La Chiesa di Vienna, una delle più illustri e delle più antiche della Gallia meridionale, circa l'anno 470, aveva come Vescovo san Mamerto. Calamità di ogni genere erano venute a portare la desolazione in questa provincia, di recente conquistata dai Burgundi. Terremoti, incendi, fenomeni paurosi agitavano le popolazioni, come fossero stati segni della collera divina. Il santo Vescovo che desiderava risollevare il morale del suo popolo e portarlo a Dio, la cui giustizia aveva bisogno di essere placata, prescrisse tre giorni di espiazione, durante i quali i fedeli dovevano darsi ad opere di penitenza e andare in processione al canto dei salmi. Per mettere in pratica questa pia risoluzione, furono scelti i tre giorni che precedono l'Ascensione. Senza prevederlo, il santo Vescovo di Vienna gettava così le basi di una istituzione che tutta la Chiesa avrebbe poi adottato [1].
Cominciarono i Galli, come era giusto. Sant'Alcino Avit, che successe quasi immediatamente a san Mamerto nella sede di Vienna, attesta che la pratica delle Rogazioni era già consolidata in quella Chiesa [2]. San Cesario d'Arles, al principio del sesto secolo, ne parla come di un uso già esteso altrove, designando almeno con queste parole tutta quella porzione di Galli che allora si trovavano sotto il giogo dei Visigoti [3].
Leggendo i canoni del primo concilio di Orléans tenuto nel 511 e che raccoglieva tutte le province che riconoscevano l'autorità di Clodoveo, si nota chiaramente che essi affermano come l'intera Gallia non tardò ad adottarlo. I regolamenti del concilio, a proposito delle Rogazioni, danno una chiara idea dell'importanza che si annetteva a questa istituzione. Non solamente è prescritta l'astinenza dalle carni durante quei tre giorni, ma il digiuno è di precetto. Vi si ordina ugualmente di dispensare dal lavoro le persone di servizio, affinché possano prendere parte alle lunghe funzioni che si terranno in quei tre giorni (can. 27). Nel 567, il concilio di Tours sanzionava pure l'obbligo del digiuno durante le Rogazioni (can. 17); e in quanto all'obbligo dell'astensione dal lavoro durante quei tre giorni, si trova anche riconosciuto nei Capitolari di Carlo Magno e di Carlo il Calvo.
La partenza della Processione delle Rogazioni era preceduta dall'imposizione delle ceneri sulla testa di quelli che vi avrebbero preso parte, ossia dell'intero popolo, perché tutti vi partecipavano. Aveva poi luogo l'aspersione dell'acqua benedetta; dopo di che, il corteo si metteva in cammino. La Processione era formata dal clero e dal popolo di parecchie Chiese secondarie che procedevano sotto la croce di una Chiesa principale, il clero della quale presiedeva la funzione. Tutti, sacerdoti e laici, camminavano a piedi nudi. Si cantavano le Litanie, i Salmi, le Antifone, e ci si recava a qualche Basilica, designata per la Stazione, dove si celebrava il santo Sacrificio. Durante la strada si visitavano le Chiese che s'incontravano per via, cantandovi un'Antifona, per lodare il mistero, od il santo, sotto il cui titolo erano state consacrate.
Ma la Chiesa romana, senza disapprovare la devozione di quelle dei Galli, che avevano creduto bene dover introdurre nel Tempo Pasquale tre giorni di osservanza quaresimale, non adottò tale rigore. Le ripugnava di rattristare col digiuno la lieta quarantena che Gesù risorto aveva accordato anche ai suoi discepoli; si limitò dunque a prescrivere solo l'astinenza dalle carni durante questi tre giorni, pratica che fu mantenuta nel corso dei secoli, fino al momento in cui, per l'indebolimento generale dei costumi cristiani della nostra epoca, fu costretta a modificare l'antica disciplina su questo punto. La Chiesa di Milano che, come abbiamo visto, conserva, con tanta severità, l'istituzione delle Rogazioni, l'ha trasportata al lunedì, martedì e mercoledì che seguono la domenica nell'Ottava dell'Ascensione, ossia dopo i quaranta giorni consacrati a celebrare la Risurrezione.
Bisogna, dunque, per restare in questo vero equilibrio da cui la Chiesa romana mai si distacca, valutare le Rogazioni come una santa istituzione che viene a temperare le nostre gioie pasquali, ma non ad annullarle.
Il colore viola, adoperato per la Processione e per la Messa della Stazione, non ha più lo scopo d'indicarci ancora la dipartita dello Sposo (Ct 8); ma ci avverte che la separazione è vicina; e l'astinenza, che un tempo era imposta in questi tre giorni, pur non essendo accompagnata dal digiuno, era già una manifestazione anticipata del dolore della Chiesa, conscia che la presenza del Redentore le sarebbe stata presto rapita.
Oggi il diritto ecclesiastico non menziona più il lunedì, martedì e mercoledì delle Rogazioni tra quei giorni in cui la legge dell'astinenza obbliga ancora i fedeli [7]. È ben triste che l'indebolimento del sentimento cristiano nelle generazioni del tempo nostro, e le domande di dispense sempre più numerose, abbiano reso necessario quest'abbandono dell'antica disciplina. È un'espiazione di meno, un'intercessione di meno, un soccorso di meno, in un secolo già così povero dei mezzi per i quali la vita cristiana si conserva, diviene indulgente il cielo, si ottengono grazie di salvezza. Possano i veri fedeli concludere che l'assistenza alle Processioni di questi tre giorni è divenuta più opportuna che mai, e che è urgente, unendosi alla preghiera liturgica, di compensare in questo modo, l'abolizione di una legge salutare che datava da così lungo tempo, e che, nelle sue esigenze pesava tanto leggermente sulla nostra mollezza! Possa una sì venerata istituzione, sanzionata dalle leggi della Chiesa e dalla pratica di tanti secoli, restare sempre in vigore in quella Francia che, col suo esempio, ha imposto a tutto il mondo cattolico la solennità delle Rogazioni! Secondo l'attuale disciplina della Chiesa, le Processioni per le Rogazioni, la cui intenzione è d'implorare la misericordia di Dio offeso per i peccati degli uomini, ed ottenere la protezione celeste sui beni della terra, sono accompagnate dal canto delle Litanie dei Santi, e completate da una messa speciale che si celebra sia nella Chiesa della Stazione, sia nella Chiesa stessa da dove la Processione è partita, a meno che non debba fermarsi in qualche altro Santuario.
Se non potessimo prendere parte alle Processioni delle Rogazioni, che si recitino, almeno, queste Litanie in unione con la Chiesa: si avrà parte nei benefici di una istituzione così santa, e si contribuirà ad ottenere le grazie che la cristianità, in questi tre giorni, sollecita da tutti i luoghi; avremo anche compiuto atto di vero cattolico.
Inseriamo qui la Messa delle Rogazioni, ch'è uguale per i tre giorni.
Tutto vi parla della necessità e del potere della preghiera. La Chiesa riveste il colore quaresimale che ne esprime le intenzioni espiatrici, ma tutto in lei emana la fiducia e la speranza di essere esaudita; si sente che ella si appoggia sull'amore del suo Sposo risorto.
EPISTOLA (Gc 5,16-20). - Carissimi: Confessate l'uno all'altro i vostri peccati, e pregate l'uno per l'altro per essere salvati, perché molto può l'assidua preghiera del giusto. Elia era un uomo soggetto alle miserie come noi, eppure, avendo pregato ardentemente, perché non piovesse sopra la terra, non piovve per tre anni e sei mesi. Poi di nuovo pregò; e il cielo donò la pioggia e la terra diede il suo frutto. Fratelli miei, se alcuno di voi si allontana dalla verità, e uno lo converte, sappia che chi richiama un peccatore dal suo errore, salverà l'anima di lui e cancellerà una moltitudine di peccati.
VANGELO (Lc 11,5-13). - In quel tempo: disse Gesù ai suoi discepoli: se uno di voi ha un amico, e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché un amico mio è arrivato di viaggio in casa mia e non ho che porgli davanti, e quello di dentro, rispondendo, dica: non mi dar noia: l'uscio è già chiuso, ed i miei figlioli sono con me a letto: e non posso levarmi a darteli; ma se l'altro seguiterà a picchiare, vi assicuro, che, anche se non si levasse a darglieli perché è suo amico, tuttavia, almeno per togliersi l'importunità di lui, si leverà a dargliene quante ne ha bisogno. Ed io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, picchiate e vi sarà aperto. Infatti colui che chiede riceve; colui che cerca trova, e a colui che picchia sarà aperto. E se alcuno tra di voi domanda al Padre un pane gli darà forse un sasso? e se un pesce, gli darà invece un serpente? e se chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi, dunque, pur essendo cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figlioli, quanto più il vostro Padre del cielo darà sicuramente lo Spirito buono a tutti coloro che glielo domandano.
[3] Discorso CLXXII, tra i discorsi di sant'Agostino.
[4] Discorso CLXXIV. Herbertus Turritanus, Miracul., l. In c.xxi.
[5] De Rebus bellicis Caroli Magni, c. xvi.
[6] Giussano, Vita di san Carlo Borromeo.
[7] CIC, can. 1252.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 201-208)
Dopo l'invocazione riassuntiva ai Santi e due brevi acclamazioni a Iddio, iniziano le suppliche di liberazione, nelle quali si chiede che il Signore buono e filantropo storni da noi ogni disgrazia umana, diabolica e naturale. Questa parte delle litanie è particolarmente importante nella processione delle Rogazioni, specie per le richieste inerenti al clima e alle calamità naturali, e si recita subito prima della benedizione dei campi.
Lo Schuster precisa che per "morte sempiterna" s'intende la morte dell'impenitente, sicuramente destinato alla dannazione perpetua.
Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis.
Propitius esto, parce nos, Domine. Propitius esto, exaudi nos, Domine. Ab omni malo, libera nos, Domine. Ab omni peccato, libera... Ab ira tua, libera... A subitanea et improvisa morte, Ab insidiis diaboli, Ab ira et odio et omni mala voluntate, A spiritu fornicationis, A fulgure et tempestate, A flagello terraemotus, A peste, fame et bello, A morte perpetua, |
Santi e Sante tutti di Dio, intercedete per noi.
Sii indulgente, risparmiaci, o Signore. Sii indulgente, ascoltaci, o Signore. Da ogni malvagità, liberaci, o Signore. Da ogni peccato, liberaci... Dalla tua ira, liberaci... Dalla morte improvvisa e inaspettata, Dalle insidie del demonio, Dall’ira, dall’odio e da ogni desiderio cattivo, Dallo spirito d’immondezza, Dal fulmine e dalla tempesta, Dal flagello del terremoto, Dalla pestilenza, dalla carestia e dalla guerra, Dalla morte sempiterna, |
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Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.
Christe, eléison. Christe, eléison. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. Pater de cælis Deus, miserére nobis. Fili, Redemptor mundi, Deus, miserére nobis Spiritus Sancte, Deus, miserére nobis Sancta Trinitas, unus Deus, miserére nobis. Sancta Maria, ora pro nobis. Sancta Dei Genetrix, ora pro nobis. Sancta Virgo virginum, ora pro nobis. Sancte Michael, ora pro nobis. Sancte Gabriel, ora pro nobis. Sancte Raphael, ora pro nobis. Omnes sancti Angeli et Archangeli, orate pro nobis. Omnes sancti beatorum Spirituum ordines, orate pro nobis. Sancte Ioannes Baptista, ora pro nobis. Sancte Ioseph, ora pro nobis. Omnes sancti Patriarchae et Prophetae, orate pro nobis. Sancte Petre, ora pro nobis. Sancte Paule, R. Sancte Andrea, ora pro nobis. Sancte Iacobe (maior), ora pro nobis. Sancte Ioannes, ora pro nobis. Sancte Thoma, ora pro nobis. Sancte Iacobe (minor), ora pro nobis. Sancte Philippe, ora pro nobis. Sancte Bartolomaee, ora pro nobis. Sancte Matthaee, ora pro nobis. Sancte Simon, ora pro nobis. Sancte Thaddaee, ora pro nobis. Sancte Matthia, ora pro nobis. Sancte Barnaba, ora pro nobis. Sancte Luca, ora pro nobis. Sancte Marce, ora pro nobis. Omnes sancti Apostoli et Evangelistae, orate pro nobis. Omnes sancti discipuli Domini, orate pro nobis. Omnes sancti Innocentes, orate pro nobis. Sancte Stephane, ora pro nobis. Sancte Laurenti, ora pro nobis. Sancte Vincenti, ora pro nobis. Sancti Fabiane et Sebastiane, ora pro nobis. Sancti Ioannes et Paule, ora pro nobis. Sancti Cosma et Damiane, ora pro nobis. Sancti Gervasi et Protasi, ora pro nobis. Omnes sancti martyres, orate pro nobis. Sancte Sylvester, ora pro nobis. Sancte Gregori, ora pro nobis.. Sancte Ambrosi, ora pro nobis. Sancte Augustine, ora pro nobis. Sancte Hieronyme, ora pro nobis. Omnes sancti Pontifices et Confessores, orate pro nobis. Omnes sancti Doctores, orate pro nobis. Sancte Antoni, ora pro nobis. Sancte Benedicte, ora pro nobis. Sancte Bernarde, ora pro nobis. Sancte Dominice, ora pro nobis. Sancte Francisce, ora pro nobis. Omnes sancti Sacerdotes et Levitae orate pro nobis. Omnes sancti Monachi et Eremitae, orate pro nobis. Sancta Anna, ora pro nobis. Sancta Maria Magdalena, ora pro nobis. Sancta Agatha, ora pro nobis. Sancta Lucia, ora pro nobis. Sancta Agnes, ora pro nobis. Sancta Caecilia, ora pro nobis. Sancta Catharina, ora pro nobis. Sancta Anastasia, ora pro nobis. Omnes sanctae Virgines et Viduae, orate pro nobis. Omnes Sancti et Sanctae Dei, intercedite pro nobis. Propitius esto parce nos, Domine. Propitius esto, exaudi nos, Domine. Ab omni malo, libera nos, Domine. Ab omni peccato, libera nos, Domine. Ab ira tua, libera nos, Domine. A subitanea et improvisa morte, libera nos, Domine. Ab insidiis diaboli, libera nos, Domine. Ab ira et odio et omni mala voluntate, libera nos, Domine. A spiritu fornicationis, libera nos, Domine. A fulgure et tempestate, libera nos, Domine. A flagello terraemotus, libera nos, Domine. A peste, fame et bello, libera nos, Domine. A morte perpetua, libera nos, Domine. Per mysterium sanctae Incarnationis tuae, libera nos, Domine. Per adventum tuum, libera nos, Domine. Per nativitatem tuam, libera nos, Domine. Per baptismum et sanctum ieiunium tuum, libera nos, Domine. Per crucem et passionem tuam, libera nos, Domine.. Per mortem et sepulturam tuam, libera nos, Domine. Per sanctam resurrectionem tuam, libera nos, Domine. Per admirabilem ascensionem tuam, libera nos, Domine. Per adventum Spiritus Sancti Paracliti, libera nos, Domine. In die iudicii, libera nos, Domine. Peccatores, te rogamus, audi nos. Ut nobis parcas, te rogamus, audi nos.. Ut nobis indulgeas, te rogamus, audi nos. Ut ad veram paenitentiam nos perducere digneris, te rogamus, audi nos. Ut Ecclesiam tuam sanctam regere et conservare digneris, te rogamus, audi nos. Ut domum Apostolicum et omnes ecclesiasticos ordines in sancta religione conservare digneris, te rogamus, audi nos. Ut inimicos sanctae Ecclesiae humiliare digneris, te rogamus, audi nos. Ut regibus et principibus christianis pacem et veram concordiam donare digneris, te rogamus, audi nos. Ut cuncto populo christiano pacem et unitatem largiri digneris, te rogamus, audi nos. Ut omnes errantes ad unitatem Ecclesiae revocare, et infideles universos ad Evangelii lumen perducere digneris, te rogamus, audi nos. Ut nosmetipsos in tuo sancto servitio confortare et conservare digneris, te rogamus, audi nos. Ut mentes nostras ad caelestia desideria erigas, te rogamus, audi nos.. Ut omnibus benefactoribus nostris sempiterna bona retribuas, te rogamus, audi nos. Ut animas nostras, fratrum, propinquorum et benefactorum nostrorum ab aeterna damnatione eripias, te rogamus, audi nos. Ut fructus terrae dare et conservare digneris, te rogamus, audi nos. Ut omnibus fidelibus defunctis requiem aeternam donare digneris, te rogamus, audi nos. Ut nos exaudire digneris, te rogamus, audi nos. Fili Dei, te rogamus, audi nos. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, parce nobis, Domine. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, exaudi nos, Domine. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. |
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“Il nostro compito è di fare il possibile per la salvezza degli anni nei quali viviamo, sradicando il male dai campi che conosciamo, al fine di lasciare a coloro che verranno dopo terra sana e pulita da coltivare. Ma il tempo che avranno non dipende da noi.”
J.J. Tolkien
Santa giornata
NELLA MESSA L'UOMO SI IMMOLA CON CRISTO: LA VITTIMA CON LA QUALE DIVENTIAMO UNA COSA SOLA.
Nella Messa Cristo, che ancora offre sé stesso, è la Vittima con la quale diventiamo una cosa sola. L’altare, quindi, non ha relazione con l’assemblea come il palco per il pubblico di un teatro. La balaustra non è la ribalta che divide la scena dallo spettatore. Tutti i membri della Chiesa hanno una sorta di sacerdozio, nella misura in cui offrono con l’Eterno Sacerdote questo eterno atto d’amore.
I laici partecipano alla vita e alla potenza di Cristo, perché «hai fatto di loro, per il nostro Dio, un regno di sacerdoti» (Ap 5, 10). L’espressione «ascoltare la Messa», talvolta usata dai cattolici, indica quanto sia piccola la comprensione della loro partecipazione attiva, non solo con Cristo, ma anche con tutti i santi e i membri della Chiesa fino alla fine dei tempi. (...)
Nella Messa si compiono tutte le antiche sbiadite prefigurazioni del sacrificio supremo. L’uomo si immola con Cristo, offrendogli di prendere il proprio corpo e il proprio sangue. Mediante questa distruzione dell’io, si crea un vuoto che rende possibile alla divinità di riempirlo e santificare l’offerente. L’uomo muore al passato per poter vivere nel futuro.
Egli sceglie di essere unito al suo divino Re, in una sorta di morte, per poterne condividere la risurrezione e la gloria. Pertanto egli vive morendo; umiliato, non è ucciso; addolorato, egli sempre gioisce; rinunciando al tempo, trova l’eternità. Il nulla è scambiato con il tutto. La povertà si muta in ricchezza e chi non ha nulla, inizia a possedere ogni cosa.
(Fulton J. Sheen, da "I 7 Sacramenti" edizioni Ares)
Lundi des Rogations.
« Confitemini ergo alterutrum peccata vestra, et orate pro invicem ut salvemini : multum enim valet deprecatio justi assidua. » (Giacomo 5:16)
Signore liberaci dalla peste, dalla fame, dalla guerra etc..
Oggi 6 maggio è stato anche il giorno del giuramente delle nuove Guardie Svizzere in Vaticano. Le nuove reclute erano una trentina.
Nel parlava LifeSite News. Il piccolissimo esercito del papa viene inteso soprattutto come un fatto folcloristico, con le sue belle divise rinascimentali, disegnate si dice da Michelangelo, ma forse non è vero.
Sono poco più di duecento uomini, tutti svizzeri cattolici. Ma nessuno dice che hanno anche armamento moderno, sia pure ovviamente leggero, e che si addestrano regolarmente nei poligoni della polizia italiana, con la quale collaborano anche per l'antiterrorismo. È Stata ristabilita anche la Gendarmeria Pontificia, all'interno del Vaticano. Credo che vi confluiscano anche ex funzionari della polizia italiana.
Gli svizzeri devono difendere il ministato del papa, che arriva in Vaticano sino in fondo alla piazza. Sicuramente hanno armi automatiche in grado di tenere sotto tiro tutta la piazza e via della Conciliazione. Insomma, non sono un corpo solo folkloristico, tutt'altro.
Ci si è dimenticati della grande tragedia che fu il Sacco di Roma, dal 6 maggio 1527 in poi, durato ben 7 mesi con qualche intervallo dovuto però alle epidemie di peste, provocata pare dal Sacco stesso. La guardia svizzera del papa di allora, Clemente VII, si fece massacrare, su quasi duecento ne restarono vivi solo una quarantina ma riuscì a salvare il papa, facendolo scappare in Castel sant'Angelo, per un passaggio segreto. È il viadotto che si vede ancor oggi, con tanti archi, che collega il Vaticano con la fortezza.
Il papa fu vittima dei giochi delle potenze, Francia e Spagna sulla carta cristianissime e cattoliche, ma pagò anche una politica temporale sbagliata che durava da troppo tempo: fu il fallimento del "papato politico", come si diceva, umiliato dall'imperatore cattolico, il superbo Carlo V, ispano-fiammingo. Il sacco fu compiuto da circa 10.000 lanzi tedeschi assoldati, tutti luterani + 5000 spagnoli, cattolici, + tra due e tremila italiani cattolici + sbandati accorsi da ogni parte e la delinquenza locale.
Tutti i peccati della Gerarchia delle ultime generazioni, ma forse addirittura a cominciare dalla "cattività avignonese", con la sua corrottisma corte infranciosata, furono alfine crudelmente scontati dal clero e dalla città, che era cosmopolita, con sembra solo l'8% di abitanti di origine locale, romana. Dopo le devastazioni e i massacri, gli stupri etc, la popolazione si ridusse, sembra, della metà, addirittura: da circa 80.000 a 40.000, citazione a memoria. Le cifre variano. Chi potè fuggì.
In Spagna la plebe celebrò il Sacco (di una città praticamente indifesa) con esplosioni di gioia rimaste in alcuni Romanceros, pieni di versi che dileggiano il papa ed esaltano l'imperatore che ne aveva punito la superbia (aveva osato entrare in una Lega militare contro gli spagnoli, per impedire vanamente che si impadronissero dell'Italia - si salvò solo la Repubblica di Venezia).
Historicus
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