Mentre le statistiche vaticane documentano un ulteriore calo del numero di sacerdoti cattolici e seminaristi, molti responsabili della Chiesa sembrano decisi a fare qualsiasi cosa fuorché tornare alle pratiche tradizionali — nonostante gli istituti tradizionali continuino a registrare una crescita costante di vocazioni e partecipazione.
Le ultime statistiche ufficiali rilasciate dal Vaticano sulla Chiesa cattolica non sono affatto rassicuranti. È vero che il numero complessivo dei cattolici è aumentato, ma allo stesso tempo il numero di sacerdoti e seminaristi ha continuato a diminuire. In effetti, il calo del numero di seminaristi prosegue senza interruzione dal 2012.
Nel 2023 ci sono solo 106.495 seminaristi in tutto il mondo, in calo rispetto ai 108.481 del 2022. Il numero più alto degli ultimi anni si registrò nel 2011, con 120.616 uomini in formazione per il sacerdozio.
A partire dal 2021, ogni anno ha segnato un nuovo minimo storico nel numero di seminaristi rispetto all’Anno Giubilare del 2000.
Anche il numero di sacerdoti è in calo, sebbene non in modo così drammatico — ma è solo questione di tempo. Un gran numero di parrocchie — e molti cattolici sapranno pensare a esempi vicini — è servito da sacerdoti anziani, ormai sui settanta o ottant’anni.
Man mano che questi sacerdoti si ritirano o tornano alla casa del Padre, molte parrocchie restano senza parroco, e i dati mostrano che non esiste un ricambio generazionale nei seminari. La Germania — nazione le cui notizie cattoliche sono da anni dominate dal “Cammino Sinodale” altamente eterodosso — è un esempio lampante di questo declino. Statistiche clamorose mostrano che nel 2024 si è toccato un nuovo minimo storico di ordinazioni nelle 27 diocesi tedesche: solo 29 sacerdoti in totale.
Il trend decrescente della Germania è in atto dal 1962, anno in cui si registrarono 557 ordinazioni. Da allora, a parte pochi anni con lievi aumenti, quel numero ha continuato a diminuire fino al nuovo minimo di 29, con alcune diocesi che non hanno avuto neanche un’ordinazione.
Un aumento degno di nota nelle ordinazioni si è verificato in Germania verso la fine degli anni Ottanta, quando i giovani entrati in seminario dopo l’elezione di Papa Giovanni Paolo II arrivarono all’altare. Ma dal 1992, anche quei numeri hanno subito un declino costante.
Nel 2023, i vescovi cattolici irlandesi hanno dato inizio a un anno di preghiera per le vocazioni, poiché l’antico seminario nazionale di Maynooth ospitava solo 21 seminaristi, a fronte delle centinaia per cui era stato costruito. Delle 26 diocesi in Irlanda, 10 non avevano alcun seminarista in formazione, secondo un rapporto di settembre 2022 pubblicato all’epoca dall’Irish Catholic.
L’involuzione delle vocazioni in Irlanda è stata notata da tempo dagli osservatori più attenti. Dal 1993, ben otto seminari diocesani hanno chiuso i battenti sull’isola, a causa dell’erosione costante della fede cattolica e delle vocazioni.
Per quanto riguarda dati più specifici degli Stati Uniti, il quadro è altrettanto allarmante. Uno studio recente ha mostrato che solo 16 delle oltre 150 diocesi americane hanno ordinato un numero sufficiente di sacerdoti per mantenere il livello attuale del clero. Considerando che il numero complessivo dei sacerdoti è già in declino da anni, mantenere lo “status quo” non è affatto un grande risultato.
Per tutte le altre diocesi americane, nemmeno questa parità è stata raggiunta. La situazione peggiorerà presto, come rilevato dallo studio, secondo cui le diocesi intervistate “riportano che circa il 40% dei loro sacerdoti attivi ha più di 60 anni”. Questa media varia ampiamente, con una diocesi che ha dichiarato che circa il 70% dei suoi sacerdoti ha superato i 60 anni.
Di fronte a questa crisi evidente e innegabile, un cattolico di buon senso potrebbe aspettarsi che i responsabili della Chiesa cerchino soluzioni valide, consapevoli dell’urgenza di correggere ciò che ha causato un crollo così drammatico delle vocazioni sacerdotali.
Eppure, così non sembra essere.
Solo pochi giorni fa, l’arcidiocesi di Chicago si è vantata del modernismo liturgico promosso dall’attuale cardinale Blase Cupich, ricordando come una delle sue prime priorità nel 2014 fu quella di introdurre le ministranti nella cattedrale. L’arcidiocesi, che conta poco meno di 2 milioni di cattolici, ha visto un numero costantemente basso di ordinazioni rispetto alla sua dimensione: quattro sacerdoti ordinati nel 2024 e cinque nel 2023 — un dato che diversi commentatori hanno prontamente evidenziato.
Gli storici della Chiesa hanno ampiamente documentato il crollo delle vocazioni sacerdotali e della frequenza alla Messa negli anni successivi al Concilio Vaticano II.
Negli Stati Uniti, mentre nel 1965 c’erano 58.000 sacerdoti, nel 2002 erano solo 45.000, nonostante la crescita della popolazione. Le ordinazioni, che nel 1965 furono 1.575, nel 2002 erano scese a sole 450.
Nel 1955, il 75% dei cattolici americani partecipava alla Messa settimanalmente; questa percentuale era scesa al 50% a metà degli anni Novanta, e ulteriormente ridotta al 39% tra il 2014 e il 2017.
Studiosi di diversi Paesi hanno documentato con competenza questo crollo esplosivo della fede. Numericamente parlando, la Chiesa è in uno stato disastroso.
Uno dei pochissimi segni di speranza per la Chiesa negli ultimi anni — in termini di vitalità — è rappresentato dalla Messa tradizionale, comunemente nota come Messa in latino. Il pellegrinaggio annuale della Messa in latino a Chartres, in Francia, ne è forse la testimonianza più visibile degli ultimi tempi. Frequentato principalmente da giovani sotto i 20 anni, il pellegrinaggio di tre giorni durante la Pentecoste ha continuato a crescere, battendo record di partecipazione negli ultimi anni. L’edizione del 2024 ha visto la presenza di 18.000 persone.
I gruppi sacerdotali legati alla Messa in latino hanno anch’essi registrato anno dopo anno nuovi record di ingressi nei loro seminari, nonostante — e secondo alcuni anche grazie a — le restrizioni imposte dal Papa alla Messa tradizionale.
Giovani sacerdoti tradizionali hanno raccontato che, quando predicano la dottrina cattolica nella sua interezza, sono i liberali deviati a protestare — gli stessi che già, implicitamente, rifiutano gran parte dell’insegnamento cattolico. Eppure, le giovani famiglie desiderose di vivere veramente la loro fede non si lamentano quando il sacerdote proclama la verità dal pulpito.
I giovani attratti da queste comunità e società legate alla Messa in latino tendono a sfidare le norme culturali: sono desiderosi di abbracciare uno stile di vita disciplinato e una formazione rigorosa in ogni aspetto necessario alla vita sacerdotale. Ma, cosa ancor più importante, sono proprio questi sacerdoti ad attrarre attorno a sé un gran numero di famiglie numerose, mentre le abitudini liturgiche eterodosse e svuotate di molte parrocchie moderne continuano a far perdere fedeli — dimostrando visibilmente dove si trova il futuro pratico della Chiesa.
Nonostante ciò, come è ampiamente documentato, i vertici della Chiesa sembrano determinati a fare qualsiasi cosa fuorché promuovere la Messa tradizionale, e dunque ad aprire la strada a molte vocazioni e a giovani famiglie nella Chiesa.
Spiegando perché ha introdotto restrizioni così ampie alla Messa tradizionale, Papa Francesco ha affermato che “non è sano che la liturgia diventi ideologia”. In un’altra occasione ha definito la devozione alla Messa in latino una “malattia nostalgica”.
Eppure, numerosi studiosi, teologi, liturgisti e storici hanno evidenziato come i cambiamenti liturgici e pastorali successivi al Vaticano II abbiano portato a un crollo massiccio della fede cattolica. Papa Francesco, però, ha recentemente ribadito che la Chiesa deve proseguire su quella stessa linea. “Abbiamo ancora bisogno di attuare pienamente il Concilio Vaticano II”, ha scritto nelle sue memorie, Hope.
Il cardinale Gerhard Müller ha celebrato la Messa conclusiva del pellegrinaggio di Chartres 2024 e ha riferito che “un alto rappresentante del Dicastero per il Culto Divino” ha espresso disappunto nell’apprendere l’enorme numero di giovani presenti al pellegrinaggio tradizionale. Il cardinale ha raccontato che il funzionario “ha obiettato che ciò non era affatto motivo di gioia, poiché la Santa Messa era celebrata secondo l’antico rito latino straordinario”.
“La Chiesa è in crisi e le famiglie accorrono a questo pellegrinaggio”, ha osservato l’anno scorso Jean des Tauriers, presidente uscente del Pellegrinaggio di Chartres. “Si avvicinano al rito tradizionale proprio a causa della crisi nella Chiesa, e per trasmettere semplicemente la fede ai loro figli.”
Molti sacerdoti delle parrocchie legate alla Messa in latino lo hanno confermato negli anni successivi al COVID: le loro comunità sono raddoppiate o triplicate, man mano che i fedeli cercavano disperatamente un luogo dove poter ancora assistere alla Messa. Per alcuni, fu proprio il fatto che lì si celebrasse la Messa a colpirli; per altri, fu decisiva la possibilità di ricevere la Comunione in modo riverente, sulla lingua, mentre altrove questo gesto veniva vietato.
Le prove, in ogni epoca, dimostrano che le persone sono attratte dalla tradizione, dalla verità, dalla bellezza e dalla riverenza. E questo lo si sta vedendo ancora una volta, con il ritorno lento ma deciso della Messa tradizionale, a fronte del declino delle liturgie e delle parrocchie eterodosse e conformiste.
Michael Haynes - Fonte
Michael Haynes è un giornalista inglese con sede a Roma, membro della Sala Stampa della Santa Sede. Scrive principalmente per LifeSiteNews e PerMariam.
26 commenti:
Καλή Μέσοπέντηκόστη, buona Mezza Pentecoste, metà esatta del tempo pasquale, per ricordare sempre che Cristo è risorto e che la Pasqua è la festa più importante e fondamentale in assoluto e non è finita in un giorno o una settimana... Cristo è risorto, Χριστός Ανέστη!
https://www.maurizioblondet.it/e-leone-si-affretta-a-rabbonire-i-talmudici/
“È vero che il numero complessivo dei cattolici è aumentato…” Questo rappresenta soltanto il numero dei battezzati che sappiamo tutti non ha alcun valore. Qualche giorno fa è stato battezzato mio nipote, un anno e mezzo, e sarei curioso di osservare negli anni come interpreterà l’essere cattolico. Mia nipote ha 12 anni, battezzata e comunicata mai vista fare una preghiera o almeno accennare a qualcosa del suo essere cattolica e mai vista attraversare la porta di una chiesa: semplicemente non fa parte dei suoi orizzonti. Del resto quanti di quel “numero” si sentono anche saltuariamente davvero cattolici?
Cercare soluzioni valide, consapevoli dell’urgenza di correggere ciò che ha causato un crollo così drammatico non soltanto delle vocazioni sacerdotali credo, e spero di sbagliarmi, non porterà a nulla semplicemente perché ciò che ha auspicato il sacerdote, durante il battesimo di mio nipote, e cioè che è compito delle famiglie accompagnare il bambino nella conoscenza di chi è veramente Gesù Cristo e del Vangelo non accade più ormai da tempo.
Purtroppo sono accecati dall'unico fogna della neochiesa: il Concilio Vaticano II come primavera dello Spirito! E ciò a dispetto dell'evidente ed oggettivo sfacelo che esso ha prodotto e che da ciechi ostinati non vogliono ammettere!!!
Le nombre des vocations religieuses et sacerdotales constituant l'indice le plus sûr de la vitalité d'une communauté religieuse, comment se fait-il que le nombre de catholiques augmente (soi-disant) et que, en même temps, le nombre de religieux et de prêtres diminue ? Il y a là quelque chose qui cloche…
Grazie, ho appena letto l'articolo.
Trascrivo un brano:
“Il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni, ha ricevuto il messaggio personale da Papa Leone XIV, con cui è stato informato della sua elezione a nuovo Pontefice. Nel suo messaggio, Papa Leone XIV si impegna “a continuare e a rafforzare il dialogo e la cooperazione della Chiesa con il popolo ebraico nello spirito della dichiarazione Nostra Aetate del Concilio Vaticano secondo”. Il Rabbino Capo di Roma, che sarà presente alla celebrazione della inaugurazione del pontificato, ha accolto con soddisfazione e gratitudine le parole a lui dirette dal nuovo Papa“.
A buon intenditor, poche parole.
Mon cher ami, rien d'étrange. Le nombre de baptisés augmente, tout comme celui de ceux qui fréquentent le catéchisme à l'adolescence et font leur première communion. Tout cela est explicable. Les enfants sont baptisés parce qu'ils naissent dans une famille dite catholique et il est de coutume de baptiser ceux qui naissent spécialement pour porter chance. Mais est-ce que cela se produit en comprenant vraiment le sens du baptême ? Je ne pense vraiment pas. Et c'est ainsi que cela se passe pour ceux qui font leur première communion : c'est une fête, une simple fête, pour inviter toute la famille. Et que se passe-t-il après ? Les garçons disparaissent et ne remettent plus jamais les pieds dans l'église. C'est une autre histoire pour ceux qui abordent le catholicisme à l'âge adulte, convaincus de ce qu'il représente et l'adoptent, mais ils sont peu nombreux.
Désolé pour mon français....
Leone XIV davanti ai rappresentanti delle Chiese Orientali: "Siete preziosi! Custodiate tradizioni spirituali e sapienziali uniche. Le vostre liturgie, le vostre lingue antiche, i vostri gesti, continuano a parlare oggi con forza al cuore della Chiesa”
Fonte: https://www.infocatolica.com/?t=noticia&cod=52386&
Quanto è grande l’apporto che può darci oggi l’Oriente cristiano! Quanto bisogno abbiamo di recuperare il senso del mistero, così vivo nelle vostre liturgie, che coinvolgono la persona umana nella sua totalità, cantano la bellezza della salvezza e suscitano lo stupore per la grandezza divina che abbraccia la piccolezza umana! E quanto è importante riscoprire, anche nell’Occidente cristiano, il senso del primato di Dio, il valore della mistagogia, dell’intercessione incessante, della penitenza, del digiuno, del pianto per i peccati propri e dell’intera umanità – così tipici delle spiritualità orientali! Perciò è fondamentale custodire le vostre tradizioni senza annacquarle, magari per praticità e comodità, così che non vengano corrotte da uno spirito consumistico e utilitarista. Le vostre spiritualità, antiche e sempre nuove, sono medicinali: in esse il senso drammatico della miseria umana si fonde con lo stupore per la misericordia divina.
Papa Leone XIV
14 maggio 2025
Anónimo 12:49. Vous avez raison. En fait, ces "catholiques" en augmentation (paraît-il) sont ceux que Pie XI appelait justement les "catholiques de statistiques" . Il est inutile d'y chercher la moindre conviction profonde.
Par parenthèse, j'aimerais écrire l'italien aussi bien que vous écrivez le français. Très sincères félicitations, mais, pour ma part, je préfère ne pas m'y risquer.
Articolo a dir poco meraviglioso,ancora grazie a questo blog per essere un faro nella tempesta.Quanta verità,espressa con così limpida chiarezza!Le realtà dove la Messa di sempre viene celebrata prosperano perchè è lì che risiede la Verità,quella con la V maiuscola,quella della fede che salva.Lo so bene io,che ho 26 anni e sono circondato esclusivamente da persone religiosamente indifferenti e realtà parrocchiali postconciliari (frequentate naturalmente da quattro gatti,età media 80 anni),quanto sia difficile mantenere la fede e soprattutto nutrirla,data la penuria di strumenti per farlo,se non libri e internet.Quando posso,cioè raramente per motivi geografici,prendo un treno e vado alla Messa Tridentina.Lì c'è tutta un'altra musica,sacerdoti giovani,appassionati e appassionanti,un senso di sacro travolgente,banchi gremiti...l'ultima volta ho pianto per quasi tutta la durata della Liturgia,la mia gioia era incontenibile,non avrei voluto essere in nessun altro posto.E' quello l'unico possibile futuro del Cattolicesimo Romano,ne sono convinto,anche perchè le alternative avvizziscono a vista d'occhio e non fanno breccia nei cuori di nessuno.La Messa Tridentina non è "vecchia",è eterna.La liturgia Novus Ordo invece era vecchia già pochi mesi dopo la sua creazione.Fidatevi se ve lo dice un giovane come me.
Luigi.
Ho letto che il Papa parlava ai cristiani orientali.
“Che cosa può darmi la Chiesa?”
Molte delle anime moderne deluse si guardano attorno malinconicamente in cerca di un sollievo, di una religione che dia loro la vita emotiva senza l’impedimento della penitenza, di un culto che le elevi senza esigere troppo. Poiché hanno molte passioni da mortificare, molte cattive abitudini da correggere, molti egotismi a cui rinunciare, vorrebbero una croce comoda e piacevole. Cercano una religione che dia loro calore e splendore, non disagi o privazioni. Alcuni respingono ogni religione dicendo: “Che cosa può darmi la Chiesa?”. A chi ha tanto orgoglio la Chiesa non può dare nulla, ma può togliere qualche cosa: i peccati. Che è un dono abbastanza importante, tanto per cominciare!
(Fulton J. Sheen, da "La Pace dell'Anima" edizioni Fede e Cultura)
Mons. Domenico Celada scrisse una bellissima lettera aperta indirizzata
'Agli illustri assassini della nostra santa Liturgia'
pubblicata pure su codesto blog. Eccellente contenuto, eccellente stile: da leggere!
Articolo condivisibile. Però anche tra i tradizionalisti non va benissimo, per quanto riguarda le vocazioni sacerdotali. Sono in calo, anche tra i lefebvriani. Se la fraternità sacerdotale SPX godesse di ottima salute, il numero di circa 600 sacerdoti non rimarrebbe costante ma aumenterebbe in modo esponenziale. Per questo da tempo non forniscono più cifre ufficiali...
Ritengo che la crisi sia dovunque, più o meno visibile ma sempre crisi. Il motivo? A mio giudizio dei preti che fanno il possibile e l'impossibile per assomigliare ai laici. Dunque perché fare il prete se è uguale a noi?
Un'altra delle ragioni è la pervasività dei mezzi di comunicazione di massa. Smartphones, social, AI, sono droghe fatte per dare dipendenza e assorbire l'uomo. Chi è anziano e ha vissuto tutta la sua vita senza di essi li sa valutare per quello che sono. Ma un ragazzino li confonde con la Realtà. La Vocazione ha bisogno di silenzio per essere riconosciuta. Oggi questo silenzio non esiste più.
A proposito del numero dei cattolici. Guardando solamene al numero dei battezzati ci si inganna sullo stato di salute della nostra religione.
E sul diffondersi della liturgia del rito romano antico (ordo vetus) nemmeno bisogna farsi illusioni: resta sempre un fenomeno limitato ad una minoranza.
Poco tempo fa mi è capitato di parlare dei problemi della Chiesa con un addetto ai cleinti in in supermercato. Fra i trenta e i quarant'anni, mostrava un interesse per così dire di carattere generale. Quando gli ho accennato alla crisi liturgica, al fatto della Messa di rito antico, alla nuova Messa di Paolo VI etc., è caduto dalle nuvole. Non aveva mai sentito parlare di una Messa antica, ne ignorava l'esistenza, non riusciva a rendersi conto del significato della crisi liturgica in relazione appunto all'antico rito.
Questa è la situazione. Credo che la stragrande maggioranza dei cattolici sia indifferente al problema della crisi liturgica già per il semplice motivo che ne ignorano l'esistenza, non sapendo nemmeno che è esistita la Messa dell'Ordo Vetus.
C'è anche una questione di generazioni. Come ha detto Mic l'abisso tra la generazione di anziani legata all'antico rito e la nuova che ne ignora l'esistenza, sembra ormai incolmabile (con l'eccezione di quelle regioni ove la presenza tradizionalista si attua in prolifiche comunità familiari, capaci di educare i giovani ai valori di sempre).
Su Leone XIV è bene non illudersi : potrà forse essere come Benedetto XVI nei suoi momenti migliori. Ma l'impianto teologico-pastorale rimane quello del Vaticano II, con in testa l'ecumenismo. E non potrebbe essere diversamente.
Leone XIV è nordamericano perché nato negli Stati Uniti. Ma sua madre di cognome faceva Martinez, ho letto. A quanto è dato di vedere, non proviene dall'America anglosassone, sembra piuttosto un messicano. E difatti apparterrebbe all'etnia che gli americani chiamano "Hispanic" o "Latinos". Un loro rappresentanto è l'attuale Segretario di Stato USA, Marco Rubio. I Latinos erano tradizionalmente democratici, ma ora in parte notevole appoggiano Trump, vale a dire nella loro sostanziosa componente cattolica tradizionale, ove per "tradizionale" si deve realisticamente intendere la fedeltà alla Chiesa così com'è oggi, plasmata dal Vaticano II.
Nel 1984/85, mi trovavo al Distretto Militare di Padova per il servizio militare e andavo regolarmente a Venezia, per assistere alla S. Messa di sempre celebrata in S. Simon Piccolo (fino al 15 settembre 1985): nessun soldato della mia camerata sapeva dell'esistenza della S. Messa di sempre, mentre qualche sottufficiale e ufficiale di una certa età se ne ricordava. La gerarchia conciliare ha fatto di tutto - ma proprio di tutto - affinché il S. Sacrificio della Messa cadesse nell'oblio, perseguitando con livore sacerdoti e fedeli che volevano preservarla. Io ero assai giovane quando arrivò la riforma liturgia, ma ricordo benissimo il dolore e il disorientamento causato innanzitutto ai miei genitori e poi a tanti altri fedeli. Pertanto, al livore dei modernisti io ho sempre risposto adeguatamente, difendendo accanitamente il S. Sacrificio della Messa. E proseguo la battaglia anche a nome dei miei genitori, ormai defunti. Senza dare nessuna tregua ai modernisti. Per Gesù e per Maria.
Concordo anche riguardo alla sua ultima osservazione su che cosa si debba intendere per "tradizionale" riferito ai Latinos trumpiani (e non solo a loro, bensì a molti cattolici "tradizionali" statunitensi, non tutti beninteso): si deve intendere conservatori, ossia modernisti moderati conciliari. Non bisogna lasciarsi incantare da niente: né dalle mozzetta, né dai discorsi agli orientali, né da altre messinscene. Solo una conversione piena, sincera, inequivocabile dell'eletto e dei suoi accolti potrà essere convincente.
Post scriptum
Per ora le scarpe dell'eletto restano nere. Lo avevate notato?
Secondo me il motivo per il quale non si mette mano al Vaticano II deriva anche dalla paura. Paura della reazione dei fedeli oltre che di tanti preti. Chi avrebbe il coraggio di andar a dir loro che sono stati ingannati o comunque che tutto o quasi è da rifare? Che le aperture ecumeniche sono una bufala? Che la nuova liturgia non è buona?
La proposta più ragionevole è stata quella di mons. Schneider, che ha suggerito inutilmente al papa un nuovo Sillabo, dedicato al Concilio. Cioè, un testo ufficiale del papa che individui i punti del Concilio da sottoporre a revisione o li emendi direttamente. Quest'ultima ipotesi è meno realistica. In ogni caso, anche un semplice Sillabo come quello proposto da mons. Schneider creerebbe non pochi problemi tra il papa e i vescovi, il papa verrebbe accusato di volersi superimporre al Concilio Ecumenico, pur non dogmatico. La presente ambigua concezione della collegialità, introdotta proprio dal Concilio, verrebbe invocata contro il papa. ETC.
Non metteranno mano al Concilio, a meno non siano costretti da eventi di eccezionali gravità. Ma a questo punto sarebbe forse troppo tardi. Vedi il c.d. Terzo Segreto di Fatima e le visioni avute dalla piccola Giacinta, una delle tre veggenti, che mostravano anch'esse un uomo vestito di bianco che pregava in mezzo ad uno scenario di distruzione e persecuzione apocalittiche.
Per mia curiosita', ho fatto una piccola ricerca a ritroso sulle scarpe del Papa ed ho ricavato quanto segue :
Pio XI = scarpe rosse
Giovanni XXIII = scarpe rosse e fece aggiungere delle fibbie dorate
Paolo VI = scarpe rosse e fece eliminare la croce in oro sul fronte della scarpa
G.Paolo I = scarpe rosse come il suo predecessore
G.Paolo II = indossò scarpe rosse come i suoi predecessori, ma successivamente optò per delle scarpe di cuoio marrone .
Benedetto XVI = scarpe rosse
Francesco = scarpe nere
Leone XIV = ?
Come Vicario di Cristo in terra, il pontefice era il primo a dover dare l'esempio nel
seguire i passi del Salvatore e per questo indossare le scarpe di cuoio di colore
rosso e' un simbolo del ripercorrere quotidianamente la Via Dolorosa dell'umanita'.
E , come il predecessore, anche i pantaloni restano neri.
Le scarpe pontificie, assieme al camauro, la mozzetta pontificia e il tabarro, sono i soli
paramenti rossi tradizionalmente indossati dal pontefice e ancora oggi disponibili come
parte del vestiario pontificio.
La mia vuol essere solo una nota di costume tradizionale.
Messaggio di un Sacerdote Cattolico :
Carissimi,
abbiamo pregato perché il Signore ci donasse un papa degno. Ora abbiamo un papa. Se sarà un buon papa, dipende ancora dalle nostre preghiere. La dottrina cattolica insegna che la grazia esige la cooperazione dell’uomo e che questa cooperazione è inclusa nei disegni della Provvidenza. Perciò cooperiamo pregando perché Leone XIV sia docile alle ispirazioni dello Spirito Santo e faccia fruttificare la grazia di stato connessa al suo altissimo ufficio. Così possiamo sperare di avere non il papa che ci meritiamo, bensì quello di cui la Chiesa ha bisogno.
Finché sui campi del nostro globo spunterà una spiga di grano e penderà un grappolo d’uva, e un sacerdote salirà pensoso del sacrificio l’altare, l’Ospite divino sarà con noi; e il credente curverà nella fede la mente e il ginocchio innanzi a un’Ostia consacrata, come all’ultima cena gli apostoli nel pane e nel vino consacrato che il Salvatore dava loro dicendo: Questo è il mio corpo; Questo è il mio sangue; adorarono Cristo, il Maestro divino con quella pura e alta fede che crede ai portenti della sua parola, e di cui si sostanzia l’interna adorazione, fede senza la quale è vano segno il piegare di un ginocchio. Da quell’ora del Cenacolo cominciarono i secoli del Dio dell’Eucaristia; il giro del sole ne illuminò i passi con le sue aurore e i suoi tramonti; le scavate viscere della terra lo accolsero salmodiando; negli eremi, nei cenobii, nelle basiliche, sotto gli aerei pinnacoli s’inchinarono a lui pastori e popoli, principi ed eserciti. Nelle sue conquiste si avanzava coi suoi araldi e sacerdoti oltre í mari e gli oceani, e dall’Oriente all’Occidente, da un polo all’altro il Redentore ormai pianta ogni dì i suoi tabernacoli, perseverando contro l’ingratitudine degli uomini in trovare le sue delizie a stare con essi, solo bramoso di effondere a loro salvezza i tesori delle sue grazie e della sua magnificenza.
(Pio XII, 28 aprile 1939)
Giusta l'esortazione a continuare a pregare per il papa, per avere un papa degno. Doppiamo "cooperare pregando" al disegno della Provvidenza. Non si può smettere di pregare. Tuttavia, oltre alle preghiere dobbiamo forse fare qualcos'altro? Pongo la domanda per il semplice motivo che si prega da sessant'anni per la fine della crisi della Chiesa ma senza alcun risultato. La Crisi continua come prima, più di prima. Il nuovo papa si è appena insediato, è ancora un'incognita, anche se da alcuni segni si intuisce che non ci saranno autentiche inversioni di tendenza. Salvo imprevisti clamorosi.
Ma le preghiere, perché non hanno avuto finora successo? Forse non preghiamo bene? Oppure il nostro atteggiamento è troppo passivo, fideistico, di chi si attende un intervento divino risolutare limitandosi ad invocarlo?
Le preghiere accompagnate dai compromessi non sortiranno mai nessun buon effetto, anzi, sono come una presa in giro di Gesù Nazzareno. Conviene mettere da parte le "ermeneutiche della continuità" e conviene non lasciarsi incantare da sciocchezze. E allora sì, le preghiere faranno centro!
No, non sono di cuoio, ci mancherebbe altro! Il cuoio è per le scarpe dei contadini, pastori, montanari...
Il papa tradizionalmente ha sempre calzato scarpe di vitello, od altri pellami morbidi e pregiati!!!
"Nel tabernacolo Cristo dimora in corpo, sangue, anima e divinità sotto le specie sacramentali del pane"
Il Santissimo Sacramento è presente nel tabernacolo giorno e notte. Qui Cristo dimora in corpo, sangue, anima e divinità sotto le specie sacramentali del pane. Come lo sappiamo? Cristo stesso ce lo ha detto! Ci sono altre evidenze fondamentali? Nient’altro che quella; ma ci sono forse altre ragioni al mondo così forti come la parola di Dio stesso? Per questo l’Eucaristia è al di sopra di tutti gli altri sacramenti: è il sacramento della fede.
I fedeli credono che Cristo è realmente presente, sacramentalmente, nel tabernacolo, come sei presente tu che leggi questo libro. È questo che fa la differenza tra la chiesa e ogni altro edificio. Non è il pulpito, né l’organo, né il coro, ma Cristo è il centro. Come il tabernacolo era il cuore del culto nell’Antico Testamento, così ora il tabernacolo e l’altare sono il cuore del culto nel Nuovo Testamento.
Coloro che visitano la chiesa affermano di «sentire la differenza», benché non sappiano nulla sull’Eucaristia, come si può sentire il calore anche senza sapere nulla sulla natura del fuoco. Ma per i fedeli, membri del Corpo mistico di Cristo, qui è presente Cristo!
Davanti alla sua presenza eucaristica, gli occhi abbattuti dal peccato trovano il ristoro delle lacrime purificatrici; qui il cuore ferito da amori infedeli rompe il suo silenzio con l’invito del Salvatore vivente: «Figlio, donami il tuo cuore». Qui le ginocchia si umiliano nella genuflessione e il cuore è esaltato nell’adorazione; qui i sacerdoti fanno la loro Ora santa, in risposta all’invito del Signore nel Getsemani. Qui si dà appuntamento l’amore, poiché questo è «il pane disceso dal cielo» (Gv 6, 41) e resterà con noi «fino alla fine del mondo» (Mt 28, 20). Qui Emmaus rivive nel momento in cui i suoi discepoli lo riconoscono allo spezzare del pane.
(Fulton J. Sheen, da "I 7 Sacramenti" edizioni Ares)
Da una recente intervista a mons. Cordileone, Arcivescovo di San Francisco, che speriamo riceva presto la berretta rossa cui la sua diocesi gli darebbe storicamente diritto:
"A coloro che criticano la messa in latino, direi quindi: imparate prima a conoscerla. Non criticate ciò che non conoscete. Provate a viverla, imparatela, cercate di comprenderla...
Torniamo uniti. Ci eravamo riusciti sotto Papa Benedetto. Poi c'è stata una nuova guerra contro la messa tradizionale che ha finito per dividere e suscitare molta amarezza. Ora ho l'impressione che possiamo ritrovare il senso del vivere insieme....
...è giunto il momento di far rivivere la visione di papa Benedetto XVI per la liturgia, autorizzando l'uso libero del Messale romano preconciliare..."
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