Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 14 aprile 2018

Per cantare ancora la gloria di Dio nella Liturgia. Un libro di Giacomo Baroffio

Dell'Autore del testo segnalato di seguito abbiamo già parlato qui
Cogliamo l'occasione per ricordarvi l'indice degli articoli pubblicati nel blog sulla Musica Sacra.

Giacomo Baroffio (2018), Re-tractationes. II edizione. Liturgia in-canto. Hong Kong: Chorabooks.
EBook (formato Kindle) Euro 5.99
ISBN 9789887851523
EBook (formato Epub) Euro 5.99
ISBN 9789887851530
Cartaceo Euro 11.99
ISBN 9789887851561

Per l'acquisto, disponibilità: immediata su tutti i negozi amazon in formato kindle e cartaceo [qui]
E su oltre 100 negozi online in formato Epub (Feltrinelli, Rizzoli, Mondadori, hoepli, Book republic, Libreria universitaria, San Paolo store, Il fatto quotidiano, Il giardino dei libri, Google play, Ibooks store, Kobobooks, Tolino, Casa del libro, Bajalibros, Nookstore, Weltbild, El corte inglés, Barnes and Nobles etc.)
Giacomo Baroffio è nato a Novara nel 1940, trascorre la giovinezza tra Italia e Germania. Si laurea a Köln in musicologia con una tesi sul canto ambrosiano. Approfondisce gli studi teologici a Roma e vive una lunga esperienza monastica benedettina. Si occupa di fonti manoscritte e di canto liturgico che sono oggetto di ricerche, corsi universitari (Cassino, Cremona/Pavia, Milano, Padova), seminari e conferenze in Italia e all’estero, impegni cantoriali quale solista e direttore di cori gregoriani.
* * *

Con la seconda edizione di Retractationes l’Autore ritorna su alcune tematiche trattate in precedenza e qui esposte di nuovo secondo un decorso esperienziale. L’attenzione è rivolta in primo luogo alla liturgia quale madre di ogni esperienza cristiana che inizia con il battesimo e si sviluppa entrando nella dinamica della vita eucaristica. In questa prospettiva si comprende l’impegno della Chiesa nell’ascoltare la Parola di D-i-o, nel proclamarla e svelarne i contenuti attraverso il canto, “vera apologia delle fede” (J. Ratzinger).
Giacomo Baroffio è una delle autorità mondiali per gli studi sul canto gregoriano, studi che ancora oggi compie viaggiando di monastero in monastero, di città in città. per catalogare le fonti manoscritte di questo repertorio glorioso della Chiesa romana. In questo libro egli ci dona alcuni pensieri fondati sulla sua enorme esperienza nel campo: "Quando si entra nell’ambito della liturgia, bisogna sapere che sono vigenti categorie diverse rispetto al mondo sociale, laico o ecclesiastico che sia. Ci si pone esplicitamente alla presenza di un D-i-o che, al limite, potrebbe sembrare assente, ma che pure è lì: interpella e provoca il credente con la sua Parola ed il suo silenzio, entrambi profondamente intrecciati e sempre eloquenti ed insieme enigmatici. Forza travolgente che penetra nel cuore orante colmandolo di pace dopo averlo svuotato e purificato con il tormento della ricerca e dell’ascolto diuturno".
Si riflette in questo testo sull'abbandono del canto gregoriano e come questo evento non possa che aver avuto conseguenze tragiche per la liturgia stessa. Ma molto di più è contenuto in questo ri-trattare (ecco il senso del titolo) quelle cose che per più di mezzo secolo hanno occupato la mente e il cuore di questo insigne studioso.

Sommario
  1. liturgia è vita
  2. cantare la fede
  3. silenzio e dialogo nella preghiera e nel canto
  4. il canto liturgico: Parola di D-i-o - preghiera della Chiesa
  5. canto gregoriano ed Eucaristia

I liturgia: presenza di D-i-o nel quotidiano

Che cos’è la liturgia cristiana? La liturgia è lo spazio dove D-i-o hic et nunc si fa presente al popolo credente. A modo suo. Egli offre la sua Parola che abbatte ogni barriera. Condivide la sua stessa vita con quanti considera figli. Si rende nutrimento di quanti sono affamati di giustizia. Svela il suo splendore a coloro che a tastoni ricercano la verità. Nella celebrazione, tuttavia, prende consistenza una tensione tra il "già e non ancora" che fa spazio anche a un D-i-o trascendente, inaccessibile. È il tutt’Altro che non solo provoca sino all'estremo delle resistenze umane con il suo silenzio, ma si sottrae anche alle pretese della conoscenza razionale rivelandosi ineffabile, al di là di ogni pensiero ed immaginazione.

II liturgia e vita - la liturgia è la vita

La liturgia non è una bella idea con cui trastullarci e che possiamo manipolare a capriccio. La liturgia è una realtà spirituale concretissima, ha una vitalità intrinseca propria, esiste paradossalmente anche al di qua e al di là delle singole celebrazioni. È sempre presente perché incessantemente si celebra la liturgia celeste di cui quella terrena è solo un pallido anticipo. È sempre attuale perché è sacramento della presenza di D-io nel cuore del credente e nella storia dell’uomo. La liturgia attende esprime la fede nella forza dello Spirito con un canto che non sia musica bensì preghiera.

III liturgia e gioco

La liturgia è un gioco che mette in gioco tutti. La liturgia è il tempo e lo spazio dove tutti si giocano tutto: D-i-o, la comunità, la singola persona. Esperienza impegnativa che esige la donazione di sé. Alla sequela del D-i-o e Uomo Crocifisso. Senza riserve, senza resistenze, senza titubanze, senza musonerie. Leggerezza del cuore che si ritrova libero e sereno a giocare. Audacia dei figli. Nella fede, e pur sempre in parte incoscienti, giocano con D-i-o, lo chiamano papà. E per suo amore, alla scuola del Primogenito di ogni creatura, sono pronti ad affrontare il cammino quotidiano con la propria croce.

Aurelio Porfiri
ALTARE DEI Magazine, Editor in Chief
Honorary Master and Organist for the Church of Santa Maria dell'Orto (Rome, Italy)
Honorary Master and Organist Saint Joseph Seminary Chapel (Macau, China)
Choralife Publisher (Founder and Artistic Director)
Chorabooks Publisher (Founder and Artistic Director)
Il Naufrago hosted on Patheos Catholic Channel (Chief Editor)
Aurelio Porfiri's Official Website

3 commenti:

mic ha detto...

canto liturgico è un'espressione sublime del rapporto con Dio vissuto nel culto.
La crisi del gregoriano e delle sue vette, datata e purtroppo consolidata da decenni di pauperismo e banalizzazioni antrocentriche ben note a chi legge queste pagine, rappresenta anche la crisi dell'intera civiltà.
Mi colpisce e condivido questa segnalazione che mi arriva via mail sullo straziante caso di Alfie:

Non vorrei passare per quello che interpreta la realtà con eccessivo cinismo, ma mi pare fin troppo evidente che l'obiettivo non sia solo il povero Alfie Evans, così come non lo è stato Charlie Gard quasi un anno fa, e con loro tutte quelle persone che hanno subito un simile trattamento. L’obiettivo è l’uomo, e l'idea che l'uomo deve avere di sé stesso e dei suoi pari.

Il processo nichilista al quale stiamo assistendo più meno consapevolmente, sembra inarrestabile, Alfie rappresenta nella sua immane tragedia, un altro tassello del mortifero mosaico atto ad annientare nell’uomo la percezione più alta alla quale è chiamato, il valore della vita umana. Valore inteso come ente supremo ed inviolabile percepito per se stessi, e nei doveri e diritti che un genitore ha nei confronti dei propri figli innanzi alla società.

L’uomo va “rieducato" e in parte questo progetto è già stato abbondantemente realizzato: aborto, eugenetica, eutanasia, equiparazione del matrimonio con le unioni omoaffettive, l’ideologia gender, l’omosessualismo, la banalizzazione del sesso, il “diritto” alle droghe, la funzione asocializzante dei social, lo smartphone come consolatore perpetuo e onnipresente.

Il bene e il male, la proprietà intrinseca in ogni uomo nel saperli riconoscere è stata violentata a tal punto da renderlo capace di surrogare l’uno con l’altro, in modo graduale ma straordinariamente efficace da non riconoscerli più come antitetici, ma perfettamente intercambiabili.

Ora non sei neanche più tu a poter decidere cosa è bene e cosa è male, magari sbagliando ma pur “libero”di sbagliare, ora ci sono gli altri a decidere per te, c’è lo stato etico che può decidere che tu o uno dei tuoi cari deve morire, in base ai nuovi standard di dignità e utilità della vita umana.

Spaventoso? Forse, ma non abbastanza. La cosa davvero spaventosa è che anche nei più retti sta diventando una cosa normale, da accettare passivamente. Qualche voce si alzò a difesa di Charlie, poche si sono alzate a difesa di Alfie, pochissime lo faranno la prossima volta. Voglia Dio di non farsi mai trovare muti davanti a tanto orrore, inermi innanzi alla negazione della verità.

La Verità è li dentro, magari sommersa da decine di anni di propaganda nichilista, ma è li, si vede, si percepisce, sappiamo che risiede nascosta e assopita dentro al cuore di ogni uomo, ma non è morta, non può morire perché il suo autore l’ha creata immortale.

Non illudiamoci di poter cambiare il mondo intero, se non doverosamente iniziando da noi stessi e da chi ci sta accanto anche solo per un minuto.

Anonimo ha detto...


OT. La participation des forces aériennes françaises aux bombardements de la nuit dernière contre la Syrie martyrisée est un acte sordide et répugnant, que tous les Français dignes de ce nom réprouvent et condamnent. J'en demande personnellement pardon au peuple et au gouvernement syrien. Qu'ils sachent que la France est aujourd'hui un pays occupé par l'ennemi et qu'il n'est plus maître de ses destinées.

irina ha detto...

Quando eravamo cristiani e civili, parlo della zona geografica che va sotto il nome di Europa, esistevano istituti tenuti da suore e/o laici che si occupavano dei bambini e bambine con gravi anomalie fisiche e/o psichiche. Erano Istituti che vivevano in modo particolare della carità privata, che con venne mai a mancare, e di contributi da parte dello stato.Istituti di questo tipo io stessa ne ho visitati sia in Italia, che in Svizzera, che in Germania, che in Inghilterra. Visitando questi Istituti, guardando questi bambini, guardando la cura di cui sono scopo anche di altre vite, si tocca con mano la Riparazione e la Sofferenza Vicaria. Si tocca con mano l'altra economia che guarda al profitto delle anime dentro e fuori di questi Istituti; quell'economia tutta Spirituale, di Amore che è sacrificio di sè per amor di Dio e ,attraverso Lui, amor dei fratelli.
Ora che non siamo più nè cristiani, nè civili, i bambini li ammazziamo nel grembo della madre, a prescindere da ogni malformazione genetica, li ammazziamo da piccoli così riesce meglio e non disturbano più la vita di alta qualità degli uccisori.La Danimarca, ho letto recentemente, entro una decina di anni, non avrà più bambini con la sindrome Down, i danesi saranno geneticamente razza pura dai Down, avendoli tutti fatti fuori nel grembo della madre prima che nascessero. Siamo avanti.Siamo progrediti. Nella discesa agli inferi. In realtà siamo noi che stiamo scavando la nostra fossa, con le nostre mani, mentre viviamo la nostra vita degna tra orgettte, pranzetti, viaggetti e chissene dei bambini malati e della loro vita indegna. L'ira di Dio cadrà su tutti noi improvvisa ed inevitabile. Questo non ha nessuna importanza per coloro che Dio, Uno e Trino, negano. Ma il tempo giusto, perchè qualcuno capisca, arriverà per ognuno di loro.