Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 17 agosto 2012

La logica del Card. Koch. Un caso preoccupante.

La logica del Cardinal Koch. Un caso preoccupante
di Alipio de Monte

Introduzione di Dante Pastorelli
Ho scritto altrove che i cardinali, specie quelli che occupan alte cariche della S. Sede, dovrebbero esporsi di meno con dichiarazioni superficiali che alla fine non tornano a favore della loro serietà e della credibilità delle istituzioni che rappresentano, mentre farebbero meglio a pregar di più, ed anche a studiar di più. E, dopo la lettura delle dichiarazioni di S. Em.za K. Koch riportate dall'Osservatore Romano del 3 agosto [lo trovate a pag. 6, mentre noi ne avevamo parlato qui], oltre a quest'auspicio avanzavo alcune  osservazioni critiche, molto semplici, da povero fedele, anche sotto forma di domanda.
  1. Il paragone Trento-Vaticano II non regge. Il fatto che il concilio di Trento non abbia pubblicato costituzioni ma solo decreti – i quali nell'ultimo concilio si differenzian per valore dalle costituzioni – notavo, è irrilevante: questi decreti sono poi stati sintetizzati in canoni in cui si afferma ed impone la retta dottrina e si condanna l'errore. Ed è proprio ciò che manca al Vaticano II: la sicurezza circa l'infallibilità dei documenti, in tutto o in parte che i canoni di un concilio dogmatico garantiscono. Ma non c'è più sordo di chi non vuol sentire. Eppure il card. Ratzinger ebbe esplicitamente a sostenere che l'ultima assise ecumenica, in quanto pastorale, si poneva ad un livello più modesto rispetto ai grandi concili dogmatici. Ma tant'è. Prevale il vano affannarsi a far del Vaticano II la summa di tutta la Rivelazione, nei due suoi due canali, Sacra Scrittura e Sacra Tradizione, e di tutto il Magistero infallibile, straordinario e ordinario. Seconda Pentecoste, nuova nascita della Chiesa. O nascita di una nuova Chiesa?

  2. Il ritrovar in Lutero la scaturigine delle critiche rivolte ad alcuni documenti del Vaticano II o a singole proposizioni d'essi da grandi teologi e storici di radicata dottrina cattolica e, talora con evitabile asprezza, da membri della Fraternità S. Pio X, è frutto o d'ignoranza o di malafede dettata da una nota posizione ideologica riaffermata con forza degna di miglior causa. E qui dobbiamo riconoscer la carenza di cultura, dando per scontata la buona fede?

  3. Ove si considerino “con occhio chiaro e con affetto “puro” tali osservazioni critiche, e nel loro contenuto e nel metodo con cui sono state elaborate e nei fini a cui tendono, appare assolutamente privo di qualsiasi consistenza, anche ad un lettore appena appena informato, il raffronto instaurato tra Lutero e gli studiosi del Vaticano II che ne metton in risalto errori o equivoci teologici ed espositivi.

    Il protestantesimo in tutte le sue forme ha distrutto pressoché totalmente la base sacramentaria della Chiesa, ha negato la sua divina costituzione gerarchica, ha negato Verità definite una volta per tutte: a queste eresie Trento ha risposto puntualmente e puntigliosamente in modo solenne a salvaguardia dell'integrità della nostra Fede.

    Lutero coi suoi discepoli e sodali, ha allontanato dalla Chiesa un enorme numero di stati e popoli ponendo a rischio la salvezza di milioni e milioni di anime. Ora, si posson riscontrar nei teologi e storici che hanno analizzato o continuano ad analizzar gli esiti del Vaticano II (cito solo i primi che mi vengon in mente: Gherardini, Pasqualucci, de Mattei, Spadafora, Lanzetta, ma il coro s'arricchisce via via di voci interessanti anche per la diversa angolazione delle loro esegesi) e nella Fraternità S. Pio X questi orrori, questi disastri, questi delitti contro la Chiesa e quindi contro Dio e contro la societas cristiana? Quali Verità negano questi eccellenti autori, quali Verità mai nega la Fraternità?

    Soffermandomi un attimo proprio sulla S. Pio X, la cui posizione è già ben distinta da quella dei professori di cui sopra per l'irregolarità canonica in cui si trova a seguito delle consacrazioni episcopali del 1988, la critica portata ad alcuni documenti conciliari, su cui oltretutto c'è ancora un dialogo in corso, è sia pur lontanissimamente paragonabile al massacro della Verità perpetrato da Lutero, Calvino e scudieri d'eresia? Il fine della Fraternità è quello di divider la Chiesa o di promuover un approfondito dibattito per far risplendere in tutta la sua luminosità la nostra Fede in cui esser confermati dal Papa e dalla Gerarchia ?

  4. Infine, se un vescovo, che Benedetto XVI ha addirittura posto a capo della Congregazione per la Dottrina della Fede, e che vivamente spero venga illuminato dallo Spirito Santo nell'esercizio della sua delicatissima funzione, ha affermato, con faciloneria e contro la dottrina cattolica, che fan parte della Chiesa tutt'i battezzati benché eretici e scismatici, perché la Fraternità S. Pio X, se è, come lui pensa, scismatica e magari eretica, non dovrebbe far parte del Corpo Mistico insieme a tutti gli altri eretici e scismatici? A maggior ragione, anzi, dovrebbe farne parte perché scismatica ed eretica, a meditato avviso di illustri porporati - Palazzini, Thiandoum, Cassidy, Castillo Llara, Castrillon, Oddi ecc. -  non lo è.
Questo scrivevo il 3 Agosto.
Ora mi perviene quest'analisi del dotto quanto equilibrato Alipio de Monte, di cui abbiamo pubblicato altri importanti interventi tra i quali: “Tra suppliche e appelli” e “È proprio questa la Chiesa Cattolica? Note in margine ad un volume del card. W. Kasper”. Da par suo esamina l'articolo del card. Koch, rilevandone i gravi limiti di cultura specifica e di coerenza logica.
In attesa che esca sul mio bollettino “Una Voce Dicentes” affido quest'intervento a blogs amici perché raggiunga il maggior numero possibile di lettori.
Dante Pastorelli

La logica del Cardinal Koch. Un caso preoccupante

A leggere le dichiarazioni rilasciate dall’Em.mo Card. Kurt Koch, prefetto del Consiglio per l’unità dei cristiani, all’agenzia Apic-Kipa (L’Osserv. Rom., 3 agosto [pag.6]), nasce il sospetto che fra l’eminentissimo personaggio e la logica ci sia un fatto personale. Il Cardinale vorrebbe rispondere in maniera pertinente all’ormai ampia e variegata critica conciliare; ci si prova, a dire il vero, ma con evidente esito contraddittorio. Non tenendo conto dell’articolato ventaglio in cui la detta critica si specifica senza mai diventare per questo né opposizione né prevenzione, si preoccupa di far capire a chi giudica che il Vaticano II sia stato un errore, o che qualche errore abbia insegnato, la colorazione protestante di un tale giudizio e la sua origine da Lutero. Se lo dice lui!

Quando salì sulla rocca vaticana per guidare il suddetto Consiglio, lo accompagnava la fama di uomo in situazione limite. Era l’uomo del dialogo ecumenico, che aveva tessuto una fitta rete di rapporti tra gli eredi della Riforma e le posizioni conciliari e postconciliari della Chiesa cattolica, trovandone facilmente la sintesi nella figura e nell’opera teologica di Martin Lutero. Erano queste le benemerenze che lo avevano emblematicamente collocato ai vertici di un dialogo mai venato da qualche strascico polemico e sempre pronto al riconoscimento bilaterale di Lutero “nostro comune padre nella fede”. Lutero era, dunque, per lui, così come ovviamente per ognuno degli attuali epigoni della Riforma, la cerniera sulla quale si saldava nuovamente l’infranta comunione ecclesiale. Chi l’avesse infranta e perché, non era determinante; tale era invece la saldatura dell’unità nel nome di Lutero.

Non consta che, pur non estraneo all’ambiente accademico, K. Koch brillasse per qualche monografia di alta scientificità teutonica sul grande Riformatore tedesco. Brillava, però, di infaticato impegno pastorale nel ricondurre e riproporre Lutero all’attenzione del mondo cattolico, nonostante che proprio M. Lutero, specie dal 1520 in poi, se ne fosse sdegnosamente ed acrimoniosamente distaccato. Come se l’articulus stantis et cadentis ecclesiae – cioè la giustificazione per la sola fede senza le opere – fosse una bazzecola, laddove lo stesso Lutero ne faceva una questione di vita o di morte, K. Koch profittò dell’inspiegabile rilettura che ne ripropose proprio la Chiesa cattolica in consonanza con la tradizione luterana per continuare a rilanciare il nome, l’autorità e l’attuale validità del padre della Riforma.

Evidentemente il Lutero così appassionatamente rilanciato in fase dialogante non era quello che un pur modesto Lutherforscher conosce dallo studio della Weimarana e dalle più accreditate ricostruzioni storico-scientifiche, tedesche e non solo tedesche, della vicenda del Riformatore. Era un Lutero artefatto, ricostruito sulle esigenze del dialogo ecumenico, spogliato di ogni possibile motivo di contrapposizione teologica ed irenicamente valutato.

Ora, però, chissà per quale improvviso ed inspiegabile transfert il nome di Lutero viene pronunciato non in segno di ammirazione e di richiamo al riscoperto valore delle sue posizioni, bensì nel segno della vecchia e bieca condanna: chi abbina errore e Vaticano II ripete la posizione ereticale di Lutero ed incorre nella sua stessa condanna. Se non che l’illuminante dichiarazione dell'eminentissimo personaggio non si ferma qui. Poiché la lingua batte dove il dente duole, passa di nuovo e disinvoltamente dall’immagine del Lutero ribelle, e come tale scomunicato, a quella del campione e modello nella fede e come tale meritevole dell’omaggio che, nel 2017, Chiesa cattolica e Federazione Luterana Mondiale già stanno alacremente preparando insieme. Ma allora, Eminenza, sa almeno lei a quale Lutero intende riferirsi? La sua prosa non brilla per linearità, coerenza e logica ed io che sul Vaticano II ho qualche seria riserva vorrei proprio sapere da Lei se mi rapporta al Lutero dell’Unam sanctam o a quello delle non lontane celebrazioni centenarie.

Che il suo periodare manchi di trasparenza e si risolva in un modello di superficialità è documentato dalla sua dichiarazione, nella quale tutto il fermento critico-scientifico, finalmente sviluppatosi attorno all’ultimo Concilio come premessa ineludibile di una sua obiettiva ermeneutica, è liquidato con un vago e generico riferimento ai “critici del Concilio”: a quali, visto che in cinquant’anni se ne son visti di tutti i colori e tutte le gradazioni? Si sofferma di preferenza sul rilievo di qualche errore, ma nessuno riesce a capire l’oggetto del suo rilievo; non c’è studioso che non abbia premesso le coordinate di un Concilio ecumenico in quanto tale e non ne abbia preso spunto per qualche rispettosa osservazione critica al Vaticano II; lei risponde con l’appiattimento di tutti sulla figura di Lutero, rimanendo peraltro a mezza strada fra l’ex agostiniano ribelle e “il novello Apostolo delle genti”. Evidentemente non entusiasta che qualcuno esprima valutazioni positive sul Concilio di Trento o sul Vaticano I, instaura un risibile confronto fra Tridentino e Vaticano II, fra i pochi decreti dell’uno e la mole dei 16 documenti dell’altro. Giustifica l’ecumenismo dichiarandolo “un tema non secondario” e basandolo sulla Lumen Gentium unitamente a Nostra aetate e ad altri documenti: cioè, giustificando, come da cinquant’anni, il Vaticano II col Vaticano II. Insomma, la sua dichiarazione è talmente priva di una condivisibile linea di coerenza e perfino di logica, che suscita davvero il sospetto inizialmente accennato. Ma più grave di esso è il sospetto che gli sta a monte: in quale rapporto pone le cose di cui parla e l’unità della fede e della tradizione cattolica?  

Vedi precedenti sul card. Koch e anche sulla questione ebraica: [1]  - [2]  -  [3]  -  [4] - [5]  - [6]  -  [7]

16 commenti:

Ghergon ha detto...

Catechismo San Pio X

122. Che significa " comunione dei santi " ?
Comunione dei santi significa che tutti i fedeli, formando un solo corpo in Gesù Cristo, profittano di tutto il bene che è e si fa nel corpo stesso, ossia nella Chiesa universale, purché non ne siano impediti dall'affetto al peccato.
124. Chi è fuori della comunione dei santi?
E' fuori della comunione dei santi chi é fuori della Chiesa, ossia i dannati, gl'infedeli, gli ebrei, gli eretici, gli apostati, gli scismatici e gli scomunicati.
127. Chi sono gli eretici?
Gli eretici sono i battezzati che si ostinano a non credere qualche verità rivelata dà Dio e insegnata dalla Chiesa, per esempio, i protestanti.
131. E' grave danno esser fuori della Chiesa?
Esser fuori della Chiesa è danno gravissimo, perchè fuori non si hanno nè i mezzi stabiliti nè la guida sicura alla salute eterna, la quale per l'uomo è l'unica cosa veramente necessaria.
132. Chi è fuori della Chiesa si salva?
Chi è fuori della Chiesa per propria colpa e muore senza dolore perfetto, non si salva; ma chi ci si trovi senza propria colpa e viva bene, può salvarsi con l'amor di carità, che unisce a Dio, e, in spirito, anche alla Chiesa, cioè all'anima di lei.

Padre Dragone:
"La Chiesa ha un corpo formato dal Capo e dalle varie membra unite al Capo mediante il carattere battesimale; ha inoltre un'anima, che è lo spirito Santo, che vivifica le membra con alla grazia e la carità.
Per salvarsi è necessario morire in grazia di Dio; perciò per entrare in cielo occorre essere uniti almeno all'anima della Chiesa, mediante la grazia.
Orbene:
1 è unito al corpo e all'anima della Chiesa, e quindi si salva, colui che è battezzato e muore in grazia di Dio;
2 è unito al corpo e non all'anima della Chiesa, e quindi non si salva, chi è battezzato e muore in peccato mortale senza pentimento;
3 è unito all'anima e non al corpo della Chiesa, e quindi si può salvare, chi è senza battesimo, ma muore perdonato dei suoi peccati per il dolore perfetto con cui li ha detestati;
4 non è unito né al corpo né all'anima della Chiesa, e quindi non si salva, chi non è battezzato, vive in peccato e muore senza il dolore perfetto.
Non si può salvare chi è fuori della Chiesa per propria colpa, cioè chi sa che soltanto nella Chiesa vi è possibilità di salvezza, trascura di entrarvi o di ritornarvi, e muore in peccato senza l'amore di carità o il dolore perfetto. Invece si salva colui che è fuori della Chiesa senza propria colpa, o perché non la conosce o, pur conoscendola, non sa che bisogna farne parte, ma vive bene, o almeno prima di morire si pente dei suoi peccati col dolore perfetto".

Ghergon ha detto...

Quindi alla luce del fatto che la Chiesa post concilio ha rinunciato ai suoi doveri fondamentali di "conquistare il mondo" convertendo il prossimo ed insegnando la Verità, tradendo così palesemente il comando espresso di Gesù e addossandosi colpe indicibili, resta la possibilità della buona fede, di coloro che, non hanno mai sentito l"Extra Ecclesiam nulla Salus" perchè nessuno, di dovere, glielo ricorda più....Ma detto tra noi, quanti non sanno, perlomeno nel mondo civilizzato, che la Chiesa Cattolica per duemila anni ha professato di essere l'UNICA Via di salvezza? Pochi...e il non approfondire quell'univocità espressa dalla Chiesa Cattolica, magari per semplice faciloneria od orgoglio personale, pone già l'anima in una situazione di dolo...
Duecentosessanta Papi, quindi, e in ultimo il Santo Papa Pio X, di cui la Santità è riprovata ed indiscussa, che ha ratificato tutto nel Suo Santo Catechismo, mossi dallo spirito Santo, hanno insegnato queste verità. E non si sono certo sbagliati...
Quindi sarebbe meglio che alcuni facinorosi la smettessero, una volta per tutte, di impugnare la verità conosciuta e di confondere i fedeli agitando modernismo e Lutero a proprio comodo, per fare tabula rasa del razioncinio...per loro è un grave danno, e cosa possiamo fare noi se non pregare perchè rinsaviscano...è terribile per chi, purtroppo, accetterà certi errori senza spirito critico e per pura comodità...

Jacobus ha detto...

Ho letto anche i precedenti dai link, alcuno dei quali avevo già seguito.
un quadro davvero desolante!

Anonimo ha detto...

preoccupante = ?
come sarebbe "caso preoccupante"?
dov'è il problema ?
Voi sì che ragionate bene sulle contraddizioni dei pastori (gli alti più dei bassi, che da essi imparano eripetono, anche nelle omelie domenicali, mentre il gregge beve, beve senza farsi domande!), ma....
perchè volete ostinarvi a usare la ragione umana ?
non avevate detto che "dobbiamo fidarci del soprannaturale" che agisce nei pastori ? non dobbiamo credere che "il soprannaturale" agisce attraverso Koch e lo fa parlare così ? se questo Prefetto è guidato dal "soprannaturale" e il Papa lo ha eletto fidandosi di tale ispirazione, dato che lo conosce bene, dobbiamo fidarci di loro, senza attaccarci alla ragione puramente umana.
O no ? ci ripetono e straripetono che la Chiesa è sempre guidata dallo Spirito Santo, e che quindi non può portare i fedeli fuori stradam, quindi...fidiamoci. Va bene tutto ciò che dicono le autorità, anche se noi non capiamo.
Non dobbiamo ragionare, fidiamoci.
La fede è cieca e si abbandona al "soprannaturale" non sta a cercare il pelo nell'uovo, nè si mette a ragionare su ciò che non capisce.
Lo Spirito soffia dove vuole, anche su Koch, l'avete detto voi tante volte, e adesso non vi fidate più ?
Qui, in questo blog ho letto alcuni giorni orsono un autorevole blogger che rimproverava aspramente alcuni preoccupati e diffidenti di questo confusionario pastore, dicendogli: "Smettila di criticare col tuo pessimismo! ricordati che lo Spirito soffia dove vuole!" e quello o quelli furono zittiti prontamente da questa frase-bavaglio, ben nota da decenni di catechesi conciliari...
Il "soprannaturale" parla e agisce attraverso i pastori, siamo in buone mani, di che preoccuparsi ? non esistono casi "preoccupanti". Chi ha fede si affida ciecamente senza porsi domande, il "soprannaturale" pensa a tutto e fa tutto per bene.

PS (ma poi chi è questo ignoto "soprannaturale"? oh, nessuno lo sa identificare, ma ciò non importa....basta fidarsi, basta la parola suggestiva a tacitare tutte le preoccupazioni, fidatevi !...)

Anonimo ha detto...

..ora ricordo: fu D. Pastorelli che disse: "Lo Spirito Santo soffia anche su Koch, anche se dice cose semi-eretiche, quindi....smettetela di criticare e spargere pessimismo!" (o qualcosa di simile...)
Per un minimo di coerenza, dovreste decidere se e quando la ragione umana dobbiamo usarla o no. E di chi ci dobbiamo fidare, di Dio o degli uomini, della Chiesa perenne, fedele alla Roccia scelta da Cesù Cristo, col Magistero perenne e inalterabile, ai papi fedeli alla Veritas che stat, alla Dottrina immutabile, o di questa Chiesa "visibile" che, sia nel clero che nel laicato, è quasi totalmente e irreversibilmente conciliarizzata, e che andrà a festeggiare o commemorare nel 2017 il celebre sig. Lutero, detto l'anno scorso ad Erfurt "maestro di spiritualità" (!) per noi cattolici (?.... e ci credo che lo ripetono i poveri parrocchiani abbeverati a codeste caotiche idee....)
ma di che cosa vi stupite, se proprio il Papa ha affermato cose molto simili alle parole di questo custode della Fede, riguardo alla posizione dei protestanti "uniti nella comunione di fede" con i cattolici ?

viandante ha detto...

Mah, io ho l'impressione che questi porporati sono un po' come tanti politici: sanno e sentono in cuor loro, nonostante le capacità intelletuali non eccelse, quale sia la verità e cosa sia il giusto, ma gli intrallazzi, i legami umani, i complimenti e gli applausi del mondo, annebbiano il tutto.
Ci vorrebbe coraggio e fortezza!!
Ma non ce n'é quasi più in giro... Rimane quella smania di volersi sentire elogiati dai più e da coloro che sono in cattedra tanto per sentirsi all'altezza...

Anonimo ha detto...

..ora ricordo: fu D. Pastorelli che disse: "Lo Spirito Santo soffia anche su Koch, anche se dice cose semi-eretiche, quindi....smettetela di criticare e spargere pessimismo!" (o qualcosa di simile...)

Ricordo che Dante espresse questa speranza per Muller.
Ma questo non ha impedito a Dante né impedisce a noi di proseguire nelle critiche motivate. Mi pare che questo suo assolutizzare ogni affermazione che ha il solo scopo di smorzare i toni apocalittici di certi interventi, inserisca note polemiche (comprensibili ma superabili), mentre abbiamo evidentemente lo stesso scopo e dobbiamo combattere insieme la stessa battaglia.

Anonimo ha detto...

ma di che cosa vi stupite, se proprio il Papa ha affermato cose molto simili alle parole di questo custode della Fede, riguardo alla posizione dei protestanti "uniti nella comunione di fede" con i cattolici ?

Ora vedremo se lo stesso principio vale per la Fraternità...

Con questo non voglio dire che il principio non sia bacato; vediamo cosa succederà e se finalmente la 'pastorale' Tradizionale autentica - non quella dei "professionisti della tradizione" guardiani della rivoluzione conciliare - avrà posto e voce nella Chiesa...

Anonimo ha detto...

Ma non ce n'é quasi più in giro... Rimane quella smania di volersi sentire elogiati dai più e da coloro che sono in cattedra tanto per sentirsi all'altezza...

Caro Viandante, dici bene.
Purtroppo siamo in un orizzonte assolutamente mondano, dove il discernimento come azione che viene dal Soprannaturale non trova posto...

DANTE PASTORELLI ha detto...

L'anonimo, che mi dà tanto l'impressione d'essere un'ANONIMA dal bel nome dell'AT, ancor non ha capito la differenza tra la constatazione ed anche la critica ed il rigetto degli errori umani e la fiducia che lo Spirito Santo sappia servirsi di questi stessi uomini erranti per i suoi fini.
L'Anonimo/a anch'essa, come altro ridondante anonimo, non ha fiducia nell'azione di Nostro Signore. Io sì. Risuscitò Lazzaro, può far tornar la logica nella mente d del card. Koch.

Ghergon ha detto...

Anonimo delle 10 e 29.

In realtà è proprio il lume di ragione che deve in primis guidarci verso Dio seguito dal lume di fede nella rivelazione soprannaturale... è l'oggettività delle cose che fa testo e non il soggettivismo e l'immanenza.
Lei dice di fidarsi ad occhi chiusi del soprannaturale.
Ma di quale soprannaturale?
Chi agisce soprannaturalmente è in stato di Grazia, ma quando qualcuno dice l'opposto della Dottrina di sempre, che è oggettivamente insegnamento immutabile e sempiterno dello Spirito Santo, non è in stato di Grazia, poichè ha impugnato la Verità conosciuta e contraddetto la Volontà di Dio che già tutto ha insegnato e che mai si contraddice per natura...nel caso dell'eresia cadiamo oltretutto nella natura più disordinata, in dis-grazia di Dio, nella morte dell'anima.
Quindi l'azione del soprannaturale va molto limitata, ci sono casi e casi. Non tutto è soprannaturale, anzi...

Ghergon ha detto...

Anonimo delle 10 e 41

E' ovvio che anche su coloro che intendono farsi una dottrina "ad personam", Dio agisca con lauta Provvidenza, come fa su tutti, ma in questi casi lo fa per condurre verso la retta via, attraverso la voce della coscienza, la voce dell'Angelo...ma le grazie di Dio possono facilmente essere rifiutate, basta opporvisi in piena coscienza, come oggi lo fa gran parte dei cristiani che, soggiogati dal mondo, hanno in un baleno apostato dalla Fede e sono ormai sordi ai richiami di Dio...il nostro Angelo Custode, per volere dell'Altissimo ci riprende chissà quante volte al giorno, e chissà quante volte non lo ascoltiamo...chi fa di testa propria a lungo andare forma come un muro che non permette più alla Sua voce di passare...e le Grazie svaniscono come neve al sole..

DANTE PASTORELLI ha detto...

Buon GHERGON, io ho fiducia nello Spirito Santo, e questo indipendentemente dalla disposizione interna di chi vorrei venisse toccato dalla Sua luce.
Nessuno può togliermi questa fiducia, questa speranza. Se non avessi questa fede che pure talvolta si scontra con la realtà che mi sta soto gli occhi, non potrei restar nella Chiesa.San Paolo perseguitava i cristiani e divenne l'Apostolo delle genti.
Non ignoro i limiti umani ed anche l'eventualità di un rifiuto di ascoltar la voce dello Spirito.
A magior ragione, noi dobbiamo impegnarci nell preghiera e nell'apostolato, come possiamo, pur nella consapevolezza che siamo servi inutili, anche ove riuscissimo a fare al massimo il nostro dovere.

Anonimo ha detto...

si spera che il Signore faccia ritornare la logica nella mente di Koch prima che vari milioni di fedeli siano contagiati dall'antilogica. Invece il contagio pernicioso, dal momento preciso in cui un Prefetto sta sulla ribalta mediatica, in primo piano sulla stampa e sul web, già vedremo, si propaga rapidissimo, mentre in tempi passati forse era più difficile, quando le comunicazioni erano più lente, più controllate da "cattedre" ben funzionanti, e il pianeta e l'orbe non erano ancora un "villaggio globale" battuto da mille venti di dottrina.

DANTE PASTORELLI ha detto...

E proprio per questo, nell'ambito in cui operiamo, dobbiamo impegnarci di più, e con maggior intensità dobbiamo pregare. Le difficoltà non mi sfuggon certo, ma il Signore non ci chiede l'impossibile.
Anche questo blog, che certamente non ha risonanza mondiale, serve per far riflettere i non pochi che vi si affacciano anche senza lasciar traccia scritta.

Ghergon ha detto...

Caro Dante sono perfettamente d'accordo con te, le vie del Signore sono infinite, frase fatta ma sempre veritiera; alle volte proprio dall'impensabile Nostro Signore Gesù da luogo a fiumi di Grazie e di conversioni...e la nostra preghiera deve essere incessante per questo.