Nell'imminenza del Convegno di Roma, 7 aprile, annunciato qui, "Chiesa cattolica, dove vai?" dal sottotitolo ripreso da una frase del card. Carlo Caffarra: "Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione", riportiamo di seguito l'intervista rilasciata dal Card. Raymond Leo Burke.
Eminenza, lei sarà uno dei principali relatori al convegno del 7 aprile, che nel nome del cardinal Caffarra si interrogherà sulla direzione della Chiesa. Già dal titolo del convegno si percepisce la preoccupazione per la direzione presa. Quali sono i motivi di tale preoccupazione?
La confusione e la divisione nella Chiesa, sulle questioni fondamentali e più importanti – il matrimonio e la famiglia, i Sacramenti e la giusta disposizione per accedervi, gli atti intrinsecamente cattivi, la vita eterna ed i Novissimi – diventano sempre più diffuse. E il Papa non soltanto rifiuta di chiarire le cose con l’annuncio della costante dottrina e sana disciplina della Chiesa, una responsabilità che è inerente al suo ministero quale Successore di san Pietro, ma aumenta anche la confusione.
Si riferisce anche al moltiplicarsi di dichiarazioni private che vengono riportate da coloro che lo incontrano?
Quello che è successo con l’ultima intervista concessa ad Eugenio Scalfari durante la Settimana Santa e resa pubblica il Giovedì Santo è andato oltre il tollerabile. Che un noto ateo pretenda di annunciare una rivoluzione nell’insegnamento della Chiesa Cattolica, ritenendo di parlare nel nome del Papa, negando l’immortalità dell’anima umana e l’esistenza dell’Inferno, è stata fonte di profondo scandalo non solo per tanti cattolici ma anche per tanti laici che hanno rispetto per la Chiesa Cattolica ed i suoi insegnamenti, anche se non li condividono. Oltretutto il Giovedì Santo è uno dei giorni più santi dell’anno, il giorno in cui il Signore ha istituito il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia e il Sacerdozio, affinché Egli possa offrirci sempre il frutto della Sua redentiva Passione e Morte per la nostra salvezza eterna. Inoltre la risposta della Santa Sede alle reazioni scandalizzate arrivate da tutto il mondo, è stata fortemente inadeguata. Invece di riannunciare chiaramente la verità sulla immortalità della anima umana e sull’Inferno, nella smentita c’è scritto solo che alcune parole citate non sono del Papa. Non dice che le idee erronee, perfino eretiche, espresse da queste parole non sono condivise dal Papa e che il Papa ripudia tali idee quali contrarie alla fede cattolica. Questo giocare con la fede e la dottrina, al livello più alto della Chiesa, giustamente lascia pastori e fedeli scandalizzati.
Se queste cose sono molto gravi, e fonte di imbarazzo, stupisce però anche il silenzio di tantissimi Pastori.
Certo, la situazione è ulteriormente aggravata dal silenzio di tanti vescovi e cardinali che condividono con il Romano Pontefice la sollecitudine per la Chiesa universale. Alcuni stanno semplicemente zitti. Altri fanno finta che non ci sia nulla di grave. Altri ancora diffondono fantasie di una nuova Chiesa, di una Chiesa che prende una direzione totalmente diversa dal passato, fantasticando ad esempio di un “nuovo paradigma” per la Chiesa o di una conversione radicale della prassi pastorale della Chiesa, rendendola completamente nuova. Poi ci sono quelli che sono entusiasti promotori della cosiddetta rivoluzione nella Chiesa Cattolica. Per i fedeli che capiscono la gravità della situazione, la mancanza di direzione dottrinale e disciplinare da parte dei loro pastori li lascia smarriti. Per i fedeli che non capiscono la gravità della situazione, questa mancanza li lascia in confusione ed eventualmente vittime di errori dannosi alle loro anime. Molti che sono entrati nella piena comunione della Chiesa Cattolica, essendosi battezzati in una comunione ecclesiale protestante, perché le loro comunità ecclesiali hanno abbandonato la fede apostolica, soffrono intensamente la situazione: percependo che la Chiesa Cattolica sta andando nella stessa via dell’abbandono della fede.
Quella che lei dipinge è una situazione apocalittica…
Tutta questa situazione mi porta a riflettere sempre più sul messaggio della Madonna di Fátima che ci ammonisce del male - ancora più grave dei gravissimi mali sofferti a causa della diffusione del comunismo ateistico - che è l’apostasia dalla fede dentro la Chiesa. Il n. 675 del Catechismo della Chiesa Cattolica ci insegna che “prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti“, e che “la persecuzione che accompagna il suo [della Chiesa] pellegrinaggio sulla terra svelerà il «mistero di iniquità» sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità”.
In una tale situazione i vescovi e i cardinali hanno il dovere di annunciare la vera dottrina. Allo stesso tempo devono condurre i fedeli a fare riparazione per le offese a Cristo e le ferite inflitte al Suo Corpo Mistico, la Chiesa, quando la fede e la disciplina non sono giustamente salvaguardate e promosse dai pastori. Il grande canonista del XIII secolo, Enrico da Susa o l’Ostiense, affrontando la difficile questione di come correggere un Romano Pontefice che agirebbe in un modo contrario al suo ufficio, afferma che il Collegio dei Cardinali costituisce un controllo de facto contro l’errore papale.
Senza dubbio, oggi è molto discussa la figura di papa Francesco. Si passa facilmente dall’esaltazione acritica di qualsiasi cosa egli faccia alla critica spietata per ogni suo gesto ambiguo. Ma in qualche modo il problema di come rapportarsi al Papa vale per ogni pontefice. Per cui alcune cose necessitano di essere chiarite. Intanto, cosa rappresenta il Papa per la Chiesa?
Secondo il costante insegnamento della Chiesa, il Papa, per la volontà espressa di Cristo, è “il perpetuo e visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli” (Costituzione Dommatica sulla Chiesa del Concilio Vaticano II [Lumen Gentium], n. 23) [vedi qui e qui precisazioni sul tema della collegialità]. È l’essenziale servizio del Papa di salvaguardare e promuovere il deposito della fede, la vera dottrina e la sana disciplina coerente con le verità credute. Nell’intervista già citata con Eugenio Scalfari, ci si riferisce compiacenti al Papa come “rivoluzionario”. Ma l’Ufficio Petrino non ha niente, assolutamente niente, da fare con la rivoluzione. Al contrario, esiste esclusivamente per la conservazione e propagazione della fede cattolica immutabile che conduce anime alla conversione di cuore e conduce tutta l’umanità alla unità fondata sull’ordine iscritto da Dio nella Sua creazione e soprattutto nel cuore dell’uomo, l’unica creatura terrena fatta ad immagine di Dio. È l’ordine che Cristo ha restaurato per il Mistero Pasquale che stiamo celebrando in questi giorni. La grazia della Redenzione che promana dal Suo Cuore trafitto glorioso nella Chiesa, nei cuori di suoi membri, dà la forza per vivere secondo questo ordine, cioè in comunione con Dio e con il prossimo.
Sicuramente il Papa non è un sovrano assoluto, eppure oggi è molto percepito in questo modo. “Se lo dice il Papa…” è il modo comune di troncare qualsiasi domanda o dubbio su alcune affermazioni. C’è una sorta di papolatria. Come vi si risponde?
La nozione della pienezza del potere del Romano Pontefice è stata chiaramente enunciata già da Papa San Leone Magno. I canonisti del Medioevo hanno contributo grandemente all’approfondimento del potere inerente l’Ufficio Petrino. Il loro contributo rimane sempre valido e importante. La nozione è assai semplice. Il Papa, per la volontà divina, gode di tutto il potere necessario per poter salvaguardare e promuovere la vera fede, il vero culto divino, e la richiesta sana disciplina. Questo potere appartiene non alla sua persona ma al suo ufficio di Successore di san Pietro. Nel passato, per lo più, i papi non hanno resi pubblici i loro atti personali o le loro opinioni, proprio per non rischiare che i fedeli siano confusi su quello che fa e pensa il successore di san Pietro. Attualmente, c’è una rischiosa e perfino dannosa confusione della persona del Papa con il suo ufficio che risulta nell’oscuramento dell’Ufficio Petrino e in un concetto mondano e politico del servizio del Romano Pontefice nella Chiesa. La Chiesa esiste per la salvezza delle anime. Qualsiasi atto di un Papa che mina la missione salvifica di Cristo nella Chiesa, sia un atto eretico o sia un atto peccaminoso in se stesso, è semplicemente vuoto dal punto di vista dell'Ufficio petrino. Quindi anche se chiaramente reca gravissimo danno alle anime, non comanda l'obbedienza di pastori e fedeli. Dobbiamo sempre distinguere il corpo dell’uomo che è il Romano Pontefice dal corpo del Romano Pontefice, cioè dell’uomo che esercita l’ufficio di san Pietro nella Chiesa. Non fare la distinzione significa papolatria e finisce con la perdita di fede nell’Ufficio Petrino divinamente fondato e sostenuto.
Nel rapporto con il Papa a cosa un cattolico deve tenere maggiormente?
Il cattolico deve sempre rispettare, in modo assoluto, l’Ufficio Petrino quale parte essenziale dell’istituzione della Chiesa da parte di Cristo. Il momento nel quale il cattolico non rispetta più l’ufficio del Papa si è disposto o allo scisma o alla apostasia dalla fede. Allo stesso tempo, il cattolico deve rispettare l’uomo incaricato con l’ufficio che significa attenzione al suo insegnamento e direzione pastorale. Questo rispetto include anche il dovere di esprimere al Papa il giudizio di una coscienza rettamente formata, quando egli devia o sembra deviare dalla vera dottrina e sana disciplina o abbandona le responsabilità inerenti il suo ufficio. Per il diritto naturale, per i Vangeli, e per la costante tradizione disciplinare della Chiesa, i fedeli sono tenuti ad esprimere ai loro pastori la loro premura per lo stato della Chiesa. Hanno questo dovere al quale corrisponde il diritto di ricevere una risposta dai loro pastori.
Quindi è possibile criticare il Papa? E a quali condizioni?
Se il Papa non adempie il suo ufficio per il bene di tutte le anime, non è soltanto possibile ma anche necessario criticare il Papa. Questa critica deve seguire l’insegnamento di Cristo sulla correzione fraterna nel Vangelo (Mt 18, 15-18). Prima, il fedele o pastore deve esprimere la sua critica in un modo privato, che permetterà al Papa di correggersi. Ma se il Papa rifiuta di correggere il suo modo di insegnare o agire gravemente mancante, la critica deve essere resa pubblica, perché ha da fare con il bene comune nella Chiesa e nel mondo. Alcuni hanno criticato quelli che hanno espresso pubblicamente la critica al Papa quale una manifestazione di ribellione o di disobbedienza, ma domandare – con il rispetto dovuto per il suo ufficio - la correzione di confusione o errore non è un atto di disobbedienza, ma un atto di obbedienza a Cristo e perciò al Suo Vicario sulla terra. [Fonte]
36 commenti:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/04/05/francesco-spin-doctor-di-se-stesso-le-ultime-sue-imprese/
"Tutta questa situazione mi porta a riflettere sempre più sul messaggio della Madonna di Fátima che ci ammonisce del male - ancora più grave dei gravissimi mali sofferti a causa della diffusione del comunismo ateistico - che è l’apostasia dalla fede dentro la Chiesa."
La domanda è sempre la stessa: in quale parte del Segreto di Fatima, come è stato riportato, si parla di "apostasia dalla fede dentro la Chiesa"?
"Ma se il Papa rifiuta di correggere il suo modo di insegnare o agire gravemente mancante, la critica deve essere resa pubblica"
Benissimo, ma che succede se, dopo l'aver reso pubblica la critica, il Papa continua a rifiutarsi di correggersi?
L'intervista si conclude lasciando in sospeso questo passaggio...
Si dovrebbe continuare dicendo che in quel caso ci sarà una correzione formale nei confronti del Papa... ma di questo non si sente più parlare...
Non so se augurarmelo (come grazia del Cielo) o temerlo (sempre come grazia), ma l'impressione è che siamo prossimi allo scontro epocale.
Il Card. Burke è molto esplicito nell'affermare che "quello che è successo con l’ultima intervista concessa ad Eugenio Scalfari durante la Settimana Santa e resa pubblica il Giovedì Santo è andato oltre il tollerabile".
E ha articolato il proprio giudizio con due precisissime ragioni:
PRIMO:
"Che un noto ateo pretenda di annunciare una rivoluzione nell’insegnamento della Chiesa Cattolica, ritenendo di parlare nel nome del Papa, negando l’immortalità dell’anima umana e l’esistenza dell’Inferno, è stata fonte di profondo scandalo non solo per tanti cattolici ma anche per tanti laici che hanno rispetto per la Chiesa Cattolica ed i suoi insegnamenti, anche se non li condividono. Oltretutto il Giovedì Santo è uno dei giorni più santi dell’anno, il giorno in cui il Signore ha istituito il Santissimo Sacramento dell’Eucaristia e il Sacerdozio, affinché Egli possa offrirci sempre il frutto della Sua redentiva Passione e Morte per la nostra salvezza eterna".
SECONDO:
"Inoltre la risposta della Santa Sede alle reazioni scandalizzate arrivate da tutto il mondo, è stata fortemente inadeguata. Invece di riannunciare chiaramente la verità sulla immortalità della anima umana e sull’Inferno, nella smentita c’è scritto solo che alcune parole citate non sono del Papa. Non dice che le idee erronee, perfino eretiche, espresse da queste parole non sono condivise dal Papa e che il Papa ripudia tali idee quali contrarie alla fede cattolica. Questo giocare con la fede e la dottrina, al livello più alto della Chiesa, giustamente lascia pastori e fedeli scandalizzati".
Quanto al segreto di Fatima, è evidente che molti ne conoscano il contenuto completo.
La parte resa pubblica non è falsa, ma incompleta. C'è chi ha spiegato, con innegabile ragionevolezza, che un conto è la visione e un altro la spiegazione della visione. Chi ha zittito parzialmente Fatima ha attribuito le spiegazioni a idee di Suor Lucia, non ritenendo che fossero parole della Beata Vergine.
D'altra parte ultimamente la fede nel soprannaturale latita, basti pensare che "in principio era l'energia" e molti hanno fede "nella tomba vuota", più che in Colui che ne è uscito chiedendo pesce arrostito da mangiare. E' proprio vero che per alcuni è inutile parlare di al di là e di certe "spiacevoli situazioni eterne": Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi (Lc 16,31).
coraggio, Eminenza, deve solo fare un altro piccolo sforzo e un ulteriore passaggio. Renda canonica e formale questa correzione. E' arrivata l'ora delle decisioni irrevocabili...
http://www.libertaepersona.org/wordpress/2018/04/un-ricordo-del-cardinale-caffarra-di-flora-gualdani/
l'impressione è che siamo prossimi allo scontro epocale.
Anche la mia, tralcio. Io ho la netta sensazione che dall'inizio dell'anno i coperchi hanno iniziato a saltare. Io me lo auguro, perché la questione è semplice: da un tumore con metastasi diffuse si guarisce con una terapia d'urto, non in altri modi. Ad un certo punto, invece di proseguire una lenta agonia con sofferenze già nette, ma che ci si illude di poter controllare con un antidolorifico, meglio prendere la cosa di petto e affrontare un intervento radicale. Quindi lo scontro epocale credo sia inevitabile.
"D'altra parte ultimamente la fede nel soprannaturale patita".
Se ti riferisci,in particolare, come credo, alla scarsa fede nelle apparizioni e relativi segreti e profezie, hai perfettamente ragione.
È da un po che su questo sito lo vado dicendo, giacché noto molto scetticismo sull'argomento in ambito così detto tradizionalista.
In genere,però, vengo ripreso per questo e considerato un inguaribile ingenuo e credulone.
Penso,invece,che per quanto riguarda le più importanti apparizioni mariane,ufficialmente riconosciute dalla Chiesa, dovremmo prestare molta più attenzione. Penso anche alle profezie di santi e beati che,credo,abbiano una certa credibilità come,ad esempio, quelle della beata Katharina Emmerich.
Mi sembra, tra l'altro, che le suddette rivelazioni e profezie vadano tutte nella medesima direzione il che È un ulteriore argomento a loro favore.
Come te anche io penso che ci stiamo avvicinando allo scontro decisivo.
Antonio
"D'altra parte ultimamente la fede nel soprannaturale latita".
Se ti riferisci,in particolare, come credo, alla scarsa fede nelle apparizioni e relativi segreti e profezie, hai perfettamente ragione.
il "soprannaturale", più che apparizioni segreti e profezie, indica Il Signore e il Suo Regno da cui scaturisce l'azione di grazia dalla relazione con Lui nella fede, nella Sua Chiesa e la sua funzione santificatrice, docente e di guida (Scrittura, Magistero, Sacramenti, predicazione).
Quanto alle profezie ricordate, nel blog non mancano articoli e anche commenti con citazioni e rimandi e si continuerà a parlarne; ma, oltre a non essere vincolanti per la fede e pur con tutto il rispetto, le profezie non sono il nostro argomento preferito. E non mi pare che col nutrito materiale a disposizione non si trovi nutrimento per la nostra fede.
Crediamo nel Signore non nelle apparizioni, anche se possiamo ascoltarne e recepirne gli avvertimenti salutari, ma non facendone l'oggetto prevalente della nostra riflessione e meditazione...
"In quale parte del Segreto di Fatima, come è stato riportato, si parla di apostasia dentro la Chiesa?"
Opinione comune è che la parte in questione si trovi nella Quarta Memoria di Suor Lucia, nella quale si trova la famosa frase tronca: "In Portogallo si conserverà il dogma della fede etc.". Si parla appunto di mantenimento del dogma della fede rinviando con lo "etc." ad un discorso che doveva essere più articolato, da parte della S.ma Vergine. Nel 2000 il Vaticano ha pubblicato il Segreto utilizzando la Terza Memoria e citando la suesposta frase della Quarta in una nota a pie'di pagina, ben visibile.
Perché si è utilizzata la Terza Memoria e non la Quarta o non anche la Quarta, ad integrazione della Terza?
Il "Papa Emerito" sa certamente come stanno le cose.
Ma, nella pubblicazione del 2000, l'allora cardinale Ratzinger, nel Commento Teologico da lui scritto, non ha cercato di attribuire le visioni drammatiche del Segreto in larga misura ad impressioni soggettive di Suor Lucia?
La presente intervista del Cardinale Burke fa forse vedere le linee maestre del suo intervento al Convegno romano del 7 aprile p.v.
Egli sembra formulare con ancor maggior chiarezza importanti concetti, già espressi in passato.
Speriamo che l'indignazione montante per il comportamento ampiamente recidivo di Papa Francesco lo decida finalmente a procedere con la Correzione Dottrinale, non ulteriormente procrastinabile. Questo ritardo comincia a diventare una colpa.
PP
"in quale parte del Segreto di Fatima, come è stato riportato, si parla di "apostasia dalla fede dentro la Chiesa"?"
Mi pare che bastino queste parole
« La terza parte del segreto si riferisce alle parole di Nostra Signora: “Se no [la Russia] spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte” (13-VII-1917).
per fondare l'affermazione del card. Burke:
gravissimi mali sofferti a causa della diffusione del comunismo ateistico che corrisponde a quanto riportato sopra con l'aggiunta, che è una conseguenza, attribuibile a lui - che è l’apostasia dalla fede dentro la Chiesa. e che mi pare un dato di fatto difficilmente smentibile...
Obbedire a Cristo .
https://finedeitempi.wordpress.com/2018/04/05/e-sempre-piu-frequente-la-comunione-sacrilega-di-coppie-non-sposate-padre-lucas-prados/
Ma se non e' un'eresia affermare che l'anima svanisce nel nulla e, quindi, che l'inferno non esiste, mi devono allora spiegare quali sono le eresie.
Evidentemente, secondo i modernisti al potere, anche le eresie non esistono più.
Infatti affermano con orgoglio che dal CVII in poi la Chiesa ha rinunciato a condanne, scomuniche e anatemi.
Ma per i vescovi e i cardinali ancora cattolici l'eresia deve esistere ed essere condannata.
Soprattutto se l'eresia viene dal papa, cosa ormai accertata e pubblicata sui giornali.
E la conseguenza non è la correzione fraterna, ma la decadenza dalla carica.
Insomma, si discute dei limiti papali e della correzione fraterna, mentre Bergoglio manifesta pubblicamente eresie sempre più sfacciate, tutte concatenate e coerenti tra loro.
Quante ne deve sparare per essere considerato eretico?
Quante ne deve sparare per essere considerato eretico?
Per essere considerato ufficialmente eretico, e quindi decaduto dalla carica, deve essere formalmente corretto.
E ciò non capita né in una intervista né in un convegno seppur importante.
Tutti gli eretici nella storia della Chiesa sono stati corretti e invitati a rinunciare alle loro eresie. Anche ad un Papa bisogna riservare il privilegio di questa caritatevole procedura: mica si può deporlo ipso facto in base a generiche accuse o senza rispettare le formalità giuridiche!
Ma finché i cardinali (restanti) si limitano a passare l'acqua bassa senza fare quello che dovrebbero secondo il loro ben preciso DOVERE DI STATO possiamo parlare solo tra noi di eresia del Papa, di decadimento dalla carica, e niente più...
D'altronde il card. Burke l'ha scritto: ritiene che spetta al Sacro Collegio la correzione. Ora, quello che vorrei sapere (vediamo se sabato verrà detto di più) è come deve esprimersi il Sacro Collegio: all'unanimità? A maggioranza? Basta un numero minore di cardinali? Quanti?
Sur le même sujet, un prêtre courageux :
https://www.egaliteetreconciliation.fr/L-abbe-Rioult-pour-en-finir-avec-le-discours-du-pape-Francois-sur-les-migrants-50444.html
Grazie a Marius per il chiarimento.
Preciso che, personalmente, non mi sono mai aspettato ne' ho.scritto che nel convegno si deve fare la correzione formale, un.convegno è e rimane tale.
Riguardo all'eresia del papa e alle conseguenze si è molto discusso, anche qui, e la situazione non mi sembrava cosi pacifica.
Si è affermato, se non ricordo male, che con l'eresia (o l'apostasia) del papa - come dottore privato - verrebbe a mancare il presupposto fondamentale di unione con la Chiesa santa nella sua interezza.
Pertanto il papa eretico, o apostata, decadrebbe ipso iure dal suo ufficio.
Giuridicamente, cio' significa che la decadenza andrebbe solo dichiarata, come avviene nei casi di nullità in generale, se l'eresia è evidente, ovviamente.
Sicuramente il passaggio per la correzione fraterna è più prudente, graduale, opportuno e soprattutto adeguato per un papa, che per giunta usa l'ambiguità o che usa... Scalfari, lanciando la pietra e nascondendo la mano.
Ma nel caso di Bergoglio, i dubia vanno integrati e aggiornati, ora c'è l'evaporazione dell'anima, l'inesistenza dell'inferno e un paradiso che è una grande tenda per tutti i fedeli di tutte le religioni del mondo, allestita da un dio non cattolico.
"Giuridicamente significa che la decadenza andrebbe solo dichiarata..."
Ma chi la dichiara? Vale a dire: chi ha la competenza per dichiararla, trattandosi del papa? Un qualsiasi fedele? Ogni censura pubblica deve esser dichiarata da un'autorità competente a dichiararla.
Anche quando uno è scomunicato ipso iure occorre sempre una dichiarazione da parte dell'autorità appunto "competente". Occorre che l'autorità, agente nell'ambito della sua competenza, dichiari pubblicamente che tizio, a causa di ciò che ha detto o fatto, è da quel momento scomunicato, ossia fuori della comunione con la Chiesa visibile. Tale scomunica (ipso iure o latae sententiae) viene dichiarata senza un processo canonico, unilateralmente dall'autorità ecclesiastica competente. Ma appunto occorre sempre la pronuncia di un'autorità competente ad emetterla secondo la legge e/o gli usi e costumi. Non è che un fedele qualsiasi possa dichiarare scomunicato un altro fedele o un sacerdote o un vescovo, per dire, a causa di opinioni eretiche da lui eventualmente diffuse.
L'analogia con il caso del Papa che professi eresie sembra evidente. Ma qui non siamo ancora ad una messa sotto processo del Papa per deporlo formalmente. Siamo ad una fase preliminare, quella appunto delle correzioni dottrinali, ad opera sempre dell'autorità competente. Come nel caso di Lutero: prima della condanna formale e solenne, ci furono i colloqui con i teologi cattolici e gli ammonimenti a ritrattare le sue eresie.
La Correzione Dottrinale di Papa Francesco dovrebbe appunto inaugurare la prima fase.
Molti vorrebbero che nemmeno questa prima fase (che aspettiamo da due anni) si facesse mai. Applicano ciecamente il principio che il Papa non può esser giudicato da nessuno. Giusto. Ma si dimenticano il seguito della frase che lo racchiude, mai rinnegato da alcuno: "nisi a fide devius deprehendatur": non può esser giudicato "a meno che non si scopra che ha deviato dalla fede".
E qui le "deviazioni dalla fede" sono ormai una valanga.
PP
https://remnantnewspaper.com/web/index.php/fetzen-fliegen/item/3833-cardinal-burke-alluding-to-fatima-calls-for-hierarchical-opposition-to-the-errors-of-bergoglianism
Acuto aforisma in conclusione di un articolo:
https://www.lifesitenews.com/opinion/the-new-borgia-pope-francis-and-the-maradiaga-catastrophe
Pope Francis seems to have launched a new Renaissance in the Vatican. It has all the corruption, hubris, sodomy and worldliness of the original. But none of the art.
Papa Francesco sembra aver lanciato un nuovo Rinascimento in Vaticano. Ha tutta la corruzione, la superbia, la sodomia e la mondanità dell'originale. Ma nessuno dei risvolti artistici.
E comunque bisogna aggiungere che il Rinascimento della Chiesa, con tutti quei problemi, fu almeno efficacemente controriformista.
Sostanzialmente il cardinal Burke conferma quanto già detto nella quasi totale sordità del Sacro Collegio.
Il paragone era molto probabilmente ironico
Non lo si può ignorare come molti vorrebbero perchè lo seguono moltissimi sacerdoti che plasmano milioni di anime deboli che soccombono all'eresia..
Ringrazio prof. PP per la risposta.
Per evitare equivoci,però, preciso di non aver scritto che la decadenza ipso iure possa essere dichiarata dai fedeli, non l'ho nemmeno immaginata una cosa simile.
Ho solo rammentato che, per alcuni (non io), l'eresia manifesta del papa richiederebbe solo una dichiarazione, in quanto la decadenza si verificherebbe nel momento stesso della pronuncia dell'eresia.
Ma è ovvio che una così grave dichiarazione potrebbe provenire solo dall'autorità "competente", rappresentata solo dai singoli cardinali ancora cattolici, che infatti sono l'unica nostra speranza di porre fine a questo sempio quasi quotidiano.
Trattandosi del papa, sarebbe anche decisamente imprudente, nella pratica, adottare una simile soluzione senza farla precedere da una o più correzioni formali.
Tanto è vero che i cardinali dei dubia, prudentemente, hanno percorso l'unica via possibile, ma poi si sono fermati non si sa per quali motivi.
Forse, visto che i media sono tutti dalla parte di Francesco e chi osa criticarlo viene linciato, aspettano che lo stesso ne spari talmente tante da indurlo a rinunciare al papato (visto che ormai si è aperta la via), senza scandalo, privatamente, per evitare uno scisma.
Dubito fortemente che ciò avvenga, vista la sfrontata arroganza di Bergoglio e dei suoi fedelissimi, ormai privi di ogni scrupolo.
Ma se così fosse, vista la carica vitalizia, chissà quante altre ne dovremo sentire e quanto ancora dovremo soffrire ancora...!
"chissà quante altre ne dovremo sentire e quanto ancora dovremo soffrire ancora...!": ma perché, Aloisius, lei soffre per le fesserie che quell'uomo biancovestito spara ad ogni piè sospinto ? ma lo lasci andare dove ha scelto di andare (là dov'è pianto e stridor di denti), sarà lui a soffrire, e in eterno. Non sa che il segno distintivo del vero cristiano è la gioia? quella gioia che il mondo non può dare e nemmeno togliere, come dice il Manzoni nei Promessi Sposi? e allora? Dio vede e provvede, non dubitiamone, provvederà a noi e anche a lui ed ai suoi degni compari, stia certo. Stiamo lieti nel Signore, cari amici del blog, come diceva San Filippoo Neri.
Ma se così fosse, vista la carica vitalizia, chissà quante altre ne dovremo sentire e quanto ancora dovremo soffrire ancora...!
Tipo questa?
https://www.lifesitenews.com/news/cardinal-close-to-pope-francis-says-women-priests-and-bishops-possible
Il Cardinal Schönborn ha detto, “La questione dell'ordinazione sacerdotale delle donne è una questione che può essere risolta solo da un concilio. Non può essere decisa da un solo papa. È una questione troppo grande perché possa essere decisa da un solo papa".
Tre eresie in una frase: l'ordinazione femminile; che una questione ormai risolta definitivamente possa essere riaperta; che ci siano questioni dottrinali così grandi che non possano essere decise da un Papa. Vediamo un po' i turiferari difensori del Primato Petrino, fin nelle barzellette che racconta Bergoglio, cosa avranno da dire.
Non sa che il segno distintivo del vero cristiano è la gioia?
La gioia del cristiano non annulla il fatto che milioni di anime si perdano per colpa dei cattivi pastori...
Buona sera Maria,
ti faccio notare che il mio riferimento al soprannaturale era relativo al post di Tralcio che toccava questo tema. Inoltre non ho detto che su questo blog non si parli di apparizioni e profezie ma,piuttosto, che noto una sottovalutazione,di questo aspetto, che non condivido.
Quello che tu dici sul soprannaturale è abbastanza vero, ma non del tutto, in quanto il Signore si manifesta anche,anzi direi spesso a giudicare la Bibbia, attraverso i fenomeni succitati.
Tu dici:
il "soprannaturale", più che apparizioni segreti e profezie, indica Il Signore e il Suo Regno da cui scaturisce l'azione di grazia dalla relazione con Lui nella fede, nella Sua Chiesa e la sua funzione santificatrice, docente e di guida (Scrittura, Magistero, Sacramenti, predicazione).
Si, è vero, ma si manifesta CONCRETAMENTE attraverso segni esteriori.
Ai discepoli di Giovanni battista,che gli chiedevano se era lui il Messia,Gesù risponde citando i suoi molti miracoli(ciechi,muti,storpi ecc).
D'altro canto mi sembra che gli argomenti usati,in ambito così detto tradizionalista, sono esattamente quelli usati dai modernisti a proposito dei miracoli.
Ripropongono,infatti, una fede nuda e pura(protestante?) certo,a loro dire, per non cadere nel miracolismo e nel senzazionalismo.
continua...
...La migliore ed anche più semplice risposta è quella che ho ascoltato da un sacerdote spagnolo a radio Maria alcuni anni fa.
Il sacerdote in questione fece notare,semplicemente, che se i miracoli non fossero stati im portanti Gesù non li avrebbe compiuti. Invece ne ha compiuti tanti, "eclatanti" e pubblici.
Credo che lo stesso discorso si possa applicare tranquillamente anche ad apparizioni ,profezie e,in generale, a fenomeni mistici.
Molti vescovi modernisti,e anche questo papa, non a caso, hanno molto ironizzato sulla frequenza delle apparizioni e dei messaggi da parte della Madonna.
Io resto dell'idea che né il Signore né la madonna devono chiedere autorizzazione a chi che sia per manifestarsi.
Semmai questa frequenza dovrebbe farci capire l'urgenza della nostra conversione e,dunque, della necessità di prendere in serissima considerazione questi eventi,espressione della divina Misericordia.
Se la Chiesa e i papi,in particolare, avessero recepito davvero l'importanza di Fatima,ad esempio, consacrando la Russia al cuore immacolato di Maria, si sarebbero evitate all'umanità le tristi conseguenze che sono sotto i nostri occhi.
Mi sembra evidente l'impostazione marcatamente razionalista di questa concezione della fede,un po "disincarnata", che vedo espressa,mi spiace dirlo anche da te,il prof.Pasqualucci e altri ospiti del tuo blog, che per altro continuo a stimare,sia chiaro.
Interessante mi sembra l'analisi fatta ,a questo proposito,da don Gianni Baget Bozzo, di certo non accusabile di modernismo e chiamato dal cardinal Siri a dirigere la sua rivista.
continua...
...Dice Baget Bozzo:
" Un tentativo di ritrovare il nesso fra teologia e mistica avviene negli anni trenta con gli studi di Anselmo Stolz e di Reginaldo Garrigou-Lagrange.Su questa rinascita della mistica,dopo gli anni sessanta,scende il rasoio della teologia secolarizzata.
...Divenuta disciplina accademica e secolare, la teologia ritiene che l afede e la contemplazione nulla abbiano a che fare con il suo oggetto tutto razionale.
...In qualche modo la mistica si è ripresa i suoi diritti con le apparizioni maraiane e i movimenti carismatici.
Le apparizioni sono tenute in gran disprezzo dai teologi e spesso dai vescovi appunto perchè esse rompono il principio di secolarizzazione.
Ed è significativo che esse parlino a lungo di temi che la teologia secolarizzata ha soffocato: il peccato personale,il giudizio divino,la vita oltre la morte.
Naturalmente le apparizioni private non sono elementi costitutivi della Rivelazione...ma il fatto che possano avvenire fa parte della Rivelazione.
Esse si costituiscono di fatto contro l'indirizzo della teologia secolarizzata,sia per la loro esistenza sia per il loro messaggio. ( L'Anticristo ed. Mondadori )
Condivido sostanzialmente questo giudizio, e aggiungo che,a mio parere, ha lasciato pesanti strascichi anche in ambiente "tradizionalista".
Antonio
Antonio,
prendo atto delle nutrite citazioni, ma vorrei sapere quando mai ho (o abbiamo) disprezzato le apparizioni o sottovalutato i miracoli.
Il mio discorso mi pare chiaro e netto: ogni cosa al suo posto....
Due passi della Scrittura su cui riflettere, prima di lanciarsi in certe
critiche infondate:
1. "C'era un dignitario di corte il cui figlio si trovava ammalato a Cafarnao. Avendo egli sentito dire che Gesù dalla Giudea era tornato in Galilea, andò a trovarlo e lo pregò du recarsu a guarire suo figlio che era moribondo. Ma Gesù gli disse; "Se non vedete segni e prodigi, non credete". E il dignitario di corte insistè: "Signore, vieni prima che muoia il mo bambino". Gesù gli disse: "Va', il tuo figlio vive""(Gv 4, 46 ss.).
2. "Vi esorto, dunque, o fratelli, per la misericordia di Dio, ad offrire i vostri corpi, quale ostia viva, santa, gradita a Dio, come vostro atto di culto, secondo la ragione [Deo placentem, rationabile obsequium vestrum - to theo euareston, ten logiken latreian umon)."
"Rationabile obsequium vestrum": esso non esclude ovviamente il sovrannaturale ma non lo va a cercare a tutti i costi nelle fonti non canoniche, che possono contenere delle verità ma esser anche fonte di non piccola confusione.
Per ciò che riguarda le "rivelazioni private" si tratta non di miracoli ma di "segni" in genere dal carattere profetico; di profezie, come quelle rivelate a Fatima.
Ora, l'interpretazione delle profezie è da sempre cosa difficile e da farsi con molta cautela, anche per le profezie canoniche, cioè per le cosiddette "apocalissi neotestamentarie" e le profezie contenute nelle Lettere degli Apostoli (p.e. quella di san Paolo sulla futura conversione dell'intero Israele a Cristo). Sono difficoltà note: - per ciò che riguarda il "quando", i tempi della loro realizzazione - per ciò che riguarda l'esatto significato da attribuire ad alcune immagini o proposizioni. P.e., Nostro Signore mescola, nelle sue profezie sugli ultimi tempi, la distruzione del Tempio di Gerusalemme con le visioni della sua venuta il Giorno del Giudizio. Separare i due momenti non è sempre facile, nel suo discorso, come riportato nei Vangeli.
Cautela ancor maggiore si impone per le profezie contenute nelle "rivelazioni private". P.e.
il messaggio di Suor Lucia afferma che la II g.m. sarebbe cominciata sotto Pio XI mentre per la storiografia ufficiale è iniziata sotto Pio XII, il 1mo sett. 1939. Il problema si può risolvere, perché in Asia era già cominciata al tempo di Pio XI, con l'invasione giapponese della Cina o se si considera che in Europa essa stava già iniziando dal 1938, con le spregiudicate mosse di Hitler. Però quest'interpretazione, per quanto sensata e verosimile, non è tale da imporsi in modo assoluto.
Nelle rivelazioni private c'è poi molto loglio assieme al grano, nel senso che si vede citata sui blog ogni tipo di "rivelazione privata" o presunta tale. Si rischia di cadere così nel fideismo mescolato ad un devozionismo che si alimenta per di più all'altarino domestico della propria personale "ermeneutica", spesso infarcita di numerologia e quant'altro.
Prudenza impone di restare allo "obsequium rationabile" di san Paolo, che non ha nulla a che vedere con la deformazione "razionalistica"del Cattolicesimo, dando alle profezie e alle rivelazioni private riconosciute il giusto valore, pertanto senza mai dimenticare che non sta a noi mettersi a discettare sul loro significato per fondare su di esso la norma della nostra azione.
PP
e insomma alla fine dopo tutta questa attesa... la montagna ha partorito il topolino... un convegno semiclandestino, tenuto segreto fino all'ultimo, organizzato in fretta e furia... parecchie le defezioni... l'irruzione di Minutella e seguaci roba da Bagaglino cattolico... per poi cosa? Manco fosse avvenuta finalmente la correzione... che delusione!!!
Devo spiegarmi veramente male se continuano certi equivoci.
Non confondo i miracoli con le profezie o le apparizioni, semplicemente ho fatto un esempio per analogia,come ho cercato di spiegare inutilmente.
Non vado a cercare il soprannaturale a tutti i costi e ho fatto,non a caso, riferimento a Fatima, forse la più importante apparizione mariana,ufficialmente approvata.
Non mi metto a fare interpretazioni personali,mi basta il discernimento della Chiesa.
Ma,visto che secondo lei è tutto molto aleatorio, non capisco perché il Signore si ostini a inviarci messaggi tramite la Madonna o profezie tramite mistici.
Non sarà che siamo un popolo duro di cervice?
Con rinnovata stima
Antonio
P.S. San Paolo ci invita anche a non disprezzare le profezie e spegnere lo spirito, se vogliamo dirla tutta.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/taranto-trasferiti-i-due-preti-che-non-lavarono-i-piedi-agli-1513256.html
Portare la croce puo' far solo bene .
Della necessita' di de-dogmatizzare la Chiesa Cattolica e tanto altro .
https://www.youtube.com/watch?v=0dw9NNsn4DE
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