Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 23 maggio 2024

Ancora grane per l’Italia. Perché Macron la spara grossa?

Qui l'indice sulla guerra in Ucraina.
Ancora grane per l’Italia.
Perché. Macron la spara grossa?

Con nostro dispiacere si sta verificando quanto avevamo previsto e scritto sin dal 24 febbraio 2022, giorno della dissennata invasione del territorio ucraino da parte della Russia, e cioè che questa guerra andava fermata immediatamente, entro pochi giorni o poche settimane, perché l’epilogo a distanza di qualche anno sarebbe stato disastroso per l’Ucraina e non per la Russia.
Paradossalmente la vittima predestinata non ha capito questa sua probabile sorte e ha imboccato una strada che l’avrebbe portata alla condizione attuale.

E pensare che la rivista di politica internazionale Foreign Affairs riportava che la guerra poteva e doveva essere conclusa in otto giorni a seguito di incontri di personalità importanti in Bielorussia e in Turchia, di videoconferenze e di altre iniziative che avrebbero dovuto chiudere la partita.
Ciò non accadde perché chi aveva interesse a mantenere acceso quel focolaio ovviamente non voleva spegnerlo.

Gli accordi prevedevano uno Stato permanentemente neutrale e non nucleare, che non doveva partecipare ad alleanze militari né consentire basi militari o truppe straniere sul proprio territorio; a garanzia dell’accordo, i membri permanenti del consiglio di sicurezza dell’Onu, compresa la Russia.
La bozza aveva data 15 aprile 2022 e doveva essere firmata entro due settimane, fissando i confini più o meno sul fronte. Ma questi tentativi di accordo si fermarono perché Washington non desiderava che l’incendio si spegnesse, nonostante fosse stato appiccato da poco tempo. Invece alimentò la presunzione di Zelensky, il quale, trovata la solidarietà di tutto l’Occidente, con i viaggi che molti capi di Stato fecero a Kiev, ebbe la brillante idea di pronunciare la frase magica: “Vinceremo la guerra”. Questa ricostruzione è stata anche riportata da Il Fatto Quotidiano e fino a oggi non è stata smentita da alcuno.

I pericoli che evidenziammo fin da marzo 2022 si sono trasformati in triste realtà perché l’Ucraina è semi-distrutta, circa 200 mila persone (tra ucraini e russi, secondo il New York Times) sono morte e la normalità è diventata ormai sconosciuta. Chi ha guadagnato da questo scenario? I produttori di armi, i quali nel 2023 hanno fatturato oltre 200 miliardi e i loro utili sono aumentati del 55 per cento.

Zelensky è sotto accusa dal suo entourage per i diversi abusi che sembra abbia commesso, fra cui l’estromissione di decine di deputati dell’opposizione dal Parlamento in virtù della legge marziale, il reclutamento di decine di migliaia di ucraini mandati al fronte e la pervicacia di pensare che avrebbe potuto vincere una guerra che era già persa in partenza.

È vero che ha ricevuto una sessantina di miliardi di dollari dagli Usa e svariati miliardi dai Paesi europei, fra cui l’Italia. Ma è evidente che tutti si sono stancati di continuare a foraggiare una guerra persa e quindi via via Zelensky sta perdendo l’appoggio sostanziale da parte dell’Occidente, mentre all’interno del suo Paese sale sempre di più un sentimento contrario alla sua azione.

In questo quadro, il presidente francese, Emmanuel Macron, la spara grossa affermando che bisogna inviare armi e truppe all’Ucraina.
Perché la spara grossa? Perché sa benissimo che qualora gli europei entrassero in conflitto con la Russia, il pericolo nucleare diventerebbe concreto, anche perché a quel punto la Nato non potrebbe restare indifferente e dovrebbe necessariamente intervenire. Ma anche la Gran Bretagna, mediante il suo ministro degli Esteri, David Cameron, sostiene la stessa tesi.

Insomma, lo scontro che si evitò a Cuba, nel 1962, fra la marina russa, che portava i missili, e quella americana, che si schierò per impedirne il transito, si potrebbe riprodurre oggi.
Le due iniziative ci sembrano fuori dalla realtà e probabilmente hanno solo una funzione ai fini interni dei loro Paesi, ma comunque sono destabilizzanti e contrarie all’obiettivo che Papa Francesco richiama un giorno sì e l’altro pure e cioé che è urgente fare la pace e mettere fine ad un’insana e inutile guerra. Fonte

7 commenti:

Anonimo ha detto...

La Casa Bianca sta valutando se consentire l'uso di armi USA in Russia; "sta valutando" in realtà significa che sta per consentirlo. La Francia ha appena testato armi nucleari per dimostrare la sua deterrenza. Ho appreso ieri da un articolo di Maurizio Blondet che si stanno svolgendo esercitazioni con armi nucleari in Sardegna. È evidente che USA, UE e NATO sono intenzionati a proseguire e vincere la guerra. Le tre entità (mi aggiungo anch'io) sono convinte che la Russia non userà mai le armi nucleari, soprattutto per paura dell'opinione pubblica mondiale e della contrarietà di Cina e India: la Russia resterebbe isolata. Effettivamente le famose linee rosse sono state superate infinite volte senza alcuna concreta risposta della Russia. Chi userà le armi nucleari per primo vincerà la guerra. Per vincere bisogna fare proprio il motto dannunziano ARDISCO NON ORDISCO. Le tre entità sono certamente maestre nell'ordire, ma anche nell'ardire, non perché pervase da autentico spirito guerresco, ma perché pervase da autentica follia.

E.P. ha detto...

Nella Costituzione Più Bella Del Mondo™ si afferma che l'Italia ripudia la guerra. Affermazione tanto importante quanto ignorata, visti i numerosi esempi contrari fra cui il sostegno italiano alle operazioni NATO in ex Jugoslavia e al conflitto in Ucraina.

Anonimo ha detto...
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Diego B. ha detto...

Lessi qualche tempo addietro un'analisi sul possibile uso di armi nucleare tattiche. Era un articolo senza implicazioni morali ma solo di ordine militare e politico.
In primis faceva il punto sul fatto che, vista la piccola entità delle potenze in gioco (anche frazioni della bomba di Hiroshima), sarebbero serviti decine di ordigni per avere un impatto significativo sul fronte ucraino (c'era tutta un'analisi sulla resistenza degli equipaggi dei carri armati a "tot" distanza dall'esplosione, etc...). Proprio questo non giocava a favore del loro uso visto che poi l'isolamento della Russia sarebbe stato completo e, anche a fronte di una vittoria militare sul campo, la Russia avrebbe perso la guerra (direi meglio "perso la pace").
Tralasciamo l'eventuale risposta convenzionale della NATO che a quel punto veniva ritenuta certa.
L'aspetto più importante era però come la conseguenza dell'uso di armi nucleari tattiche rappresentasse uno "sdoganamento" dell'arma nucleare stessa. Traspariva l'idea che dopo un primo impiego di tali armi (ad esempio in Ucraina), senza che lo scontro degenerasse in un conflitto termonucleare globale, avrebbe significato l'impiego del nucleare nei conflitti a venire (Cina-Taiwan, Iran-Israele, Cina-USA, N.Corea-S.Corea).
A me ha trasmesso un senso di "liberi tutti", un qualcosa atteso da tutti i pianificatori militari del mondo affinché "finalmente" la guerra poteva essere combattuta in modo "completo". Un cinismo tremendo, lontanissimo da Dio.

E.P. ha detto...

Una notizia a titolo di curiosità: una decina d'anni fa i giovani leoni da tastiera russi reclamavano sui social un intervento serio a difesa delle popolazioni russofone vittime delle violenze sanguinose degli ucraini.

Quel dibattito si allargò talmente che la propaganda russa fece circolare un breve video riepilogativo, molto ben curato, per chiedere ironicamente se loro credessero che la questione si risolvesse moltiplicando gli hashtag o imbracciando i fucili.

Nel video si dice che Putin si ritrovava a dover scegliere fra una "scelta brutta" e una "scelta bruttissima": un eventuale intervento in Ucraina per difendere quella gente sarebbe stato chiamato "aggressione" da tutti i media, e oltre a comportare conseguenze per i civili avrebbe dato luogo ad un'inutile escalation, col rischio di coinvolgimento della NATO o peggio.

In Russia, insomma, era noto a tutti fin dal 2014 come sarebbe andata a finire.

Un italiano si permise di sottotitolare in italiano quel video [link], ancora visualizzabile (vi prego di notarne la data di inserimento su Youtube, quasi dieci anni fa). Tenendo conto che si tratta di propaganda russa destinata ai giovani russi (dunque intesa a spiegare motivi), e composta molti anni prima che la situazione precipitasse, risulta oggi ancora più interessante perché smaschera i principali "dogmi" mediatici riguardanti il conflitto oggi in corso (come ad esempio che Putin si svegli un mattino e dica: "ehi, sapete che novità? oggi mi va di invadere qualcuno").

I media italiani ed europei, in coro, hanno dal 2022 ossessivamente sobillato un odio anti-russo e ora vogliono trascinarci in una guerra contro la Russia. Guerra di cui solo il complesso militare-industriale americano ha bisogno, per risalire da un debito spaventoso (che il video indica in 17 trilioni, ma che nel corso di dieci anni è raddoppiato).

Anonimo ha detto...

Temo fortemente che USA e UE riescano a trascinarci in una guerra contro la Russia. V. Orban afferma che i preparativi sono in corso. Intanto, l'umanità canta e balla sull'orlo dell'abisso. L'ultima guerra mondiale risale a tanti anni orsono e le nuove generazioni la conoscono soltanto sui libri di scuola, nella versione propagandistica imposta dalle dittature democratiche postbelliche. La massa crede che si tratti di un gioco e che, ovviamente, la sconfitta della Russia sia un dogma. Io sono convinto che la farsa pandemica sia stata una preparazione alla guerra incombente. Gli interventisti occidentali possono procedere sicuri e tranquilli: la massa sarà entusiasta della guerra così come lo fu dell'influenza, se non di più.

A piccoli passi ? ha detto...

Pian pianino, goccia dopo goccia, non con le spade e con gli scudi (come facevano nei tempi andati diventando “lo nero periglio che viene dal mare”), ma con lo scudo molto più efficace del buonismo inzuccherato dalle orride (per me) parole di “inclusione” (e se non sei inclusivo sei un fascista, ma quando mai!) e “migranti” (messo al participio presente che fa molto poesia…), l’islam sta costruendo il suo califfato europeo. In Inghilterra, i sindaci di quasi tutte le città più importanti sono seguaci di Maometto, in Germania i musulmani sono già quasi il sette per cento della popolazione e in Italia, a passetti leggeri, i seguaci del profeta pregano nelle nostre università dove, invece, si bandisce il Crocifisso…
E proprio ieri è arrivata dal Nord Italia la risibile notizia dell’esclusione dallo studio di Dante di due studenti musulmani. Ma questa è una sonora sciocchezza! Allora, noi che siamo cristiani e credenti, non dovremmo studiare l’Eneide perché contraddice Santa Romana Chiesa?
https://www.marcotosatti.com/2024/05/25/non-ce-bisogno-dellislam-per-difenderci-dalla-queer-dittatura-benedetta-de-vito/

Se non vogliono “includersi”, credo, non dovrebbero venire in Italia e gentilmente li inviterei a tornare al loro Paese d’origine dal quale non credo siano partiti a causa di una guerra…