Se si scollegano Amore e giustizia allora anche l'odio, di sé e dell' altro, diviene amore. La giustizia è dare all'altro il dovuto. Cosa è dovuto all'altro? Ciò che lo completa, in senso positivo, e ciò che lo reintegra, in senso negativo. Cosa manca all'uomo per essere completo, cioè per essere unità perfetta? La donna! ( e logicamente viceversa). La parola sesso è chiarissima. Viene dal latino secare, cioè tagliare in due affinché i due ricomponendosi tornino all'uno. Questo Uno, questa unità, si chiama Figlio. Oggi, a Pompei, andrà in onda il festival dell'odio di sé, cioè la rinuncia ad essere completi e dell' odio dell'altro la rinuncia a completare l'altro. Chiudo affermando con forza che la miglior forma di aiuto a queste persone (sono decisamente persone e quindi inviolabili perché creature di Dio uguali ab origine al prossimo. Non vanno buttate giù dai tetti o impiccate per il loro agire) è la preghiera di conversione. La luce della Verità le illumini e faccia loro comprendere cosa sia il Vero Amore... (Matteo Dellanoce su Fb)
29 commenti:
Pompei, 30 giugno
Mentre, anche per merito dell'ignavia dell'Arcivescovo Prelato, sta per andare in scena una manifestazione abominevole e blasfema, sacerdoti cattolici pregano e riparano l'offesa a Dio e Maria Santissima.
Siamo grati a don Aldo Rossi, Priore del Priorato San Pio X di Albano Laziale, ai fratelli della FSSPX ed ai fedeli presenti, per questo gesto umile ma sicuramente gradito a Dio.
"Contrapporre una riparazione nazionale agli oltraggi che i protestanti e gli increduli fan pubblicamente alla nostra Religione ed alla Vergine Madre di Dio in questa Italia che è sede del Papato, ossia fonte di vera civiltà".
Gradirei una smentita dal governo che Spadafora non vada a questo scifo di manifestazione a nome del governo. In questo governo ci sono molti cattolici che non approvano una tale schifezza. Un appunto al sindaco di Pompei non doveva autorizzare davanti al Santuario della Madonna del SANTO ROSARIO una tale oscenità.
Così scrive sulla sua pagina facebook VINCENZO SPADAFORA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega alle pari opportunità e ai giovani
"Domani parteciperò al #PompeiPride IN RAPPRESENTANZA DEL GOVERNO. (sic!)
Le conquiste degli ultimi anni in tema di diritti vanno difese perché appartengono a tutti noi. C’è un grande lavoro ancora da fare che non passa solo attraverso le leggi ma può essere messo in campo fin da subito, e quotidianamente, da ognuno di noi nel proprio ruolo. Mi riferisco ad un forte lavoro culturale volto ad aumentare le occasioni di conoscenza per abbattere steccati e pregiudizi. I diritti vanno conquistati e difesi tutti i giorni, camminano sulle gambe delle persone. Perciò il più grande investimento che possiamo fare per garantire maggiore tutela dei diritti è nelle persone, soprattutto i più giovani. È per questo che ho deciso di esserci. E ci sarò nello svolgimento del mio incarico, in modo convinto per difendere i diritti e valorizzare tutte le unicità!"
https://www.facebook.com/vincenzospadaforaufficiale
.."IN RAPPRESENTANZA DEL GOVERNO"...
Già...
...e Libero scrive:
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13355601/gaypride-vincenzo-spadafora-sottosegretario-pompei-rivolta-cattolici-mario-adinolfi-provocazione-governo-.html
Il presidente grillino della Camera FICO dichiara:
"I porti non li chiuderei, bisogna usare testa e cuore. Le ONG sono preziose"
http://www.ilgiornale.it/news/politica/migranti-fico-ribatte-salvini-io-i-porti-non-li-chiuderei-1547049.html
Il nuovo governo a guida M5S-LEGA ha avuto la prima vera occasione per dimostrare che il vento era cambiato. Gaypride a Pompei. Non solo si autorizza questa pagliacciata blasfema ma, come se non bastasse, il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Spadafora, partecipa pieno di entusiasmo in rappresentanza del governo. Le manifestazioni di protesta vengono relegate in periferia dalle forze dell'ordine ed il ministro Fontana, in evidente imbarazzo, tace. Ma anche un suo sbadiglio, oggi, apparirebbe del tutto inutile.
Profondamente dispiaciuta per le dichiarazioni di Vincenzo Spadafora, mi auguro che il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri possa presto essere in grado di distinguere tra la pretestuosa ostentazione di un disagio, dal suo paziente ed umile superamento. Coloro che hanno ruolo istituzionale non sono chiamati a seguire le mode transeunti. Il loro compito è quello di proporre un esempio umano in grado di superare compostamente ogni follia propria e del secolo.
Scegliere Pompei per un gay pride è chiaramente una grave provocazione per la Chiesa di Roma. Altrove, in qualche posto senza santuario mariano, non sarebbe risultato così provocante. Quello di cui dubito è la capacità di cogliere l'aspetto offensivo della manifestazione da parte dell'onorevole grillino. Come esponente del governo dovrebbe comprendere che una maggiore sobrietà sarebbe cosa giusta e santa.
Questo deputato cinquestelle o è un ingenuotto ignorante o è in mala fede. La "partecipazione a nome di" necessita di un mandato. Che non c'è. Bene ha fatto Fontana ha definirla "iniziativa personale". Però, caro Fontana, un po' più di coraggio e di voce alta nel denunciare questo stupidotto e le sue idee. Queste derive a favore della perversione non devono essere più tollerate. A proposito: quando potremo vedere forze cristiane e/o di destra contromanifestare in modo muscolare, come avviene regolarmente in Russia quando i sodomiti tentano, per l'eccessiva tolleranza di Putin, di organizzare gay pride?
Lorenzo Fontana, il Ministro della famiglia:
Con tutto il rispetto, il sottosegretario Spadafora parla a titolo personale, e non a nome del governo, né tantomeno della Lega. Per quanto ci riguarda, la famiglia che riconosciamo e che sosterremo, anche economicamente, è quella sancita e tutelata dalla Costituzione.
Vergogna vergogna.
Stimo questo governo ma non a qualsiasi prezzo.
Questa fa riflettere. Chissà se si rifletterà anche a sinistra...
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10213545196079104&set=p.10213545196079104&type=3&theater
Al Gay Pride di Pompei sono in migliaia a sfilare per le vie della città del Santuario della Beata Vergine del Rosario. Ed è proprio mentre il corteo sfila dinanzi alla Basilica che c'è schierato un gruppo fedeli che recita il rosario in segno di protesta.
A Milano per il gay-pride erano 200.000.
Il sindaco Sala vuole dirci che è omosessuale, mentre tutti i presenti alla manifestazione manifestano la loro imbecillità. Sono certo che un omosessuale minimamente intelligente (così gli etero) non andrebbero mai a queste manifestazioni che hanno qualcosa di talmente burino e miserabile da far vergognare il buon senso.
Marco Tosatti Ieri abbiamo scritto che forse da parte del santuario di Pompei, non riuscendo a dire quello che ha detto, sarebbe stato meglio il silenzio. Chi comunque avesse dei dubbi sul significato provocatorio, anticattolico della manifestazione credo che se lo possa togliere guardando le immagini che pubblichiamo. In particolare ci ha colpito lo striscione in cui parla delle persecuzioni degli omosessuali da parte della Chiesa.
http://www.marcotosatti.com/2018/07/01/papa-e-chiesa-bersaglio-del-pompeipride-fontana-a-spadafora-famiglia-quella-della-costituzione/
Fedriga: "Soldi pubblici al Gay Pride? Li do solo al Family day"
Il governatore leghista: "Il Friuli tutela e difende la famiglia naturale a mai darà il patrocinio ai vari Gay Pride: diamo il patrocino al Family Day"
http://www.ilgiornale.it/news/politica/fedriga-friul-sosterr-solo-i-family-day-e-mai-i-gay-pride-1547288.html
Il problema e' sempre e solo uno, soprattutto in questo triste episodio:la sottomissione al mondo del papa e dell'alto clero.
Ripetiamo questa verità elementare fino alla nausea.
Per un misto di opportunismo (evitare ogni conflitto a causa del Vangelo) e vigliaccheria.
Sono loro i rappresentanti della Chiesa cattolica e dovevano essere loro a manifestare pubblicamente, e in modo deciso, il loro sdegno contro questa pagliacciata volutamente blasfema e apertamente CONTRO il cristianesimo, ostacolo all'istituzionalizzazione della loro perversione sessuale.
Un ostacolo che, oltretutto, grazie a questo clero, e' ormai solo formale
Ma la lobby omosessualista, e chi la sostiene, non si accontenta.
Non gli basta un papa che, in sostanza, elimina il peccato di omosessualità (sebbene con la consueta e subdola ambiguità dei suoi atti papali e delle sue aeree esternazioni).
Come gli islamici, vogliono la nostra sottomissione totale, il nostro annientamento.
E quindi vanno ad oltraggiare un Santuario particolarmente caro a tutti noi, cristiani e devoti mariani.
Guarda caso, la devozione alla santissima Vergine Maria e' quella presa più di mira dai peccatori orgogliosi di esserlo e dagli eretici.
E naturalmente, coloro che in quel momento pregavano il Rosario (in un Santuario mariano, pensa un po'!), erano pericolosi "estremisti di destra", sostenitori di un ripugnante "governo dell'odio"!
Anche ik Santuario di Pompei non è un luogo di preghiera, ma un covo di pericolosi fascisti!
Il Fatto Quotidiano infatti titola:
"ESTREMA DESTRA IN PREGHIERA PER PROTESTA"
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/07/01/gay-pride-le-voci-dal-corteo-vogliamo-piu-diritti-per-le-famiglie-arcobaleno-ma-preoccupati-dal-governo-dellodio/4463221/
Ciò che più preoccupa è che "Il fatto quotidiano" non rappresenta l'opposizione ma l'anima di sinistra del m5s e dunque l'espressione "governo dell'odio" è riferita all'ala leghista del governo che, insieme all'anima moderata dell'eterogeneo movimento, ancora è portatrice di valori etici.
Istanbul, i fratelli musulmani di bergoglio sparano ai manifestanti al gay pride.
L'ideologia gay non è un esempio di libertà. In Occidente sta imponendo una dittatura del politicamente corretto. E' un altro esempio del nichilismo che affonda le nostre società. E' però contrario ai diritti umani perseguire i gay o addirittura ucciderli come avviene in Palestina e altrove nei paesi islamici. Un punto di equilibrio sono le leggi russe che vietano la propaganda omosessuale.
Il gay pride nulla ha a che fare con la sacrosanta difesa dei diritti degli omosessuali. Con pagliacci sui trampoli e bardati in fucsia e arcobaleno, il gay pride è un patetico fenomeno di adattamento postmoderno dei costumi al nuovo ordine globalista e post-borghese. Serve a destabilizzare la mentalità dei popoli, a ortopedizzarla in senso post-familiare e iperedonista: per creare gli schiavi ideali, la plebe policroma del totalitarismo glamour del libero mercato. Lo schiavo ideale, scrive Spinoza nel Trattato politico, è colui che agisce per soddisfare il desiderio di un altro come se fosse il proprio. Perché altrimenti i megagruppi multinazionali, ossia quelli che massacrano i lavoratori, finanzierebbero il gay pride? Filantropia? Macché, nuda logica del profitto.
Diego Fusaro
Parlare di "diritti degli omosessuali" è assurdo.
Si tratta di una evidente patologia, anche se è stata colpevolmente cancellata dall'elenco ufficiale delle patologie. Una patologia ha forse "diritti"?
Essa dà poi luogo a stili di vita notoriamente viziosi e contribuisce a diffondere certe brutte malattie.
Ciò non significa che sia lecito sparargli addosso, anche se la Gay Pride Parade è una farsa oscena che non dovrebbe essere permessa. Devono esser trattati con misericordia, nel senso cristiano, come insegna san Paolo: convincerli senza ipocrisie del loro grave peccato e aiutarli nel pentimento e nella redenzione.
Ma non parliamo di "diritti", soprattutto quando dobbiamo difenderci da una sempre più aggressiva lobby gay mondiale, che si sta insediando al governo delle nazioni occidentali, con effetti a dir poco devastanti (vedi i casi recenti dell'Irlanda, tanto per fare un esempio).
Z.
" Un mio predecessore aveva impedito la sua ordinazione forse perchè aveva capito che non era la scelta giusta, ma lui è andato a farsi ordinare sacerdote a Rieti. Di sicuro la sua è una vicenda personale difficilissima e tristissima. Non ha chiesto di essere sollevato dal ministero ed è quindi ancora un prete: se non lo farà a breve, ci muoveremo d’ufficio».
https://corrieredelveneto.corriere.it/verona/cronaca/18_luglio_03/parroco-veronese-si-sposa-l-amico-vescovo-ancora-prete-91f8ecea-7e94-11e8-8a8a-e31d5ac565da.shtml
"Poraccio"!
Non capisco perche' incaponirsi a diventare prete e iniziare il ministero sacerdotale con un sotterfugio (farsi ordinare a Rieti), dal momento che gia' non amava Gesu' piu' del suo compagno ne' ha inteso la virtu' della fortezza.... Santa Maria prega per loro adesso e nell'ora della loro morte . Amen
Non si rendono conto che sono tentazioni che vanno loro incontro per liberarli dalle loro debolezze. Se dicono: rinuncio, cominciano a risalire; se fanno gli amorosi non rinunciando, continuano a discendere.
I prossimi gay pride si devono fare davanti le moschee. Queste culture si devono integrare.
Misteri del passato
di Aldo Maria Valli
Ci fu un tempo in cui le nostre città erano periodicamente attraversate da cortei animati da gente in maschera. Ma non era per carnevale. I cortei – che pare si chiamassero gay pride – avvenivano infatti in estate e quella gente, pur essendo in maschera, non si nascondeva, ma scendeva in strada per rivendicare il proprio «diritto» a essere quel che era.
Il motivo di tutto ciò oggi ci sfugge. Nessuno infatti metteva in dubbio quel diritto. La tendenza dominante era anzi quella di riconoscerlo a tutti i livelli. Eppure le manifestazioni avvenivano.
Occorre aggiungere che i partecipanti non solo rivendicavano un diritto che in realtà non aveva bisogno di essere rivendicato, ma si comportavano in modo sguaiato e spesso osceno. Eppure nessuno prendeva provvedimenti a loro carico. Anzi: i giornali ne parlavano come di persone simpatiche.
I lati oscuri sono tanti. Pensate: i manifestanti non mancavano mai di irridere la fede cristiana e in particolar modo cattolica, offendendo così i sentimenti religiosi di milioni di persone, eppure sembrava che potessero farlo del tutto impunemente. Pochissimi infatti protestavano e le autorità pubbliche, anche sotto questo aspetto, lasciavano fare.
Ma non basta. Durante queste manifestazioni venivano anche lanciate molte accuse false e ingiuste. E sapete contro chi? Proprio contro i cattolici e la loro Chiesa! I manifestanti, vestiti (ma sarebbe meglio dire poco vestiti) in modo indecente, dicevano infatti che i loro simili erano discriminati, vilipesi e addirittura uccisi dai cattolici, ma in queste accuse non c’era nulla di vero, perché la Chiesa cattolica, al contrario, raccomandava di accogliere quelle persone con amicizia, trattandole con tutto il rispetto dovuto a ogni essere umano. Eppure le accuse erano continuamente rilanciate.
Guardando al passato ci imbattiamo spesso in autentici misteri e in questo caso non riusciamo a trovare risposte. Perché quei rozzi e disonesti manifestanti se la prendevano tanto con la Chiesa e con i cattolici? In base ai fatti, non avevano motivo di lanciare simili accuse e invettive. Eppure si accanivano, arrivando a vere e proprie profanazioni, come quella volta che, durante un corteo nella città di Pompei, tanto cara ai cattolici per la presenza di un celebre santuario mariano, presero di mira proprio la Vergine Maria, e lo fecero in un modo così inaccettabile e scandaloso che non vogliamo spendere neppure una parola per illustrarlo.
A proposito dei fatti dell’epoca ci sono molte altre zone d’ombra che non riusciamo a illuminare. Per esempio è difficile capire perché la Chiesa cattolica, anziché denunciare quelle manifestazioni come contrarie alla fede religiosa e, in generale, alla decenza, si limitasse a chiedere rispetto, che era un po’ come chiedere altruismo al più accanito egoista.
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Eppure nel caso del corteo di Pompei la Chiesa locale si comportò proprio così. Il «rispetto delle convinzioni dei credenti»: questa la richiesta che arrivò dal vescovo. Ma nemmeno una parola di biasimo o riprovazione per quel modo incivile e insolente di manifestare, né per le falsità affermate e diffuse anche attraverso i mezzi di comunicazione.
Osservando ora quei fatti lontani una sola parola viene spontanea: incredibile. Incredibile che le autorità pubbliche, a ogni livello, lasciassero fare e anzi, a quanto risulta, dimostrassero simpatia e sintonia nei confronti dei manifestanti. Incredibile che tanta volgarità e indecenza non venisse stigmatizzata, ma anzi fosse spacciata come forma di libertà e come diritto. Incredibile che la Chiesa apparisse timorosa di schierarsi sostenendo apertamente che quelle manifestazioni erano piene di atti oltraggiosi e blasfemi.
C’è da dire che non tutte le persone che si definivano gay erano favorevoli ai gay pride. Alcune di loro infatti spiegavano: «A che cosa possono servire queste manifestazioni volgari e oscene? I gay chiedono sempre di non essere considerati diversi, ma con questi cortei vanno contro le loro stesse richieste. Se non vuoi essere considerato diverso, perché organizzare cortei e sventolare una bandiera che dovrebbe essere il simbolo del tuo comportamento sessuale? Tutto ciò è contraddittorio. Gli eterosessuali non organizzano etero pride. Se all’inizio queste manifestazioni potevano essere paragonate a provocazioni, col tempo sono diventati stanchi rituali che servono solo a soddisfare gli istinti degli esibizionisti».
Tali argomentazioni, però, assai raramente trovavano spazio. In generale l’opinione pubblica appariva sotto l’influsso di un pensiero unico secondo il quale quel tipo di manifestazione era non solo legittimo, ma doveroso, come risposta a un atteggiamento che veniva chiamato «omofobia» ma che, a sua volta, non trovava riscontro nella realtà. «No all’omofobia!» gridavano i manifestanti, ma di questa omofobia non c’era traccia nella società. Anzi, ovunque prevaleva la tendenza a considerare la cosiddetta «cultura gay» come normale e perfino auspicabile, tanto che i principali esponenti della cultura parlavano dell’esercizio di quello stile di vita come di un diritto conclamato.
Chi veramente era vittima di discriminazione era la Chiesa cattolica, che però veniva dipinta come il carnefice. Un totale ribaltamento della realtà.
Ecco perché per noi oggi è davvero complicato capire come tutto ciò potesse succedere. L’epoca della quale stiamo parlando era contraddistinta da un ampio uso dei mezzi di comunicazione, che permettevano la circolazione delle notizie e delle idee, ma prevalevano i comportamenti assurdi. Per quale motivo?
Alcuni storici ritengono che proprio nei mezzi di comunicazione si annidasse il problema: era lì che la realtà veniva abitualmente ribaltata, attraverso l’uso intensivo della menzogna e della mistificazione.
Resta da chiedersi perché la Chiesa, che sotto molti aspetti sembrava essere l’ultimo baluardo a difesa della verità, abdicò al proprio compito, non denunciò i soprusi, non fece nulla per ristabilire la verità dei fatti e non aiutò la gente a giudicare correttamente.
Occorre però ricordare che stiamo parlando di una Chiesa cattolica, quella della prima metà del secolo ventunesimo, che era in gran parte sotto l’influsso dell’eresia neo-modernista, il che la rendeva incapace di ragionare correttamente e di esprimersi in base al dettato evangelico del «sì sì, no no». Volendo essere a ogni costo amica del mondo, quella Chiesa si stava condannando all’irrilevanza.
Per fortuna sono tempi assai lontani.
Aldo Maria Valli
Quando si parla di "nuovi diritti", in genere si tratta della beatificazione di vizi vecchissimi.
http://www.ilgiornale.it/video/cronache/bambini-lezione-omosessualit-drag-queen-1546577.html
Gay pride Milano:
pubblichiamo con indignazione e sincero dolore per questi bambini, indottrinati in tenera età all'omosessualismo e al sessualismo 2.0.
Fa male vedre questo video con la consapevolezza di ciò che sta dietro le quinte.. e soprattutto 'sotto' le quinte.
La dissoluzione, la depravazione, la bruttezza fatta esser eumano che violentano l'innocenza di anime pure come i bambini.
C'è anche tra di loro chi cosiglia addirittura ad un bambino di diventare un giorno una drag-queen.
E i genitori? I genitori sono i primi ad esserne compiaciuti e partecipi.
Siamo senza psrole.
Una realtà senza Dio, senza Morale, senza Logica.
#leuropacheNONvogliamo
L.P
CHIESA IN USCITA. TALMENTE FUORI CHE È FUORI DI SENNO
Il don "sposo" gayo a Verona - Nessun giudizio, solo abbracci. Muller: "Vescovo negligente".
> LE AMBIGUITÀ DI UN VESCOVO CHE NON GIUDICA, MA ABBRACCIA
A sorpresa arriva l'incontro tra il vescovo di Verona e il sacerdote "sposato" con un uomo alle Canarie. Nessuna condanna, anzi un abbraccio in favor di telecamera e auguri a "fare la tua strada liberamente". La verità della dottrina? E' stata detta, a fianco però di ambiguità su cui i giornali hanno facilmente lavorato. Come il fatto di non aver alcun diritto di giudicare.
http://lanuovabq.it/it/le-ambiguita-di-un-vescovo-che-non-giudica-ma-abbraccia
> MÜLLER: "DELUSO, UN VESCOVO È ANCHE GIUDICE"
Nessun giudizio? "Una negligenza, il vescovo è anche giudice. Così non dovremo giudicare neppure gli atti pedofili?". Il cardinal Muller sul caso di Verona usa toni molto duri: "Provo delusione, così il sacerdozio perde di credibilità. La Chiesa ha il dovere di accompagnare nell'errore e di giudicare gli atti".
http://lanuovabq.it/it/muller-deluso-un-vescovo-e-anche-giudice
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