Riceve inutilmente la grazia di Dio chi non vive secondo la grazia che gli è stata data; riceve inutilmente la grazia di Dio anche chi crede di aver ricevuto per suo merito quella grazia che invece gli è stata elargita gratuitamente; la riceve inutilmente anche colui che, dopo la confessione dei suoi peccati, si rifiuta di farne la penitenza «nel momento favorevole, nel giorno della salvezza» (cf. 2 Cor 6, 2). Ecco dunque ora il tempo favorevole, ecco il giorno della salvezza, che ci è dato appunto perché conquistiamo questa salvezza (sant’Antonio di Padova, Sermone per la I Domenica di Quaresima, 20).
La fede cristiana è ricca di paradossi (indizio, questo, del fatto che non è frutto di elaborazione umana, ma di una rivelazione divina: non si inventa una dottrina paradossale). Uno dei più alti è proprio quello riguardante il rapporto tra la grazia di Dio e la libertà dell’uomo: come ci ricorda sant’Antonio, uno dei maggiori predicatori cattolici di tutti i tempi, da un lato la grazia – come dice il termine stesso – ci è concessa gratuitamente, dall’altro la salvezza va conquistata con l’impegno personale di penitenza e di lotta contro il peccato. Il delicato equilibrio tra queste due forze, che caratterizza il mistero del loro rapporto, è stato più volte infranto per uno sbilanciamento in un senso o nell’altro, cosa che ha dato origine a diverse eresie. Le più famose sono quella pelagiana, quella luterana e quella giansenista, che hanno causato alla Chiesa danni molto gravi e duraturi.
La prima va ricondotta alla dottrina del monaco irlandese Pelagio, che la diffuse a Roma all’inizio del V secolo. Lo spiccato ottimismo della sua visione antropologica e la propensione all’ascesi legata alla sua vocazione lo avevano convinto che l’uomo fosse in grado di scegliere il bene da sé e che la grazia non costituisse altro che un aiuto divino all’azione umana. Sant’Agostino, invece, sapeva bene, sia per esperienza personale, sia per la lettura di san Paolo, quanto fossero pesanti le catene del peccato e profondi i suoi effetti sul libero arbitrio del peccatore, che ha bisogno di essere prevenuto dalla grazia anche solo per orientarsi nuovamente verso Dio confidando nella Sua misericordia. Da un’interpretazione distorta dei suoi scritti e delle lettere paoline, più di un millennio dopo, Lutero concluderà erroneamente che la grazia, intesa nominalisticamente come mero favore divino che non imputa più all’uomo i suoi peccati, è l’unica forza in gioco, che esclude necessariamente qualsiasi concorso umano nel processo della giustificazione.
L’efficacia della sola gratia richiedeva così, per essere fruita, un’accoglienza puramente passiva tramite la sola fides, con l’esclusione totale di qualunque opera da parte dell’uomo e con una concentrazione unilaterale sull’azione del solus Christus. Il libero arbitrio, di conseguenza, doveva essere negato e ogni forma di collaborazione umana respinta come orgogliosa quanto impossibile pretesa. È un tipico esempio di petitio principii: dopo aver stabilito arbitrariamente un principio, si nega tutto ciò che lo contraddice; ma non è affatto sicuro che quel principio sia vero e che lo si debba necessariamente accettare. Lungo questa strada, ad ogni modo, Lutero finisce in una stridente contraddizione: poiché la fede non è per lui una virtù infusa, cioè un dono soprannaturale a cui l’uomo liberamente acconsente, ma un mero autoconvincimento volontaristico in virtù del quale l’uomo si sforza di credere, il dubbio radicale e permanente che inevitabilmente scaturisce da questa concezione spinge il protestante a cercare una conferma della propria fede nelle opere.
Le opere diventano così il criterio decisivo per valutare la fede; ma quelle opere non possono essere frutto della grazia soprannaturale che agisce nell’uomo con la sua collaborazione: la possibilità stessa di tale cooperazione è stata recisamente esclusa e la grazia è concepita come semplice favore esterno, anziché come forza comunicata da Dio che influisce sull’uomo dall’interno. Dato che alla grazia è stato tolto ogni supporto su cui innestarsi ed essa non può inserirsi nel dinamismo dell’agire umano, le azioni della creatura sono risultato unicamente delle sue forze naturali, ma sono sempre azioni di un peccatore che non è stato interiormente trasformato dalla grazia. Eppure egli può reclamare la salvezza in forza dei suoi sforzi di credere e di essere buono, come dimostra il testo di un corale luterano: «Signore Dio, ora apri il Paradiso. Il mio tempo volge alla fine, ho completato il mio cammino, di cui l’anima mia molto si rallegra: ho sofferto abbastanza, ho combattuto fino alla fine, concedimi il riposo eterno. […] Signore, come mi hai comandato, con vera fede ho accolto tra le mie braccia il caro Redentore, per guardare Te».
Nella tradizione cattolica anche i Santi, appressandosi alla morte, hanno percepito la tremenda drammaticità del momento in cui ci si sta per presentare al Giudizio. Qui, invece, il fedele rivendica un dovuto confidando non nella misericordia divina, ma nella propria fede. Se questa non è una salvezza mediante le opere… A un esito analogo, anche se per una via opposta, perviene pure il giansenismo: la visione esageratamente negativa della condizione umana, nata, anche in questo caso, da un agostinismo esasperato, conduce all’idea di una salvezza riservata a quegli eletti che sono in grado di soddisfare le severe esigenze della giustizia divina con una vita di estrema austerità e rigore. Ancora una volta, la grazia non è più che una realtà nominale, un puro concetto che non ha un effettivo influsso sull’esistenza, determinata dall’azione umana.
Queste considerazioni non sembrerebbero così peregrine se, oggi, questi errori non fossero tornati ad essere potentemente attuali. Da una parte, infatti, si brandisce l’accusa di pelagianesimo come una clava per colpire chi desidera mantenersi fedele alla dottrina morale cattolica; dall’altra si esalta Lutero come medicina per la Chiesa, come se i mali che la affliggono non fossero dovuti proprio alla sua protestantizzazione. Dal canto loro certi settori del tradizionalismo, per reagire allo sfacelo morale che ne è provenuto, insistono su forme di rigorismo che possono indurre pericolose sindromi di scissione tra vita pubblica e privata. L’effetto che risulta dalle opposte tendenze è che le persone non sono realmente trasformate dalla carità, perché non vivono secondo la grazia che è stata loro data e la ricevono quindi inutilmente: in un caso, perché la attribuiscono sottilmente ai propri meriti; nell’altro, perché non vogliono correggersi ed espiare le proprie colpe.
Anche l’atto con cui l’uomo acconsente alla grazia e coopera con essa è reso possibile dalla grazia stessa, ma è pur sempre un atto suo, compiuto in modo libero. È una dinamica sponsale in cui l’intervento soprannaturale di Dio eleva la natura umana a un’attività di cui è incapace da sola, ma non lo fa senza il suo consenso e il suo concorso. La maternità è un’ottima chiave interpretativa di questo processo: senza la paternità, essa rimane una mera potenzialità che non può passare all’atto, ma al tempo stesso apporta un contributo specifico senza il quale la generazione non si compie. Il rapporto tra natura e grazia, che ha dato luogo a tante dispute ed eresie, va colto mediante questa cifra costante che la Sapienza divina ha impresso alla Sua opera, a livello naturale e a livello soprannaturale: il Suo modo di agire è analogo, sia pure su piani ontologicamente diversi. Ecco perché la salvezza è un dono, ma anche una conquista.
Se non vogliamo condannarci a ricevere la grazia invano (cf. 2 Cor 6, 1), dobbiamo ammettere la somma gratuità della sovrana misericordia di Dio, che non si può mai esigere, ma anche riconoscere la parte che ci spetta nel disporci ad essa, nell’accoglierla e nel farla fruttificare con la nostra attiva cooperazione: è qui che entrano in gioco la penitenza, l’ascesi e l’osservanza dei Comandamenti, le quali dipendono sia dalla grazia che dalla nostra libera volontà. È naturale che, nell’anima del peccatore in via di conversione, sia preponderante l’azione della prima; ma in quella del fedele riconciliato anche la seconda svolge un ruolo considerevole, che cresce in proporzione con lo sviluppo della vita battesimale. Più ci impegniamo con umile perseveranza, più la grazia impregna i nostri dinamismi umani, risanandoli ed elevandoli, e porta frutto nelle nostre azioni, santificandole. Che il Signore risorto ci dia nuovo slancio in questa corsa verso la santità; per la Chiesa sfigurata dall’eresia e dal tradimento, questa è l’unica vera medicina.
Tua nos misericordia, Deus, et ab omni subreptione vetustatis expurget, et capaces sanctae novitatis efficiat (dalla liturgia della Settimana Santa: La tua misericordia, o Dio, ci purifichi da ogni infiltrazione dell’antico peccato e ci renda capaci di santa novità).
22 commenti:
Aver consegnato da decenni la Religione (ovvero ciò che è Sacro e Venerabile, ciò che dev'essere accostato con Sapienza e Timore) alla logica della "mondezza" mediatica é un'orrore difficile a capire persino in tempi squinternati come i nostri!
Articoli, dichiarazioni, tweet, interviste scoop tardivamente "smentite", autorità spirituali trasformate in rock-star sono davvero il segno della morte di un mondo, ben più di altre cose in apparenza più drammatiche.
L'inferno, il Paradiso, l'anima sono cose serie (serissime), e chi ha l'Autorità dovrebbe, per quanto è possibile e se può e SA ancora farlo, renderle "comprensibili" nella misura del possibile (ci sono cose che non possono certo essere comprese da tutti indiscriminatamente).
Certe spiegazioni catechetiche non sono più sufficienti? Può darsi. Bisognerebbe allora saperle inquadrare in una più ampia Prospettiva Metafisica, l'unica che può conciliare anche ciò che apparentemente è incomprensibile o contraddittorio o persino "assurdo".
Ma cosa significa tutto questo, in un mondo in cui si permette a Eugenio Scalfari di "fare il teologo"?
Gianluca Marletta
http://cordialiter.blogspot.it/2018/04/pensieri-di-un-prete-zelante.html
Non vi è un apostolato più bello di una Messa celebrata bene e santamente. La rovina del mondo è dovuta principalmente alla Messa celebrata male! E' un orrore che non distrugge l'essenza della Messa, ma ne devasta la fioritura.
C'è tanto da purificare fra gli Ordini religiosi, tanto da rinnovare. Se si entrasse nei migliori ordini religiosi, oggi, a... spazzare un poco, si solleverebbe un uragano di polvere!
[c'è la necessità di] purificare la Chiesa degli elementi guasti. Perché tenere a forza tanti Sacerdoti nel seno della Chiesa, quando dovrebbero essere accompagnati fuori, direi quasi, con la banda e la grancassa, lieti tutti di liberare la Chiesa degli elementi marciti?
Studiando, lo confesso, mi sono accorto con pena della pericolosa deviazione degli studi moderni, che si orientano sempre più, dolorosamente, al razionalismo dissidente e alla filosofia tedesca
Bisognerebbe intensificare le preghiere e la devozione a Maria SS.ma, ma dolorosamente la devozione a Maria SS. è decaduta in tante anime, che credono, così, di avvicinare alla Chiesa i separati, quando, col loro atteggiamento, si avvicinano agli errori dei dissidenti e non se ne accorgono... E' una immensa pena per la povera anima mia.
Si stampano su riviste cattoliche e da Sacerdoti, errori, veri errori contro la Madonna e le cose più sante delle tradizioni della Chiesa. Si parla di aggiornamento ai tempi, ma c'è in realtà un aggiornamento al mondo ed allo spirito satanico. Non cooperate alla demolizione di quello che fa del vostro Ordine uno dei più belli della Chiesa. Rimanete puntello della Chiesa in questi tempi così pericolosi. Occorrono le parole che disse Pio XII ai Gesuiti: « O rimanete quali siete, nello spirito del fondatore, o è meglio che non siate più ». Parole di grande attualità per tutti gli Ordini religiosi.
Pensieri di Don Dolindo Ruotolo (1882-1970
Quelli che in passato contestavano la Chiesa ora la osannano. C'è qualcosa che non va.
http://www.lanuovabq.it/it/quei-teologi-contro-il-papa-che-oggi-fanno-carriera
Addio insegnamento, il magistero ora pone dubbi.
http://www.lanuovabq.it/it/addio-insegnamento-il-magistero-ora-pone-dubbi
Cosa e' mancato/manca ? Probabilmente la "diga" :
Vescovi zelanti formatori di Preti zelanti formatori di popolo zelante formatori di famiglie zelanti formatori di figli zelanti , formatori di una societa' responsabile/coscienziosa zelante che alzasse una bella staccionata ai cinghiali chge volevano distruggere la vigna .
Probabilmente si e' interrotto il legame speciale con il Signore, che è fondamentale per la vita concreta della comunità cristiana, e questo sempre, in ogni epoca, non solo all’inizio del cammino della Chiesa.
Hanno portato via il mio "Signore" .
Chi e' al giorno d'oggi il mio "Signore"?
Perche' se Lui e' il mio "Signore "io non posso essere che il suo "servo".
Perche' si e' persa la Fede ?
Perche' l'anima si e' dissipata ?
Chi ci comanda la carne o lo spirito ?
La importante necessita' della MEDITAZIONE .
La pratica quotidiana della meditazione rende l'anima raccolta profondamente in Dio, mentre il tralasciarla la rende dissipata. (S. Francesco di Sales)
Un cristiano che non ama la meditazione è moralmente impossibile che viva fervoroso, ma vivrà tiepido e rilassato. A maggior ragione un sacerdote o un religioso. (S. Alfonso de Liguori)
La persona che non medita, conoscera poco i suoi bisogni spirituali, poco i pericoli per la sua salvezza, poco i mezzi che deve usare per vincere le tentazioni, poco la necessità di pregare e certamente si perderà. (S. Alfonso dei Liguori)
La tentazione di lasciare la meditazione fu la maggiore che io ebbi ed avendola lasciata per un anno e mezzo mi ero già messa da me nell' inferno senza bisogno di demoni che mi facessero andare . Il demonio sa bene che un' anima fedele alla meditazione è perduta per Lui. (S. Teresa d' Avila)
La meditazione è il principio per acquistare tutte le virtù e tutti i cristiani devono praticarla . Nessuno, se Dio l'ispira a questo santo esercizio, oserà lasciarla. (S. Teresa d'Avila)
Quando noi pensiamo alle cose divine non per apprenderle, ma per innamorarci di esse, allora possiamo dire di fare meditazione, nella quale il nostro spirito come un'ape sacra, vola qua e là sopra i misteri della fede per estrarne il miele del divino amore. (S. Francesco di Sales)
Se un giorno non potete meditare, riparate questa perdita con brevi preghiere e atti d'amore, con la lettura di qualche pagina di buon libro o con qualche penitenza che impedisca la continuazione di questo difetto, rinnovando una ferma risoluzione, di non lasciarla il giorno dopo. (S. Francesco di Sales)
Iniziate sia l'orazione mentale che quella vocale col menervi alla presenza di Dio, mantenete questa regola senza alcuna eccezione e in poco tempo ne sperimenterete il profitto. (S. Francesco di Sales)
Voi mi dite che nella meditazione vi rimanete come un fantasma o una statua. Sappiate che il rimanervi così non è poco, perchè è grande felicità per noi stare alla presenza di Dio. Accontentatevi perche' anche questo stare produce il suo frutto. (S. Francesco di Sales)
Perseverare nella meditazione senza ricavarne frutto non è tempo perduto, ma molto fruttuoso, perchè si lavora senza interesse per la sola gloria di Dio. (S. Teresa d'Avila)
Nella meditazione, dobbiamo sopportare con pazienza, quella folla di pensieri, di immaginazioni importune o di movimenti naturali e impetuosi, che provengono sia dall'anima per la sua aridità e dissipazione; sia dal corpo perchè non troppo sottomesso allo spirito. Ma non scorgeremo tutte queste imperfezioni se non quando Dio ci aprirà gli occhi dell'anima come usa fare con chi medita. (S. Teresa d'Avila)
L'uomo spirituale, quando medita, stia con attenzione amorosa in Dio e con tranquillità d'intelletto, quando non può meditare, pur sembrandogli di non far nulla. Se per questo avesse scrupoli rifletta che non sta facendo poco tenendo l'anima in pace senza bramosia o desideri. (S. Giovanni della Croce)
Se avviene che non avete gusto o consolazione nella meditazione, vi prego di non turbarvi. Se non restate consolato per la vostra grande aridità non preoccupatevi. Continuate a stare davanti a Dio con contegno devoto e tranquillo. Egli. certamente gradirà la vostra pazienza. (S. Francesco di Sales)
L'universo non esiste solo fuori di noi, ma è anche dentro di noi. Ed è innanzittutto verso questo universo interiore che noi dobbiamo rivolgerci, perchè la strada che cerchiamo è questa. (M. Strumia)
"Il 90% di ciò che chiamiamo nuove idee sono semplicemente vecchi errori"
(G.K. Chesterton)
Cerchiamo di ripianare , di compensare , PREGHIAMO per noi e per tutti .
O Dio della pace, non ti può comprendere chi semina la discordia, non ti può accogliere chi ama la violenza:
dona a chi edifica la pace di perseverare nel suo proposito, e a chi la ostacola di essere sanato dall'odio che lo tormenta, perché tutti si ritrovino in Te, che sei la vera pace.
Per Cristo nostro Signore.
Amen.
Chi ha notizie del convegno del 7 aprile a Roma dopo ciò che fu pubblicato qui?
https://www.marcotosatti.com/2018/01/24/chiesa-cattolica-dove-vai-un-convegno-a-roma-il-7-aprile-sui-limiti-dellautorita-papale-e-la-confusione-nella-chiesa/
Spett.le Dott.ssa Maria Guarini,
con la presente, le comunico che sto per preparare una segnalazione alle autorità' competenti avendo lei pubblicato sul suo blog richieste in denaro a nome della Chiesa Cattolica.
Questa attività' va definita come pubblicità fuorviante ed ingannevole!
Qualora lei non provvedesse a rimuovere il link citato (pay pal), o a dichiarare in maniera visibile e chiara che lei NON appartiene alla Chiesa Cattolica, la denuncia avrà luogo.
Siamo un gruppo di Cattolici stanchi dei suoi attacchi al Papa e siamo decisi ad andare fino in fondo per impedirle di continuare questo scempio con la stessa sottile sleale arma che lei usa da anni: l' anonimato.
Oltre alla denuncia, nel caso, invieremo anche copie a lei (Maria Guarini Via F. Vittore Nardelli, 101 00143 ROMA) alle autorità' competenti ecclesiastiche ed ai suoi contatti professionali.
Non ci firmiamo visto che lei e' maestra nell' usare la tecnica dell' anonimato.
siamo decisi ad andare fino in fondo per impedirle di continuare questo scempio con la stessa sottile sleale arma che lei usa da anni: l' anonimato...
Non ci firmiamo visto che lei e' maestra nell' usare la tecnica dell' anonimato.
Il colmo dell'idiozia:
un anonimo minaccia una persona da sempre dichiaratasi con tanto di nome e cognome accusandola di anonimato
Trollon trollero ha colpito ancora......ma nient'altro da fare no?
".....con la presente le comunico che sto per preparare..."
L'idiozia di questi tempi sta raggiungendo altezze davvero vertiginose. Da non crederci! Il gruppo di "Cattolici stanchi degli attacchi al Papa" mi sa che dovrà rassegnarsi.
Caro Marius
leggo adesso i tuoi commenti, che non passano dalla moderazione, e spero ti sia accorto che proprio qualche ora fa ho pubblicato le ultime notizie sul Convegno del 7 aprile.
Apprendiamo dall'anonimo delle h. 13,45 e dai suoi coraggiosi sostenitori, che la dr.ssa Maria Guarini è stata scomunicata dalla Chiesa cattolica, circostanza di cui non eravamo a conoscenza.
Essa, quindi, NON appartiene più alla Chiesa perchè nel suo blog è prevista la possiblità dei lettori di elargire donazioni spontanee tramite pay pal, favorendo in tal modo una "pubblicità fuorviante ed ingannevole", motivo per cui intimano di levarla dal blog e minacciano azioni.
Il caso è molto interessante: se infatti le autorità competenti accoglieranno la segnalazione/denuncia del coraggioso anonimo delle h. 13,45 e dei suoi valorosi sostenitori, avremo un precedente giuridico/ecclesiastico che comporterà la chiusura di tutti i blog cattolici che contengono la possiblità di donazioni tramite pay pal, oltre al fatto che tutti coloro che li gestiscono dovranno anch'essi ritenersi al di fuori della Chiesa, a prescindere dal fatto che critichino o no il papa.
Dr.ssa Maria Guarini, a questo punto sono tuo complice perchè elargendo anche io qualche donazione tramite pay pal, sebbene non richiesta e salutuaria, ho contribuito a "finanziare" questa "pubblicità fuorviante e ingannevole" e ho commesso anche io il crimine di aver criticato il papa.
Ma se abbiamo sbagliato, dobbiamo assumerci le nostre responsabilità.
Quindi, dr.ssa Maria Guarini, ti invito caldamente a NON fare nulla di quanto richiesto da questi coraggiosi eroi della fede cristiana, sebbene anonimi, e ad affrontare il giudizio a cui andremo incontro.
Ovviamente, se questi leoni coraggiosi andranno avanti, avremo anche la possiblità di difenderci, scenderemo nel merito delle colpe che ci addebiteranno e il caso assurgerà agli onori della cronaca.
Usciranno fuori anche nomi e cognomi di chi ci accusa e se le autorità non troveranno nessuna nostra colpa sul piano civile, penale, amministrativo ed ecclesiastico, saremo noi a denunciarli per calunnia e/o a chiedere loro il risarcimento dei danni subiti.
Rimettiamoci dunque al giudizio delle competenti autorità che esamineranno il caso e per quanto riguarda quelle ecclesiastiche, confidiamo nella coerenza che dimostreranno nell'applicare quella misericordia che il papa, da loro difeso strenuamente, insegna sempre da quando è stato eletto.
Una cosa è certa, cara Maria: non sarai sola!
@ anonimo delle 13.45:
i sintomi di delirium tremens sono evidenti, chiama il 118.
https://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/bimbo_coma_due_anni_sveglia_genitori_spina_inghilterra-3645517.html
Inghilterra, bimbo di due anni in coma per un tumore si sveglia mentre i genitori stanno staccando la spina.
Ora è perfettamente guarito
https://www.maurizioblondet.it/lirresistibile-avanzata-dei-nonluoghi/
Sant'Agostino:
“Ti invito a esaminarti mentre qui ora, in questa scuola di vita cristiana, tu mi ascolti e anzi attraverso me ascolti Dio. Alla domanda se ti ami, tu rispondi di si perché – dici – nessuno si odia. E poiché nessuno si odia, tu, amando te stesso, non puoi amare il male. Se infatti amassi il male, ti inviterei ad ascoltare non quello che dico io, ma quello che dice il Salmo: Chi ama l’iniquità odia la propria anima (Sal.10,6). Ma se tu ami l’iniquità, ascolta la verità che senza blandimenti ti dice apertamente che tu ti odi. Hai tanto più odio di te quanto più dichiari di amarti, perché è scritto appunto: Chi ama l’iniquità, odia la propria anima.
Mi riferisco all’anima, ma potrei dire lo stesso quanto alla carne, che è la parte di minor valore dell’uomo: chi ama l’iniquità e odia la propria anima, tratta con turpitudine la propria carne. Se poi tu ami l’iniquità e mandi in rovina te stesso, non è possibile che tu pretenda ti sia affidato il prossimo da amare come te stesso, perché come perderesti te stesso con il tuo modo di amarti, così faresti perdere il tuo prossimo amandolo allo stesso modo. Ti proibisco dunque di amare alcuno, perché sia tu solo a perderti. Ti pongo l’alternativa: o correggere il tuo modo di amare o astenerti da ogni rapporto con altri…”
Chi non ama il prossimo come insegna Cristo, dice lo stesso Sant’Agostino, non può amare Dio che non conosce! L’amare Dio e l’amare il prossimo sono due facce della stessa medaglia, chi le separa – amo il prossimo ma non credo in Dio oppure ho una idea mia di Dio – finisce per amare il prossimo in modo sbagliato, trascinando se stesso e il prossimo all’inferno.
Dr.ssa Maria Guarini, a questo punto sono tuo complice...
Pure io. Denunciateci tutti.
PS Ora dico, sono stato quattro giorni, più o meno, senza leggere niente (giusto la prima pagina dei giornali, solo i titoli), né guardare i telegiornali, eccetera... Ho voluto vivere Pasqua in santa pace. E appena decido di rientrare, mi toccano le corbellerie dei troll delle ore 13:45... Roba da teatro dell'assurdo.
Occupiamoci, ma non preoccupiamoci. Bisogna che le tribolazioni esterne ed interne, i fiaschi, le svogliatezze, la stanchezza, le derisioni i rovesci e altre croci, ci purifichino e ci ritemprino.
Ci vuole tanta pazienza anche con se stesso e perfino con il buon Dio, che per amore ci prova. SK56
San Massimiliano Maria Kolbe
Novita' anche fra alcuni tradizionalisti !?!
https://www.facebook.com/innocenza.pasquali.6/posts/2214193862162431
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/verona-prete-si-fa-crocifiggere-i-migranti-e-i-disoccupati-1510751.html
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