Vescovi contro la dichiarazione costituzionale
della loro nazione come "cristiana"
della loro nazione come "cristiana"
Prima di Gaudium et Spes e Dignitatis Humanae :
Dopo la Gaudium et Spes e Dignitatis Humanae :« ...Piuttosto Ci costituiamo nuovamente di fronte a voi garanti dei rinnovati sforzi di tutti i nostri figli cattolici nella costruzione della nazione cristiana dello Zambia, attraverso i loro contributi sempre più generosi nei confronti del progresso religioso, sociale e culturale dei suoi cittadini ». (Paolo VI - Discorso al Presidente della Repubblica dello Zambia, 7 novembre 1964)
« Lusaka (Agenzia Fides) - I Vescovi dello Zambia auspicano che l’attuale processo di revisione costituzionale abbia successo dopo i precedenti tre tentativi falliti di scrivere una nuova Costituzione.In un documento inviato al comitato tecnico incaricato di scrivere la nuova Costituzione (che è stato inviato all’Agenzia Fides), i Vescovi presentano alcuni contributi che a loro avviso devono entrare a far parte della nuova Carta. In primo luogo si respinge l’introduzione di norme che prevedano la pena di morte e l’aborto.
« Nel preambolo, la dichiarazione che lo Zambia è una nazione cristiana deve essere omessa » afferma il documento. « Questo perché – spiegano i Vescovi – un Paese non può praticare i valori e i precetti del cristianesimo, mediante una mera dichiarazione. Il principio della separazione tra Stato e Religione non deve andare perduto. Se lo Zambia è un Paese multi religioso, un fatto che è stato riconosciuto nel preambolo della prima bozza del Comitato Tecnico, affermare che lo Zambia è una nazione cristiana entrerebbe in contraddizione con questo fatto ».
Tra le altre proposte presentate dalla Conferenza Episcopale vi sono norme sulla cittadinanza e sullo sfruttamento delle risorse naturali del Paese. (L.M.) (Agenzia Fides 20/8/2012)
Una Costituzione non deve essere meramente descrittiva di un sentimento unanime - può contenere aspirazioni. Non c'è niente di sbagliato nel descrivere in una legge una nazione a maggioranza cristiana, segnata da valori cristiani, come una "nazione cristiana", e la posizione giuridica delle minoranze non cristiane non deve esser colpita da essa. Non era solo pochi anni fa che la Santa Sede ha fatto tutto il possibile per includere una semplice menzione delle "radici cristiane" dell'Europa nel progetto di una Costituzione per l'Unione europea? (Un tentativo fallito, certo, ma poi il testo è andato in fumo nei referendum francese e olandese, prima di essere rielaborato come il Trattato di Lisbona, ancora senza "radici cristiane" ...)
Se alcune forze politiche vogliono opporsi questo, può essere normale, ma non dovrebbe esserlo per i vescovi. La crisi della Chiesa è veramente una crisi di vescovi ...
18 commenti:
Vabbè dai, qui non c'azzecca il "post-concilio" ^__^
il fatto è che il testo non ha tutti i torti, io la leggo così: piuttosto che essere messi sullo stesso piano con le altre religioni (infatti parliamo oggi di nazioni e stati MULTIRAZIALI... CON LE LORO RELIGIONI), non ha senso specificare su una carta costituzionale che quello stato è cristiano, perchè lo sarebbe sulla carta, ma non nei fatti ^__^
Comunque non c'è la rinuncia ad essere cristiani in quello stato, ma solo che la dicitura venga OMESSA, non rigettata... e francamente lo vedo come coerenza di una situazione non unica nel mondo....
Mi vien da ridere cosa è detto nella costituzione francese visto che l'Islam ha superato i cristiani in numeri e chiese ^__^
Gli stati si sa, si esprimono in numeri non per dottrina ^__^
Certo, non è una buona notizia, ma il titolo è scorretto, il post-concilio non c'azzecca....
Il modernismo si é oramai infiltrato nel popolo cristiano, ma questo non sarebbe così grave se le autorità preposte alla cura ed all'istruzione delle anime (il Magistero) fossero ben salde nei loro principi.
Invece, come giustamente si dice, proprio queste autorità (i Vescovi) sono in crisi.
In parte per aver aderito personalmente (in modo ingenuo o meno) a delle innovazioni autolesionistiche ed irresponsabili. E qui penso ai prelati più anziani.
Ed in parte perché sono il frutto maturo di quanto, secondo queste innovazioni, si insegna nei seminari.
La trasmissione di qualsiasi conoscenza, e quindi anche della dottrina cattolica, é stata sottovalutata e lo é ancora.
Quindi é chiaro che se si interrompe l'insegnamento della dottrina tradizionale nei seminari, si interrompe il flusso di conoscenze (dottrina) che i sacedoti dovrebbe trasmettere a tutti i fedeli.
È il sistema migliore per sradicare il popolo cattolico dalla sua fede.
... e un cieco non potrà guidare un altro cieco!
E' il frutto dell'antropocentrismo dei due documenti conciliari citati. Pagine magnifiche su questi ed altri problemi da qui scaturiti ha scritto mons. Gherardini nel suo III volume sul Vaticano II : Alle radici di un equivoco.
C'è tanto da imparare dai veri maestri.
Ho messo il segno ad alcune pagine che presto trascriverò per chi ancora non disponesse del libro.
Quest'ultimo testo, insieme a quello ancor più recente, Credo in Cristo (che Mons. Brunero dice essergli costato nessuna fatica ma di avergli dato tanta gioia), credo sia tra i più importanti.
Nessuna sorpresa, solo una conferma di un "idem sentire" di molti vescovi e preti.
A nessuno di costoro, naturalmente, viene chiesto di firmare alcun "preambolo"
"chiaro che se si interrompe l'insegnamento della dottrina tradizionale nei seminari, si interrompe il flusso di conoscenze (dottrina) che i sacedoti dovrebbe trasmettere a tutti i fedeli."
già...chiaro il fenomeno di interruzione del flusso; ma chi potrà interrompere questa interruzione perversa di trasmissione della Dottrina di sempre, questa tremenda frattura di retto insegnamento nel ciclo Docenza-discenza inquinato da 50 anni ? chi potrà invertire la tendenza ? nessun uomo al mondo, pur se fosse santo e intelligentissimo, riuscirà a riportare sui binari il treno deragliato. Solo una mano dal Cielo potrà: quella di Maria SS.ma, come Ella ha promesso più volte nei secoli. Ma non accadrà in tempi tanto prossimi all'oggi.
Maria Ianua Coeli, Corredentrice dell'umanità, è la Porta stretta dalla quale tutti dovremo passare, grandi e piccoli, affinchè la Chiesa, Sposa di Cristo, torni all'antico splendore, anzi a un chiarore tutto nuovo, nel volto e cuore "senza macchia e senza ruga", modellata proprio su di Lei, la Madre Immacolata del Salvatore.
(infatti notate: costituire un'Europa senza radici cristiane vuol dire costruire un nuovo mondo escludendo le pietre da sempre scartate: Maria Ss.ma e Gesù Cristo, di cui il NWO prossimo venturo vorrà certo fare a meno, poichè sono il "grande inciampo" all'amore massonico pluralista e indifferentista, dove è l'uomo il centro di ogni interesse, e alla fine anche del culto, come vediamo da quasi mezzo secolo nella Chiesa "+ umana, + in ascolto dei bisogni dell'uomo moderno ecc...").
@ Caterina63
Certo, il testo non ha tutti i torti:
il TORTO sta nel fatto che è stato proposto da VESCOVI...
e non c'azzecca il post-concilio?
Davvero un ottimo libro "Alle radici di un equivoco" di mons. Gherardini. Mi ha aperto gli occhi, soprattutto quando parla della storia dei documenti preparatori delle Commissioni.
Devo confessare che mi sono un po' perso quando parla del Wittgenstein nella parte dedicata al linguaggio.
quanto alla storia dei documenti preparatori delle Commissioni ricordo che un vecchio libro edito dalla SPX sulla crisi liturgica diceva:
"All'annuncio della convocazione del CV2 (gennaio 1959) furono formate le commissioni preparatorie degli schemi da dibattere in aula. Ogni commissioni aveva 5 mesi per preparare il proprio schema. Quella sulla liturgia fu affidata al card.Gaetano Cicognani e a Annibale Bugnini.
In origine le commissioni dovevano essere 12 : messa, concelebrazioni, ufficio divino, sacramenti, calendario, lingua latina, educazione liturgica, partecipazione dei fedeli, adattamento della liturgia, paramenti, musica sacra, arte sacra.
Una tredicesima venne aggiunta in seguito (!) su proposta di P.Bevilaqua grande amico di Montini.
E' interessante notare che questa tredicesima comissione che inizialmente doveva occuparsi solo di un preambolo marginale teologico-ascetico sulla liturgia nella vita della Chiesa, divenne poi la più importante e influente finendo per delineare tutta la riforma liturgica e fagocitare il lavoro delle altre commissioni
Il tredicesimo in più ha fatto ancora una volta di testa sua e ha ri-crocefisso il Signore questa volta nella Sua messa. Se questo non é un indizio...
confermo lister che se per "post-concilio" si vuole intendere una colpa a senso unico della Chiesa, non c'azzecca perchè la crisi degli Stati è ben cominciata prima del Concilio.... l'Italia stessa non era affatto più una nazione cristiana nel senso puro del termine, coi PATTI LATERANENSI si era già presa la distanza anche se il cristianesimo in Italia era ancora dell'80%...
un conto è uno stato cristiano, altra cosa è uno stato che come religione di maggioranza ha il cristianesimo.... nel quale si fondono OGGI anche le comunità Protestanti ;-)
Con la Prima Guerra mondiale, basta leggere Benedetto XV, gli stati europei cominciarono a prendere le distanze dal Cristianesimo e più prettamente dall'essere Cattolicesimo....
Trovatemi oggi uno stato in cui si possa dire che tale nazione "è cristiana" soprattutto CATTOLICA.... ^__^ e non è una sorpresa di oggi, il distacco dalla fede cattolica è cominciato nel '900....
^__^
Caterina,
è vero che oggi non esistono in pratica stati cattolici, ma questa è una causa o una conseguenza anche non voluta del Concilio, post-Concilio?
Traduco da Le Forum Catholique 21 agosto:
E' coerente con ciò che ha fatto Paolo VI a suo tempo: chiedere allo Stato spagnolo di abbandonare il carattere cattolico nella costituzione. Perché è coerente anche col concilio "nessuno può essere forzato a credere contro la sua coscienza" [ma questa non è una scoperta del concilio], il culto pubblico di una nazione non è dunque messo completamente nel dimenticatoio, ma non è più indispensabile. In compenso, il rispetto per la vita umana è primordiale e fondamentale. E' un fatto ed è ciò che essi pensano.
Niente di nuovo. Solamente, Cristo è, come afferma San Pietro il solo vero Dio? E, se sì, quale conseguenza trarne? E' normale che, essendo la nazione una creazione divina, perché nulla accade senza il permesso di Dio, la costituzione menzioni il solo vero Dio come riferimento alla legge, non è che giustizia e normalità. Ciò non rimette in causa il principio di libertà di coscienza, necessario per credere, ma deve anche essere universalmente possibile la preferenza per Cristo e la vera Chiesa, anche nella legge civile che discende dal decalogo. Essendo impossibile l'uguaglianza tra religioni, volerle mettere allo stesso livello di legalità e pensare che gli uomini crederanno al vero Dio attraverso la sola forza della loro luce naturale è illudersi. Il dogma della Santa Trinità non accessibile alla ragione, ad esempio.
Resta il fatto che la maggior parte dei capi della Chiesa di fatto crede che la luce naturale della ragione farà la verità soprannaturale nella vita degli uomini. Così facendo, essi da 50 anni segano il ramo su cui sono seduti. Essi mantengono il potere sulle questioni morali, tralasciando del tutto il potere di rafforzare i loro fratelli nella fede. Ora la morale non è "facile" che in funzione della fede da cui scaturisce. La morale è aspra se non è appoggiata dalla fede. I capi della chiesa finiranno per perdere il potere legale, a meno di affermare con vigore che solo Gesù Cristo è il solo vero Dio, e che la loro missione è quella di annunciarlo, non di fissar l'attenzione solo sulle questioni morali della società. Non c'è altra soluzione sul lungo termine, o allora, tutti finiranno per infischiarsene... La natura umana è quella che è.
E' un peccato, ci sono molte persone sincere che possono esser tratte in errore per ignoranza a causa dei loro capi. Ciò fa male a vederlo. Sarebbe troppo facile, disprezzare costoro, di non curarsene, e anche di deresponsabilizzare i capi credendo che essi non siano i capi della Chiesa. Spetta ad essi dire la verità, e nello stesso tempo come non soffrire con la Chiesa?
Conseguenza senz'altro, ma aggravante d'una situazione già in atto.
Marco Marchesini ha detto...
Caterina,
è vero che oggi non esistono in pratica stati cattolici, ma questa è una causa o una conseguenza anche non voluta del Concilio, post-Concilio?
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la domanda meriterebbe una risposta molto più approfondita per evitare di fare confusione su cosa vogliamo intendere con questa frase: è una nazione cristiana
^__^
La Chiesa NON ha mai preteso, nè è mai stata uno "Stato confessionale"..... le nazioni, i regni e i principati una volta erano detti "cristiani" perchè i re, gli imperatori, dopo Costantino, venivano eletti anche con il suffragio, il favore della Chiesa, di conseguenza gli accordi che si prendevano erano unanimi fin dal principio, non esisteva il concetto o l'idea che una nazione potesse essere "non cristiana".... non almeno da dopo Costantino... da qui il nascente Sacro Romano Impero....
Naturalmente detto in pochissime righe.... ma il nocciolo del problema parte almeno da qui....
con le varie Rivoluzioni cominciate dal 1700 cambia la geo-politica, ma cambia anche il rapporto degli Stati con la Chiesa....
basta leggere la Vehementer Nos del 1906 di san Pio X contro la legge francese che relegava la Chiesa ad un fatto privato...
san Pio X non rivendica affatto una dicitura di una "nazione cristiana", ma piuttosto la libertà della Chiesa di compiere la sua missione in uno STATO che di cristiano non aveva già più nulla... tanto da sollecitare un intervento duro del mite Pontefice...
La legge di separazione fra Chiesa e Stato del 1905 che denunciava il Concordato del 1804....fu un avvenimento doloroso e traumatico per la Chiesa in Francia, ma anche in tutta Europa....poiché regolava il modo di vivere in Francia "secondo il principio della laicità" e "relegava il fatto religioso nella sfera del privato senza riconoscere alla vita religiosa e all'istituzione ecclesiale un posto nella società....
denuncia infatti san Pio X in questo documento:
È una tesi assolutamente falsa, un errore pericolosissimo, pensare che bisogna separare lo Stato dalla Chiesa.
Questa opinione si basa infatti sul principio che lo Stato non deve riconoscere nessun culto religioso: ed è assolutamente ingiuriosa verso Dio, poiché il Creatore dell'uomo è anche il fondatore delle società umane e conserva nella vita tanto loro che noi, individui isolati. Perciò noi gli dobbiamo non soltanto un culto privato, ma anche un culto sociale e onori pubblici.
In tal senso sostenevo che non è un problema del "post concilio" e concludevo affermando che quella affermazione dei Vescovi E' GRAVISSIMA....non è una buona notizia! i Vescovi esprimono una condizione COERENTE, ma non per questo giusta , è una grave ammissione che gli stati e le nazioni non sono più cristiani!!
ma è un dato oggettivo....
Occorrerebbe sapere con quale "spirito" essi chiedano questa omissione: perchè un conto è affermarlo per essere coerenti su un fatto oggettivo, altra cosa è fare quell'affermazione per RINUNCIARE all'evangelizzazione.... ma non mi sembra questa la risposta...
P.S.
l'errore di comprensione, o l'equivoco sta nel termine SEPARAZIONE!!!
Stato e Chiesa operano DIVERSAMENTE MA NON SEPARATAMENTE, questa è la denuncia di san Pio X....
DISTINTI SI, SEPARATI NO!
Una delle illusioni più persistenti in gran parte del neo-conservatorismo cattolico è che il marciume è isolato in Europa occidentale e Nord America, mentre la Chiesa in Asia e in Africa è sana e 'incontaminata'. Invece anche lì si dimostra che il Vaticano II è "accaduto"! Questo dovrebbe svegliare i neo-con cattolici dalle loro illusioni.
Vescovi che omettono di dichiarare il loro zelo per il Signore nostro Gesù Cristo, davanti a governatori laici si uniscono al codardo Pietro a rinnegare il Signore al di fuori del pretorio.
Preghiamo che i vescovi sappiano imparare dallo stesso Pietro la fede e il coraggio. Lui, che alla fine ha dato testimonianza del suo sangue per Gesù.
"Pietro mi ami?" "Signore, tu sai che ti amo!" Che la negazione dei vescovi dello Zambia possa essere espiata con un atto d'amore più grande.
è una grave ammissione che gli stati e le nazioni non sono più cristiani!!
ma è un dato oggettivo....
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In Zambia la maggioranza della popolazione è cristiana e battezzata. Che poi anche lì sia intervenuto il secolarismo non dovrebbe influire sullo zelo dei vescovi, che non sono chiamati a registrare un dato di fatto, ma ad annunciare Cristo!
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