Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 28 maggio 2024

Indice articoli sulle “Norme per procedere nel discernimento di presunti fenomeni soprannaturali”

 Indice articoli sulle “Norme per procedere nel
discernimento di presunti fenomeni soprannaturali”


12 commenti:

Anonimo ha detto...

Succederà come per la Santa Messa Tridentina, anche questo abominio sarà uno degli spartiacque che il Signore usa per dividere il grano dal loglio. Il Libro di Giobbe ci illustra come funziona: il Signore sa già chi è fedele e chi no, e' Lui l'Eterno, tutti gli altri, demonio compreso, no, ed è a questi che serve la pedagogia divina. Imparare dalla pratica, come ha fatto la Beata Vergine a Fatima, mostrando l' inferno ai bambini. Non che i portavoce di Bergoglio, come Tucho e Benigni il cui livello di "teologia scientifica" è pari, assomiglino a come si pensano usualmente gli Angeli del Vangelo, ma stanno facendo egregiamente il loro lavoro. Non lo sanno, né loro né l'ex Vicario con il quale condividono l'apostasia, ma è il Signore che controlla perché diventi evidente ciò che era nascosto, facendone uno spettacolo pubblico. E chi vuole capire capisca. Buona e santa giornata.
Valeria Fusetti.

Gederson Falcometa ha detto...

Cerca l'articolo "Il Vaticano mette a tacere Dio?" alla fine scrive l'autore:

"Grazie a Dio – Fatima è già accaduta".

Adesso possiamo dire lo stesso con l'autore, ma purtroppo le future generazioni hanno di considerare tutte gli avvenimenti soprannaturali alla luce delle nuove norme. È come il principio Ocariz di leggere il Concilio alla luce della tradizione e leggere la tradizione alla luce (quale?) del Concilio. Per fare alcuni esempi, oggi ci sono delle persone che metteno in dubbio l'infallibilità e la giurisdizione papale, come se fossero appena frutto del magistero "pastorale".

Catholicus ha detto...

Cara Valeria, concordo pienamente con lei, è sempre un piacere leggerla. Che questa gerarchia falsocattolica, con i suoi lacchè alla Benigni, sia ormai impresentabile e ridicola, non è neanche necessario affermarlo, tanto è evidente. Evidentemente pensano che la platea sia talmente rimbambita dal mantra massonico, da bersi tutte le loro menzogne, addolcite con le pagliacciate di Benigni. Grazie al Cielo, invece, c'è ancora chi tiene duro, ragiona con la propria testa, usa il ben dell ' intelletto e il sano discernimento, come fa lei, Valeria : grazie di esserci e di scrivere...

Anonimo ha detto...

Una bella stretta ci voleva. Direi anche basta! Tante manifestazioni legate ad apparizioni e/o miracoli sconfinano ampiamente nella superstizione.

mic ha detto...

Beh, un conto è una stretta prudente (opportuna), un sltro conto è il tenore del discusso documento...

Laurentius ha detto...

È che si tratta quasi sempre di false apparizioni, alla quali le persone semplici prestano facilmente fede, restando irretite, trascurando tutto il resto. Non sempre le apparizioni sono false. Per esempio sono degnissime di fede le apparizioni del S. Cuore di Gesù a S. Margherita Maria Alacoque, quelle di Maria Santissima a S. Caterina Labouré, a S. Bernardetta Soubirous. Certi "segreti", invece, sono poco chiari e io non amo i misteri poco puliti.

Anonimo ha detto...

Un conto è la superstizione e un conto la fede.
Il problema sta nel fatto che, come dice Mons. Crepaldi e come scrive il prof. Fontana, la teologia protestante del tutto razionalistica è penetrata profondamente nella teologia cattolica. E oggi siamo in piena secolarizzazione della Fede.
Ripeto: la Chiesa cattolica è la società sovrannaturale, il cui fine è sovrannaturale.
E' l'unica ancora di salvezza per l'uomo.
Non vogliamo una Chiesa che mitizzi la natura e svaluti il Sacro.
I fenomeni soprannaturali fanno parte del nostro mondo e spetta alla Chiesa saperli leggere, interpretare e valutare.
Ma è normale che un modernista o neomodernista sia scettico sul trascendente, essendo eretico.
Qui continuiamo a stupirci di cosa esce dal cilindro di questi chierici che si ritrovano da tempo a comandare una Nave senza averne l'autorità.

Anonimo ha detto...

I segreti sono segreti e i misteri sono misteri, finché Dio non si degna di svelarli. Prudenza, non cecità spirituale, altrimenti, quando i segreti di certe apparizioni, ritenute da "illustri teologi" false, ma forse non così illustri per il buon Dio, si realizzeranno, i fedeli sprovveduti e sempliciotti saranno confermati nella fede e i teologi? Se la Madonna, inviata da Dio, parla e profetizza, non sarà forse perché chi ne aveva avuto il mandato, ha taciuto, nascosto, non ammaestrato, sviato e traviato i poveri fedeli? In questi decenni di confusione spirituale, viva le apparizioni mariane, mai cosi ricche di grazie e che hanno portato alla conversione di migliaia di uomini.

Gederson Falcometa ha detto...

"È che si tratta quasi sempre di false apparizioni, alla quali le persone semplici prestano facilmente fede, restando irretite, trascurando tutto il resto. Non sempre le apparizioni sono false".

Laurentius,

Mic ha ragione. Dal Concilio fino ad oggi, la gerarchia non se preoccupa dal falso e dal vero. Infatti, esistono tantissime false apparizioni, ma in questo tempo ci sono molto più false dottrine, come false interpretazioni del Concilio. E cosa ha fatto Roma?

Il problema è che non se parla più sisi non, ma un "forse". Gli uomini di Chiesa, dopo il Concilio, hanno un grande amore per l'indefinizione e per l'indeterminazione. Purtroppo, in un modo o altro in questo documento questo amore se fa presente.

È da ricordare che Giovanni XXIII, dopo aver letto il terzo segreto ha mezzo in dubbio la sua origine soprannaturale. Se non me sbaglio, le nuove norme vanno nello stesso senso della considerazione fatta da GXXIII sul terzo segreto. Aggiungo che questo dato meriterebbe un'ulteriore investigazione, perché la origine soprannaturale del messagio di Fatima già stava affermata dalla Chiesa e conffermata dai fatti: aurora boreale nel deserto di sara e due guerra mondiale e la previsione delle due guerre mondiali che finirono per verificarsi.

Le nuove norme ricordano ancora l'omelia di Paolo VI nella ocasione della canonizazzione di San Nicola Tavelic e i suoi compagni della quale cito il brano:

"San Nicola Tavelić e Compagni. Oggi noi ricordiamo. La memoria diviene attualità, Noi stiamo a guardare. La storia diventa maestra. Pone un confronto fra queste lontane figure di frati idealisti, imprudenti, ma esaltati da un amore positivo e trascinante verso Cristo e persuasi della necessità missionaria propria della fede: martiri; e la nostra mentalità moderna, che nasconde sotto un mantello di evoluto scetticismo, una comoda e transigente viltà, e che, priva di principii superiori ed interiori, trova logico il conformismo alle idee correnti, alla psicologia risultante da un’alienazione collettiva alla ricerca e al servizio dei soli beni temporali. Sorge in noi un certo sentimento di disagio: noi ci sentiamo al tempo stesso distanti da quei campioni della fede, ma insieme avvertiamo, per tante ragioni, che essi ci sono vicini. Essi non sono figure anacronistiche e per noi irreali: essi anzi troppo ci dicono, e quasi ci rimproverano la nostra incertezza, la nostra facile volubilità, il nostro relativismo, che talora preferisce alla fede la moda. Lontani e vicini essi sono pur nostri, e ci ammoniscono e ci esortano, a noi pare, con parole simili a quelle che Noi, non molti giorni or sono, proferimmo: bisogna avere il coraggio della verità! il coraggio cristiano.

Ed un secondo sentimento succede al primo con una domanda imbarazzante: ma allora dobbiamo inasprire i dissensi con la società che ci circonda, e aggredirla con polemiche e con contestazioni, che rompono i nostri rapporti col nostro tempo e che accrescono le difficoltà della nostra presenza apostolica nel mondo? È questo l’esempio che dobbiamo raccogliere da questi valorosi oggi canonizzati Santi? No; noi non crediamo. A ben leggere nella loro storia e soprattutto nei loro animi, noi vediamo che non è uno spirito d’inimicizia che li spinse al martirio, ma piuttosto di amore, di ingenuo amore, se volete, e di folle speranza; un calcolo sbagliato, ma sbagliato per desiderio di giovare e di condurre a salvamento spirituale quelli stessi che essi provocarono a infliggere loro la terribile repressione del martirio".

Omelia di Paolo VI
https://www.vatican.va/content/paul-vi/it/homilies/1970/documents/hf_p-vi_hom_19700621.html

Gederson Falcometa ha detto...

Un altro problema simile si è verificato nelle canonizzazioni: Paolo VI ha rimosso alcuni santi dal calendario liturgico (ha reso le loro feste facoltative), se ricordo bene, perché le loro vite erano basate su resoconti tradizionali e non avevano documentazione storica. Questo è il caso, ad esempio, nientemeno che di San Giorgio. Un atto del genere è come se il Papa dicesse: non posso provare l’esistenza storica di questi santi, forse non sono nemmeno esistiti, quindi li toglierò dal calendario liturgico e renderò facoltative le loro feste.

La crisi modernista si manifesta con Loisy, egli affermava l'esistenza di un Cristo storico e di un altro della fede. È gravissimo che abbiamo anche un San Giorgio storico e un altro di fede.

Gederson Falcometa ha detto...

Un'aggiunta: se la tradizione non ha valore storico per dimostrare l'esistenza di certi santi, quale sarà il suo valore come fonte di rivelazione?

Anonimo ha detto...

Nell'ottobre del 2000 scrivevo al curato della mia allora parrocchia in Italia, ciò che segue:
"I tempi sono molti duri, e promettono di diventarlo ancora di più. Il pericolo tuttavia non viene dai tradizionali nemici della Chiesa, i quali possono uccidere il corpo ma non l’anima, bensì dai lupi travestiti da agnelli che ormai pullulano nel seno della stessa Chiesa, che remano in modo evidente in senso contrario rispetto al Papa, i vescovi e i sacerdoti a lui fedeli, e portano i fedeli a conformarsi alla mentalità del secolo anziché alla volontà del Signore. E, come spesso è accaduto nella storia, si rischia di riconoscere la vera natura dei lupi quando è ormai troppo tardi".
Ecco, quei tempi sono arrivati. Non ho mai avuto doni mistici, ma almeno lo spirito aperto è stato un grande dono della Madonna a Medjugorje.
E vedete per quale motivo, quando nel 2008, grazie a papa Benedetto XVI, ho conosciuto la Messa tridentina, me ne son innamorato subito?
Era ciò che cercavo, era ciò cui la Madonna mi conduceva: la santa dottrina accompagnata da una santa liturgia, che nella Chiesa già da allora nonostante gli sforzi dei Papi, a livello locale non c'era già più.
Cit. Guido Villa