Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 30 agosto 2020

CL e la “risposta a sfida” di Del Noce: cosa ne rimane?

Richiamiamo anche gli interessanti precedenti di Silvio Brachetta [qui] e altro [qui]

Anche questa edizione del Meeting di Rimini si è dimostrata politicamente corretta, come o forse più delle precedenti. Ci fu però un tempo in cui il filosofo cattolico Augusto Del Noce scommetteva su Comunione e Liberazione in quanto vi vedeva la capacità di esprimere una “risposta a sfida” nei confronti della modernità. Non una CL “antimoderna” nel senso nostalgico del termine, ma una CL positivamente e combattivamente in contrasto con i principi della modernità che volevano escludere Gesù Cristo dalla scena pubblica. Guardando alla attuale CL e al Meeting di quest’anno viene da dire che quell’investimento di fiducia di Del Noce verrebbe da lui oggi ampiamente ritirato.
Secondo Del Noce la filosofia e la storia moderne (egli parlava di filosofia-come-storia) nascevano dal razionalismo, ossia dalla ragione che pensa di essere in grado di fare da sola. Secondo lui questa posizione non era dimostrata ma assunta come un postulato. In altre parole era un dogma. Un dogma laico, ma dalla valenza religiosa. Per questo motivo nasceva così una nuova religione, una religione, però, irreligiosa in quanto originariamente atea. Quando infatti la ragione assolutizza se stessa nega Dio, o ne fa un proprio prodotto. L’immanentismo ateo diventa quindi inevitabile.

È bene notare che su questo punto Del Noce la pensava esattamente come Gilson e come Cornelio Fabro. Possiamo anche aggiungere che la pensava come Joseph Ratzinger. Per tutti questi grandi pensatori, all’inizio della modernità c’è l’ateismo posto come un dogma, assunto quindi immotivatamente tramite una fede secolare e immanente, ma a valenza (anti) religiosa. Dei quattro nomi fatti sopra il più radicale, nel senso di colui che va più a fondo in questa accusa, è Padre Fabro, ma anche Del Noce non scherzava. Quanto a Gilson, egli diceva che rimosso il concetto di “essere” – cosa che la filosofia moderna fece da subito – diventa impossibile pensare a Dio. Ratzinger, da parte sua, faceva notare che nella modernità nasce per la prima volta nella storia una filosofia (l’illuminismo radicale) che non nasce da una religione. Una filosofia atea.

Il punto di maturità dell’ateismo moderno – inevitabile date le premesse – è stato il marxismo il quale trasforma in prassi la salvezza della Grazia e considera il peccato come qualcosa che si può superare politicamente. Il peccato viene storicizzato con il che la situazione dell’uomo peccatore è considerata normale e il peccato è solo un ostacolo che la dialettica della storia  supera per conto suo. La modernità nega il peccato originale, questo è il suo atto di superbia con il quale anche lo itera, e pensa quindi che l’uomo non abbia bisogno di salvezza ma che possa darsela da solo. Dopo il marxismo non ci può essere che il nichilismo di Nietzsche che secondo Del Noce avrebbe concluso la parabola dell’ateismo moderno.

È qui che Del Noce elabora la sua linea di condotta della “risposta a sfida”. Siccome la sfida della modernità è l’ateismo, qualsiasi risposta riduttiva o moderata sarebbe andata incontro al fallimento. Serviva una risposta all’altezza della sfida. E questa riposta non poteva che essere la lotta per la presenza pubblica di Gesù Cristo Creatore e Salvatore. Non sarebbe bastato un naturalismo, ossia appellarsi alla legge morale naturale, al diritto naturale, all’etica naturale considerati da soli, senza il fondamento assoluto nel Dio della religio vera. Non sarebbe bastata una distinzione dei piani alla Maritain, un’etica della mediazione, che avrebbe condotto alla separazione tra politica e fede cristiana proponendo la distinzione tra essi. Non sarebbe bastata una laicità aperta o positiva come si dice oggi, perché l’ateismo della modernità è radicale e vuole andare fino infondo.

La “risposta a sfida” riguardava quindi ogni pretesa di espellere il Dio cattolico dalla pubblica piazza. Essa riguardava il comunismo prima di tutto, ma poi anche la società lasciva del  capitalismo borghese nella quale il comunismo si era trasfigurato da quando ha messo da parte l’idea della rivoluzione politica optando per la rivoluzione culturale. Le élites che oggi pretendono di comandare e che negli ultimi governi italiani hanno trovato una concretizzazione di potere molto forte rappresentano la realizzazione più disincantata, più spoglia, più culturalmente rozza … ma anche per questo più efficace, in quanto più elementare, dell’ateismo della modernità.

Del Noce avrebbe desiderato una “risposta a sfida” contro queste tendenze, ma gli esponenti di CL in Parlamento non le hanno portato avanti in aula e il popolo di CL, a giudicare dall’andamento dei Meeting di Rimini degli ultimi anni, ormai Del Noce non sa nemmeno chi sia. (Stefano Fontana - Fonte)

25 commenti:

Anonimo ha detto...

“Perciò non ci sarà più nulla di piccolo, di meschino, giudicato secondario, perché tutto deve incrementare questa vita che è rapporto col Mistero fatto uomo, morto per noi, e che attraverso noi vuole cambiare il mondo, vuole comunicarsi a tutti e cambiare il mondo, renderlo più umano; affinché, dunque, questo rapporto con il Mistero avvenga sempre di più, nulla ci sarà che noi riterremo troppo piccolo o troppo banale o troppo trascurabile. Nessuna nostra opinione potrà averla vinta di fronte al grande invito, al grande impeto della comunità fraterna”.
(L. Giussani, da “La verità nasce dalla carne”)

Tu che fai cose grandi di ciò che consideriamo meschino.
Anche qui, nel nascosto angolo in cui consumiamo
l’esistere.
Ignoti ai più. Dentro le minuzie del vivere anonimo.
In un tempo in cui l’apparire è tutto.
Perché ci hai dato un nome, davanti agli angeli.
E un frammento di gloria domestica.
In cui risplende ciò che è solito, quotidiano, inapparente.
Secondo un altro ordine di grandezza, che non somiglia
al nostro.
La sovrana libertà di un’utilità feconda in ciò che
si giudica secondario,
scontato e ininfluente.
E questo resta il miracolo quotidiano, per chi sarebbe nessuno,
senza il Tuo guardarci.
(Franca Negri)

tralcio ha detto...

Il mondo ateo-razionalista-gnostico vuol cancellare Cristo re: merita una risposta a sfida.

La risposta, parafrasando CL, può partire solo dall'endiadi "comunione e riparazione".

La comunione non è innanzitutto tra noi ma con il Re detronizzato, per riparare il peccato.

Ogni azione nel mondo che prescinda da tale riparazione sarebbe come porre un cerotto su un ferito mentre riceve altri colpi senza impedire che questi flagelli si abbattano su di lui.

Il segno distintivo è quello della croce, dove Cristo si è liberamente lasciato inchiodare.
Il segno distintivo non è quello di Cristo acclamato dalle folle, perché la sua compagnia delle opere ha suscitato ammirazione negli affari della gestione della polis.

L'uomo è stato derubato della dignità regale che aveva: il furto è avvenuto a motivo del peccato ed è un furto che procede spedito, ormai legalizzato, con il voto persino di quelli che prima avrebbero voluto il riconoscimento pubblico di Cristo, ma ora lo detronizzano.

Dobbiamo purificarci dalla logica e dal linguaggio inculcato dalla prassi materialista.
Il dolore fa parte della purificazione e il salutare castigo è finalizzato alla penitenza.

Gesù eucaristia non è amato, non è adorato, non è consolato. Serve riparazione per questo.
In Gesù il soprannaturale si è abbassato a farsi natura (Egli è il pane vivo disceso dal cielo, non il pane naturale frutto della mietitura, dell'impasto, della cottura).

L'uomo che fa comunione con Lui è natura chiamato ad una perfezione perduta per la Grazia di Dio (soprannaturale) e non la prassi della salvezza tramite sedicenti paradisi in terra.

Tutto è avvenuto nel segno della croce. Portarla significa temere l'applauso del mondo.

Compito primario dei discepoli di Cristo, Verbo incarnato, unico Redentore, nostro Re e ora realmente presente nel Santo Sacramento, è la comunione con questo sacrificio, riparando innanzitutto lì alla detronizzazione e al continuo moltiplicarsi di colpi di flagello.

Cristo sacrificato è corpo (pane) spezzato, con il sangue versato, separato dal corpo.

Onorare Cristo nelle sue piaghe e nel suo volto, adorarlo nel sacrificio dove versa il sangue e nel sacramento della confessione -in cui questo sangue lava le colpe confessate da cuori davvero pentiti con propositi di allontanarsi dal peccato- permette di riversare sul mondo una pioggia di Preziosissimo Sangue.

Per i meriti di Cristo (non per quelli delle nostre opere) avviene la liberazione dai tormenti e dalla schiavitù che sta ammorbando il creato. Tale è l'opera della riparazione.

Adorando Cristo, contemplandolo e consolandolo mentre operiamo nel segno della croce, ci fa partecipi, con Maria (madre del non-amato e del profanato), della redenzione.
La comunione con Lui ce Lo fa conoscere proprio nel momento in cui suda sangue, al Getsemani, poi colpito, insultato, deriso, flagellato, coronato di spine, caricato della croce, inchiodato, trafitto dalla lancia anche dopo morto).
ConoscendoLo mentre versa sangue, Lo possiamo amare e quindi servire, anche nei fratelli.

Il servizio che contempla il volto di Cristo non è banalmente filantropico: non può fare a pugni con la verità. Non può negare ciò che fa mentre lo fa, adeguandosi a chi crocifigge.

E' questa la riparazione che permette di ricevere i frutti soprannaturali della grazia dell'incarnazione e della redenzione, per riparare la casa (il tempio) e la creazione secondo la promessa di Colui che è la Verità, non tanto in senso razionale e intellettuale, ma soprattutto in termini di fedeltà e saldezza.

Proprio ciò che inevitabilmente vien meno seguendo la prassi e ragionando secondo il mondo.

In questo CL non ha fatto eccezione: la sola vera liberazione passa per la riparazione.

Anonimo ha detto...

Che nessuno si offenda: ma questo friggere e rifriggere continuamente perso aggi morti e sepolti ha fatto il suo tempo. Essi non hanno medicato o emendato il mondo dai difetti; anzi me hanno aggiunto di nuovi. Al di là di tutto ciò che passa e va, delle nostre miserie umane di piccoli uomini che strizzano comunque l'occhio al secolo, c'è Cristo. Instaurare omnia in Christo, e non in Giussani, Del Noce, o chiunque altro. Cristo e Maria Santissima siano le nostre bussole. L'ora è travagliata e non possiamo permetterci di tralignare. Ricordo semplicemente due passi Evangelici che non lasciano adito a dubbi: "Lasciate che i morti seppelliscano i morti" e "maledetto l'uomo che confida nell'uomo".

Anonimo ha detto...

Amico, questa retorica ha contribuito a rovinare l'Italia. Capisco che CL sia disperata, ma la gente ingannata una volta, non la inganni più.

Ave Maria ! ha detto...

Diretta S. Messa XIII Dom. dopo Pentecoste Vocogno 2020

radicatinellafede

Per i fedeli che sono impossibilitati a spostarsi per raggiungere la chiesa per la S. Messa ecco la possibilità di seguirla in diretta streaming trasmessa dalla Chiesa di S. Caterina V. M. in Vocogno (VB).

https://www.youtube.com/watch?v=t3MSk9FVt-E&feature=youtu.be

mic ha detto...

Anonimo 10:27
La sua puntualizzazione avrebbe senso nei nostri confronti se idolatrassimo certe personalità o personaggi di cui ci limitiamo a cogliere spunti sempre utili ad approfondire. Ma senza perdere di vista il rapporto privilegiato col Signore e la Sua e nostra Madre. Che la fede diventi cultura è necessario, altrimenti resta lettera morta. L'importante è saper riconoscere le fonti e vagliare i contenuti prima di farli propri...

Anonimo ha detto...

Cara Mic, purtroppo l'idolatria culturale (non parlo del Suo caso, ovviamente: Lei Fa un'opera meritoria unanimemente riconosciuta) è sempre in agguato, e il mondo che ruota attorno alla dottrina non ne è esente. Benissimo l'informazione e la cultura, ma le parole mielose e tautologiche di personaggi come don Giussani e altri della stessa o diversa compagine hanno portato alle nefaste conseguenze che siamo ora a combattere, spero non troppo tardi. La mitizzazione cieca e supina di qualsiasi personaggio che non siamo Cristo e Maria SS. porta a tralignare; ma siamo in una condizione in cui le derive (vedi quella antifemminile-si badi bene, non amtifemminista, ché sarebbe pienamente comprensibile, che lo scritto di Del Noce ha scatenato in alcuni commentatori del blog-) fa solo del male alla nostra Causa e alle nostre anime. Sono certo che ha compreso le ragioni che mi hanno spinto a scriverLe. Grazie del Suo impegno, il Signore La rimeriti.

ciellino ha detto...

Certe cose si capiscono meglio se si ricordano alcuni punti fondamentali della storia di Comunione e Liberazione. Scusate la divagazione ma penso sia necessaria per capire il quadro generale, perché l'articolo mi sembra uno sfoggio di belle parole comprensibili solo a chi conosce bene il rapporto tra Del Noce e il movimento.

Don Giussani nel 1954 comincia ad insegnare religione in un liceo milanese. L'evento che lo aveva indotto ad occuparsi della formazione cristiana dei giovani anziché degli studi teologici era stato un incontro casuale in treno con due ragazzi molto ignoranti delle cose della fede, che era un assurdo per l'epoca. Nell'insegnamento il Gius non si limita a calare dall'alto i contenuti dottrinali ma batte parecchio su alcuni punti essenziali (come l'innato desiderio di infinito che alberga nel cuore dell'uomo, o come la necessità di adeguarsi alla realtà), specialmente in risposta alle mode dell'epoca (l'intimismo che aveva cominciato a erodere dall'interno l'Azione Cattolica). Nell'andare all'essenziale, si è ritrovato attorno un popolo (e anche un popolo di nemici, incapaci di capire il fenomeno, tanto meno di circoscriverlo o piegarlo ad altre esigenze; fu solo nel 1971 che il cardinal Colombo dichiarò che CL era un percorso a sé estraneo alle altre realtà ecclesiali dell'epoca: il Gius non aveva mai inteso fondare nulla di nuovo).

Fin dai tempi del seminario, don Giussani era convinto che "se Cristo c'entra con tutato, allora c'entra anche con la matematica". Questa non può che essere la miglior risposta all'autoriduzione della fede a intimismo - cosa che può avvenire persino in certi circoli tradizionali, quelli dove ci si contenta di forme e formule e di incidenza zero (proprio come nei circoli modernisti), nonostante tutte le belle parole sulla regalità sociale di N.S.G.C.

La decadenza del movimento di CL - iniziata prima della morte di don Giussani nel 2005 e che procede a passo accelerato da almeno una decina d'anni - è dovuta a mio parere al fatto che i vertici salottieri dalla pancia piena amano conservare il proprio comodo orticello (con l'alibi che fu volontà di Giovanni Paolo II l'istituzionalizzazione del movimento per eccellenza). La carità ridotta ad altruismo, l'ossequio alle gerarchie politiche ed ecclesiali ridotto ad adulazione, la vita del movimento ridotta ad attivismo (anche libresco, con obbligo di professione del carronismo, ché don Giussani è nominato mille volte al giorno ma di fatto è stato spedito in soffitta), hanno ridotto il movimento a una delle tante etichette ecclesiali, come le birre dei discount che differiscono solo per la grafica dell'etichetta ma son tutte la stessa ciofega.

Anonimo ha detto...

OT ma significativo

La vera notizia è che negli USA un killer dei Black Lives Matter uccide un elettore di Trump durante una manifestazione pro Trump. Il tg1 titola "scontri fra sostenitori di Trump e antirazzisti. Muore un sostenitore di Trump che indossava un cappellino di estrema destra". Leggendo la falsa notizia il tg1 prosegue: "sostenitori di Trump contro i sostenitori dei diritti civili. Etc...". Loro sono quelli della commissione contro le fake news.

Anonimo ha detto...

Del Noce per me ha grandissimi meriti. Ha capito in anticipo che il vecchio partito comunista si sarebbe trasformato nel partito radicale di massa. Poi ha scritto libri importantissimi come Il suicidio della Rivoluzione e Giovanni Gentile. Per una interpretazione filosofica della storia contemporanea.
Per chi voglia capire la storia italiana del Novecento sono due libri fondamentali.
Li consiglio vivamente a chi ha passione per la filosofia.
Roberto de Mattei recentemente ha scritto sul suo pensiero un libro che certamente vale la pena di leggere.
https://www.libreriauniversitaria.it/critica-rivoluzione-pensiero-augusto-noce/libro/9788893661157
Di Roberto de Mattei si può anche ascoltare questa bella conferenza su Del Noce.
https://www.youtube.com/watch?v=CzIvjFg4xZM
Del Noce mi pare un autore più che mai attuale per i cattolici. Grazie Mic per aver pubblicato questo articolo.

#Berlin2908 ha detto...

Alcune persone si sono riunite a Berlino per protesta contro le restrizioni #COVID19

L'opposizione in Italia non ha nemmeno fatto un riferimento alle manifestazioni di Berlino, Londra e Parigi e agli europei che lottano per la libertà. Perché anche l'opposizione tace?

La sintesi in Italia....

— Londra manifestazione

— Zurigo manifestazione

— Berlino manifestazione

— Parigi manifestazione

— Amsterdam manifestazione

— Varsavia manifestazione

— Roma "come sta a prostata de Briatore?"

Anonimo ha detto...

Berlino 29.08.2020
"I governi amano le pandemie per lo stesso motivo per cui amano la guerra, perché dà loro la capacità di imporre controlli sulla popolazione che altrimenti la popolazione non accetterebbe mai".
(Robert Fitzgerald Kennedy Jr.)
Non so il resto del discorso, ma questa frase è verissima.

Anonimo ha detto...

Confrontiamoci sui personaggi che hanno "usato " Cristo per diffondere le loro idee e piuttosto che ignorarli, perchè non sono essi nè Cristo nè la Madre , vediamo giustamente se sono stati ancorati alle vere Rocce e quali siano i loro frutti, infatti hanno inciso questi personaggi nella storia della Chiesa. Sarebbe assurdo dire che ignoriamo quanto dice Benedetto XVI o mons.Viganò o il card. Muller....Non sono essi nè Cristo nè Maria ma incidono e tanto.
Che poi personalmente abbia delle preferenze anche sui personaggi è evidente e logico, infatti stimo molto come evangelico il solo mons.Viganò, alla data...Ma per giudicare in merito devo conoscere uno e l'altro.

Sed libera nos a malo . ha detto...

Ottavio Herbstritt - ore 17,oo
Rosario San Pietro
https://www.facebook.com/8ilritorno/videos/742194343293341/UzpfSTEwMDAwNjY2ODMyNjkwODpWSzoyOTM1OTg0NzI2NTA1ODMz/

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=PIh4-sbCfR0

IL DISCORSO DI KENNEDY A BERLINO, CHE GIORNALI E TV NON VI HANNO FATTO VEDERE #Byoblu24

pinco ha detto...


il resto del discorso di Kennedy lo si può ascoltare dal video pubblicato da Egalité et Reconciliation con sottotitoli in francese ovviamente

pinco ha detto...


Per giudicare in merito -penso si riferisca alla situazione della chiesa- basta conoscere la dottrina ante cv2.

Anonimo ha detto...

Il senso della fede è la capacità del credente di discernere quello che è conforme con la fede da quello che non lo è, non per via di ragionamento teologico, ma per una sorta di conoscenza per connaturalità. La virtù della fede (habitus fidei), ricevuta con il Battesimo, spiega infatti san Tommaso d’Aquino, produce una connaturalità dello spirito umano con i misteri rivelati, che fa in modo che l’intelletto di ogni battezzato sia, come per istinto, attirato dalle verità soprannaturali e aderisce ad esse.
Nel corso della storia della Chiesa il sensus fidei dei semplici fedeli è stato talvolta più conforme alla Tradizione apostolica di quello dei Pastori.
Attraverso l'azione del sensum fidei è possibile, con umilità, ed in Spirito di Verità, annunciare il Vangelo e testimoniare Gesù anche attraverso le proprie parole. Si può essere anche altissimi e raffinati studiosi e prelati, con tutto il rispetto per la loro scienza religiosa, ma se si annuncia una falsa teologia e/o filosofia, vale molto di più l'annuncio in Verità dato da un umile fedele. Un'eresia detta da un dotto ed eminente rappresentante della Chiesa può essere confutata con naturalezza anche da un bambino che ne denota automaticamente la non conformità con la natura vera dataci dal Creatore.
In virtù di questa premessa oso riprendere il Vangelo di oggi :

Gesù annuncia ai discepoli che doveva essere ucciso per poi risorgere. Pietro si ribella dicendo: «Dio non voglia, Signore; questo non ti accadrà mai». - qui Pietro rappresenta l'umanità attaccata alla propria umanità (non vuole morire, vuole salvare se stesso e vuole evitare la morte fisica di chi gli sta vicino). Ma Gesù lo rimprovera dicendogli: «Va’ via da me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà.
Infatti quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita? O che cosa un uomo potrà dare in cambio della propria vita?
Perché il Figlio dell’uomo sta per venire nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo le sue azioni». In questa forte presa di posizione di Gesù c'è tutta la tensione verso l'unica vita che ci aspetta e per la quale ci si deve preoccupare, la vita eterna. Affannarsi per salvare la propria o le proprie vite su questa terra, aspirando alle utopie umane (fratellanza mondiale, rigenerazione del pianeta, ecologia integrale, accoglienza scriteriata di tutti gli esseri della terra così come essi sono, senza l'annuncio del Cristianesimo che salva, la tensione all'arricchimento della propria cultura attraverso l'incontro con le altre culture e religioni di ogni tipo, si' da convergere verso un unico unico megapensiero mondiale di salvezza)... dicevo, affannarsi per queste vicende che hanno termine, non ha senso. Ha senso solo la sequela di Gesù Cristo, morto e risorto per condurci a lui attraverso la croce. Perciò Gesù dice a Pietro: Vieni anche tu DIETRO di me se vuoi salvarti. La Chiesa, dal suo Pietro in poi, deve seguire solo Gesù e non altro. I fedeli devono seguire Gesù ed i suoi pastori solo però nella misura in cui questi ultimi, seppure grandi teologi ed importanti rappresentanti, siano VERI annunciatori di Gesù e non di altro, ne va della salvezza Eterna.

Anonimo ha detto...

Giustissimo. Così è. Nulla si può aggiungere alla Parola, ma solo diffonderla e interpretarla.

Anonimo ha detto...

Appunto. Sui frutti di Giussani, preferisco stendere um velo pietoso.

Anonimo ha detto...

http://www.marcelloveneziani.com/articoli/il-sovranista-delinquente-e-la-sinistra-suprematista/

Anonimo ha detto...

Accadde oggi 29 agosto 1300 muore a Firenze Guido Cavalcanti.
Al di là dei suoi meriti e del suo innato talento, a me Guido Cavalcanti ha sempre fatto una gran tenerezza. Perché ci vuole iella, ma iella vera, ad essere un poeta raffinato, ispirato, elegante, colto, tecnicamente sgamatissimo, dotato di una sensibilità moderna, che in qualsiasi altra epoca sarebbe stato il più grande in assoluto del suo tempo, e no, per un crudele scherzo del destino, trovarsi a vivere a fianco di Dante Alighieri, e finire quindi non dico fra i minori, ma all’ombra del secondo posto, nella medaglia d’argento della retrovia.
Guido, ma lo vogliamo dire quanto è bravo, Guido Cavalcanti?
Quanto è avanti, con quei versi che paiono frasi jazz, e partono regolari,ma poi schivano, svisano, si fanno imprevedibili e spezzano il ritmo mentale che nella tua testa avevi impostato? Quanto è contemporaneo, con il suo male di vivere che indovini e senti, con quella malinconia regale che è una tristezza altera, da vero signore? Guido che non è mai risolto, che non è mai in pace, ma non cade mai nello stereotipo dell’intellettuale frignone, del lacrimoso guastafeste. Guido che è un impenitente seduttore, e ammalia e si porta a letto fanciulle e contadinelle con nobile indifferenza, eppure quando ti dedica un verso t’innamori, anche se sai che ti spezzerà il cuore? Guido che può essere distante, ma non è mai freddo e non è mai calcolatore, e pur se parla di sé non è mai così autoreferenziale come un Petrarca.
Guido che passa il suo tempo sdegnoso a ruminare sui tomi di Averroè in silenzio, e a discutere di logica, più tignoso persino dell’amico Dante, e forse persino più preparato e profondo.
Ma poi è anche lo stesso che se c’è da menare per le strade di Firenze, mena, fino a farsi cacciare in esilio.
Guido, che è così fragile, testardo, presuntuoso, altero, dolcissimo: in una parola umano. Guido che ha il dono della grazia. Non quella della fede, ma quella della poesia, per cui nei suoi versi risuonano echi antichi persino se è dubbio che abbia mai letto gli originali latini, perché per i poeti veri funziona così, che dove non arriva lo studio arriva l’intuito.
E allora regala momenti di vera illuminazione, di bellezza gratuita, improvvisa, devastante, come quelli della sua ultima ballata, che è il suo saluto al mondo :
Tu, voce sbigottita e deboletta,
Ch’esci piangendo de lo cor dolente,
Coll’anima e con questa ballatetta
Va ragionando della strutta mente,
Voi troverete una donna piacente
Di sì dolce intelletto
Che vi sarà diletto
Davanti starle ognora.
Anima, e tu l’adora
Sempre nel su’ valore.
E come si fa, dico io, a non amare Guido Cavalcanti, come?

Anonimo ha detto...

"Mentre si ha un’attenzione particolare delle diocesi e delle parrocchie per i temi della solidarietà e delle migrazioni, non si nota un altrettanto vigore o mobilitazione per difendere la vita e la famiglia da leggi profondamente inique" (Mons. Crepaldi, Vescovo di Trieste)

Anonimo ha detto...

Le parole sconcertanti pubblicate su Facebook dal segretario generale dell'Ucoii, il marocchino Yassine Baradei, che definisce Torah e Vangelo "scritture residue" e afferma che l'islam viene per correggerne le storpiature

https://m.ilgiornale.it/news/cronache/segretario-ucoii-ebraismo-e-cristianesimo-storpiature-ed-1886534.html

Anonimo ha detto...


Le parole sconcertanti del segretario marocchino dello Ucoii..

Ma questa è sempre stata la tesi loro, ricavata dal Corano e dalla loro tradizione:
I due testamenti sono per loro scritture falsificate dai discepoli, i quali avrebbero cancellato i riferimenti a Maometto.
Autoelettosi profeta, Maometto aveva il problema rappresentato dal fatto di non esser stato annunziato da nessuna profezia nei due Testamenti, che ovviamente lo ignorano completamente.
Allora bisognava inventarsi la storia della falsificazione dei testi: ebrei e cristiani, per invidia, avrebbero alterato i testi, evitando ogni riferimento al futuro Profeta dell'islam.
Sarebbero comunque, secondo loro, pieni di distorsioni, innanzitutto perché gli ebrei avrebbero divinizzato Esdra, i Cristiani Gesù figlio di Maria, che fu invece un vero musulmano, un sottomesso al Dio unico e mai disse di essere Figlio di Dio. Il Corano "correggerebbe" gli errori e le bugie dei nostri testi sacri: sarebbe da ridere se non fossimo nel mezzo di una tragedia apocalittica.

Sono tutte imposture, una peggio dell'altra: Maometto orecchiava temi dalle sette eretiche ebraiche e cristiane presenti in Arabia. Gli ebrei non hanno divinizzato nessuno, tantomeno Esdra. Né i cristiani adorano una Trinità composta da Dio, Gesù e Maria, come è scritto arcierroneamente nel Corano. Questa Maria coranica sarebbe poi "sorella di Aronne", vissuta più di mille anni prima di Cristo (Aronne era il fratello di Mosè).
Maometto altera tutto. Abramo non avrebbe cercato di sacrificare Isacco ma Ismaele, considerato progenitorre degli Arabi.

Ma continua l'impostura diffusa dal Vaticano attuale, sulla scia del Concilio, che attribuisce alla religione islamica patenti di nobiltà (di attendibilità, di verità) del tutto impossibili. E di questo inganno non riusciamo a liberarci. La gran massa del clero
tace, vile e complice. E anche ignorante.
Z.