Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 7 febbraio 2017

Il cardinale Joseph Zen Ze-kiun denuncia i compromessi tra Vaticano e Cina

Nella nostra traduzione da Le Monde, un altro versante della crisi che attanaglia la Chiesa nelle dichiarazioni del cardinale Joseph Zen Ze-kiun sui compromessi tra Vaticano e Cina.
Vedi su AsiaNews maggiori dettagli che sottolineano le ambiguità dei dialoghi e delle aspettative nelle relazioni fra Cina e Vaticano: l’appartenenza all’Associazione patriottica, che Benedetto XVI definiva “incompatibile” con la dottrina cattolica (e che Francesco ha confermato); i silenzi verso la persecuzione subita da fedeli e sacerdoti; le ambiguità sulle nomine dei vescovi.

Tempo di distensione fra Pechino e il Vaticano. Ma una figura rappresentativa della Chiesa asiatica, il cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong, non è convinto da una possibile riconciliazione: «Il Vaticano è nelle mani di persone che non ci ascoltano e seguono la strategia sbagliata», ha detto a Le Monde.
Dall'inizio dell'anno, la Cina e il Vaticano, che non intrattenevano rapporti diplomatici, fanno di tutto per dimostrare la loro buona volontà in un'intervista a El Pais il 21 gennaio Papa Francesco si è dichiarato pronto a visitare la Cina «non appena mi sarà rivolto un invito». Ha spinto la sua amabilità fino a dire che «le chiese cinesi sono piene» e che «vi si celebra il culto liberamente». Il 26, il Quotidiano del Popolo, organo del Partito comunista, ha risposto lodando «un gesto saggio» del sovrano pontefice, titolando sulle "grandi aspettative che circondano le relazioni tra Cina e Vaticano nel 2017".
Un comitato di negoziazione si riunisce ogni tre mesi dal 2014, alternativamente in Cina e a Roma, al fine di superare l'incompatibilità tra il dogma cattolico e il controllo esercitato dal Partito Comunista Cinese (PCC) sulla pratica del cattolicesimo in questo paese: esso ha istituito in Cina una chiesa cattolica «patriottica» indipendente dal Vaticano, col potere di nominare i propri vescovi senza il consenso del papa.
«Non ne avrebbero dovuto essere ordinati»
Il 2016 si è chiuso con quattro ordinazioni ...

9 commenti:

Alessandro Mirabelli ha detto...

Brutta malattia quella della cosiddetta enfaticamente Ost politik vaticana. In nuce essa risale ai contatti che montini ebbe con i sovietici nei primi anni '50 all'insaputa del Papa. La sua prima virulenta manifestazione si ha nel 1962 con l'infame accordo di Metz fra Vaticano e Cremlino ove si stabilì che nei documenti del concilio non doveva apparire la parola comunismo. Accordo voluto dal Papa e confermato da Montini l'anno dopo. Poi l'affaire Mindzenty, pagina vergognosa per il Papato. Fu venduto per un piatto di lenticchie, cioè per niente perché in Ungheria cambio' niente. 1973: vengono ordinati da Casaroli 4 vescovi cecoslovacchi. Due di questi, Vrana e Feranec, erano uomini del regime. 1976: il Papa ordina al gesuita slovacco Korec di sospendere le attività della Chiesa clandestina nella Cecoslovacchia. Vedasi lo stralcio dell'intervista rilasciata dal card. Korec il 18/7/2000 a Il Giornale e riportata da De Mattei nel suo libro sul Vaticano II. Infine il tentativo del Papa di avere sia Wyszynski sia Mindzenty sia Beran a Roma in Curia. Per poter mettere al loro posto dei burattini. Tentativo solo riuscito con colui che prese il posto del primate ungherese. Tomasek che sostituì Beran non era un burattino e Wyszynski disse sempre no. Non mi meraviglio dunque se il Papa ora ha ripreso alla grande la già fallita Ost politik vaticana, inconcludente politica, arrendevole politica, che non ha mai dato risultati per i cristiani. E quando li ha dati era solo per rendere loro la vita ancora più difficile. Ost politik tanto cara ai cardinali diplomatici che votarono nel conclave di quattro anni fa e che grazie alla saldatura con i sudamericani e con una parte dei cardinali del nord Europa ci ha portati al punto in cui siamo ora. Errare humanum est ... per cui nel caso della Ost politik non bisognerebbe insistere perché diversamente si attuano i piani del demonio.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Dimenticavo: i turiferari maggiori, nel loro poderoso delirio, ritengono che asianews sia una sorta di agenzia di disinformacija al soldo di Putin. Forse invece loro non si sono accorti che indirettamente da quattro anni fanno il gioco della Open society Foundation di Soros.

Alessandro Mirabelli ha detto...

Solo la chiesa cattolica dell'Ucraina di rito greco riuscì a sopravvivere per tanti anni nella clandestinità. Probabilmente perché in Russia Casaroli riuscì a mettere piede una sola volta nel 1971. Ecco un caso di Chiesa perseguitata ma viva, forse perché la diplomazia vaticana non poté intromettersi

Anonimo ha detto...

Fantastico! Ora Padre Manelli e i FFI erano anche trafficanti di droga, camorristi e avvelenatori
Padre Fidenzio Volpi è stato assassinato? E chi più ne ha più ne metta. Dopo il tentato assalto bergogliesco al patrimonio delle associazioni laicali che appoggiavano i FFI, ora viene pubblicato un libro che dipinge il demolito ordine come una specie di sabba infernale, con assassini e camorristi. Grottesco.
di Michele Majno

https://www.riscossacristiana.it/fantastico-ora-padre-manelli-e-i-ffi-erano-anche-trafficanti-di-droga-camorristi-e-avvelenatori-di-michele-majno/

Anna

mic ha detto...

Siamo alla sagra dell'assurdo. E c'è chi lo fa sembrare normale...

Anonimo ha detto...

Applausi ai commenti di Mirabelli.

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Fabrizio Giudici

Rr ha detto...

Solo una cosa, Alessandro: quasi certamente uno dei turiferari maggiori È al soldo di Soros. E che gli altri non lo siano, considerando la tentacolarita' delle imprese di quella Piovra, è improbabile.

Rr ha detto...

Se fossi uno storico cattolico e parlassi Russo, farei di tutto per accedere agli archivi ex URSS. Chissà quante cose interessanti si scoprorebbero,quanti ricatti, quante spie, quanti venduti e corrotti...le Ostpolitike sono meglio della saga dei "cinque di Londra".

Rr ha detto...

Ieri ho scrittto "cinque di Londra".In realtà erano ad Oxford e Cambridge. E appunto magari anche a Roma.