Bergoglio elogia gli studiosi di latino...
Lo scorso 23 ottobre, apprendiamo da Vatican News qui (qui il testo integrale), Papa Francesco elogia gli studiosi di latino per aver protetto un grande patrimonio in un messaggio inviato per celebrare il conferimento del "Pontificial Academies Award 2023".
Nella lettera indirizzata al cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l'educazione, il Papa ha ricordato che la Pontificia Accademia di latino conferisce due riconoscimenti: De rerum natura, sul latino e le scienze, e De re publica, sul latino e la politica. Il Papa si è congratulato con i premiati per il loro impegno nei confronti della lingua latina e "per la sua rilevanza nel mondo contemporaneo".
Parla di "un patrimonio linguistico e culturale di inestimabile valore: il latino ... un tesoro di conoscenza e pensiero, una chiave per accedere ai testi classici che hanno plasmato il nostro mondo". Rappresenta "le radici della civiltà occidentale e, per molti versi, la nostra stessa identità". Il latino fornisce "terreno fertile" per l'esplorazione e la sintesi tra scienza, cultura e politica. Quindi ha continuato a meravigliarsi che il latino, insieme al patrimonio intellettuale dell'umanità, "possa diventare uno strumento di armonia tra i popoli, promuovendo il rispetto reciproco e la dignità umana".
Bene! Allora perché non usiamo il latino ogni giorno per la liturgia, l'istruzione e la comunicazione, come ha solennemente ordinato Giovanni XXIII in Veterum Sapientia e come ha ribadito il Vaticano II in Sacrosanctum Concilium (a parte i "ma anche" (1) ? Perché i sacerdoti non vengono formati in modo approfondito in latino, come stabilisce il diritto canonico? Avere una lingua comune e tradizionale è in realtà estremamente pratico, oltre a tutti gli altri benefici menzionati.
Comunque parla di scienza, cultura, politica ma non c'è traccia dell'universalità de La catholica, del culto, della Theosis, garantite dalla lingua sacra della Chiesa...
A quanto pare, non ci si deve aspettare né autocoscienza né coerenza in questo momento.
Quante contraddizioni! Ne riparleremo...
_______________________Nota di Chiesa e post-concilio
1. È vero che la Sacrosanctum Concilium afferma: L'uso della lingua latina, salvo diritti particolari, sia conservato nei riti latini (36, n.1).
Tuttavia, se effettivamente la stessa Costituzione non prevedeva l'abolizione del latino essa contiene – dopo questa affermazione di principio condivisibile (che peraltro introduce non meglio identificati diritti particolari) – i punti successivi che hanno consentito l'abbandono della lingua sacra per la Chiesa e vincolo di unità tra popoli e culture. Molte altre 'variazioni' le abbiamo individuate e documentate nel nostro indefesso lavoro di anni. Sono queste che permettono di parlare del famoso "contro-spirito del concilio", come lo chiamava mons. Gherardini; cioè dell'innovazione subdola e neppure codificata in senso solenne, ma attraverso la prassi... Ci sono diversi spunti qui.
Nessun commento:
Posta un commento