Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 6 luglio 2017

Azione non dialogo

Editoriale di "Radicati nella fede" - Anno X n° 7 - Luglio 2017

Tutta la Rivoluzione, scoppiata in questi decenni in casa cattolica, è avvenuta in nome del dialogo.
La nuova chiesa si è concepita in contrapposizione alla Chiesa del passato proprio in nome del dialogo: ti dicono che la Chiesa prima del Concilio era una chiesa in difesa, mentre ora la Chiesa ha capito che bisogna aprirsi, aprirsi in un dialogo continuo con il mondo.

In nome di questo dialogo hanno anche preteso il cambiamento della Messa: la Messa di prima, nella sua sacralità, sarebbe la Messa di una Cristianità in “difensiva”, preoccupata di distinguersi dal mondo; la nuova messa sarebbe, invece, la messa di un cristianesimo in “dialogo”, lievito nascosto nella pasta del mondo.

Ciò che occorre capire è che hanno cambiato la messa per cambiare il cristianesimo, questo è il punto!

Avevano già deciso, in tanti e da tempo, di far fare un “balzo in avanti” alla Chiesa cattolica, di renderla più duttile al mondo, ma con la Messa di sempre questa operazione non si sarebbe potuta realizzare compiutamente. La Messa di sempre sarebbe stata l'antidoto contro questa poderosa falsificazione della Chiesa romana in senso liberal-protestante. Allora hanno organizzato l'abbattimento del bastione: una messa nuova per una nuova stagione della Chiesa di Roma.

Occorre proprio capire questo, perché la reazione sia proporzionata e ordinata: non si può pensare ad un risanamento della Chiesa senza prima operare un rifiuto della riforma liturgica conciliare in blocco.

Occorre decidere per la messa della cristianità, contro la messa del dialogo.

Cos'è la messa del dialogo? È la messa dove prevale la parola sull'azione.

Per fare un cristianesimo in dialogo continuo con tutto e con tutti... in dialogo soprattutto con il mondo moderno, dove tutto è opinione e mai certezza perché per la modernità la verità non esiste... hanno reso la messa un continuo colloquio, un parlare-parlare estenuante, un tradurre-tradurre frenetico; un botta e risposta incessante tra prete e fedeli.

Una messa così fa un cristianesimo che è parola, che è discorso, ma che non è azione! Ma che se ne fa un uomo, dentro l'azione drammatica della vita, di un cristianesimo ridotto a discorso?
Sta proprio qui l'esito tragico della nuova chiesa ammodernata nel dialogo: l'insignificanza per il mondo. La chiesa si è trasformata in dialogo con il mondo, ma gli uomini, dentro l'azione drammatica della vita, hanno abbandonato una chiesa che non è azione ma discorso.

Al centro del Cristianesimo, al cuore del Vangelo, invece, non c'è un discorso, ma un'azione: l'azione di Gesù Cristo che salva gli uomini con il sacrificio della Croce. Dio diventa uomo, muore per noi, paga il prezzo dei nostri peccati, perché siamo salvi. I discorsi di Gesù, i suoi miracoli, sono una preparazione all'azione per eccellenza: la nostra redenzione operata al Calvario.

Incarnazione-Passione e Morte: ecco l'azione.

Ed ecco perché la Messa di sempre, quella della Tradizione, è Azione e non discorso.

Certo, c'è la Parola di Dio, l'Epistola e il Vangelo, ma non prevalgono sul centro della messa, che è il Canone, dove avviene l'Azione, cioè il Sacrificio. Questo è il cuore della messa, e in questo cuore tutto diventa silenzioso: il prete pronuncia sottovoce le parole che fanno l'azione, perché sia evidente che di azione si tratta e non di dialogo.

Così, con la messa di sempre si evita la più grande falsificazione del cristianesimo operata nella storia: l'annullamento dell'azione divina in parola-discorso umano. Per questo possiamo dire che la Messa della Tradizione custodisce il cuore del cristianesimo autentico.

Ma c'è qualcosa di più, pensiamo di poterlo dire: la Messa vera corrisponde alla verità della vita.

La vita, azione drammatica perché è in gioco la libertà dell'uomo dentro la lotta tra il bene e il male, tra Dio e il mondo, tra la Luce e le tenebre, ha bisogno di un'azione che salva e non innanzitutto di un discorso che spiega.

Per questo il mondo, anche quello moderno, ha bisogno della Messa della Tradizione, dove l'azione prevale potentemente sul discorso.

L'uomo di tutti i tempi, impegnato nella lotta della vita, ha bisogno dell'azione di Dio e non di una mera spiegazione.

La Chiesa del dialogo, che vuole con una spicciola psicologia religiosa illuminare qualcosa della vita degli uomini, è una chiesa inconcludente, manca di azione; non può fare un mondo nuovo perché ha annegato l'azione di Cristo nelle sue interpretazioni.

Ed è per questo che il mondo si è già stancato di lei.

5 commenti:

Ale ha detto...

E' esilarante sentir parlare di "nuova chiesa" da chi riconoscere essere la vera Chiesa la stessa che appella "nuova chiesa"! Quindi fate pure voi parte di questa nuova "chiesa" alla quale, pur disobbedendo sistematicamente, volete appartenere a tutti i costi?
In poche parole: le vostre accuse nei confronti della "nuova" chiesa, che riconoscete tuttavia essere la vera Chiesa, sono ridicole e assurde mentre se la chiesa, che voi riconoscete come vera ma anche "nuova", dovesse accusar voi di essere una "nuova chiesa"(quindi eretici, apostati e scismatici)lo farebbe a ragione!
Più che radicati nella fede, a me sembrate solo incastrati nel proverbiale cul de sac!

mic ha detto...

Non esiste né può esistere una "nuova Chiesa". All'interno della Chiesa esistono delle novità non accettabili, propugnate da una certa gerarchia, che non condividiamo. Punto.
Dire sbrigativamente "nuova chiesa" per noi significa questo e non altro.

marius ha detto...

@Ale

concordo con Mic.
Noi apparteniamo alla "Chiesa di sempre", che è il Corpo Mistico di Cristo.
Non esiste altra chiesa che possa essere definita autentica.
Nell'unica vera Chiesa vige il principio inderogabile "Ubi Petrus ibi Ecclesia".
Se poi chi detiene la cattedra di Pietro sta tradendo la sua divina missione dovrà vedersela non con noi ma con l'Onnipotente.
A noi laici invece compete di rimanere fedeli a NSGC malgrado il suo tradimento, proclamando la verità anche contro i suoi falsi intendimenti, cioè disobbedendo a ciò che non è da Dio, ma che è da Simone.
Ciò ha un illustrissimo precedente, allorché Paolo resistette in faccia a Pietro.

Nuova chiesa è un appellativo un po' sbrigativo e con ciò passibile di fraintendimenti ontologicamente parlando, indicante la chiesa postconciliare impersonata dall'attuale gerarchia, la quale ha un modo liberale modernista naturalistico di intendere la Chiesa.

Anonimo ha detto...

"Radicati nella Fede" ha sempre espresso in modo chiaro l'unicità della Chiesa. Sono coloro che si contrappongono al passato della Chiesa a ipotizzare una nuova chiesa. Ne fanno fede tutti i bollettini di dieci anni. Come esempio uno tra tutti: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1360_RnF_Che_cosa_mai_possiedi.html

Anonimo ha detto...

Per Ale!

con nuova chiesa si intende quei pastori e fedeli che non aderiscono più al deposito della fede di sempre,di quella virtù cioè soprannaturale per la quale crediamo quanto NS Gesù Cristo ha rivelato della vita intima di Dio e dei mezzi necessari per averne parte!
con nuova chiesa si intende quella parte che come i tralci separati dalla vite,si è staccata dalla fonte della verità e della vita,quelle scialuppe arenate e fracassate di cui parla la grande visione delle due colonne di San Giovanni Bosco!
tu, caro mio, cadi in uno sforzo dialettico partorito dalla stitichezza del tuo pensiero,in un linguaggio quasi pretesco nascosto dall anonimato...sbaglio?
è evidente che ci sia una nuova chiesa,con una nuova fede,una nuova liturgia...una specie di mutazione genetica. Il problema è che la Chiesa è per sua natura di divina costituzione,vive in Cielo,in purgatorio ed in terra. La cosiddetta nuova chiesa non è niente meno che,se paragonata al totale,la cspocchia di uno spillo che ha voluto staccarsi da Cristo.
i pastori mai come oggi hanno completamente perduto l ansia di annunciare Cristo...hanno perduto quel tratto arcano nella parola e nell esempio che rendeva credibile l annuncio della fede soprannaturale. Questa è la nuova chiesa...la triste compagine dei Lazzaroni,che non ha nulla a che vedere con la Chiesa di Cristo,capo ed eterno pontefice.
caro fratello,applica alla tua ecclesiologia le lenti della fede soprannaturale e non quelle del natutalismo. La fede non è dialettica!
Stefano