Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 4 giugno 2018

Il cattolicesimo democratico espressione del modernismo teologico

Il cattolicesimo democratico è l'espressione politica, sociale e culturale del modernismo teologico. Cresciuto in un ambiente fecondo al suo sviluppo quale la Democrazia Cristiana e in particolar modo negli ambienti cristiano sociali e soprattutto dossettiani (coltivati nella Cattolica e quindi, paradossalmente ma non troppo, nell'ambiente più filofascista e antimoderno del cattolicesimo degli anni Trenta)(1) si è imposto a partire dagli anni Sessanta incoraggiato dalla parallela "svolta conciliare", spacciata per aggiornamento, nella Chiesa. 

Il cattolicesimo democratico esprime le stesse idiosincrasie che il cattolicesimo aggiornato postconciliare manifesta. Per entrambi è centrale il primato della prassi rispetto alle dottrina: nella sfera religiosa l'ortoprassi è considerata il bene supremo da trasmettere e perseguire, sostanzialmente preceduto e per certi aspetti svincolata da ogni aspetto dottrinale; così come si tende a svincolare sempre di più la teologia dalla metafisica. In entrambi si casi certifica il rifiuto della metafisica classica, dell'eredità greca che nell'incontro con il cristianesimo e nella sintesi che ne scaturì (in modo particolare con il tomismo) esprime tutta la sua potenzialità al servizio dell'uomo e della fede.

Questo passaggio, nella dimensione ecclesiale, si è realizzato cancellando la catechesi tradizionale (il cui oggetto era la trasmissione di contenuti) con la catechesi esperienziale (il cui oggetto invece è il fare esperienza cristiana all'interno della comunità cristiana); si palesa nella liturgia e nella spiritualità dove al mistero e alla contemplazione si sostituisce la "partecipazione" orizzontale, sebbene la si presenti "ispirata" su modalità evangeliche. 

Si manifesta nell'abbandono non solo della "dottrina sociale della Chiesa" ma di tutta l'esperienza storico-politico di 15 secoli di Cristianità (non di rado condannati) . Che cosa fanno il cattolico democratico e quello aggiornato? Che cosa hanno da dare e da dire alla società e in politica? In quanto cattolici niente. Questo perché se dal Vangelo non scaturisce anche una dottrina, se non ha niente a che vedere con la struttura metafisica dell'uomo e della sua dimensione sociale, esso si riduce a un codice etico privato e indicazione di comportamenti socialmente virtuosi a prospettiva eminentemente sociologica ma privo di obbligazioni morali e incapace di illuminare rispetto alle verità sull'uomo e sulla società, proprio perché fede che non solo illumina ma anche potenzia la ragione naturale al suo massimo grado. In questo contesto il cattolico democratico e quello aggiornato si sentono coloro che hanno il compito di farsi ponte, uomini di mediazione la cui missione specifica consiste nello smussare i conflitti nella società. 

La questione della trasmissione di contenuti dottrinali con cui rispondere e organizzare i criteri della propria azione viene sostituita da quella della problematizzazione delle questioni cui si risponde con "metodi pragmatici", in primis quello del "dialogo". Il problema del bene e del male è ridefinito in senso sociologico, quello della Verità posto in un piano inaccessibile e reso problematico mentre centrale diventa il proprio compito rispetto alla questione dei conflitti e delle divisioni nella società che il cattolico democratico, assieme alle questioni socio-economiche, sente come gli unici problemi rilevanti per l'azione politica di un cattolico percepisce. Se il cattolico democratico avverte la sua identità di cattolico come divisiva esso è disposto ad accantonarla e a ridurla al mero piano privato.

La dottrina è sentita nello stesso modo con cui si considerano le ideologie in politica: inutilmente divisive. E nello stesso modo l'eredità greca e la metafisica classica (l'essere delle cose scomodamente obbliga …) ree di "immobilizzare" la visione dell'uomo rispetto a questa nuova visione pragmatica dell'uomo e della società, soggiacente agli sviluppi della storia.

Forma di storicismo, questa, che nelle visioni teologiche ed ecclesiologiche neoteriche vengono pietosamente mascherate sotto la pretesa di rappresentare il "soffio dello Spirito Santo" che manifesta la sua volontà di rinnovamento nella storia, cui, fatalmente, sarebbe empio opporsi.

Il cattolicesimo "aggiornato" parrocchiale prepara "culturalmente" e soprattutto "psicologicamente" il cristiano alla vita sociale ed al suo eventuale impegno politico che non potrà che essere nel segno di una super-ideologia quale la democrazia che fin dal nome ha la pretesa di essere per essenza totalizzante, ecumenica e non divisiva. Si tratta di passare definitivamente alla "cultura dei comportamenti", teorizzata dallo storico cattolico democratico Pietro Scoppola (non a caso grande estimatore dell'etica pubblica dei Paesi nordici) con la quale pensava di superare definitivamente, proprio in nome dell'ortoprassi e di una coscienza civile di tipo laico e democratico, la divisiva in quanto "ideologizzata" presenza cattolica nella politica e nel sociale.
Tutto ciò che sta fuori da questi prospettiva è bollato come "retrogrado", "divisivo", "teocratico".

Ovvio che date queste premesse il cattolicesimo democratico è chiuso a tutto ciò che identitario, a tutto ciò che ha a che fare con la "fissità" dell'essere, a tutto ciò che specialmente sul piano etico e morale deve considerarsi bianco o nero. Mentre è al contempo aperto a tutto ciò che è onirismo utopico e buone intenzioni sradicate anche dalla realtà, a tutto ciò che liquido contro tutto ciò che è solido, a tutto ciò che è indifferenziato contro tutto ciò che è differenziato.

In caso di conflitto anche su temi morali, anche particolarmente gravi, il cattolico democratico ha comunque il compito di mediare e di abbassare le pretese: la sua idea di "bene comune" prevede il mantenimento della pace sociale a tutti i costi, non la difesa della consistenza delle verità delle realtà che si vanno a ridurre o a distruggere. In tal modo il cattolico aggiornato e democratico è costretto a manifestare la sua simpatia e la sua solidarietà davanti a qualsiasi fenomeno "progressivo", per quanto amorale, si manifesti sul piano sociale e del costume. L'uomo che si fa ponte, che abbatte i muri pensa di essere il "mite" e il "costruttore di pace" fraintendendo la natura stessa del discorso della Montagna di Gesù.

Un riflesso interessante di questa mentalità si coglie anche sulla cultura: nel senso che il cattolico democratico non sente alcun bisogno di promuovere forme culturali "cattoliche" (non necessariamente in senso confessionale ma semplicemente sul piano della dimensione profonda che rispetta l'essenza della civiltà e della dimensione umana aperti a essere sollevati dalla fede e dalla Grazia) perché accettando la dimensione secolare del suo impegno è pienamente partecipe di quella cultura e mentalità astrattamente progressiva che la società contemporanea e le leve del potere che la gestiscono produce.

In tutto ciò sostenuto ed apprezzato dalla attuale gerarchia ecclesiastica che in una sorta di circolo ermeneutico perverso è allo stesso tempo causa ed effetto di questo incredibile mutamento avendo esso stessa provveduto a svuotare la consistenza della formazione e della mentalità dei cattolici praticamente su tutti i piani.
Piero Mainardi su Fb
____________________________
1. Ѐ un fatto: tutti studenti e professori dell'università di p. Gemelli. A vario livello La Pira, Fanfani, p. Gemelli e lo stesso Dossetti (non so Lazzati, però) furono fascisti, più o meno entusiasti, comunque. Alla Cattolica si coltivò l'antimoderno e si vide nell'incontro col fascismo un po' la possibilità provvidenziale di ricostruire coi "nuovi barbari" una nuova società cristiana. Intuita la fine del fascismo l'antimoderno si rovesciò nell'ultramoderno maritainiano mantenendo simpatia per tutti i fenomeni che colpivano al modernità soprattutto sul piano osio-economico, e quindi presentandosi come antiborghesi ( e quindi manifestando una pur concorrenziale simpatia per i comunisti).Questo fino alla metà degli anni '50. Poi l'evoluzione politico-teologica della Chiesa e di Dossetti hanno per certi aspetti un percorso comune che ha portato i suoi seguaci in una direzione ancora più secolarizzata sul piano dell'azione sociale e politica, mascherata da una sorta misticismo espresso dalla spiritualità della tenda, del deserto, nella quale si pensa di dover accettare la secolarizzazione della società, comportandosi semplicemente da cristiani ritirandosi e coltivando una spiritualità personale e di piccoli gruppi in ambito ecclesiale. Per esigenze di tempo non posso dire quanto c'entrino le suggestioni maritainiane dell'umanesimo integrale in questa svolta ed evoluzione, ma sono importantissime.

19 commenti:

Anonimo ha detto...

... a valle del gioco principale, le maschere della nostra turbolenta quotidianità, Saviano vs Salvini, Repubblica vs il web consensus, Savona vs Draghi, sovranisti vs liberisti, vecchio vs nuovo. Stiamo cambiando dentro un più grande cambiamento, questo è il tema che pochi vedono. Se mi posso permettere un consiglio, fareste bene a dedicare meno tempo ad arrampicarvi lungo le impervie vie del pensiero economico e recuperare un po’ di visione storica. E’ la transizione principiale a dettare i ritmi ed i contenuti di tutte le altre.

Fabrizio Giudici ha detto...

Domanda (non retorica): questo strano ribaltamento per cui degli ex-fascisti sono diventati progressisti si può spiegare con il loro errore di dare il primato alla politica rispetto alle cose trascendenti? Mi spiego: uno potrebbe pensare che hanno puntato su un cavallo che sembrava vincente, il fascismo, poi questo è caduto e allora hanno puntato sul nuovo cavallo che sembrava vincente, il progressismo. Questo li accomunerebbe in qualche modo ad una pattuglia di intellettuali atei che di fatto hanno percorso questa strada (p.es. Dario Fo).

Anonimo ha detto...

Per me , un vero spasso .
https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/786-stringiamci-a-coorte-siam-pronti-alla-morte-tarquinio-chiamo.html

Anonimo ha detto...

Piccolo ma importante fuori tema:
In questo giorno di due anni fa,nella Basilica di San Pietro, sotto la guida di Don Giorgio, ci consacravano al Cuore Immacolato di Maria.
Che Ella ci protegga, ci sostenga e ci guidi in questi tempi davvero bui,dove le tenebre sembrano prevalere, oscurando tutto.
Che Ella sia lampada che illumini i nostri passi e ci custodisca nel suo Cuore Immacolato.
Antonio

Marco Toti ha detto...

Peccato che Baget Bozzo, pace all'anima sua, fosse omosessuale, sospeso a divinis e arcimodernista atlantista. Si può non scegliere tra i due mali?

mic ha detto...

Grazie per averlo ricordato. Posso testimoniare che gli effetti di quella grazia, che chiediamo al Signore di rinnovarci, per intercessione della Sua e nostra Madre, persistono. Un nucleo significativo di quella schiera non dispersa ma sparpagliata geograficamente, si incontra ogni mese a Roma.
Per questo mese sono in attesa della data dal nostro sacerdote. Chi è interessato sarà avvertito in tempo utile.

irina ha detto...

Se non esiste la certezza che la Buona Novella deve essere trasmessa integralmente, di generazione in generazione, cominciando dalle radici ed arrivando alle chiome, esisterà sempre il rischio di assumere e/o di venir schiacciati dalle filosofie del mondo.Con il risultato che sarà la chiesa a conformarsi al mondo e non viceversa.

Facendo ora una carrellata storica con mio nipote, si vede come, mediamente ogni cento anni, si aprono le feste per i grandi progressi presenti e futuri ed i lamenti per la stagnazione, la povertà del passato. Questo traspare dai testi, a volte in forma esplicita, a volte implicita.

Non è così, il cammino dell'uomo è verso la santità, sia che vada a piedi, sia che vada con l'aereo, il progresso tecnico non segna il progresso della qualità, delle capacità degli uomini, anzi molte nostre capacità vanno scomparendo, cito, tanto per, la memoria. Se noi riflettiamo che tutti i grandi testi dell'antichità sono arrivati a noi attraverso la trasmissione orale, abbiamo la misura di quale potenza avesse la memoria umana allora.

Quindi per non fare come la chiesa, messasi alla sequela del mondo, il nostro compito è non lasciar per la via i nostri bagagli, andremo certamente più lentamente, ma non mi risulta che la vita debba, per essere tale, andar di fretta, nè che debba occupare mille spazi fisici per dirsi che è stata. La stabilitas loci è stato uno dei grandi voti del monachesimo, la grande indicazione per la conservazione e la concentrazione e la regolarità del ritmo che favoriscono la santità. Nessuno ha detto che per essere santi bisogna essere schizzati. No A San Josèmaria qualcuno rimproverò di non aver scritto molto, lui rispose che se si va in processione non è possibile stare al tavolino.Ad ognuno i suoi doni, ad ognuno la sua chiamata, ad ognuno il suo tempo, senza però dimenticare l'attualità perenne della Buona Novella e delle vite dei Santi, cioè dei nostri classici.

Quello che si chiede all'uomo non è di dare lui un apporto, con qualche limatura o piccola interpretazione, alla Buona Novella ma, di dimostrare come, in qualsiasi tempo, partendo da qualsiasi ambiente e con qualsiasi condizione fisica, la Buona Novella può trasformare ogni uomo in Santo, cioè in uomo nuovo saldamente situato tra Cielo e terra fin da qui ed ora.

Fabrizio Giudici ha detto...

OT Buone notizie:

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/06/04/francesco-blocca-il-documento-dei-vescovi-tedeschi-a-favore-dellintercomunione-il-testo-integrale-della-sua-lettera/

Papa Francesco per il momento ha bloccato l'affare intercomunione in Germania. Si respira un po'.

Anonimo ha detto...

In Francia, in un supermercato della catena Carrefour a Chambourcy, a ovest di Parigi, il direttore è filmato mentre rimuove i datteri israeliani dagli scaffali del negozio dopo che un cliente musulmano gli ha gridato contro. “È inaccettabile! Questi prodotti sono un affronto ai consumatori musulmani, gli israeliani sparano ai palestinesi come conigli”, intima il cliente al direttore. “Carrefour non fa politica”, si difende il manager mentre toglie in fretta i prodotti israeliani. Nel 1940, i nazisti tedeschi imposero alla Francia di boicottare i prodotti ebraici dai negozi. La chiamarono arianizzazione. Nel 2018, è il turno dei nazisti col caftano. Ora si chiama islamizzazione.

mic ha detto...

Ed ecco la sana reazione, che il Signore ci assista:

“Abbiamo affermato cose che pensavamo fossero normali, quasi scontate: che un Paese per crescere ha bisogno di fare figli, che la mamma si chiama mamma (e non genitore 1), che il papà si chiama papà (e non genitore 2)”. Il ministro della Famiglia Lorenzo Fontana ribadisce la sua posizione sulle famiglie omosessuali, di cui nei giorni scorsi aveva negato l’esistenza con dichiarazioni che avevano suscitato grandi polemiche. Reazioni che Fontana, nell’intervento pubblicato lunedì sul quotidiano Il Tempo, descrive come “una rivolta delle élite che non ci spaventa. Mai come in questo momento battersi per la normalità è diventato un atto eroico”, scrive il responsabile della Famiglia, che poi cita San Pio X: “«Vi chiameranno papisti, retrogradi, intransigenti, clericali: siatene fieri!», diceva. E noi siamo fieri di non aver paura di dirci cristiani, di dirci madri, padri, di essere per la vita”.

Anonimo ha detto...

Marco, Don Baget Bozzo era omosessuale, ma per quanto ne so, attraverso ciò che lui stesso ha raccontato, ha cercato con la preghiera e la vita di Grazia di non cadere nella tentazione di vivere l'omosessualità.
Che fosse atlantista e filo americano è vero, non concordo sull' arcimodernista
tant'è chi fu chiamato dal cardinal Siri a dirigere la rivista da lui fondata.
I suoi scritti (l'Anticristo ad es.) sono interessanti, anche se non tutto è condivisibile.
Il suo giudizio mi sembra un po severo.
Antonio

Fabrizio Giudici ha detto...

@Marco @Antonio

Io non credo ci sia problema a citare un pensiero non problematico di una persona che può avere sostenuto errori in altri campi.

Comunque, per quanto mi riguarda so che Badget Bozzo si espresse a favore del riconoscimento civile delle coppie omosessuali e, all'epoca di Terry Schiavo, si espresse favorevolmente sull'eutanasia come decisione del singolo. Tralasciando che candidarsi al Parlamento Europeo nelle file del PSI non è proprio compatibile con il cattolicesimo, anche se lo si fa in chiave anti-comunista. In generale ha dato troppa priorità alla politica, specialmente considerato che aveva preso i voti: direi che fu un personaggio controverso.

E.P. ha detto...

Qualcun altro purtroppo ricorda BB allungare le mani, anche in tarda età (ne parlava un articolo su Effedieffe). Gli oltre dieci anni di sospensione a divinis furono il frutto di una sua candidatura politica.

Anonimo ha detto...

Il vero cattolicesimo antimodernista è quello tradizionalista, non il conservatorismo liberale

Anonimo ha detto...


Il vero cattolicesimo antimodernista è quello fedele alla Tradizione della Chiesa non quello "tradizionalista", nel quale si trova di tutto, da Monaldo Leopardi e il Principe di Canosa ad Evola e Guenon. Il "tradizionalismo" cattolico e non ha una concezione "sacrale" cioè magica della politica e dello Stato.
Z.

Marco Toti ha detto...

Scusate: Baget Bozzo era omosessuale forse con qualche pulsione di troppo, celebrava col novus ordo e la bandiera USA, si candidò per il PSI e fu sospeso a divinis, fu a favore delle guerre USA (anche contro i cristiani), dell'eutanasia e delle unioni civili. E non sarebbe arcimodernista? Anche Tabacci qualcosa di giusto ogni tanto la dirà, ma io non lo prenderei a modello (ha permesso la presentazione alle elezioni di "Più Africa"). Anzi, a dirla tutta non ci avrei mai preso neanche un caffé.

Anonimo ha detto...


Baget Pozzo era apprezzato come commentatore e studioso della politica, come "politologo", per usare un termine corrente. Ha scritto in effetti ottimi articoli e saggi di analisi politica in senso stretto. Quello era il suo campo. In una dimensione più ampia, alternava lucide intuizioni a sconfortanti contraddizioni e cadute, dipendenti evidentemente soprattutto dal suo "privato" tutt'altro che irreprensibile.

Anonimo ha detto...

C’è qualcosa di comico nel sistematico tentativo di confondere il bisogno di sicurezza con la persecuzione altrui, l'ordine con la dittatura, l’esigenza di difendere i confini con la volontà di costruire muri, la tradizione con la discriminazione, l’amor patrio col nazionalismo. E' caricatura spacciata per critica. Ed è un tentativo fallimentare, perché il «populismo» non è la reazione del barbaro o dell'ignorante, ma di chi ha capito fin troppo bene.
Giuliano Guzzo

Anonimo ha detto...

in Italia è tutto gratis, in Italia si guadagnano tanti soldi.
http://www.lanuovabq.it/it/clandestini-e-prostituzione-dite-la-verita-sulla-tratta