Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 15 novembre 2024

Europa: orizzonti di morte e piccoli segni di speranza. Invito alla Giornata Nazionale della DSC

Su segnalazione dell'Osservatorio Card. Van Thuân.
Europa: orizzonti di morte e piccoli segni di speranza.
Invito alla Giornata Nazionale della DSC


La vittoria schiacciante di Donald Trump in USA e il suo prossimo ritorno alla Casa Bianca non faranno che accelerare la crisi di una Europa in fase terminale: l’Europa dell’UE e della BCE, dell’agenda green e dei sempre nuovi diritti, dell’aborto e del transessualismo, dell’immigrazionismo e del secolarismo anticristiano, della guerra senza fine alla Russia, quell’Europa artificiale e ideologica sarà abbandonata dagli USA trumpiani ad una indecorosa agonia.

Questa Europa moribonda dovrà pure gestire il buco nero dell’Ucraina, ovvero le conseguenze continentali di un fallimento senza precedenti dell’euro-atlantismo. Presto vedremo Trump e Putin abbracciarsi come vecchi amici in qualche summit internazionale e all’Europa resteranno i cocci rotti.

Non che sia Trump – e neppure Putin – la causa della malattia mortale dell’Europa, che muore per causa propria, per scelte stratificate nei decenni (e forse pure nei secoli), scelte suicide prima di tutto sul piano spirituale, morale e culturale … poi a cascata su quello demografico, economico, politico.

In questo orizzonte di morte per il Vecchio Continente si intravvedono però anche piccoli segni di speranza in quelle forze religiose, morali, culturali e politiche “di resistenza”, capaci di opporre al sistema dominante la forza della verità, della legge morale naturale, della Tradizione Cattolica e di una idea di societas christiana radicalmente altra dai paradigmi dell’ideologia liberaldemocratica. Sono ancora segni minimi e apparentemente irrilevanti rispetto ai grandi numeri ma sono realtà vivaci, giovani, in crescita e certamente destinate a beneficiare del nuovo clima che la presidenza Trump imporrà.

Quest’anno l’Osservatorio ha voluto riflettere proprio sulla fine (ingloriosa) dell’Europa e così ha dedicato al tema il suo 16° Rapporto sulla DSC nel mondo significativamente intitolato “Finis Europae: un epitaffio per il Vecchio Continente?”. Rapporto denso di autorevoli contributi, primi tra tutti quelli degli arcivescovi Crepaldi (fondatore dell’Osservatorio) e Jędraszewski di Cracovia. Nomi autorevolissimi di accademici, intellettuali e giornalisti concorrono al Rapporto, dal geografo Battisti al giurista Ronco, dal patologo Bellavite al filosofo Scandroglio, dall’economista Milano allo storico Réveillard e molti altri.

Rapporto che sarà presentato in Italia sabato 23 novembre alla VI Giornata Nazionale della Dottrina sociale della Chiesa che si svolgerà a Lonigo (Vicenza) presso Villa San Fermo [vedi].

Come ormai tradizione, l’Osservatorio, in collaborazione con la Nuova Bussola Quotidiana e il Coordinamento Nazionale Justitia et Pax, promuove la Giornata della DSC come momento di studio e di divulgazione ma anche come occasione di incontro e confronta tra tutti coloro che condividono l’impegno per la DSC.

Quest’anno la Giornata Nazionale vedrà intervenire l’arcivescovo Giampaolo Crepaldi, don Samuele Cecotti, il direttore professor Stefano Fontana, il direttore della NBQ dottor Riccardo Cascioli, il professor Gianfranco Battisti, la dottoressa Lorenza Formicola e il professor Tommaso Scandroglio. Tutti impegnati nell’offrire una lettura cattolica dei processi che stanno interessando l’Europa sotto il profilo demografico, economico, morale-giuridico, culturale e religioso così da comprenderne l’agonia e delineare la risposta cristiana a simili scenari.

Ci sarà, come ogni anno, la possibilità di pranzare assieme e di conversare scambiando opinioni e contatti.

L’invito è a iscrivervi il prima possibile per avere certezza di trovare posto e per facilitare il lavoro degli organizzatori. Arrivederci a Lonigo per la Giornata Nazionale della DSC!
don Samuele Cecotti - Fonte

2 commenti:

Anonimo ha detto...

IL MUSK CATTOLICO

15 novembre, Sant'Alberto Magno
Le moderne idee circa la "vita" artificiale furono pensate e sviluppate già dai tempi antichi; Erone, vissuto nel I secolo ad Alessandria, costruì automi in grado di animare spettacoli teatrali.
Le teorie su questo tipo di macchine vennero riprese poi nel Medioevo: i monaci, avendo a disposizione sia il tempo sia gli scritti antichi, teorizzarono nuove macchine, nuove invenzioni in grado di riscrivere la definizione stessa di automa.
Queste macchine erano le teste meccaniche o "Teste di Bronzo".

Già Papa Silvestro II, secondo la leggenda, possiedeva una "Testa parlante" (molto probabilmente una macchina anatomica) ma il vero maestro di questo fu Sant'Alberto Magno.
Si racconta che egli, appassionato di androidi ed macchine automatiche, avesse plasmato un androide sotto forma di testa usando legno, cera, metallo ed altri elementi, attingendo a trattati di scienza preesistenti.
Questo androide si narra che potesse parlare ma, molto più verosimilmente, era in grado di muoversi, aprire bocca ed occhi.
Insomma, Sant'Alberto Magno costruì un qualcosa che, con le dovute differenze, si avvicina molto ai moderni automi.

Che fine fece questa testa?
Semplice; un altro santo, nonchè suo allievo, la distrusse. San Tommaso d'Aquino non era certo dei testi di provenienza delle conoscenze scientifiche, la fece sparire.

Anonimo ha detto...

Sono vicini i tempi predetti da Gesù?

I tempi predetti da Gesù già si delineano in tante nazioni, dove l’apostasia e l'ateismo fanno strage e dove le persecuzioni, manifeste o subdole, lasciano i fedeli senza aiuto e senza difesa, in balìa degli uomini più perversi.
La situazione presente del mondo è tale che non si vede quale possa esserne il rimedio efficace.

Alcuni sperano persino in una guerra generale e lo auspicano, senza pensare che la guerra è un terribile castigo che lascia sempre una scia di altri castighi spirituali e materiali.Altri s'illudono di poter conquistare i despoti del mondo, senza pensare che, avendo essi in mano la potenza brutale, non si lasciano né convincere né conquistare. Solo la preghiera può fare qualcosa, e per questo la Chiesa in questi tempi la intensifica e cerca di sgominare gli empi con questa sua potenza grandiosa, che è quasi un bombardamento dall’Alto fatto sulle loro posizioni fortificate.

Chi sente parlare di preghiera quando incombe un pericolo grave, quasi sogghigna, pensando a un’ingenua illusione. Si può dire infatti che, inconsciamente, chi più chi meno, quasi tutti hanno la convinzione dell’inefficacia della preghiera e la credono un ripiego e un’ingenuità nei momenti nei quali stimano urgente l’agire e l’irrompere.

Questo stato interiore così falso deriva dal fatto che ognuno conta al suo attivo parecchi insuccessi in ordine alla preghiera; anzi, a volte, gli insuccessi rivestono il carattere d’un fallimento Completo, Nessuno pensa di pregare male o addirittura di non Pregare, pur facendo molte orazioni. Nessuno si umilia sinceramente quando non è esaudita o quando si presenta al Signore Per supplicarlo e, in realtà, si può dire che rare volte noi domandiamo veramente. Perciò Gesù, con una parabola, volle rivelarci qual è l’atteggiamento dello spirito che rende inefficace o efficace la preghiera. È una cosa importantissima che bisogna considerare a fondo, perché la preghiera ci è indispensabile più del pane.

Don Dolindo Ruotolo