Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 5 novembre 2019

Un prete cattolico brucia l'effigie 'satanica' di Pachamama in riparazione dell'idolatria in Vaticano

Dopo la bella testimonianza del ragazzo austriaco [qui]. Indice degli articoli sul Sinodo Amazzonico.

Don Hugo Valdemar Romero, portavoce della diocesi di Città del Messico, con a fianco un'icona di San Michele Arcangelo,  ha bruciato effigi delle statue pagane di “Pachamama” mentre guidava la preghiera dei fedeli  in espiazione del peccato di idolatria consumato in Vaticano durante il Sinodo dell'Amazzonia recentemente concluso. Ha eseguito il rito in riparazione anche della presenza della preghiera alla pachamama contenuta nel materiale stampato a cura della CEI (non c'è che dire, complimenti ai nostri vescovi, sono diventati famosi). Il vescovo emerito Rene Henry Gracida (texano, da un po' di tempo è uno di quelli che si fanno sentire frequentemente) ha riportato alcune dichiarazioni di Valdemar Romero, che si riferiscono anche ad una dichiarazione di un esorcista: la pachamama incinta sarebbe la parodia satanica della Madonna e di Cristo; ovvero, il bimbo che la pachamama porta in grembo sarebbe l'Anticristo.
“La Benedetta Vergine [Maria] di Guadalupe, come sappiamo, è una giovane donna incinta. Porta in grembo Gesù che deve dare alla luce il nuovo continente (il nuovo mondo). Dice che viene a concedere il suo amore a tutti gli abitanti di questo intero continente (non solo il Messico). È incinta e porta Gesù che ci porterà il Vangelo e scaccia le tenebre dell'idolatria e del diavolo ”.
“Un amico esorcista afferma che questo idolo (Pachamama) è in realtà la figura dell'anticristo. È una bestemmia e una parodia di Maria. Pachamama è incinta, ma porta l'anticristo per partorirlo nella chiesa massonica, per distruggere i sacramenti e tornare all'idolatria e alla superstizione. Quindi, questo anticristo che deve dare alla luce una chiesa con un "volto amazzonico" è un abominio, è una contraddizione con la dottrina della Chiesa. Ed è questa la dinamica in cui ora questi idolatri vogliono entrare ".
"Quindi, in segno di opposizione alle offese commesse nei confronti della Santissima Vergine Maria a Roma, nella sua chiesa della Traspontina, noi, come protesta e come segno di riparazione, bruciamo questo idolo satanico del Pachamama". [Fonte]

7 commenti:

sissi ha detto...

Meno male che qualche 'chierico' comincia ad uscire dal 'coma' profondo in cui sembrava che tutti fossero sprofondati. Ma, ... bisognava proprio arrivare fin qui?
Speriamo che le 'bergo-sirene' perdano man mano la loro 'suadenza' e che si riesca sempre più a sfuggire all'inebetimento.

Valeria Fusetti ha detto...

L'effigie è satanica senza virgolette di sorta. E il fuoco è l'elemento naturale in cui se ne sta satana, per cui è stata, semplicemente, rimandata a casa.

Josh ha detto...

Era Ora.

Stephen Neville ha detto...

Deo gratias. Esiste ancora qualche sacerdote santo e che dice le cose come stanno. Se solo i vescovi chiacchieroni avessero la metà dei suoi attributi…

Anonimo ha detto...


La Pachamama idolo originariamente andino cui si facevano anche sacrifici umani [1]

Nella foto si vede un accolito che tiene un quadro con l'immagine della Vergine di Guadalupe.
La S.ma Vergine apparve ad un indio convertito sul luogo dove sorgeva un tempio azteco dedicato alla Dea Madre, demolito dagli spagnoli. Proprio a significare che il passato idolatrico e sanguinario era morto per sempre sosituito dalla religione del vero e unico Dio.
Voce 'Pachamama', su En.wikipedia.org :
"Pachamama è una dea adorata dalle popolazioni indigene delle Ande. È anche conosciuta come Madre Terra e del Tempo. Nella mitologia inca, Pachamama è una dea della fertilità, che presiede alla semina e al raccolto, incorpora le montagne, provoca i terremoti. È anche una deità onnipresente e indipendente che possiede un suo potere autosufficiente e creativo, in grado di sostenere la vita sulla terra. I suoi santuali sono rocce magiche o i tronchi degli alberi. Nelle rappresentazioni artistiche appare come una donna che porta raccolti di patate o foglie di coca. I quattro princìpi cosmologici quechua [antico Perù inca] - acqua, terra, sole, luna - si rifanno alla Pachamama come alla loro origine. I sacerdoti le sacrificano lama, porcellini d'india e ne fabbricano elaborate miniature di stoffa. Pachamama è la madre di Inti, dio del sole e di mama Killa, dea della luna. È anche vista come la moglie di Inti, suo figlio [sarebbe la moglie del proprio figlio, una "confusione" tipica della mitologia pagana amerindia]."
Nella lingua quechua (che non esisteva in forma scritta prima dell'arrivo degli spagnoli) la parola pacha significa: terra, cosmo, universo, tempo, spazio etc. La parola mama, vuol dire madre. Perciò questa divinità protegge tutte le cose che servono da beni per gli uomini e nello stesso tempo regna sull'universo, anche in senso spirituale [Pachamama: Mother Earth, in: info.handicraft-bolivia.com/Pachamama-Mother-Earth-a346].
Questa dea, impersonando le forze dell'universo e convogliandole nella fertilità della natura, appare dea della vegetazione e generazione in senso cosmico, al posto del vero Dio, Uno e Trino. A questa divinità come a quasi tutte le altre, venivano fatte offerte di vario tipo e dei sacrifici. Nell'impero inca, sulle alte montagne delle Ande, vie erano numerosi centri cerimoniali dedicati a questa dea. Secondo le cronache spagnole sugli inca, venivano offerti cibo, incenso, bevande alcoliche, tessuti, ceramiche. Si facevano però anche sacrifici umani. [PP]

Anonimo ha detto...


Pachamama, idolo di origine andina etc [2]

Il particolare dei sacrifici umani è completamente taciuto dagli odierni adoratori della Pachamama, come se il culto odierno, ravveduto e corretto a causa dell'influenza del cristianesimo, fosse uguale a quello originario. Ma valga il vero: gli inca erano soliti sacrificare bambini alla Pachamama.
"Sacrificare la vita di un bambino, secondo la religione inca, sarebbe stato un titolo d'onore per i genitori e avrebbe dato alla vittima una vita felice nell'aldilà [aldilà privo di significati etici]. I fanciulli venivano selezionati in base alla loro bellezza e purezza. Nelle cerimonie Capachoca, venivano appunto sacrificati alla dea della fertilità, la Pachamama, in modo che propiziasse raccolti abbondanti per l'anno successivo. Gli archeologi hanno scoperto i corpi mummificati di molti bambini sacrificati"(voce di Wikipedia, cit., p. 1 - l'ultimo ritrovamento nell'agosto del 2019, 227 mummie di vittime tra i 4 e i 14 anni, in Perù, Il Sussidiario.net, 28-8-19). Sulla sommità del Llullaillaca, alto più di 7000 metri, analizzando le mummie con le più moderne tecniche, hanno potuto stabilire che una ragazza di circa 15 anni (chiamata da loro la Fanciulla di Llullaillaco) era stata stenuta ad una ricca dieta, come quelle riservate all'aristocrazia, a base di carne e mais, molto probabilmente per prepararla bene al sacrificio"(op. cit., ivi).
Ma perché sacrifici umani a una dea "della fertilità"? Non si tratterà di esagerazioni degli scrittori cristiani? Anche se i propagandisti dell'ideologia 'indigenista' occultano la vera natura - barbarica, frutto di ignoranza e superstizione - di questi culti primitivi, presentati oggi in versione "amazzonica", resta il fatto (confermato troppo spesso dall'archeologia) che in queste religioni i sacrifici umani erano largamente praticati, unitamente al cannibalismo cerimoniale o rituale che dir si voglia. E se, in ciò in cui sono sopravvissuti, si sono notevolmente depurati, limitandosi p.e. ad uccidere e seppellire nei campi il feto di un lama, per propiziare un buon raccolto presso la dea, questo è avvenuto per influenza del cristianesimo, che li ha quasi estirpati senza però riuscire a cancellarli del tutto. Sopravvissuti in forme edulcorate come fatto di folklore più o meno tollerato, adesso sembrano in ripresa come fatto religioso, grazie alla perdita della fede e al tradimento del clero cattolico "aperto al dialogo" e alle "diversità".
I culti della fertilità dei popoli primitivi erano parte dei culti agrari, nei quali si sacrificavano spesso e volentieri donne e bambini, fanciulli e fanciulle.
PP

Anonimo ha detto...


I culti della fertilità, delle varie "mama", espressione di un ancestrale animismo,
del tutto incompatibile con il cristianesimo oltre che con la vera cultura.

Nei culti della fertilità, osserva Mircea Eliade nel suo classico 'Trattato di storia delle religioni', le credenze arcaiche vedevano nella potenza del raccolto una "forza sacra" che si "personificava" nel prodotto vegetale stesso.

"Gli aspetti, i nomi e l'intensità di queste personificazioni variano: - Madre del grano, nei paesi anglo-germanici; - Nonna - Madre della spiga - Vecchia prostituta - Vecchia o - Vecchio, presso gli Slavi etc[...] Si notano terminologia e concezioni simili presso popoli non europei. Così i Peruviani credono che le piante utili siano animate da una forza divina, che assicura la loro crescita e fertilità; l'effigie della "Madre del Granturco" (zara-mama), p.e., è fatta di fusti di granturco in forma di donna, e gli indigeni credono che, in quanto madre ha il potere di produrre molto granturco. Questa effigie è conservata fino al raccolto successivo, ma verso la metà dell'anno gli "stregoni"le domandano se ha la forza di durare, e se la zara-mama risponde che si sente debole, la bruciano e ne fanno un'altra perché la semente del granturco non perisca. Gli INdonesiani conoscono uno "spirito del riso", potenza che fa crescere e fruttificare il riso; per questo trattano il fiore del riso come una donna gravida, prendendo molte precauzioni per captare lo "spirito", chiuderlo in un canestro e conservarlo con cura nel granaio del riso. Se le piante appassiscono, i Karen della Birmania credonno che l'anima (Kelah) del riso si sia staccata da loro, e se non si riesce a riportarvela, il raccolto è perduto..." (M. Eliade, Trattato di storia delle religioni, a cura di P. Angelini, tr. it. di Virginia Vacca, riveduta da G. Riccardo, Bollati Boringhieri, Torino, 2007, pp. 308-9).
PP