Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 21 marzo 2024

Brevità del Rito Romano rispetto a quelli orientali

Un altro recente commento di Peter Kwasniewski (tratto da Facebook, traduzione mia) scaturito dal raffronto del Rito antico col NO. Un altro tassello sugli innumerevoli tradimenti della lex orandi lex credendi, frutto di tagli e variazioni arbitrarie. Precedente qui. Molti articoli dello stesso autore possono essere trovati qui.

Brevità del Rito Romano rispetto a quelli orientali

Il rito romano classico è già un rito liturgico estremamente breve rispetto a qualsiasi rito orientale. È circa 1/10 della lunghezza della Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo, per esempio. [Ok, è un'esagerazione ma, parlando soltanto dei testi, circa la metà o meno].
Ma come può entrare nella testa di qualcuno che dovesse essere abbreviato o accorciato o semplificato?
AMO la brevità del rito romano classico, ma è una brevità densamente piena e ha bisogno di ognuno dei suoi pezzi intatti. È come un atleta molto magro e muscoloso che non può permettersi di perdere altro peso. Dopo 30 anni di assist al TLM, non ci ho mai trovato nulla di "inutile" o "superfluo". (Infatti, i miei amici sacerdoti che celebrano il rito pre-55 mi dicono che le ripetizioni lì hanno più senso di quello che si ottiene nel già snellito messale del 62).
L'idea di sostituire questa ricchezza concisa con un rito super lite che porta con sé un lezionario gonfio è talmente tutt'altro che plausibile per motivi liturgici che nasce dalla fantasia. Quando consideri che tutti i riti orientali sono

(1) molto più lunghi e molto più ripetitivi,
(2) rivolti ad orientem,
(3) coinvolgono un linguaggio penitenziale e sacrificale in tutto,
(4) spesso usano lingue sacrali o riservate come slavo ecclesiastico, greco cristiano, classico siriano, classico armeno, copto, ge'ez, vecchio georgiano

Poi c'è da interrogarsi davvero sulle giustificazioni specifiche date per la riforma liturgica. Non era certo per avvicinarci all'est, contrariamente a slogan spesso ripetuti. Semmai, sembra che il clero mondano in Occidente, nella morsa dell'utilitarismo e del pragmatismo, avesse fretta di finire con Messa e Ufficio e di passare ad altri "affari più importanti".
Il fatto che tutti i testi ritagliati negli anni '60 abbiano a che fare con preparazione, penitenza e sacrificio, insieme al drastico aumento delle letture bibliche, indica davvero una concezione fondamentalmente protestante del culto: entriamo per la lettura, l'omelia, il pasto, e poi ce ne andiamo.
Vorrei davvero che alcuni dei nostri commentatori conservatori là fuori cercassero di capire queste cose, invece di continuare con le loro argomentazioni noiose in difesa o in giustificazione della riforma liturgica.

[ADDENDUM: Alcuni criticano questo mio confronto di lunghezze. Ma diciamocelo: una messa solenne romana ben detta con un'omelia di durata normale non durerà mai più di 90 minuti, anche con tutte le fermate ritirate, mentre una Divina Liturgia di San Giovanni Crisostomo in cui *tutto* viene cantato, cioè nulla viene tralasciato per gli impazienti nordamericani, potrebbe facilmente durare un'ora in più. Ma qui mi riferisco soprattutto al semplice affiancamento dei testi liturgici].

2 commenti:

da ex studente di Giurisprudenza ha detto...

Diverse volte ho osservato messe durare solo tre quarti d'ora, molti sacerdoti sono addirittura fieri delle loro "prediche corte", come le chiamano loro.
A titolo di confronto: un culto protestante valdese-metodista (il solo per cui ho informazioni precise) dura un'ora o poco più, dipende se ci siano annunci sulle attività di comunità; una messa greco ortodossa dura fra le due e le tre ore se non solenne. Non posso pronunciarmi su altri perchè non conosco gente di altri culti, men che meno di altre religioni.

Anonimo ha detto...

I preti che predicano corto fanno bene. Il card. Siri raccomandava prediche di 7 minuti: se sei scarso almeno diranno che sei breve, se sei bravo aspetteranno la prossima. Forse esagerava (10 minuti, un quarto d'ora si possono reggere) ma non dimentichiamo che la parte didattica della Messa è secondaria e deve rimanere tale anche a livello di tempistica. Piuttosto andrebbe ripresa con sistematicità la catechesi agli adulti, fuori dalla Messa e con tempi più dilatati, spazio per le domande ecc.