Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 16 aprile 2023

Conflitto di doveri o scelta del male minore

Ricevo e volentieri pubblico da Res Novae. Precedenti qui - qui - qui
Conflitto di doveri o scelta del male minore
Don Pio Pace

La nota pastorale dell’episcopato francese del novembre 1968 silurava Humanæ vitæ, servendosi del concetto di conflitto di doveri o, ch’è poi lo stesso, di conflitto tra due mali, di cui si scelga il minore.

In realtà, l’espressione, tanto comune, di «male minore» si trova negli autori tradizionali solo per indicare che lo si può tollerare nel contesto di un «atto dal doppio effetto». Tollerare significa che si può eventualmente non impedire il sopraggiungere di un male minore, quando si voglia procurare un bene più grande o impedire un male più grande (Mt 13, 24-30: il Padrone della messe tollera la crescita della gramigna, perché, sradicandola, potrebbe sradicare anche la pianta buona). Allo stesso modo, si può compiere un atto (ad esempio, dare un analgesico ad una persona molto malata), per produrre l’effetto buono desiderato (calmare il dolore), benché possa comportare anche un effetto cattivo non cercato (la narcosi può avvicinare il momento della morte). In altre parole, il male, in questo caso, non è un mezzo voluto, ma una conseguenza tollerata. Tuttavia non si può mai commettere un male (sottoporre ad eutanasia il malato) per ottenere un bene (abbreviare le sue sofferenze). Perché un fine buono non giustifica un mezzo cattivo (Rm 3, 8).

Ciò nonostante, può essere un gesto delicato, in certi casi, tracciare una linea di confine tra l’atto medico, il cui fine è quello di alleviare il dolore, e l’atto, il cui fine è quello di provocare la morte. Oppure, nello stesso contesto, distinguere tra l’eutanasia ed il rifiuto dell’accanimento terapeutico. La questione non si pone, quando l’atto sia, nella sua essenza, contrario alla norma che l’anima, immagine di Dio creatore, ha in sé: non si può mai compiere un atto intrinsecamente malvagio, contrario in sé stesso alla legge iscritta da Dio nel cuore dell’uomo (uccidere l’innocente, distruggere le popolazioni innocenti, compiere un atto generativo distolto dal suo fine). Per questo l’aborto non viene mai consentito, nemmeno a scopo terapeutico. Per questo, una politica di dissuasione nucleare, che includa l’intenzione, benché condizionata, di uccidere innocenti (chi non combatte) è immorale. Per questo, servirsi del matrimonio in modo tale però da rendere direttamente impossibile la procreazione rappresenta, in sé, una grave violazione della legge morale.
Don Pio Pace

7 commenti:

Anonimo ha detto...

In linea teorica, distinguere l' eutanasia (omicidio dell' innocente) dalla sospensione lecita di terapie è sempre possibile; si deve guardare il legame atto-fine dell' atto. Se io privo il paziente di idratazione, anche se dico di farlo per alleviargli le sofferenze, il fine che ho previsto, e voluto, facendo quell' atto è precisamente la morte del paziente. (contro-prova : più il paziente vive, più il mio atto è inefficace).
Se io non opero un ultranovantenne cardiopatico, il fine del mio atto è quello di evitargli sofferenze e rischi. (contro-prova : se il paziente, nonostante la non operazione, campa più di quanto io abbia previsto, ciò non rende il mio atto astensivo inefficace, anzi!). Purtroppo, molti moralisti cattolici in buona fede si fanno turlupinare facilmente, perchè hanno perso i fondamenti della filosofia morale (naturale) prima ancora di quella specificamente teologica.

E qui dov'è il male minore? ha detto...

Qualcosa non torna.

Avrebbe senso importare immigrati molto "skillati", brutto inglesismo per dire "con molte competenze", per aumentare la produttività del lavoro ed il livello dei salari.
Invece, importare soggetti privi di qualunque tecnica e titolo di studio che neppure parlano la lingua,
avrebbe senso se non ci fossero disoccupati italiani o il tasso di disoccupazione fosse quello minimo fisiologico.
Ma non è così: abbiamo 6 milioni tra disoccupati ed inoccupati, di cui molti prendono il reddito di cittadinanza e continueranno a prenderlo (dato che il governo ha stabilito che chi ha figli può continuare a percepirlo).
Quindi, qualcosa non torna.
Questi immigrati senza competenze andrebbero formati e la formazione costa: allora perché non formare i disoccupati italiani?

Anonimo ha detto...

La sinistra è impazzita ed irresponsabile e continua a far danni immani perché ha monopolizzato ogni ambito istituzionale e culturale; ma anche questo centro destra delude parecchio! Non riesce o non vuole svincolarsi da lacci e lacciuoli....

Alle pie mani della Madre della Misericordia affidiamo tutti questi mìseri. ha detto...

PIANO INCLINATO
Bambini di ricambio, l’utero in affitto con “garanzia”
https://lanuovabq.it/it/bambini-di-ricambio-lutero-in-affitto-con-garanzia

Che male c'e'?...
Oppure: Se Dio esistesse non ci sarebbero certe malattie...
Oppure: Se Dio esistesse farebbe morire quel tal malato (o quel tal delinquente) che si trascina con la sua malattia da diversi anni e tanto fa penare i suoi parenti....

Anonimo ha detto...

17 APRILE.
Stai attenta a non mai scoraggiarti nel vederti circondata da infermità spirituale.
Se Iddio ti lascia cadere in qualche debolezza, non è per abbondonarti, ma solo per stabilirti in umiltà e renderti più attenta per l'avvenire (ASN, 42).

Anonimo ha detto...

Quello che sconvolge e stravolge è che, aldilà delle lobbies internazionali occulte e non, noi Italiani siamo stati sistematicamente presi per i fondelli, intortati, raggirati, derubati, spogliati del nostro lavoro e del suo frutto, da altri italiani che si son fatti sicari dello straniero ai danni dei loro compatrioti. Questa è ed è stata la mortale pugnalata al cuore. Anche in campo religioso!

Anonimo ha detto...

Suicidio demografico e immigrazione di massa. Chi abiterà l'Italia dopo gli italiani? Due fronti della stessa battaglia che possiamo vincere o scegliere di perdere (e stiamo perdendo). Il governo Meloni è stato eletto per dare risposte a una sola domanda: che Italia sarà quella dei nostri figli e nipoti? In questi giorni sono a Parigi, dove la risposta si può vedere a occhio nudo riflessa in una società che è stata con gli anni travolta da un cambiamento demografico-religioso senza precedenti nella storia d’Europa. Basta prendere la Ratp per Créteil. Sono soltanto venti minuti di treno dal centro di Parigi, ma è tutto un altro mondo: nordafricani, pakistani, tamil, siriani. E ti domandi: “Qual è il mio posto in questo ex paese di cultura giudaico-cristiana?”. Tra un secolo, coloro che scriveranno la storia della transizione demografica europea e italiana rimarranno sbalorditi dagli sforzi intellettuali investiti da coloro che l'hanno vissuta o giustificata per spiegare che non è mai avvenuta o accusare di “fascismo” chi dice cosa sta avvenendo. L'operazione logica è inarrestabile, persino geniale: se non esisti, e ancor di più se non sei mai esistito, non rischi di scomparire.