Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis la penultima tappa dell'analisi di una nuova visione della realtà basata sulla comprensione medioevale della vita umana come percorso simbolico. Trovate i riferimenti, presenti nei precedenti citati, nei link inseriti nei punti specifici.
La Sacrestia come Grembo della Vergine,
l'Altare come Mio Cuore
Simbolismo in una chiesa medievale
Robert Keim
Da due settimane lavoriamo per una nuova visione della realtà basata sulla comprensione medievale della vita umana come un percorso simbolico variamente, meravigliosamente e sovrabbondantemente interiorizzato. Concluderò questa discussione con il post di martedì, che spiegherà l'intuizione fondamentale e, a mio avviso, più rivoluzionaria che il simbolismo medievale ci offre. Risponderà anche più ampiamente alla domanda sul perché, come ho proposto nel primo articolo di questa serie, non può esserci festa senza simbolo [qui].
Oggi vorrei condividere con voi un ultimo "caso di studio" sul simbolismo medievale. Ho sottolineato le esperienze simboliche che informano e arricchiscono più direttamente la vita quotidiana di tutte le classi di persone, in altre parole, simboli che sono intrecciati nel tessuto stesso della Creazione materiale piuttosto che quelli creati da poeti o pittori. Abbiamo già esplorato il simbolismo dei numeri [qui], dei quattro elementi classici [qui] e dei fiori [qui], tutti elementi che hanno contribuito al grande mondo simbolico dei luoghi che studieremo oggi. Questi luoghi apparivano come un regno subliminale che univa la Creazione materiale all'opera umana, senza dubbio e in una misura che noi moderni possiamo a malapena immaginare, erano centrali nella vita quotidiana di tutti i ceti sociali medievali. In inglese li chiamiamo chiese e nel latino del Medioevo erano intesi come templum : cioè come un edificio, esso stesso adornato e risplendente di simboli, che era il supremo compimento del Tempio simbolico che Dio stesso aveva costruito nella storia di Israele.
Prima di considerare simboli specifici dell'architettura sacra, riflettiamo sulle persone che hanno incontrato questi simboli. Racconti riassunti e dettagliati di realtà artistiche possono far sembrare il tema più definito e sistematizzato di quanto non fosse in realtà. Con ciò, non voglio dare un'impressione sbagliata: i bambini del Medioevo non frequentavano la scuola domenicale e memorizzavano i significati morali e anagogici di tutti gli oggetti all'interno della chiesa del loro villaggio; non esisteva un manuale ufficiale intitolato "Significati dottrinali e mistici delle strutture ecclesiastiche"; i monaci non erano presi dal fervore contemplativo mentre camminavano nei loro monasteri e ricordavano la simbologia del chiostro, del refettorio, ecc. Tali elementi, in ogni caso, sarebbero in contrasto con la spiritualità equilibrata, ben fondata e profondamente incarnata predominante nel Medioevo.(1)
Le associazioni simboliche sono emerse organicamente, all'interno delle comunità; intellettualmente, dalle menti di studiosi o mistici; e storicamente, da testi e tradizioni tramandati da epoche passate. Alcune persone avrebbero avuto più familiarità con, e più sensibilità a queste associazioni nel novero dei normali praticanti della chiesa. Presumibilmente alcuni avevano solo le nozioni più vaghe dei simboli nella loro chiesa e i loro pensieri erano più concentrati sulla festa della settimana successiva, o sull'imminente raccolto del grano, o sulla tendenza esasperante di un pregiato ariete da riproduzione a iniziare a zoppicare senza motivo apparente; non importa quanto zoppo e miseramente vagasse là fuori nel prato, quello zoccolo maledetto sembrava sempre lo stesso.
Tuttavia, propongo che la dimensione simbolica dell'architettura ecclesiastica abbia influenzato i cristiani medievali più fortemente di quanto potremmo aspettarci. Il che non era dovuto tanto all'“educazione formale” al simbolismo sacro quanto al loro stile di vita poetico, che li predisponeva a sentire, percepire e rispondere, spesso inconsciamente, alle varie energie e relazioni simboliche scritte nell'immenso poema visivo di una chiesa sapientemente realizzata.
Concedetemi di soffermarmi brevemente sullo stile di vita poetico, prima di tornare alle persone del Medioevo e alle loro chiese riccamente simboliche.
Il modo poetico di vivere è qualcosa a cui spesso alludo, anche se non ne ho ancora fatto l'argomento principale di un saggio sulla Via Mediaevalis. Non c'è dubbio che un saggio del genere apparirà in un momento futuro; per ora getterò un po' di luce su un aspetto importante di questo concetto. Come ha sottolineato Tommaso d'Aquino, "Ogni verità può essere manifestata in due modi: tramite cose o tramite parole. Le parole significano cose e una cosa può significarne un'altra". Se ci concentriamo sui sensi figurativi nei quali parole e cose comunicano, possiamo riformularlo come segue: "La verità è resa nota tramite allegoria e simbolo".
In The Spectre of a Rose [qui] ho definito l'allegoria come "'parlare d'altro', cioè ... raccontare due storie contemporaneamente", e come ha osservato il dottor Mark Spurrell, "un simbolo può essere descritto approssimativamente come un'allegoria visiva e un'allegoria come un simbolo verbale".(2) Allegoria e simbolismo dichiarano la presenza di un altro e, inoltre, sono due facce della stessa fondamentale medaglia poetica: con l'allegoria, le parole denotano una cosa mentre significano qualcos'altro [qui], e con il simbolismo, un oggetto appare come una cosa mentre significa qualcos'altro e, in entrambi i casi, questo "qualcos'altro" è più commovente e stimolante, o più atemporale e trascendente, o più spirituale e celeste del significato letterale delle parole o del significato materiale dell'oggetto.
Sottolineo qui che simbolismo e allegoria vanno di pari passo, e ora aggiungerò che possiamo anche intendere l'allegoria come l'essenza del linguaggio poetico e, per estensione, l'essenza dell'esperienza poetica, che si sviluppa oltre il linguaggio artistico e metrico che chiamiamo poesia, nella prosa, nel discorso, persino nella vita quotidiana. L'umanista italiano tardo-medievale Coluccio Salutati riconobbe che la modalità allegorica e la modalità poetica sono intimamente correlate:
“È poetico quel modo di parlare, … che, sia attraverso le cose che attraverso le parole, significa qualcosa di diverso da ciò che mostra.”
“Non si suppone che tutto ciò che è composto metricamente sia una poesia, a meno che ciò che è legato [al metro poetico] non sia anche un'espressione immaginativa abbellita da figure e specialmente dal linguaggio allegorico.”
“L’arte della poesia … lega spesso in versi tutto ciò a cui si riferisce; tuttavia, non rifiuta la prosa.”
Torniamo ora ai cristiani medievali e alla loro capacità di sentire e interiorizzare le numerose risonanze simboliche di una chiesa medievale. Queste persone erano immerse nel linguaggio allegorico e nei modi di pensare allegorici: le narrazioni della Bibbia, i Salmi, i poemi epici antichi, le poesie contemporanee, le canzoni locali, le favole, i racconti popolari, i testi religiosi d'amore, i drammi morali. Una vita così permeata dall'allegoria è una vita poetica, e una mente in sintonia con l'allegoria è una mente in sintonia col simbolismo, forse in sintonia a un livello così elevato che noi moderni, con il nostro schiacciante fardello di linguaggio prosaico e scientifico, non potremmo mai raggiungere e comprendere mai appieno.
Il simbolismo dominante dell'architettura sacra nel Medioevo è questione di cambiamento di una "c" minuscola in una "C" maiuscola: la chiesa rappresentava la Chiesa. Questa corrispondenza è stata vividamente descritta in un importante, sebbene anonimo, trattato del XIII secolo intitolato Speculum de mysteriis ecclesiae :
La chiesa a cui le persone ricorrono per la lode a Dio simboleggia la santa Chiesa cattolica, che è costruita in cielo da pietre vive. È la casa di Dio, solidamente costruita. Cristo fu inviato come pietra angolare della fondazione. Non accanto ad essa, ma in realtà su di essa è la fondazione degli apostoli e dei profeti... I muri costruiti su di essi sono gli ebrei e i gentili che vengono a Cristo dai quattro angoli del mondo.
Ora, quando leggiamo cose come questa, all'inizio possono sembrare interessanti ma in un certo senso poco degne di nota. "Certo che una chiesa avrebbe tutti i tipi di connessioni simboliche", potremmo dire. "È un luogo di culto pieno di immagini religiose, oggetti sacri e testi scritturali. I simboli sono destinati ad emergere in un ambiente come questo". Giusto. Ma lasciate che vi chieda: siete mai entrati in una chiesa e avete avuto pensieri, o anche vaghi sentimenti, come questi? Avete mai immaginato che le fondamenta della chiesa simboleggino gli Apostoli, o che le quattro mura della chiesa proclamino la presenza spirituale di vaste moltitudini da nord, sud, est e ovest che hanno abbracciato il cristianesimo?
Anche il teologo medievale Onorio di Autun (m. 1140) interpretò la chiesa come un simbolo della Chiesa, ma vide le quattro mura come i Quattro Vangeli, che elevano il Corpo Mistico di Cristo a grande potenza, e San Bruno di Asti (m. 1123) dichiarò che "noi siamo il Tempio di Dio" e "abbiamo anche un altare; quell'altare è il nostro cuore". È questo il modo in cui pensiamo o sentiamo quando siamo seduti in chiesa? Forse dovremmo tutti provarci e vedere cosa accade. La prossima volta che siete in chiesa, guardate le quattro mura e dite: "Questi sono i Vangeli, che mi proteggono dall'oscurità dell'agnosticismo illuminista, dal dolore della frammentazione moderna e dalla disperazione del nichilismo postmoderno". Guardate l'altare e ripetete a voi stessi ciò che disse Bruno. Non intendo pensieri confusi su come l'altare sia un memento della vita interiore o qualcosa del genere. Siamo medievali su questo: " Quell'altare è il mio cuore ".
Le associazioni simboliche riscontrabili nell'architettura sacra del Medioevo sono fin troppo numerose per un articolo introduttivo come questo. Ne ho selezionate alcune su cui riflettere, e forse torneremo su questo argomento in futuro.
- la malta che lega le pietre della chiesa: la carità che lega l'uomo a Dio e al prossimo
- la porta: Cristo come porta dell'ovile
- la parola: i comuni cristiani che, con il loro lavoro e il loro contributo, sostengono la Chiesa
- la cripta: coloro che sono devoti alla vita eremitica, che servono Dio in segreto
- pilastri, in generale: i vescovi della Chiesa
- i quattro pilastri angolari: le quattro virtù cardinali
- il tetto: protezione dalle tentazioni
- le tegole: cavalieri (milites -ndT] che difendono la Chiesa
- le campane: dottrine che ispirano i fedeli a vivere virtuosamente
- le torri: coloro che predicano la Fede
- le vetrate: i Dottori della Chiesa, che ci illuminano con la luce della Verità
- le due parti del coro: gli angeli e le anime dei giusti, uniti nei canti di lode
- la sagrestia: il grembo della Vergine Maria, dove Dio si è rivestito della natura umana
- il chiostro (di un monastero): paradiso
1. Per ulteriori approfondimenti sull'idea della spiritualità medievale (o da un altro punto di vista, "pre-Riforma") come distintamente "incarnata", vedere Stages of Dismemberment: The Fragmented Body in Late Medieval and Early Modern Drama, della Dott. ssa Margaret Owens: "Fondamentale per la pietà legata all'incarnazione era la convinzione che il corpo umano potesse fornire accesso al sacro". (Potremmo pensare al "corpo umano" qui come fisicità più in generale.) Questa pietà incarnata fu infine sostituita dalle "enfasi logocentriche e testuali dell'umanesimo della Riforma". Teorizza le spiritualità opposte della cultura medievale e della Riforma come "materialità" (medievale) contro "testualità" (Riforma).
2. Per i significati simbolici specifici delle chiese medievali e degli oggetti in esse contenuti, sono molto debitore all'eccellente libro del dott. Spurrell The Symbolism of Medieval Churches: An Introduction.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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