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sabato 23 novembre 2024

Elezioni 2024: Non è stata l'economia ma qualcosa di molto più profondo

Elezioni 2024: Non è stata l'economia
ma qualcosa di molto più profondo

di John Horvat

Non tutti si rendono ben conto di quanto le elezioni abbiano cambiato la scena politica americana. I Democratici cercano di minimizzare il danno con sedute di biasimo, di esami di coscienza e di dita puntate alla ricerca di capri espiatori. Tuttavia, la perdita non può essere ridotta a persone o a politiche specifiche. Le elezioni hanno rappresentato un cambiamento storico.

La prima conclusione è che la sconfitta non riguarda solo l'economia. Gli americani sono abituati a pensare alle elezioni in termini di portafoglio. La risposta tipica a qualsiasi sconfitta elettorale è il familiare ritornello: È l'economia, stupido!

Tuttavia, questa elezione è stata diversa. Pur avendo dimensioni economiche, le elezioni non hanno riguardato solo l'economia. Le questioni principali ruotavano intorno al programma incendiario della sinistra. Gli elettori hanno rifiutato il wokismo, l'immigrazione clandestina di massa, il transgenderismo e lo scollamento del Partito Democratico con quanto sta accadendo nella società nonché le politiche economiche socialiste che hanno provocato l'inflazione

Un grande malcontento: Quando è troppo è troppo
Le elezioni hanno riguardato il grande malcontento per l’indirizzo dato all'America. Questo malcontento è stato aggravato dal risentimento che l’americano medio prova per un programma che gli viene imposto. Non si trattava tanto di un voto per il presidente eletto Donald Trump, quanto di una protesta contro ciò che rappresentava la sua opposizione.

Un scaltro politico francese, Hubert Védrine, ha definito i risultati "un'ondata popolare viscerale, nel senso più ampio del termine, di persone che vogliono porre fine al progressismo e al globalismo americano che dura da sessant'anni". L'ex ministro degli Esteri socialista ha osservato che la vittoria è stata una rivolta. Il suo messaggio era: "Progressismo: Basta! Quando è troppo è troppo!".

Secondo Fareed Zakaria del Washington Post, una delle cause principali della sconfitta è stata "il dominio a sinistra dell’ideologia dell'identità, che ha fatto sì che i democratici spingessero per tutti i tipi di politiche di diversità, equità e inclusione che sono uscite in gran parte dalla bolla urbana e accademica, ma che hanno alienato la gente comune".

In altre parole, le elezioni hanno messo a repentaglio un lavoro di sessant'anni. I cittadini ritengono che i progressisti li stiano spingendo troppo lontano e troppo in fretta. Sono stufi dell'atteggiamento arrogante di tanti liberal che disprezzano chi non è d'accordo con loro.

Ann Bauer, romanziere del Minnesota, ha scritto un'espressiva op-ed sul Wall Street Journal (7 novembre 2024) spiegando perché ha votato contro i Democratici. Il suo non è stato un voto per Trump, ma una protesta contro il "fanatismo della sinistra".

"Abbiamo votato per controllare lo slancio di questi movimenti, per fermare una malattia progressiva. Abbiamo votato contro l'idea che andare oltre sia sempre meglio. In cuor nostro, molti di noi si sono ribellati al prepotente senso di superiorità, alle persone che ci dicevano che noi eravamo troppo stupidi per capire, o troppo razzisti, troppo sessisti, troppo auto-odio, troppo simili ai nazisti".

La sua valutazione esprime bene l'atteggiamento inflessibile di tanti che si rifiutano di ascoltare ciò che accade nelle situazioni reali. La situazione diventa intollerabile e gli elettori del mondo reale vogliono uscire dall'incubo del wokismo. La gente esclama: "Smettetela, per carità!".

Il peso del voto cattolico
Allo stesso modo, anche il modo in cui la sinistra ha trattato la religione è stato un fattore critico in queste elezioni. Particolarmente importante è stato il voto cattolico. Molti pensano che sia stato essenziale per ribaltare la situazione contro i Democratici. (ndr, vedi Visto da Roma di Julio Loredo).

Il voto cattolico rispecchia in genere il voto americano complessivo. Tuttavia, quest'anno i cattolici hanno votato per il candidato repubblicano con un margine medio superiore, più del 18%. Il professore del Grove City College Paul Kengor attribuisce questo cambiamento al fatto che "la nazione non aveva mai visto un ticket presidenziale così estremista come quello di Harris e Walz sulle questioni morali e culturali".

Egli osserva inoltre che la candidata democratica ha mostrato indifferenza e ostilità verso i temi religiosi. La campagna di Trump ha abbracciato immagini e temi cattolici. Il presidente eletto ha persino invocato San Michele Arcangelo nel giorno della sua festa.

I risultati delle elezioni hanno convogliato il messaggio che la religione è importante per gli americani. Chi ignora questa influenza ne paga le conseguenze.

Un disastro di proporzioni bibliche
Pertanto, l'elezione non è stata solo una sconfitta, bensì una batosta. Rappresenta il rifiuto del programma sessantennale del progressismo. Ha rivelato l'impazienza e il risentimento di molti americani che sono stanchi di essere cancellati, ridicolizzati e ignorati.

Lo stratega democratico Chris Kofinis ha misurato la portata della sconfitta, commentando: "È un disastro storico di proporzioni bibliche. Il Partito Democratico, così com'è, è morto. Questo è un riallineamento storico".

Secondo un'analisi elettorale della Reuters, le elezioni hanno mostrato ai Democratici che "i loro valori, orientati a sinistra e socialmente liberal, sono ora decisamente una minoranza tra gli americani".

Doug Sosnik, un altro stratega democratico, ha osservato: "Le elezioni del 2024 segnano il più grande spostamento a destra del nostro Paese dalla vittoria di Ronald Reagan nel 1980".

Gli elettori si sono espressi con una brusca virata a destra. Sono sconvolti dal messaggio sprezzante della sinistra. Sono esausti della velocità della marcia caotica della sinistra verso il socialismo, il transgenderismo e la rivoluzione woke in genere. Gli elettori hanno percepito un processo di autodistruzione che andava fermato.

Tutte queste preoccupazioni dovranno essere affrontate dal panorama politico del dopo novembre e la sinistra dovrà valutare come fare i conti con la realtà dopo questa sconfitta.

All'indomani del massacro elettorale, la sinistra è in crisi e incolpa alla sua leadership, al suo messaggio e alle sue strategie, mai alle sue idee. Molti esponenti della sinistra raddoppiano le loro politiche fallimentari e adottano atteggiamenti ancora più paternalistici e spregianti nei confronti degli elettori che ritengono non abbiano compreso i veri problemi. I radicali sentono di aver aspettato troppo a lungo per la loro rivoluzione e credono erroneamente che la radicalizzazione della sinistra è il loro cammino verso la vittoria.

Altri esponenti della sinistra sembrano disposti a cambiare tutto, tranne la narrazione marxista della lotta di classe e dell'oppressione. Questa è la narrazione non negoziabile e comune per tutte le sfumature della sinistra.

Un cambio di rotta
In effetti, per rispondere alle preoccupazioni degli elettori, la sinistra dovrebbe smettere di essere di sinistra. Dovrebbe abbandonare il suo rigettato programma, che da oltre sessant’anni fa gravare sulla società. Ma qualsiasi arretramento verso il centro rischia di demoralizzare il suo nucleo radicale.

Questa necessità di avanzare e arretrare contemporaneamente mette la sinistra in una posizione difficile. Michael Sean Winters del National Catholic Reporter raccomanda ai Democratici di cambiare il proprio messaggio verso il centro "per riconquistare gli elettori della classe operaia".

Durante queste elezioni, quindi, è accaduto qualcosa di molto profondo in America. Non è stata l'economia, ma il cambiamento di una popolazione esausta. Non vuole il socialismo, ma un ritorno all'ordine.
Fonte: Return to Order, 15 Novembre 2024. Traduzione a cura di TFP – Italia 

17 commenti:

Anonimo ha detto...

“Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l'individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più.”
Hannah Arendt, “Le origini del totalitarismo”

C'era una volta l'Europa ha detto...

“Cercate ogni giorno il volto dei santi …”
23 novembre SAN COLOMBANO, Abate

« … oggi vorrei parlare del santo abate Colombano, l’irlandese più noto del primo Medioevo: con buona ragione egli può essere chiamato un santo “europeo”, perché come monaco, missionario e scrittore ha lavorato in vari Paesi dell’Europa occidentale. Insieme agli irlandesi del suo tempo, egli era consapevole dell’𝘂𝗻𝗶𝘁𝗮' 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮𝗹𝗲 𝗱𝗲𝗹𝗹’𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮. In una sua lettera, scritta intorno all’anno 600 ed indirizzata a Papa Gregorio Magno, si trova per la prima volta l’espressione “totius Europae – di tutta l’Europa”, con riferimento alla presenza della Chiesa nel Continente (cfr Epistula I,1).

… Il messaggio di san Colombano si concentra in un fermo richiamo alla conversione e al distacco dai beni terreni in vista dell’eredità eterna. Con la sua vita ascetica e il suo comportamento senza compromessi di fronte alla corruzione dei potenti, egli evoca la figura severa di san Giovanni Battista. La sua austerità, tuttavia, non è mai fine a se stessa, ma è solo il mezzo per aprirsi liberamente all’amore di Dio e corrispondere con tutto l’essere ai doni da Lui ricevuti, ricostruendo così in sé l’immagine di Dio e al tempo stesso dissodando la terra e rinnovando la società umana.

Cito dalle sue Instructiones: “Se l’uomo userà rettamente di quelle facoltà che Dio ha concesso alla sua anima allora sarà simile a Dio. Ricordiamoci che gli dobbiamo restituire tutti quei doni che egli ha depositato in noi quando eravamo nella condizione originaria. Ce ne ha insegnato il modo con i suoi comandamenti. Il primo di essi è quello di amare il Signore con tutto il cuore, perché egli per primo ci ha amato, fin dall’inizio dei tempi, prima ancora che noi venissimo alla luce di questo mondo” (cfr Instr. XI). Queste parole, il Santo irlandese le incarnò realmente nella propria vita.

Uomo di grande cultura –scrisse anche poesie in latino e un libro di grammatica – si rivelò ricco di doni di grazia. Fu un instancabile costruttore di monasteri come anche intransigente predicatore penitenziale, spendendo ogni sua energia per alimentare le radici cristiane dell’Europa che stava nascendo. Con la sua energia spirituale, con la sua fede, con il suo amore per Dio e per il prossimo divenne realmente uno dei Padri dell’Europa:𝗲𝗴𝗹𝗶 𝗺𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗮𝗻𝗰𝗵𝗲 𝗼𝗴𝗴𝗶 𝗮 𝗻𝗼𝗶 𝗱𝗼𝘃𝗲 𝘀𝘁𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗹𝗲 𝗿𝗮𝗱𝗶𝗰𝗶 𝗱𝗮𝗹𝗹𝗲 𝗾𝘂𝗮𝗹𝗶 𝗽𝘂𝗼' 𝗿𝗶𝗻𝗮𝘀𝗰𝗲𝗿𝗲 𝗾𝘂𝗲𝘀𝘁𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗘𝘂𝗿𝗼𝗽𝗮. »
(BenedettoXVI, Udienza generale, 11/06/2011)

Anonimo ha detto...

Soprattutto San Clemente Papa e Martire.

Anonimo ha detto...

"Ricordiamoci che si farebbe bene a NON usare "progressista" come contrario a conservatore. Il contrario di Conservatore è DISSIPATORE" . Camillo Langone DIXIT. Ottima osservazione quella di Langone. Purtroppo espressioni come quelle legate al termine "progresso" suscitano (dopo secoli di propaganda in tal senso) nell'ascoltatore, magari suo malgrado, sentimenti positivi. Nell'intimo di tanta gente c'è il concetto che il nuovo (o ciò che si spaccia per tale), magari non sarà sempre buono, ma è inarrestabile . Ciò che ha sapore di vecchio, potrà al massimo fare da freno, ma è destinato a perdere .

Anonimo ha detto...

Forse con la parziale eccezione della Germania. Non so adesso, ma, negli anni '70 succedeva un fenomeno curioso. Mentre nel resto del mondo pure l'estrema destra dice: "Siamo noi i veri progressisti", in Germania persino i maoisti e gli anarchici dicevano : "Siamo noi i veri conservatori" .

Anonimo ha detto...

Il problema è che Kamala, la finta afroamcana, ha snobbato gli inviti dell'associazione Columbus, alle domande sui cattolici e come avrebbero votato, ha sempre risposto It'not in our rally, cioè non sono nella nostra agenda, in piccioli, il popolo quando vede che un pacco di 12 uova costa 7.50$ quando ne costava la metà e anche il trash food tipo hot dog costa 8$ cioè piu del doppio e il Fentanyl fa piu morti che in tutte le guerre sostenute dagli USA in ogni dove, qualche.domanda se.la.pone, poi si può dire tutto e di piu su the Donald, ma lui parla in concreto, certo non con termini forbiti, ma arriva al punto, per noi europoidi cambia poco, almeno finisse la guerra che abbiamo in casa e gia sarebbe oro colato.

Anonimo ha detto...

L’ultimo colpo di Biden.
Konrad Lorenz, il padre dell’etologia, insegnava che la colomba è più feroce del lupo. I due predatori, infatti, lottano finché uno non si arrende mostrando la gola all’avversario che non gli infierisce mai il colpo di grazia, ma due dolci colombelle, se rinchiuse in una gabbia, combattono finché una di loro non soccombe.
Chi è più feroce, dunque BIDE’n o l’aggressivo Trump?
Lo vedremo, intanto il mite vecchietto ha contribuito alla morte di più di centomila giovani e valorosi ucraini e ad un numero imprecisato, ma certamente elevatissimo, di altri coraggiosi e forti giovani russi... questo per non parlare di palestinesi e libanesi.
L’ultimo, magistrale colpo del mannaro coniglio americano, in questo film horror che stiamo vivendo, è stato quello di autorizzare Zelensky, un comico ancor più tragico del nostro Grillo, ad usare i missili americani a lungo raggio, con l’ovvia conseguenza di avvicinarci alla terza guerra mondiale; ma cosa importa a Biden di qualche milione di morti?... in fondo siamo otto miliardi... l’importante è lasciare la patata bollente al suo avversario che si troverà a gestire una situazione ancora più grave di quella già terribile che stava ereditando.
Gongolano intanto i generali ed i fabbricanti d’armi, pregustando l’immane eccidio.
Viva, dunque, i democraticissimi e che si lotti per imporre il modello delle nostre democrazie occidentali, fatto di ipocrisia, dollari, carri armati e parità tra i tre sessi con una spiccata preferenza per due di essi!

Anonimo ha detto...

Questa guerra è stata programmata al tavolino dall' occidente, leggi Usa / Nato, hanno visto che all'entrata di Putin nel parlamento russo ci sono state delle importanti innovazioni la più importante la battaglia contro la corruzione ormai dilagante sia nel settore pubblico che privato (come del resto c'è in ogni nazione purtroppo) È stata una scelta coraggiosa e non private di pericoli a quel punto l' industria e ogni tipo di attività ha iniziato a crescere e con essa anche il benessere dell popolazione. Questo è stato un problema pericoloso per il corrotto occidente, si doveva fare qualcosa per impedire alla Russia di diventare una potenza economica. Intanto disattendendo gli accordi presi hanno circondato quasi tutti i confini con basi nato accorpando le nazioni confinanti, poi dovevano provocare Putin in modo da scatenare un conflitto pensando che sarebbe stato facile avere la meglio. Rovesciato il governo Ucraino hanno messo un fantoccio che ha cominciato a massacrare gli abitanti del Dombas. E da lì scatenare la reazione che effettivamente c'è stata dopo 14 anni di pacata diplomazia. Ma hanno fatto i conti senza l' oste il popolo russo non si è mai arreso e mai lo farà. Hanno sacrificato miglia di migliaia di vite per arrivare alla soglia di una guerra mondiale. Che a parere mio personale è già in corso dal 2018 è una guerra subdola perché nascosta e la popolazione non se ne rende conto il covid è stato ed è ancora una parte di questa guerra.

Anonimo ha detto...

Vero, ma il lupo mannaro ha interessi familiari stra miliardari in UA, il figlio gestisce tot imprese di ogni tipo, tutte tese a fare soldi, attenzione all'altro lupo mannaro inglese, pericolosissimo, la GB è da ormai 2 secoli che vuole entrare in Crimea, e tenterà in tutti i modi di procrastinare la guerra, dei morti frega niente a lorsignori, importante è fare soldi e esportare o vendere armi e depredare, ed in questo la perfida Albione non ha rivali.

SULL'ORLO DEL BARATRO ha detto...

Davide Lovat
Il Cremlino ha pubblicato poco fa la mappa degli obiettivi che colpirà con i missili Oreshnik con cariche PER ORA convenzionali (NON NUCLEARI), se la Russia verrà attaccata con missili a medio raggio (da 500 a 5.500 km) per i quali è necessaria la tecnologia NATO.
La folle idiozia di chi supporta i globalisti nella loro guerra contro la Russia, usando l'Ucraina, sta esponendo anche il nostro Paese a morte e distruzione senza che questo abbia alcun senso, alcun vantaggio, alcuna ragione.
Aviano e Ghedi, per quanto riguarda i territori della fu Repubblica Veneta, ancora vittima della politica degli italiani come per le Guerre Mondiali; per ora Vicenza, che è la più grande base logistica americana d'Europa, verrebbe risparmiata.
MA LA VOGLIAMO FAR FINITA?

Anonimo ha detto...

Ho visto la cartina dei bersagli designati.
In Italia non c'è solo il Veneto. Sono indicate altre tre basi: in Toscana, in Campania, in Sicilia.

Leggo che le basi NATO più importanti da nord a sud sono:
Solbiate Olona (in provincia di Varese) e Ghedi (Brescia) in Lombardia, Vicenza e Motta di Livenza (Treviso) in Veneto, Aviano (in provincia di Pordenone) in Friuli Venezia Giulia, Poggio Renatico, nel Ferrarese, in Emilia Romagna, La Spezia in Liguria, quella nella tenuta di Tombolo (Pisa) in Toscana (anche se si tratta di una base italiana dove operano anche militari statunitensi), Cecchignola (Roma) e Gaeta (Latina) nel Lazio, Mondragone (Caserta) e Napoli in Campania, Taranto in Puglia e Trapani Birigi e Sigonella, nel territorio del Comune di Lentini (Siracusa), in Sicilia.

Anonimo ha detto...

A Sigonella si trova il comando di monitoraggio in tempo reale delle truppe a terra e da qui partono i droni di sorveglianza che oggi monitorano i confini ucraini. A Napoli ha sede uno dei due centri di comando della Nato (mentre l’altro è nei Paesi Bassi) e anche la base dei sommergibili statunitensi nel mediterraneo, così come il comando delle forze aeree e dei marines statunitensi. Infine, ad Aviano e Ghedi si trovano alcune bombe atomiche B61-3, B61-4 e B61-7. La base di Aviano è usata dall’aeronautica statunitense, mentre quella di Ghedi dall’Italia. Le atomiche sono statunitensi, ma in caso di guerra possono essere lanciate anche da aerei italiani.

Anonimo ha detto...

"..la fu repubblica veneta ancora vittima della politica degli italiani, come per le guerre mondiali.."

Chi scrive si sente forse veneto ma non italiano, atteggiamento tipico dei c.d. "venetisti" di oggi, nazionalisti appunto veneti, che vorrebbero separarsi dall'Italia, poveracci. Egregio signore, ma non ha pudore lei a scrivere certe cose?
Il Veneto sarebbe stato "vittima degli italiani"? Quale Veneto? La conosce lei la storia della un tempo gloriosa Repubblica di Venezia? Dopo una decadenza spaventosa (sopravviveva con il carnevale, le bische, la prostituzione di lusso, non aveva più esercito né marina) cadde ingloriosamente di fronte a Napoleone, che la passò agli austriaci, che volevano sottometterla da quasi tre secoli e non c'erano mai riusciti, gli Asburgo. L'onore veneto fu riscattato dalla grande rivolta patriottica del 1848 ma l'ex repubblica restava nient'altro che una provincia austriaca, sottosviluppata e tartassata come si deve. Inoltre sui confini orientali gli austriaci promuovevano l'avanzata degli slavi a danno dei veneti ossia degli italiani e favorivano l'espandersi del pangermanesimo nella valle dell'Adige.
L'unione con un 'Italia unita era l'unica possibilità di rinascita. E così fu.
Circa i problemi posti dalla guerra in Ucraina: sembra che la portata effettiva dei missili "a lunga gittata" regalati agli ucraini (in piccole quantità) sia di circa 300 km. Un errore, certamente. La lunga gittata appare comunque piuttosto corta. L ' Italia mantiene la sua politica, quella di fornire agli ucraini armi solo difensive. Però abbiamo basi nato che eventualmente verrebbero colpite da una rappresaglia russa.
Trump ha detto che vuole far finire questa sciagurata guerra, il tentativo di Biden di forzare la situazione non è corretto. Ma anche Putin non dovrebbe star calmo? O vuole anche lui forzare la situazione prima dell'insediamento di Trump? Il fatto è che Trump cercherebbe di salvaguardare l'indipendenza dell'Ucraina, sia pure mutila della Crimea e altro e neutrale. E uno Stato ucraino indipendente, anche se mutilo di territori strategici e neutrale, ai russi forse non piace.
Miles

Anonimo ha detto...

DEM
I Dem (Democratici e Progressisti) si dividono in due sottospecie: Dem yankee (the originals) e Dem del mondo occidentale.
I Dem yankee, figli di Berkeley e del '68, sono profondamente liberalcapitalisti, guidati da élites guerrafondaie (il Vietnam lo "fecero" loro, mica i Repubblicani) e spregiudicate, e la loro linea politica ha lo scopo primario di dare una veste etica al fatto che top e middle class americane vivano molto al di sopra delle proprie possibilità sfruttando il resto del mondo.
Per fare ciò utilizzano la propaganda hollywoodiana e creano fintorivoluzionari guitti idoli giofanili (cantanti, attori, etc.), ma in contemporanea esercito, bombe a grappolo, mine antiuomo, basi militari etc.
Sia élites che base dem yankee traggono giovamento, seppur differenziato, da tale linea politica.
I Dem occidentali, cioè delle colonie, sono guidati da élites liberalcapitaliste il cui scopo è ingraziarsi i padroni americani, traendone benefici personali e di classe.
Costoro inducono le proprie masse dem coloniali, borghesucce e semicolte, a scimmiottare gli stilemi dei dem yankee, cioè progressismo, wokismo, giardinaggio ("l'ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio" C.Mendes), etc, senza però capire quale sia lo scopo primario dei loro idoli yankee, cioè fottersi il resto del mondo.
Loro inclusi.
Mentre le élites dem delle colonie traggono da ciò evidenti benefici dal loro agire, le relative masse di base dem piccoloborghese invece ne hanno un evidente detrimento pratico, politico ed economico, compensato (ahinoi) da una mera, autoassegnata (quanto autoconvinta) certezza di superiorità morale e intellettuale sugli altri.
Si può qui di affermare che, per la gran parte degli occidentali delle colonie, Dem sia l'abbreviazione di Dementi.
Per dire, ieri uno di questi poveri dementi era tutto felice perché per lui, il fatto che i russi abbiano usato un ipersonico intercontinentale multitestata per colpire l'Ucraina, non era un avvertimento alla Nato, ma il segno che avevano finito i missili a corto raggio.

di Flavio Pandolfo

Anonimo ha detto...

A chi ancora non ha capito.
La Russia ESIGE che l'Ucraina sia uno stato NEUTRALE, a prescindere da quella parte di territorio che viene, in quanto storicamente di sua appartenenza, riacquisita dalla Russia (ad es. la Crimea).
Quindi l'Ucraina non può entrare nella Nato.
Solo dei dementi, per stare al commento di Flavio Pandolfo, possono pensare a qualcosa di diverso.

Anonimo ha detto...

"Stando al commento di Flavio Pandolfo..." : un commento che semplifica alquanto, con qualche tratto da analisi vetero-marxista...

Anonimo ha detto...

Ho scoperto da poco su youtube una canzone del Ventennio.
Titolo: 'Adesso viene il bello'
Buon ascolto.
m.a.