Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 12 maggio 2024

Pellegrinaggio di Pentecoste a Chartres 2024: battuto un nuovo record!

Nella nostra traduzione da LifeSiteNews, quest'anno gli iscritti al Pellegrinaggio di Pentecoste Parigi-Chartres fanno registrare un nuovo record con 18.000 fedeli, superando le 16.000 presenze dello scorso anno qui - qui - qui

Un'altra particolarità di quest'anno. Notre-Dame de Chrétienté, in collaborazione con France Catholique, informa che: domenica 19 maggio CNEWS, uno dei più importanti canali televisivi francesi, trasmetterà in diretta la Messa di Pentecoste del pellegrinaggio. Il che tra l'altro significa che l'evento online si potrà seguire anche dall'Italia sul sito della tv francese. 
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Pellegrinaggio di Pentecoste a Chartres:
battuto un nuovo record!


Il Pellegrinaggio di Pentecoste 2024 di Notre Dame de Chrétienté (Nostra Signora della Cristianità) ha già battuto un nuovo record.

Le iscrizioni si sono aperte la Domenica delle Palme, il 24 marzo, quasi due mesi prima della marcia di tre giorni e 62 miglia da Parigi a Chartres nel fine settimana di Pentecoste (18-20 maggio). Di solito le iscrizioni arrivano un po' a rilento, nonostante l'incentivo del prezzo "agevolato" per le iscrizioni in anticipo. Negli anni precedenti, i pellegrini dell'ultimo minuto hanno potuto iscriversi la mattina stessa della partenza. Ma l'anno scorso, per la prima volta, le iscrizioni sono state chiuse pochi giorni prima del pellegrinaggio. Quest'anno gli organizzatori sono stati costretti a chiudere le iscrizioni il 15 aprile, più di un mese prima.

Con un totale di 18.000 partecipanti, il pellegrinaggio attira un numero sempre maggiore di persone in marcia e di volontari che si occupano degli aspetti organizzativi e logistici - dall'allestimento di altari e tende alla preparazione di zuppe calde e colazioni, senza dimenticare la sicurezza, l'assistenza medica, la pulizia dei bagni mobili e l'assistenza alla stampa - tenendo conto che si tratta dell'equivalente dello spostamento di una città di medie dimensioni dal punto A al punto B, con due bivacchi lungo il percorso. Si lascia al caso il meno possibile, mentre le autorità civili francesi fissano ogni anno dei limiti per evitare rischi.

La buona notizia è che si permette al pellegrinaggio di crescere, e così accade, il che significa che la liturgia tradizionale non sta perdendo il suo potere di attrazione. Anche pubblicazioni cattoliche mainstream come Famiglia cristiana hanno commentato la notiziae e intervistato gli aspiranti pellegrini colti alla sprovvista dalla chiusura anticipata delle iscrizioni, spiegando quanto sia importante per la loro fede questa sfida annuale. Provenienti da contesti liturgici diversi, essi concordano sul fatto che si sentono accolti e ben accompagnati nella scoperta del rito tradizionale. Uno di loro ha commentato: "Qui si gioca il futuro della Chiesa".

Jean de Tauriers, presidente di Notre Dame de Chrétienté, si è intrattenuto con LifeSite per riflettere sul crescente successo del pellegrinaggio e sulle sue speranze per il futuro. Egli ha osservato: "Siamo in sintonia con i bisogni spirituali dei giovani d'oggi", sottolineando la sua totale "incapacità di comprendere" il senso di Traditionis Custodes e invitando i cattolici di tutto il mondo a unirsi alle squadre "non camminanti" degli "Angeli custodi", che si impegnano a pregare per il pellegrinaggio e le sue intenzioni "nella comunione dei santi".

Di seguito l'intervista integrale (traduzione dall'originale francese a cura di LifeSiteNews).

LSN: Il pellegrinaggio di Chartres di quest'anno ha chiuso le iscrizioni un mese prima della Pentecoste, anche se quest'anno la Pasqua è caduta presto. Dunque, cosa sta succedendo, Jean de Tauriers?

Jean de Tauriers: L’anno scorso abbiamo chiuso tutti i gruppi pochi giorni prima dell’inizio del pellegrinaggio – abbiamo diverse categorie di pellegrini, adulti, famiglie, “ pastoureaux ” (“piccoli pastori”) e bambini – quindi lo scorso anno era già un inizio. Quest'anno abbiamo chiuso le iscrizioni molto prima, un mese prima dell'evento, quindi penso che ci sia davvero uno slancio, un vero fattore notorietà. Siamo in sintonia con i bisogni spirituali dei giovani d'oggi, perché è vero che il nostro pellegrinaggio è un pellegrinaggio per i giovani.

LSN: Se non altro a causa dello sforzo fisico richiesto!

De T.: Sì, è difficoltoso. Quando ho completato l'intero percorso, è vero che avevo 20 anni… È fisicamente duro, è spiritualmente impegnativo, è intellettualmente impegnativo. Ma è anche un momento di gioia perché c'è tanta amicizia. Spero che sia ben organizzato e vi si respira un'atmosfera davvero speciale. La gente viene per questo, e la metà – mi piace molto questo dato perché è molto eloquente – la metà dei pellegrini ha meno di 20 anni. Grazie a gente come me riusciamo ad alzare la media a 23 o 24 – non sono del tutto sicuro dei miei calcoli, ma è quello che generalmente mi viene detto. Ma ci tengo molto acché le persone anziane come me continuino a farlo, e mi fa piacere quando ci sono gruppi con i “seniors”, cioè persone di 50 o 60 anni. A 40 anni sei vecchio al pellegrinaggio di Chartres! A 60 anni le persone fanno un pellegrinaggio adatto alle loro capacità fisiche e penso che ciò sia fantastico. È importante che anche i nonni continuino a prendere parte a questo pellegrinaggio.

LSN: Quindi quest'anno vi aspettate un'affluenza record. Suppongo che molte persone aderiscano per amicizia, perché qualcuno che conoscono ha parlato loro del pellegrinaggio. Oppure crede che la copertura mediatica che ha colto tutti di sorpresa l'anno scorso abbia contribuito a questo incremento?

De T.: Non ne sono sicuro, perché infatti il pellegrinaggio è molto conosciuto dai pellegrini. È vero, però, che ora vediamo categorie di persone che prima non c'erano: persone battezzate e che “ricominciano”, e anche persone di altre religioni che arrivano in piccoli numeri. L'anno scorso ho sentito che nei gruppi c'erano sempre più cattolici non praticanti.
Secondo alcuni studi, prima i cattolici praticanti erano quasi il 100%, il che è eccezionale per le persone sotto i 20 anni. La percentuale nazionale dei cattolici praticanti sotto i 20 anni è intorno all’1%, mentre nella popolazione generale è intorno all’1,6-1,8%, che è già una cifra catastrofica. Siamo quindi passati da un pellegrinaggio di cattolici praticanti a un pellegrinaggio dove sempre più persone provengono da fuori della Chiesa. Ciò rappresenta una grande sfida per Notre-Dame de Chrétienté, che deve adattare la sua formazione e i suoi responsabili. È una sfida perché ci teniamo molto a preservare la nostra storia e a trasmettere le nostre caratteristiche specifiche: il nostro attaccamento alla Messa tradizionale e alla cristianità. Tutto ciò richiede un grande sforzo intellettuale e di adattamento, il che può essere piuttosto scoraggiante per Notre Dame de Chrétienté.

LSN: Ma allo stesso tempo questo è in linea con gli obiettivi del pellegrinaggio, che includono la “missione”.

De T.: Sì, esatto. Questa è in realtà una cosa che trovo molto difficile da spiegare al mondo clericale, che è molto interessato al nostro pellegrinaggio, ma che tende a vedere il mondo al di fuori della tradizione: è molto incuriosito e talvolta un po' scioccato dal fatto che siamo missionari attraverso la Messa tradizionale, attraverso la tradizione, attraverso l'insegnamento tradizionale – parliamo di pedagogie tradizionali – e anche attraverso il nostro attaccamento alla cristianità. Questo è uno shock per alcune persone, e certamente una grande sorpresa, e molti lo trovano sorprendente.

LSN: Eppure questa è stata l'identità del pellegrinaggio fin dall'inizio.

De T.: Sì, fin dall'inizio. Rémi Fontaine, uno dei nostri fondatori, ha appena pubblicato un bellissimo libro, Chartres t'appelle, e lo descrive molto bene. Racconto spesso la storia degli inizi del pellegrinaggio e il ruolo svolto dal Centro Henri e André Charlier è per noi molto importante. Il suo “Pèlerinage de Chrétienté” (Pellegrinaggio della cristianità) potrebbe oggi chiamarsi Notre Dame de Chrétienté, ma in realtà è stato creato nel 1982 dal Centre Henri et André Charlier; tutto questo è normalmente noto ai responsabili dei gruppi dei pellegrini e per noi è molto importante.

LSN: Sa cosa succede a questi giovani che non praticano o che provengono da altre religioni: trovano un ancoraggio che permetta loro di andare avanti?

De T.: Sì, nella vita dei nostri gruppi. Abbiamo 360 capitoli, o gruppi di preghiera che camminano da Parigi a Chartres, che in teoria sono composti da circa 30 pellegrini – ma con il successo del nostro pellegrinaggio oggi, a volte il numero supera i 50 o 60, il che non giova a come il gruppo vive la spiritualità – e questi gruppi sono destinati a vivere al di fuori del pellegrinaggio stesso. Per molti è così: non per la maggioranza, ma per un buon numero, e questo ci permette di accompagnare questi cattolici o non cattolici si trovano in cammino di conversione. Notre Dame de Chrétienté offre una vita spirituale che va oltre il pellegrinaggio: organizza ritiri su ritiri. C'è una giornata dell'amicizia cristiana e molta formazione, soprattutto via internet. Cerchiamo di fare tutto il possibile affinché i pellegrini rimangano pellegrini durante tutto l'anno.

LSN: Siamo nell'epoca della Traditionis Custodes che limita fortemente la celebrazione della Messa tradizionale, e Nostra Signora della cristianità è diventata una sorta di polvere pruriginosa nel mondo cattolico. Ma sembra che la Messa tradizionale stia diventando sempre più popolare. È un'impressione accurata?

De T.: Sì. Penso che ci sia davvero un grosso problema con Traditionis Custodes. Per quanto ci riguarda, crea una totale incomprensione e porta addirittura al rifiuto da parte dell'autoritarismo burocratico e pignolo al quale assistiamo nella sua applicazione. Sono piuttosto preoccupato per questo, perché ho più di 60 anni, quindi ho attraversato tutti i conflitti degli anni '70, e vedo che la generazione dei ventenni sta ora iniziando a perdere il contatto con il mondo del nuovo episcopato. E generalmente sono molto ben informati. Mi piace molto visitare i gruppi durante il pellegrinaggio, così vedo persone che non conosco, persone provenienti da tutta la Francia e anche da tutto il mondo, dato che abbiamo molti pellegrini stranieri. E vedo, almeno per i francesi, poiché la meschina applicazione della Traditionis Custodes è peculiare della Francia, che prima di tutto sono ben informati. Sanno cosa sta succedendo e non capiscono queste restrizioni. Quindi sono molto preoccupato perché vedo questo tipo di scollamento con l'episcopato – non con tutto l'episcopato – sto generalizzando e tutte le generalizzazioni sono imprecise – ma comunque con un certo numero, e questo è davvero molto angosciante. Ciò che ho vissuto quando avevo 20 anni si ripete oggi.

LSN: E qual è il rischio?

De T.: Il rischio è che ci sia sfiducia, incomprensione, allontanamento dalla gerarchia. Non è una buona cosa. In alcune diocesi della Francia sono vietati i battesimi tradizionali, sono vietati i matrimoni, sono vietate anche le lezioni di catechismo. E tutti lo sanno. Ci dicono che è la volontà del Papa, ma non ne sono affatto sicuro. A Les Courlis ci saranno non meno di 18.000 persone alla messa di mezzogiorno della domenica di Pentecoste. Ebbene, davanti a tutte queste persone, alla fine del mio piccolo discorso mi rivolgerò al Papa, proprio per parlare di tutto questo, perché la situazione è davvero angosciante e avrà delle conseguenze.

LSN: I giovani sono attratti dalla “verticalità” di questa liturgia: è la parola che continua a risuonare…

De T.: Sì, è proprio così! Avevo un amico prete che, quando mostrava il suo santuario, diceva: “In questo santuario è molto difficile non credere in Dio”. Nel nostro pellegrinaggio mi sembra di usare sempre la stessa espressione: ti senti sollevato. Innanzitutto c'è questa vita di gruppo, un ambiente spirituale, c'è il canto, il silenzio, la meditazione, gli incontri con i sacerdoti, non necessariamente per ricevere il sacramento della confessione, ma semplicemente degli incontri. Ora abbiamo pellegrini che vengono semplicemente per incontrare un sacerdote, perché non hanno più l'opportunità altrove. Non ci sono abbastanza sacerdoti, nemmeno a Notre-Dame de Chrétienté in questo pellegrinaggio. È un vero peccato; facciamo quello che possiamo.

LSN: Quanti approssimativamente si uniscono al pellegrinaggio?

De T.: Quest'anno saranno 350 i chierici, ma molti di loro sono seminaristi.
Saranno forse 150 i sacerdoti, o addirittura 200 alla fine. Questo non basta per i nostri numeri. Ancora una volta la Traditionis Custodes ci intralcia perché impone ai sacerdoti diocesani di chiedere il permesso al vescovo se vogliono celebrare la Messa tradizionale, che è l'unica Messa del nostro pellegrinaggio a Chartres. Considerato quanto ho detto riguardo al rapporto con alcuni vescovi – non tutti, ovviamente – a volte a questi sacerdoti è vietato celebrare la Messa tridentina, e quindi fare il pellegrinaggio. Vedono i loro fedeli venire da noi e non possono unirsi a loro, e questo li rattrista davvero.

LSN: Direbbe che la Traditionis Custodes ha causato più danni ai preti diocesani che agli istituti tradizionali?

De T.: Un po' sono stati colpiti anche gli istituti, ma soprattutto i diocesani, molti dei quali vorrebbero celebrare la messa tradizionale. Per chi ottiene l'autorizzazione necessaria, offriamo la possibilità di imparare a celebrare la Messa tridentina, se non la conoscono, nelle abbazie e nelle comunità, quindi ci sono tutte le soluzioni. Tutto andrebbe bene in un contesto di pace liturgica che tutti desideriamo senza questo tipo di documenti che secondo me non hanno senso.

LSN: Tornando al pellegrinaggio stesso, presenta sempre un certo numero di gruppi stranieri. È così quest’anno? Qualche straniero è stato colto di sorpresa dalla chiusura delle iscrizioni o ha pianificato in anticipo?

De T.: Molte persone sono rimaste sorprese! Avremmo potuto registrare qualche migliaio di persone in più senza problemi. Recentemente stavo parlando con un amico americano che mi ha detto che aveva molti nuovi pellegrini e che avrebbe potuto raddoppiare il numero delle persone registrate. Abbiamo tanti pellegrini e giornalisti americani: credo siano 200. È uno dei contingenti forti che abbiamo, con i tedeschi, con la Svizzera tedesca, e poi tutta la Gran Bretagna. E abbiamo tante, tantissime richieste. In effetti, stiamo limitando, quindi le persone devono fare domanda in anticipo. Per noi organizzatori è sempre difficile porre dei limiti, fissare delle quote, ma dobbiamo farlo. Siamo costretti a farlo dalle autorità civili e militari francesi, dalle forze dell'ordine. C’è una sorta di negoziazione in corso dove, alla fine, ci viene dato il permesso di crescere.

LSN: Ho sentito dire che ha avuto un ruolo anche l'ora in cui tramonta il sole, perché i pellegrini non devono arrivare al bivacco con l'oscurità e quindi la colonna non deve essere troppo lunga. E quest’anno la Pasqua è arrivata presto… Pensa davvero a tutto!

De T.: Sì, almeno ci proviamo... Stiamo già pensando al prossimo anno, ovviamente. Non vogliamo limitare troppo il numero dei pellegrini, quindi stiamo cercando di trovare soluzioni. Abbiamo già trovato soluzioni per i bivacchi, per i dormitori e per le soste. Avremo diverse rubriche quest'anno. Quest’anno, partendo da Saint-Sulpice, la chiesa nel centro di Parigi, la prima colonna partirà prima della messa delle 6,50 – a Notre Dame de Chrétienté bisogna alzarsi molto presto – e l’altra, la colonna grande, partirà dopo la Messa.
È così che apportiamo gli aggiustamenti. L'anno prossimo potremmo provare a iniziare da due chiese a Parigi. Forse Notre Dame de Paris, se mons. Ulrich, arcivescovo di Parigi, lo permette; vedremo. Ma come potete vedere, pensiamo sempre al modello del futuro e vogliamo assolutamente accogliere quante più persone possibile a Parigi-Chartres. Non so se riusciremo a tenere il passo con la crescita. In ogni caso, credo che per qualche tempo ogni anno riusciremo ad aumentare di qualche migliaio. È vero che a Chartres invadiamo letteralmente la città, e penso che verrà un momento in potrebbe darsi che non entreremo più a Chartres, oppure potremo celebrare la messa fuori e poi entrare a Chartres. Dovremo aspettare e vedere; tutto quanto accadrà negli anni a venire.

LSN: Lei ha auspicato lo sviluppo di pellegrinaggi simili in altri paesi. Dove sono le cose su questo fronte?

De T.: Sì, è molto, molto importante. Vorremmo assolutamente che – ma non in alternativa al pellegrinaggio di Pentecoste di Chartres – si sviluppassero all'estero in altre date i pellegrinaggi della cristianità, alcuni dei quali già esistono. Ce ne sono due negli Stati Uniti, uno, credo, nello Stato di New York e l'altro in Oklahoma, e ce n'è un altro che esiste da molto tempo in Argentina. Ce n'è almeno uno in Australia, a Melbourne, chiamato “Chartres Pilgrimage”, che è molto toccante. Ce n'è uno in Spagna, ovviamente, e un altro in Portogallo... È già un bel numero.

LSN: Sempre con la messa tradizionale?

De T.: Sì, sì, sì! Penso che dobbiamo elaborare un manifesto semplice per unificare questi pellegrinaggi, ognuno dei quali ovviamente rimane indipendente, ma tutti uniti dal loro attaccamento alla Messa tradizionale, dal loro attaccamento alla cristianità. Si tratta di definire alcuni principi come questi. Penso che sarebbe una bellissima impresa. Sapete che abbiamo pellegrini che non possono venire a camminare con noi, non sono camminatori, li chiamiamo “angeli custodi”. Vengono da tutto il mondo, persone che a volte fanno brevi pellegrinaggi, anziani, emigrati; l'anno scorso abbiamo avuto una dozzina di prigionieri, malati negli ospedali, ecc. Nella comunione dei santi potremmo creare una sorta di confraternita di “angeli custodi” per tutti questi pellegrinaggi, con gli angeli custodi che pregano effettivamente per quel dato pellegrinaggio che si svolge in un dato momento. Sarebbe un meraviglioso impegno spirituale e dimostrerebbe sicuramente la forza di questa “famiglia” tradizionale.

LSN: Immagino che queste persone, questi gruppi di angeli custodi, ricevano un certo numero di istruzioni, documentazione, ecc. Esistono in lingue diverse dal francese?

De T.: Sì, esistono in più lingue. Tutto è disponibile sul nostro sito web, nd-chretiente.com. Inviamo anche il nostro opuscolo e vengono effettuate le traduzioni. Abbiamo reso molto semplice essere un angelo custode: si tratta del Rosario, una preghiera, e basta; sei un angelo custode e preghi per le intenzioni del pellegrinaggio. Riceviamo poi intenzioni di preghiera che portiamo alla cattedrale di Chartres, e i nostri gruppi pregano per le intenzioni degli angeli custodi. Abbiamo voluto farlo ispirandoci a quanto avviene nel santuario di Montligeon in Francia, dove si prega per le anime del purgatorio, ed è in questo spirito di catena di preghiera – nel quale credo molto – che possiamo sviluppare la stessa cosa con pellegrinaggi internazionali.

LSN: C'è un'intenzione particolare quest'anno?

De T.: Abbiamo scelto un tema difficile, troppo trascurato negli ultimi anni, “gli Ultimissimi”, e tuttavia così importante, con le parole di Santa Teresa d'Avila: “Voglio vedere Dio”. Noi “vogliamo”, con tutta gravità, convincere i nostri pellegrini ventenni a pensare al loro fine ultimo, il che è una iniziativa piuttosto audace.

LSN: Lo chiama audace quando ci si aspetterebbe che fosse il focus di molte omelie domenicali.

De T.: Dovrebbe essere... In Francia è stato pubblicato un libro di Guillaume Cuchet, Quand notre monde a cessé d'être chrétien (“Quando il nostro mondo ha smesso di essere cristiano”), in cui spiega che in Francia, nel 1965, il declino della fede, o almeno della pratica religiosa, fu dovuto all'abbandono della predicazione sui Novissimi. E questo, secondo me, è stato catastrofico. Oggi, grazie a Dio, l’argomento sta tornando alla ribalta. In ogni caso, prendiamo di petto la questione e la affrontiamo, anche se a volte non è facile, ma in ogni caso è vitale per tutti noi.

LSN: Ha un messaggio finale per i nostri lettori di lingua inglese?

De T.: Vorrei dire loro quello che dirò nella cattedrale di Chartres alla fine del pellegrinaggio. Chiederei loro di aiutarmi a incentivare i pellegrinaggi internazionali e gli angeli custodi. Penso che nella comunione dei santi potremmo avere una sorta di famiglia spirituale che potrebbe svilupparsi su scala globale. Conto in particolare sugli Stati Uniti, dove è molto diffusa una fede fervente; molte cose esistono già e io conto su di esse. Penso che insieme possiamo fare molto, molto di più. E noi cercheremo di incrementarlo, nel nostro piccolo; certo che lo faremo!

N.B. La metà dei cattolici tradizionalisti in pellegrinaggio a Chartres avevano meno di 20 anni

[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio anche per le traduzioni
(ora che sono sola ce n'è più bisogno) 
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731

7 commenti:

Anonimo ha detto...

"Famiglia (S)cristiana", se ne occupano pure i media delle altre religioni !
Claudio Gazzoli

Il combattimento è anche spirituale ha detto...

"Un vero soldato non combatte perché ha davanti a sé qualcosa che odia. Combatte perché ha dietro di sé qualcosa che ama".

Gilbert Keith Chesterton

Anonimo ha detto...

Letto on line sul Messaggero che in Francia è boom di battesimi Cattolici di persone ben più che adulte, mentre crollano quelli dei bambini piccoli, comnq. sempre segnali positivi...

Anonimo ha detto...

« En dix ans, le Pèlerinage de Chrétienté a vu doubler ses effectifs, élargissant son audience à un nouveau public. Sur fond d'une demande spirituelle croissante des nouvelles générations. »

Retrouvez l'article du Le Pèlerin !

https://www.lepelerin.com/religions-et-spiritualites/lactualite-de-leglise/pelerinage-de-chartres-18-000-fideles-reunis-ce-week-end-pourquoi-un-tel-succes-9566

Anonimo ha detto...

Lodato Gesù Cristo!

Quello che NON vi dicono è che sta diventando un altra GMG ...

Ave Maria !

Anonimo ha detto...

« Comment ne pas se réjouir du réconfort qui va s'inviter chez beaucoup à l'occasion de ce bain de jeunesse liturgique retrouvée, de cet océan de beauté oubliée ? »

Anonimo ha detto...

quest'anno a Chartres il card. Muller