Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 2 ottobre 2023

Nuovi Dubia presentati al papa da Cinque Cardinali

Qui l'indice degli articoli riguardanti il Sinodo sulla sinodalità.
DUBIA
1 Dubium circa l’affermazione che si debba reinterpretare la Divina Rivelazione in base ai cambiamenti culturali e antropologici in voga.
Dopo le affermazioni di alcuni vescovi, che non sono state né corrette né ritrattate, si chiede se nella Chiesa la Divina Rivelazione debba essere reinterpretata secondo i cambiamenti culturali del nostro tempo e secondo la nuova visione antropologica che questi cambiamenti promuovono; oppure se la Divina Rivelazione sia vincolante per sempre, immutabile e quindi da non contraddire, secondo il dettato del Concilio Vaticano II, che a Dio che rivela è dovuta “l’obbedienza della fede” (Dei Verbum 5); che quanto è rivelato per la salvezza di tutti deve rimanere “per sempre integro” e vivo, e venire “trasmesso a tutte le generazioni” (7) e che il progresso della comprensione non implica alcun mutamento della verità delle cose e delle parole, perché la fede è stata “trasmessa una volta per sempre” (8), e il Magistero non è superiore alla parola di Dio, ma insegna solo ciò che è stato trasmesso (10).
2 Dubium circa l’affermazione che la diffusa pratica della benedizione delle unioni con persone dello stesso sesso, concorderebbe con la Rivelazione e il Magistero (CCC 2357).
Secondo la Divina Rivelazione, attestata nella Sacra Scrittura, che la Chiesa “per divino mandato e con l’assistenza dello Spirito Santo piamente ascolta, santamente custodisce e fedelmente espone” (Dei Verbum 10): “In principio” Dio creò l’uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò e li benedisse, perché fossero fecondi (cfr Gen 1, 27-28), per cui l’Apostolo Paolo insegna che negare la differenza sessuale è la conseguenza della negazione del Creatore (Rom 1, 24-32). Si chiede: può la Chiesa derogare a questo “principio”, considerandolo, in contrasto con quanto insegnato da Veritatis splendor 103, come un semplice ideale, e accettando come “bene possibile” situazioni oggettivamente peccaminose, come le unioni con persone dello stesso sesso, senza venir meno alla dottrina rivelata?
3 Dubium circa l’affermazione che la sinodalità è “dimensione costitutiva della Chiesa” (Cost.Ap. Episcopalis Communio 6), sì che la Chiesa sarebbe per sua natura sinodale.
Dato che il Sinodo dei vescovi non rappresenta il collegio episcopale, ma è un mero organo consultivo del Papa, in quanto i vescovi, come testimoni della fede, non possono delegare la loro confessione della verità, si chiede se la sinodalità può essere criterio regolativo supremo del governo permanente della Chiesa senza stravolgere il suo assetto costitutivo voluto dal suo Fondatore, per cui la suprema e piena autorità della Chiesa viene esercitata, sia dal Papa in forza del suo ufficio, sia dal collegio dei vescovi insieme col suo capo il Romano Pontefice (Lumen gentium 22).
4 Dubium circa il sostegno di pastori e teologi alla teoria che “la teologia della Chiesa è cambiata” e quindi che l’ordinazione sacerdotale possa essere conferita alle donne.
In seguito alle affermazioni di alcuni prelati, che non sono state né corrette né ritrattate, secondo cui col Vaticano II sarebbe cambiata la teologia della Chiesa e il significato della Messa, si chiede se è ancora valido il dettato del Concilio Vaticano II, che “il sacerdozio comune dei fedeli e quello ministeriale differiscono essenzialmente e non solo di grado” (Lumen Gentium 10) e che i presbiteri in virtù del “sacro potere dell’ordine per offrire il sacrificio e perdonare i peccati” (Presbyterorum Ordinis 2), agiscono in nome e nella persona di Cristo mediatore, per mezzo del quale è reso perfetto il sacrificio spirituale dei fedeli? Si chiede, inoltre, se è ancora valido l’insegnamento della lettera apostolica di san Giovanni Paolo II Ordinatio Sacerdotalis, che insegna come verità da tenere in modo definitivo l’impossibilità di conferire l’ordinazione sacerdotale alle donne, per cui questo insegnamento non è più soggetto a cambiamento né alla libera discussione dei pastori o dei teologi.
5 Dubium circa l’affermazione “il perdono è un diritto umano” e l’insistere del Santo Padre sul dovere di assolvere tutti e sempre, per cui il pentimento non sarebbe condizione necessaria per l’assoluzione sacramentale.
Si chiede se sia ancora vigente l’insegnamento del Concilio di Trento, secondo cui, per la validità della confessione sacramentale è necessaria la contrizione del penitente, che consiste nel detestare il peccato commesso con il proposito di non peccare più (Sessione XIV, Capitolo IV: DH 1676), cosicché il sacerdote deve rimandare l’assoluzione quando sia chiaro che questa condizione non è adempiuta.
Città del Vaticano, 10 luglio 2023

Walter Card. Brandmüller
Raymond Leo Card. Burke Juan Card. Sandoval Íñiguez
Robert Card. Sarah
Joseph Card. Zen Ze-Kiun, S.D.B.

7 commenti:

Anonimo ha detto...


Stavolta sembra che i cardinali siano più decisi. Il Giornale riporta che papa Francesco aveva risposto loro con una lettera al primo invio dei Dubia. Ma la risposta del papa conteneva delle ambiguità. P.e., pur riaffermando che l'impossibilità del sacerdozio alle donne apparteneva al deposito della fede, il papa scriveva che la questione si poteva ancora approfondire. Ma cosa c'è da approfondire? è la solita tattica di Bergoglio, un colpo al cerchio e uno alla botte, sempre muovendo verso l'obbiettivo di introdurre novità ereticali o eretiche nella dottrina della Chiesa. Ai cardinali la risposta del papa, anche sulla sodomia, non è piaciuta e hanno riformulato i loro Dubia.
Dettaglio importante: hanno ricordato al papa che i Dubia sono uno strumento giuridico preciso del diritto canonico, al quale si risponde con un sì o con un no. Finora il papa non ha risposto alla riformulazione.
Vediamo se questa volta i cardinali riusciranno a chiudere papa Francesco all'angolo, dal quale possa uscire o riaffermando senza ombre la dottrina di sempre o affermando apertamente un'eresia.
Ma un'eresia apertamente è difficile che la affermi.
Se resterà nell'ambiguità, come probabile o se tacerà allora i 5 cardinali dovrebbero condannare il suo atteggiamento come moralmente complice degli errori sostenuti da gente come Hollerich, il cardinale che ha detto doversi cambiare l'insegnamento della Chiesa sulle perversioni sessuali. Complice e quindi negligente nei suoi doveri, che gli impongono di confermare i fratelli nella fede.
T.

Anonimo ha detto...

Cinque cardinali di cinque continenti - Burke, Brandmüller, Sarah, Zen, Sandoval – rendono pubbliche le cinque domande di chiarimento dottrinale poste a papa Francesco e che non hanno ricevuto una risposta. I temi: immutabilità della dottrina, benedizione delle coppie omosessuali, natura della Chiesa, sacerdozio femminile, sacramento della riconciliazione.

L'immutabilità della dottrina comprende tutte le devianze, tipo Abu Dhabi ad esempio...

Anonimo ha detto...

A volte ritornano...

P. Elmo ha detto...

Un uomo entra in un asilo e, davanti a tutti, spara ad un bambino. Poi prende un insegnante e la “maltratta”. Un poliziotto prende il megafono e dice: egregio signore, è forse entrato in quell’asilo per uccidere e maltrattare qualcuno?

Due esempi:
I 5 cardinali sulla Rivelazione: “il progresso della comprensione non implica alcun mutamento della verità delle cose e delle parole”. In Italia sono già state cambiate le parole del “Padre nostro” e imposte a tutti i fedeli. Ma forse per loro tale preghiera non fa parte della Rivelazione o, comunque, non è poi così importante.
D’altronde, con i “cattolici” di oggi più “devoti” che vanno dietro gli scritti della Piccarreta, che ti vuoi aspettare…

E ancora: chiedono se “è ancora valido l’insegnamento della lettera apostolica di san Giovanni Paolo II Ordinatio Sacerdotalis”, quando ha già cambiato da anni il Catechismo della Chiesa Cattolica (e non quello personale di Bergoglio) definendo anti-evangelica è crudele la dottrina precedente.

Sono piuttosto sicuro che se anche Bergoglio rispondesse che “sì, tutto è cambiato”, non farebbero nulla (d’altra parte, sono forse pronunciamenti indubitabilmente ex-cátedra? Anche l’esistenza dell’inferno e tantissime altre verità di fede [per i Cattolici] non lo sono mai state solennemente definite) se non, al massimo, confezionare qualche altro dubia. E chissà che nel tempo, di dubia in dubia, non si arrivi ad una certezza…

mic ha detto...

Anche l’esistenza dell’inferno e tantissime altre verità di fede [per i Cattolici] non lo sono mai state solennemente definite)

Ci ha pensato direttamente il Vangelo ..

Anonimo ha detto...

Leggendo il dubium sull'ordinazione sacerdotale, mi è venuto in mente che in realtà ciò che potrebbe essere messo in dubbio non è quella, ma l'ordinazione DIACONALE, sulla base di una (errata) presentazione della stessa non come un diverso (e propedeutico) grado dello stesso sacramento dell'ORDINE, ma come qualcosa d'altro...In questo senso il dubium è inefficace, perchè il rischio è trovarsi donne diacono non tanto donne prete...e il magistero di GPII se non erro chiudeva in modo esplicito all'ordinazione sacerdotale...la tattica potrebbe essere prima parlare di donne prete, poi rinunciare e accontentarsi delle donne diacono...ma così il Sacramento dell'ordine ne risulterebbe ugualmente ferito.

Anonimo ha detto...

Ecco, come prevedibile, la risposta di Bergoglio sulla Ordinatio Sacerdotalis: “per essere rigorosi, riconosciamo che non è stata ancora sviluppata esaustivamente una dottrina chiara e autorevole sulla natura esatta di una ‘dichiarazione definitiva’. E prima sulla Rivelazione: “sia i testi delle Scritture che le testimonianze della Tradizione necessitano di un’interpretazione che permetta di distinguere la loro sostanza perenne dai condizionamenti culturali” e “alcune considerazioni del NT sulle donne hanno bisogno di un’interpretazione”. Un po’ come la questione sulla Pena di morte?
La mia frecciata era per chi pretende, contro la “Tradizione”, di ridurre la speciale assistenza divina ai soli pronunciamenti ex-cathedra.