Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 7 luglio 2012

Un cardinale fuori dalla realtà. Non un parola sui massacri dei cristiani nei paesi islamici!

L'articolo che pubblico di seguito è apparso su Corrispondenza Romana. Esso illustra l'ultima performance dell'arcivescovo di Vienna.

Noi conosciamo il card. Schönborn, come uno di quelli che vanno a farsi evangelizzare in Galilea di Kiko Argüello e che in una omelia rivolta ai neocatecumenali a Porto San Giorgio nel 1988, [ne abbiamo documentazione ufficiale scritta inviataci da un sacerdote inorridito] ha detto che:
Il Concilio afferma una differenza non gradu tantum sed essentia, dice il latino, tra il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale dei presbiteri, del vescovo. Non gradu tantum non c'è una differenza di grado perché, se il presbitero avesse un grado superiore al livello comune del sacerdozio battesimale, sarebbe un "supercristiano", un cristiano a livello maggiore, sarebbe un'ingiustizia che certe persone siano escluse dal ministero sacerdotale, dal ministero presbiterale. Per esempio sarebbe un'ingiustizia che le donne non possono diventare prete perché sarebbero escluse da un grado superiore di vita cristiana. No, non è una differenza di grado, non gradu tantum sed essentia. Alcuni si sono sbagliati sull'espressione "essentia".
È anche noto che il nostro fa parte del nuovo Sinedrio che ha giudicato e giudica la FSSPX. Con quale apertura di mente e di cuore è facilmente intuibile...

Islam: il card. Schönborn incoraggia i musulmani in Europa
Nel 1912 l’islam ottenne il riconoscimento giuridico da parte dell’Impero austro-ungarico, grazie alla cosiddetta “legge sull’islam”. A cento anni di distanza, l’arcivescovo di Vienna, il cardinale Cristoph Schönborn, ha lodato quel provvedimento auspicando che l’Austria possa rappresentare per l’Europa «un modello di comprensione e convivenza tra cristiani e musulmani». In un Paese in cui l’islam sta prendendo sempre più campo, provocando problemi di integrazione non indifferenti, il massimo esponente della Chiesa cattolica austriaca si congratula con i fedeli musulmani e incoraggia un’attiva collaborazione con essi, ad esempio attraverso «competizioni sportive tra sacerdoti e imam o la condivisione del mese di Ramadan da parte delle famiglie cristiane».

In un incontro avuto con i leader della comunità islamica austriaca, il card. Schönborn e gli imam presenti hanno parlato del bisogno di rapporti fondati sul reciproco rispetto, memori del fatto che Gesù nel Vangelo invita ad amare e perdonare il prossimo. L’arcivescovo di Vienna ha poi ricordato l’importanza di alcuni documenti del Concilio Vaticano II, come la Dignitatis humanae, sulla libertà religiosa e la Nostra aetate sui rapporti con le religioni non cristiane. A detta del porporato «si è trattato di notevoli passi avanti della Chiesa. Passi in avanti che ora anche la comunità islamica deve compiere».

E sempre prendendo come spunto i testi conciliari, il card. Schönborn ha dichiarato che bisogna «mettere da parte il passato, fatto a volte di scontri tra le due religioni, e progredire sulla strada della reciproca comprensione, della libertà e della difesa dei diritti umani e della giustizia», perché se è vero che islam e cristianesimo presentano differenze notevoli, è altrettanto doveroso ricordare che in entrambe le fedi si adora l’unico Dio.

Con uno sguardo all’Europa, infine, l’arcivescovo di Vienna ha invitato alla costruzione di un continente fondato sulla pace e sull’integrazione culturale. Tutte parole molto belle, ma che rischiano di far dimenticare i massacri di cristiani che continuamente avvengono nel mondo islamico e soprattutto il mandato che Gesù ha dato agli apostoli di andare in tutto il mondo a predicare il vangelo e a convertire a Lui tutti i popoli. Il discorso del card. Schönborn sembra quello di un politico poco attento all’identità religiosa del proprio Paese, piuttosto che del vescovo più importante d’Austria, da molti indicato addirittura come fedele seguace (!) di Papa Benedetto XVI. 
(Federico Catani)

11 commenti:

Anonimo ha detto...

To Lead or To Follow?

http://www.sspx.org/pastors_corner/pastors_corner_july_2012.htm#austria

Anonimo ha detto...

Per la cronaca:

Oltre 300 fra 4.200 sacerdoti austriaci si sono impegnati a partecipare ad un "Appello alla disobbedienza", iniziativa lanciata nel mese di giugno. Il documento cita " il rifiuto romano di una tanto attesa riforma della chiesa e l'immobilismo dei vescovi . Si chiede tra l'altro:

- pregare per la riforma della Chiesa in ogni liturgia basata sulla "libertà di parola"

- per offrire la santa Eucaristia per "i credenti di buona volontà", tra cui i cristiani non cattolici e coloro che si sono risposati di fuori della Chiesa

- per descrivere una tale liturgia della Parola con la distribuzione della Santa Comunione come una "celebrazione eucaristica senza prete", "così si adempie l'obbligo di Domenica in un momento di carenza di sacerdote"

- "ignorare" norme canoniche che limitano la predicazione dell'omelia al clero

- promuovere singoli leader nelle parrocchie senza prete, "uomo o donna"

- "utilizzare ogni possibilità di parlare apertamente a favore dell'ammissione dei coniugi e delle donne al sacerdozio."
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E cosa fa Schonbron?

Mentre i cattolici tradizionali hanno spesso ricevuto il trattamento più duro da parte delle autorità romane per oltre 40 anni, le cose appaiono ancora relativamente confortevoli per il 10% del clero austriaco che si trova in aperta ribellione contro l'insegnamento della Chiesa e l'autorità.

In tutti i rapporti del Cardinale Schonborn con i ribelli, dov'è la domanda circa la fede o il suo tradimento? Dove è la preoccupazione del pastore per il gregge? Sono questi uomini fedeli alla loro promessa e la loro voti fatti durante loro ordinazione di professare la fede cattolica fino alla morte?

Roma si lamenta, suona l'allarme, ma le cose sembrano aver dormito in un gioco demagogico per compiacere i media e i "Boss" di turno. I ribelli restano liberi di fare quello che vogliono e diffondere la rivolta all'esterno con totale impunità. ... La democrazia crede nei numeri. Una grande percentuale ha già seminato i semi della discordia in Austria: più siamo, meglio è, è forse il "vero" il messaggio!

Quello a cui stiamo assistendo è un microcosmo dello stato della Chiesa cattolica in generale. La perdita di controllo centrale di Roma, la scomparsa di autorità locali a vantaggio dei free-lance e fuori-legge, la glorificazione dei numeri, e soprattutto, la perdita di integrità cattolica in materia di fede e di morale.

Anonimo ha detto...

Risulta che Schonborn e la manciata di altri vescovi della moribonda chiesa austriaca si sono riuniti a Mariazell e hanno concluso che:
- occorre aprire un dibattito, da amplificare nella Chiesa di tutto il mondo, per superare il celibato dei preti e consentire l'ordinazione di uomini sposati
- e che occorre anche "parlare del ruolo delle donne".

Due riforme che hanno funzionato e funzionano benissimo, ad esempio tra i luterani o gli anglicani...

Anonimo ha detto...

... però a dichiarato a Vatican Insider

"Come vescovi abbiamo pazientato – secondo alcuni anche troppo – e ora stiamo preparando una lettera pastorale che uscirà durante l’Anno della Fede nella quale risponderemo a tutte le questioni poste dai dissenzienti".

Insomma forse formalmente interverrà (sempre troppo tardi). In ogni caso è lo stesso vescovo che ha consentito l'esposizione di pera blasfeme nel Museo diocesano e che ha confermato un omosessuale nella sua carica nel consiglio pastorale.

Anonimo ha detto...

link qui
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/inchieste-ed-interviste/dettaglio-articolo/articolo/austria-15171//pag/1/

DANTE PASTORELLI ha detto...

Il brano del cardinale mi sembra completamente privo di senso comune e la mia impressione è che tanto prelato non abbia neppure capito appropriatamente il latino del concilio.
Se qualcuno equivoca sul significato di essentia è proprio lui, o per ignoranza o per malafede.

Anonimo ha detto...

Dire che il sacerdozio comune battesimale differisca per via dell'essenza e non del grado non è un errore teologico. IL sacerdozio comune non è infatti un grado dell'ordine, come se un battezzato e cresimato fosse un gradino sotto al diaconato, che a sua volta è un gradino sotto al sacerdozio e all'episcopato. Il battesimo non è il primo degli "ordini minori", nè l'ingresso nel clero. Quello che non ha senso delle parole del cardinale è l'interpretazione data a questo concetto teologico. Dire che il grado discrimina e l'essenza no, è esattamente dire il contrario della realtà. Il grado NON DISCRIMINA, perchè si parla evidentemente di una gerarchia ontologica all'interno della stessa essenza. La differenza essenziale invece dice DISCRIMINAZIONE (ossia, differenza di essenze): il sacerdozio battesimale è una cosa diversa dal sacerdozio ordinato, per cui le due cose, avendo essenze diverse, non si confondono. Se si vuole applicare una discriminazione, lo si può fare appunto per la differenza essenziale. Quello che il cardinale non dice, è semmai che la gerarchia, che è un compito che spetta al sacerdozio ordinato (anche se è ovvio che il sacerdozio ordinato, così come quello battesimale, siano espressioni essenzialmente diverse del sacerdozio di Cristo, da cui deriva qualsiasi autorità sulla Chiesa), non genera una discriminazione di santità e di beatitudine nella Chiesa. Tutti sono chiamati ala comunione con Cristo e al fine ultimo della beatitudine. Il prete non è una "razza superiore" o un "superuomo", ontologicamente diverso dalla plebe e semidivino. E' per questo che il sacerdozio maschile non è discriminante rispetto alle donne, perchè non toglie nulla alla loro natura o alla loro vocazione soprannaturale, così come non toglie nulla a chi sceglie di non farsi prete. Altrimenti avremmo mezza umanità, condannata per nascita ad essere solo "semibeata" (le donne) in quanto impossibilitata ontologicamente ad accedere alla pienezza della beatitudine che solo il sacerdozio ordinato potrebbe dare, e una discriminazione MORALE oltre che ontologica tra gli uomini, giacché si dovrebbero considerare tutti quelli che non si fanno preti come "tiepidi" e disinteressati al loro fine eterno, che tratterebbero con sufficienza, accontentandosi di una beatitudine fallata e diminuita, anzichè puntare all'optimum. Ma se Dio avesse voluto che la perfezione antropologica fosse il sacerdozio ordinato, avrebbe fato in modo che esso fosse effettivamente accessibile a tutti, e che si potesse conseguire da tutti senza pregiudizio per la creazione stessa. Invece oggi il sacerdozio è solo per pochi, perché se per assurdo tutti si facessero preti sparirebbe il genere umano, per via del celibato. Per questo vi sono due diversi sacerdozi: quello battesimale-cresimale che dice la perfezione ontologica del cristiano e della sua beatitudine e a cui tutti possono accedere e debbono accedere per essere salvi. E poi un sacerdozio ordinato, che non è da considerare come la pienezza della beatitudine, riservata solo a pochi predestinati e negata ai più. E' vero che il sacerdozio ordinato imprime un carattere che è il segno spirituale indelebile di una conformazione a Cristo maggiore, ordinata alla celebrazione eucaristica (mentre il carattere battesimale e cresimale sono sempre conformazioni al sacerdozio di Cristo, ma ordinate alla vita cristiana, individuale nel caso del battesimo e pubblica nel caso della cresima, ad imitazione dei due periodi della vita di Gesù), ma questa somiglianza con Gesù che rimane anche nella vita eterna, non è discriminante nella beatitudine rispetto a chi ha praticato l'imitazione di Cristo nella sua vita secolare. Dio non vuole discriminazioni tra i suoi figli, e vuole la diversità di vocazioni e di carismi. Al contrario significherebbe che Dio è ingiusto e parziale, cosa che non è possibile.

Anonimo ha detto...

Parte2
Lutero riconosce un unico sacerdozio, quello battesimale. Ricomprende il ministero ordinato all'interno del sacerdozio battesimale, per cui la cosa nel luteranesimo si risolve a monte: Tutti sono uguali e hanno la stessa vocazione in virtù del battesimo, così come l'accessibilità allo stesso tipo di beatitudine. Le funzioni liturgiche richiedono una semplice figura "funzionale", il pastore, che materialmente svolga la celebrazione dei sacramenti e la predicazione. Poiché in una economia simile tutti sono uguali e vi è un unico sacerdozio, le donne sono candidate possibili alla carica funzionale di pastore. Semmai, nella tradizione luterana, si è inteso che l'idoneità a svolgere la funzione di pastore fosse subordinata alla sua convenzionalità sociale e ideologica da parte del popolo. In altre parole, è semplicemente la convenzione sociale che "non stia bene" che le donne guidino i fedeli, perchè nella cultura è l'uomo che ha questo ruolo, a non avere per secoli concretizzato nel mondo luterano la possibilità del fare svolgere le funzioni di pastore alle donne (e non del "sacerdozio femminile", perchè se vi è solo il sacerdozio battesimale, è ovvio che maschi e femmine sono tutti sacerdoti sempre). Per questo motivo, i primi pastori femmine sono arrivati solo in tempi relativamente recenti, di pari passo con l'emancipazione femminile e l'abbandono della convenzione sociale e ideologica per cui non sta bene che una donna guidi una comunità. Cioè, allo stesso modo in cui le donne hanno avuto accesso all'insegnamento e alla politica.

L'anglicanesimo è un caso a parte, perchè sebbene sia ontologicamente una forma di protestantesimo almeno a partire da Edoardo VI (quando si abbandona definitivamente la successione apostolica e la fede cattolica sui sacramenti, che Enrico VIII aveva conservato, facendo uno scisma, non anche una eresia), di fatto si manifesta "esteticamente" come una via media (la definizione è loro) tra la riforma e la chiesa cattolica. Per cui, prendono la teologia dai riformati (specialmente dai calvinisti), ma la inseriscono su forme esteriori, liturgiche, strutturali e gerarchiche tradizionali cattoliche. In questo, gioca sicuramente un ruolo anche la tradizione monarchica e feudale dell'Inghilterra, dove il clero aveva un ruolo nella dimensione politica (che è stato mantenuto) e la gerarchia clericale era inquadrata in una logica feudale (che è stata mantenuta). Semplificando molto, siccome la riforma viene dal vertice politico, e questo non aveva alcuna intenzione di rinunciare ad un apparato funzionale al proprio ruolo, lo ha mantenuto. Certo è che per avere un arcivescovo di Canterbury che ti incorona, devi mantenere nella tua chiesa riformata "l'episcopato". Quindi ne deriva che viene calvinizzato il cattolicesimo, mantenendo molte più strutture esterne (le parrocchie, la messa domenicale, i canonicati, le cattedrali, i vescovi, le liturgie, ecc.) di quante non ne abbia tenute il calvinismo o il luteranesimo. Nell'anglicanesimo è sempre scorretto parlare di sacerdozio, anche se esteriormente non si vede differenza alcuna tra il prete anglicano e il prete cattolico, appunto perchè hanno mantenuto questo aspetto esteriore identico. E' nel mondo anglicano che, per influsso della medesima concezione del sacerdozio comune suesposta, si fa strada l'idea di "ordinare" delle donne. Tenendo presente che però, l'essenza del sacerdozio per loro, è sempre quella battesimale, mentre l'ordine, va inteso come una semplice investitura per essere guide della comunità. Quindi il prete anglicano è un pastore protestante, che ha ricevuto l'incarico formale di guidare la comunità mediante una cerimonia che teologicamente è priva di qualsiasi legame con la tradizione cattolica e la successione apostolica, ma esteticamente è il riciclo dell'ordinazione. Da qui l'equivoco per cui i protestanti "ordinano le donne".

Anonimo ha detto...

Parte 3
La pretesa cattolica di "ordinare le donne", invece è una scemenza assoluta. Mi domando come sia possibile, dopo 2000 anni di teologia che sottolinea due essenze del sacerdozio, improvvisamente i cattolici si mettano a fare degli errori così macroscopici. Penso che sia una questione fondamentalmente di ignoranza (nel senso che la maggior parte dei modernisti è proprio ignorante su cosa sia la teologia che contesta) e di materialismo, ossia di mancanza di fede. E' ovvio che questi austriaci non valgono un unghia di Lutero: Lutero era eretico, ma perlomeno ci credeva (e parecchio). Costoro, semplicemente credono che sia superstizione ridicola immaginare che un Dio possa essere presente in un pezzo di pane, che imporre le mani possa trasmettere lo Spirito Santo o imprimere caratteri sacri sulle persone. Ritengono che nel III millennio queste convinzioni siano smentite dalla scienza e dal nuovo pensiero comune. Quindi se oggi si ritiene possibile omosessualità, contraccezione, droga, transessualismo, libera convivenza , femminismo ecc., ritengono che sia semplicemente ridicolo impedire queste cose richiamandosi a spiriti, fantasmi e dicerie da medioevo, quali sono per loro Dio, la Madonna e la legge divina. Per loro la religione è una cosa sociale, non hanno una dimensione soprannaturale, ma solo una naturale dell'esistenza. Per cui, non credendo alla soprannaturalità dei sacramenti, li degradano al rango di segni, che hanno "un significato". Per cui "spezzare il pane" vuol dire condivisione (quindi comunione), e può farlo chiunque, non ha senso che sia sposato, cattolico romano, celibe, ateo, divorziato, uomo, donna o omosessuale. Nel modernismo non serve credere all'esistenza storica di Gesù, o all'esistenza di Dio. Paradossalmente, è un "senso religioso" ce può andare bene anche per gli atei, basta solo che tutti convengano che il fine dell'uomo è vivere in pace e in comunione con gli altri. Peccato, redenzione, salvezza, giudizio, sono concetti che sono alieni a questa visione. Ma direi che è logico: che senso ha il peccato in un contesto materialista? Peccato è solo comportarsi male con gli altri, dominio dell'uomo sull'uomo. Contro Dio non si può peccare. Per questo non ha senso impedire qualsiasi rapporto tra consenzienti, giacchè non offendendo nessuno, non può essere giudicato negativamente. E via dicendo. Per questo gli austriaci chiedono "ordinazione femminile", comunione ai divorziati e agli eretici o agli atei, ecc. Semplicemente perchè non hanno alcuna fede cattolica o soprannaturale nella religione e nei sacramenti. Non credo che il problema sia "prendere distanze" da queste idee, o discutere sul ruolo della donna e sulla comunione ai divorziati, per tranquillizzare queste frange e ricompattare democraticamente la chiesa. Queste frange sono ATEE, non fanno parte della chiesa, e normalmente suppongo che celebrino invalidamente i sacramenti, non avendo alcuna intenzione di fare ciò che fa la chiesa, ma volendo fare dei segni di efficacia solo simbolica. Andrebbero ringraziati per il loro "outing" e indirizzati verso altre comunità religiose dove questo loro materialismo è apprezzato e valorizzato, previa scomunica e riduzione allo stato laicale (per FORMALIZZARE ufficialmente un ateismo che hanno scelto loro: non c'è alcuna dimensione di condanna in questo gesto! semmai di ratifica, e per una certa sicurezza verso chi resta, soprattutto i fedeli; come dire, gli si toglie la licenza, così chi va da loro, sa che vendono prodotti adulterati...), sostituendoli con cattolici. Mi sembra piuttosto evidente. Ma probabilmente i vescovi e i cardinali hanno la stessa "fede" dei disobbedienti, ma avendo la veste colorata (ossia, avendo un alto grado), devono cercare di essere prudenti per poter fare carriera/mantenere il posto di comando. Per questo mediano tra l'immobilismo romano (non la tradizione) e l'eversione del basso clero.

hpoirot ha detto...

negli ultimi 3 mesi Schonborn ha

* reintegrato un gay pubblico "concubino" nel consiglio parrocchiale dopo che il suo parroco lo aveva allontanato
* partecipato alle riunioni ED per giudicare (alla Caifa e Anna) la SPX
* affermato che i cristiani dovrebbero fare il Ramadam con gli islamici e incoraggiato l'Islam in Austria assicurando che ...tanto preghiamo lo stessso Dio
* ribadito l'importanza dei documenti Conciliari e della loro "cattiva interpretazione" come base della dottrina cristiana

Bel pezzo di eretico, diranno molti che lo oppongono a Ratzinger.

Eppure mentre il Vangelo dice :
«Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me." (Gio 14:6)
"E in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome sotto il cielo che
sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati»." (Att 4:12)

papa Ratzinger afferma
"Con l’esercizio della giustizia e della misericordia, Ebrei e Cristiani sono chiamati
ad annunciare e a dare testimonianza al Regno dell’Altissimo che viene...
Cristiani ed Ebrei hanno una grande parte di patrimonio spirituale in comune, pregahiamo lo stesso Signore..."
(discorso di BXVI nella Sinagoga di Roma - visita del 17-01-2010).

Riassumendo :
per Schonborn si puo' pregare Dio nell'Islam, rifiutando categoricamente la Santa Trinità

per Ratzinger si puo' pregare la Santa Trinità nell'giudaismo, rifiutando categoricamente Gesu' Cristo...

Caterina63 ha detto...

Islam: il card. Schönborn incoraggia i musulmani in Europa..

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Cardinale Schonborn... ^__^
forse Lei dimentica che l'Islam non ha bisogno di alcun incoraggiamento, specialmente da parte nostra....
Se le fosse sfuggito in Francia la Chiesa è in profonda crisi, le Moschee hanno superato le Chiese Cattoliche, i musulmani hanno superato i cattolici e i preti in Francia sono al loro minimo storico mai verificatosi in 2000 anni di storia della Chiesa.... tanto che l'allarme è stato lanciato anche dall'Osservatore Romano due settimane orsono...

L'Italia regge grazie al Papa, alla sua presenza, alla sua costante missione...
in Austria ci risulta che siete messi maluccio, come ha risolto la crisi dei 300 sacerdoti ribelli?
Lei è stato fatto cardinale per risolvere i problemi della Chiesa e del GREGGE battezzato (anche non) oppure è stato mandato per ricolvere i problemi dell'Islam?

Può un cieco guidare un'altro cieco? ^__^

Padre Piero Gheddo il 17 settembre 2010 (ZENIT.org)lanciava un appello:
La risposta all’islam è tornare a Cristo

e un suo confratello, Padre Reginald Garrigou-Lagrange O.P. diceva:
" Possiamo fare (...) della libertà religiosa un argomento ad hominem contro coloro che, pur proclamando la libertà di religione, perseguitano la Chiesa (stati laici e socialisti), o ostacolano il suo culto, direttamente o indirettamente (stati comunisti, islamici, ecc). Questo argomento ad hominem è giusto e la Chiesa non lo respinge, usandolo per difendere efficacemente il proprio diritto alla libertà. Ma non ne consegue che la libertà religiosa, considerata in se stessa, sia per i cattolici sostenibile in linea di principio, perché è intrinsecamente assurdo ed empio che la verità e l'errore debbano avere gli stessi diritti "

L'Islam procede benissimo non si preoccupi, eminenza...

mons. Bernardini, esattamente a 11 anni fa, scriveva al Papa:
vivo da 42 anni in Turchia, Paese musulmano al 99,9%, e sono Arcivescovo di Izmir – Asia
Minore – da 16 anni. L’argomento del mio intervento è quindi scontato: il problema
dell’Islam in Europa ora e nel prossimo futuro. […] Il mio intervento è fatto soprattutto per
rivolgere al Santo Padre un’umile richiesta. Per essere breve e chiaro prima riferirò tre
casi che, data la loro provenienza, reputo realmente accaduti.
1 Durante un incontro ufficiale sul dialogo islamo-cristiano, un autorevole
personaggio musulmano, rivolgendosi ai partecipanti cristiani, disse a un certo
punto con calma e sicurezza: “Grazie alle vostre leggi democratiche vi invaderemo;
grazie alle nostre leggi religiose vi domineremo”. C’è da crederci perché il
“dominio” è già cominciato con i petroldollari, usati non per creare lavoro nei
Paesi poveri del Nord Africa o del Medio Oriente, ma per costruire moschee e
centri culturali nei Paesi cristiani dell’immigrazione islamica, compresa Roma,
centro della cristianità. Come non vedere in tutto questo un chiaro programma di
espansione e di riconquista?