Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 24 dicembre 2019

Impregnati della divina rugiada - don Elia

Nel turbine delle cronache incalzanti, custodiamo l'atmosfera del Santo Nstale.

«Considera, o uomo, il piano di Dio, riconosci il piano della Sapienza, il piano della pietà. Prima di irrigare l’aia di celeste rugiada, la infuse tutta nel vello: quando si apprestava a redimere il genere umano, ne racchiuse l’intero prezzo in Maria. Perché questo? Forse perché Eva fosse scagionata mediante la figlia e l’accusa dell’uomo contro la donna fosse sopita una volta per sempre. Non dire più, o Adamo: “La donna che mi hai dato mi ha dato dell’albero proibito” [cf. Gen 3, 12]; di’ piuttosto: “La donna che mi hai dato mi ha cibato del frutto benedetto”» (san Bernardo di Chiaravalle, Sermone per la Natività della Beata Vergine Maria, 6). Tipico esempio di esegesi allegorica, quest’acutissima intuizione del Dottore mellifluo si presta a sua volta ad un’ulteriore interpretazione in rapporto con l’odierna congiuntura ecclesiale. Il nostro adorabile Maestro non smette di parlarci – attraverso la Scrittura, la Tradizione e gli stessi avvenimenti – per illuminare la situazione in cui viviamo e guidarci sulla via sicura dei Suoi disegni di soprannaturale sapienza, che si lasciano intravedere dagli umili e dai semplici.

Nel racconto biblico Gedeone, chiamato a porsi alla testa del popolo oppresso dai Madianiti a causa della propria infedeltà, prima di attaccar battaglia contro di loro chiede a Dio un duplice segno: deposto a terra un vello di lana, domanda dapprima che la rugiada notturna lo impregni lasciando secco il terreno intorno, poi che essa, viceversa, bagni il terreno lasciando asciutto il vello (cf. Gdc 6, 36-40). San Bernardo coglie in quest’episodio, al di là del senso letterale, un’oscura prefigurazione dell’Incarnazione: la grazia redentrice, prima di effondersi su tutta l’umanità, ha riempito la Vergine che ha portato in grembo il Prezzo del riscatto, ricolmandola a tal punto che – come il medesimo autore sostiene nel celebre Sermone dell’acquedotto – è da Lei ridondata sugli altri. L’Immacolata è dunque, in virtù della Sua cooperazione alla Redenzione (in una parola, in qualità di Corredentrice), Mediatrice di tutte le grazie. Questa è una verità di fede saldamente attestata dalla Tradizione e dal Magistero; pertanto non viene nemmeno scalfita da invettive sconnesse, per quanto apparentemente autorevoli: le realtà divine rimangono quello che sono, a prescindere dalle confuse idee di chi le conosce poco e male.

Ora, nel bagliore di questo lampo sui misteri dell’opera salvifica, possiamo anche noi penetrare un po’ nel modo di agire della Provvidenza nell’attuale momento storico, che ci prepara ad una svolta epocale. Prima di estendere universalmente la Sua azione di salvezza, Dio usa realizzare in piccolo ciò che intende poi fare in grande: comincia con pochi quel che vuole comunicare a molti. Avvenne così con la Chiesa nascente raccolta nel Cenacolo intorno alla Madre (cf. At 1, 13-14); fu così anche con tutti i grandi Ordini religiosi e con i movimenti di genuino rinnovamento della Chiesa: un nucleo iniziale, per quanto umanamente debole e ristretto, riceve una sovrabbondanza di grazia che dovrà poi riversare su tanti altri, ad ampio raggio. Questo avvio passa spesso inosservato, in quanto gli strumenti scelti dall’Alto, prima di lanciarsi nella missione ricevuta, devono essere accuratamente formati così da potersi impregnare di quella rugiada del Cielo che in seguito traboccherà all’esterno per irrigare tutto il campo. Dobbiamo quindi avere occhi capaci di scorgere quest’opera nascosta di fecondazione che, silenziosamente, procede indisturbata.

Sono sempre più sorpreso nel costatare quante persone, per le vie più diverse, riscoprono la Messa tradizionale. Anche chi vi capita “per caso” rimane positivamente colpito da qualcosa che non riesce subito a individuare, ma che gli parla al cuore con straordinaria efficacia. Non è semplicemente la nostalgia di quanti, ormai avanti con gli anni, sentono riaffiorare i dolci ricordi dell’infanzia, bensì una percezione più profonda che afferra pure i più giovani: l’inequivocabile sentimento di trovarsi alla santa presenza di Dio, nel corso di un evento che, pur trascendendo il mondo e la storia, si sta compiendo proprio là, in quel preciso istante. Hoc est enim corpus meum… Hic est enim calix sanguinis mei, novi et aeterni Testamenti… L’avvenimento centrale della vicenda umana, che la redime dal male e la dischiude alla vita dell’eternità, si attua qui e ora, trasportandoci sul Calvario, con Maria e Giovanni, all’immolazione della Vittima perfetta: hostiam puram, hostiam sanctam, hostiam immaculatam… Tutto, nel rito, calamita le anime verso questo momento così solenne in cui il Dio-uomo, nella sua povertà disarmante, si “materializza” tra le mani del sacerdote.

Egli solo è capace di abbassarsi tanto per puro amore, come nella sua prima venuta: Et Verbum caro factum est, et habitavit in nobis: et vidimus gloriam eius… Le parole di san Giovanni riecheggiano alla fine a suggellare il rinnovarsi dell’inaudito mistero, abisso senza fondo che risucchia dolcemente i cuori per riempirli di sé. Anche chi ha poca familiarità con il latino, una volta superate le comprensibili difficoltà iniziali, a poco a poco si abbandona a questo vortice di insondabile misericordia, che non richiede da parte dell’uomo particolari prestazioni pratiche o intellettuali, bensì soltanto fede viva e umiltà profonda. Che sollievo rendersi conto che l’agente principale è un Altro, la cui azione porta frutto nella misura non dell’agitarsi nella liturgia, ma delle disposizioni interiori e dell’adesione alla Sua volontà! Svanisce di colpo ogni velleità di apparire o di dimostrare le proprie capacità creative, che risultano ridicole di fronte a un fatto di tale dignità e importanza. Come vuole il Signore, si ritorna bambini che, rapiti dallo stupore, si lasciano imboccare senza accampare pretese di sorta, che son del tutto fuori luogo nel ricevere un dono così sublime.

Ecco dunque in qual modo la Provvidenza sta silenziosamente impregnando il campo devastato della Chiesa per farlo rifiorire a tempo debito. Questo non significa di certo che si debba smettere di punto in bianco di frequentare la Messa nuova, qualora la distanza o la situazione familiare non consenta di partecipare sempre a quella antica. Ognuno farà quel che può, sapendo che il Padre conosce i desideri genuini e li accoglie come un olocausto, concedendo le stesse grazie a chi lo serve con tutto il cuore nella forma che gli è consentita. È inammissibile indurre i fedeli a violare il terzo comandamento e a privarsi della comunione, quando oltretutto le sfide da affrontare e le croci da portare sono così dure. Certi sillogismi nascono da quella superbia intellettuale che è una delle armi preferite dal demonio per far deviare anche i buoni, che non riesce a sedurre con i mezzi ordinari. D’altra parte, le modifiche annunciate per la terza edizione del Messale italiano non sono tali da invalidare la Messa, anche se vanno ulteriormente, da quanto è dato dedurre, nella direzione di un naturalismo panteistico che è già largamente presente, ma contro il quale, grazie a Dio, siamo ormai vaccinati.

Chiediamo all’Avvocata di Eva, in questa novena di Natale, di cibarci del Frutto benedetto che ha portato in grembo e dato alla luce allo scopo di offrirlo un giorno per noi sul Calvario, di quel Pane del cielo che porta in sé ogni dolcezza e sazia ogni fame di verità, di bene, di amore e di bellezza. Più il deserto che siamo si lascia impregnare dalla divina rugiada, più si avvicina la sua mirabile fioritura. Lo ripeto ancora una volta: fissiamo lo sguardo non sul marciume, lasciandoci divorare dalla rabbia o dallo sconforto, ma sull’opera nascosta del Salvatore, il quale pure ora, come quando si incarnò nel grembo della Vergine, intride in silenzio il vello che formiamo, per quanto dispersi. Così ci prepara alla Sua ultima venuta, quella gloriosa e sfolgorante che preluderà al Giudizio universale. Avete mai pensato alla grazia di trovarsi fin d’ora dalla parte giusta e di essere strumenti della conversione di quanti sono lontani? Non guardate indietro, verso un passato idealizzato che non è mai esistito, ma tendete lo sguardo in avanti, vivendo il presente con fiducia e gratitudine e pregando per rimanere perseveranti, succeda quel che succeda.

Intuere, o homo, consilium Dei, agnosce consilium Sapientiae, consilium pietatis. Caelesti rore aream rigaturus, totum velleri prius infudit: redempturus humanum genus, pretium universum contulit in Mariam. Ut quid hoc? Forte ut excusaretur Eva per filiam, et querela viri adversus feminam deinceps sopiretur. Ne dixeris ultra, o Adam: Mulier quam dedisti mihi, dedit mihi de ligno vetito; dic potius: Mulier quam dedisti mihi, me cibavit fructu benedicto.

18 commenti:

tralcio ha detto...

Grazie di cuore don Elia.
Che il Signore la benedica e la consoli sempre.
Buon Natale!

Anonimo ha detto...

Fatevi la doccia!

Anonimo ha detto...

Don Elia, facendo così approveremmo anche questo cambiamento imitando l'illustre emerito pensionato inventore del papato bicefalo, che parla solo per ciò che gli pare, ed anche ereticamente a volte. Chi tace acconsente, non concordo che si debba tacere ma anzi, che si debba chiedere spiegazioni e motivazioni riprovando il cambiamento in assemblea: questo sarà gradito a Dio mentre i buonassera e simili, ad imitazione profana, non lo sono.

giacomo muraro ha detto...

"È inammissibile indurre i fedeli a violare il terzo comandamento e a privarsi della comunione".
Con queste parole don Elia credo voglia far riferimento alla Fraternità Sacerdotale San Pio X. La FSSPX non intende assolutamente indurre i fedeli a violare il terzo comandamento; esprime solo la sua contrarietà ad un rito decisamente di stampo luterano (ricalcato pedissequamente sul rito anglicano di Cranmer e di Lutero). E' evidente che la vecchietta o i fedeli non istruiti frequenteranno la nuova Messa di Paolo VI senza porsi tanti problemi, e fanno bene. Ma coloro (e i lettori di don Elia sono fra questi) che si rendono conto del veleno disseminato nel nuovo rito, della sua ambiguità, delle profanazioni e dei sacrilegi che vi avvengono, ecc., in definitiva della possibilità che la messa sia invalida, hanno il dovere morale di abbandonare quel rito e di frequentare esclusivamente il vetus ordo. E chi ne fosse impedito, per i troppi km. da percorrere o per altre difficoltà in coscienza insuperabili, può benissimo assolvere al precetto festivo ascoltando la Santa Messa di san Pio V su internet. Sul sito messainlatino si possono trovare tutte le indicazioni.

Anonimo ha detto...


Cercare di andare quando si può alla sola Messa Vetus Ordo ed evitare il più possibile la Messa di Montini, anche a costo di restare a casa la Domenica a dire preghiere in sostituzione, era un consiglio dato da mons. Marcel Lefebvre. Applicando i concetti espressi da don Elia si sarebbe trattato di un cattivo consiglio, frutto di "superbia intellettuale".
Mons. Lefebvre sarebbe allora stato un superbo, che si sarebbe ribellato alla Chiesa per superbia. Senza quella "ribellione", provocata dallo stato di necessità e non dalla superbia, possiamo dire con certezza che la Messa di rito antico sarebbe scomparsa e don Elia non potrebbe oggi vantarne le bellezze spirituali.
Egli stesso riconosce che la Messa NO è cattiva, tant'è vero che, con le ultime annunciate novità, assumerebbe sempre più i tratti di un rito "panteistico". Stando così le cose, non si capisce come possa costituire violazione del precetto domenicale non andare a una Messa del genere. E non si capisce come possa don Elia consigliare ai fedeli di servire due padroni, la Messa buona e quella cattiva, illudendoli di esser "ormai vaccinati"(?) contro la subdola e protestantica atmosfera della Messa NO.
Z.

Anonimo ha detto...

In merito ai commenti h.16,16 e 16,35 i fedeli chiedono chiarimenti precisi da parte di un mons. Viganò o altri ancora cattolici: i fedeli che capiscono ormai l'apostasia infatti non sanno più che pesci pigliare, che il rito sia protestantizzato è indubbio, che sia valido non si sa, se sia sgradito a Dio pure ….partecipare a VO con km a gogò per ritrovarsi con "superbia intellettuale" di ex scismatici non più tali senza che nulla sia intervenuto a modificare le cose, il che neppure si capisce, sempre per chi è giunto a comprendere, altrettanto non è chiaro se sia gradito…. i don Elia sono sulle dita di una mano forse, sempre a trovarli….. sarebbe gradito un intervento chiarificatore delle alte sfere prima che scenda la rugiada nemica a peggiorare ulteriormente. Sarebbe gradito a Dio oltre che ai fedeli.
Bastabugie pubblica questo articolo su un papa corrotto. La dottrina però non era corrotta. Il caso quindi è diverso dal nostro. Il doppio papato non esiste. Le eresie pertinaci conscie estromettono dal Corpo mistico.
http://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=5921


Anonimo ha detto...

Non capisco se la rugiada è quella che da poco sostituisce lo Spirito Santo.
La Santa Messa: se non posso andare di persona al VO, la seguo con grande serenità su internet.
Vado al VO non per nostalgiche memorie dell'infanzia ma, perché il teatrino del NO mal mi disponeva e mal mi dispone verso il prossimo in simulazione di sacralità.

mic ha detto...

Questo discorso sul VO e NO porta sempre a visuali completamente opposte.
Ne abbiamo parlato miriadi di volte e ognuno resta sulle sue posizioni...
Percosso il pastore, le pecore sono disperse.
Non ho bisogno di riaffermare quanto sia consapevole della diminutio del NO rispetto al VO e quanto soffra dell'impedimento di non poter partecipare regolarmente all'antico Rito che ritengo sacro e venerabile oltre che ineguagliabile.
Del resto ci ho scritto un libro denso di considerazioni e confronti... 
Ma, non potendo vivere nell'astrattezza delle convinzioni, finora mi sono barcamenata nel compromesso di partecipare al NO della mia parrocchia - che peraltro ha la grazia di sacerdoti che celebrano degnamente e fanno prediche più che corrette senza mai scadere nella politica - perché sono convinta che la grazia profusa dal Signore sacramentato che si fa comunque presente nella messa celebrata degnamente non sia meno efficace in chi lo cerca e lo adora con cuore sincero. 
Per questo le indicazioni della FSSPX (che comunque non è mai stata scismatica), di non partecipare al NO ottemperando al precetto (che richiede la presenza) col rosario, non mi hanno mai convinta. A meno che non ci si trovi in situazioni, che purtroppo sono frequenti, di parrocchie protestantizzate. E resta l'impegno di cercare sacerdoti secondo il cuore del Signore; il che non è sempre facile.
Ma non mi sento di trarre conclusioni e di dare altre indicazioni. Parlo per me. Poi spero che il Signore ci dia la grazia di farci uscire da questa fitta nebbia. Altro, al momento non so.

mic ha detto...

Naturalmente dò per scontato che chi può scelga l'antico Rito...

Josh ha detto...

Auguri a tutti!

giacomo muraro ha detto...

“Non abbiamo mai detto che la nuova Messa sia eretica. Purtroppo essa è, si potrebbe dire, ancora peggio. È EQUIVOCA, è flessibile in diversi sensi. FLESSIBILE A VOLONTA’. La volontà individuale diventa così la regola e la misura delle cose. L’eresia formale e chiara agisce come un colpo di pugnale. L’equivoco agisce come un veleno lento. L’eresia attacca un preciso articolo del dogma. L’equivoco, lede lo stesso habitus della fede e vulnera così tutti i dogmi. Si diventa formalmente eretici solo volendolo. L’equivoco può invece demolire la fede di un uomo a sua insaputa. L’eresia afferma quello che il dogma nega o nega ciò che esso afferma. L’equivoco distrugge la fede altrettanto radicalmente, astenendosi solo dall’affermare e dal negare; facendo della certezza rivelata una libera opinione” (p. 252). Il peccato originale del nuovo rito è quello di “aver voluto fabbricare una ‘messa’ passe-partout, che può essere celebrata sia da un cattolico che da un protestante”. (dal libro dell’abbé Raymond Dulac, Il Diritto della Messa Romana p. 256).

Anonimo ha detto...


La pia vecchietta che farebbe benissimo a continuare ad andare al NO..

Ma se nessuno la metterà mai sull'avviso, rischierà di cambiare religione senza accorgersene!

giacomo muraro ha detto...

Rendiamoci conto una buona volta di una cosa tremenda che è successa: i sacerdoti formati nei seminari dopo il CV2 conoscono solo la teologia del cristianesimo anonimo di Karl Rahner. Di conseguenza (io ne ho fatto l’amara esperienza) NON CREDONO PIU’ alla divinità di Cristo, all’Immacolata Concezione, alla verginità di Maria, al peccato originale, alla Resurrezione, alla transustanziazione. Insomma, “al Credo non ci credono”. E non pensiamo che siano eccezioni. Tantissimi preti, da bravi modernisti, sanno dissimulare a meraviglia le loro eresie. Di conseguenza, IL RISCHIO DI INVALIDITA’ DELLA MESSA NOVUS ORDO in questi ultimi decenni, in cui i vecchi presbiteri vanno scomparendo, E’ AUMENTATA IN MODO ESPONENZIALE. Lodevoli eccezioni non mancano, ma rimangono eccezioni che confermano la regola.
Ci troviamo, ahimè, con una chiesa divenuta un contenitore svuotato della sostanza cattolica. Maria auxilium christianorum, ora pro nobis.

Anonimo ha detto...

Guardiamo i fatti:
la maggior parte dei fedeli della FSSPX fa ogni domenica (OGNI !!!) centinaia di chilometri per andare a Messa: pure famiglie con numerosa prole con cui, come tutti sanno, non è certo agevole spostarsi. Oltre a ciò, andare a Messa comporta anche sacrifici economici: costi autostradali e di carburante, o eventualmente di mezzi pubblici.
Questo perché la domenica è "il giorno del Signore", a cui non si dedicano le briciole di un'oretta sotto casa con il solito moderno rito un po' avvelenato (per carità, solo un po' avvelenato va benissimo, ma non troppo altrimenti non sarebbe più accettabile) ma comunque degnamente celebrato (wow!!!).

Chissà perché don "Elia" si premura accuratamente di non menzionare mai queste cose, che sarebbero di edificante esempio per tutti?
Che sia il fatidico ben noto suo dente avvelenato che, ahimè, rischia di ...autoavvelenarlo?

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/e-mattarella-muto/

Anonimo ha detto...

scusate, ma come si fa a seguire la Messa in latino su internet? Sul sito missainlatino non sono riuscita a trovare un link. Potreste postare un link per favore? Non ho mai partecipato ad una Messa vetus ordo perché anche da piccola erano già tutte in italiano. Da noi non se ne dicono e comunque al momento non posso recarmi neanche nella mia vicina parrocchia per motivi di salute. Anche cercando direttamente su youtube non sono riuscita a trovare quelle delle domeniche pertinenti. Grazie a chi vorrà rispondermi.

Anonimo ha detto...

Magistrale. Parole che non sapevo di attendere, ma di cui di fatto avevo bisogno, e mi hanno portato conforto. Grazie
Tommaso Amadei

giacomo muraro ha detto...

https://fsspx.it/it/s-messa-cantata-diretta-dal-priorato-di-rimini-della-fsspx

Questo è il link per ascoltare la Messa VO ogni domenica alle 10,30
Per cercare la Messa VO più vicina a Roma, nel Lazio, Città del Vaticano, Abruzzo e Molise, vedi il link qui sotto:

http://blog.messainlatino.it/2014/08/elenco-messe-vo-nel-lazio-in-abruzzo-e.html