Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 26 dicembre 2025

La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa

Da un articolo del novembre 1969, successivo alla Riforma Liturgica, della giornalista, scrittrice e traduttrice cattolica Orsola Nemi (Firenze, 1903 – La Spezia,1985)

La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa

“La Chiesa ci ha tolto il silenzio durante la Messa, ha tolto la possibilità del colloquio segreto, intimo, di ciascuno con Dio, durante la mezz’ora che per il cristiano è la più importante, la più sacra, la più misteriosa della giornata.

Che cosa è, questa cosiddetta partecipazione alla Messa, se non un atto di profonda sfiducia verso l’opera segreta di Dio nelle anime, un intervento dell’uomo fra il credente e Dio?

I risultati sono palesi e tristi. Durante la Messa non più con Dio: ci dicono, dobbiamo unirci, ma fra noi. Però la Fede, la Speranza, la Carità sono atti individuali, non possiamo compierli senza la Grazia; non ameremo il prossimo se prima non avremo conosciuto Dio. E Dio si manifesta nel silenzio. Ora, durante la Messa non c’è un attimo di raccoglimento.

Ci si alza e ci si siede a comando, si ripetono ad alta voce le preghiere, non so con quale partecipazione, poi si ascolta la predica, infine ci sono i canti; e questo è il momento peggiore. Non si possono onestamente chiamarli canti.
I grandi inni che avevano attraversato i secoli, che ci afferravano, si impadronivano di noi con le possenti parole, ci scrollavano come il vento scuote gli alberi liberandoli dal seccume, sono ammutoliti, scomparsi.

Si odono invece cantilenare espressioni da comizio o da giornalismo scadente che per la loro miseria sfuggono a qualsiasi apprezzamento.

A questo è ridotta la nostra Chiesa, ricca di un tesoro liturgico e poetico che era di per sé una forza, la sua forza d’attacco, la prima che vinceva gli increduli.

Si può essere certi che nessuno si convertirà a sentire le nostre cantilene domenicali. Nemmeno durante la Comunione c’è silenzio. La gente in piedi, in attesa di ricevere l’Ostia, canta; i più zelanti, subito dopo averla ricevuta, riprendono a cantare.

Si vorrebbe umilmente chiedere alle alte gerarchie, a tutti i preti vescovi e cardinali che si radunano e discutono, di ridarci il silenzio durante la Messa.

Si vanno, ricercando innovazioni liturgiche, debitamente commentate da eruditi riferimenti, ma non serviranno a nulla, se non ci sarà restituito il silenzio durante la Messa, se in quella mezz’ora in cui il pane diventa Carne e il vino diventa Sangue, e noi, con disperata umiltà, per essere detti beati, crediamo quello che non vediamo, non potremo ascoltare nel silenzio il nostro Dio e Redentore, riconoscere nel silenzio la Sua Presenza Reale, non fosse che per un attimo.

Se non abbiamo questo, possiamo anche spegnere la lampada rossa, sbarrare la porta delle chiese e andare per i fatti nostri. E non ci si venga poi a parlare di unione fra noi, se quella lampada sarà spenta.”

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