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giovedì 28 novembre 2024

Bergoglio dichiara il documento finale del Sinodo parte del Magistero e chiede "che venga accolto"

Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodlità.
Bergoglio dichiara il documento finale del Sinodo
parte del Magistero e chiede "che venga accolto"


Bergoglio ha diffuso una Nota” formale per accompagnare il suo “Documento finale della XVI Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi”, il documento finale del Sinodo sulla sinodalità, al quale - com'è noto, hanno partecipato anche molti non vescovi.  Nella Nota chiede che il contenuto del “Documento finale” sia accettato come parte del suo Magistero, cioè del suo insegnamento autorevole come Successore di Pietro, capo terreno della Chiesa cristiana, o, come si definisce di solito, “Vescovo di Roma”.

E dunque, esprimendo la consapevolezza che il documento avrebbe richiesto "diverse mediazioni", Bergoglio precisa che "le Chiese locali e le aggregazioni di Chiese sono ora chiamati ad attuare, nei loro diversi contesti, le indicazioni autorevoli contenute nel Documento". Pertanto egli richiede esplicitamente che il documento finale del Sinodo sia accettato come parte del Magistero della Chiesa.
Lo ha fatto elogiando gli anni di incontri che hanno avuto luogo prima del Sinodo per il fatto che hanno incluso "l'ascolto del Popolo di Dio e il discernimento dei Pastori" affermando che nel corso del processo la Chiesa è stata "illuminata dallo Spirito Santo" ed è per questo che esplicita:
"Riprendo qui con convinzione quanto ho indicato al termine dell’articolato cammino sinodale che ha portato alla promulgazione di Amoris laetitia (19 marzo 2016): «non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero. Naturalmente, nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano. Questo succederà fino a quando lo Spirito ci farà giungere alla verità completa (cfr. Gv 16,13), cioè quando ci introdurrà perfettamente nel mistero di Cristo e potremo vedere tutto con il suo sguardo. Inoltre, in ogni paese o regione si possono cercare soluzioni più inculturate, attente alle tradizioni e alle sfide locali» (AL 3). [vedi qui precedenti su Amoris laetitia]
Non credo ci sia bisogno di commenti; la conclusione è ovvia: dov'è più l'unità e l'universalità de La Catholica?

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