Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 1 settembre 2022

“Ateismo cattolico?” Un nuovo libro di Stefano Fontana.

“Con l’ateismo cattolico è possibile che uno sia soggettivamente in buona fede e oggettivamente pensi e operi da ateo.” Stefano Fontana, "Ateismo cattolico? Quando le idee sono fuorvianti per la fede", Fede & Cultura, Verona 2022 [vedi la scheda]

“Ateismo cattolico?”

Vi presento il mio nuovo libro
di Stefano Fontana

In questi giorni esce il mio libro Ateismo cattolico? Quando le idee sono fuorvianti per la fede, Fede & Cultura, Verona 2022.
È inusuale che un autore presenti un proprio libro. Di solito questo compito viene riservato ai recensori. Questa volta vorrei però fare eccezione per due motivi. Il primo è il titolo del libro – “Ateismo cattolico?” -, che può sembrare azzardato e provocatorio, nonostante l’attenuazione prodotta dal punto di domanda. Un titolo così impegnativo e ingombrante non lo si poteva lasciare spiegare ad altri. Il secondo motivo è che questo titolo e questo libro concludono il percorso di tutti i miei libri recenti, da Filosofia per tutti e La filosofia cristiana. Infondo, tutti hanno trattato un solo argomento, l’ateismo cattolico appunto. Tutti affrontano il problema di cosa accade quando la fede fa ricorso ad una filosofia sbagliata, incompatibile con essa e tale da stravolgerne i contenuti. Più in particolare: cosa succede quando la fede si affida ad una filosofia atea?

Questo problema, veramente fondamentale, nasce a due condizioni, senza delle quali non viene nemmeno percepito. La prima di queste condizioni è che la fede cattolica abbia bisogno della ragione filosofica con la quale debba rapportarsi per sua stessa essenza. Si tratta della condizione secondo cui la fede cattolica presenta alla ragione filosofica, con cui entra necessariamente in rapporto, proprie condizioni veritative, sulla base delle quali scarta le filosofie inadeguate e cerca di relazionarsi con la filosofia naturale dello spirito umano, l’unica vera. La seconda di queste due condizioni è che si dia un ateismo filosofico, una filosofia atea, la quale contraddica radicalmente quelle esigenze veritative della fede, al punto che se venisse adoperata da parte della fede produrrebbe appunto il corto circuito di un ateismo cattolico. Nei miei libri, e in particolare in questo ultimo, faccio mie queste due condizioni, perché sono condizioni non mie, ma della “filosofia cristiana”, vale a dire del modo corretto di intendere il rapporto tra la fede e la ragione.

Le due condizioni ora viste sono oggi negate e per questo motivo questo mio nuovo libro, come i precedenti, possono dare fastidio, a partire dal fastidioso concetto di ateismo cattolico, che diffonde un’ombra di sospetto su tanti teologi contemporanei, molti dei quali sono alti prelati della Chiesa cattolica. Leggendolo, si finisce per chiedersi fino a che punto l’ateismo cattolico sia diffuso nella Chiesa. Negate, quindi, le due condizioni, ma negate da chi?

Prima di tutto negate dalla filosofia che si rifà ai presupposti della modernità filosofica. L’ateismo filosofico consiste nel fare i primissimi passi in filosofia in modo tale da rendere impossibile pensare Dio. Ora, la filosofia della modernità ha fatto proprio questo. Certamente, ha negato Dio nelle sue conclusioni, con tanto di voluminosi trattati, ma aveva negato Dio già nei suoi primissimi passi, nel suo, come dicono gli esperti, “cominciamento”. Il problema del cominciamento è fondamentale in filosofia: se nel suo primo vagito la filosofia si mette su una strada che nega Dio, nel senso che non può permetterne la conoscenza, allora essa non potrà più tornare indietro, se non negando se stessa, cosa che pochi filosofi hanno il coraggio di fare. La filosofia moderna è “atea” anche se molti dei suoi filosofi erano cristiani, come Kant, o addirittura cattolici, come Cartesio. Perché l’ateismo cattolico non riguarda un atteggiamento soggettivo, ma la logica atea interna alle categorie concettuali che si assumono. Si tratta di un ateismo epistemico, teoretico, concettuale. Dato che il pensiero moderno parte dal ritenere che nulla esista al di là del pensiero, Dio diventa impensabile e il “principio di immanenza” legherà ogni altro passo del percorso filosofico successivo.

Anche la religione protestante nega le condizioni che abbiamo visto sopra, dato che né riconosce che la fede esprima delle esigenze veritative che interpellano la filosofa tramite i suoi dogmi, né ritiene che la filosofia possa essere atea o teista, a seconda di come si imposta il cominciamento. Lutero, separando la fede e la ragione, pone le basi per la modernità filosofica – pur non essendo stato egli un filosofo – perché rende la fede indifferente alla propria verità – una fede senza dogmi – e indifferente quindi anche alla verità della filosofia, con la quale non ha nessun bisogno di un rapporto essenziale. È enorme l’influenza del protestantesimo sulla modernità filosofica e sarebbe molto lungo l’elenco dei filosofi di origine protestante. È stata anche enorme, però, l’influenza della riforma protestante e della sua teologia nei confronti della teologia cattolica, che oggi poco si differenzia, almeno nelle sue linee più modernizzate, da quella protestante.

Con questo ultimo accenno, ho indirettamente posto il grande problema che sta sotto all’inquietante titolo di ateismo cattolico. L’assunzione in teologia – parlo della teologia accademica ma poi anche di quella del semplice fedele influenzato dalla prima – di una filosofia atea che separa irrimediabilmente la fede come atto personale e la fede come contenuto creduto o dogma. Nascerà una fede senza dogmi, fondata sulle buone pratiche personali, i teologi cattolici esalteranno Kant e ne imiteranno il “pietismo”, vale a dire la riduzione della fede a buoni comportamenti sociali, sosterranno che i dogmi sono compatibili con ogni approccio filosofico, nei seminari verranno insegnate indifferentemente tutte le filosofie, i sacerdoti e i vescovi parleranno molte lingue diverse, il concetto di eresia si trasformerà in qualcosa di positivo, e tutti noi, quando parleremo tra di noi, non sapremo più distinguere l’atto di fede soggettiva del nostro interlocutore con quanto egli ci sta dicendo di contenuto dottrinale, sicché la buona fede sostituirà la fede. Con l’ateismo cattolico è possibile che uno sia soggettivamente in buona fede e oggettivamente pensi e operi da ateo. (Stefano Fontana - Fonte)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Recensione di Ester Maria Ledda al libro di Stefano Fontana.

"Come gli occhiali sono la protesi idonea per coloro che hanno difetti o malattie visive, così la filosofia è lo strumento necessario per la teologia, ovvero lo studio della Sacra Dottrina.
Attenzione, come gli occhiali però devono essere ben graduati e orientati a seconda del difetto o della malattia, così anche la teologia ha bisogno della giusta filosofia per essere autenticamente cattolica. Se così non avviene, allora, pur rimanendo materialmente credenti, si diviene formalmente atei."

Bollettino del monastero benedettino tradizionale ha detto...

In questa terra al centro del Mediterraneo settembre è tuttora chiamato "cabidanni" cioè capodanno, "caput anni", retaggio dell'antica dominazione bizantina, quando in data odierna iniziava il nuovo anno. Oggi principia dunque un nuovo anno agricolo. E l'agricoltura fino ad un recente passato era la vita stessa di tutti. Lo è pure oggi, anche se non ce ne accorgiamo perché immersi in una società iper tecnologica e consumistica. Ma di tecnologia non si può vivere. Di agricoltura si. In tali giorni anche i servi rinnovavano il loro contratto di lavoro. Rinnoviamo pure noi il nostro "contratto" con Dio non già come servi ma come figli di adozione; acquistati col Sangue di Cristo il nostro corpo è tempio di Dio. Preghiamo perché possiamo avere la forza di conservarci nella santità, in questi tempi in cui la Chiesa stessa è nelle mani di Satana attraverso ministri e gerarchi debosciati moralmente e depravati dottrinalmente. Più il peccato dilaga nella Chiesa e più bisogno c'è di santità. Più imperversa l'eterodossia e più bisogno c'è di ortodossia.

Catholicus.2 ha detto...

EURO PRIDE IN SERBIA PER "NORMALIZZARE" UN PAESE RECALCITRANTE ...
Come si fa a non capire che i gay pride rappresentano la testa d’ariete che il cosiddetto mondo libero utilizza per sfondare le resistenze di quei paesi che ancora si ostinano a voler affermare la propria sovranità? Sei mesi fa il patriarca della chiesa russa ortodossa, padre Kirill, lo aveva detto chiaro e tondo, e tutti a far finta di scandalizzarsi per quelle parole di verità.
Che cosa aveva detto, tra l'altro, il patriarca? Che «oggi c’è un test per la lealtà di questo governo, una sorta di passaggio a quel mondo “felice”, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della “libertà” visibile».
Di quale test parlava padre Kirill?
«Il test è molto semplice e allo stesso tempo terribile: questa è una parata gay. Le richieste a molti di organizzare una parata gay sono una prova di lealtà a quel mondo molto potente.
E sappiamo che se le persone o i paesi rifiutano queste richieste, allora non entrano in quel mondo, ne diventano estranei».
Quando il patriarca disse queste parole, all’interno di un discorso più ampio, nel nostro mondo “libero” si scatenò una cagnara contro la grave omofobia espressa nell’omelia del primo rappresentante della chiesa russa ortodossa.
L’ultima prova della verità che i gay pride rappresentino un terribile test, una prova di lealtà al mondo sponsorizzato dai grandi potentati occidentali, ce lo offre la Serbia.
La quale ha comunicato tramite il suo presidente, Aleksander Vučić, che ha cancellato l’Euro Pride che si sarebbe dovuto tenere a settembre perché l’evento rischia di favorire scontri tra gli Lgbt che arrivano da tutta Europa e quei serbi che non accettano la politicizzazione dell’orientamento sessuale con annessa propaganda.
Se andiamo a dare uno sguardo al sito https://www.epoa.eu/home/ ci rendiamo ben conto a che cosa servano questi eventi.
Nel sito, tra l’altro, si dice che: l’organizzazione europea lavora per sostenere gli organizzatori del Pride in ambienti ostili; attualmente gran parte degli sforzi sono concentrati sul sostegno ai colleghi in Ucraina; si invita tutti a unirsi nello sforzo di far riuscire l’EuroPride a Belgrado dal 12 al 18 settembre. Sì perché hanno comunque deciso di farlo, in barba al divieto.
Ma perché proprio la Serbia quest’anno deve subire questo test? Innanzitutto ricordiamoci di come la Serbia sia stata ferocemente bombardata dagli americani (con il nostro aiuto, allora presidente del consiglio D’Alema) nel 1999 e nessuna anima pia democratica allora provò dolore e sofferenza per una tragedia che si consumava nel cuore dell’Europa a poche centinaia di chilometri da noi.
Poi teniamo presente che nonostante le forti pressioni la Serbia non si è allineata alle sanzioni internazionali contro la Russia, anzi ha trovato un’intesa strategica con essa per il rinnovo di altri tre anni del contratto sulla fornitura di gas naturale a condizioni estremamente favorevoli.
Da considerare inoltre che la Serbia ha stretto un accordo con l’Ungheria (altro paese da praidizzare) che permetterà a questa di immagazzinare nei suoi impianti gas russo.
Chiaro a cosa serve l’Euro Pride.
Padre Kirill era un visionario assillato da omofobia?

https://www.facebook.com/massimo.grecchi.9/posts/pfbid0vJ697ZM6VeDznSUekVGvyUjrsaT7WuCVCAphkdKqWnehpEF1Nsq8yevFsSfNjC51l

Anonimo ha detto...

https://www.lifesitenews.com/news/cdl-mcelroy-refuses-lifesitenews-interview-after-exposure-of-record-on-homosexuality-and-abortion/

Anonimo ha detto...

Questa condizione bifronte di ateo in buona fede ormai si estende a quasi tutto il mondo cattolico, dall'ultimo cattolico ignoto al primo cattolico noto, il papa intendo. E non è solo una questione tra filosofia e fede, ma una questione di visione del mondo, anzi meglio del proprio essere nel mondo. A colpo d'occhio non sono in grado di distinguer un ateo da un cattolico e neanche ascoltando l'uno o l'altro capisco chi è uomo di fede cattolica e chi no. Una famiglia cattolica non la riconosco. Il Cristianesimo conquistò il mondo attraverso il comportamento naturalmente esemplare dei Cristiani che vivevano coerentemente la loro fede sinceramente creduta. Oggi la fede cattolica è fredda, forse congelata o assente del tutto. Quando il Cristianesimo comparve le filosofie orientali facevano scuola, la dissoluzione era radicata, i costumi sani di pochissimi sconosciuti, fu in questo mondo in decadenza che il Cristianesimo conquistò menti, cuori ed instradò le volontà. Due sono stati gli elementi portanti della esplosione del Cristianesimo: missionari coerenti con l'insegnamento di NSGC e milioni di anime che avevano bisogno di Verità. Oggi la coerenza dei missionari è in coma profondo e le anime sono state illuse che l'ipocrisia sia verità, bontà, giustizia, libertà. Il Cristianesimo, il Cattolicesimo e tutte le chiesuole da esso derivate sono in caduta libera, mentre sono avanzate le filosofie e le tecniche orientali. Della coerenza dei pensieri tra loro nessuno parla, della coerenza tra il pensiero e l'azione si tace, il sentimento lasciato a se stesso è superficiale e si fa guidare dai 5 sensi.

Anonimo ha detto...


Il fatto storico di oggi 1 settembre.

L'1 settembre 1939 all'alba Hitler invadeva la Polonia, con il pretesto di un attacco polacco ai confini in realtà simulato dagli stessi nazisti.
Il 22 agosto precedente c'era stata a sorpresa la firma del Patto di non aggressione fra il III Reich e l'URSS. Si era aperta una settimana incandescente, apparendo ormai prossimo l'attacco tedesco alla Polonia, coperta dalla garanzia anglo-francese. Più di tutti si attivò inutilmente l'Italia fascista (tenuta all'oscuro sino all'ultimo) per evitare la guerra, che non era nei piani del Patto firmato poco prima con Hitler e per la quale l'Italia non era al momento preparata (né vi aveva alcun interesse). Il 3 settembre Francia e Regno Unito dichiararono guerra alla Germania mentre l'Italia si dichiarò "non-belligerante", invocando giustamente il carattere difensivo dell'alleanza con la Germania. Posizione scomoda assai, che sarebbe finita con l'infausta entrata in guerra del 10 giugno 1940: dichiarazione sopratutto politica, con l'intenzione di non farla, nella convinzione che Hitler avesse ormai vinto, conseguendo tutti i suoi obbiettivi contro il trattato di Versailles ed anzi oltre. Un errore clamoroso anche se l'Italia (vaso di coccio rispetto agli altri) si trovava tra il martello britannico (blocco alle nostre importazioni via mare) e l'incudine tedesca, che ci accusava di tradimento dell'alleanza.
Con l'entrata in guerra dei franco-britannici la guerra diventò europea. Senza dichiarazioni formali vi partecipava anche Stalin. Infatti, l'accordo segreto col Reich prevedeva la spartizione dell'Est europeo in zone di influenza reciproche. Ai Russi: Polonia orientale, Paesi baltici, Moldavia, Bucovina. Il 17 settembre Stalin occupò senza dichiarazione di guerra la Polonia orientale, prendendo alle spalle i polacchi ormai disfatti dalla Wehrmacht. Quella sì che fu una "pugnalata alla schiena" inferta con assoluta freddezza non quella di Mussolini alla Francia, avendo egli preannunciato da giorni l'entrata in guerra agli ambasciatori francesi e inglesi (che gli serviva, credeva, per sedersi al tavolo della pace imminente), tant'è vero che dichiarò la guerra con gli inevitabili toni roboanti e nello stesso tempo ordinò la difensiva su tutti i fronti [!], tra lo stupore generale.
La II gm era già cominciata in Asia, con l'attacco su vasta scala del Giappone alla Cina, il 7 luglio 1937, regnante Pio XI, come preannunciato dalla Madonna a Fatima a Suor Lucia "(.. se non si convertiranno, ne scoppierà un'altra peggiore, sotto Pio XI..").

L'1 settembre fu l'inizio di quella guerra mondiale in Europa.
Adesso la storia sembra ripetersi, anche per quanto riguarda l'Italia, trascinata in una guerra europea che non è la sua a causa del sistema di alleanze che la include?
H

Anonimo ha detto...

Concordo in pieno con l'autore dell'articolo, purché non si consideri l'agire in buona fede come una scusante.
I cattolici, soprattutto se sacerdoti o addirittura prelati, hanno il DOVERE di informarsi sulle verità di fede e di aderire ad esse.
Probabilmente anche politici come Hitler, Pannella e Stalin erano in buona fede ma questo non li giustifica.
L'agire secondo coscienza non è una scusante, altrimenti Dio non ci avrebbe dato i 10 Comandamenti ma ci avrebbe detto di agire secondo coscienza.
La coscienza può essere seguita soltanto quando è retta.
I modernisti (e addirittura il conservatore Cavalcoli, per giustificare l'indifendibile Bergoglio) affermano che seguire la coscienza è VINCOLANTE anche quando è erronea ma questo è falso e conduce a dei veri paradossi: se per esempio la coscienza di un uomo gli intimasse di uccidere la moglie per potersi godere la sua eredità con l'amante, se lui si rifiutasse di commettere quell'omicidio, verrebbe forse condannato da Dio per "aver agito contro coscienza"?
Se così fosse l'intera morale cattolica crollerebbe e tutto (compresi i peccati non politicamente corretti) diventerebbe potenzialmente non soltanto lecito ma addirittura doveroso.

Anonimo ha detto...

Tutti atei in buona fede?
Allora anche tutti eretici, anzi apostati, in buona fede.
In buona fede, allora, anche Pelagio, Marcione, Valentiniano ecc...
Scusate, mi dimenticavo di Bergoglio...
Siccome non sono molto buono ho un concetto leggermente differente di buona fede, come dire, più restrittivo

Anonimo ha detto...


"Probabilmente anche Hitler, Pannella e Stalin erano in buona fede.."

Non avrei mai pensato di veder un saltinbanco come Pannella messo sullo stesso piano di Hitler e Stalin, due figure di levatura mondiale, anche se feroci e sanguinari dittatori.