affermò anche che se la funzione sacerdotale è "gerarchica", non deve essere intesa come una forma di dominio, ma “è totalmente ordinata alla santità delle membra di Cristo” (san Giovanni Paolo II, Mulieris dignitatem, 27). Se questo non viene compreso e non si traggono le conseguenze pratiche di queste distinzioni, sarà difficile accettare che il sacerdozio sia riservato solo agli uomini e non potremo riconoscere i diritti delle donne o la necessità che esse partecipino, in vari modi, alla guida della Chiesa.
  3. D'altra parte, per essere rigorosi, riconosciamo che non è stata ancora sviluppata esaustivamente una dottrina chiara e autorevole sulla natura esatta di una "dichiarazione definitiva". Non è una definizione dogmatica, eppure deve essere accettata da tutti. Nessuno può contraddirla pubblicamente e tuttavia può essere oggetto di studio, come nel caso della validità delle ordinazioni nella Comunione anglicana.
5) Dubium circa l'affermazione "il perdono è un diritto umano" e l'insistere del Santo Padre sul dovere di assolvere tutti e sempre, per cui il pentimento non sarebbe condizione necessaria per l'assoluzione sacramentale.
Si chiede se sia ancora vigente l'insegnamento del Concilio di Trento, secondo cui, per la validità della confessione sacramentale è necessaria la contrizione del penitente, che consiste nel detestare il peccato commesso con il proposito di non peccare più (Sessione XIV, Capitolo IV: DH 1676), cosicché il sacerdote deve rimandare l’assoluzione quando sia chiaro che questa condizione non è adempiuta.
Risposta di Papa Francesco alla quinta domanda
  1. Il pentimento è necessario per la validità dell'assoluzione sacramentale e implica l'intenzione di non peccare. Ma qui non c’è matematica e devo ricordare ancora una volta che il confessionale non è una dogana. Non siamo padroni, ma umili amministratori dei Sacramenti che nutrono i fedeli, perché questi doni del Signore, più che reliquie da custodire, sono aiuti dello Spirito Santo per la vita delle persone.
  2. Ci sono molti modi di esprimere il pentimento. Spesso, nelle persone che hanno l'autostima molto ferita, dichiararsi colpevoli è una tortura crudele, ma il solo atto di avvicinarsi alla confessione è un'espressione simbolica di pentimento e di ricerca dell'aiuto divino.
  3. Voglio anche ricordare che "a volte ci costa molto dare spazio nella pastorale all'amore incondizionato di Dio" (Amoris laetitia 311), ma si deve imparare. Seguendo san Giovanni Paolo II, sostengo che non dobbiamo richiedere ai fedeli propositi di correzione troppo precisi e sicuri, che alla fine finiscono per essere astratti o addirittura narcisisti, ma anche la prevedibilità di una nuova caduta "non pregiudica l'autenticità del proposito" (san Giovanni Paolo II, Lettera al Card. William W. Baum e ai partecipanti al corso annuale della Penitenzieria Apostolica, 22 marzo 1996, 5).
  4. Infine, deve essere chiaro che tutte le condizioni che di solito si pongono nella confessione generalmente non sono applicabili quando la persona si trova in una situazione di agonia o con le sue capacità mentali e psichiche molto limitate.
Fonte

45 commenti:

Anonimo ha detto...

Ed ecco l'effetto delle risposte - perfettamente in linea con la dottrina vaticanosecondista propria anche dei conservatori ed inattaccabili - ai dubbia dei conservatori: un rafforzamento della chiesa conciliare. La quale prosegue tranquillamente la sua marcia per la piena realizzazione del Concilio Vaticano II.

mic ha detto...

Pur riconoscendo il conservatorismo dei cardinali, io la vedo diversamente.
Per confutare la rivoluzione di Francesco basta citare le parti sane del Vaticano II (ricordate la tesi del vescovo Schneider e di mons. Gherardini?

http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2011/01/convegno-sul-vaticano-ii-proposte-per.html
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2011/01/convegno-di-roma-sul-vaticano-ii.html


Anonimo ha detto...

Errata corrige:
dubbia = dubia

Lo smartphone!

Anonimo ha detto...

Si va sull astratto. Se sono un po' cattolico e mi trovo nella tentazione, prego con un minimo di fiducia. La tentazione si depotenziata. Poi torna all attacco, notato il piccolo depontenziamento, di nuovo prego con maggior fiducia, con confidenza direi e così andando, mi rafforzo interiormente e si rafforza anche la mia fede. Così era nel 40 d. C. così è nel 2023 d. C. Questa è un esperienza che può essere fatta, onestamente, da qualsiasi persona con una fede minima, tra il 2/3. Tutto il resto è onanismo vocale.

Anonimo ha detto...

Mi sembra sia stato chiaro il Papa in merito al sacerdozio femminile. Se il sacerdozio è per tutti senza esclusione anche in assenza di ordinazione e quindi senza gerarchia una donna può assurgere al sacerdozio ugualmente è chiaro che ciò che il Papa vuole è davvero meraviglioso...tutti, senza distinzione di sesso, sacerdoti al grado di melkisedek senza gerarchia. Senza ordinazione ma con un semplice mandato cioè la funzione di cui parla nella risposta ai cardinali. È chiaro che a questi ultimi è a tanti di noi non adesso non piace perché in una fase di passaggio dove si abbandona una abitudine consolidata per prenderne una nuova. Ma pensiamo alla ricchezza di questo nuovo mandato quanti di noi uomini e donna con il carisma e fede che ci caratterizza potranno celebrare ed evangelizzare e convertire. Grazie a Papa Francesco che se continuerà ad essere osteggiato non potrà mai dall'oggi al domani cambiare
Forse quei cardinali non vogliono perché potranno perdere superiorità? Papa Francesco vuole un sacerdozio per tutti senza subordinazione. Questo Papa va capito!

Anonimo ha detto...

Andrea Sandri
TUTTƏ?

Ma quando Francesco dice che la questione delle ordinazioni delle donne deve essere studiata «come nel caso della validità delle ordinazioni nella Comunione anglicana». Intende

1) Le ordinazioni anglicane prima del 1896 (maschili senza tocco);
2) Le ordinazioni anglicane tra il 1896 e il 1992 (maschili con tocco);
3) Le ordinazioni anglicane dal 1992 in poi (maschili e femminili con tocco limitato ai maschi rigidi)?

Se intende 3), si tratta di un modo di assorbire il problema iniziale (ordinare le donne?) nella novazione del concetto di ordinazione (come ordinare validamente TUTTƏ?).

mic ha detto...

Anonimo 13:11
... Papa Francesco vuole un sacerdozio per tutti senza subordinazione. Questo Papa va capito!
Questo e quanto precede.. Ecco un esempio dei frutti del concilio

Alla larga! ha detto...

Segua pure la setta conciliare (=protestante) e non venga a rompere le scatole ai pochi cattolici rimasti!

Anonimo ha detto...


# L'anonimo che sostiene quanto sarebbe bello il sacerdozio conferito alle donne.

Le donne hanno invaso il pastorato protestante, dagli anglicani ai calvinisti, con quali risultati? Le loro congregazioni sono forse fiorenti? La maggioranza delle "pastore" accanto alla lettura della Bibbia pratica il culto di Saffo e non lo nasconde. Quindi? Ciò dimostra che è soprattutto il mondo delle deviate ad aspirare al
sacerdozio, come si vede del resto dal tipo di "teologhe" e suore ultramascoline che sostengono la causa presso i cattolici.

La partecipazione delle donne alla Missione della Chiesa è già garantita con le suore e le monache tradizionali. Partecipazione validissima, pensiamo solo alle grandi sante del passato, oltre che all'azione caritativa da loro svolta. E non è da dire che l'apporto femminile si sia limitato all'assistenza a poveri, malati, anziani. Pensiamo appunto alla capacità di guida spirituale che hanno dimostrato tante suore e monache. L'autobiografia di S. Teresa del Bambin Gesù, ad esempio, è stata per me (uomo) un testo di grande ammaestramento ed ispirazione.
Questa suddivisione di compiti tra uomo e donna nella Chiesa l'attuarono gli Apostoli sin dal principio. La donna non è uguale all'uomo, deve dare il suo contributo in modo diverso.
Le donne oggi, grazie all'ideologia femminista, vogliono uscire dai ranghi per dimostrare di saper fare tutto quello che fanno gli uomini e meglio di loro. Pretesa ridicola, che sta distruggendo la società e i popoli, visto che come prima cosa queste donne vogliono eliminare la famiglia.
Come hanno distrutto la famiglia, le femministe stanno lavorando da anni a distruggere la Chiesa, grazie alla complicità di prelati e papi senza fede, intenti allo stesso scopo.
Chi si andrebbe a confessare da una sacerdotessa, magari notoriamente lesbica, per di più? E quando mestruante, dovrebbe ugualmente fare la consacrazione delle Sacre Specie?
Lo scivolamento dei vari Parlamenti europei verso il clima del pollaio è aumentato o diminuito da quando vi partecipano così tante donne?
Z.


Anonimo ha detto...

Peraltro la lettera pubblicata dal Dicastero per la Dottrina della Fede non è quella integrale (qui il pdf della lettera integrale https://lanuovabq.it/storage/docs/response-of-pope-francis-2023july11-1.pdf) ricevuta solo dai cardinali Burke e Brandmüller, che ha anche una introduzione e conclusione non riportate nel documento proposto dal cardinale Fernandez. Nella parte mancante, oltre all’evidente fastidio che si percepisce per l’iniziativa dei 5 cardinali, il Papa li bacchetta affermando che «non è bello avere paura» delle «domande» e degli «interrogativi» raccolti nel processo di preparazione del Sinodo. Come poi sono stati raccolti lo sappiamo benissimo.

Anonimo ha detto...

... sono molto astuti e difficili da combattere ... non si scoprono mai apertamente ... non dicono mai chiaramente e semplicemente né SI né NO
Cit del Ros

Anonimo ha detto...

Le donne non devono neanche essere investite del ruolo di diacono, dovrebbe esser chiaro; perché la tattica di questi doppiogiochisti, eretici neomodernisti, e' quella di intavolare una carta da novanta, come il sacerdozio femminile, sapendo che inizialmente rimane un obiettivo irraggiungibile, ma in tal modo sanno di poter ottenere il vero obiettivo, quello delle donne diacono (e la strada e' aperta).
E così: si intavola il matrimonio omosex, per ottenere la benedizione omosex...e via discorrendo.
E' lo Spirito, bellezza!
La verità e' che vanno fermati e basta, senza tanti dubbi o dubia.

Gz

Anonimo ha detto...

" «non è bello avere paura» delle «domande» e degli «interrogativi» raccolti nel processo di preparazione del Sinodo." diciamo che se le domande dei sinodosi sono preparate e fatte dilagare da dieci anni di disastri dottrinali e affermazioni avventate, c'è da avere molta paura, specialmente a leggere certe affermazioni dei sinodosi, condensate dalle esperte mani dei curiali di ogni diocesi, che lasciano esterrefatti per il solo fatto che si siano potute ipotizzare e adombrare in un contesto cattolico
Alberto Lacchini

Gederson Falcometa ha detto...

La Chiesa Conciliare me ricorda l'Italia provvisoria di Giovannino Guareschi, perchè anche lei è una Chiesa provvisoria. Grazie a Dio non durerà a lungo.

Altro ricordo di Guareschi è che questa Chiesa alla destra, al centro o alla sinistra, è una Chiesa piena di trinariciuti. Ad esempio, della destra basta ricordare l'attacco della destra conciliare alla FSSPX e a Mons. Lefebvre. Già del centro e della sinistra, non c'e bisogno di dire nulla.

Guarda che l'atteggiamento dell'anonimo che ha affermato:

"Papa Francesco vuole un sacerdozio per tutti senza subordinazione. Questo Papa va capito!"

È un frutto del Concilio. La migliore spiegazione di questo frutto è che i fedeli di destra e di sinistra che danno il libero assenso assoluto al Concilio, e al successivo magistero conciliare, hanno lo stesso atteggiamento del buon Samaritano di Paolo VI davanti all'uomo diventato Dio. Voglio dire, che ti piaccia o no, tutti i papi conciliari sono stati (e l'attuale più che gli altri) in una certa misura modernisti. Così, invece di combattere e lottare (non possiamo anatemizzare...) questi credenti accolgono gli aggressori modernisti della santa religione cattolica con la stessa simpatia del buon Samaritano conciliare. Purtroppo, tutti loro, ognuno a suo modo, sono pronti a prestare all'autorità modernista conciliare obbedienza pronta, cieca e assoluta, come il trinariciuto al partito. Per questo attaccano quelli che non sono disposti ad dare questa obbedienza ai modernisti.

Gederson Falcometa ha detto...

... sono molto astuti e difficili da combattere ... non si scoprono mai apertamente ... non dicono mai chiaramente e semplicemente né SI né NO

Tutte le risposte si riducono a uno forse. È la Chiesa che non è nè del si e nè del no, é la Chiesa del forse.

Catholicus.2 ha detto...

[NOTARELLA] Certamente problematica la risposta di Bergoglio circa la possibilità di un conferimento dell'ordinazione sacerdotale alle donne, ma, mentre ferve lo stracciamento di vesti e l'appassionato dibattito, ci "piace" ricordare a tutti che nel 1973 - ripetiamo 1973 - Montini "concesse" alle donne di poter essere "ministre della comunione", cioè di poter esercitare quella potestà di distribuire il sacramento eucaristico, che che costituisce l’essenziale del diaconato e che è parte della definizione dogmatica del Sacramento dell’Ordine data dal Concilio di Trento, secondo cui solo agli Apostoli e ai loro successori nel sacerdozio (non a laici, tantomeno a laiche) è stato trasmesso "il potere di consacrare, di offrire e di dispensare il suo corpo e il suo sangue".
Cit. Radio Spada

Anonimo ha detto...

La cronaca dei Dubia sul Sinodo avanzati dai cardinali a JB in attesa delle risposte sta diventando un giallo....

Ultime notizie dal fronte-sinodo ....
https://www.youtube.com/live/QOhW1IqowTw?feature=shared

il Vaticano gioca a carte truccate?
Notizia davvero incredibile delle ultime ore.
La versione vaticana pubblicata della lettera di Francesco a Muller e Brandmuller NON è l'originale.

Anonimo ha detto...

citare le parti sane del Vaticano II ?
come dire estrarre le parti sane dalla torta avvelenata ?
questo mi ricorda ciò che disse mons. WIlliamson con l'esempio della torta avvelenata e che cosa ne fa la mamma che vuole bene al suo bambino che vorrebbe assaggiarla...

Anonimo ha detto...


"Il sacerdozio per tutti senza subordinazione" può dunque ricomprendere anche le donne, dice l'anonimo, sulla scia del papa (il quale non lo dice apertamente ma lo fa capire, circa le donne).

Il sacerdozio per tutti senza subordinazione è concetto tipico dei modernisti, sin dal primo modernismo, quello DOC dei Buonaiuti, dei Tyrrell, dei Minocchi e compagnia, tutta gente che san Pio X cacciò dalla Chiesa.
Il Lettore attuale dirà: ma chi sono costoro? Forse conosce solo il nome di Bonaiuti, uno dei capi del modernismo italiano, scomunicato e forse anche ridotto allo stato laicale, che passò ad insegnare storia della Chiesa nell'università italiana.
I modernisti, seguendo appunto il pensiero moderno in certi suoi filoni, privilegiavano la coscienza individuale quale fonte del divino e anche della religione positiva, alla maniera di Rousseau. Di fatto, erano tutti deisti.
I Vangeli e la tradizione apostolica mostrano senz'ombra di dubbio che il sacerdozio in senso proprio è quello degli eletti consacrati dal Signore, unici officianti della s. Messa, unici dotati del potere di assolvere o meno i peccati (una cosa da niente!!). I fedeli costituiscono invece un "sacerdozio" in senso simbolico, rispetto ai pagani, tant'è vero che, come ribadisce Pio XII nella Mediator Dei, essi partecipano alla Consacrazione (nella Messa) solo "in voto" ossia con il loro spirito, con lo slancio della loro anima. Ma non hanno poteri sacerdotali, non sono sacerdoti né possono esserlo.
I modernisti, riducendo la religione al sentimento individuale della propria coscienza, negavano la Chiesa gerarchica, l'autorità del papa, il suo primato, la distinzione tra sacerdozio sacramentale o gerarchico e quello solo simbolico ed onorifico dei fedeli, come risulta dalla I Lettera di S. Pietro, 2, il cui senso è stato deformato a partire dal VAticano II.
Pertanto, affermare, come fa o fa capire il papa attuale, che "il sacerdozio deve essere per tutti senza subordinazione" significa negare la natura gerarchica della Chiesa e l'esistenza della distinzione tra sacerdote e fedele - significa condividere quell'errore dottrinale che da ultimo è riapparso con il modernismo.
Anteriormente, i Valdesi e Lutero p.e. negavano la differenza tra il vero sacerdozio del sacerdote consacrato e quello solo "in voto" dei fedeli. Praticamente tutto il protestantesimo dissolve il sacerdozio nel "popolo di Dio". I modernisti nell'umanità e nella democrazia universale.
C'è un passo illuminante in proposito del modernista, ex prete, Minocchi, in un articolo del 1909 su La Voce di Prezzolini.
(Vedi il seguito).
T.

Anonimo ha detto...

https://fedecultura.com/blogs/notizie/dubia-il-vaticano-gioca-a-carte-truccate

Notizia davvero incredibile delle ultime ore. La versione vaticana pubblicata della lettera di Francesco a Muller e Brandmuller NON è l'originale.

Anonimo ha detto...


Seguito. Vengo ora all'articolo di Salvatore Minocchi, ex prete o comunque scomunicato, pubblicato nel 1909 su La Voce, dal titolo 'La crisi del clero'.
Si era al tempo della Pascendi di san Pio X. Il tema dibattuto tra i modernisti, mazzolati dal papa, era: restare nella Chiesa o no?
Un sacerdote accusato di modernismo, privato dei mezzi di sussistenza,costretto "ad entrare nella società per trovarsi un impiego civile" non ha voluto tuttavia abbandonare il sacerdozio.

Perché? perché "esso per lui non rappresenta già un esteriore fatto giudirico ma consiste in una libera e tutta personale consacrazione all'amore del genere umano e al progresso della vita spirituale universa incontro all'altezze infinite. Gesú, egli deve pensare, ha forse mai detto messa o fu ordinato sacerdote dai pontefici contemporanei? Il sacerdozio è qualità dell'anima e chi lo vuole esercitare ne ha il diritto da Dio [SI NOTI BENE QUESTA FRASE RIVELATRICE DELLA MENTALITA' MODERNISTA e oggi attualissima]. Egli intende contiuare, anche al di fuori del clero, quella vita cristiana, che consta di quanti elementi vitali possa contenere tuttora il cattolicesimo".
E questo sacerdote, continua il Minocchi, tende giustamente a realizzare un socialismo di tipo cristiano.
Approvando l'agire di questo sacerdote, il Minocchi spiega ai lettori de La Voce : "Lo scopo vero del modernismo non è, infatti, una riforma della Chiesa cattolica, utopia irrealizzabile ed impossibile; ma uno sforzo per risolvere tutti gli elementi vivi del presente cattolicismo nel generale progresso della società umana. E perciò, se il programma minimo, a dir cosí, dei moderni protestanti e cattolici è lo scioglimento delle chiese separate in una sola Chiesa cristiana, il loro programma massimo non può essere che la risoluzione della Chiesa cristiana nella democrazia sociale universale, tendente a realizzare una forma ulteriore e più vasta di cattolicismo".
(A. Romanò, a cura di) La cultura italiana del '900 attraverso le Riviste, I, La Voce, 1908-1914, Einaudi, 1960, pp. 91-92).
Suona familiare, il tutto?
T.

Anonimo ha detto...

Promemoria : il compito del cattolico, in generale ed in particolare, non è rispondere al sistema sessuale svirgolato, ma a Dio, Uno e Trino.

mic ha detto...

Una risposta di più di 2700 parole in 24 ore lascia pensare che siano già pronti tutti i dossier per supportare la grande rivoluzione in atto

Anonimo ha detto...

Non aspettatevi che un gesuita risponds con un sì o con un no...

Anonimo ha detto...

Raga, importante aver chiaro che stiamo navigando entro una bolla di fumo! La loro, quella preparata dal Nemico di sempre.

Anonimo ha detto...

Una benedizione ai peccatori? Certo, ma in un contesto penitenziale, insieme al fermo ammonimento a non perseverare nel peccato.

Anonimo ha detto...

No, I peccatori PRIMA s'impegnano a non più peccare, POI vengono benedetti per essere rafforzati nel loro impegno. Claro?

Anonimo ha detto...

Dopo la Confessione, tutti veniamo benedetti! Sveglia!

Anonimo ha detto...


# Da notare, nell'articolo del Minocchi sopra riportato: quando parla della missine del "cattolicismo" o della Chiesa, non nomina mai 1) l'agire per la Gloria di Dio, facendo sempre la sua volontà, come rivelata da Nostro Signore - agire dovuto da clerici e laici; 2) il fatto che la missione della Chiesa consiste nella salvezza delle anime dalla eterna dannazione - insomma, mediante pentimento, conversine, vita cristiana la salvezza quale scopo dell'esistenza stessa della Chiesa.
La prospettiva dei modernisti era del tutto priva della visione soprannaturale, divina intrinseca alla Chiesa. Per loro, come oggi per i conciliari, la missione della Chiesa è quella di contribuire al progresso politico, economico, culturale dell'umanità, in modo da realizzare l'unità del genere umano. Una riedizione del millenarismo d'antan, errore nuovamente propalato dal VAticano II, adombrato già nella Allocuzione inaugurale di Giovanni XXIII.

Tale prospettiva soprannaturale manca del tutto anche nella prospettiva di Bergoglio. Nella replica dell' 11 luglio ai Dubia, ripete quanto ha sempre detto: che la Chiesa deve accogliere "le allegrie e le speranze, le tristezze e le angustie degli uomini di oggi, sopra tutto dei poveri e di tutti quelli che soffrono". È l'impostazione tipica della teologia della liberazione, in versione particolarmente sentimentale, cioè ancora più falsa.
Della necessità di accogliere il Verbo per salvarsi dal peccato e di convertirsi, di diventare "l'uomo nuovo" voluto dal Signore, nemmeno l'ombra. Anzi, sappiamo che la conversione a Cristo viene apertamente disprezzata. E del resto anche i papi conciliari precedenti hanno dichiarato p.e. che la Chiesa non avrebbe più cercato di convertire gli ebrei o gli ortodossi.
T.

Anonimo ha detto...

Per mic, 3 ottobre 11:35.
Chi dovrebbe stabilire quali sono le parti sane del Vaticano II?

Gederson Falcometa ha detto...

Una domanda:

Le citazioni di documenti di Papa GPII sono in continuazione con il suo insegnamento o sono dell'ermeneutiche di rottura?

mic ha detto...

Per mic, 3 ottobre 11:35.
Chi dovrebbe stabilire quali sono le parti sane del Vaticano II?


Secondo mons. Schneider, attraverso un Sillabo ad hoc ad opera di un nuovo papa secondo il cuore del Signore...

Anonimo ha detto...

Quando l incubo CVIIista finirà, sarebbe bene dare un po' di tregua al gregge, nutrirlo con la sana Dottrina, Liturgia, Vangelo, Vite dei Santi ben scritte, risanando così la stessa società, rigorosamente per almeno un secolo, un secolo e mezzo, senza coinvolgerlo con tutte le masturbazioni mentali eretiche che hanno portato a questo inferno in terra. Sui libri onestamente consigliati dalla Chiesa Docente un discreto bollino verde su una delle prime pagine interne, che vidi su vecchi libri inglesi per bambini, anche per gli adulti è malsano leggere lo schifo bugiardo violento segaiolo. Tutta la Cattolicità dovrebbe assumersi la responsabilità di una educazione permenente delle nuove generazioni e del recupero dei minori e adulti problematici e tramandare quale rovina fu il lassismo, il malcostume, la disonestà, la menzogna di un tempo... tanto che una gran parte dei popoli inebetì. Una
buona educazione migliorerà tutte le arti ed i popoli torneranno ad essere più saggi sapienti Creature grate amanti del Creatore.

Anonimo ha detto...

Ho visto che rispetto cristiano avete su questo blog nei confronti delle donne. Fate di tutta un'erba un fascio. Non avete pubblicato il mio commento a difesa delle donne. Ma siete certi di essere cristiani e quando pure vi accorgeste di non esserlo ma che uomini siete? Anche in rispetto delle vostre madri sorelle e mogli ma non vi accorgete che se pur avete una idea diversa vivete in un mondo in cui le donne sono considerate pari agli uomini? Quando il Papa parla di dare più incarichi alle donne all'interno della chiesa lo fa a ragione. In società passate dove le donne svolgevano ruoli diversi non si è fatto ma oggi che male c'è

mic ha detto...

Anonimo 7:38
Qui non c'è nessuna visione retrograda della donna; ma c'è una giusta via di mezzo, un sano equilibrio, tra il femminismo e la misoginia. Nella consapevolezza della pari dignità della donna ma anche della rispettiva complementarietà tra i due sessi.
E, ad esempio, circa il sacerdozio, le ragioni che escludono le donne non sono affatto banali e implicano anche la dimensione metafisica.
La visione del papa, invece, superficialmente vista come apertura e aggiornamento, non è altro che banale mistificazione. Chi ha una visuale solo orizzontale e non conosce il magistero perenne non lo capisce...

Anonimo ha detto...


# Dal punto di vista cristiano la visione corretta della donna e della sua "missione" è sempre quella esposta da san Paolo nelle sue Lettere (divinamente ispirate) oppure no?

Quanto ad oggi: la donna è in realtà considerata non uguale ma superiore all'uomo, in tutto, dall'arte di governo a quella della guerra etc. Roba da ridere, basta guardare alla realtà per vedere quanto sia falsa questa mitologia femminista.
Da ridere, se le conseguenze non fossero tragiche: corruzione dei costumi, denatalità, declino culturale impressionante etc
Già perché questa visuale femminista sta riscrivendo la storia e la storia della cultura con una valanga di articoli, saggi, libri uno più trash dell'altro.
Superiore, dunque, e assolutamente libera di vivere come vuole, dobbiamo inchinarci. In tal modo si distruggono le società e i popoli. E adesso anche la Chiesa visibile, i cui capi via di testa vogliono portarvi da decenni la rivoluzione sordida (quella sessuale) in atto nella società civile.
Il concetto di "dignità della persona", come usato oggi, non ha basa neotestamentaria e comunque non è cristiano: Cristo è venuto per salvarci dal peccato non per rivelarci una supposta dignità, che non possiamo avere ontologicamente, per via del peccato originale.

Anonimo ha detto...

Forse lei non sa che le guerre hanno anche scopi oltre quelli politici militari, ne hanno anche di sociali ed uno di questi scopi, nella prima guerra mondiale, fu quello di tirare fuori definitivamente la donna dalla famiglia. Questo scopo era intermedio tra tanti altri scopi che riguardavano il futuro e di cui allora pochissimi ne sapevano qualcosa . Questo seppi durante una conferenza di un dirigente, in pensione, del Ministero degli Esteri inglese, il quale nello specifico si occupava degli Affari correnti. Senza dilungarmi oltre, ognuno può vedere da sé quanto sia il bene ed il male di questa uscita della donna dalla famiglia e quanto sia il bene ed il male che ne è derivato alla società.

Anonimo ha detto...

Lei non sta difendendo le donne, lei sta difendendo un idea astratta che non coincide con la natura, cioè con la realtà. Ed anche JMB è più incline alla ideologia che non alla osservazione personale, personalmente elaborata, che è più faticosa e richiede più tempo per verifiche e confronti. Pensare stanca e molti preferiscono appoggiarsi a pensieri già pensati da altri senza verificare se, nei fatti, sono veri. Anche noi ci appoggiamo sulla Fede Cattolica, sulla religione cattolica, ma ogni santo giorno ci è chiesto di esaminare i nostri pensieri, parole, opere ed omissioni per vedere se sono secondo Verità, che noi crediamo essere Dio, Uno e Trino, Creatore e Signore del Cielo e della Terra, di tutte le cose visibili ed invidibili. È questo un ottimo esercizio quotidiano che mantiene la mente in esercizio, elastica, libera.

Anonimo ha detto...

"Secondo mons. Schneider, attraverso un Sillabo ad hoc ad opera di un nuovo papa secondo il cuore del Signore..."

Dubito seriamente che un nuovo Sillabo possa salvare granché del Concilio, detto con molta franchezza.
Cosa dovrebbe salvare? La Gaudium e Spes piuttosto che Nostra Estate?
Lo credi davvero, Mic?

Anonimo ha detto...

Mi è stato amichevolmente fatto notare che se la sposa madre sta a casa, in ufficio, sul lavoro, la segretaria, la collega graziosamente si sòla il marito padre. Giusto, ma le donne Tutte devono stare a casa, le une da spose, le altre per prepararsi ad essere degne spose, capaci, econome, educatrici, al loro tempo.

Diego B. ha detto...

Il punto è un altro: quando avverrà questo momento di "sanificazione"? Questo è importante perché sembra ragionevole che più tardi avverrà più toccherà ai fedeli. Oggi abbiamo ancora cardinali e vescovi cattolici ma rispetto a solo 60 anni fa sono in minoranza. Tra 60 anni cosa troveremo? E se il repulisti dovrebbe avvenire tra 150 anni? Questo è importante perché un Sillabo implica una profonda conoscenza teologica che un domani potrebbe non essere disponibile. Allora bisognerà agire tramite un'amputazione tout-court. Toccasse a me cestinerei tutto il magistero post Pio XII e rifarei daccapo le encicliche sugli stessi argomenti perché è indubbio che vi siano cose buone ma chi è in grado di separare il grano dalla zizzania senza manovre cervellotiche? Poi dovremmo anche vedere il tempo intercorso tra San Pio X e Pio XII perché in nuce i problemi sono anche là presenti.
In ogni caso va abrogato il NO e ripristinato il VO. Sarebbe opportuno quello del messale del 1952 ma tutto dipenderà da quando avverrà il risanamento. Dio solo sa.

Anonimo ha detto...


Dopo Bergoglio ne verrà uno ancora peggiore.
Questa è realisticamente la prospettiva, in termini umani.
Speriamo tuttavia che il Signore rimescoli il mazzo.

A Roma il detto popolare sentenziava : "er peggio nun more mai".
Se per grazia di Dio venisse un papa di nuovo cattolico,
la restaurazione della vera fede dovrebbe comunque passare
attraverso lotte terribili, persecuzioni, guerre civili.
È bene esser preparati anche a questo.
Noi difensori della fede più in vista oggi verremmo quasi
sicuramente perseguitati tra i primi e anche ammazzati
tra i primi.
"Come hanno perseguitato Me così perseguiteranno voi".
È bene prepararsi spiritualmente a ciò che ci aspetta.

Matteo ha detto...

Perfettamente d'accordo. Puntano alle donne diacono. Non vi fate fregare

Anonimo ha detto...

Il Sacerdozio NON deve e non può essere conferito alla donna. Cristo ha scelto gli Uomini - stop. Nessuna donna ne era degna come sua Madre SS Vergine Immacolata. Fatevene una ragione - il modernismo sta veramente cercando di corrompere la Dottrina.

Anonimo ha detto...

Perfettamente d’accordo. Le donne diacono ( primo scalino del sacerdozio ordinato) deve sparire dal sinodo dei sinodo!