Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 10 febbraio 2016

Dopo il Family Day. Cirinnà, “battaglie” cattoliche e democristianismo. Alessandro Gnocchi intervista Elisabetta Frezza

Ineludibile e da incorniciare. Riprendo da Riscossa Cristiana [qui].

Ha preso il nome della senatrice Monica Cirinnà perché è stata lei a presentare il disegno di legge sulle unioni civili che porta dritto dritto al riconoscimento delle convivenze omosessuali con tutto quel che ne consegue. Ma, in realtà, quello delle unioni omosessuali è un calderone messo da tempo sul fuoco e dentro ci bolle di tutto, dalle astuzie vere e presunte della politica politicante ai cosiddetti temi civili che sarebbe meglio chiamare incivili, fino al triste spettacolo offerto da ciò che resta della Chiesa cattolica ai tempi del Papa venuto dalla fine del mondo. Intanto, nel pignattone incandescente ognuno ci butta quello che crede con l’idea di cavarne quello che spera, con il solo risultato che chi va nella pignatta si imbroda. Così, nei vapori irrespirabili che ne scaturiscono, in cui tutto ha lo stesso sapore, risultano appiccicose e limacciose anche le ragioni di quelli che dovrebbero avere ragione. Nel gioco un po’ ingenuo di smuovere le masse per smuovere le élite, proprio loro, quelli che dovrebbero aver ragione, finiscono per pretendere di avere ragione oscurando o ignorando quelle che dovrebbero essere le loro vere ragioni: riducono tutto a un argomento umano, ne fanno una gara all’ “io sono più umano di te” quando, invece, bisognerebbe dire “io sono cristiano perciò ho più ragione di te”. Ma questi non sono argomenti buoni per la piazza, che di solito i cristiani li dà in pasto ai leoni.
Dentro il Circo Massimo un tempo i martiri vincevano versando il sangue ed è difficile che oggi ci riescano urlando nei megafoni. Ammesso che si possa archiviare questa Cirinnà, ce ne sarà un’altra. Ma qui si potrebbe obiettare che è meglio poco piuttosto che niente, però si potrebbe replicare che è  meglio niente piuttosto che poco di buono. Ma è materia complessa, per cui è bene chiedere lume a chi ne sa. Per questo sono andato a parlare con Elisabetta Frezza, che ha il difetto di essere una mia amica, ma ha il pregio di essere un avvocato con le idee chiare e il coraggio di esporle in pubblico. Molti l’avranno già sentita parlare o avranno letto i suoi articoli sulle questioni dell’omosessualismo, sul gender e su tutto ciò che ne discende, nella società, nella scuola, nella famiglia. Quanto segue è quello che è uscito dalla nostra chiacchierata.
Alessandro Gnocchi
* * *
Elisabetta, partiamo dalla fine. Magari si riesce a pescare un filo che ci fa risalire fino ai veri termini della questione. C’è stato il Family Day, due milioni di persone sono andate in piazza a dire che vogliono difendere la famiglia e tante altre belle cose. Ma come andrà a finire con la legge Cirinnà?

È tutto già scritto. Le unioni civili si faranno, magari senza utero in affitto (tramite stepchild adoption) in prima battuta, ma si faranno. Hanno già deciso. Cioè, ha già deciso, lui.

Lui chi? Lui Renzi, lui Bergoglio?

Lui Ruini. Su Riscossa Cristiana lo ha spiegato bene Patrizia Fermani. Ruini lo ha fatto sapere tramite Corriere della Sera, su sollecitazione di un compiaciutissimo Aldo Cazzullo. Dietro a tutto c’è ancora il grande vecchio, è proprio il caso di dire così. Non dimentichiamolo, Ruini è quello del “non chiediamo l’abolizione della 194”, quello che con Carlo Casini stabilì per tabulas i 140.000 embrioni morti ogni anno della legge 40 e fece digerire al mondo cattolico il rospo della fabbricazione degli esseri umani in provetta. Grazie a lui, capace di mettere in circolo la vulgata del “porre fine al far west procreativo”, si inaugurò il mercimonio umano legalizzato, eugenismo incorporato, con imprimatur episcopale. La stessa cosa accade ora, e il programma è stato presentato con estrema chiarezza: di questo bisogna dare atto agli strateghi della nuova manovra suicida, ovvero della consacrazione a tutto tondo dei rapporti contro natura.

Però, nelle ultime ore, si parla di una marcia indietro sulla legge, pare che l’ingranaggio si sia inceppato: Grillo dà ai suoi libertà di coscienza, Alfano punta i piedini e fa il permaloso…

Certo, la dialettica politica dove tutte le idee sono sullo stesso piano e tutto è negoziabile, fa il suo corso. I politici praticano il loro mestiere e cercano di intercettare il massimo di consenso compatibile col mantenimento della poltrona, che è sempre il loro obiettivo supremo. Alla fine, magari, ci presenteranno come un trionfo una battuta d’arresto, una pausa di riflessione, sulla sorte dei bambini. In realtà la bomba ad orologeria è innescata, lo sanno tutti, stanno solo baruffando col timer. Una pena. In questo scenario desolante , non si deve guardare alle marionette, ma al puparo.

Per tornare alla questione Ruini, non è così malizioso chi pensa che il problema vero stia dentro al mondo cattolico e che il Family Day sia la gioiosa maschera mortuaria di un cattolicesimo votato a gestire la disfatta invece che a organizzare la riscossa.

Partito l’ordine, si finisce per serrare i ranghi. Tutti, o quasi, ai loro posti in modo più o meno strisciante. Tra gli organizzatori della manifestazione, dietro l’apparente compattezza, regna la confusione più totale, ben espressa nella persona del portavoce Massimo Gandolfini che un giorno chiede di scorporare la sola questione dei figli, un altro parla di diritti individuali degli omosessuali, un altro ancora di diritti civili della coppia, magari “attenuati”, in un virtuosismo ormai incontrollato di variazioni sul tema.

Quindi, il concetto “No Cirinnà” è forte e chiaro come sembra o no?

Bisogna tenere presente quanto dicevamo prima: il grido di battaglia “No Cirinnà” può benissimo voler significare – e infatti significa – “Ok a una Cirinnà bis”, con qualche ritocco cosmetico a scadenza. Tanto, a completare il lavoro ci sta comunque la Corte Costituzionale in servizio permanente effettivo. Basti vedere cosa dichiara per esempio l’avvocato Simone Pillon, anche lui come Gandolfini di area neocatecumenale, formazione protagonista assoluta della piazza: “Il problema del ddl è la prima parte, ovvero tutti quegli articoli che sostanzialmente equiparano le unioni civili al matrimonio. La seconda parte, dove pure ci sono punti che non ci trovano d’accordo, potrebbe rappresentare una base di trattativa e comunque fa riferimento ad un elenco di diritti individuali: questo potrebbe vederci d’accordo. Il problema è l’equiparazione”. Come da comandamento ruiniano. (vedi su ZENIT cliccando qui)

Ma, alla fine, questa resistenza c’è o non c’è?

C’è una finta resistenza che ha fissato il limite della ritirata strategica sulla linea dell’utero in affitto. Una retroguardia condivisibile persino da alcune femministe. Come sempre, la tattica è quella disastrosa di cercare ciò che unisce al di là di ciò che divide. La grande ammucchiata rimane sempre la grande tentazione. Ringhiano, ringhiano tutti, ma non mordono, anzi alla fine leccano la mano di chi li nutre. È un dogma del democristianismo: can che abbaia, lecca. In tal senso il più onesto è il presidente del Movimento per la Vita, presente massicciamente in piazza. Gianluigi Gigli, in un articolo su Avvenire, cala paternalisticamente dall’alto perle di autentica saggezza democristiana. Un conto – dice – è la piazza, utile per “consolare un sentimento identitario” (sic), altro conto il parlamento degli ottimati, dove è assurdo fare barricate velleitarie contro la Cirinnà perché una legge sulle unioni civili “è ormai imposta dalla Consulta e dalla UE”. Del resto, il legame di sangue tra Movimento per la Vita e vertici episcopali, cementato dall’otto per mille, è inossidabile (vedi su Scienza e Vita cliccando qui).

E allora, in Italia, è rimasto qualcuno che non vuole questa legge neanche emendata?

Nella vetrina ufficiale no. Il dissenso integrale pare evaporato. Resta, penso, nel sentire di molti in cui alberga ancora il buon senso comune e il senso di realtà, della gente sana distante dalle alchimie della politica dei palazzi sacri e profani. Quella che crede ancora che ci siano dei principi veritativi da difendere a qualunque costo. Purtroppo, spesso, crede anche che siano rimasti uomini capaci di rappresentarla. Ma questi uomini non ci sono, o meglio, quelli che hanno il coraggio, nonostante tutto, di andare al cuore della questione – in questo caso, cioè, di dire che i rapporti sodomitici sono di per sé un male perché offendono la legge naturale e divina – vengono lasciati esibire ai margini, in omaggio al pluralismo di facciata.

Mi stai dicendo che i due milioni del Circo Massimo sono da soli oppure che sono da soli e neanche tanto ben attrezzati?

Probabilmente la parte della folla non eterodiretta – in virtù di quel fenomeno di “gestione di cervelli in conto terzi” che connota i movimenti ecclesiali, secondo una folgorante definizione di Mario Palmaro – è ben orientata, anche se magari il magma incandescente che le ribolle in corpo avrebbe bisogno di essere razionalizzato e ricondotto a poche idee ben formulate, anziché condensato in slogan senza senso e a doppio taglio perché assemblati con le stesse suggestive parole passe-partout (i diritti, l’amore) a servizio della causa avversaria. La realtà è che nessuno, da una postazione titolata, attacca il problema alla radice. Nessuno osa più ricordare che un ordinamento (nella sua funzione, appunto, “ordinatrice”) deve tutelare solo interessi che coincidano con l’interesse generale, in vista della conservazione e della crescita retta e armonica della società. Che la famiglia non è un fatto convenzionale, ma una realtà naturale che precede il diritto, perché è il luogo dove si genera e si cresce la vita. Che Sodoma fu incenerita da Dio per quelle stesse condotte che la Cirinnà e la sua corte vogliono definitivamente legalizzare. Nessuno parla più di sodomia, inclusa la maggioranza dei preti, vescovi, cardinali.

Questa parte sana di cattolicesimo contro chi sta combattendo? Contro il mondo laico e omosessualista, certo, ma anche contro chi dovrebbe guidarla?

A rigore, e magari senza saperlo, sì. Combatte da sola. E deve continuare a farlo, beninteso, senza scoraggiarsi e senza farsi intimidire. Meglio però se ha la percezione disincantata della realtà, per quanto sconvolgente e dolorosa possa essere, proprio per non venire deviata su lidi normalisti, per una idea distorta di obbedienza alla autorità. Ormai sappiamo che le famiglie e le persone di buona volontà in rivolta contro il disegno della creazione di Dio e contro gli attentatori dei bambini debbono lottare oggi contro due eserciti riuniti sotto una unica bandiera: l’esercito dei laici del nichilismo onusiano e quello degli ecclesiastici che hanno tradito la Chiesa di Cristo con i loro emissari in borghese.

E quale è il nemico che ti fa più paura?

Il vero nemico non è il radicale, il satanista, l’abortomane, ma il democristiano che ne permette l’operato aprendogli la strada tramite la contorsione logica e morale del “male minore”. Se su tutto questo ci metti che il Papa del “chi sono io per giudicare” ha nuovamente tessuto l’elogio di Emma Bonino, mi pare che il quadro sia completo. Tanti fedeli disorientati cercano disperatamente di aggrapparsi all’uscita “cattolica” di questo o quel prelato, e si è giunti al paradosso che pare una grazia sentir dire pubblicamente qualcosa di aderente al magistero di sempre. Di fatto, la sodomia è sdoganata dai vescovi e il gioco dialettico, anche aspro, tra Galantino, Mogavero e compagni da un lato (apertamente contro il family day), e Bagnasco e Ruini dall’altro (a favore della manifestazione), è solo quello tra il poliziotto buono e il poliziotto cattivo, per pigliare nel sacco il malcapitato popolo di Dio.

Il mestiere mi imporrebbe di farti questa domanda in forma asettica, quasi ingenua, ma l’amicizia me lo impedisce. Allora ti chiedo brutalmente cosa pensi dell’Appello che ha raccolto molti insigni giuristi intorno a una protesta contro il disegno di legge.

Questo Appello, promosso dal “Centro Studi Livatino”, ha raccolto le firme di moltissimi giuristi: docenti universitari, avvocati, magistrati, presidenti emeriti di Corti. Si intitola Rilancio della famiglia come riconosciuta dalla Costituzione, no a improprie equiparazioni. Ora, a chi abbia in testa il codice di decrittazione della realtà capovolta in cui siamo calati non può sfuggire già dal titolo come questa iniziativa si immetta nella scia del moderatismo di regime. Il testo del documento lo conferma in pieno. Ha avuto particolare risalto proprio perché è stata presentata come presa di posizione elitaria, di categoria. In un tempo in cui vanno tanto di moda gli “esperti” e tanto si parla di “competenze”, una sfilza di nomi di legulei fa la sua matta figura. Ma non è altro che l’ennesimo avallo alla linea “maleminorista”, con l’aggravante che è un avallo titolato perché proveniente dalla crème dei giuristi di area sedicente cattolica o giù di lì.

E che cosa rappresenta o che cosa vuole questa crème?

A ben vedere, se appena appena si conoscono nomi e fatti della storia recente snodatasi intorno a questo tema, si scopre che gli autori dell’appello sono gli stessi del Testo Unico sulle convivenze – già ampiamente commentato su queste colonne – che costituisce lo schema tecnico-giuridico principe della “nuova famiglia cristiana” aggiornata secondo copione. I due testi – Appello e Testo unico – si compenetrano perfettamente e vanno letti in combinato disposto. Tutto torna. Anche l’Appello dunque concorre all’obiettivo comune. In fin dei conti, infatti, le posizioni di Gandolfini e compagnia ricalcano l’impianto del Testo Unico, che altro non è se non la trappola per attirare, tramite Alleanza Cattolica, la parte più a destra del dissenso simil-cattolico. Sono i normalizzatori per mandato episcopale.

Direi che si sta creando una struttura di tipo politico pronta a tutto, nel senso di pronta a trattare su tutto. Mi sbaglio?

Non ti sbagli. Vedo i Family Day come lo strumento mediatico per accreditare nuove candidature in quota “cattolica”. Manifestazioni per designare, tramite acclamazione popolare, le pedine del potere episcopale in parlamento, preselezionate in base alla disponibilità al compromesso che è la cifra di tale potere. Una sorta di vidimazione pubblica, quando serva un aggiornamento dell’interfaccia. Nel 2007 è stata lanciata Eugenia Roccella, con ottime referenze di militanza radicale, che da quel primo Family Day rappresenta la cinghia di trasmissione tra vescovi e stanze della politica e infatti per nove anni ha piantato “paletti”, postumi o preventivi. Dalla passerella sul palco del 30 gennaio uscirà qualcun altro, scelto in base ad analoghe credenziali. Il test di voto l’hanno già fatto, le carte sono in regola.

Stai girando parecchio con le tue conferenze. Che tipo di platea trovi?

Varia. Ho visto di tutto. Dalla mamma allarmata alle persone in apprensione per figli di tutte le età, fino a sacerdoti e politici. Non sono mancate le contestazioni, provenienti da tipi umani ricorrenti: omosessuali, sindacalisti, studentesse rampanti in psico-pedagogia, professoresse lettrici di Repubblica. Dopo la nota del responsabile scuola della curia di Padova, che ha avuto un insperato successo planetario specie in ambienti gay, il pubblico è un po’ diminuito, perché molti genitori – che, comprensibilmente, non aspettavano altro – si sono messi il cuore in pace: il ministro Giannini è donna di sani e robusti principi e lavora per il bene dei nostri figli, li ha rassicurati il delegato diocesano. Tuttavia, devo riconoscere che l’ultimo incontro, successivo al Family Day, ha avuto un esito inatteso: la gente ha preso coraggio, ha toccato con mano che nonostante tutto c’è ancora un idem sentire forte e diffuso, ed è arrivata a contestare apertamente un prete che era relatore insieme a me e asseriva che non bisogna essere troppo allarmisti, che è tutto sotto controllo, l’importante è prendere atto delle novità, saper distinguere gli eccessi dalle cose buone ed essere sempre disponibili al dialogo e al confronto.

C’è una parte di gente che già sa come stanno davvero le cose o che almeno lo intuisce?

Sì. Tutti lo intuiscono, nel profondo. La legge naturale non si gabba in così poco tempo. Per qualche motivo ora il nemico sta vistosamente accelerando. E questo per noi, tutto sommato, è un vantaggio: la propaganda invertita, propinata tutta in un colpo, desta sospetto.

Nonostante questo, continuo a chiedermi se la retorica sull’Italia sana, sul popolo della famiglia, sia basata su numeri reali o su più o meno pie illusioni.

In effetti, noi siamo davanti a un Italia che ormai si beve come acqua limpida divorzio, aborto, fecondazione artificiale e orrori ulteriori, e che alla fine è tentata dal mainstream di dire come una cantilena che i diritti delle persone non si possono toccare e che non si deve essere omofobi.

Credo che questo, anche sottovalutato, sia il punto. La vera guerra si vince sul terreno delle parole. Quando, anche alla migliore petizione di principio, si premette di “non essere omofobi” la resa senza condizioni è già stata firmata.

Infatti. Questa è innanzitutto una guerra delle parole, che vengono coniate o ri-connotate a servizio della campagna di conquista. L’omofobia è un’invenzione onomastica che ha creato un fenomeno virtuale. Un esempio mirabile di neolingua orwelliana. Si tratta della terza fase della finestra di Overton, il processo di ingegneria sociale applicata con cui si rende l’assurdo normalità. Il regista russo Mikhalkov la spiegava così: al primo livello, chi mangia gli essere umani è chiamato “cannibale”. Al livello successivo si parla di “antropofagia” e, con la parola di matrice classica e di sapore scientifico, il fenomeno, per quanto negativo, viene considerato degno di attenzione accademica e in qualche modo nobilitato. Al passaggio ulteriore gli antropofagi divengono “antropofili”, si addolcisce il senso di negatività del comportamento anomalo. Nell’ultima fase, si afferma la bontà del fenomeno inizialmente percepito come deplorevole e si realizza il capovolgimento finale: sorge la categoria degli “antropofobi”, coloro che pervicacemente ancora vi si oppongono, nonostante la sua avvenuta normalizzazione. Somministrato con gradualità e maniere dolci, il paradosso è accettato senza crisi di rigetto. Ecco, sostituendo “cannibale” con “invertito”, si capisce come siamo finiti a parlare di “omosessuali” e “omofobi”. L’omofobia, dunque, è un’arma strategica decisiva per il raggiungimento, da parte dei movimenti omosessualisti, di una folle supremazia culturale e politica, secondo il disegno di una potente regia: attraverso le formule, si crea il soggetto socialmente pericoloso, colui che si pone al di fuori della nuova morale codificata mediaticamente e pilotata politicamente. Secondo i dettami di ogni totalitarismo, per legittimare la repressione è necessario precostituirsi una minaccia interna al sistema, il nemico oggettivo, appunto l’omofobo, cioè tu, io e tutti coloro che la pensano come noi e osano dirlo o anche solo pensarlo (è stigmatizzato anche l’atteggiamento interiore, andiamo verso lo psicoreato). Ecco perché con quella premessa “precauzionale” – con cui ci si illude di apparire sufficientemente ragionevoli, tolleranti e responsabili agli occhi della massa addomesticata – si entra nel territorio del nemico e, assumendo le sue categorie, lo si legittima. Una mossa suicida.

A maggio è in programma la sesta Marcia per la Vita. Tu che fai parte del comitato promotore, puoi dirmi se c’è qualcosa che la accomuna al Family Day?

Sono due cose molto diverse. La Marcia per la Vita è un evento annuale, è come una goccia che, martellante, deve continuare a scalfire la roccia della indifferenza verso gli insulti alla vita. Non è una iniziativa estemporanea e mirata, come il Family Day. Certo, con esso condivide una funzione importante, a mio parere: quella di mantenere una visibilità nello spazio pubblico a quella componente sana del corpo sociale che non vuole rassegnarsi allo sfacelo etico che macina corpi e cervelli. Se molliamo anche quel piccolo pezzo di palcoscenico e ci ritiriamo solo nel nostro privato, togliamo a noi e agli altri un appiglio cui guardare, e magari aggrapparsi. Scendendo per le strade dietro una bandiera chiara e vera, mostriamo a chi ha occhi e cuore per vedere che l’opera di assuefazione delle coscienze non è completata e non si completerà mai e regaliamo forse a qualcuno un po’ di coraggio. L’essenziale è che queste iniziative lancino un messaggio univoco e nitido. Siano capaci di far brillare sotto il cielo di Roma, caput mundi, l’anacronismo della verità.

40 commenti:

Marco Toti ha detto...

Non c'è una sola virgola su cui non sia d'accordo, ma di seguito mi pare si colga un elemento centrale:

Nessuno osa più ricordare che un ordinamento (nella sua funzione, appunto, “ordinatrice”) deve tutelare solo interessi che coincidano con l’interesse generale, in vista della conservazione e della crescita retta e armonica della società. Che la famiglia non è un fatto convenzionale, ma una realtà naturale che precede il diritto, perché è il luogo dove si genera

A rigore, quindi, anche non cattolici (ma persone in buona fede e dotate di buon senso, o di "senso religioso", anche se questa espressione non mi pare felice) potrebbero consentire su questo.
Complimenti, ancora una volta, a questa donna coraggiosa, che dice la verità senza circiterismi, andando a cavare le radici del problema con intelligenza e chiarezza.

Paolo Pasqualucci ha detto...


@ Lo scandalo del festival di S. Remo, megafono della propaganda gay e dei "diritti incivili" proposti dal ddl Cirinna'

Bisogna denunciare vigorosamente lo scandalo del Festival di S. Remo, che dovrebbe essere una manifestazione musicale indipendente dalla politica e comunque super partes, seguita com'e' da tutti gli italiani. Oggi il Corriere della Sera si esalta in prima pagina per lo spazio dato a questa propaganda, della quale il giornale e' da anni uno dei principali sostenitori in Italia, riportando la dichiarazione del noto cantante gay E. John "sono felice di essere padre" [sic] etc., nonche' un twitter del cardinale Ravasi, che approva la canzone di una nota cantante e perde l'ennesima occasione per stare zitto.

Dal Parlamento sembrano venire buone notizie nel senso che sembrano aumentare le prospettive di un naufragio dell'infame disegno di legge Cirinna'. Speriamo che cosi' succeda, preghiamo tutti perche' succeda, continuiamo a pregare perche' succeda e perche' cada dagli occhi del Papa il velo tenebroso che sembra accecarlo, si' da farlo perseverare negli elogi pazzeschi dei rappresentanti delle Forze del Male, come ad esempio la Bonino.

Giovanni ha detto...

Una domanda solo per capire, senza alcun intento polemico: immagino che quando l' Avv. Frezza parla di Testo Unico si riferisca alla proposta di legge Sacconi (al Senato) e Pagano - Roccella (alla Camera). Per quello che ne so, si tratta semplicemente di una "ricognizione" ed un ordinamento di norme GIA' ESISTENTI, che non riconosce alcuna nuova forma di "unione civile" ma ordina solo le norme già presenti che riconoscono alcuni diritti ai membri di qualsiasi tipo di convivenza.
Mi sembra una proposta di legge in linea con la dottrina cattolica e che non costituisce alcuna "mediazione" essendo agli antipodi del ddl Cirinnà (ed infatti i suoi sostenitori non chiedono mediazioni sul ddl Cirinnà ma che questo venga RITIRATO)
Chiedo:
1) se le mie considerazioni sono errate
2) se lo sono, quale dovrebbe essere allora la corretta posizione del cattolico (non sul piano morale su cui ovviamente il cattolico, se è tale, è del tutto d' accordo con l' Avv. Frezza e con il Catechismo, ma sulle scelte "politiche" da fare in questo momento: a me pare che il cattolico dovrebbe essere contrario a qualsiasi legge sulla materia, il che equivale, se proprio si deve fare una legge, ad approvare il Testo Unico Sacconi e Pagano - Roccella).

AICI ha detto...

Un Papa che lavora per la salvezza delle anime dovrebbe dire che il rapporto con persone dello stesso sesso è abominio contro Dio e peccato mortale che porta all'inferno. Per avere una giusta posizione su come affrontare tali problematiche dovremmo basarci sul Levitico.

lister ha detto...

Ma perché, Professore, esistono persone di buon senso che seguono il Festival di Sanremo?!

Anonimo ha detto...

Leggo con regolarità Riscossa Cristiana e ne apprezzo molte cose. Trovo importante il loro continuo vigilare sui compromessi (anche se non sono gli unici a farlo), in particolare sul piano religioso, per il quale non c'è altra possibilità che ricordare che le persone non caste con tendenze omosessuali commettono peccato mortale. Giustissima la critica ai vescovi che si sono limitati a sottolineare la differenza tra famiglia naturale e "altre unioni", come se queste fossero in fondo religiosamente accettabili, per non parlare poi dei "sacrosanti diritti" galantiniani. Che Dio li converta o ce ne liberi al più presto. Giusto quindi amonire il "popolo" a non cadere nell'accettazione di questi compromessi.

Fine della premessa. Come qualcuno ha già commentato, sono molteplici le interviste a Gandolfini, Miriano, Adinolfi et al. che parlano esplicitamente di "ritiro della legge". Inoltre Miriano ha scritto:

http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/01/13/venite-pastori-al-family-day___1-v-136980-rubriche_c418.htm

"Inoltre [...] per i credenti è così, la sodomia è un peccato gravissimo, così come l’adulterio, così come non dar da mangiare agli affamati [...]. E per questi peccati c’è l’inferno, se non facciamo in tempo a chiedere un perdono sincero, con cuore contrito, con il proposito di non peccare più. Mi dispiace, sono cose pochissimo glamour da scrivere."

La posizione cattolica è stata ben definita e difesa, direi: peccato mortale, inferno. Non mi risulta che questo passaggio sia mai stato citato da Riscossa Cristiana: il che travisa l'opinione sulla Miriano che un lettore che si informasse solo da loro potrebbe farsi. Mi sbaglio? Se non mi sbaglio, voglio ricordare che nella categoria delle menzogne ricadono anche le omissioni; e chi sta sempre con il dito alzato a criticare il prossimo abbia l'umiltà di riconoscere anche i propri errori.

Detto questo, le iniziative di Riscossa Cristiana - come convegni, eccetera, per non parlar poi di messe e preghiere - sono certamente meritorie. Tuttavia, non mi pare che, al di fuori di un ristretto circolo di conoscitori, abbiano alcuna rilevanza sull'opinione pubblica e sui media. Viceversa il Family Day ce l'ha avuta, eccome: a giugno ha evitato una furtiva approvazione estiva ed ora almeno ce la stiamo giocando. Certo, poi tutto può andar male: ma è una battaglia, la guerra continuerà. Chi non è venuto in piazza dieci giorni fa per propria decisione esplicita farebbe meglio a chiedersi cosa sarebbe successo se la sua presenza avesse consentito non solo di riempire il Circo Massimo, l'obiettivo che ci si era posti, ma di superarlo ampiamente, "inondando" il circondario. Oggi avremmo molte più possibilità.

Infine, mi rifaccio alla risposta/domanda di Giovanni qui sopra. Anche a me risulta che la proposta Sacconi sia solo una risistemazione di leggi già esistenti che si rifanno al diritto privato delle singole persone. Niente nuove unioni riconosciute dallo Stato. Mi sbaglio? Riscossa Cristiana a questo punto potrebbe spiegarci come intende la separazione tra Chiesa e Stato. Dovremmo porci l'obiettivo di far dichiarare illegale tutto ciò che è peccato, anche quando ricade esclusivamente nella sfera privata? Tanto per sapere; perché questa è l'unica spiegazione che mi viene in mente sull'opposizione alla proposta Sacconi. Chiariteci.

Leggendo Riscossa Cristiana rimane sempre una sgradevole sensazione: che alla fine il problema sia che soltanto loro sanno come fare le cose. Il che suona un po' di messoriano aut-aut.

PS È necessaria un'altra precisazione, perché poi so come va a finire. Io non sono fan di nessuno né faccio parte di associazioni. Vaglio ciò che c'è di bene e di male in tutti i contesti. Lo dico per evitare che qualcuno risponda affibbiandomi etichette (ieri p.es. mi hanno dato del "socciano"): lo sappia subito, perde tempo. Risponda invece nel merito delle questioni.

Fabrizio Giudici (uno che in piazza c'era)

mic ha detto...

Stralcio dall'ultimo articolo (dal link lo potete leggere per intero) della Miriano, che stimo infinitamente, per il suo coraggioso e infaticabile impegno e per la testimonianza di fede. Ma è necessario poter anche prendere atto di alcuni limiti, che ognuno di noi ha. Per questo ci si confronta e si scambiano idee e pensieri.
Mi ha interpellata, insieme ad altre affermazioni, la frase: "L’Europa non sarebbe più Europa, se questa cellula fondamentale del suo edificio sociale scomparisse o venisse essenzialmente cambiata...".
Direi che in gioco c'è qualcosa di più che l'Europa e il suo edificio sociale: c'è un terribile nuovo status antropologico non più ordinato al Creatore e Signore, frutto dell'hybris antropocentrica. Ora siamo ad un degrado che ha raggiunto limiti non più tollerabili; ma credo che qualunque ulteriore tappa partisse da qui, porterebbe all'autodistruzione dell'intera umanità, non solo del volto dell'Europa...
Aggiungo che la guerra non è solo civile; ma soprattutto spirituale con influssi preternaturali...

http://costanzamiriano.com/2016/02/10/i-diritti-civili-centrano-poco-con-la-battaglia-piagnona-del-mondo-lgbt/

" [....] Comunque, l’Arcigay è liberissima di chiederlo, a patto che sia chiaro che l’obiettivo non è sedere in autobus nei posti riservati ai bianchi. L’obiettivo vero è la percezione sociale, come si diceva all’inizio (grazie ancora, Lo Giudice). E perché questo bisogno di riconoscimento? Io personalmente penso che sia perché le persone con tendenza omosessuale hanno sicuramente ancora i nervi scoperti a causa di una condanna sociale che nel passato è stata crudele, ingiusta e fonte di dolore, ma molto di più perché c’è una sofferenza che, anche adesso che la condanna sociale non c’è più, viene da dentro.
Ma perché noi, popolo del Family Day continuiamo a dire non solo che siamo contro l’utero in affitto, il minimo sindacale per un essere umano, ma anche che crediamo fermamente che sia sbagliata qualsiasi legge sulle unioni civili?
Esattamente per lo stesso motivo dell’Arcigay, guarda un po’. È la percezione sociale che interessa anche a noi, consapevoli anche noi come quelli dell’Arcigay che una legge fa mentalità. Consapevoli, noi, del fatto che “il matrimonio monogamico, come struttura fondamentale della relazione tra uomo e donna e al tempo stesso come cellula nella formazione della comunità statale, ha dato all’Europa, a quella occidentale come a quella orientale, il suo volto particolare e la sua particolare umanità, anche e proprio perché la forma di fedeltà e di rinuncia qui delineata dovette sempre nuovamente venir conquistata, con molte fatiche e sofferenze – scriveva Joseph Ratzinger nel 2004 –. L’Europa non sarebbe più Europa, se questa cellula fondamentale del suo edificio sociale scomparisse o venisse essenzialmente cambiata”. È necessario proteggere questa cellula, scrive l’allora Cardinale, e “in vistoso contrasto con tutto ciò vi è la richiesta di comunione di vita di omosessuali, che ora paradossalmente richiedono una forma giuridica, la quale più o meno deve venir equiparata al matrimonio”. In gioco dunque per noi c’è prima di tutto la base condivisa e collettiva di una società. In gioco c’è il destino collettivo dell’uomo, e solo in questo senso lo Stato può avere voce in capitolo, perché il matrimonio “non è un contratto di coabitazione – scrive Scruton – ma un voto di unità”. La sua base è erotica, ma la sua funzione “assicura la riproduzione sociale, la socializzazione dei bambini e il passaggio del capitale sociale. Questi processi, che danno un appagamento all’unione sessuale e sono un modo di andare oltre i suoi parchi imperativi nel regno del dovere, dell’amore e dell’orgoglio, si produrrebbero difficilmente senza il matrimonio” [....]"

Rr ha detto...

Uno dei motivi per cui da anni non pago il canone TV, e non mi sento affatto in colpa, ne' come cittadina, ne' come cattolica, e' proprio la politicizzazione del Festival di Sanremo, oltre che la pochezza artistica dei cantanti e la scarsa professionalità dei presentatori, fatte salvo, come sempre, alcune eccezioni. Ero certa che avrebbero trasformato la I serata in un comizio, come per altro già successo con Vecchioni e Morandi, Morandi ed il duo comico genovese, ecc.ecc.
Del resto lo show bis mondiale è in mano a chi ha costruito e finanziato la lobby LGBT, anche per motivi di " Cicero pro domo sua".
Quindi di che meravigliarsi?
Rr

Anonimo ha detto...

.....
Renzi definisce l’utero in affitto un mercimonio e considera giusta la battaglia contro questa pratica ma poi dice avanti con la stepchild adoption. Ma le due cose sono scisse oppure no?




«Leggo le affermazioni di Renzi come quelle di un premier al quale la situazione sta sfuggendo di mano. Mi sembra come in preda a una crisi di nervi. Diciamo che quello che appare davanti al suo orizzonte è una grande confusione, perché lui è sempre stato un mago nell’interpretare la maschera di “Arlecchino servitore di due padroni” ma oggi i “padroni” sono diventati quattro: Mattarella che ha già manifestato perplessità sulla stepchild adoption e non credo firmerà la legge a cuor leggero; i trenta senatori dem contrari, gli amici di Scalfarotto che pretendono in modo pregiudiziale di non modificare nulla del testo, ed esponenti dell’area catto-comunista del suo partito come Livia Turco che ha già bocciato le adozioni gay. E’ molto difficile anche per un politico abile come lui riuscire a tenere tutto questo insieme».
(Gianfranco Amato)

http://www.intelligonews.it/articoli/10-febbraio-2016/36842/unioni-civili-amato-family-day-renzi-utero-in-affitto-e-stepchild-sono-la-stessa-cosa-e-in-crisi

mic ha detto...

Miriano & C.
Stile brillante ed efficace che ha impatto su chi è disposto ad ascoltare. Ribadisco quanto ho espresso sopra sul fatto che spesso manchi l'affondo sulle cause dei problemi sul tappeto.
E' vero che un conto è il discorso alla piazza e un altro conto è un discorso di approfondimento. Ma l'articolo di cui sopra, poteva essere di approfondimento...

Giovanni ha detto...

Letto l' intervento di Fabrizio Giudici, con cui mi sento "in sintonia" (non mi pronuncio su Riscossa Cristiana perchè mi capita solo ogni tanto di leggere qualcosa), volevo solo aggiungere che anch' io in piazza c' ero e direi che le idee erano molto chiare: il ddl Cirinnà va ritirato!
Per questo ho reagito quando ho letto l' intervista ad Elisabetta Frezza: a me pare proprio che la direzione di chi ha organizzato il Family Day, così come quella di chi ha promosso l' Appello dei giuristi ed il Testo Unico Sacconi sia quella giusta e non preveda mediazioni; l' intervista mi sembra un po' troppo critica su tutto...

mic ha detto...

Per Fabrizio Giudici e Giovanni qua su.
Non ho personalmente approfondito i testi legislativi che citate, ma osservo che Gnocchi/Frezza li inseriscono in un contesto "normalizzatore", nel senso di "allineamento compromissorio" che viene dato a questo termine : " In fin dei conti, infatti, le posizioni di Gandolfini e compagnia ricalcano l’impianto del Testo Unico, che altro non è se non la trappola per attirare, tramite Alleanza Cattolica, la parte più a destra del dissenso simil-cattolico. Sono i normalizzatori per mandato episcopale."
Poiché altrove è stato ampiamente dimostrato lo zampino di Ruini & C. proprio in questa ottica, sareste così gentili da dimostrarci (non solo con affermazioni generiche) le ragioni specifiche per cui la critica sarebbe non solo eccessiva ma anche infondata?

mic ha detto...

Quanto al Circo Massimo, siamo in molti qui che, pur con le riserve sul rischio del 'male minore', erano non solo d'accordo sulla necessità del farsi sentire, ma erano anche presenti...

Luisa ha detto...

Segnalo:

https://bergoglionate.wordpress.com/2016/02/08/la-nostra-lettera-a-jorge-bergoglio-no-la-bonino-non-e-una-grande/

Giovanni ha detto...

Rispondo a Mic.
Anche io non ho approfondito più di tanto i testi legislativi, ho letto rapidamente il Testo Unico Sacconi e, anche sulla base di commenti che ho letto, mi sembra in linea con quanto un cattolico può approvare, non istituendo alcuna nuova forma di unione ma riconoscendo solo alcuni diritti individuali (peraltro già riconosciuti) ai componenti di una convivenza.
Quanto al "contesto normalizzatore" ed al Card. Ruini non sono in grado di dire nulla (se non, per quanto riguarda quest' ultimo, che io avevo interpretato in senso opposto la sua intervista anche perchè ha promosso il Family Day del 2007 proprio per opporsi ad una proposta di legge molto meno pericolosa di questa...)
Posso però ripetere che la linea degli organizzatori del Family Day mi sembra molto chiara e decisa sul rifiuto di ogni mediazione (anche in piazza il Dott. Gandolfini è stato molto preciso su questo...), e non vedo perchè questa linea dovrebbe cambiare.

Anonimo ha detto...


@ Miriano su omosessualita'

Ha detto che "in passato la condanna sociale dell'omosessualita' e' stata crudele, ingiusta, fonte di dolore". Contesto queste affermazioni. "Crudele" potra' esser considerata la lapidazione prevista nella Bibbia per i sodomiti, ma non certo il regime di condanna "sociale", spesso blanda, vigente per tanti secoli in Occidente, anche dopo l'avvento del Cristianesimo. Perche' poi "ingiusta"? Condannare anche "socialmente" sodomia, pederastia, saffismo non era forse giusto? Non bisognava difendere soprattutto la gioventu' dalle blandizie contronatura? La sinistra Simone de Beauvoir, la "compagna" dell'erotomane Sartre, lesbica e libertina notoria, quando era giovane insegnante sotto Vichy subi' un processo per aver sedotto una allieva e fu condannata al carcere, che poi non sconto' perche' venne la Liberazione a salvarla. Dobbiamo dire che quella condanna fu "ingiusta"? Che poi queste condanne "sociali" siano state "fonti di dolore" a chi ne era vittima, preoccuparsi di questo irrilevante aspetto e' tipico del sentimentalismo fasullo e "femmineo" oggi imperante, quello che presso i piu' (anche se non sembra esser il caso della Miriano) inghiotte senza batter ciglio cammelli ed elefanti. Parvus

mic ha detto...

Giovanni,
sostanzialmente il suo "non sono in grado di dire nulla" in base agli approfondimenti richiesti, non mi pare cambi di una virgola la sua generica sponsorizzazione di Gandolfini semplicemente ribadita.

Storico ha detto...

La sinistra Simone de Beauvoir, la "compagna" dell'erotomane Sartre, lesbica e libertina notoria, quando era giovane insegnante sotto Vichy subi' un processo per aver sedotto una allieva e fu condannata al carcere, che poi non sconto' perche' venne la Liberazione a salvarla.
Aggiungo che, durante la Repubblica Spagnola, l'unica volta in cui degli anarchici ebbero affidati dei compiti di responsabilità più grandi del riordinare la propria stanza la principale proposta di legge che seppero concepire e far approvare, fu relativa a severe pene detentive contro gli "uranisti" come si diceva allora.

mic ha detto...

Giovanni,
sostanzialmente il suo "non sono in grado di dire nulla" in base agli approfondimenti richiesti, non mi pare cambi di una virgola la sua generica sponsorizzazione di Gandolfini semplicemente ribadita.

mic ha detto...

Per storico,
quanto a Simone de Beauvoir, mi è bastato leggere negli anni '60 "Il terzo sesso", che già conteneva la quintessenza delle idee che oggi sono purtroppo diventate in qualche modo un sentire comune....

RR ha detto...

Se fossi stata la mamma dell'allieva sedotta, non avrei aspettato il giudice. E la Liberazione l'avrebbe vista da sotto terra !
E criticano Vichy!
RR

RR ha detto...

Anche il PCUS e partiti satelliti non amavano gli "uranisti", come si diceva allora (mai sentito prima)
RR

Anonimo ha detto...

Non concordo con coloro che difendono la linea morbida "alla Miriano", condivido Gnocchi e Frezza perchè sanno di ciò che parlano e bene, quindi hanno ragione al 100%. Il metodo dell'introdursi a poco a poco , briciola dopo briciola lo stiamo pagando troppo caro e sulla pelle di infanti e bambini e adolescenti che DEVONO essere tutelati e difesi dagli adulti, non venduti per certi FALSI diritti altrui. Ho visto la MNiriano in tv e devo dire che NON ha dato una risposta DECISA ma ni ni alla domanda netta dell'intervistatore. Onore per la difesa della figura della madre ma quando si dice che la madre deve occuparsi(quando la madre ha venduto il figlio!) invece di rispondere NO netto alla domanda del conduttore, significa che non ci siamo: le critiche le ho lette anche altrove in merito. Noi chiediamo 100 voi dite 0 e poi si fa 50 e la prossima volta di nuovo, tesi antitesi sintesi...No si dice 0 perchè NON è morale e resta 0. 50 non è morale come non è morale 100 e come non è morale neanche 5. Ognuno è libero di fare ciò che vuole dei suoi organi sessuali ma non si pretenda di dire che è morale. Non lo è e non lo sarà mai. E' già sbagliato al 100 % che sia argomento di discussione e di legge. E che i conviventi abbiano più diritti di una famiglia come diceva la Miriano stessa.

Anonimo ha detto...

https://it.wikipedia.org/wiki/Uranismo

Storico ha detto...

nell'Est Europeo, appena un gerarca andava in disgrazia, la prima cosa di cui veniva accusato erano (vere o false) perversioni sessuali.
Ancora in pieni anni '70, i gruppi stalin-maoisti, scandivano per le strade, sulla falsa riga del celebre inno degli Inti Illimani in pseudo-spagnolo (involontariamente comico) "EL PUEBLO, UNIDO, REPRIME L''INVERTIDO".

Anonimo ha detto...

Credo che il libro della Simone de Beauvoir, SI intitolasse "IL secondo sesso".
Ricordo la copertina con un uomo ed una donna nudi sopra, che si guardavano in tono interrogativo.

Anonimo ha detto...

http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/vaticano/2016/02/09/news/giubileo_il_papa_i_missionari_della_misericordia_nei_confessionali_no_alla_rigidita_-133061685/?rss

Anonimo ha detto...

Domando, visto che non lo so:
questo Testo Unico delle convivenze in qualche modo, anche minimo, anche minimissimo riporta norme che stabiliscono che le convivenze non sono dannose per la società ? dice o propone o riporta a norme e misure che in qualche modo anche minimo, anche minimissimo le tuteli o addirittura le agevoli e non le contrasti ?
(Attenzione: parlo di convivenze, senza curarmi di chi convive con chi: uomo con donna e non solo uomo con uomo o donna con donna).
Se la risposta alle domande è : SI, allora ne consegue che detto Testo Unico è assolutamente inaccettabile per chi si professa cattolico, questo in quanto la convivenza è immorale e perciò dannosa per i conviventi e per la società ed i suoi componenti.
Quindi se la risposta è SI direi che la posizione dell'avv. Frezza è inoppugnabile, infatti da questa apertura anche se minima o minimissima alle convivenze scaturiscono poi in modo più o meno diretto e più o meno veloce le altre nefaste conseguenze come da uno stesso albero si colgono sempre i medesimi frutti.

Aggiungo, tanto per chiarire: inaccettabile per chi si professa cattolico è anche il cosiddetto "matrimonio" civile, essendo della stessa specie delle convivenze.
Marco P.

Marco Toti ha detto...

Il problema, mi pare, è che il neocatecumenale Gandolfini ha aperto --se aveva in passato mai chiuso-- sui "diritti individuali degli omosessuali". A parte l'ambiguità dell'assunto (quali sarebbero questi diritti da integrare?), anche questo è inaccettabile, sulla base del ragionamento impeccabile della Frezza, che riporto di nuovo, e che è semplice buon senso: oggi, però, un miracolo di coraggio:

Nessuno osa più ricordare che un ordinamento (nella sua funzione, appunto, “ordinatrice”) deve tutelare solo interessi che coincidano con l’interesse generale, in vista della conservazione e della crescita retta e armonica della società. Che la famiglia non è un fatto convenzionale, ma una realtà naturale che precede il diritto, perché è il luogo dove si genera

Non so se la Miriano lo direbbe (affermare le unioni civili significa negare l'ordine divino, rovesciarlo prometeicamente), o se lo ha mai detto quando la invitano ai dibattiti che usa frequentare. Secondo me no: quando io ho l'occasione di sentirla, parla sempre di "umano". Anche lei, quindi, è vittima della "svolta antropologica". Non capisco come si fa a lodare contemporaneamente Frezza (giustamente) e Miriano, quando gli strali della prima sono diretti anche "contro" la seconda.

Cito da un intervento di un lettore:

Detto questo, le iniziative di Riscossa Cristiana - come convegni, eccetera, per non parlar poi di messe e preghiere - sono certamente meritorie. Tuttavia, non mi pare che, al di fuori di un ristretto circolo di conoscitori, abbiano alcuna rilevanza sull'opinione pubblica e sui media. Viceversa il Family Day ce l'ha avuta, eccome: a giugno ha evitato una furtiva approvazione estiva ed ora almeno ce la stiamo giocando. Certo, poi tutto può andar male: ma è una battaglia, la guerra continuerà. Chi non è venuto in piazza dieci giorni fa per propria decisione esplicita farebbe meglio a chiedersi cosa sarebbe successo se la sua presenza avesse consentito non solo di riempire il Circo Massimo, l'obiettivo che ci si era posti, ma di superarlo ampiamente, "inondando" il circondario. Oggi avremmo molte più possibilità.

Ma il "Family Day" ha dietro certe e gerarchie e i neocatecumenali, immagino anche OD, CL e compagnia cantante. Ecco perché ha avuto "successo". Possibilità di che, poi? Secondo me chi crede di fermare ciò che è già deciso, a maggior ragione tramite una o cento manifestazioni, crede alle favole. L'"opinione pubblica" è una di queste.

Anonimo ha detto...

Io non so niente di Alleanza Cattolica, né di Ruini, né di altro: ho già detto che sono sempre rimasto fuori da ogni organizzazione e prego il Padreterno che mi ci tenga fuori fino alla fine della mia vita. Vista l'epoca in cui viviamo, e basandomi su pressupposti più "lotta contro i Principati e le Potestà" che non su considerazioni politiche, vedendo fino a che piano è arrivata la corruzione e l'incapacità nella gerarchia, mi aspetto che ci siano attività sommerse ovunque e che chiunque possa tradire o fare fesserie in buona fede. Per questo sono lieto di leggere opinioni diverse. Ma per lo stesso motivo non ripongo la mia fiducia a priori in nessuno, piuttosto guardo quello che sostiene e la coerenza con quello che fa. "Nessuno" vuol dire né Miriano o Gandolfini, ma neanche Frezza o Gnocchi. Tanto per esser chiari, non vedo da nessuna parte Giovanne d'Arco in odore di santità, di cui ci si possa fidare per puro carisma. Se già non sono disposto a seguire Papa Francesco alla cieca quando tocca inopportunamente questioni di pastorale o dottrina in contrasto con il Magistero (e mi pare che, su questo punto, qui sono sostanzialmente tutti d'accordo), tanto peggio sono disposto a seguire un laico sulla base del principio di autorità (che non ha). E frasi come questa:

"condivido Gnocchi e Frezza perchè sanno di ciò che parlano e bene, quindi hanno ragione al 100%."

mi sembrano totalmente povere di ogni contributo alla discussione. A casa mia si ragiona prima cercando di descrivere accuratamente i fatti, poi proponendo una tesi e infine dimostrandola sulla base dei fatti accertati. (*)

Né io né Giovanni, per quanto capisco, stiamo sponsorizzando alcunché. Sono state fatte due domande chiare: la prima, perché si attaccano le posizioni di Miriano, Gandolfini, eccetera sulla base di una ricostruzione parziale delle dichiarazioni che hanno rilasciato. Se si è così convinti delle proprie tesi, tutti i fatti devono concorrere naturalmente a sostenerle. Se certi fatti vengono occultati, non posso che pensare che le tesi non sono così robuste neanche nella mente di chi le propone. La seconda è una richiesta di approfondimento sul perché il testo Sacconi sia un problema dal punto di vista cattolico. Né io né Giovanni stiamo sponsorizzando questo testo: l'abbiamo capito in un certo modo e se ci sono evidenti contraddizioni con il Magistero spiegateci quali sono perché non le vediamo.

PS Sul testo Sacconi poi mi pare ci sarebbe da dire un'altra cosa, se capisco bene. Oggi non è in discussione il testo Sacconi, ma la Cirinnà. L'urgenza è impedire che passi. Nel momento in cui i parlamentari discutessero il testo Sacconi, questo vorrebbe dire che la Cirinnà è stata bocciata, e che si ripartirebbe da una Commissione. Dico bene? Il che vuol dire rimandare di mesi. E semmai in quel momento diventerà di attualità ragionare se il testo Sacconi è compatibile con il Magistero o no. Nel frattempo in testa a Renzi potrebbero capitare tante grane da fargli passare la voglia.

(*) Ognuno è ovviamente libero di fare quel che crede e all'interno di una certa comunità ci si regola come si vuole. Se però si vogliono raccogliere consensi al di fuori di quella comunità ci vogliono argomentazioni che stiano in piedi indipendentemente dalle persone che le sostengono.

Grazie.

Fabrizio Giudici

mic ha detto...

non vedo da nessuna parte Giovanne d'Arco in odore di santità, di cui ci si possa fidare per puro carisma.

Né la Miriano né la Frezza si pongono come Giovanne d'Arco, così come nessuna delle altre persona che cita assumono atteggiamenti carismatici. Mi pare che facciano discorsi di grande equilibrio, analizzando e soppesando le questioni e argomentando le loro osservazioni.

la prima, perché si attaccano le posizioni di Miriano, Gandolfini, eccetera sulla base di una ricostruzione parziale delle dichiarazioni che hanno rilasciato. Se si è così convinti delle proprie tesi, tutti i fatti devono concorrere naturalmente a sostenerle. Se certi fatti vengono occultati, non posso che pensare che le tesi non sono così robuste neanche nella mente di chi le propone.

Più che di tesi mi pare che nel brano che segue si tratti di affermazioni precise:
"Partito l’ordine, si finisce per serrare i ranghi. Tutti, o quasi, ai loro posti in modo più o meno strisciante. Tra gli organizzatori della manifestazione, dietro l’apparente compattezza, regna la confusione più totale, ben espressa nella persona del portavoce Massimo Gandolfini che un giorno chiede di scorporare la sola questione dei figli, un altro parla di diritti individuali degli omosessuali, un altro ancora di diritti civili della coppia, magari “attenuati”, in un virtuosismo ormai incontrollato di variazioni sul tema."
Invito a leggere con attenzione anche ciò che precede e segue...

La seconda è una richiesta di approfondimento sul perché il testo Sacconi sia un problema dal punto di vista cattolico. Né io né Giovanni stiamo sponsorizzando questo testo: l'abbiamo capito in un certo modo e se ci sono evidenti contraddizioni con il Magistero spiegateci quali sono perché non le vediamo.

Né lei né Giovanni ci avete ancora detto come lo avete capito, visto che vi è stato richiesto e le vostre affermazioni (senza argomenti) contraddicono la visione articolata espressa nell'intervista.

Ognuno è ovviamente libero di fare quel che crede e all'interno di una certa comunità ci si regola come si vuole. Se però si vogliono raccogliere consensi al di fuori di quella comunità ci vogliono argomentazioni che stiano in piedi indipendentemente dalle persone che le sostengono.

Finché non porterete elementi concreti, mi pare che per lei e Giovanni vale lo stesso discorso.
Le ricordo che Elisabetta Frezza, di argomentazioni che stanno ben in piedi ne ha prodotte a iosa. Tanto per documentarsi meglio può ascoltare una sua conferenza qui

http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2016/01/gender-tutta-la-verita-la-drssa.html

E leggere alcuni articoli:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/06/dal-family-day-al-family-gay-gli.html
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/07/lettera-aperta-un-uomo-di-chiesa-di.html

Marco Toti ha detto...

Sacconi cattolico? Altra panzana.

Rr ha detto...

A prescindere da considerazioni "de Fide", oggi in Italia ed in Europa abbiamo problemi molto seri, dalla crisi economica a quella immigratoria ai ventindi guerra qui e la', che riguardano TUTTI, non un minoranza inferiore al 5% della popolazione. Un Parlamento SERIO e con una minima preparazione politica e giuridica, non dico etica, si occuperebbe delle questioni che riguardano TUTTI i cittadini, non la minoranza della minoranza.
Nessuno brucia gli omosessuali in piazza, se mai questo sia successo in passato, e nessuno li incarcera. Ne' sono disoccupati per la loro omosessualità, anzi Nessuno impedisce loro di testare, regalare, preoccuparsi per il futuro del compagno/a. Nessuno impedisce loro di visitare il compagno/a malato in ospedale, ne' di andarsene insieme in vacanza. Nessuno attenta alla loro vita, ne' liberta. E nessuno li guarda storti in metro o in piazza.
Ed allora, perché non lasciamo perdere e ci occupiamo di cose più importanti per TUTTI NOI ?
Quindi NO Cirinna' , NO testo unico. SI a leggi per l'occupazione, per le pensioni, per la sicurezza, contro l'invasione, ecc.
Rr

Anonimo ha detto...


@ Rettifica su Simone de Beauvoir: non ci fu processo, fu cacciata dall'insegnamento

Non ebbe un processo penale. Fu accusata dalla madre di un'allieva di averle corrotto la figlia minorenne. Ci fu un'inchiesta e fu cacciata dall'insegnamento. L'autrice di una sua biografia, scritta qualche anno fa, sostiene che l'inchiesta si concluse con un "non luogo", anche se non ne spiega le motivazioni (insufficienza di prove, il fatto non sussiste). La de Beauvoir sarebbe stata cacciata con la motivazione ufficiale di far leggere alle allieve autori come Proust e Gide. Trovo' poi un impiego, l'ha detto lei stessa, a 'Radio Vichy' dove per un certo tempo curava un programma sul music-hall. Non partecipo' mai alla Resistenza, visse sempre comodamente (e intensamente) a Parigi. Il "bisessualismo" di questa donna e' comunque acclarato. Circa l'espulsione dall'insegnamento, la mia impressione e' che le autorita' non abbiano voluto creare lo scandalo. L'accusa di far leggere autori "scandalosi" come Proust e Gide, anche per l'epoca di Vichy appare ridicola, in quanto accusa giustificante un provvedimento di espulsione dall'insegnamento.
parvus

Josh ha detto...

OT mica tanto

http://www.repubblica.it/vaticano/2016/02/09/news/suora-133047449/?rss&refresh_ce



Anonimo ha detto...

Rr non c'è niente da fare, hanno già avuto i soldi da chi di dovere, passerà e sarà un vero casino.....Uranisti deriva da Urania una delle Muse, che era lesbica o, se preferisci, si concedeva amori saffici.....poi mi dici come caxxo fai a non pagare il canone adesso che è sulla bolletta ENEL.Grazie. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

non pagare il canone adesso che è sulla bolletta ENEL.
Cercate su internet. Qualcuno sembra che stia dando delle dritte al riguardo.

RR ha detto...

Grazie per las spiegazione su mania, 5 anni di kicoe classico e ignorare chi fosse e cosa facesse. Mentre su Saffo avevo letto che anche lei, forse, aveva goduto di "cattiva stampa".
Sul canone, 1) voglio vedere come strutturano le bollette e se veramente fan partire la cosa da luglio, 2) ci sono vari suggerimenti in giro, basta andare su Internet.
In generale, pagare il meno possibile sempre ed il più tardi possibile (che ora che se ne accorgono...).
Rr

Josh ha detto...

altri membri del clero con idee "particolari":

http://www.ilrestodelcarlino.it/bologna/adozioni-gay-family-day-1.1710801

RR ha detto...

Josh,
idee "particolari" per portatori di "tendenze particolari", visto anche l'ultimo caso di Brescia...
RR