Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 22 giugno 2018

Perché l’OCSE e Macron “masticano amaro”? Ve lo diciamo noi

Due notizie veloci-veloci riprese dagli amici de Il Cammino dei Tre Sentieri.

Prima notizia: l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) ha recentemente detto che i populismi rallentano la crescita.
Seconda notizia: Macron, ancora più recentemente, ha detto che i populismi sono come una lebbra per l’Europa. Ovviamente l’Europa che hanno in testa lui e i suoi sodali.

Queste due notizie, pur di giorni diversi, sono legate fra loro da un comune denominatore, che è quello dell’idea massonica e mercatista della società umana.

Per quanto riguarda la questione della crescita, l’OCSE ha paradossalmente ragione. Certo, i populismi rallentano la crescita, ma quale crescita? Quella dei mercati e della finanza. Non che con i governi cosiddetti “populisti” i mercati e la finanza spariscano (siamo troppo vissuti per cadere in questa ingenuità!), ma certamente questi governi tendono a generare tutta una serie di vincoli che l’idea globalista del mercato può non sopportare. D’altronde già con l’inizio della modernità l’abbattimento delle barriere doganali e della parcellizzazione identitaria del territorio era strumentale ad un allargamento dei mercati.

Per quanto riguarda Macron è ovvio che per la sua origine professionale, per i suoi legami con la finanza, e per le sue idee tipicamente liberal e massoniche, queste parole sono parole di chi …mastichi amaro.

A noi invece il populismo non scandalizza affatto, anzi.

Accusano i populisti, e coloro che lo appoggiano, di essere ignoranti, ma forse l’ignoranza alberga da tutt’altra parte, se è vero (come è vero) che non si riesce a cogliere la differenza tra populismo e nazionalismo… meglio: tra sovranismo e nazionalismo

Il primo ha una dimensione difensiva, il secondo espansiva.

Quest’ultimo (il nazionalismo) è un tentativo di prevaricazione di un’identità nazionale su altre.

Il nazionalismo esplose non a caso in piena modernità, proprio perché funzionale al progetto di abbattimento delle diversità territoriali. Insomma, s’imponeva il modello nazionale perché ad esso doveva corrispondere un preciso modello economico.

Il sovranismo, invece, ha un altro significato: difensivo e non espansivo. La difesa della propria autonomia per difendere (chiediamo scusa della ripetizione) la priorità della dimensione comunitaria su interessi economici, finanziari e di mercato.

Da qui il valore pienamente cristiano del sovranismo. Un valore che recupera la centralità del modello familiare. Come uno Stato che esautorasse la famiglia sarebbe moralmente inaccettabile, così sarebbe altrettanto moralmente inaccettabile un’economia che esautorasse lo Stato.

40 commenti:

Anonimo ha detto...

La Cancelliera aveva preparato in combutta con Macron il solito patto prefabbricato a danno dell’Italia sui migranti; Conte ha protestato – non ci sono abituati – e lei ha subito “accantonato” la bozza. Possiamo ammirare nei tedeschi una virtù che non li conoscevamo, un levantinismo da far vergognare qualunque venditore di tappeti falsi nel suk di Qwetta. Il tappeto era bucato? Niente male, lo ritiriamo, eccone un altro…

Ma ne verrà proposto un altro peggio. Il disprezzo e peggio con cui nelle capitali del Nord sono abituati a trattare l’Italia è palpabile e visibile ogni giorno di più, le navi di ONG battenti bandiere piratesche ormai fanno provocazioni come, che so, dei giovani teppisti olandesi ubriachi possono fare a un vecchio mendicante invalido; sicuri dell’impunità internazionale. La bozza di Merkel e Macron che essi ritenevano l’italiano avrebbe accettato, si riferiva ai “movimenti secondari”, ossia a scaricarci in Italia i migranti che sono arrivati in Germania ma sono stati registrati come primo approdo da noi. Serviva a rabbonire il ministro dell’interno Seehofer e a salvare la cancelliera dalla crisi di governo accontentando il “Salvini bavarese” che vuole appunto scaricarci i profughi. (M. Blondet)

Anonimo ha detto...

Saviano si rivolge alla classe dominante: questo governo non deve sopravvivere
Dal suo sontuoso attico di Nuova York si rivolge ai potentati stranieri
di Diego Fusaro

"This new Italian government cannot be allowed to survive". Ossia: non bisogna permettere che questo nuovo governo italiano sopravviva. Queste le accorate, struggenti e lacrimevoli parole, dense di noia patrizia e di schiumante rancura verso le plebaglie populiste, dell'araldo del turbomondialismo plusimmigrazionista Roberto Saviano. Che dal suo sontuoso attico di Nuova York si rivolge ai potentati stranieri, auspicando un rovesciamento del governo italiano. Non si rivolge al popolo italiano. No. Egli, da vero cosmopolita cool, si rivolge direttamente allo straniero, affinché dall'alto intervenga: e faccia trionfare la giustizia mondialista delle classi dominanti.

http://www.affaritaliani.it/blog/lampi-del-pensiero/saviano-si-rivolge-alla-classe-dominante-questo-governo-non-deve-sopravvivere-547063.html

Diego Fusaro (Torino 1983) insegna storia della filosofia presso lo IASSP di Milano (Istituto Alti Studi Strategici e Politici) ed è fondatore dell'associazione Interesse Nazionale (www.interessenazionale.net). Tra i suoi libri più fortunati, "Bentornato Marx!" (Bompiani 2009), "Il futuro è nostro" (Bompiani 2009), "Pensare altrimenti" (Einaudi 2017)

Anonimo ha detto...

Avrei una proposta per questo governo :
Rispolveriamo l'alzabandiera , l'inno nazionale , l' augusta parola Patria , la banda e ilconcerti della Domenica in ogni piazza ,...
distogliamo i giovani ( e i vecchi ) dalla spazzatura ...

Patrizia ha detto...

A Tagada' la conduttrice ha detto, seccata, che adesso (con Salvini) non si puo' piu' parlare di sbarchi serenamente...capito? Prima con Renzi invece affrontavamo gli sbarchi con estrema gioia e serenita'.
Oddio aiuto, ma perche' i comunisti sono cosi'....sssstrani???

Anonimo ha detto...

Immigrazione: rovesciamo la narrazione dominante

Roma, 21 giu – Dovrebbe essere ormai chiaro come il sole. L’obiettivo del capitalismo
globalizzato è terzomondizzare l’Europa, deportando masse di nuovi schiavi con cui abbassare i salari e generalizzare la miseria delle classi subalterne. Il turbomondialismo non vuole integrare i migranti, che anzi considera alla stregua di nuovi schiavi privi di dignità. Vuole, au contraire, rendere noi come i migranti: apolidi, sradicati, deterritorializzati e senza diritti. In una parola vuole generalizzare il profilo dell’homo migrans, apolide dell’esistenza. Ma, si sa, ogni neolingua che si rispetti chiama le cose con i nomi invertiti: pace la guerra, libertà la schiavitù e… immigrazione la deportazione neoimperialistica. Gli stolti araldi del progressismo acefalo senza coscienza infelice vogliono accogliere e integrare: senza curarsi del fatto che l’immigrazione di massa è un colpo di pistola in fronte alla classe lavoratrice (sia migrante sia stanziale), costretta a subire concorrenza al ribasso. E dire che basterebbe aver letto Carlo Marx per saperlo. Ma le sinistre, si sa, l’hanno abbandonato per la Boldrini e per Saviano, deliciae generis humani.
Navi private che salvano i migranti, dice il pensiero unico. Navi filantropiche, rassicura la neolingua. Si tratta, invece, di un sistema programmato di deportazioni di esseri umani, di sfruttamento dei medesimi, di scavalcamenti degli Stati sovrani, e di valorizzazione capitalistica del valore a beneficio della global class dominante finanziaria, apolide, sradicata e competitivista. Diciamolo apertamente e senza ambagi: occorre essere contro le cosiddette “associazioni non governative”. Senza se e senza ma. Dietro la filantropia con cui esse dichiarano di agire (diritti umani, democrazia, salvataggi delle vite, ecc.) si nasconde il nudo interesse privato del capitale transnazionale sorosiano. Le Ong, di fatto, richiedono dal basso e dalla “società civile” le “conquiste di civiltà”, i “diritti” e i “valori” che i poliorceti del mondialismo stabiliscono dall’alto. Tali conquiste, diritti e valori sono, di conseguenza, sempre e solo quelli della global class competitivista, ideologicamente contrabbandati come universali: abbattimento delle frontiere, rovesciamento degli Stati canaglia (ossia di tutti i governi non allineati con il nuovo ordine mondiale monopolare e americano-centrico), desovranizzazione, decostruzione dei pilastri dell’eticità borghese e proletaria (famiglia, sindacati, tutele del lavoro, ecc.). Se non analizzate secondo lo schema che l’egemonia dell’aristocrazia finanziaria impone, le Ong si rivelano come un potente mezzo per aggirare e scavalcare la sovranità degli Stati e per attuare punto per punto il disegno globalista della classe dominante in cerca del definitivo affrancamento dalla regolamentazione politica degli Stati sovrani nazionali come ultimi fortilizi delle democrazie. Le Ong stanno solo astrattamente dalla parte dell’umanità: in concreto, stanno dalla parte del capitale e dei suoi agenti, di cui tutelano l’interesse.
I salvati dell’Aquarius: Dio non rifiuta: così titolava, senza pudore, il Corriere della Sera pochi giorni addietro. Sarebbe d’uopo rammentare che lo stesso Dio invocato da questi pretoriani del pensiero unico nemmeno deporta esseri umani. L’immigrazione di massa – ci suggerisce il pensiero unico – è una cosa di sinistra, buona e a beneficio delle classi deboli: deportare masse di schiavi africani nelle italiche metropoli, abbassando i salari, intasando i servizi pubblici (che pubblici saranno ancora per poco) come gli ospedali, aumentando le fila già numerose dei descamisados, giova notoriamente agli operai di Mirafiori a Torino e ai precari di Napoli, ai disoccupati di Napoli e ai cassintegrati di Roma, mica ai Signori del turbocapitale, ai plutocrati del mondialismo e ai globalizzatori apolidi.

./.

Anonimo ha detto...

...segue
E poi, dulcis in fundo, v’è il bardo cosmopolita, che canta le virtù del plusimmigrazionismo glamour dal suo sontuoso attico di Nuova York, cinto da noia patrizia. Il suo messaggio è reclamizzato dai circuiti mediatici alla stregua delle saponette e dei deodoranti. Gloria e virtù della società dello spettacolo! Ma il bardo plusimmigrazionista non è una vox clamantis in deserto. Tutt’altro. “Devo dire, con realpolitik, ieri ho pensato, ho desiderato che morisse qualcuno sulla nave Aquarius. Ho detto: adesso, se muore un bambino, io voglio vedere che cosa succede per il nostro governo”. Parole di Edoardo Albinati, scrittore progressista che si posiziona saldamente dalla parte giusta: quella dei dominanti, quella del capitale. A leggere queste parole, mi viene irresistibilmente in mente quanto diceva sempre il mio compianto maestro Costanzo Preve: la nostra è la prima epoca della storia umana in cui gli intellettuali sono inferiori, e di gran lunga, alla gente comune. Essi sono il blocco per il vero superamento della contraddizione capitalistica, di cui sono strenui difensori. Ordunque, dopo anni di urla scomposte intonanti il macabro ritornello “più Europa!”, “più libero mercato!”, “più globalizzazione!”, è giunto il momento del nuovo grido glamour delle sinistre demofobiche al servigio del capitale: “più immigrazione! Più porti aperti! Più terzomondizzazione dell’Italia!”. La situazione è sempre più tragica e, insieme, sempre meno seria.
Diego Fusaro

60 minuti orsono ha detto...

https://it-it.facebook.com/MarcelloFoa/
��L’allarme é serio e angosciante. Il Parlamento europeo sta per limitare la libertà sul Web. Anche la tua. Solo Claudio Messora denuncia. Ascoltalo e fai come me: ribellati.
Facciamo sentire la voce della Rete. Diffondiamo!

https://www.youtube.com/watch?v=syae3upDnXg

Anonimo ha detto...

Omosessualismo e pederastia all'Eliseo: Macron promuove la decadenza della nostra civiltà. È questa la vera «lebbra» di cui lui parla ed è lui l'essere «vomitevole» da cui guardarci .

https://www.facebook.com/MagdiCristianoAllam/?ref=py_c

https://www.facebook.com/MagdiCristianoAllam/photos/pcb.1906567526067827/1906567426067837/?type=3&theater

Nerone redivivo ? ha detto...

Il Prof. Adriano Segatori è psichiatra-psicoterapeuta, membro della sezione scientifica “Psicologia Giuridica e Psichiatria Forense” dell’Accademia Italiana di Scienze Forensi

Dopo gli epiteti villani lui si giustifica (Macron ) " Non intendevo questo ", infatti lui non intendeva volontariamente questo ma il suo inconscio ha parlato per lui , lui crede a quello che ha detto e il rimorso non gli appartiene . Ha bisogno di essere accudito .
https://www.youtube.com/watch?v=_4qxmfse5EI

Valutazione del 1 mag 2017
Diagnosi : Disturbo ben integrato

Anonimo ha detto...


Chers amis italiens, ne vous faites pas de mauvais sang. Macron — l'Emmanuel d'Attali — ne sera jamais président de l'Europe. L'est-il seulement de la France ? Il le croit, quelques-uns autour de lui le croient, mais cela ne durera pas longtemps, n'en doutez pas. Souhaitons-lui de passer une longue, longue, longue retraite, avec sa vieille, à Trogneux-lès-Guibolles. Il aura tout le temps de promener son chien, les yeux fixés sur la frontière de l'Italie, ce beau pays où grouillent désormais les populistes lépreux….

Anonimo ha detto...

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1764508293605402&id=538433816212862

Anonimo ha detto...

Omosessualismo e pederastia all'Eliseo: Macron promuove la decadenza della nostra civiltà. È questa la vera «lebbra» di cui lui parla ed è lui l'essere «vomitevole» da cui guardarci

Cari amici, appena ho visto la fotografia che ritrae il Presidente francese Emmanuel Macron, 41anni, e la moglie Brigitte Trogneux, sua ex insegnante di 65 anni, attorniati da omosessuali travestiti in una sala dell'Eliseo, il Palazzo della Presidenza della Repubblica, ho pensato che si trattasse di un fotomontaggio. In cuor mio ho sperato che si trattasse di una falsità, più comunemente definita «fake news». Ma dopo aver visionato una decina di siti di informazione francesi che raccontano della «Festa della musica» che si è svolta ieri sera all'Eliseo, diffondendo le stesse fotografie, ho dovuto prendere atto che si tratta di una tragica realtà.
Lasciamo perdere la cosiddetta «musica elettronica» che per me è tutto fuorché musica. Personalmente sono rimasto fermo a Giuseppe Verdi e il massimo della trasgressione musicale arriva a Lucio Battisti. Tutto il resto mi provoca la tachicardia. Ma i gusti musicali vanno rispettati. Ciò che invece è assolutamente inaccettabile è che nel Palazzo simbolo dello Stato e delle istituzioni che sostanziano la civiltà francese, lo stesso Presidente della Repubblica abbia promosso un'esibizione di militanti dell'ideologia omosessualista e della pederastia. Kiddy Smile, un disc jockey o più semplicemente dj, professionista dell'intrattenimento che seleziona i brani musicali, si è esibito con una maglietta con sopra scritto «Figlio di immigrati, nero e pederasta». Nel vocabolario della lingua italiana la «pederastia» indica il rapporto sessuale di un adulto con un adolescente ed è sanzionata dalla legge. Non so che cosa «pederastia» significhi per i francesi ma di certo da ieri Macron l'ha sdoganata, consentendo che la si pubblicizzi all'interno del Palazzo presidenziale.
Cari amici, questa è la vera «lebbra», di cui parla Macron rivolgendosi in modo sprezzante ai «populisti» che avanzano in Europa, e lui è l'essere «vomitevole», come ha definito il comportamento del governo italiano nella vicenda della nave Aquarius con a bordo 629 cosiddetti «migranti». Ieri il Palazzo dell'Eliseo ha messo in scena lo spettacolo della decadenza della civiltà europea, all'insegna dello strapotere della grande finanza speculativa globalizzata di cui Macron è un illustre rappresentante, e della dittatura del relativismo che ha scardinato le fondamenta stesse della nostra umanità al punto che abbiamo perso la certezza di chi siamo sul piano delle nostre radici, fede, identità, valori, regole e leggi.
Magdi Cristiano Allam

Anonimo ha detto...


"Il nazionalismo funzionale all'abbattimento delle diversità territoriali", anche per ragioni economiche. Solo una mezza verità?

Va bene condannare il "nazionalismo" in quanto degenerazione del patriottismo. Mi sembra tuttavia che la frase sopra riportata tenda a semplificare alquanto.
Un patriottismo con accenti anche violenti di polemica "nazionalista" esisteva anche nel Medio Evo. Quando il papato si trasferì ad Avignone, sotto l'interessata protezione del Re di Francia, si scatenò una violenta polemica libellistica tra francesi ed italiani. I polemisti francesi, per giustificare il trasferimento della S. Sede in Francia, cosa che avrebbe dovuto essere per loro definitiva, accusavano gli italiani di ogni crimine e bruttura, con accenti chiaramente razzistici. Gli italiani replicarono. Si può dire che il nazionalismo culturale, con tutto il suo sciovinismo, cominci forse allora e non con la "misogallia" di un Alfieri.
"L'abbattimento delle diversità territoriali" voluto dal nazionalismo è presentato in modo a mio avviso astratto, avulso dal contesto storico. Sappiamo che questa è una delle tradizionali accuse rivolte al Risorgimento, ripresa oggi dai "tradizionalisti" di ogni tipo. Ma la prima fase del Risorgimento, conclusasi con la I guerra d'indipendenza, mirava soprattutto a liberare l'Italia dalle "preponderanze straniere", si batteva per la libertà dl'Italia contro lo straniero, il quale si avvantaggiava proprio delle nostre "diversità territoriali" per tenerci divisi e sottomessi. A parte Mazzini, tutto il resto mirava ad una federazione sotto la guida onoraria del Papa (neoguelfismo), che si fosse liberata dal dominio straniero. Si vide che la cosa non era possibile (perché l'Austria non voleva ed era troppo forte) e allora prevalse l'impostazione che vedeva la soluzione del problema italiano solo in uno Stato unitario, federale o accentrato che fosse, sotto la guida dell'unica monarchia capace di realizzarlo, quella piemontese.
La critica al "nazionalismo", come ideologia, andrebbe a mio avviso centrata meglio, senza dimenticare che per esempio la I g.m., della quale ricorre il centenario, più che per colpa dei nazionalismi, come sempre si dice, scoppiò per colpa degli scontri tra imperi, che utilizzarono questi nazionalismi; ben cinque gli imperi in lizza ed anzi sei se calcoliamo l'impero coloniale della Francia. La lotta tra di loro a tutto campo per il dominio mondiale ad un certo punto sfuggì di mano.
PP

Anonimo ha detto...

Danilo Toninelli: Ho ancora due messaggi sul caso della nave Ong Lifeline: uno per Malta e uno per l’equipaggio dell’imbarcazione.
Malta continua a voltarsi dall’altra parte e dice di non aver avuto richieste da Roma per aprire suoi porti alla Lifeline? Sappia che Roma, stavolta, non sta coordinando l’operazione. L'area di mare SAR (Search and Rescue) è maltese, come comunicatole da Frontex. Apra i porti e salvi le vite umane come ha fatto sempre e solo l’Italia.
Alla Lifeline invece dico semplicemente: siete in acque SAR maltesi, chiedete ufficialmente l’apertura del POS (Place of Safety) a Malta. Abbiate senso di responsabilità nei confronti delle vite umane che avete a bordo. Dopo, con la Guardia Costiera, affronteremo la questione del sequestro per avviare l'inchiesta di bandiera.

Silente ha detto...

Il discorso sul nazionalismo è terribilmente complesso. E' vero che, almeno in parte, è stato originato dalla Rivoluzione Francese e dal giacobinismo. Tutti gli esponenti della Controrivoluzione cattolica, da de Maistre a de Bonald, da Donoso Cortes a Monaldo Leopardi, da Capece Minutolo a il Principe di Canosa non furono nazionalisti nel senso odierno del termine. Amavano la loro patria, ma non fecero mai della Nazione un feticcio da adorare. Poi, a partire dalla Francia, con Boulanger e Maurras, il nazionalismo "si spostò a destra". E' anche da rilevare (pochi lo sanno) che il primo nazionalismo italiano era antifrancese (come al solito la Francia ci aveva giocato un brutto, sleale scherzo con la Tunisia, che doveva essere italiana), antibritannico e filo austriaco. D'altronde Nizza, la Savoia, la Corsica, Malta non erano meno italiane di Trento e Trieste (anzi queste ultime non è che poi anelassero così tanto a essere "redente"). Poi probabilmente intervennero i soldi della Massoneria, della Francia e i nazionalisti, con Corradini, cambiarono schieramento. E poi D'Annunzio, gli anticlericali, la massoneria che voleva la distruzione degli imperi, l'irredentismo farlocco di minoranze esaltate (a Trento e Trieste la stragrande maggioranza degli italiani erano fedeli sudditi dell'ottima amministrazione asburgica).
Certo, la mia è una ricostruzione un po' semplicista e le dinamiche furono un po' più complesse. Però la distinzione tra un nazionalismo presunto "cattivo" perché aggressivo e un patriottismo "buono" perché non aggressivo mi sembra un po' speciosa. E comunque oggi ben venga qualsiasi "ritorno" di un sano nazionalismo, Certo preferirei un'Europa una, cattolica e imperiale ma purtroppo...
Silente

Anonimo ha detto...


"L'Europa una cattolica e imperiale..."

La I gm vediamo fu provocata soprattutto dalle lotte tra imperi non dal nazionalismo dei piccoli Stati. Solo la Francia aveva un motivo nazionalista, l'Alsazia-Lorena. Erano lotte che si svolgevano sulle grandi direttrice geostrategiche intercontinentali. Decisiva fu la scoperta del petrolio in Mesopotamia poi Irak. La Germania imperiale era subentrata alla Russia zarista nella lotta contro l'impero britannico, entrata nel vivo dopo l'apertura di Suez e che si estendeva orizzontalmente dall'Egitto-area di Suez sino all'Afganistan, per coinvolgere poi la Mesopotamia. Vedi alleanza tra impero tedesco e impero turco per costruire la famosa ferrovia che, prolungando l'OrientExpress doveva giungere sino a Bagdad, giungere cioè verso le fonti di petrolio.
Gli imperi si scontrarono fatalmente nei Balcani, ove Russia e Austria-Ungheria vennero ai ferri corti, nel cominciare a dividersi le spoglie dell'impero ottomano (questione bosniaca), in decadenza da decenni. IL nazionalismo serbo era sfruttato dai russi per penetrare nei Balcani, fin verso l'Adriatico ma l'Austria vi si opponeva.
In tutte queste connessioni e sconnessioni, la massoneria c'entrava poco; caso mai, come elemento di raccordo, per così dire, per facilitare contatti, alleanze, finanziamenti etc.
L'impero,come idea, porta jella. Lo possiamo ben dire noi italiani, con la svolta "imperiale" del fascismo, inizio della nostra rovina.
La distinzione tra patriottismo e nazionalismo non mi pare affatto speciosa. Con patriottismo si intende in genere un attaccamento istintivo alla propria terra, alla propria patria, grande o piccola che sia. E'un concetto che non contiene nulla di ideologico. Il nazionalismo, nell'accezione odierna, indica in genere un patriottismo aggressivo, che tende a prevaricare nei confronti degli altri popoli. Comunque, si può usare l'uno al posto dell'altro, purché ci si intenda sul significato da dargli.
Il nazionalismo si raccorda all'idea democratica di "nazione" uscita dalla Riv. Fr. Ma un "nazionalismo" soprattutto culturale non esisteva già dal Medio Evo? Da noi la "nazione" era soprattutto culturale mentre p. e. in Francia era anche politica e militare, grazie all'opera unificatrice della monarchia medievale, che da noi non riuscì.
Le monarchie francese e spagnola-asburgica, che si affrontarono per dominare l'Italia nelle prima metà del 500 non erano già Stati-nazione, anche se non nel senso giacobino del termine?
Non sarebbe ora di mettere da parte "il mito asburgico"? Ammnistravano bene, e con questo? Tosavano anche bene. La missione storica dell'Austria era quella di costituire una barriera contro i Turchi e l'espansionismo russo e panslavista, non quella di invadere la pianura padana e tenere l'Italia divisa e sottomessa (Balbo).
Dal Trentino, nel 15-18, gli austriaci deportarono centomila trentini.
PP

Silente ha detto...

Mah caro professore, abbiamo già lealmente duellato in passato su questo tema e, pur con tutta la stima sincera che ho nei suoi confronti, rimango in disaccordo. Solo una domanda e un'aneddoto. Mi può dare qualche fonte sulla "deportazione" di centomila trentini? Non ne ho mai sentito parlare.
L'aneddoto: ero ragazzino e mia madre aveva un'amica già anziana, che viveva vicino a casa nostra a Milano ma veniva da Riva del Garda. Una signora colta, ben educata, discreta. Nel suo salotto (parliamo degli anni '70) un bellissimo ritratto del Kaiser Francesco Giuseppe e una bandiera asburgica.
Non vuole dire niente, storicamente, ma mi piace ricordarlo. Ah, a proposito, anche nel mio studio ho una bandiera asburgica, a fianco di quella della gloriosa Confederazione degli Stati Uniti. I sudisti, insomma.
Con stima, caro professore, un carissimo saluto.

Anonimo ha detto...

Secondo il numero uno dell'Eliseo, l'Italia "non sta vivendo una crisi migratoria come c'era fino all'anno scorso. Chi lo dice, dice una bugia". Sottolineando che gli sbarchi rispetto al 2017 sono calati dell'80%, il presidente francese ha osservato in Europa siamo di fronte "a una crisi politica" scaturita da "estremisti che giocano sulle paure. Ma non bisogna cedere nulla allo spirito di manipolazione o ipersemplificazione della nostra epoca".
http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/migranti-macron-sbarco-avvenga-nel-porto-piu-vicino-_3147798-201802a.shtml

Il padrone di tutto il cucuzzaro ordina !
Ma per favore torni sul cavalluccio delle giostre .

Anonimo ha detto...

Mais l'Élysée, c'est la résidence des héros et des hommes vertueux, loin, très loin, au-dessus du "servum pecus", le peuple servile que nous sommes, nous autres pauvres humains qui ne mangeons pas dans de la vaisselle de Sèvres à 400 euros l’assiette (dernier caprice de Macron-Jupiter et de sa vieille moitié : une commande de 500 000 euros pour donner à manger, paraît-il, aux demandeurs d’asile échappés d'Italie)…

Et après l'Élysée, il y a le Panthéon, et même le Parthénon… Si entre tant… Ah ! parfois on se sent l’âme de Chateaubriand, et on se prend à répéter après lui : « Levez-vous vite, orages désirés qui devez emporter [Emmanuel] dans les espaces d'une autre vie ! »

Oui, vite, débarrassez-nous de tout ce décor de carton-pâte et de ces deux médiocres figurants.

irina ha detto...

Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron (Amiens, 21 dicembre 1977)

"...Studiò presso il Lycée de la Providence di Amiens, gestito dai Gesuiti[1]..." Wikipedia

Anonimo ha detto...


http://tv.liberoquotidiano.it/video/esteri/13353129/emanuelle-macron-festa-della-musica-eliseo-ballerini-gay-trasgressione.html


http://www.lepoint.fr/musique/fete-de-la-musique-la-photo-du-couple-macron-qui-detonne-22-06-2018-2229782_38.php

Anonimo ha detto...


# Silente
"Mi può dare qualche informazione sulla deportazione di 100.000 trentini?"

La cifra tonda l'ho letta da qualche parte in questi anni anche se adesso non riesco a ritrovare la fonte precisa nei miei appunti.
La cifra è comunque attendibile. Mi baso su questa fonte principale: Piero Craveri, De Gasperi, il Mulino, 2006, pp. 656, cap. II: La guerra e il dramma del Trentino (pp. 43-55).
Quarantamila trentini erano stati richiamati sotto le armi e mandati sul fronte russo. Normale. Ivi il fratello di De Gasperi, Augusto, si meritò una medaglia combattendo a Gorlice, il 2.5.1915. DG era per la neutralità dell'Italia ovviamente e si batteva, sostenuto dal vescovo di Trento, per difendere l'italianità del Trentino, minacciata già prima della guerra dai pangermanisti, che volevano un Tirolo "unito e indissolubile dal Brennero alle Chiuse di Verona".
Con l'entrata in guerra dell'Italia,
"prendeva intanto forma in tutta la sua crudezza il dramma del Trentino. Le autorità militari avevano assunto anche i poteri civili. Arresti, requisizioni, confische di beni,deportazioni di massa vennero messe in opera. I treni che portavano truppe ed equipaggiamenti in Trentino, ritornavano carichi di profughi [di trentini], a decine di migliaia, uomini, donne, vecchi, bambini. Gli uomini con più di 14 anni venivano arruolati o mandati a lavorare a ridosso del fronte russo, in Polonia e in Galizia. Erano malvisti nell'esercito austriaco, anche per la diffusa scarsa partecipazione alla causa della guerra [...] Le famiglie venivano internate nei campi di concentramento in Boemia, Moravia, Austria, Ungheria, mentre ben 35.000 riuscirono a fuggire in Italia".
De Gasperi, che era deputato al Parlamento di Vienna, chiuso per la guerra, si spese comunque (assieme ad altri) nell'assistenza ai deportati ed internati, oltre che per i rimasti in patria. Egli affermò, nel maggio del 1918, che le autorità austriache stavano procedendo "al nostro sterminio civile" (op. cit., p. 50).
Tutta la laboriosa società trentina fu colpita in modo massiccio, dispersa nei "campi di concentrazione". In molti casi furono anche divise le famiglie (p. 51).
DG, che era fedele all'impero e non era certo "irredentista" come un Cesare Battisti, ad un certo punto cominciò ad augurarsi la vittoria dell'Italia perché ebbe la netta sensazione che una vittoria degli Imperi centrali poteva esser fatale al Trentino italiano (con la guerra, il pangermanismo aveva ripreso fiato), ivi, p. 51.
(Tutta la politica austriaca, dopo il 1866 fu volta contro l'elemento italiano a favore di tedeschi e slavi. M. Toscano pubblicò nel 1967 il verbale della riunione del Consiglio della corona del 12.11. 1866 nella quale Francesco Giuseppe ordinava di mettere in atto "misure contro l'elemento italiano in alcune regioni della Corona").
Anch'io credevo che in Trentino L'AU si fosse limitata a internare o deportare gli "irredentisti". Penso che questa documentazione possa bastare.
Buona Domenica. PP

Anonimo ha detto...

...Il che per me, che non voterei progressista manco sotto tortura, va benissimo, ci mancherebbe. Dato però che anche a sinistra ci sono persone in gamba ed intelligenti, mi rivolgo a loro con un consiglio non richiesto ma sincero: lasciate perdere la solfa dell’antirazzismo. Basta. Emancipatevi dalla retorica del vittimismo. Abbandonate il verbo mondialista e tornate ad occuparvi degli italiani, senza la pretesa di riconoscerne di «nuovi» per riconquistare artificiosamente l’elettorato perduto. Lasciate insomma da parte l’agenda di Soros, e risalite di corsa sul trattore di Peppone. Fatelo al più presto, altrimenti vi conviene davvero cercarvi un attico a New York come Saviano, che ormai se ne intende.
Giuliano Guzzo

Anonimo ha detto...

L'Italia non ha mai "ordinato" 600 individui .
I componenti dell'Europa non erano 28 o sono rimasti in 3 + la serva ( Italia) ?

Anche la Spagna va all'attacco : "Italia egoista e anti-europea"
http://www.ilgiornale.it/news/politica/anche-spagna-ora-offende-italia-egoismo-nazionale-1544259.html

http://www.ilgiornale.it/news/politica/eichmann-schifo-scontro-colombo-salvini-1544381.html
Caro Salvini , secondo me sbaglia a mettersi al loro livello .
Non e' il caso , ora lei e' ministro della Repubblica .
E come diceva mia madre in questi casi : " Chi ha piu' giudizio lo usi " !
Per favore fateglielo sapere . Grazie

Anonimo ha detto...

Il tassello che ci mancava: "le ONG sono coinvolte nel microcredito in Africa."
Le ONG rappresentano una propaggine mascherata del potere vero, quello della finanza.
Il business del microcredito ai poveri del mondo e le sue conseguenze:

https://twitter.com/martinacarletti/status/1010808497469116416

Rr ha detto...

Aggiungo, per Silente, i deportati italiani della Venezia Giulia e Dalmazia, sempre della Grande Guerra, rinchiusi in “villaggi di concentramento” (certo migliori dei campi di concentramento tedesco ed infinitamente migliori di quelli sovietici, ma pur sempre campi di internamento).
Non ricordo il numero dei deportati, ne’ il tasso di morbidita’ e mortalità in quei campi (come in ogni campo di prigionia questi tassi sono nettamente superiori a quelli in una popolazione libera), e non erano certo 4 gatti irredentisti, ma intere famiglie ed interi villaggi. Ci sono notizie e foto in Internet, basta cercarle. Non fu affatto una villeggiatura, molti, specie bambini e vecchi, non tornarono.
E sempre riguardo la Venezia giulia e la Dalmazia l’Austria attuò per decenni una politica filoslava, ottenendo tra l’altro la nomina a vescovi e cardinali di prelati slavi e non italiani anche per città in cui l’‘elemento etnico italiano era predominante, come Trieste, Pola, Fiume, Zara.... Alti prelati che a loro volta sceglievano parroci slavi che, al momento buono, alteravano, quando non distruggevano, archivi interi di atti di nascita e battesimo e di matrimonio per dimostrare che, invece, l’etnia slava era predominante.
L’ultimo censimento austriaco del 1913, per quanto riguarda quelle terre, è, sec. almeno alcuni studiosi, da prendersi “cum grano salis” proprio per questo: Vienna aveva tutto l’interesse ad amplificare l’elemento slavo e diminuire quello italiano.
Ed infatti in quella guerra furono i Serbi a combattere contro Vienna, non certo “i fedeli sudditi” sloveni e croati, se non a guerra ormai
pressoché finita. Ed i Serbi, a tutt’oggi, questo non se lo sono dimenticato.





Anonimo ha detto...

Per Emmanuel Macron i migranti possono sbarcare ovunque tranne che nei porti francesi.
p.s. ci sono dei problemini di onnipotenza

mic ha detto...

https://www.silenziefalsita.it/2018/06/24/migranti-il-ministro-degli-esteri-moavero-lue-rischia-la-fine/

Nuovo paradigma di risuoluzione dei problemi della migrazione.
La proposta italiana al mini-vertice di Bruxelles sui migranti si basa su «6 premesse e 10 obiettivi ed è mirata a proporre una puntuale politica di gestione dei flussi migratori efficace e sostenibile». Così il premier italiano Giuseppe Conte nel corso del punto stampa che precede il vertice informale europeo. «La proposta italiana mira a superare completamente il regolamento di Dublino perché crediamo sia basato su una logica emergenziale mentre noi vogliamo affrontare il problema in modo strutturale», ha aggiunto, sottolineando come si debba «superare completamente regolamento di Dublino».

Anonimo ha detto...


Ancora sulle deportazioni nella Grande Guerra, per saperne di più

Non per alimentare polemiche ma per avere una visione più completa di un fenomeno finora
poco noto, riporto una pagina dal libro: Antonio Ferrara Niccolò Pianciolla, "L'età delle migrazioni forzate. Esodi e deportazioni in Europa, 1853-1953", il Mulino, 2012, p. 133:

"Al tempo stesso, soprattutto nei primi mesi del conflitto, le autorità asburghiche perseguitarono i propri cittadini appartenenti a nazionalità collegabili con stati nemici, come la Serbia, l'Impero zarista e più tardi l'Italia. In Bosnia le autorità militari asburgiche trattarono come "sospetta"la popolazione serba, internando migliaia di persone e lasciando campo libero ai metodi brutali degli Schtuzkorps, una milizia reclutata per l'occasione tra musulmani e croati. Dal canto loro, le truppe serbe che riuscirono ad attraversare il confine compirono uccisioni di musulmani, per esempio nell'area di Foca. Anche gli italofoni del Trentino furono, dopo il 1915, considerati "inaffidabili"; alcune centinaia di essi, principalmente di convinzioni irredentiste, vennero rinchiusi nel campo di concentramento di Katzenau. (Più tardi l'esercito italiano avrebbe adottato misure analoghe a danno degli "austriacanti"e deportato migliaia di sloveni dall'area compresa tra Gorizia e Gradisca tra il 1915 e il 1917). [...]
SEcondo Stibbe [studioso anglosassone-2008] furono in tutto 12mila i civili italofoni - originari di Trentino, Tirolo, Istria, Dalmazia e Trieste - internati dopo il maggio 1915, e 16 mila quelli deportati dai territori italiani dopo lo sfondamento a Caporetto nell'ott. 1917; oltre 42mila furono invece i cittadini italiani (cosiddetti "regnicoli") espulsi dall'Impero asburgico in Italia attraverso la Svizzera".
Appaiono qui diverse categorie: gli "irredentisti" internati, in quanto potenziale quinta colonna (provvedimento adottato anche dagli italiani contro gli "austriacanti", nella zona del fronte); gli irredentisti trentini sembrerebbero ricompresi tra i 12mila internati, possibilmente tutti sospetti di irredentismo; i 16 mila civili deportati dal Friuli dopo Caporetto; i ben 42mila italiani espulsi da tutto l'impero, dopo l'inizio della guerra, attraverso la Svizzera. Doveva trattarsi di italiani (cittadini stranieri) che risiedevano e lavoravano nell'impero. Ce n'erano parecchi anche in Germania e come andò a finire? E i tedeschi e austriaci in Italia, furono internati o espulsi?
Le decine di migliaia di trentini deportati (vedi sopra) non sembrano ricompresi in questo elenco. INfatti, non erano poche migliaia e non furono espulsi dall'impero ma deportati/internati nel suo interno; erano cittadini dell'impero, non italiani ("regnicoli").
PP

Perepe' perepe' Arrivano i nostri ... ha detto...

Fazio critica Salvini: "Non ci possiamo abituare a quello che sta accadendo"
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/fazio-critica-salvini-non-ci-possiamo-abituare-che-sta-1544448.html

blog di Grigoriou Panagiotis ha detto...

Quaderno di un etnologo in Grecia
Un'analisi sociale quotidiana della crisi greca
http://www.greekcrisis.fr/2018/06/Fr0677.html?spref=tw

Elle ha detto...

lunedì 7 settembre 2015
#pirreviù7: Colombo vs. Majone (ovvero: Ungheria vs. UE)
http://goofynomics.blogspot.com/2015/09/pirreviu7-colombo-vs-majone-ovvero.html

Parlando delle ultime esternazioni di Colombo mi e' capitato di incappare in questo pezzo del Prof. Bagnai , da schiantare dalle risate ( perche' e' anche dotato di sottile umorismo).

chiuso per fallimento" ha detto...

L’attacco frontale di Macron all’Italia («Non esiste alcuna crisi migratoria, se non accolgono chi sbarca vanno puniti») porta lo scontro a un livello superiore. È la delegittimazione degli sforzi di un Paese lasciato da solo a svuotare il mare per raccogliere i disperati che nessuno vuole. È l’immorale senso di superiorità con cui per secoli gli Imperi hanno vilipeso le loro colonie. Il problema è che il tempo delle colonie francesi - chiedere agli algerini torturati, o all’Indocina - per fortuna è finito. E comunque l’Italia, nonostante Vivendi, Louis Vuitton e le varie scorribande finanziarie, ha felicemente superato da un paio di secoli la Repubblica Cisalpina.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/pulsante-europeo-dellautodistruzione-1544504.html

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/ricordiamo-furono-i-francesi-ad-uccidere-enrico-mattei/
Tante piccole tessere come in un mosaico .

Anonimo ha detto...

A proposito di deportati, o di gente cacciata via a calci in culo da varie parti ci sarebbe anche la storia degli italiani in Somalia, finita ben prima della fine della WW2, in mano ai 'protettivi' protettorati britannici, ci si è dimenticati di quando i cari british sparavano sui civili italiani, famosa la strage della cattedrale di Mogadiscio dove furono massacrati a mitragliate più di 100 italiani che uscivano dalla messa domenicale, ci sono ancora copertine illustrate della celeberrima Domenica del corriere che attestano, uno dei fratelli di mia madre cmq era riuscito a restare anche dopo, mettendo su un'azienda di autotrasporti che lavorava anche con inglesi ed americani, ma con la crisi di Suez tutto cambiò e in men che non si dica mio zio si trovò arrestato, portato in aeroporto con biglietto solo andata per l' Italia e con tutti i beni confiscati, manco una valigia e parlo della seconda metà anni '50, non delle guerre coloniali e amerei ricordare all'amabile dibiancovestito che i nostri migranti erano trattati tutt'altro che umanamente in qualunque posto andassero o forse non sa, o non ricorda, o non l'ha letto, dei cartelli in tedesco Verboten fur pfunden und italienisch ben affissi sulle vetrine di ogni negozio, sono solo 40 anni fa circa, ma la memoria si sa, nei vecchi va e viene.........ma quando fa comodo ritorna. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

..E quelli erano veramente "migranti"
e non " migrantati da altri ".

Anonimo ha detto...

L'Ue non sa che fare con gli immigrati? Segua l'Australia
24-06-2018

L’Europa cerca soluzioni e risposte alla crisi determinata dai flussi di migranti illegali e dalla svolta dell’Italia, non più disposta a continuare a essere il ricettacolo dell’immigrazione clandestina. Eppure un modello di riferimento e di provato successo esiste ed è solo da imitare: l'Australia con la sua politica dei respingimenti.
http://www.lanuovabq.it/it/lue-non-sa-che-fare-con-gli-immigrati-segua-laustralia

Anonimo ha detto...

" La vera opera umanitaria, oggi, sarebbe aiutare i siriani a tornare in patria, non a lasciarla."
http://www.occhidellaguerra.it/migranti-siria-europa/

Anonimo ha detto...


Noi italiani ci hanno cacciato tutti, alla fine della guerra, e ora
l'oligarchia transnazionale vorrebbe che sparissimo sotto
l'invasione afro-musulmana

- I francesi, perdurando ancora la II gm, espulsero tutti gli italiani che risiedevano in Corsica, dando loro 15 giorni di tempo per vendere i loro beni. Cacciarono anche la folta comunità italiana di Tunisia. Confische, internamenti ed espulsioni colpirono tutti gli italiani, compresi gli antifascisti.
- I circa 10.000 italiani di Rodi e del Dodecaneso (che era possesso e non colonia) furono cacciati dai greci, alla fine della II gm. Erano una comunità laboriosa, che viveva in buoni rapporti con i greci e le minoranze turca ed ebraica. Non ci furono decreti formali di espulsionie ma le autorità greche, installate dagli inglesi e aizzate dal clero "ortodosso", li ridussero in miseria e resero loro la vita difficile, facendo in modo che se ne andassero. La maggioranza di loro fu rimpatriata nel settembre del 1947 con alcuni mercantili, mandati finalmente dal governo italiano. Restarono in pochissimi, spesso sposati con donne greche. Il Trattato di Pace del febbraio 1947 ci obbligava a "restituire" il Dodecaneso ai greci: un falso storico, dal momento che quelle isole erano politicamente separate dalla Grecia da secoli e possesso turco da cinque secoli. Noi le avevamo prese ai turchi nel 1911, quando togliemmo loro la Libia, accolti con gioia dalla popolazione greca del tempo.
--Sono anche troppo note le vicende dell'esodo delle centinaia di migliaia di italiani dalla Dalmazia e dall'Istria, sotto la pressione delle intimidazioni, delle violenze e delle uccisioni organizzate dal partito comunista jugoslavo.
-- Francesi, inglesi e americani volevano, dopo la II gm, dare l'Alto Adige all'Austria, nonostante il plebiscitario appoggio di quella nazione a Hitler; non vi riuscirono per l'opposizione di Stalin, che volle così punire l'anticomunismo della dirigenza austriaca del tempo. Altrimenti, avremmo quasi sicuramente assistito ad un altro esodo di italiani.
--Dall'ex Africa Orientale Italiana, la gran parte dei civili furono fatti rimpatriare dagli inglesi, d'accordo con noi, già durante la guerra, con le famose "Navi Bianche", tre viaggi nel 1941-43.
Gli inglesi coltivavano il sogno (presto abbandonato) di una Grande Somalia (unificazione di Somalia britannica, ex Somalia it., Eritrea, colonia creata dagli ital.) che di fatto riproponeva prospettive mussoliniane per il Corno d'Africa, con l'Etiopia (liberata da loro) come Stato satellite. Sembra che il Negus Hailé Selassié non fosse contento, voleva che restassimo per mantenere e far funzionare l'imponente apparato di strutture civili creato dal fascismo nel suo Paese (apparato che gli inglesi avevano comunque scientificamente saccheggiato, come bottino di guerra).
-- I rimpatri forzati dalle nostre ex-colonie ma anche da paesi come l'Egitto (al tempo di Nasser) sono anche troppo noti.
Speriamo che Salvini e il governo tengano duro, a ben vedere, anche nell'interesse degli sventurati africani, vittime di quest'assurdo mito di un eldorado italiano che non esiste,destinati invece nel Bel Paese allo sfruttamento più bieco o al parassitismo più degradante.
PP
PP

Non perdiamo la fiducia.. ha detto...

Speriamo che il governo gialloverde lo faccia subito , ora , primma e mo' , un decreto legge anti Soros pe ce salva' .
Primma 'e mo' ! Ne ha fatti tanti quello che c'era prima , non ne puo' emettere uno il nuovo governo ? Il primo della serie ?

https://lacrunadellago.net/2018/06/21/lungheria-approva-la-legge-anti-soros/

https://twitter.com/francescatotolo