Riprendo il commento del cardinal Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, sul Sinodo dei Vescovi, pubblicato sul suo blog, con il titolo "Il Sinodo si è concluso bene?" qui e, di seguito - sempre dalla stessa fonte - tre commenti successivi. In questa introduzione inserisco il breve commento del cardinale al primo articolo:
"Il “sinodo” che ha discusso della sinodalità è terminato, ma la Chiesa “sinodale” ha cominciato a funzionare.
Il mio articolo del 9 novembre è probabilmente troppo lungo e complicato, ma il punto principale è l’ultimo paragrafo:
"Quella lunga e complicata "Conclusione del Sinodo", ora riconosciuta da Papa Francesco, ha il valore pedagogico dell'esortazione papale. D'ora in poi il cardinale Tucho, della Congregazione per la Dottrina della Fede, la tratterà come un sacro decreto per cambiare in ogni momento e radicalmente il contenuto della fede e i duemila anni di disciplina tradizionale della Chiesa. Che cosa terribile! Potete dormire stanotte? (12 novembre 2024)
Nella lettura della Messa di oggi, San Paolo ha detto al suo discepolo e successore (Tito): “... Parla parole sane e irreprensibili. La grazia salvifica di Dio è apparsa, insegnandoci a rinunciare all'empietà e all'avidità mondana e a vivere in modo sobrio, giusto e riverente in questo mondo." Gesù ha detto nel Vangelo: “Dopo che avrete fatto tutto ciò che vi è stato comandato, direte ancora: Siamo servi inutili, abbiamo fatto solo quello che dovevamo fare”.
Qui l'indice degli articoli su altri interventi del Card. Zen e sulla questione sino-vaticana. Qui l'indice degli articoli relativi al Sinodo sulla sinodalità.
Il Sinodo si è concluso bene?
Il giorno 27 ottobre “la Sedicesima Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi” è stata dichiarata conclusa. Il Documento conclusivo è stato subito ratificato da Papa Francesco, il quale dice, perciò, che non scriverà una Esortazione Apostolica post-sinodale. Tutti hanno notato questa grande “novità”, ma non mi risultava che questa sia stata trovata “problematica”, come a me è apparsa tale. Temendo che il mio giudizio fosse erroneo a causa del mio “pregiudizio" pessimistico, non ho osato manifestarlo.
Tre articoli apparsi in seguito, che ho potuto leggere, mi incoraggiano a condividere le mie preoccupazioni con chi visita il mio blog:
Il primo è stato quello di Jules Gomes (il 1 Nov.) “The Church of Permanent Revolution”. Il secondo di Sandro Magister (4 Nov.) “Tutto, tranne che sinodale. La strana Chiesa voluta da papa Francesco”. Il terzo di S.E. Mons. Robert Barron (5 Nov.) “Some Thoughts Upon Returning from the Second Session of the Synod”.
Ecco le considerazioni che desidero condividere con i lettori:
(1) Il Sinodo ora concluso non può essere chiamato “Sinodo dei Vescovi”.
È stato inaugurato come “La Sedicesima Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi”, cioè la Sedicesima Assemblea Ordinaria di quel Sinodo dei Vescovi, istituito da Papa Paolo VI, nel 1965, verso la fine del Concilio Vaticano II, con il documento Apostolica Sollicitudo, con lo scopo precipuo di dare al Papa una occasione periodica, di avere consigli dai suoi “fratelli Vescovi” su problemi particolari. Il Sinodo è dunque uno strumento per i Vescovi, successori degli Apostoli, di esercitare collegialmente il loro ufficio di pastori della Chiesa universale.
Papa Francesco, cinque anni dopo la sua elezione, fece alcuni cambiamenti al Regolamento del Sinodo con il documento Episcopalis communio. Ma per questo recente Sinodo fece, di sua iniziativa, una cosa oltre le nuove regole da lui stabilite, invitando 96 non-Vescovi ad essere membri del Sinodo con diritto di voto.
Il Papa ha ovviamente autorità di convocare qualunque specie di riunioni consultive, ma non può dire di aver migliorato la costituzione del Sinodo data da Papa Paolo VI. Con il nome del Sinodo dei Vescovi Papa Francesco ha istituito un nuovo raduno ibrido al suo posto.
(2) Quali devono essere gli scopi di un Sinodo?
Nei Sinodi celebrati sotto Papa Francesco vediamo che si mira sovente a cambiare qualche punto di dottrina o di disciplina della Chiesa invece di preservare la tradizione.
Nel Sinodo sulla Famiglia del 2014-2015 si è cercato di ammettere i divorziati risposati al sacramento della comunione. Nel Sinodo di Amazzonia si è cercato di amettere i “viri probati” al sacerdozio. Questa volta, dai documenti emanati dalla Segreteria del Sinodo si constata che c’è un’agenda molto più vasta: cambiare la struttura gerarchica della Chiesa in una democrazia dei battezzati, istituire il diaconato per le donne (il che porterà anche al sacerdozio femminile?); abolire l’obbligo del celibato dei preti di rito latino; modificare la tradizionale morale sessuale (cominciando con la benedizione delle coppie omosessuali).
Per raggiungere tali scopi si impone una procedura: molta compartecipazione e poca discussione; i Vescovi e non vescovi attorno ad un tavolo, guidati come bambini dai “facilitatori”; severo obbligo di segreto su quel che capita nel sinodo, cosicché il popolo cristiano non ha nessun modo legittimo di seguire un Sinodo “sinodale”, che insiste su ascolto e partecipazione?
(3) Le macchinazioni sembrano fallite
Nonostante la riduzione delle discussioni, le proposte degli organizzatori del sinodo hanno incontrato forte resistenza. Il Papa, fuori del Sinodo, ha perfino detto chiaro e tondo che non ci sarà il diaconato femminile. L’argomento dell’abolizione del celibato clericale, (che, tra l’altro, è comparso già molte volte nella Chiesa in diverse occasioni) non sembra abbia avuto molta menzione. La sessione che si concluse nell’ottobre 2023 non ha registrato alcuna deliberazione, ma ha presentato solo un Sommario degli argomenti trattati. L’acronimo LGBTQ che avera fatto ingresso solenne nei documenti sinodali, non comparve più nel Sommario. Tutti pensano che le discussioni e deliberazioni si sarebbero fatte nella sessione del 2024.
Di sorpresa, poco dopo la fine della sessione del 2023, il Dicastero della Dottrina ha emanato una Dichiarazione, Fiducia Supplicans [vedi], dove afferma che in certe circostanze gli ecclesiastici possono benedire le coppie omosessuali. La Dichiarazione ha causato una spaccatura raramente verificata nella Chiesa (con i Vescovi africani in prima linea di contestazione) e grande confusione nel popolo cattolico. I responsabili, sembra, abbiano dovuto “sospendere” la decisione.
Sorpresa di nuovo. Il papa fa sapere che egli ha assegnato tutti i problemi particolari, venuti alla luce nella sessione del 2023, a dei “gruppi di studio” i quali consegneranno a lui i risultati di studio a metà del 2025. I “riformisti” si sentono delusi, i “tradizionalisti” rimangono preoccupati. Nel frattempo gli organizzatori del Sinodo hanno voluto fare un sondaggio (su X e Facebook) con una sola domanda “Pensi che il sinodo sia riuscito a promuovere lo spirito di partecipazione e comunione in vista della missione della Chiesa?" Qualcuno ha fotografato le risposte che cominciavano ad arrivare, il risultato è stato costante, sempre solo poco più di 10% di “si”, e più di 80% di “no”. Il sondaggio doveva durare 24 ore, ma prima che finisse, l’hanno tolto dalla rete. Davanti a tale disfatta, si ritireranno in buona pace?
(4) Ultimo tentativo – Ultimo pericolo
Se tutti i problemi particolari sono tolti della discussione e non saranno risolti nel Sinodo, con che cosa finirà il Sinodo dal 2024? La vittoria della Sinodalità! La Chiesa Sinodale! Una Chiesa incondizionatamente inclusiva! Cioè una comunità democratica di battezzati che camminano insieme...
Ma quel documento del 2018, della Congregazione per la Dottrina, pure approvato da Papa Francesco, dice che la sinodalità nella Chiesa Cattolica è il principio che la gerarchia, attraverso i Sinodi dei Vescovi (Concilio Ecumenico ed altri legittimi Sinodi a diversi livelli) guida il popolo di Dio.
Queste due Ecclesiologie non sono compatibili, questa è fedele all’insegnamento del Vaticano II (Lumen Gentium), l’altra è la via seguita dalla Chiesa di Olanda subito dopo il Vaticano II (con il loro “nuovo catechismo", per cui quella Chiesa è ora quasi moribonda), è la via iniziata nella Chiesa in Germania (chiamata “la via Sinodale”, prima che la Chiesa Universale iniziasse il Sinodo sulla Sinodalità. Nel 2022 quella Chiesa ha perso mezzo millione di fedeli), è la via seguita dalla Chiesa Anglicana di Londra (ha conferito l’episcopato a donne e riconosciuto matrimonio di coppie omosessuali. Recentemente la Global Anglican Future Conference, che rappresenta più dell'80% della comunità mondiale degli anglicani, ha scritto all’arcivescovo di Canterbury minacciandolo di non più essere riconosciuto come primus inter pares).
L’Instrumentum Laboris della sessione sinodale del 2024 contiene la proposta di codificare l'autonomia delle Conferenze episcopali nazionali in materia di dottrina.(!)
Non diventeremo come la Chiesa Anglicana? Non saremo più la Chiesa “una, cattolica ed apostolica”! Non più la Chiesa “santa”, perchè senza affidabili principi morali per discernere tra santità e peccato. Se questa autonomia fosse stata approvata, serebbe crollata la nostra Chiesa. Il Signore non lo ha permesso. Molti fedeli, avvisati del pericolo, hanno pregato. E sono stati esauditi. Deo gratias.
Però, quella sezione non breve della Parte IV del Documento finale, dove parla dei Legami per l’unità: Conferenze episcopali e Assemble ecclesiali (paragrafi 124-129) fà alcune buone precisazioni, ma lascia molti punti da precisare a future riflessioni “sinodali”. Il futuro rimane ancor molto fluido.
(5) Come si è concluso il Sinodo?
Altra novità! Come già detto sopra, alla chiusura del Sinodo il Papa ha dichiarato che riconosce in blocco il Documento conclusivo del Sinodo e non scriverà una Esortazione post-sinodale.
Suppongo che molti hanno ammirato in ciò l’umiltà del Santo Padre e la fiducia che pone nei membri sinodali. Ma io ho le mie riserve: se il Papa ha veramente “accettato” il risultato del lavoro dei sinodali, mi sembra non prudente da parte sua. Le conclusioni di un Sinodo hanno solo un valore consultivo (specialmente di questo che non è neanche un vero Sinodo), accettandole in blocco il Papa dà ad esse il valore di un magistero autentico.
I sinodi precedenti, quasi tutti, hanno concluso con alcune concise deliberazioni, ben discusse e votate; queste non vengono pubblicate, ma consegnate al Santo Padre, il quale liberamente fa uso di quelle “deliberazioni”, e di sua responsabilità scrive una Esortazione, e tutto questo prende tempo. Adesso invece, mi domando, come ha potuto il Papa capire tutto il contenuto di un lungo documento e assumersi la responsabilità di ogni suo contenuto?
E poi, tornando su questo documento vengono tanti interrogativi. Chi ha scritto la bozza di questo documento? Una commissione veramente rappresentativa, eletta dai Sinodali? Quanto tempo hanno avuto, i sinodali, per capire il documento presentato e prepararsi alla sua discussione? Preparare richieste di emendamenti? Chi è incaricato di smistare i, suppongo, numerosi emendamenti e prensentarli per la discussione e votazione? Votare gli emendamenti può essere un'operazione molto delicata. Infine abbiamo impressione che tutto questo si sia dovuto fare con molta fretta. Come fa il Santo Padre a prendersi la responsabilità di tale prodotto?
Scuola Nazionale di Dottrina sociale della chiesa - Prigionieri di un algoritmo
A meno che, supponiamo, che sia stato il Santo Padre stesso a indicare la direzione di questo documento finale. È questa supposizione “una teoria del complotto”? No. Il Santo Padre crede nel “processo” (il tempo è più importante dello spazio). Iniziare un processo più che ottenere subito certi risultati.
Il Sinodo è concluso, ma il processo è iniziato! Con questo documento conclusivo incomincia la Chiesa Sinodale; in essa dovremo vivere!
Preghiamo lo Spirito Santo e affidiamoci a alla Madonna.
Auxilium Christianorum, Mater Ecclesiae, Ora pro nobis.
* * *
13 novembre:
Perché Papa Francesco ha deciso di non scrivere un’esortazione apostolica post-sinodale?
Perché Papa Francesco ha deciso di non scrivere un’esortazione apostolica post-sinodale?
Il 7 novembre «La Croix International» ha pubblicato un articolo di Arnaud Join-Lambert.
Ha elencato cinque ragioni per spiegare perché Francesco ha fatto questo. Tra le righe si vede che è dalla parte di Francesco, ma anche le sue cinque spiegazioni confermano la mia opinione.
(1) Attraverso tutti i documenti della conferenza e il lavoro degli ultimi tre anni, il Papa ha "segnalato" che la sinodalità è una caratteristica essenziale della Chiesa, e non c'è bisogno di dire altro.
(2) Sotto la guida del Papa, la sinodalità era originariamente un principio teologico riguardante il governo della Chiesa e si è “sviluppato” in un modo di vivere questo governo, uno stile di “cooperazione” .
(3) Tre giorni prima di concordare la conclusione definitiva dell'Assemblea Generale, il Papa ha emanato l'enciclica "Dilexit nos" sull'amore del Sacro Cuore di Gesù. Non è questo il modo migliore per consigliare a tutti di vivere la Sinodalità senza dover scrivere un altro consiglio ?
(4) Una conferenza ha tre dimensioni: 1. L'esperienza della conferenza, 2. I documenti prodotti e 3. L'attuazione specifica. Il Papa non ha scritto un'esortazione postconciliare perché ha voluto che cominciassimo subito ad attuare le conclusioni del congresso. D'ora in poi, ogni autorità all'interno della Chiesa dovrà attuarsi secondo lo stile delle "Conclusioni della Conferenza" e dovrà anche promettere di attuare " riforme " specifiche nella direzione delle "Conclusioni della Conferenza" . Non dobbiamo più ritardare l’era della sinodalità.
(5) L’approccio di Francesco potrebbe anche essere quello di chiederci di adottare un “approccio circostanziale ” . Nel suo «Motu Proprio» documento "Ad theologiam promovendam" su come fare lavoro teologico, ha affermato che la teologia dovrebbe utilizzare un metodo induttivo, e che una teoria "universalmente valida" è un vicolo cieco e crea molti problemi. Non scrivere un’esortazione è un segnale alla Chiesa locale affinché adatti ai fatti la propria, concreta attuazione della sinodalità. Non si diceva nel "Sintesi della conferenza" che anche la "Conferenza di ogni continente" potrebbe essere un'innovazione correlata? La vera innovazione cambia i fatti e si adatta alle condizioni locali. Il futuro della sinodalità non dipende più da un’enciclica, ma
Accettare la "Sintesi del Congresso" secondo la situazione del continente, del Paese e della diocesi. Non aspettare più il Papa (istruzioni), bisogna agire sinodalmente tutti insieme.Fratelli e sorelle, non avete paura?
14 novembre
È iniziata una rivoluzione incessante
Il mio blog ieri, 13 novembre, ha introdotto un articolo di un teologo (Arnaud Join-Lambert), e ho detto che ha confermato il mio articolo del 9 novembre.
Dovrebbe essere dalla parte di Papa Francesco, ma il suo articolo conferma la mia comprensione del motivo per cui il Papa non scrive un’esortazione post-conciliare.
(A) La conclusione del mio articolo del 9 novembre diceva che è un complotto che Papa Francesco non scriva una "esortazione post-sinodale" ma concordi con le "conclusioni della conferenza", perché in questo modo " il sinodo è finito, ma il consenso dei colleghi c'è ancora." La chiesa ora funziona!"
(B) Il mio articolo del 12 novembre sottolineava che la Santa Sede può cambiare d'ora in poi la dottrina della fede e le discipline tradizionali in qualsiasi momento.
(C) Ma Arnaud Join-Lambert, alla fine di ④ e ⑤ del suo articolo, sottolinea:
I continenti, i Paesi e anche le singole diocesi possono “riformare la fede e la disciplina della Chiesa secondo le diverse circostanze”.
Alla fine del quarto punto del mio articolo del 9 novembre, dicevo: "Sebbene l'Assemblea Generale non abbia adottato la raccomandazione dell'"Instrumentum Laboris" di "attribuire alle conferenze episcopali di ogni Paese il diritto indipendente di determinare la dottrina cattolica", ha lasciato una coda."
L'articolo di Arnaud Join-Lambert mi ha fatto capire: "Che coda grossa!"
(D) Sebbene Arnaud Join-Lambert sostenesse chiaramente l’approccio di Papa Francesco, ha ammesso francamente che ① è stato il Papa che, attraverso tutti i documenti della conferenza e negli ultimi tre anni, ha dato istruzioni (dall’alto al basso) ai cosiddetti La sinodalità (Collaborazione) è una caratteristica della Chiesa. ② Fu lui a trasformare “i principi teologici che governano la Chiesa” in (ribaltandoli e sostituendoli con) “la guida democratica dei battezzati”.
Vediamo chiaramente che nel cosiddetto sinodo, il Papa ha usato i suoi amici (mediante il lavaggio del cervello) per trasformare la "Chiesa Apostolica" nella "Chiesa sinodale".
L'intera conferenza è stata una manifestazione di clericalismo di alto livello: ha cancellato la partecipazione attiva, ha disprezzato la collegialità dei vescovi, ha incoraggiato i ribelli all'interno della chiesa e ha sprecato molti soldi della chiesa (della povera gente)!
Vediamo chiaramente che nel cosiddetto sinodo, il Papa ha usato i suoi amici (mediante il lavaggio del cervello) per trasformare la "Chiesa Apostolica" nella "Chiesa sinodale".
L'intera conferenza è stata una manifestazione di clericalismo di alto livello: ha cancellato la partecipazione attiva, ha disprezzato la collegialità dei vescovi, ha incoraggiato i ribelli all'interno della chiesa e ha sprecato molti soldi della chiesa (della povera gente)!
Peccato! Peccato!
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