Nella nostra traduzione da Lifesitenews una forte presa di posizione sulle iniziative da intraprendere per porre fine all'azione distruttiva di Bergoglio. È l'ennesimo tentativo di risolvere l'anomala e inedita situazione. Ancora ipotesi di scuola, non nuove, e possibili applicazioni [Qui potete trovare un indice con diversi articoli sull'argomento]. Quel che sembra mancare è la coesione sotto l'aspetto sia pratico che teorico dei soggetti che dovrebbero intervenire.
Alcuni vescovi e cardinali potrebbero indire un concilio per rimuovere Francesco dal ruolo di papa?
Secoli fa, il cardinale Tommaso Gaetano osservò che può essere indetto un concilio imperfetto "quando si dà il caso di un singolo papa eretico da deporre e quando ci sono diversi sommi pontefici dubbi". Che sia questa la soluzione per i nostri tempi?
LifeSite ha recentemente pubblicato l'analisi del dott. Edmund Mazza sul perché le dimissioni dal papato, presumibilmente invalide, di Benedetto XVI avrebbero reso invalido anche il conclave che apparentemente ha eletto il vescovo Jorge Bergoglio. Oltre all'argomentazione del dott. Mazza, che ha convinto molti cattolici, ci sono almeno altri due argomenti seri per cui Francesco non è papa:
- Francesco ha perso l’ufficio papale perché ha “pubblicamente e ostinatamente contraddetto una serie di insegnamenti centrali della fede cattolica”, come suggerito in un “Appello alle dimissioni di Papa Francesco” del 2 maggio 2024 [Molti di noi non lo sottoscrissero per le argomentazioni insufficienti e lo stile incongruo. Ricordo peraltro l'accusa di eresia in una lettera aperta qui -ndT]
- Francesco è il capo della Chiesa sinodale anticattolica [qui], e quindi un apostata che non può essere contemporaneamente capo della Chiesa cattolica
Ognuna di queste tre ragioni presa a sé potrebbe, se vera, essere sufficiente a dimostrare che Jorge Bergoglio non è il papa. Quindi, se l'argomentazione del dott. Mazza è vera, allora Francesco non sarebbe papa anche se fosse perfettamente ortodosso e non esistesse qualcosa come la Chiesa sinodale. Oppure, se Francesco fosse stato eletto validamente, non sarebbe comunque papa se uno degli altri due argomenti fosse vero.
La logica per valutare se Francesco sia papa sarebbe solida anche se le sue parole e azioni fossero relativamente benigne e ci aspettassimo che il prossimo conclave potesse eleggere un papa veramente cattolico. Tuttavia, è chiaro che non è così: Francesco sta attivamente cercando di distruggere la Chiesa cattolica e, per perpetuare questo obiettivo anche dopo la sua morte, ha riempito il Collegio dei cardinali di oppositori del vero cattolicesimo che la pensano allo stesso modo. Pertanto, è difficile immaginare una situazione in cui sarebbe più ovvio che i cattolici seri debbano considerare quali misure possano essere adottate per rimuovere Francesco dal papato (o dichiarare che non lo ha mai legittimamente occupato) ed eleggere un papa veramente cattolico.
Alcuni cattolici seri riconoscono la situazione terribile del papato, ma sostengono che non ci sono precedenti affidabili per la rimozione di un papa eretico. A qualsiasi argomento del genere, possiamo rispondere equamente che non ci sono precedenti nemmeno per quanto segue:
- Un papa che attacca apertamente i fondamenti della fede cattolica mentre allo stesso tempo abbraccia sostanzialmente ogni religione non cattolica [qui - qui]
- Un papa che sostiene l'agenda LGTBQ, promuovendo chierici apertamente omosessuali alle posizioni più alte [qui] e autorizzando la benedizione delle unioni omosessuali [qui]
- Un papa che crea una nuova chiesa (come la Chiesa sinodale) in opposizione alla Chiesa cattolica [qui]
- Pastori che stanno umilmente a guardare, lasciando che questi mali inimmaginabili si verifichino senza fare tutto ciò che è in loro potere per fermarli
Quindi, sì, il percorso per rimuovere Francesco non è affatto così liscio e ben tracciato come vorremmo. Ma il nostro percorso attuale che consente a Francesco di convincere il mondo che la Chiesa cattolica è guidata dai servi di Satana è così miserabile che ora dobbiamo prendere in considerazione un'alternativa praticabile, non importa quanto senza precedenti possa essere.
È ormai ovvio che la Chiesa alla fine considererà Francesco un antipapa
Nella sua biografia dell'arcivescovo Marcel Lefebvre, il vescovo Bernard Tissier de Mallerais ha raccontato i pensieri dell'arcivescovo sulla questione se Paolo VI fosse o meno il papa:
Forse un giorno, tra trenta o quarant'anni, un'assemblea di cardinali riuniti da un futuro Papa studierà e giudicherà il regno di Paolo VI, forse dirà che c'erano cose che avrebbero dovuto essere chiaramente ovvie per la gente di allora, affermazioni del Papa che erano totalmente contrarie alla Tradizione. Al momento, preferisco considerare l'uomo sulla cattedra di Pietro come il Papa; e se un giorno scopriremo con certezza che il Papa non era il Papa, almeno avrò fatto il mio dovere. (p. 506)
L'arcivescovo Lefebvre e la sua Fraternità San Pio X (FSSPX) hanno respinto la posizione sedevacantista nei confronti di Paolo VI (e attualmente la FSSPX accetta Francesco come papa), ma due frasi della dichiarazione dell'arcivescovo Lefebvre di cui sopra indicano che, in teoria, la situazione avrebbe potuto deteriorarsi a tal punto da fargli considerare Paolo VI non un vero papa:
- “… forse diranno che c’erano cose che avrebbero dovuto essere chiaramente ovvie per le persone in quel momento.”
- “Al momento, preferisco considerare l’uomo sulla cattedra di Pietro come il Papa…”
Se, ad esempio, Paolo VI avesse dichiarato pubblicamente e ostinatamente che Dio vuole positivamente tutte le religioni, allora forse l'arcivescovo Lefebvre avrebbe stabilito che la situazione era diventata così chiaramente ovvia che non poteva più considerare Paolo VI papa.
Anche se l'arcivescovo Lefebvre fosse giunto a quella conclusione, tuttavia, presumibilmente avrebbe riconosciuto la necessità che la Chiesa prendesse provvedimenti per dichiarare ufficialmente Paolo VI antipapa e sostituirlo con un vero papa.
Dio ha permesso che diventasse abbastanza ovvio che Francesco è un eretico anticattolico. Se in futuro avessimo un altro papa veramente cattolico, sembra relativamente certo che dichiarerebbe che Francesco era un antipapa. Questo non risolve la questione di cosa possiamo fare riguardo alla situazione odierna, ma ci spinge almeno a considerare se è volontà di Dio che i nostri pastori rimasti fedeli prendano provvedimenti per difendere la Chiesa da Francesco.
Cosa si può fare concretamente?
Come molti altri, San Francesco di Sales scrisse che la Chiesa deve prendere provvedimenti anche se un papa perde automaticamente il suo ufficio a causa dell'eresia:
Ora, quando [il Papa] è esplicitamente un eretico, decade ipso facto dalla sua dignità e dalla Chiesa, e la Chiesa deve privarlo, o, come alcuni dicono, dichiararlo privato, della sua Sede Apostolica. (da Virgo Sacrata, con ampie citazioni sull'argomento)
Ciò solleva una domanda ovvia: come può la “Chiesa” intraprendere un’azione del genere quando normalmente dovrebbe essere il papa a guidare la Chiesa in tutte le questioni importanti?
Nel suo articolo del 2018 — La Chiesa può difendersi da Bergoglio? — Christopher Ferrara ha discusso la possibilità di un “concilio imperfetto”:
Quindi cosa si può fare per difendere la Chiesa da Bergoglio? Il fatto che il metodo di elezione papale da parte dei cardinali sia durato per quasi mille anni ha portato all'impressione generale che esso appartenga alla costituzione divina irreformabile della Chiesa, ma certamente non è così. Per quanto riguarda questioni di diritto puramente ecclesiastico come questa, la Chiesa ha sempre consentito deviazioni dalla pratica tradizionale in casi di emergenza o grave necessità. E proprio come, nel 1046, fu indetto un sinodo per affrontare tre rivali pretendenti al trono papale, dichiarandone almeno due deposti, così oggi potrebbe essere possibile per cardinali e vescovi riformisti, componenti un concilio imperfetto, annullare l'incalcolabile danno causato dalla mafia [qui - qui] che fece pressioni per l'elezione di Bergoglio prima dell'ultimo conclave, una cabala che includeva nientemeno che McCarrick, che Bergoglio ricompensò riabilitando quel mostro nonostante le massicce prove dei suoi crimini indicibili.
Pertanto, cardinali e vescovi riformisti (di cui si parlerà più avanti) dovrebbero riunirsi per (a) determinare se Francesco abbia perso il papato o non lo abbia mai posseduto e (b) in tal caso, rimuovere Francesco ed eleggere un vero papa.
Sebbene ci siano pochi precedenti affidabili per questo (a parte l'esempio citato dal Sig. Ferrara), e ad alcuni potrebbe apparire una risposta avventata alla crisi, la realtà è che convocare un concilio imperfetto era già un approccio ragionevole quando il Sig. Ferrara scrisse il suo articolo nel 2018. Da allora, abbiamo visto Francesco commettere così tanti crimini contro Dio e la Sua Chiesa che ora potrebbe essere il caso che lo scandalo Pachamama [qui] non sia più nella lista dei primi cinque reati. Anche se non avessimo mai sentito parlare della possibilità di un concilio imperfetto, la situazione si è deteriorata a tal punto che è del tutto ragionevole e naturale per i vescovi fedeli rimasti decidere di doversi riunire per discernere in preghiera la volontà di Dio riguardo al papato.
Chi parteciperebbe a un concilio imperfetto
Nel suo articolo del 2014 — Può la Chiesa deporre un papa eretico? — Robert Siscoe ha discusso la differenza tra un concilio perfetto e un concilio imperfetto, citando il cardinale Gajetano (1469-1534) su chi avrebbe partecipato a un concilio imperfetto:
Un concilio perfetto è quello in cui il corpo è unito al suo capo, e quindi è composto dai vescovi e dal papa. Questo è talvolta definito un concilio assolutamente perfetto. Un tale concilio ha l'autorità di definire dottrine ed emettere decreti che regolano la Chiesa universale. Un concilio imperfetto è quello che viene convocato "con quei membri che possono essere trovati quando la Chiesa è in una data condizione". Il cardinale Gaetano si riferisce a un concilio imperfetto come "un concilio perfetto secondo lo stato attuale della Chiesa" e ha spiegato che un tale concilio "può coinvolgersi con la Chiesa universale solo fino a un certo punto". A differenza di un concilio perfetto, non può definire dottrine o emettere decreti che regolano la Chiesa universale, ma possiede solo l'autorità di decidere la questione che ha reso necessaria la sua convocazione. Gaetano nota che ci sono solo due casi che giustificano la convocazione di un concilio imperfetto. Sono: "quando c'è un singolo papa eretico da deporre e quando ci sono diversi sommi pontefici dubbi". In casi eccezionali come questo, il concilio generale può essere convocato senza la volontà del Papa o addirittura contro di essa.
Sebbene l'ideale sarebbe che tutti i vescovi partecipassero a un concilio imperfetto, Gaetano sembra lasciare aperta la possibilità che non tutti i vescovi siano coinvolti, a seconda delle circostanze: un concilio imperfetto è quello che viene convocato “con quei membri che possono essere trovati quando la Chiesa è in una data condizione”. La “data condizione” della Chiesa oggi è che molti cardinali e vescovi sembrano aver perso la fede cattolica.
Tuttavia, per portare buoni frutti, i partecipanti a un tale concilio imperfetto dovrebbero essere cardinali e vescovi cattolici fedeli che cercano sinceramente di fare la volontà di Dio. Sarebbe controproducente chiedere a cardinali e vescovi eretici di rimuovere Francesco ed eleggere un altro papa: si rifiuterebbero quasi sicuramente di rimuovere Francesco e, se lo facessero, probabilmente lo sostituirebbero con qualcuno ancora peggiore. Quindi, poiché non ci si può aspettare che quei cardinali e vescovi che non sono cattolici (in virtù della loro eterodossia) partecipino a un concilio imperfetto, la questione diventa come identificare i cardinali e i vescovi che hanno ancora la fede.
Nel bene o nel male, l'occupazione ostile del papato da parte di Francesco è riuscita a causare una significativa separazione tra coloro che hanno la fede e coloro che seguono la rivoluzione anticattolica guidata da Roma. Se vogliamo una semplice cartina di tornasole, qualsiasi vescovo che non denunci il Sinodo sulla sinodalità, la Fiducia Supplicans o la visione eretica secondo cui Dio vuole positivamente le religioni non cattoliche, non ha più la vera fede cattolica e dovrebbe essere escluso dalla partecipazione a un concilio imperfetto. Per buona misura, coloro che convocano il concilio imperfetto potrebbero inoltre stabilire che la partecipazione sia limitata a quei cardinali e vescovi che presteranno il giuramento di San Pio X contro il modernismo [qui], che include un passaggio che denuncia efficacemente quasi ogni significativa espressione che sentiamo da Roma oggi:
Accolgo sinceramente la dottrina della Fede trasmessa fino a noi dagli Apostoli per mezzo dei Padri ortodossi, sempre nello stesso senso e nella stessa sentenza, e rigetto assolutamente la supposizione eretica dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, differente da quello che la Chiesa ha tenuto dall’inizio; e similmente condanno ogni errore che pretende di sostituire al deposito divino, affidato da Cristo alla Sposa perché fedelmente lo custodisse, un ritrovato filosofico o una creazione della coscienza umana, formatasi lentamente con sforzo umano e perfezionantesi nell’avvenire con progresso indefinito.
Coloro che possono sinceramente prestare il Giuramento contro il modernismo potrebbero ancora essere in disaccordo su punti chiave, ma il loro compito durante un concilio imperfetto sarebbe quello di chiedere a Dio di guidarli nell'elezione di un papa che possa risolvere i vari punti su cui oggi i fedeli cattolici sono in disaccordo.
Cosa succederebbe se i vescovi e i cardinali non riuscissero a trovare un accordo per rimuovere e sostituire Francesco?
La “Richiesta di dimissioni di Papa Francesco” del 2 maggio 2024 (menzionata sopra) ha riconosciuto la possibilità che i cardinali e i vescovi potrebbero potenzialmente non riuscire a rimuovere e sostituire Francesco:
Se Papa Francesco rifiutasse di dimettersi, il dovere dei vescovi e dei cardinali sarebbe procedere a dichiarare che ha perso l'ufficio papale per eresia. Se tale dichiarazione non potesse avvenire perché i vescovi e cardinali disposti a parlare dell'eresia di Francesco sono troppo pochi, i vescovi e cardinali fedeli dovrebbero formare un gruppo unito per avvertire pubblicamente i fedeli dei suoi crimini [più che crimini direi errori -ndT] ed eresie, dichiarare che il suo mandato dell'ufficio papale è dubbio a causa della sua eresia e ammonire i fedeli a non credere alle sue dichiarazioni o obbedire ai suoi ordini a meno che non sia chiaro per motivi indipendenti che queste dichiarazioni e ordini debbano essere rispettati.
Se, attraverso il processo di preghiera e di tentativo di discernimento della volontà di Dio, i cardinali e i vescovi concludessero di non poter tenere un concilio imperfetto senza frammentare gravemente i fedeli cattolici o altrimenti causare ulteriori danni, allora potrebbero almeno adottare misure per formare un gruppo unito contro gli errori provenienti da Roma sotto Francesco.
Questa determinazione a fare del loro meglio per cooperare con la grazia di Dio, anche nell'impossibilità di rimuovere un papa che cerca di distruggere la Chiesa, è coerente con la risposta di San Roberto Bellarmino ai protestanti che sostenevano che la Chiesa cattolica non avrebbe avuto rimedio se un papa avesse cercato di distruggerla:
Ma [i protestanti] diranno... la Chiesa è senza rimedio se ha un cattivo Papa, e il Papa può turbare ogni cosa impunemente, e distruggere e nessuno sarà in grado di resistere... Rispondo: Non c'è da stupirsi, se la Chiesa rimane senza un efficace rimedio umano, visto che la sua sicurezza non riposa principalmente sull'iniziativa umana, ma sulla protezione divina, poiché Dio è il suo re. Pertanto, anche se la Chiesa non potesse deporre un Papa, tuttavia, può e deve pregare il Signore che applichi il rimedio, ed è certo che Dio ha cura della sua sicurezza, che convertirebbe il Papa o lo toglierebbe di mezzo prima che distrugga la Chiesa. Tuttavia, da questo non consegue che non sia lecito resistere a un Papa che distrugge la Chiesa; perché è lecito ammonirlo mentre conserva ogni riverenza, e correggerlo con garbo, persino opporsi a lui con la forza e le armi se intende distruggere la Chiesa. ( De Controversiis, Sulla Chiesa: Sui concili, Sulla Chiesa militante, Sui caratteri della Chiesa, p. 220)
Se, dopo aver tentato di discernere in preghiera la volontà di Dio, i cardinali e i vescovi determinino che non possono effettivamente rimuovere e sostituire Francesco, essi "possono e devono implorare il Signore che applichi il rimedio". Nel frattempo, dovrebbero resistere a Francesco e a tutti gli altri che cercano di distruggere la Chiesa.
Non sappiamo come Dio risolverà la passione in corso del Corpo Mistico di Cristo, ma possiamo confidare che Egli ricompenserà i nostri sforzi per cercare di difendere la Sua Chiesa e la Fede che ci ha dato. Se non è Sua volontà rimuovere e sostituire Francesco attraverso un concilio imperfetto, non accadrà, ma quei vescovi fedeli che cercassero sinceramente di fare la volontà di Dio nel considerare tale opzione, compiacerebbero comunque Dio e otterrebbero grazie per la Chiesa. Ma se è volontà di Dio che cardinali e vescovi rimuovano e sostituiscano Francesco attraverso un concilio imperfetto, allora sembra che sia giunto il giorno in cui i fedeli pastori rimasti si facciano strumenti della volontà di Dio, almeno intraprendendo i primi passi lungo quella strada.
Cuore Immacolato di Maria, prega per noi! Santa Caterina da Siena, prega per noi!
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]
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5 commenti:
Attenzione, attenzione !
Dal momento che Bergoglio potrebbe non essere mai stato Papa, rimuovendolo come Papa si farebbe un grosso favore a chi lui -come Papa- ha messo in condizione di essere prossimamente Papa.
Questa manovra di matrice "legittimista" non andrebbe a favore della vera Chiesa, ma di quella falsa che ha usato Bergoglio più di quanto Bergoglio abbia abusato della Chiesa!
La via maestra è una sola: quella di stabilire l'eventuale illegittimità di Bergoglio/Francesco essendo all'epoca Benedetto XVI vivente e non abdicatario.
Essendo morto il 31/12/2022 i cardinali che ne hanno diritto (solamente i pre 2013) devono annunciare la morte del Pontefice e indire un conclave che riguarderà solo gli aventi diritto tra i cardinali.
Bergoglio non va giudicato in quanto scismatico o eretico: non va proprio giudicato come Papa perché non è mai stato Papa.
Chi ha trescato fin dal 2005 è riuscito a impossessarsi del Sacro Soglio nel 2013, ma è stato impallinato dalla sapienza di Benedetto XVI, o meglio della Santa Chiesa, Corpo Mistico e Sposa di Cristo, con il suo diritto canonico.
Questi loschi figuri hanno moltiplicato la loro genia con le nomine cardinalizie post 2013. Non aspettiamoci migliorie se saranno costoro a scegliere come rimuovere il loro burattino, sapientemente pilotato dal 2005 a oggi. Talmente in loro potere da non poter celebrare la Santa Messa da un paio d'anni (più o meno in coincidenza con la dipartita del Card. Sodano, esperto di Sudamerica fin dagli anni sessanta e grosso problema politico di tutto il pontificato di Benedetto XVI e già prima con Giovanni Paolo II nella fase in cui era meno forte fisicamente). Il cardinal Lajolo, fidato vassallo di Sodano, contribuì a far rimuovere Mons. Viganò da Roma nel 2011.
Quindi occhio a chi e come rimuove chi.
Intelligenti pauca.
Pienamente concorde, che l'accidia abbia fine e venga posto fine a chi distrugge la Chiesa di Cristo. Dio lo vuole. Le anime ne hanno diritto. Un conclave in fondo è un concilio imperfetto, e quindi ci si convochi tra quei pochi Prelati fedeli, si preghi e si discerna, e si faccia, magari eleggendo un vero Papa, dopo aver dichiarato mai Papa l'attuale, o auto-deposto, per eresia pertinace pubblica, da tempo, almeno dalle pachamame ma anche ben da prima. O si dia fiato alle trombe contro gli errori pubblicamente ed universalmente , il che ritengo più difficile della prima via. Ma lo Spirito Santo non mancherà di dare il Suo consiglio.
il 20 novembre 1947 Pio XII promulgava l'enciclica "Mediator Dei" contro gli innovatori del movimento liturgico, precursori del "rito ordinario" della riforma liturgica modernista.
L'obbedienza nella Chiesa non è cieca o incondizionata, ma ha dei limiti.
Laddove c'è peccato, mortale o meno, non abbiamo semplicemente il diritto, ma il dovere di disobbedire. Ciò si applica anche alle circostanze in cui si è comandato di fare qualcosa di dannoso per l'integrità della fede cattolica o per la sacralità della liturgia. La storia ha dimostrato che un vescovo, una conferenza episcopale, un concilio o persino un papa hanno pronunciato errori nel loro magistero non infallibile. Cosa dovrebbero fare i fedeli in tali circostanze? Nelle sue varie opere, san Tommaso d'Aquino insegna che, laddove la fede è a rischio, è lecito, persino opportuno, resistere pubblicamente a una decisione papale, come fece san Paolo con san Pietro, il primo papa. Infatti, "san Paolo, che era soggetto a san Pietro, lo rimproverò pubblicamente a causa di un imminente rischio di scandalo in materia di fede. E sant'Agostino commentava: «Anche san Pietro diede l'esempio perché coloro che governavano, ma talvolta si allontanavano dalla retta via, non rifiutassero come impropria la correzione, anche se proveniente dai loro sudditi» (ad Galati 2, 14)» (Summa theologica, II-II, q. 33, a. 4, ad 2) .
La resistenza di san Paolo si manifestò come una correzione pubblica di san Pietro, il primo papa. San Tommaso dedica un'intera questione alla correzione fraterna nella Summa. La correzione fraterna può essere rivolta anche dai sudditi ai loro superiori, e dai laici contro i prelati. "Poiché però un atto virtuoso deve essere moderato dalle dovute circostanze, ne consegue che quando un suddito corregge il suo superiore, deve farlo in modo conveniente, non con impudenza e durezza, ma con dolcezza e rispetto" (Summa theologica, II-II, q. 33, a. 4, ad 3) . Se c'è un pericolo per la fede, i sudditi sono tenuti a rimproverare i loro prelati, compreso il papa, anche pubblicamente: "Perciò, a causa del rischio di scandalo nella fede, Paolo, che era in realtà suddito di Pietro, lo rimproverò pubblicamente" (ibidem).
Vescovo Athanasius Schneider
Speriamo di no! Non è il caso di commettere imprudenze, si creerebbe un precedente! Fra qualche tempo ci penserà la biologia.
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