La verità è andata in crisi nella nostra cultura; il fenomeno Coronavirus ha svelato la fragilità delle verità cui ci affidiamo; le risposte adombrano ulteriormente tale valore; la Chiesa, chiamata ad essere “colonna e fondamento della verità”, sta traballando e fatica ad offrire un sostegno pienamente adeguato ai tempi.
Oggi, volendo attingere alla Dottrina Sociale della Chiesa per offrire una lettura critica della situazione di grave crisi palesatasi a seguito dell’emergenza Coronavirus, scelgo di farlo a partire da uno dei quattro valori fondanti della DSC stessa. Il Compendio di DSC – testo viepiù introvabile, ma perlomeno disponibile in rete – dopo aver concluso la fondazione teologica e antropologica della visione cristiana sull’universo, e dopo aver introdotto la dottrina ecclesiastica in tema di diritti, viene a illustrare i quattro valori e i quattro principi imprescindibili e utili a informare una buona pratica sociale. I principi sono quelli della difesa della persona umana, del bene comune, della solidarietà e della sussidiarietà. I valori sono verità, libertà, giustizia e carità. Il valore di cui vorrei parlare nella presente sede è la verità. La mia tesi è semplice: la verità è andata in crisi nella nostra cultura; il fenomeno Coronavirus ha svelato la fragilità delle verità cui ci affidiamo; le risposte socio-culturali mostrano un istinto ad adombrare ulteriormente tale valore; la Chiesa, chiamata ad essere “colonna e fondamento della verità”, sta traballando e fatica ad offrire un sostegno pienamente adeguato ai tempi. Alla luce di ciò il monito sobriamente e fermamente espresso nella DSC si mostra attuale e urgente: “Il nostro tempo richiede un’intensa attività educativa e un corrispondente impegno da parte di tutti, affinché la ricerca della verità, non riconducibile all’insieme o a qualcuna delle diverse opinioni, sia promossa in ogni ambito, e prevalga su ogni tentativo di relativizzarne le esigenze o di recarle offesa.” (DSC 198). Ora presentiamo alcuni punti che sostengono e dispiegano la tesi.
Coronavirus e verità scientifica
In primo luogo, come in molti hanno notato, la vicenda del Coronavirus ha mostrato in modo evidente i limiti della scienza. Lungi da me sollevare una retorica antiscientifica e antimedicale. Ma è evidente che davanti a una pandemia virale la scienza ha dimostrato molteplici limiti e gli scienziati interpellati hanno dato sovente l’impressione di essere una comunità divisa, priva di un metodo sicuro e infallibile. Ciò è avvenuto nonostante il rischio pandemico fosse preventivato dai programmi militari, e non solo, già alcuni anni fa. Gli esperti si sono divisi pressoché su tutto: la pericolosità del virus, il rischio del suo ritorno, l’utilità di mascherine, disinfettanti per mani, cure di un tipo o dell’altro, vaccini, autopsie. Possiamo trarne una qualche lezione? Ne propongo due.
Anzitutto rifletto sul legame tra scienza e politica. Alcune curiose dichiarazioni di scienziati hanno certamente pagato pegno alla politica, al punto che evidentemente i portavoce del Sistema hanno sfilato nei diversi salotti televisivi con sicumera proporzionale all’appoggio partitico, più che al riscontro scientifico delle loro tesi. Il che decisamente non mi stupisce, ma mi dà l’occasione di tornare su una questione abusata quanto fraintesa: il caso Galileo. Sostengo e reputo per noi opportunissima la tesi di Rodney Stark, secondo il quale il caso Galileo non fu un esempio di scontro tra religione e scienza, bensì tra politica e scienza. Galileo risultò scomodo e fu messo a tacere non per ragioni di oscurantismo religioso (i religiosi gesuiti, appassionati astrofili, lo sostennero; uno scolopio gli fece da assistente di laboratorio), ma per interessi di tipo politico, vuoi accademico (i colleghi aristotelici gelosi del proprio prestigio e dei propri Istituti) vuoi culturale (il Papa preoccupato di mantenere consenso e coesione). Avessimo perso meno tempo a manipolare la questione galileiana con pregiudizi antireligiosi, ci saremmo forse predisposti meglio ad affrontare l’ennesimo plagio politico a danno della scienza. Per approfondimenti rimando agli studi di Rodney Stark (cfr. A gloria di Dio, Lindau 2017).
Secondariamente il collasso del prestigio oracolare imputato alla scienza, presunto sostituto della religione, potrebbe giovare ad affrontare con maggior onestà ed equilibrio il discorso relativo all’epistemologia del sapere scientifico, cioè il discorso relativo al valore del sapere scientifico. La scienza infatti gode di un consenso curiosamente tanto alto quanto infondato. A cavallo tra Ottocento e Novecento, infatti, sembrava che la scienza dovesse arrivare a comprendere e padroneggiare ogni sapere e ogni realtà. Poi le scoperte incorse all’inizio del XX secolo hanno mostrato l’inconsistenza di tale ambizione. Ma tale consapevolezza è rimasta appannaggio degli studiosi: il popolo ha continuato a credere al mito della scienza onnisciente. Salvo poi concedere, quasi a sintomo del colpo subito dagli studiosi, che emergessero e dilagassero teorie del tutto antiscientifiche e assurde, quali il terrapiattismo e l’ideologia gender. Oggi tale stato paradossale è predominante: quasi ogni filone del sapere deve fare i conti al suo interno con falangi di scientisti ancora convinti che ogni aspetto della realtà possa e debba essere trattato con formule numeriche, e falangi antiscientifiche che rifiutano qualsivoglia approccio di studio e sostengono visioni ove misteriche, ove fantasiose, ove oniriche. Ebbene, l’evidente fragilità della risposta scientifica al Coronavirus potrebbe essere occasione per riprendere il discorso dove era stato interrotto e adombrato: riconoscendo alla scienza e alla medicina le loro grandi virtù, l’alta percentuale della loro capacità analitica, predittiva e risolutiva, pur arrivando finalmente ad accettare che tali branche di studio non sono perfette, né infallibili, e quindi è bene mettano da parte la pretesa di ergersi a sostitute di Dio e della religione e della filosofia, e tornino a svolgere il loro umile e fecondo servizio pratico e ancillare all’umanità. Per approfondire consiglio gli studi di Sergio Rondinara (cfr. Scienze fisiche e matematiche, Città Nuova 2010).
DDL Zan-Scalfarotto e verità antropologica
Abbiamo già accennato a come la crisi delle scienze presti il fianco a risposte estreme di taglio antiscientifico. Tra di esse spicca l’ideologia di genere che, a differenza di altri saperi alternativi, vanta un retroterra culturale più raffinato e soprattutto si accompagna a interessi di tipo economico-sociale molto elevati. Tali posizioni estreme potevano germinare solo in una cultura ottusamente scientista, come la nostra, e ricoprono il ruolo di bilanciamento agli assurdi neopositivisti che la cultura popolare ostinatamente divulga. Abbiamo appena accennato a come una posizione di equilibrio e una buona filosofia della scienza, ovviamente su basi metafisiche, potrebbe giovare ed evitare entrambe le polarizzazioni della questione. Ma in questo paragrafo non vorrei ripetere quanto esposto nel precedente, bensì coglierei l’occasione del DDL Zan-Scalfarotto, il disegno di legge che vuole introdurre una sorta di dittatura culturale genderista in Italia (attorno al quale l’Osservatorio si è già espresso ufficialmente qui), per toccare un argomento utile agli ambienti culturali cattolici o simpatizzanti.
Con grande merito e immane dispiego di forze il fronte cattolico e pro-life sta muovendo la propria battaglia epocale – una sorta di nuova Lepanto o nuova Vienna – contro il progetto neo-totalitario della cultura progressista filo-omotransessualista. Il termine più corretto sarebbe pansessualista: difendendo qualsivoglia categoria e finanche i pedofili, è evidente che col DDL Zan-Scalfarotto si stia passando dalla retorica pro-omosessuale a una più esplicita posizione di idolatria sessuale a tutto tondo. Non mi soffermo sulla questione, oggi rivolgo piuttosto delle analisi all’azione dell’onda pro-vita. Dunque, fatti salvi i meriti di tale compagine, ammesso che la strategia da loro assunta sia la più efficace e realista del momento, assolutamente non volendo contestare o disprezzare tali e tante iniziative, stimo però opportuno esplicitare un grave limite insito nella campagna contro il pansessualismo. La scelta è stata quella di costruire una propaganda che non attaccasse direttamente lo schieramento avversario e non si esprimesse dunque “contro”, ma che valorizzasse un “pro” e quindi desse sostegno a un valore condiviso e universale: la libertà di espressione. Ribadisco: scelta accorta e funzionale alla propaganda di massa. L’auspicio è che la massa appunto si risvegli dal torpore del consumismo (e ora dell’ipocondria anticovid) e si accorga che ci sono ideali condivisi messi a rischio da DDL ambigui. Al contempo è importante che, almeno in sede di riflessione e condivisione, riconosciamo la grave lacuna del movimento pro-libertà, nella misura in cui si limiti a spendersi per-la-libertà. Credo si possa e si debba ricordare che la libertà nella sua pienezza chiede un costante rapporto con la verità. Ora, il problema del DDL in oggetto non è solo quello di mettere a repentaglio la libertà di espressione, bensì quello di affermare delle menzogne istituzionali. Dal canto suo, la libertà di espressione, se non è volta a esprimere sempre meglio la verità, non è autentica libertà e diviene solo una sorta di logorrea capricciosa. Il pansessualismo camuffato da instrumentum pacis per gli omosessuali non è male solo in quanto minaccia la libertà di espressione di chi non aderisce alla loro ideologia, bensì in quanto nega una verità sull’uomo e nel far questo viola apertamente ogni sapere scientifico-medico e antropologico fin qui corroborato e conquistato. Che fare dunque? Rimbrottare i pro-life? Sarebbe mossa alquanto idiota da parte del sottoscritto. Ma alla parabola che sensibilizza ad extra la popolazione italiana, facendo leva su aspetti valoriali libertari condivisi (tipicamente illuministi e rivoluzionari), si deve accompagnare una azione di informazione, in cui istruire in modo completo le persone circa il valore della verità e ciò che esso comporta per sé e in riferimento all’umano e alla sua sessualità. Purtroppo già alcune agenzie cattoliche ufficiali hanno mostrato lassismo su questo punto e ciò alla lunga può indurre all’ignoranza il Popolo di Dio, fino a fargli sposare posizioni culturali antitetiche alla Rivelazione e quindi al vero bene dell’umanità. D’altra parte, lo ripeto ed esplicito, una libertà senza chiaro rapporto con la verità tende a decadere nel libertarismo cieco e prepotente: esattamente quello che sorregge il DDL pansessualista, che effettivamente tutela la libertà di espressione, ma dei forti a danno dei deboli. In sintesi: far leva sulla libertà di espressione è mossa strategicamente opportuna, ma che dovrà esser rivolta quanto prima a un recupero di un discorso sulla verità, altrimenti alla lunga questa stessa mossa è destinata a far germogliare i semi libertaristi che porta in seno e rischia di trasformarsi col tempo o in un autogoal o un in una finta vittoria.
Modelli veritativi e fake news
Un terzo aspetto che merita qualche attenzione è l’insistenza sul fenomeno delle fake news. Il focus su tale argomento è cresciuto in maniera esponenziale negli ultimi anni, entrando ormai in ogni agenda: politica, mediatica, scolastica. Circa le fake news mi sovvengono due semplici osservazioni. Prima però, proviamo a identificare il fenomeno in oggetto. Al di là delle definizioni più tecniche, alla portata di tutti i lettori, prenderei spunto da un colloquio avuto col dott. Alberto Maestri, docente della Ninja Academy, durante un corso di aggiornamento sulla Comunicazione. Maestri faceva notare come propriamente il titolo di fake news non spetti alle menzogne belle e buone, né alle contraffazioni palesi, bensì a quelle notizie costruite in maniera tale da poter apparire vere, in quanto altamente verosimili. Queste, a detta dell’esperto, sono le vere fake, le più insidiose; costruite ad arte per spiazzare il lettore, compilate in modo da lasciare un messaggio persuasivo nell’inconscio, anche una volta smascherate; strutturate con tale finezza da risultare difficili da riconoscere e da sconfessare. Certo nell’universo delle fake news rientrano anche gli altri tipi di comunicazioni errate e falsate, ma reputo di grande valore conoscere e riconoscere la più raffinata tra le varianti delle fake news.
Di qui la prima osservazione. La fake news costruita ad arte si basa sul concetto di verosimiglianza, non su quello di verità. Ora, tale dettaglio mi ha fatto riflettere sul fatto che tutta l’area giornalistica muove in tale zona, vive di verosimiglianze e non di verità. Ancora una volta tornerebbe utile portare ordine e chiarezza sul discorso e precisare quando possiamo ambire alla verità e quando no. La scienza a quale verità può rivolgersi? E la storia? Gian Battista Vico suggeriva che la storia si occupa del verosimile. Quanto più la cronaca, allora! In un certo senso la fortuna che contorna il fenomeno fake news ha a che fare con l’evoluzione de concetto di verità. La nostra cultura ha perso il riferimento al vero e si è confinata nel verosimile; ha dimenticato il valore di un sapere veritativo, fosse esso metafisico o ermeneutico; ha fittiziamente difeso una capacità veritativa scientifica oracolare, nonostante gli eventi passati l’avessero già confutata; ha aperto il fianco a posizioni palesemente antiscientifiche e irrazionali, come la dittatura culturale pansessualista. Stupisce scoprire che tale società ora si preoccupi dello statuto di verosimiglianza delle proprie notizie; che trovi importante distinguere tra un verosimile affidabile e un verosimile non affidabile; che tema di essere sopraffatta dal falso, mentre continua a fare i conti con esso, preoccupata direi di avere a che fare con un falso buono e non con un falso cattivo. Evidentemente si tratta di una vite che gira a vuoto e di una battaglia destinata alla sconfitta o a breve termine (qualora le fake news prevalessero incontrastate) o a lungo termine (qualora esse fossero contenute, ma si continuasse a vivere di verosimiglianze senza una cura per la verità). Replico qui la critica rivolta ai movimenti pro-life e pro-libertà: chiunque non faccia i conti a fondo con la propria realtà, potrà conseguire alcuni risultati immediati, ma alla lunga si troverebbe sopraffatto dai difetti che cova in grembo. La realtà con cui deve fare i conti il mondo dell’informazione è la fiducia nella verità: chi relativizza il vero e sceglie sistematicamente il verosimile, non deve poi allarmarsi se questo prende il sopravvento e produce i suoi mostri. Con o senza fake news la dittatura giornalistica del verosimile, spogliata di un ancoraggio alla verità, è destinata a produrre sempre e solo mostri.
La seconda osservazione si instaura sulla prima. Evidentemente il discorso sulle fake news, stando a quanto appena detto, ha a che vedere ben poco con una tutela certa della verità, per conseguenza sarà sbilanciato su ben altri ambiti, esponendosi per esempio alla manipolazione politica. Ecco dunque levarsi il sospetto – già accusato per tempo su altre testate – che la premura per le fake news, lungi dall’essere un vero allarme in favore della verità, sia solo una mossa politica, sapientemente orchestrata al fine di istituire novelle forme di controllo del consenso e di censura di regime. Dopo anni di terrorismo culturale anti-fake, gli organi di propaganda sono pronti a stringere il cappio, andando a colpire tutti gli avversari politici con l’accusa di diffondere fake news, e andando a confortare il popolo assicurandogli che le notizie ufficiali rispecchiano invece la verità. Ebbene, se è plausibile la mia analisi (quasi banale), relativa all’assenza di verità e al dilagare di verosimiglianza nei media, allora dobbiamo concludere che la lotta alle fake news e la censura dei falsificatori è la più grande e meglio elaborata fake news dei nostri tempi, su scala planetaria, e intendo proprio una fake news del tipo più subdolo e astuto: quella che si camuffa da vero assoluto e salvifico.
La pastorale del consenso e l’eclissi della verità teologica
Un’ultima osservazione che voglio palesare, per quanto fonte di sofferenza, concerne la posizione della gerarchia ecclesiastica nei confronti della verità. Duole dirlo, ma lo stile assunto nell’ultimo lustro presenta un corpo ecclesiastico che molti e autorevoli autori giudicano viepiù distante dal ruolo autenticamente (o almeno tradizionalmente) magisteriale – termine che assumo in senso lato e stando al di qua di difficili specificazioni teologiche. Mi sia concesso fare alcuni esempi, che toccano primariamente la situazione romana e italiana (non ho seguito gli sviluppi negli altri Paesi). Circa il pontificato di Sua Santità, Papa Francesco, cui filialmente mi sottometto, un elemento a tutti evidente è l’accentuazione piuttosto politico-sociale del suo ministero, andata a scapito del ruolo di acclaramento e di conforto dogmatico-dottrinale. Rispetto all’analisi che stiamo svolgendo, tale priorità del politico sul teoretico può significare un indebolimento del discorso veritativo. Anche la scelta di un approccio alle questioni teologiche, in cui si è ritenuto di insistere sullo scongiuro di pieghe culturali fissiste e rigide in favore di sperimentalismi e aperture, può rappresentare un movimento ecclesiale piuttosto incline al soggettivismo che alla difesa di verità oggettive. Chi scrive ha una formazione di scuola fenomenologico-ermeneutica e non aristotelico-tomista, per cui non mi reputo ingenuamente posizionato su fronti di fissità, eppure prendo nota del fatto che, sia o meno volontà del Pastore, la ricezione degli ultimi anni di Magistero è stata decisamente caratterizzata da toni di soggettivismo.
A conferma di ciò, si consideri anche il contributo recente della Chiesa italiana, le cui dichiarazioni in campo politico e sociale e le cui scelte in ordine al discorso sanitario sono state ultimamente caratterizzate da principi desunti dal pensiero culturale dominante e non da un discernimento puramente evangelico. Di questo han scritto in molti e non vorrei ripetere ciò che persino semplici fedeli, al di qua di ogni schieramento, ormai affermano con sicumera e con un certo distacco. La Chiesa italiana nel contesto delle risoluzioni sanitarie si è posta come esecutrice mansueta di indicazioni statali e non “come uno che ha autorità” (Mc 1,22). Potrei accettare con ossequio e nella fede tale linea, confidando che la Gerarchia comprenda trame oscure a noi popolino e che attraverso di esse lo Spirito ci stia guidando a una particolare rinascita. Fede a parte, la percezione comune dilagante è quella di un contributo ecclesiale poco originale e, di nuovo, molto politicizzato. Quale sia la differenza cristiana e cattolica con cui contribuire al discorso italiano, non si è compreso. Quale sia la verità evangelica da testimoniare non è più cosa univocamente condivisa tra Pastori e fedeli. L’impressione è che siamo stati chiamati ad allinearci al trend secolarizzato imperante, ovviamente adeguandoci sempre dopo e arrivando in ritardo. Se mi è concessa una facezia, pare che la profezia di Martini si sia inverata e aggiornata: la Chiesa non è più in ritardo di 200 anni (qui), ma di un paio di giorni, tempo utile a capire la linea dettata dal mondo e adeguarvisi.
Questo – lo preciso – è ciò che un numero crescente di fedeli percepisce. Corrisponde all’intenzione dei Pastori? Se sì, abbiamo perso la strada della verità cattolica. Se no, abbiamo quantomeno indebolito la trasparenza comunicativa all’interno della Chiesa in Italia. Nell’uno e nell’altro caso, bisogna riconoscere una crisi nel discorso veritativo ecclesiale, la quale ovviamente non può che nuocere allo sviluppo della cultura secolare in senso veritativo. Se ammettiamo con il teologo ortodosso Pavel Florenskij, che la Chiesa è chiamata ad essere “colonna e fondamento della verità” (cfr. il titolo del suo capolavoro, 1914), allora dall’incertezza della Chiesa, bisogna aspettarsi che tutto quanto poggia su tale colonna e su tale fondamento non goda di buone prospettive. Rimane urgente chiarirsi come cattolici, al fine di poter pienamente contribuire al bene anche culturale del nostro tempo.
Indicazioni del Compendio
Al lettore lascio di giudicare circa la pertinenza delle tesi esposte. Credo però che, tolte alcune sfumature interpretative, non sia facile negarle in toto. Ci soccorre a tal punto del percorso il Compendio della DSC, dal quale attingiamo indicazioni per il nostro impegno futuro. Ho già riportato una citazione in apertura: “Il nostro tempo richiede un’intensa attività educativa e un corrispondente impegno da parte di tutti, affinché la ricerca della verità, non riconducibile all’insieme o a qualcuna delle diverse opinioni, sia promossa in ogni ambito, e prevalga su ogni tentativo di relativizzarne le esigenze o di recarle offesa” (DSC 198). Gli esempi fin qui illustrati confermano il senso di impellenza che sta nella citazione: veramente serve una educazione alla verità e una educazione che sia intensa, per fronteggiare il relativismo dilagante; veramente i tentativi di relativizzare il vero stanno prevalendo e chiedono una strategia puntuale. Ancora dal 198: “Quanto più le persone e i gruppi sociali si sforzano di risolvere i problemi sociali secondo verità, tanto più si allontanano dall’arbitrio e si conformano alle esigenze obiettive della moralità”. “La ricerca della felicità” era il titolo di un film di successo italiano (G. Muccino 2006), mail Compendio suggerisce, sul fondamento di una genuina antropologia cristiana, che la felicità è contestuale alla ricerca della verità. Lo sforzo per la verità non è concepito come un traguardo intellettuale, bensì come una fonte antropologica, realizzazione dell’umano, capace di colmare i cuori e per questo di stabilire azioni morali convenienti e azioni sociali feconde. Chiunque cerchi felicità, rispetto, libertà, dialogo, sapere deve impegnarsi a edificarlo sulla verità: “Tutti i valori sociali sono inerenti alla dignità della persona umana, della quale favoriscono l’autentico sviluppo, e sono, essenzialmente: la verità, la libertà, la giustizia, l’amore. La loro pratica è via sicura e necessaria per raggiungere il perfezionamento personale e una convivenza sociale più umana” (DSC 197). La crisi innescata dalla pandemia ci trovi più risoluti nell’avviare quella intensa attività di educazione alla verità, da cui dipende la pace dei cuori e degli Stati. (Marco Begato - Fonte)
37 commenti:
Sono 4 mesi che lo ripeto: lo stesso fatto che la Chiesa si è piegata ai diktat del regime pseudo-sanitario di Conte & C., obbligando i fedeli ad andare a Messa col bavaglio, e i sacerdoti a distribuire la S. Comunione in quelle condizioni indegne del SS.mo Sacramento, vuol dire che si è assogettata alla menzogna mondialista del deep state che vuole schiavizzare e sterminare i popoli, e non è più fedele testimone della VERITA' (escluse le rarissime eccezioni di cui ogni tanto leggiamo notizia). E' schiava imbelle - muta e imbavagliata - della dittatura del NWO, regno dell'anticristo.
(Bergoglio disse: Obbedite al CTS)
la debacle dell'occidente si vede davanti a queste cose. non abbiamo più un motivo di vita da indicare ai giovani, li abbiamo riempiti di scemenze e cavolate, abbiamo distolto la loro sete di eternità dall'unica, vera e reale strada per ottenerla e quindi restiamo muti davanti ai loro drammi alle loro richieste di senso. ma se togli Dio dal quotidiano, non ha più senso niente
https://www.informazionecattolica.it/2020/08/18/un-quarto-dei-giovani-americani-tra-i-18-e-i-24-anni-pronti-al-suicidio-nellultimo-mese/
Alberto Lacchini
@ Anonimo 7:53 "Bergoglio disse: Obbedite al CTS" : cosa ci dovrebbe far concludere questa frase di Bergolio? che lui serve Cristo o il NWO, cioè la cupola massonica satanista che vuole sterminare miliardi di persone, lasciando mezzo miliardo di amebe decerebrate, da far lavorare come schiavi? è un cristiano uno che parla così? è un consacrato a Cristo? Quando si sveglieranno ed apriranno gli occhi le masse informi di fedeli ex cattolici? Non sarà mai troppo presto, forse sarà troppo tardi per loro...
Non ho finito la lettura del post. La scienza, come la religione, come la politica rischiano perpetuamente di diventare ideologie, cioè di affidarsi ad un sistema di pensiero, ritenuto onnipotente ed onnisciente, e tralasciano sia l'osservazione attenta della realtà, sia le indicazioni che la realtà, attentamente osservata, suggerisce.
Questa che possiamo chiamare accidia cognitiva è contraria alla Vita e alla Verità per il semplice motivo che non osservando più la realtà, non la giudica secondo scienza e coscienza ma, secondo un pensiero ideologico avulso sia dalla scienza che dalla coscienza BEN FORMATA.
Nei diversi ambiti da me letti la parte debole non è solo quella dell'osservazione sempre attenta del reale ma, anche ed in particolare, la coscienza del singolo ben formata. E la via per formare bene e tenere in forma la coscienza è il comandamento, il dogma.
Comandamento / Dogma sono le unità di misura sulle quali la coscienza deve ogni giorno esaminare se stessa, rimisurare se stessa per diventare e restare retta e quindi per potere restare attiva nel processo di conoscenza ed essere in grado di cogliere la verità che il reale le porge, senza metterci del suo, né di quello che appartiene alla mentalità del suo gruppo di appartenenza o alla mentalità del suo tempo, cioè senza metterci le sua latente o radicata accidia ideologica o l'accidia ideologica del suo gruppo di appartenenza o quella (accidia ideologica) del suo tempo.
RINVIO DELLE ELEZIONI?
Aria di nuovo lockdown. Aria di democrazia sospesa
https://lanuovabq.it/it/aria-di-nuovo-lockdown-aria-di-democrazia-sospesa
Discussioni in parlamento ? No , la TV e' il nuovo parlamento . E non da oggi ...
La democrazia e' sospesa ? eh , da quel dì..
Andrea Sandri, un anno fa:
Verso un governo a guida UE?
Nella logica (discutibile e, in assoluto, rivoluzionaria) dello Stato costituzionale un governo trae legittimazione dalla nazione/popolo tramite le elezioni proprio perché si vuole evitare che esso sia attratto nella sfera di poteri "non politici" (che, buoni o malvagi, rompono la logica stessa del sistema dal momento che lo condizionano). Nello Stato parlamentare, che del primo è una specie, dire che il parlamento rappresenta sempre e comunque la nazione, è una finzione che rivela la pressione in atto (per il bene o per il male) di quei poteri "non politici", soprattutto quando il divario tra "paese legale" e "paese reale" si fa profondo. Considerate le premesse ideologiche e ben immaginabili rapporti di obbedienza e consorteria, il Presidente Mattarella farà tutto il possibile per instaurare un GOVERNO A GUIDA EUROPEA. Se questo tentativo dovesse avere successo, il parlamento, a dispetto di ogni proclama parlamentarista della pletora di fellah che lo alberga, potrebbe votare la propria capitolazione, compiendo un ulteriore passo verso l'eterodirezione e la catastrofe italiana.
Ormai le masse si sono abituate alla farsa del virus, del resto accolta ovunque con entusiasmo.
Tutti sono partiti per le vacanze.
Molti con l'automobile nuovissima.
C'è ovunque il solito benessere e la solita ricchezza.
Le masse continuano a vivere all'insegna del solito trinomio:soldi, salute e cattiveria. Ed è un trinomio che funziona a meraviglia, direi benedetto da Dio.
Le masse si aspettano dalla farsa del virus un perfezionamento del Nuovo Ordine Mondiale e una nuova era radiosa.
Bisogna dare atto all'Ebraismo Mondiale di essere riuscito a creare il paradiso in terra.
Solo per me e per pochi altri più che di paradiso in terra si tratta di inferno.
Rassegniamoci, dunque, e di buon cuore.
Evitiamo di pensare troppo alla farsa del virus, evitiamo di riporre le nostre speranze nelle elezioni, nella Meloni e nella Cocomeri, nella setta conciliare, che l'ultimo Papa è stato Pio XII, e così via..., eviteremo notti insonni per niente, mentre le masse ABBRUTTITE dal NOM si abbronzano e si divertono in museruola.
Certo, la loro felicità magari è momentanea, falsa, deriva dal possesso di notevoli beni materiali ed infatti si vedono in giro tante facce da tagliagole... e quindi non è GIOIA... ma è così dal nostro punto di vista...
Rassegnazione. Uniformità alla volontà di Dio, che, come ho scritto, sembra benedire tutto quanto, forse perché "dopo" non può più dare niente a chi lo ha abbandonato e quindi gli dà tutto adesso, per qualche poco di bene che può aver fatto.
Il regime continua ad alimentare il terrorismo sanitario. L'opposizione potrebbe mettere su un suo comitato scientifico di primo ordine con Tarro e altri, smentendo pezzo per pezzo le menzogne del comitato di regime. La dittatura mondiale avanza e l'opposizione continua a tacere.
C'è chi comincia a chiedersi: quale opposizione?
Steve Bannon.
Ovvero dell'arresto necessario.
Che fa il gioco anche della propaganda antipopulista dei grillopidioti in vista delle regionali.
Ieri sera a La7 il ministro per l'istruzione dice con disinvoltura che:
- non c’è nessun protocollo ufficiale per il rientro a scuola in sicurezza (solo una bozza),
- i banchi arriveranno entro il 31 ottobre,
- l’Europa si complimenta con l’Italia e vuole copiarla.
I conduttori, Telese e Parenzo - di parte al pari e forse più dei molti altri- erano ammaliati e garruli appresso a quella imitazione della Guzzanti in funzione di ministro.
C'era da ricordare alla Azzolina che il resto d’Europa ha gli studenti già a scuola (Olanda, Germania, Svizzera, paesi nordici) o in procinto di andarci con protocolli precisi (dal 1 settembre Francia e Belgio).
Solo l’Italia ha Ricciardi che dice che le scuole non riapriranno e un ministro che non ha varato il protocollo e non ha i banchi.
Il quotidiano tedesco Handelsblatt loda il «governo affidabile» di Giuseppi e certifica che M5s e dem ci hanno trasformati in un satellite di Germania e Cina. Così ci inguaieremo con gli Usa (anche con Joe Biden presidente).
*CI RISIAMO*.
Su Netflix e dopo l'ambigua foto di una bambina per la mostra di Venezia e ancora l'oscena foto di una bambina in posa sensuale in bikini al salone dell'auto di Wuhan... Ormai debordano!
La trama: una povera immigrata di 11 ANNI ha dei contrasti coi genitori -bigotti e religiosi! - perché vuole entrare in un gruppo di BAMBINE che danzano SENSUALMENTE (è scritto proprio nella trama ufficiale della serie, non è un'aggiunta mia).
Insomma, sdoganare la pedofilia è il prossimo, irrinunciabile passo.
D'altro canto l'inventore del "gender", John Money, diceva:
"Se dovessi vedere il caso di un ragazzo di DIECI O UNDICI ANNI che è intensamente attratto dal punto di vista erotico verso un UOMO di vent'anni o trent'anni, se la relazione fosse totalmente reciproca e il legame genuinamente e totalmente reciproco, allora non lo definirei patologico in nessun modo."
Non c'è bisogno di essere dei grandi ammiratori di Steve Bannon (non lo sono affatto) per riconoscere che è nauseante il comopiacimento manifesto con cui la stampa italiana ha dato la notizia del suo arresto.
Il Sole 24 ore, il compassato e moderato quotidiano libreale di Confinbdustria, lo definisce sin dal titolo, "un'anima nera".
Un tempo i pennivendoli (perchè tali furono sempre) dei grandi giornali borghesi avevano l'accortezza di fingersi neutrali nel dare le notizie. Cercavano di distinguere, magari anche un po' ipocriticamente (ma l'ipocrisia è comunque "un omaggio che il vizio rende alla virtù") i fatti dalle opinioni. Ora non hanno più . alcun pudore nel fare becera propaganda. Nel definire "un'anima nera" chi non la pensa come loro.
Il regime liberal ormai si mostra senza più veli.
Martino Mora
https://eu.greekreporter.com/2020/08/21/after-hagia-sophia-turkey-converts-another-byzantine-church-to-mosque/
Si tratta di San SALVATORE in Chora, chiesa bizantina, ricca di splendidi mosaici, tutelata dall'UNESCO.
Evidentemente il sultano turco si sente rafforzato dalle scarse o pressoché nulle reazioni dell'Occidente. Notizia trasmessa daltg2 delle ore 13.
"Se dovessi vedere il caso di un ragazzo di DIECI O UNDICI ANNI che è intensamente attratto dal punto di vista erotico verso un UOMO di vent'anni o trent'anni, se la relazione fosse totalmente reciproca e il legame genuinamente e totalmente reciproco, allora non lo definirei patologico in nessun modo."
21 agosto 2020 13:45
John Money, per affermare quanto sopra esposto era così sicuro senza alcun dubbio che lo sviluppo cerebrale e la maturita' di giudizio dell'undicenne e del trentenne fosse lo stesso ?
https://it.aleteia.org/2014/03/24/il-dottor-money-e-i-martiri-della-follia-gender/
bellissima presa di coscienza di Massimo Boldi sul tragico momento che attanaglia il mondo intero, guardate qui https://www.youtube.com/watch?v=wD9ctVmEs0E al min. 0:21, con grande semplicità e umiltà invoca il ritorno del Signore
Il primo dovere della carità non consiste nella tolleranza delle convinzioni erronee, per quanto sincere esse siano, né nella indifferenza teorica o pratica per l'errore o per il vizio in cui vediamo immersi i nostri fratelli, ma nello zelo per il loro miglioramento intellettuale e morale, non meno che per il loro benessere materiale.
(San Pio X)
Continuando a non mettere al centro Gesù vero Dio e vero uomo, bensì ogni uomo in quanto uomo, la chiesa cattolica pastorale è diventata secolo e mondo. Ha smarrito il significato e la necessità della grazia e l'ha fatto fraintendendo e vanificando la nozione di misericordia.
Dio è garante della giustizia nel Suo Regno che non è questo mondo. In questo mondo anche Dio subisce la condanna a morte da ogni potere: religioso, occupante (Roma) e occupato (Erode).
Questo mondo (che ha una scadenza, perchè la vita eterna e nell'altro) è infatti sotto un principe ribelle ed ostile a Dio, abilissimo nel mistificare. E' basilare saper distinguere gli àmbiti di logica e giustizia umana e divina: altrimenti finiremo per rinnegare la rivelazione cristiana davanti agli uomini, come puntualmente sta avvenendo. L'uomo non è tempio di Dio in quanto uomo, ma in quanto abitato dallo Spirito Santo il che è possibile solo ai cuori sufficientemente puri (vivi) e non a quelli morti. La grazia ci apre lo sguardo verso questa possibilità e dopo esserci rivolti a Dio (per sua iniziativa) possiamo approfondirne la conoscenza (ancora per grazia) e perseverare in questa via (per grazia).
Senza questo ogni esperienza, anche religiosa, anche in talare, si riducono a esperienze mondane, incapaci di Oltre, di protendersi verso l'altro Regno, nostro fine creaturale, nostra vera patria, esito spirituale di una vita nel corpo che ha saputo essere spirituale.
Signori, la nuova frontiera è attaccare la Sardegna e chi vi trascorre le vacanze. Tre casi per milione di abitante e la descrivono come la Milano appestata dei Promessi Sposi.
Ma un minimo di ritegno no?
L'autentico virus che infesta la Penisola è l'invidia sociale. Bisogna stare tutti tappati in casa, cantare l'inno, avere il santino di Conte sul comò, stare con la mascherina anche in famiglia. Insomma uno stile di vita sempre più simile a quello sovietico.
Il virus cinese, da bravo comunista, contagia le discoteche ma evita le Feste dell'unità
I contagiati, oggi, superano "quota 1.000".
Ma diminuiscono i ricoverati in terapia intensiva (-5, in totale 64, mentre ieri erano 69) e i morti sono appena 3 (ieri erano 9).
Oggi nessun ricovero in più rispetto a ieri, nonostante i contagiati siano più di mille.
Il virus c'è, l'emergenza NO! Punto.
Giuseppe Palma
Il virus c'è. In Italia c'era già nell'ottobre 2019.
Tra le tante prove (per chi vuole essere scientifico e non solo un comitato) questa:
https://www.agi.it/cronaca/news/2020-05-20/coronavirus-milanese-positivo-febbraio-8670740/
Ovvero, nell'area di Milano gente sana (altrimenti non puoi donare il sangue) era positiva al virus in misura del 5% circa già a febbraio 2020.
Questo significa che, come minimo, dei 4 milioni di residenti nell'area almeno 200000 erano positivi prima che scoppiasse l'allarme. Oggi probabilmente quei numeri sono raddoppiati.
Perciò non ci vuole molto a trovare dei soggetti positivi: basta eseguire i test.
Oggi, eseguendo mille test nell'area metropolitana, facilmente si riscontrerebbero un centinaio di positivi asintomatici facendo gridare all'epidemia.
Ad oggi non sarebbe così grave perchè: 1-ora si sa che un positivo asintomatico non è un problema (tre mesi fa non lo sapevamo) 2-le terapie intensive sono vuote 3-se qualcuno si ammalasse, adesso si saprebbe come curarlo (per esempio non aggravandolo ossigenandolo con introvabili ventilatori mentre moriva di microtrombi non diagnosticati per inspiegabile ostacolo all'autopsia dei deceduti) 4-chi oggi muore con il virus in realtà muore di altro, ma la morte viene attribuita al virus.
Con un 10% di positivi asintomatici, passata la stagione calda che depotenzia i virus, che cosa succederà? Arriverà la temuta "seconda ondata"?
Dipende... Sarebbe importante conoscere quale correlazione vi sia stata nelle aree più falcidiate tra mortalità da virus e altri fattori scatenanti (es. vaccinazioni in massa).
Sarebbe anche importante conoscere perchè certe disposizioni cautelative siano state date e mantenute inutilmente in tutta Italia e non poste in atto tempestivamente dove richiesto.
Sarebbe bene capire attualmente che cosa dicono i ceppi virali riscontrati sui positivi asintomatici, se gli stessi di prima o modificati. Sarebbe utile che i giornalisti facessero il loro mestiere ponendo domande a chi di dovere.
Il virus c'è e forse si comincia anche a sapere da dove viene e perchè.
http://www.asianews.it/notizie-it/Prof.-Tritto:-Il-Covid-19-%C3%A8-stato-creato-nel-laboratorio-di-Wuhan.-Ora-%C3%A8-in-mano-all%E2%80%99esercito-cinese-50719.html
La "natura che si ribella" non c'entra. C'entrano altri loschi affari, questo sì.
Niente negazionismi: il virus c'è. E c'è chi ci marcia.
Forse la cura non è che non si può ricevere la comunione sulla lingua e in ginocchio, mentre si può riceverla nelle mani. Questa è ideologia. La scienza è un'altra cosa.
Non per niente è uno dei doni dello Spirito Santo, spirito di Verità, che ancora manca.
"Sloggiato da Misurata il nostro ospedale per far posto ai turchi. La “Caporetto” italiana in Libia si arricchisce di un altro, mortificante, capitolo. Impegnato nella battaglia contro i “furbetti del bonus” il prode ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha avuto il tempo di recarsi a Tunisi per dimostrare di esistere. Peccato che l’Italia nel Mediterraneo non esista più".
"Bisogna dare atto all'Ebraismo mondiale di essere riuscito a creare il paradiso in terra"
Anonimo 12.27
Cosa c'entra l'ebraismo mondiale con la pandemia di coronavirus e la situazione italiana?
Niente.
Ma per i trinariciuti antisemiti in servizio permanente ed effettivo (una piaga della cultura c.d. "tradizionalista") che riescono a filtrare nei commenti ogni tanto, è un niente che tutto spiega.
Aiutatemi a capire una cosa, annullate tutte le processioni, le sagre cittadine, tradizioni e valore impagabile di una vita, però hanno dato il permesso per fare la festa dell'unità, perché?
Giuseppi ha celato il dpcm che apre le telecomunicazioni al Dragone. Dei furbetti dell'Inps non si parla più, molti documenti sul lockdown sono top secret ed è mistero pure sui vincitori del bando per i banchi a rotelle.
PARZIALE RISPOSTA A “QUELLI DI SINISTRA CHE NON SI SENTONO PIÚ RAPPRESENTATI”
“Ritengo che ormai sia completamente superata la dicotomia destra/sinistra perché son venuti a mancare i presupposti storici di tale dicotomia. La sinistra, storicamente, nasce sulla scia delle idee della rivoluzione francese, ma poi incrociandosi con il movimento operaio ne ha rappresentato istanze di riforma economica e sociale. La destra, per sua parte, nasce in reazione ai lumi, si porta dietro questa tradizione, poi sostanzialmente si incrocia con le istanze di conservazione e anti-progressismo (il fascismo è stato altro, molto semplificatorio definirlo di destra, tant’è che il suo tratto simbolico si rappresenta con l’abbraccio sfrenato alla modernità, il futurismo). Sulla base di questa premessa è facile capire come i due schieramenti poggiano sul consenso sociale (ed elettorale) di due diversi blocchi. Il comunismo non si è mai dichiarato di sinistra, comincia a farlo quando viene meno la sua identità originaria. Ricordiamo che la sinistra, nella tradizione comunista classica, ha sempre rappresentato il suo peggior nemico da battere, la cosiddetta ala borghese infiltrata nel movimento operaio. I comunisti hanno sempre nutrito forte sospetti, se non addirittura avversione (spesso anche fisica), nei confronti di questi “agenti borghesi”. Per andare all’attualità, basta osservare che il segretario del partito comunista, Marco Rizzo, in una recente intervista alla domanda del giornalista se immagina in futuro un’alleanza con i partiti di sinistra che oggi sono al governo risponde chiaro e tondo: «Io non voglio avere nulla a che fare con i partiti cosiddetti di sinistra. Io non sono di sinistra, sono comunista. In Italia abbiamo una medaglia: quella della globalizzazione capitalista. La faccia di sinistra è quella più supina, è la parte del cuore di questa globalizzazione. Mentre la faccia di destra è quella di Salvini e Meloni. Noi siamo un’altra cosa». Più chiaro di così.
La dicotomia salta quando il progressismo della sinistra non va più in contraddizione con il progressismo del capitalismo (ormai da un bel pezzo), motivo per cui la base sociale proletaria e popolare – che nel ciclo passato era in buona parte comunista – non si sente più rappresentata, il piano inclinato della sinistra porta direttamente nella bocca delle “ri-forme” (la neo-lingua forgia significati opposti a quelli normali), intese dal punto di vista del mercato.
C'è chi mi mette in guardia dal non finire a destra, «a forza di liquidare in maniera semplicistica la storia della sinistra socialista, socialdemocratica e comunista». Ci tengo a precisare che non sono affetto da psicosi maniacale, sono semplicemente convinto (e da un bel pezzo) che la sinistra sia nell’attuale svolto storico la migliore ancella del progressismo capitalistico. Perché, ricordiamocelo, il capitalismo non è “retrivo” “all’antica” “conservatore”, è sempre in guardia per intercettare le tendenze, anzi il più delle volte le anticipa se non le crea (vedi funzione marketing). Basti considerare che essa si presta sempre alle più feroci ri-forme, dal mercato del lavoro alla sanità alle privatizzazioni alla scuola. Si è sempre detto che bisogna far fare alla sinistra quel che alla destra non riesce.
...segue
Altro punto critico. La sinistra ha svolto una funzione rappresentativa degli interessi dei lavoratori fin tanto che il ciclo economico era espansivo. Non penso di inventarmi nulla. Il ciclo espansivo si chiude con l’apertura degli anni ’70. E non a caso Berlinguer comincia a parlare in quegli anni di questione “morale” e della virtù dei sacrifici e dell’austerità. Ora, so bene che Berlinguer intendesse l’austerità nel senso etico della parola, ho letto i suoi libri, ma ciò non toglie il fatto che il capitale vide benevolmente tale “questione”, perché comunque educava i lavoratori all’idea della necessità dei “sacrifici” compensativi degli “eccessi” precedenti. Quella sinistra non aveva una strategia anticapitalistica, quindi evidente che una volta esauritosi il ciclo delle vacche grasse dovesse indicare ai lavoratori la via dei sacrifici, per risalire la china, indorando la pillola con categorie poco politiche, come quella morale, con tanto di strascico della superiorità morale dei “comunisti” (non più comunisti), vizietto che ha portato quella sinistra a diventare la famosa sinistra chic.
Ecco perché la sinistra (non comunista) si appresta a diventare il miglior cavallo da corsa del neo-capitalismo che ha fretta di ristrutturare tutto da capo a piedi e di creare le premesse della sua ennesima rivoluzione tecnologica. E siccome la nuova tecnologia richiedeva il cambiamento di mentalità, i “progressisti” (allenati da tempo su questo terreno) diventavano il soggetto più adeguato a svolgere questo lavoro. Con la globalizzazione (liberalizzazione dei commerci a favore degli Stati Uniti) le cose si rendono ancor più chiare, il nuovo capitalismo ha bisogno di fluidità a tutti i livelli, in modo che la mente umana sappia adattarsi velocemente ai cambianti continui. Nasce la società fluida di cui ha scritto tanto il sociologo Zigmunt Bauman. La fluidità deve valere per tutto, dall’attacco al ruolo delle nazioni, alla funzione “benefica” dei flussi migratori, al multiculturalismo, al meticciato, alla demonizzazione della storia, alla liberalizzazione dei costumi (droghe, gravidanza in affitto, aborto banalizzato e spostato in avanti di mesi deresponsabilizzando del tutto la funzione procreatrice, superamento delle diversità di genere e relativa ideologia gender). E siamo all’oggi. E chi meglio della “sinistra”, dei “progressisti”, riesce a far meglio? In tutto questo, i ceti popolari vivono il disagio di un cambiamento che favorisce le classi medio-alte, quelle cosiddette “culturalizzate”. Disagio che si esprime sul piano della loro (dei ceti popolari) difficoltà di vivere in una città terzomondializzata, in cui la sua forza-lavoro tende al ribasso continuo per via del ricatto di quella immigrata, sul piano del degrado dei propri quartieri dove aumento spaccio droga e malvivenza, eccetera, questo non è riconducibile alla sua tendenza “retrograde”. La richiesta d’ordine è importante per chi vive nella precarietà e nella mancanza di sicurezza. Non è rivendicazione salviniana. Dovremmo farcene carico tutti. Ma tant’è, la sinistra al caviale non ha di questi problemi, lei si trincera nelle sue “ztl” e da lì pontifica sul popolo che si esprime di “pancia”.
(Antonio Catalano)
I grillini vogliono tagliare i parlamentari per una ragione demagogica e una esoterica. La ragione demagogica è plateale, vistosa, quella che dicevo prima: è di grande popolarità proporre il taglio dei parlamentari, significa vincere facile. La ragione esoterica è che i 5Stelle sono emanazione di una piattaforma della setta di grillology il cui disegno è scalzare la pseudo-democrazia parlamentare sostituendola con la finta democrazia elettronica, quella della rete. Dove un piccolo campione militante e veicolato decide e designa fingendo che sia espressione del popolo sovrano. Ma la democrazia della rete è ancora più delegata, deviata e dequalificata della democrazia parlamentare.
E che grillology voglia svilire il parlamento lo si evince dalla proposta di vincolo di mandato per i parlamentari. Che detta così, piace tanto alla gente perché punisce i traditori e i voltagabbana (eccetto quelli tipo Conte); ma se adottata significherebbe ridurre definitivamente i parlamentari a birilli, burattini del partito che se non votano come decide chi comanda su di loro, vanno a casa. Fine della democrazia, a decidere restano una decina di capataz.
....
Marcello Veneziani
Luca Ronconi:
mi porto avanti suggerendo i titoli dei giornali e dei telegiornali per tutta la settimana prossima
LUNEDI': positivi in lieve discesa (grrrr che rabbia, ma tanto risaliranno, poi sono comunque in crescita sulla settimana scorsa, evvai!); allerta in Sardegna e Lazio; governo pensa a nuove chiusure e a utilizzo esercito su tutte le spiagge del territorio nazionale; intervista a una giovane contagiata: "è colpa mia: ero scesa a prendere il gelato, chiedo perdono per la mia condotta criminale"; tamponi come se piovesse; la Transilvania dichiara il covid la peggior emergenza dai tempi dell'invasione dei vampiri
MARTEDI': contagiati in netta crescita, intervista ai genitori del giovane di 19 anni intubato (era sanissimo a parte una cardiopatia congenita per cui gli avevano dato una speranza di vita di 14 mesi alla nascita); allerta massima su palestre e manifestazioni sportive; la Slavonia e il Principato di Vattelappesca studiano chiusure scuole e lockdown totali. Nuovo studio commissionato dal governo: gli immigrati sono positivi ma NON contagiosi.
MERCOLEDI': intervista a Bill Gates: vaccino dev'essere obbligatorio per tutti; salgono vertiginosamente i contagi tanto che nemmeno si riesce più a contarli; riunione di emergenza con i governatori; De Luca si dice pronto a usare missili cruise per fermare assembramenti, in alternativa saranno chiamati i bombardieri B52; la Campania si isola dal mondo, inizia a battere propria moneta e dichiara l'indipendenza
GIOVEDI': contagi incalcolabili; in Lombardia ben una persona su un milione in terapia intensiva; intervista a Greta: l'uomo è il vero virus, se smettiamo subito di produrre plastica e usare gli aerei forse ci salviamo, altrimenti moriremo tutti; intervista a Jorge Bergoglio: ci salveremo solo se accoglieremo i clandestini, altrimenti moriremo tutti e poi andremo pure all'inferno
VENERDI': aumentano i morti del 50% (da due a tre); governo deciderà a stretto giro di posta su chiusura bar e ristoranti: previsto bonus di 19,99 Euro al mese per risarcire gli operatori; mascherine obbligatorie anche in famiglia dalle 5 di pomeriggio alle 11 di mattina; impennata di contagi a Paperopoli: governo decide il lockdown, arresto per chi esce di casa senza ragioni urgenti; intervista a Speranza: chi esce senza mascherina deve subire processo e condanna per direttissima con il trattamento carcerario del 41-bis
SABATO: aumentano ancora i contagi, ricoverate ben due persone su 100.000 abitanti. S'invocano nuove chiusure totali seguendo l'esempio di Topolinia. Rinvio regionali a data da destinarsi. Intervista a Michelle Obama: "ha stato Trump, in milioni stanno morendo per strada, urge intervento umanitario per salvare l'America dal razzismo"; intervista al luminare svedese: "abbiamo sbagliato a non chiudere tutto, ora siamo ormai estinti"
DOMENICA: inizia l'invasione aliena, fine delle trasmissioni
Molti di coloro che hanno ormai capito che questa crisi è un inganno, si fanno ancora confondere da disquisizioni sull'esistenza o meno del virus, sulla sua letalità, sul numero degli infetti, sulla possibilità di aumento dei contagi o dei decessi,
cadendo in una trappola da cui è impossibile venire fuori.
Non si rendono conto che, con l'alimentare continuamente questi discorsi, stanno offrendo il fianco a CHI HA VOLUTO QUESTA CRISI.
Ci sono persone dalla mente aperta e considerate "sveglie" che ancora si interrogano sui reali motivi geopolitici che hanno dato il via a questo turbine a livello mondiale.
Per chi non l'avesse ancora capito, ho pensato di fornire qui un sintetico elenco dei molti motivi per cui CHI GOVERNA dietro le quinte ha stabilito la creazione di questa crisi mondiale fondata sulla finta pandemia:
1.Instaurazione di un governo tecnocratico globale
2. Spinta decisiva verso la cosiddetta industrializzazione di 4° livello dell'economia (basata sul digitale, 5G, smart cities, internet delle cose e connessione neuronale del cervello umano al computer)
3.Valorizzazione estrema dell'industria tecnologica
4.Transumanesimo (superamento della specie umana attraverso la tecnologia)
5.Distanziamento sociale allo scopo di educare nuovi cittadini ad essere meno intelligenti e intraprendenti, totalmente conformati alle decisioni dello Stato e facili da plagiare
6.Controllo personale e sociale 24/7
7.Cambiamenti climatici allo scopo di creare catastrofi con migliaia morti
8.De-umanizzazione progressiva allo scopo di uniformare tutti gli individui
9 Eugenetica (creazione attraverso la scienza medica di una specie umana "migliorata")
10.Agenda depopolamento globale
11.Ricondizionamento del genere umano allo scopo di privarlo delle sue millenarie funzioni sociali e obbligarlo a servirsi e a dipendere dai robot
12.Portare gli esseri umani a ridurre al massimo i contatti fisici e a riprodursi solo attraverso l'utero artificiale.
A questa Agenda si fa continuamente riferimento in molti documenti ONU e di altri Organismi Internazionali.
In particolare potete trovare chiari riferimenti di questo tipo sul sito del World Economic Forum.
(Scritto by Anna Viola)
Stima per Musumeci! Serve il pugno duro! Scardinare la macchina dell’accoglienza, che mangia sulle spalle dei migranti, è l’unica soluzione
Nello Musumeci:
RISPETTO PER LA SICILIA. HOTSPOT COMPETENZA DELLO STATO? QUINDI ANCHE LA RESPONSABILITÀ... PIUTTOSTO CHE PRENDERSELA CON LE ORDINANZE, FACCIANO SENTIRE LA LORO VOCE IN EUROPA. E FACCIANO QUALCOSA...
Tutti conoscono il mio rispetto per le istituzioni. Ma pretendo lo stesso rispetto per la mia gente. Da Roma non abbiamo avuto altro che silenzi: sullo “stato di emergenza” richiesto per Lampedusa due mesi fa, sui protocolli sanitari da applicare, sulle tendopoli da scongiurare, sui rimpatri che dovevano iniziare il 10 agosto e di cui non si parla più, sul ponte aereo per i negativi. Nulla. Solo silenzio. Il governo centrale è arrivato impreparato e non si è posto alcun problema sulla gestione di un numero enorme di sbarchi durante la pandemia. E adesso il problema è diventato la mia ordinanza? Il ministro dice che è nulla? Quindi la responsabilità è loro. Bene, sono usciti allo scoperto! Ma io, a differenza di quelli che parlano e straparlano da casa, sono entrato nell’hotspot di Lampedusa. E so bene che quelle strutture non sono adeguate sotto il profilo sanitario. Sono un rischio costante per i migranti e per chi ci lavora. Piuttosto che prendersela con me o con i siciliani, provino a fare sentire la loro voce in Europa e si diano un piano serio per tutelare gli italiani. Facciano qualcosa... o meglio facciano quello che non hanno ancora fatto! Noi andremo avanti.
Intanto Bergoglio:
Sabato: Non bisogna usare Dio per terrorizzare.
Domenica: Dio manderà all' inferno per i migranti morti.
Ancora Musumeci:
"La mia ordinanza serve a tutelare la salute dei siciliani, dei turisti e dei migranti. Io non ho rivendicato competenze che appartengono allo Stato. Ricordo che sono soggetto attuatore con delega dello Stato di competenze che attengono la materia sanitaria e solo di quello mi sto occupando". Il governatore della Regione Sicilia è fermo nella sua decisione e non arretra di un passo: "Credo che la mia ordinanza serva a tutelare non soltanto la salute di chi vive in Sicilia ma anche la dignità dei migranti, ammassati in assoluta promiscuità, mentre poi io ai siciliani devo chiedere di mantenere il distanziamento, di indossare la mascherina, di essere cauti".
Crisi istituzionale fra regione Sicilia e Stato centrale.
Conte al momento se la cava dicendo: "No alle regioni fai da te".
Giusto. Ci sono delle competenze da rispettare.
Sono state chiarite per bene, queste competenze?
Sembra che in tema di blocco dell'immigrazione, poiché di questo si
tratta, la competenza sia dello Stato e non della Regione.
Ma, se il governo può aver ragione sul piano formale, ha
torto su quello sostanziale, nel merito. In questo senso:
fa una politica lesiva degli interessi nazionali e regionali, omettendo
di bloccare l'immigrazione clandestina, come sarebbe suo dovere, e
concorrendo pertanto al venire in essere di una situazione sempre
più ingovernabile ed esplosiva. Fa una politica antiitaliana, continua
a "suicidare" il popolo italiano e non solo con la questione dell'immigrazione.
La situazione non si risolve comunque con i trasferimenti altrove dei
c.d. migranti, bisogna chiudere i porti, tutti, come aveva cominciato a
fare Salvini. Impedirgli di sbarcare. Il viaggio dalla costa africana è
breve, dargli taniche di benzina in mare perché tornino indietro. E se si rifiutano
usare la forza. Questo farebbe uno Stato degno di questo nome.
Posta un commento