Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 7 marzo 2022

«Il conflitto poggia sulla visione per noi assurda che per frenare la deriva antropologica europea si possa ricorrere anche alle armi»

Un aspetto ed elementi da non sottovalutare: pensieri che avevo fatto anch'io e che stavo elaborando; ma, visto che c'è chi mi ha preceduta, li riprendo di seguito. 
Leggevo proprio su Il Messaggero di ieri e cito: Per il Patriarca Kirill la guerra è moralmente giusta e utile a fermare la lobby gay occidentale – Città del Vaticano – In Ucraina è in corso una guerra giusta, dal punto di vista morale, che serve per proteggere la regione del Donbass che da anni è attaccata dalle forze del male, da una specie di Anticristo che avanza e oscura i valori tradizionali cristiani. Dietro le quinte di tutto questo si muove potente la lobby gay. Il Patriarca di Mosca, Kirill ha manifestato oggi - in un discorso pubblico apparso sul sito ufficiale -  questa visione apocalittica. Da una parte le forze del male, e dall'altra le forze del bene. Egli  ha rilevato di come nel Donbass [che peraltro ha sofferto anni di repressioni sanguinose da parte dei miliziani ucraini che non entrano nella vulgata del mainstream -ndr] la gente (a maggioranza russofona) rifiuti «i cosiddetti valori di chi rivendica il potere mondiale».  Kirill descrive un mondo marcato dal consumo eccessivo e da una apparente libertà. «La prova è molto semplice e allo stesso tempo terrificante: si tratta di una sfilata dell'orgoglio gay. La richiesta di organizzare una sfilata dell'orgoglio gay è una prova di fedeltà a quel mondo molto potente; e sappiamo che se le persone o i paesi rifiutano queste richieste, non fanno parte di quel mondo, ne diventano alieni». Il Patriarca di Mosca rincara poi la dose e afferma che «per entrare nel club di quei paesi bisogna fare una parata dell'orgoglio gay (…) Si tratta quindi di imporre con la forza il peccato che è condannato dalla legge di Dio, il che significa imporre con la forza la negazione di Dio e della sua verità alle persone». [vedi].
Ma in ballo, insieme alla cultura Lgbt, c'è l'inversione legalizzata di tutti i principi fondanti della nostra fede nonché della nostra civiltà: basti pensare al dilagare dell'aborto, all'eutanasia, all'imposizione del gender e dei matrimoni omo, allo ius soli troppo spesso evocato dalla sinistra, alla denatalità che si pretenderebbe risolvere, invece che con la cultura della vita riagganciata alle radici cristiane rinnegatemediante una sostituzione etnica provocata dall'invasione di masse senza controllo [qui] (non mi riferisco ovviamente ai veri profughi, che è doveroso accogliere).

«Il conflitto poggia sulla visione per noi assurda che per frenare la deriva antropologica europea si possa ricorrere anche alle armi»

Molti pensano che le guerre scoppino solo a causa di motivi economici. Certo, l’approvvigionamento delle materie prime, il controllo delle rotte commerciali, la penetrazione dei mercati sono fondamentali; ma limitarsi a questo, pur se importante, fattore, impedisce di comprendere che è la logica di potenza – o di sub potenza – a muovere gli stati. Perciò è utile analizzare le vicende internazionali alla luce della geopolitica, la quale non può fare a meno di considerare aspetti che gli “economicisti” (e con loro gran parte della Politica) non solo faticano a comprendere ma che addirittura snobbano: culturali, sociali, antropologici, religiosi. Torna utile, in questo senso, nell’attuale crisi, capire i movimenti interni alle varie chiese presenti sul campo: le Chiese di Russia e Ucraina e le relazioni tra queste e la Chiesa di Roma.


A tal proposito conviene leggere l’intervista della “Verità” al teologo Nicola Bux (esperto di liturgia, nominato da Papa Benedetto XVI consultore dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche e del Culto Divino). Lo stesso Bux che nello scorso dicembre affermava che nelle organizzazioni Ue è presente una influente componente anticristiana, ciò deducendosi, secondo lui, dai tanti pronunciamenti e comportamenti di favore nei confronti di gruppi e minoranze che «vogliono imporre una visione anticattolica»; e criticava la proposta fatta da Papa Francesco nel suo viaggio a Cipro. «Il paradosso attuale», sosteneva Bux, «è che si invoca l’inclusione dei migranti provenienti dai Paesi islamici, ma si finisce per proporre loro il modello Lgbt, cioè un’impostazione che gran parte di queste persone rifiuta. Se non si considera la fisionomia del corpo che accoglie, il processo di integrazione finirà con un violento rigetto, proprio come un trapianto andato a male». Secondo Bux con l’Islam non può esserci compatibilità, «al massimo, può esserci tolleranza». Ma, e qui il paradosso diventa davvero enorme, «oggi l’Europa pecca di una grave intolleranza nei confronti di chi, egualmente europeo, non la pensa come i gruppi di potere che dettano l’agenda. Se non siamo in grado di proporre tolleranza tra noi stessi, come possiamo pretendere di essere inclusivi verso le altre culture?»

Nicola Bux (esperto di Chiese e liturgie orientali), nell’intervista pubblicata oggi, parla dell’altra guerra, quella religiosa. Don Nicola ritiene che questo conflitto metta fortemente in imbarazzo il Vaticano, perché «dopo aver portato avanti un ecumenismo falso, papa Francesco è bloccato, non sa che pesci prendere: se si muove in favore di Mosca, si espone alle accuse dell’Occidente; se si muove contro, rischia di pregiudicare la parata in agenda con il patriarca russo Kirill». 

 Prima dei missili c’è una questione culturale: «La Russia ha recuperato le radici cristiane che l’Europa ha smarrito. Il conflitto poggia sulla visione, per noi assurda, che per frenare la deriva antropologica europea si possa ricorrere anche alle armi». D’altronde, precisa il teologo, «gli Usa hanno fatto la stessa cosa: abbiamo visto che cosa ha comportato l’idea di esportare la democrazia nei regimi mediorientali». 

Lo scisma tra il patriarcato di Mosca e quello di Kiev è stato un duro colpo per il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, e il riconoscimento della Chiesa ucraina indipendente da parte del patriarcato di Costantinopoli ha indebolito la sua figura. Bux ricorda come sia importante per gli ortodossi la “sinfonia” tra Chiesa e Stato: «Le due realtà, se pur distinte, devono marciare in armonia se vogliono raggiungere la salvezza dell’umanità». Solo alla luce di questa “sinfonia” si può comprendere come «Mosca voglia proteggere la parte di nazione russa presente in Ucraina con una sua Chiesa, anche se ciò contrasta con la visione della cultura e della politica proprie della Chiesa ortodossa ucraina, su cui ha steso il suo manto Bartolomeo di Costantinopoli». E non a caso, ricorda Bux, Bartolomeo è «supportato dagli americani; e tollerato dai turchi, perché dietro c’è l’America», ma anche il Vaticano protegge il patriarcato di Costantinopoli, «altrimenti Ankara lo avrebbe già buttato a mare: turchi e greci sono cane e gatto».

Ma che ruolo potrebbe avere il Vaticano in questa guerra? «Appiattita com’è sulla visione democratica americana e su quella popolar movimentista latino americana, temo che la Santa Sede non avrà alcun ruolo, almeno non di peso». Papa Francesco si è schiacciato sulle posizioni del Patriarca di Costantinopoli e sulle sue battaglie “verdi”. «Credo che ciò sia imbarazzante anche per Mosca: come potrebbero accettarlo dopo aver ascoltato le proposte che in questi anni ha portato avanti?». Quali? «L’appoggio all’immigrazionismo indiscriminato, per lo più di matrice islamica. Per i russi, quello islamico è un popolo da evangelizzare e non riescono a tollerare che l’Europa cristiana si lasci invadere in maniera passiva». E qui Bux ricorda la lectio magistralis dell’alto rappresentante del patriarcato moscovita, il metropolita Hilarion Alfeev, che dalla facoltà di Bari lanciò un duro attacco al cristianesimo europeo «asservito a una agenda che svende il continente e stravolge l’antropologia». 

E sulla visita di papa Francesco all’ambasciata russa presso la Santa Sede? «Francesco si lancia in questi atti spettacolari perché vuole farsi notare, far vedere che rompe gli schemi. Non si accorge che rompe la sacralità della figura del papa.» (Antonio Catalano)

52 commenti:

Anonimo ha detto...

Che a Mariupol le persone siano bloccate dalle milizie naziste filo-Nato non lo dicono solo i russi ma anche Medici senza frontiere.

Anonimo ha detto...

Il metodo di Putin è un metodo che nessuno può approvare. Occorre però riprendere l’attività diplomatica. La guerra è inammissibile.
Vittorio Sgarbi

Anonimo ha detto...

L'ora di odio Orwelliana si è spostata dai no-vax ai filo-russi.
Leggete "1984" per capire come ci manipolano.

Anonimo ha detto...

Si vis pacem para bellum. La guerra non è inammissibile, l'uomo farà sempre le guerre a causa del peccato originale, perché non vogliamo rendercene conto? Putin non è peggiore del suonatore di tastiera (non diciamo con cosa...) Che poi in un mondo edonista il marcio non da fastidio, da fastidio la guerra, però solo quella Russa verso l'Ucraina, e non consideriamo la terza tentazione del demonio a chi volentieri ci casca, e non importa prendere l'esempio da Nostro Signore che risponde alla tentazione "Solo Dio adorerai, solo a Lui renderai culto". Biden non vince la sua guerra abortista , al nono mese, per via della resipiscenza di deputati e senatori , ma nessuno ne parla: eppure si evita una peggiore strage degli innocenti, ma il politicamente corrotto pensa ai bambini uccisi nella guerra attuale (ovviamente gravissimo e ingiustificabile) ma l'ipocrisia non si fa scrupoli non a giustificare ma a sostenere diabolicamente la strage degli innocenti di "pacifisti" "liberali" liberticidi accoliti del demonio osannati dagli idioti che urlano alla luna la democrazia e non la dittatura, la libertà e non le costrizioni, la pace e non la guerra... Ma quale pace?, Quale libertà? Non certo la pax Christi in regno Christi né la libertà nella Verità dei figli di Dio.

Dalla stessa intervista a La Verità ha detto...

Intervista di Antonio di Francesco a don Nicola Bux su "La Verità"
Ci sono le bombe, che dilaniano città e spezzano vite. Ci sono i tavoli negoziali, che allontanano le parti anziché avvicinarle, rendendo più concreta la prospettiva che il «peggio» debba ancora venire. E poi c’è l’altra guerra, quella religiosa, che lacera le Chiese di Russia e Ucraina. «Questo conflitto mette fortemente in imbarazzo anche il Vaticano», racconta alla Verità don Nicola Bux, teologo ed esperto di Chiese e liturgie orientali. «Dopo aver portato avanti un ecumenismo falso, papa Francesco è bloccato, non sa che pesci prendere: se si muove in favore di Mosca, si espone alle accuse dell’O c c idente; se si muove contro, rischia di pregiudicare la parata in agenda con il patriarca russo Kirill».
Don Bux, il mondo arabo è diviso da un conflitto religioso che va avanti da secoli. Si aspettava anche una nuova guerra tra cristiani, combattuta sul continente europeo?
«Mi torna in mente l’intervista che l’ideologo russo Alexander Dugin ha rilasciato al quotidiano Il Foglio, qualche anno fa: “Da patria del logos, l’Europa è diventata la caricatura di sé stessa, tutta spostata sulle ideologie gender e liberal”. Di fronte al tradimento delle radici cristiane, penso che Vladimir Putin si sia sentito investito di una missione, una sorta di ritorno al passato. Con l’appoggio della Chiesa ortodossa di Mosca».
Oltre alla presenza dei missili Nato al confine ci sarebbe altro, secondo lei? «Prima dei missili, c’è una questione culturale: la Russia ha recuperato le radici cristiane che l’Europa ha smarrito».
Cosa c’entra la guerra in tutto questo? «La guerra è anche l’esito di tutto ciò: il conflitto poggia sulla visione, per noi assurda, che per frenare la deriva antropologica europea si possa ricorrere anche alle armi».
Ecco, per noi è assurdo.
«Il problema è che l’Occidente, in particolar modo gli Stati Uniti, hanno fatto la stessa cosa: abbiamo visto che cosa ha comportato l’idea di esportare la democrazia nei regimi mediorientali » .
Siamo di fronte a due concetti diametralmente opposti di democrazia, non trova?
«Putin ha un’idea corrotta della democrazia: visti i frutti prodotti dall’immigrazionismo dissennato e le teorie gender portate avanti dall’Occidente, per lui questa democrazia ha fallito» .
A ciò si aggiungono gli interessi della Chiesa ortodossa russa: lo scisma tra il patriarcato di Mosca e quello di Kiev è stato un duro colpo per il patriarca Kirill. Il riconoscimento della Chiesa ucraina indipendente da parte del patriarcato di Costantinopoli ha indebolito la sua figura. La sua è una partita parallela? «Qui entra in gioco la famosa “sinfonia”, che per noi era l’a lleanza tra il Trono e l’Altare » .
Cioè ?
«Per gli ortodossi deve esserci una sinfonia tra la Chiesa e lo Stato: le due realtà, seppur di Francesco si è appiattito sulla linea del Patriarca di Costantinopoli e sulle sue battaglie «verdi» Per Mosca è imbarazzante: come possono accettarlo? stinte, devono marciare in armonia se vogliono raggiungere la salvezza dell’umanità. Chi conosce la “sinfonia”può comprendere come Mosca voglia proteggere la parte di nazione russa presente in Ucraina con una sua Chiesa, anche se ciò contrasta con la visione della cultura e della politica proprie della Chiesa ortodossa ucraina, su cui ha steso il manto Bartolomeo di Costantinopoli, almeno per quel che riguarda la politica ecclesia stica » .
È stato proprio Bartolomeo a riconoscere l’in dipendenza della Chiesa ucraina, per questo è finito nel mirino di Mosca .
«Lui è supportato dagli americani. Il patriarcato di Costantinopoli a Istanbul sta lì, tollerato dai turchi, perché dietro c’è l’America. Anche il Vaticano, con il nunzio apostolico ad Ankara, protegge il patriarcato, altrimenti lo avrebbero già buttato a mare: turchi e greci sono come cane e gatto».

Dalla stessa intervista a La Verità ha detto...

...segue
Dopo i 236 sacerdoti e diaconi della Chiesa ortodossa russa, LUNEDÌ 7 MARZO 2022 anche il capo della Chiesa ucraina sottoposta al patriarcato di Mosca chiede a Putin di mettere fine alla guerra. L’un ico a non aver espresso parole di condanna chiare resta proprio Kirill: c’è imbarazzo nella Chiesa di Mosca?
«Non ne sono convinto, non credo ci sia imbarazzo nel patriarcato moscovita. Anche i russi contrari alla guerra nei confronti di Kiev, che è la culla del cristianesimo slavo, in larga parte non sono favorevoli ai “diritti”che l’Unione europea propone, condivisi invece dalla parte eurofila dell’Ucraina».
In Russia, chi manifesta per la pace finisce in carcere, compresi bambini e anziani. Come può il Patriarca restare indifferente a tutto ciò?
«Il quadro di riferimento è diverso dal nostro: i russi hanno l’idea della nazione, alla quale va sottomesso tutto. Nella strage dei Romanov, del resto, anche i bolscevichi non si sono fatti problemi ad uccidere i figli di Nicola II. Kirill viene dal mondo del Kgb: il Patriarca non parla perché il braccio secolare della Russia lo copre e lo benedice».
Che ruolo potrebbe avere la Santa Sede in questa guerra?
«Appiattita com’è sulla visione democratica americana e su quella popolar movimentista latinoamericana, temo che la Santa Sede non avrà alcun ruolo, almeno non di peso».
Non la convince la prospettiva che papa Francesco possa porsi come mediatore in questa crisi?
«Fatico a immaginarlo nelle vesti del mediatore: proprio lui che non ha mai nascosto tendenze progressiste? Il Papa sta cercando in tutti i modi di trasferire alla Chiesa cattolica l’idea di sinodalità degli ortodossi, pericolosa e fallimentare. Si è appiattito sulle posizioni del Patriarca di Costantinopoli e sulle sue battaglie “verdi”, credo che ciò sia imbarazzante anche per Mosca: come potrebbero accettarlo dopo aver ascoltato le proposte che in questi anni ha portato avanti?».
Quali altre sarebbero?
«Senza dubbio, l’appoggio all’immigrazionismo indiscriminato, per lo più di matrice islamica. Per i russi, quello islamico è un popolo da evangelizzare e non riescono a tollerare che l’Europa cristiana si lasci invadere in maniera passiva. Ricordo la lectio magistralis del metropolita Hilarion Alfeev, alto rappresentante del patriarcato moscovita, che dalla Facoltà teologica di Bari ha lanciato un duro attacco al cristianesimo europeo, asservito a una agenda che svende il continente e stravolge l’antropologia » . Cosa pensa della visita di papa Francesco all’ambasciata russa presso la Santa Sede? La versione «turista per caso» del Santo Padre ha generato qualche malumore nella diplomazia vaticana .
«Riprendo le parole con cui un cardinale l’ha commentata: “Si fa di tutto per essere ammirati dagli uomini”».
Che cosa intende?
«Francesco si lancia in questi atti spettacolari perché vuole farsi notare, far vedere che rompe gli schemi. Non si accorge che sta demolendo la sacralità della figura del papa».

Dalla stessa intervista a La Verità ha detto...

...segue
A proposito, c’è chi non ha gradito la sua presenza in un talk show qualche tempo fa.
«Per la corrente interna al mondo cattolico che odia il sacro, tutto ciò non è un problema. Chi vede il papa come un vicario di Cristo e non come un funzionario, invece, non lo accetta. Il successore di Pietro non va da Fabio Fazio. Paolo VI diceva: “Montini non c’è più, c’è solo Paolo VI”. Oggi quella frase andrebbe letta al contrario: il papa è Bergoglio, non Francesco. Vuole che a emergere sia la persona, non la funzione di cui è stato investito».
Secondo il capo della Chiesa greco-cattolico-ucraina, Sviatoslav Shevchuk, se Francesco fosse andato in Ucraina la guerra sarebbe finita ancor prima di iniziare.
«Non credo che Francesco ascolti i greco-cattolici. Non ha mai amato i cosiddetti uniati, ha sempre preferito gli ortodossi ai cattolici come lui. A differenza di San Giovanni Paolo II, che conosceva bene le dinamiche interne al mondo slavo, ha una visione progressista, imbevuta della convinzione che i grecocattolici siano da tenere a distanza perché impediscono l’ecumenismo con gli ortodossi. Mentre agli ortodossi vengono stesi i tappeti rossi in Vaticano, i greco-cattolici devono passare dalla porta di servizio, come se fossero dei credenti di seconda categoria. Un documento voluto dal cardinal Silvestrini a Balamand, in Libano, nel 1998 ripudia come metodo di unità del passato l’unione di una Chiesa ortodossa con Roma. O lo fanno tutte le 14 Chiese ortodosse o nessuna può farlo da sola: insomma, un’utopia. Mentre le Chiese ortodosse si scomunicano tra loro, l’ecumenismo dei cattolici è fallito».
In cosa è fallito, secondo lei?
«L’ecumenismo si basa sul principio che siamo tutti cristiani battezzati: chi passa da una Chiesa all’altra, per esempio, non deve essere ribattezzato. Invece, ortodossi russi e greci lo fanno. Di fronte all’inimmaginabile scristianizzazione dell’Europa, c’è da riprendere la strada dell’evan gelizzazione: solo così la divisione tra i cristiani finirà ».

Anonimo ha detto...

"Invecchiando si perde la pazienza. Non ne posso più della retorica occidentale. Esistono modelli di società diversi da quello americano, i primi a saperlo dovreste essere voi europei".
Roy Medvedev (storico russo e massimo esperto vivente dello stalinismo).

Non si potrebbe dir meglio.
Martino Mora

Aloisius ha detto...

Verissimo quello che dice il prof. Sgarbi, solo una soluzione negoziale per via diplomatica può far cessare la guerra.

Ma questa via maestra comporta, in primo luogo, un intervento autonomo e imparziale della UE;
in secondo luogo, il rispetto delle motivazioni della Russia.

Non si può partire dal presupposto falso che Putin è fuori di testa e vuole conquistare il mondo, negando la presenza di mercenari neonazisti, negando i massacri di russi che hanno causato e negando la sua esigenza di sicurezza ed equilibrio negli armamenti, visto che la Russia è, e ragiona, da superpotenza militare.
Non si può andare a trattare con lo spirito di superiorità di chi disprezza la controparte, non concede nulla e pretende di imporre tutte le condizioni.

Il problema è che gli USA guidano tutta la controversia da un decennio e non hanno mai concesso nulla alla Russia.
A maggior ragione, non lo faranno certo adesso, che la Russia è la cattiva del mondo e che l'UE (vedi Von Der Layen) la segue a ruota sulla stessa linea, con pidocchi come Draghi e il PD che fanno la voce grossa "per difendere i nostri valori", mandando armi ai mercenari nazisti pagati dagli americani e infliggendo sanzioni sempre più severe, applicando due pesi e due misure sulle proprie nefandezze e quelle altrui.

Speriamo che sottobanco le cose siano diverse da come appaiono, visto che a noi comuni mortali non è dato sapere più di tanto.
Anche perché il popolo ucraino soffre tanto.

Di certo la Russia stringerà un'alleanza sempre più stretta con la Cina e con la popolosa parte del mondo non amica degli USA.

Ed è certo che il terzo segreto di Fatima sembra sempre più vicino alla realizzazione, anche se parlava di seconda metà del XXI secolo.

Aloisius




Anonimo ha detto...


Il terzo segreto di Fatima, dove parlava di seconda metà del XXI secolo?
In passato, ho letto diversi libri su Fatima ma non mi ricordo di aver trovato una periodizzazione così precisa degli eventi.
Quale sarebbe il passo?
H.

Anonimo ha detto...

Per la precisione in Ucraina convivono sia la Chiesa che ha ottenuto l'autocefalia da Costantinopoli sia la chiesa ortodossa russa guidata dal Metropolita Onufrij. Oltre ovviamente agli uniati greco cattolici..
Ma i rapporti tra ortodossi moscoviti e costantinopolitani non sono buoni, anche se a sentire La rivista di area gesuitica La nuova Europa sembra che le due chiese vivano in armonia.

Riassunto delle puntate precedenti e domanda:La Caritas che sembra essersi svegliata adesso per la raccolta fondi per l'Ucraina , dal 2014 lo sapeva dello stato di necessita' della popolazione Ucraina? ha detto...

Monsignor Viganò / Considerazioni sulla crisi russo-ucraina
https://www.aldomariavalli.it/2022/03/07/monsignor-vigano-considerazioni-sulla-crisi-russo-ucraina/

Anonimo ha detto...

A tutti gli amici lettori (compreso Sgarbi) consiglierei la lettura di questo articolo sulla questione della guerra in Ucraina:
www.unavox.it/ArtDiversi/DIV4391_Nitoglia_Questione_Ucraina_febbraio_2022.html

Cristoforo ieromonaco ha detto...

"lo scisma tra il patriarcato di Mosca e quello di Kiev è stato un duro colpo per il patriarca Kirill"

Occorre precisare che non esiste nessun patriarcato di Kiev. La sede metropolitana di Kiev fu traslata a Mosca nel corso del XIV secolo, e da lì, ufficiosamente nel secolo XV e ufficialmente nel secolo XVI, il titolo moscovita fu elevato a patriarcale. Kiev restò una sede metropolitana a parte, sottomessa al patriarcato di Mosca.

Lo scisma del 2018 è avvenuto tra il Patr. di Mosca e quello di Costantinopoli, avendo quest'ultimo riconosciuto un gruppo di personaggi autoproclamati ortodossi (e senza valida successione apostolica) come Chiesa Autocefala d'Ucraina (non patriarcato, peraltro!).

Anonimo ha detto...

Tra Mosca e Kyiv il papa ha smarrito la strada
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/

Anonimo ha detto...


Le dichiarazioni del patriarca ortodosso sul significato della attuale guerra cambiano il senso della guerra, da parte dei russi e non solo.

Come spesso avvenuto in passato, a guerra iniziata si precisano dei fini che all'inizio non c'erano addirittura o apparivano secondari. Nel suo discorso alla nazione quando fece iniziare le operazioni, Putin accennò alla corruzione dei valori morali dell'occidente, dalla quale i russi si dovevano difendere. Ora il tema è diventato esplicito e non credo lo si possa liquidare come mera opinione personale del patriarca.
Il CdS ha subito ripreso con evidenza il suo discorso.
Il Patriarca si è scagliato contro le parate gay, diventate un "must" per l'Occidente. Ha ragione, sono un'immonda oscenità, che bisognerebbe abolire al più presto.

La guerra allora non è solo difesa dei confini della Russia dall'instaurazione della Nato in Ucraina, sulla porta di casa, e protezione delle due zone pro-Russia dell'Ucraina, etc. Diventa una crociata contro la degenerazione morale dell'Occidente, che purtroppo è sacrosanta verità.
Questa mutazione può cambiare il giudizio sulla guerra da parte di molti in Occidente, cioè di tutti coloro che ugualmente si battono contro la decadenza morale imperversante, imposta per legge addirittura.

Intanto, dalle immagini sulla guerra ricavabili dai vari servizi che appaiono on line sui quotidiani, non si vedono le centinaia di civili che sarebbero stati uccisi da deliberati bombardamenti russi. Si vedono combattimenti sporadici alla periferia di alcune città, distruzione di qualche carro armato o elicottero russo. Poca roba, in verità, in questa fase. Ogni tanto, purtroppo, qualche tiro isolato di mortaio cade tra i civili, uccidendo persone innocenti. Ma sembrano colpi vaganti, per così dire, o comunque tiri isolati. Ci sono in azione anche cecchini (una quinta colonna russa a Kiev, p.e.) che ogni tanto ammazzano qualcuno, forse deliberatamente.
Non si ha l'impressione di un massacro della popolazione, tale da giustificarre l'esodo civile in corso. Che è comunque legittimo, sia chiaro. Il peggio deve probabilmente ancora venire, in termini strettamente militari.

È vero che l'esercito ucraino combatte tenacemente e non mostra cedimenti. Non si sentono "piccola Russia", questo bisogna riconoscerlo. Ma le cifre delle perdite russe date da Zelinski non convincono: 11.000 russi uccisi, ha detto l'altro giorno, e 88 mezzi distrutti, tra aerei, elicotteri, etc. Se arrotondiamo 88 a 100, facendo una media in eccesso di tre uomini a equipaggio, abbiamo 300 caduti. I supposti altri migliaia di morti dovrebbero risultare da combattimenti imponenti, per il modo di combattere di un esercito moderno, articolato su piccole unità armate sino ai denti e ben appoggiate al terreno, protette dall'aria; combattimenti che tuttavia non sembrano aver avuto luogo in questa misura.
Z.

Anonimo ha detto...


Le parole del Patriarca Kirill sono un monito per quanti seguono la via larga e facile del buonismo, della misericordia senza giustizia, dell'amore senza Logos.
La verità ha la durezza del diamante.

L'unica soluzione. ha detto...

"Il demone della #guerra si sconfigge con la preghiera". Nella foto a #Newcastle (UK); un gruppo di cristiani in ginocchio davanti alla Vergine Maria di Fatima, per chiedere aiuto e protezione in questo momento di pericolo per l'umanità intera. Santa Maria, Regina della Pace, intercedi per noi!
https://www.facebook.com/photo/?fbid=4977733022265476&set=a.212198275485665

Anonimo ha detto...


La condanna esplicita delle c.d. parate dell'orgoglio gay da parte del patriarca Cirillo, non avrebbero dovuto emetterla da tempo i vescovi cattolici ed anzi lo stesso Pontefice?
Invece: qualche debole protesta all'inizio poi il silenzio, l'ormai abituale subire passivamente.

mic ha detto...

Riflettevo, a proposito delle giuste denunce del patriarca ortodosso che, se con la guerra non si può esportare la democrazia, non si può esportare neanche la morale. Oltre alle giuste critiche agli esiti nichilisti dell'occidente, purtroppo ci sono troppi focolai d'incendio non spenti, al momento opportuno, da chi poteva. I tragici effetti della guerra potrebbero tuttavia far saltare, per forza di cose, i piani sulle transizione ecologica e digitale che rappresentano inquietanti aspetti di trasformazioni sociosocio-antropologiche e chine rovinose per l'intera umanità... Mentre le precarietà e le prove di ogni genere potrebbero far risvegliare molte coscienze addormentate...

Valeria Fusetti ha detto...

Mi sembra che nel ragionamento del Patriarca Kirill non ci sia l'idea di esportare la morale con la guerra, ma quello di difendere una popolazione, quella del Donbass ora, quella della Russia poi, dall'imposizione con la forza di uno "stile di vita" contrario alla Legge di Dio. È l'accettazione della guerra di difesa per ciò che vi è di più importante, sia individualmente che come popolo. Noi miriamo alla "tolleranza" ma il Signore ci ha detto che non può esserci tolleranza tra bene e male, ed a forza di tollerare siamo arrivati alla dissoluzione della Chiesa e della società. Se in Europa avessero sempre tollerato la battaglia di Lepanto sarebbe stata una battaglia tra due potenze che si contendevano l'egemonia commerciale del Mediterraneo, e Venezia e l'Europa sarebbero diventate mussulmane.

Anonimo ha detto...

...Roma taciuta, Mosca locuta est ...

mic ha detto...

@ Valeria
Giusta osservazione...

mic ha detto...

@ Valeria
Giusta osservazione... il mio commento è d'impatto, sulla scia di messaggi deliranti non pubblicati perché richiederebbero volumi di confutazioni con relativo impegno di tempo e fatica, peraltro inutili con certi soggetti....

Anonimo ha detto...

Ci sono altri passaggi nel testo del Patriarca che è particolarmente forte e spiritualmente molto intenso. Consideriamo sempre che tali parole vengono dal Patriarca di una nazione duramente perseguitata nella fede, per lungo tempo annientata ma miracolosamente questa fede è stata custodita come fuoco sotto la cenere e oggi gloriosamente risorta!
La Santa Madre Russia sarà la verga con cui Dio punirà, purificherà, perdonerà il mondo dal diabolico carnevale di questi ultimi 50 anni: divorzio, aborto, eutanasia, manipolazioni genetiche, gender etc
Preghiamo, crediamo,
obbediamo, amiamo.

«Questo passaggio che
Quella che si sta combattendo è una guerra anche religiosa. Naturalmente ci sono soprattutto altre ragioni geopolitiche a guidare Putin, ma la questione religiosa c’è ed è fondamentale».

«Tutto quanto sopra indica che siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico. So come, sfortunatamente, gli ortodossi, i credenti, scegliendo la via di minor resistenza in questa guerra, non riflettano su tutto ciò a cui pensiamo oggi, ma seguono umilmente la strada che mostrano loro i poteri costituiti. Non condanniamo nessuno, non invitiamo nessuno a salire sulla croce, ci diciamo solo: saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge, saremo fedeli alla legge dell'amore e giustizia, e se vediamo violazioni di questa legge, non sopporteremo mai coloro che distruggono questa legge, offuscando il confine tra santità e peccato, e ancor piu' con coloro che promuovono il peccato come esempio o come uno dei modelli di comportamento umano.

«Oggi i nostri fratelli nel Donbass, gli ortodossi, stanno indubbiamente soffrendo, e noi non possiamo che stare con loro, soprattutto nella preghiera. Allo stesso tempo, "dobbiamo pregare affinché la pace giunga al più presto, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle si fermi, che il Signore inclini la sua misericordia verso la terra sofferente del Donbass».

Anonimo ha detto...

Sembra che in questo tempo ci troviamo di fronte a una battaglia spirituale al vertice della Genesi, "maschio e femmina li creò". E altro ancora, se pensiamo a tutti gli pseudovalori e alla degenerazione dell'occidente. Ma la battaglia spirituale non si combatte con la guerra. Le ragioni russe esistono ma per motivi politici, la battaglia spirituale va combattuta a un altro livello a partire dalla conversione personale. Il metodo della controrivoluzione richiede altre strade. C'è da sperare che Putin ottenga le richieste minime per smettere di attaccare l'Ucraina, cioè la sicurezza dei suoi confini e il riconoscimento della Crimea. Se avesse in testa la pretesa di sconfiggere la depravazione dell'occidente con la guerra, sarebbe un pericolo per tutto il mondo.

Anonimo ha detto...

"..Forse la Provvidenza ha stabilito che sia Mosca, la Terza Roma, ad assumersi oggi dinanzi al mondo il ruolo di κατέχον (2Tess 2, 6-7), di ostacolo escatologico all’Anticristo. Se gli errori del Comunismo sono stati diffusi dall’Unione Sovietica, giungendo ad imporsi finanche dentro la Chiesa, la Russia e l’Ucraina possono avere oggi un ruolo epocale nella restaurazione della Civiltà Cristiana, contribuendo a portare al mondo un periodo di pace dal quale anche la Chiesa risorgerà purificata e rinnovata nei suoi Ministri..."

"...Forse la Provvidenza ha stabilito..."

"...Forse..."

L'avverbio forse, chissà, indica incertezza o parziale verifica in merito all'eventualità che l'azione o comunque la funzione espressa dal verbo possa effettivamente realizzarsi o meno (Wikidizionario). Un dubbio. Dubbio più che lecito davanti alla caduta di Roma.

Anonimo ha detto...

Sant'Agostino, quasi un secolo dopo Costantino. Prima di lui Eusebio di Cesarea, contemporaneo e consigliere di Costantino, sostanzialmente accettò l'idea romana di bellum iustum.

Da Il Corriere ha detto...

Putin non teme l’atomica, ma la diffusione in Russia di costumi che vanno dall’happy hour al metaverso. Il commento di Giulio Tremonti

Anonimo ha detto...

I peccati contro il quinto comandamento sono assai più gravi di quelli contro il sesto dove gioca la debolezza umana. Diciamo che Kiril vuole tenersi buono il Putin perché le cose le sa. Una tristezza questi pastori al potere!

Anonimo ha detto...


"Mosca, la Terza Roma.."

Non esiste una Terza Roma. Si tratta solo di un'ideologia politica moscovita, che sfrutta la religione per i suoi fini, inventata da un monaco.
Ivan il Terribile si autoproclamò czar, ossia Caesar, Cesare o imperatore erede dell'imperatore bizantino, caduto sotto le scimitarre dei turchi (1453). Mosca diventava allora, in virtù di quest'atto la Terza Roma. Fu l'autoproclamazione di un eretico, legittimata da nessuno, fatta anche contro l'autentica Roma, quella cattolica, sede di Pietro e dei suoi successori.

Anonimo ha detto...

Se anche il papa dei cattolici avesse il coraggio di parlare secondo la vera Parola di Dio ,invece di continuare a usare il linguaggio dei padroni del mondo , che ha escluso la legge divina, per propagandare il Nuovo Umanesimo socialista e gnostico !!

Anonimo ha detto...


"La Santa Russia ci libererà da divorzio, aborto, eutanasia, gender etc."

Faccio presente che il divorzio in Russia esiste da sempre, come in tutti i paesi di religione greco-scismatica. L'aborto, introdotto dall'Unione Sovietica, eliminato dal 1936 al 1955, riconosciuto di nuovo in quell'anno, è tuttora legale, anche se il governo cerca di restringerne l'applicazione. L'omosessualità non è reato, come ai tempi di Stalin, è tollerata e ci sono ampie comunità gay a Mosca e S. Pietroburgo, anche se la popolazione e il governo stesso gli sono ostili.
Quello che non è ammesso, e non è poco visto come vanno le cose in Occidente, è: eutanasia, matrimonio gay con relativa adozione, parate del c.d. orgoglio gay, transgenderismo nelle sue varie forme. La religione nazionale è fatta rispettare, non sono possibili i vandalismi o le blasfemie che si verificano in Occidente (anche ad opera di preti corrotti). Ci ricordiamo delle due donne che, ad imitazione delle Femen ucraine, si esibirono in una chiesa moscovita profanandola e furono immediatamente messe in galera dall'autorità russa. Giustamente.
Quindi: giusto riconoscimento e appoggio all'opera moralmente risanatrice di PUtin ma senza eccedere negli entusiasmi. Infatti, certi tumori morali della modernità cominciarono ad esser diffusi anche dalla fu Unione Sovietica, Stato che sanzionò per primo un'anticristiana e antinaturale emancipazione della donna. Il retaggio negativo della distruzione della morale cristiana per sostituirvi quella comunista, atea e materialista anche se in modo diverso dalla miscredenza occidentale, permane ancora evidentemente, in connubio con l'influenza deleteria dell'Occidente sulla gioventù.
Z.

Anonimo ha detto...

A chi interessa, ho trovato il testo completo dell’Omelia di Kirill, patriarca di Mosca e di tutte le Russie – 06/03/2022.
Che spera, ovviamente, che si arrivi alla pace il prima possibile.

"Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
A tutti voi, cari signori, padri, fratelli e sorelle, mi congratulo di cuore per la domenica di oggi, la domenica del perdono, l’ultima domenica prima dell’inizio della Quadragesima, la Grande Quaresima!

Molti devoti si riferiscono alla Quaresima come ad una primavera spirituale. Essa coincide con la sorgente fisica e allo stesso tempo è percepita dalla coscienza della Chiesa come una sorgente spirituale. E cos’è la primavera? La primavera è la rinascita della vita, il rinnovamento, la nuova forza. Sappiamo che è in primavera che la potente linfa scoppia a dieci, venti, cento piedi di altezza, portando la vita all’albero. È davvero un sorprendente miracolo di Dio, un miracolo della vita. La primavera è la rinascita della vita, un certo grande simbolo della vita. Ed è per questo che non è assolutamente casuale che la principale festa di primavera sia la Pasqua del Signore, che è anche un segno, un pegno, un simbolo di vita eterna. E noi crediamo che sia così, e questo significa che la fede cristiana, che condividiamo con voi, è la fede che afferma la vita, che è contro la morte, contro la distruzione, che afferma la necessità di seguire le leggi di Dio per vivere, per non perire in questo mondo e nel prossimo. Ma sappiamo che questa primavera è oscurata da gravi eventi legati al deterioramento della situazione politica nel Donbas, quasi l’inizio delle ostilità. Vorrei dire qualcosa su questo argomento.

Per otto anni ci sono stati tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbas. E nel Donbas, c’è un rifiuto, un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che vengono offerti oggi da coloro che rivendicano il potere mondiale. Oggi c’è una prova di fedeltà a questo potere, una sorta di lasciapassare per quel mondo “felice”, un mondo di consumo eccessivo, un mondo di apparente “libertà”. Sai cos’è questo test? La prova è molto semplice e allo stesso tempo terrificante: si tratta di una sfilata dell’orgoglio gay. La richiesta di molti di avere una sfilata dell’orgoglio gay è una prova di fedeltà a quel mondo molto potente; e sappiamo che se le persone o i paesi rifiutano queste richieste, non fanno parte di quel mondo, ne diventano estranei.

Ma sappiamo cos’è questo peccato, che viene promosso attraverso le cosiddette marce della dignità. È un peccato che è condannato dalla Parola di Dio – sia nel Vecchio che nel Nuovo Testamento. E Dio, nel condannare il peccato, non condanna il peccatore. Lo chiama solo al pentimento, ma in nessun modo fa del peccato uno standard di vita, una variazione del comportamento umano – rispettata e tollerata – attraverso l’uomo peccatore e il suo comportamento.

Se l’umanità accetta che il peccato non è una violazione della legge di Dio, se l’umanità accetta che il peccato è una variazione del comportamento umano, allora la civiltà umana finirà lì. E le parate dell’orgoglio gay hanno lo scopo di dimostrare che il peccato è una variante del comportamento umano. Ecco perché per entrare nel club di quei paesi bisogna fare una parata dell’orgoglio gay. Non per fare una dichiarazione politica ‘siamo con voi’, non per firmare qualche accordo, ma per fare una parata del gay pride. Sappiamo come la gente resiste a queste richieste e come questa resistenza viene soppressa con la forza. Quindi si tratta di imporre con la forza il peccato condannato dalla legge di Dio, il che significa imporre con la forza la negazione di Dio e della sua verità sulle persone.

Anonimo ha detto...

....segue
Quindi ciò che sta accadendo oggi nelle relazioni internazionali non riguarda solo la politica. Si tratta di qualcos’altro e molto più importante della politica. Si tratta della salvezza umana, di dove l’umanità si troverà alla destra o alla sinistra di Dio Salvatore, che viene nel mondo come giudice e creatore della creazione. Molti oggi, per debolezza, stoltezza, ignoranza, e più spesso perché non vogliono resistere, vanno lì, al lato sinistro. E tutto ciò che ha a che fare con la giustificazione del peccato condannato nella Bibbia è la prova oggi della nostra fedeltà al Signore, della nostra capacità di confessare la fede nel nostro Salvatore.

Tutto quello che dico ha più di un significato teorico e più di un significato spirituale. Oggi c’è una vera e propria guerra intorno a questo argomento. Chi attacca l’Ucraina oggi, dove otto anni di soppressione e sterminio di persone nel Donbas; otto anni di sofferenza, e il mondo intero è in silenzio – cosa significa? Ma noi sappiamo che i nostri fratelli e le nostre sorelle soffrono veramente; inoltre, possono soffrire per la loro fedeltà alla Chiesa. E così oggi, nella domenica del perdono, io, da una parte, come vostro pastore, invito tutti a perdonare i peccati e le offese, anche dove è molto difficile farlo, dove le persone litigano tra loro. Ma il perdono senza giustizia è resa e debolezza. Il perdono deve quindi essere accompagnato dal diritto indispensabile di stare dalla parte della luce, dalla parte della verità di Dio, dalla parte dei comandamenti divini, dalla parte di ciò che ci rivela la luce di Cristo, la sua Parola, il suo Vangelo, le sue più grandi alleanze date al genere umano.

Tutto questo dimostra che siamo impegnati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico. So come, purtroppo, gli ortodossi, i credenti, scegliendo in questa guerra la via di minor resistenza, non riflettono su tutto ciò su cui stiamo riflettendo oggi, ma vanno obbedienti lungo la via che viene loro indicata dai poteri. Non condanniamo nessuno, non invitiamo nessuno alla croce, diciamo solo a noi stessi: saremo fedeli alla parola di Dio, saremo fedeli alla sua legge, saremo fedeli alla legge dell’amore e della giustizia, e se vediamo violazioni di questa legge, non sopporteremo mai coloro che distruggono questa legge, cancellando la linea tra santità e peccato, e soprattutto coloro che sostengono il peccato come modello o modello di comportamento umano.

Anonimo ha detto...

...segue
Oggi i nostri fratelli nel Donbass, popolo ortodosso, stanno indubbiamente soffrendo, e noi non possiamo fare a meno di essere con loro – prima di tutto nella preghiera. Dobbiamo pregare che il Signore li aiuti a preservare la loro fede ortodossa e a non soccombere alle tentazioni e ai tentacoli. Allo stesso tempo, dobbiamo pregare che la pace arrivi il più presto possibile, che il sangue dei nostri fratelli e sorelle smetta di essere versato, e che il Signore abbia pietà della terra del Donbas, che da otto anni porta l’impronta dolorosa del peccato e dell’odio umano.

Mentre entriamo nella stagione della Quaresima, cerchiamo di perdonare tutti. Cos’è il perdono? Se chiedi perdono a qualcuno che ha infranto la legge o ha fatto qualcosa di ingiusto e cattivo nei tuoi confronti, non stai giustificando il suo comportamento, ma semplicemente smetti di odiarlo. Cessa di essere il tuo nemico, il che significa che perdonandolo lo sottometti al giudizio di Dio. Questo è il vero significato del perdonarsi a vicenda per i nostri peccati ed errori. Noi perdoniamo, rinunciamo all’odio e alla vendetta, ma non possiamo cancellare le malefatte umane là in cielo; così con il nostro perdono consegniamo i nostri malfattori nelle mani di Dio affinché sia il giudizio che la misericordia di Dio siano fatti su di loro. Che il nostro atteggiamento cristiano verso i peccati, i torti e le offese degli uomini non sia la causa della loro rovina, ma che il giusto giudizio di Dio sia completato su tutti, compresi coloro che si assumono la responsabilità più pesante, allargando l’abisso tra i fratelli, riempiendolo di odio, malizia e morte.

Che il Signore misericordioso esegua il suo giusto giudizio su tutti noi. E per evitare che come risultato di questo giudizio ci troviamo dalla parte sinistra del Salvatore che è venuto nel mondo, dobbiamo pentirci dei nostri peccati. Avvicinarsi alla nostra vita con un’analisi molto profonda e spassionata, chiedersi cosa è bene e cosa è male, e in nessun modo giustificarsi dicendo: “Ho avuto una discussione con questo o quello, perché avevano torto”. Questo è un falso argomento, questo è l’approccio sbagliato. Dovresti sempre chiedere davanti a Dio: Signore, cosa ho fatto di male? E se il Signore ci aiuta a renderci conto della nostra ingiustizia, allora pentitevi di questa ingiustizia.

È oggi, nella Domenica del Perdono, che dobbiamo compiere questa impresa di abnegazione dai nostri peccati e dalle nostre ingiustizie, l’impresa di abbandonarci nelle mani di Dio e l’impresa più importante di perdonare coloro che ci hanno fatto del male.

Che il Signore ci aiuti tutti a passare i giorni della Quadragesima in modo tale da poter entrare degnamente nella gioia della Risurrezione di Cristo. E preghiamo che tutti coloro che stanno combattendo oggi, che stanno spargendo sangue, che stanno soffrendo, entrino anche loro in questa gioia della risurrezione in pace e tranquillità. Che gioia c’è se alcuni sono in pace e altri sono in potere del male e nel dolore delle lotte intestine?

Che il Signore ci aiuti tutti a entrare nel cammino della Santa Quaresima in modo tale, e non altrimenti, che Egli possa salvare le nostre anime e promuovere la moltiplicazione del bene nel nostro mondo peccaminoso e spesso paurosamente sbagliato, affinché la verità di Dio possa regnare e regnare e guidare il genere umano. Amen."

http://www.patriarchia.ru/db/text/5906442.html

Cristoforo ieromonaco ha detto...

@Z

In realtà la prassi tradizionale ortodossa di benedire una convivenza dopo una separazione non coincide con l'istituto giuridico moderno del divorzio/secondo matrimonio. In tutti i paesi ortodossi questo fu introdotto sull'onda di rivoluzioni liberali nel corso dell'ultimo secolo, e da lì più o meno armonizzato (pur essendo due cose molto diverse) con la disciplina ortodossa testé menzionata. Il Patriarca Kirill si professa comunque contrario al divorzio, come può evincersi da questa omelia pronunziata per la festa del profeta Elia il 2/15 luglio u.s.: https://www.youtube.com/watch?v=CY4-4HMq1T8

Anonimo ha detto...


# Cristoforo ieromonaco

Putin stesso non è divorziato?
E anche Solgenitsin mi pare divorziò dalla
prima moglie.
Lo dico come fatto di cronaca.

Viator ha detto...

Ma dai? Se ne sono accorti?Un po' tardi? troppo Tardi?

"È un grave errore pensare che i temi più esplicitamente etici o bioetici siano altra cosa rispetto ai temi sociali e non vi sia continuità. Sono due facce della stessa medaglia. Non si possono inquadrare correttamente i temi sociali se non a partire da una certa antropologia e viceversa. Questa separazione non ha fondamento ed è dannosa alla stessa azione ecclesiale. Quando si perde la visione d’insieme, intervengono le divisioni e si corre il rischio di essere strumentalizzati"
card. Parolin al CorSera

Viator ha detto...

Parolin: «C’è un arretramento delle forze di ispirazione cristiana. Non solo nella politica italiana, ma ancor prima nella società»

Anonimo ha detto...

Se Kirill dovesse aver ragione,starebbero per aprirsi inqietanti scenari apocalittici in cui la fede avrebbe un ruolo preminente....

Anonimo ha detto...

GRANDE OPERAZIONE DI STRUMENTALIZZAZIONE DEL SERMONE DEL PATRIARCA KIRILL

- La7: «Sermone choc. Kirill: È una guerra giusta contro le lobby gay».
- Famiglia Cristiana: «Il triste sermone del patriarca di Mosca: quelle parole che non avremmo preferito ascoltare».
- Il Mattino: «Sermone choc: La guerra in Ucraina è contro chi sostiene i gay».
- Il Giorno: «Kirill: Guerra giusta, è contro le lobby gay».
- La Stampa: «Sermone choc: “Giusto combattere, resistere alla lobby gay”».
- Ansa: «Kirill, giusto combattere, è contro lobby gay».
- Il Giornale: «Delirio mistico del patriarca ortodosso: “La guerra è giusta, schiacciamo la lobby gay”».
- Sky Tg24: «Giusto combattere, è contro la lobby gay”».
- Il Corriere: «Kirill: La guerra è giusta, combattiamo la lobby gay».
- Il Fatto: «Shock per le parole del patriarca Kirill sui gay».

Mi fermo, ma potrei proseguire. Chiaro come si forma la cosiddetta Opinione Pubblica? D’altronde quando si combatte la guerra… alla guerre comme alla guerre… la guerra si fa con tutti i mezzi a disposizione, senza andare per il sottile, anche coprendo di un telo nero il David di Michelangelo. Non mi scandalizza che la stampa del pensiero unico faccia il suo lavoro, ma chi vuole andare oltre non può limitarsi a bere l’acqua avvelenata offerta a ciclo continuo dalla “libera” informazione. Per onestà di cronaca, devo segnalare nella stampa nazionale una pacata quanto argomentata riflessione di Francesco Borgonovo sulla “Verità” di oggi.

Ho cercato il testo nella rete, non è stato facile, si trovano solo frasi citate dai giornali, quindi sono andato direttamente sul sito del patriarca e, grazie al traduttore (per cui la traduzione non è di gran livello), ho letto il testo integrale (due paginette, è breve, lo riporto tra i commenti) del sermone. Come chiunque voglia verificare non si trova nel sermone di Kirill la frase “questa guerra è contro chi sostiene i gay” né tanto meno, come dice il “Corriere”, che il patriarca di Mosca avrebbe «pregato per le sofferenze dei soldati. Quelli russi si suppone».

Nel sermone del patriarca di Mosca si parla principalmente di “lotta metafisica». A un certo punto, infatti, egli dice che «tutto quanto sopra indica che siamo entrati in una lotta che non ha un significato fisico, ma metafisico».

Ciò non toglie che egli, dopo aver parlato della Quaresima come primavera spirituale, dica: «Ma sappiamo che questa primavera è stata offuscata da grave eventi legati al deterioramento della situazione politica nel Donbass, praticamente lo scoppio delle ostilità». Kirill riconduce lo scoppio delle ostilità al “deterioramento della situazione nel Donbass”. Di quella guerra cioè a “bassa intensità” che si combatte da otto lunghi anni e che ha causato ottomila morti, e di cui la “libera” nostra stampa ha fatto sempre finta di niente. Kirill dice che da otto anni ci sono tentativi di distruggere ciò che esiste nel Donbass. «E nel Donbass c’è il rifiuto, un rifiuto fondamentale dei cosiddetti valori che oggi vengono offerti da chi rivendica il potere mondiale.» Passaggio ignorato dai più.

Il patriarca affronta poi il tema di cui si finge di non capire l’alto valore simbolico. «Oggi c’è un tale test per la lealtà di questo governo [potere mondiale], una sorta di passaggio a quel mondo “felice”, il mondo del consumo eccessivo, il mondo della “libertà” visibile.» Ma qual è questo test, si domanda il patriarca. «Il test è molto semplice e allo stesso tempo terribile: questa è una parata gay. Le richieste a molti di organizzare una parata gay sono una prova di lealtà a quel mondo molto potente; e sappiamo che se le persone rifiutano queste richieste, allora non entrano in quel mondo, ne diventano estranei».


Anonimo ha detto...

... segue
Be’, non mi sembra che abbia detto nulla di scandaloso. Non è un mistero che i “Gay pride” siano usati come cavallo di troia per entrare nei territori “nemici”. Un po’ come le incursioni delle Pussy Riot o delle Ong, non a caso generosamente sostenuti da magnati occidentali. La religione liberal progressista ha i suoi riti di passaggio, guai a rifiutarli. Lo scriveva candidamente nel 2020 “East Journal”, il quale dedicava un articolo ai diritti Lgbt in cui si leggeva che «in Ucraina, Moldavia e Georgia l’adozione di leggi contro la discriminazione è stata un criterio fondamentale per la firma di accordi di associazioni e di liberalizzazione dei visti tra questi Paesi E L’Ue». Lo stesso articolo faceva notare come questi «progressi legislativi» fossero però avvenuti «principalmente sulla carta», e aggiungeva pesanti critiche al governo di Kiev, evidentemente refrattario alle applicazioni.

Ma torniamo a Kirill. «Le parate gay sono progettate per dimostrare che il peccato è una delle variazioni del comportamento umano. Ecco perché per entrare nel club di quei paesi è necessario organizzare una parata del gay pride. Non per fare una dichiarazione politica, non per firmare accordi, ma per organizzare una parata gay. E sappiamo come le persone resistono a queste richieste e come questa resistenza viene repressa con la forza. Ciò significa che si tratta di imporre con la forza un peccato condannato dalla legge di Dio, e quindi, di imporre con la forza agli uomini la negazione di Dio e della sua Verità.»

Il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, da sacerdote cristiano, aveva prima ricordato, sempre nel sermone, che entrando nel campo della Grande Quaresima «cerchiamo di perdonare tutti». «Mediante il nostro perdono, affidiamo i nostri colpevoli nelle mani di Dio, affinché sia operato su di loro sia il giudizio che la misericordia di Dio. Perché il nostro atteggiamento cristiano verso i peccati, le delusioni e gli insulti umani non sia causa della loro morte, ma che il giusto giudizio di Dio si esegua su tutti».

Non è necessario condividere le parole di Kirill, ognuno faccia come crede, ma è evidente che ci troviamo di fronte a una manipolazione delle parole del patriarca. Con il suo sermone Kirill non aggiunge nulla di nuovo a quanto già detto altre volte. Il patriarca vuole scavare una trincea a difesa di quell’ “anima” russa che il liberal progressismo “occidentale” intende annientare per scorrazzare in quell’immensa area libero come ai tempi di Eltsin. Un occidente che nega se stesso negando la sua storia, la sua civiltà, la sua cultura profondamente intersecate con il mondo russo, che tutto è disposto a perdere, tranne la sua "anima".
Antonio Catalano

Anonimo ha detto...

Stessa strumentalizzazione del Patriarca, con la enucleazione delle allusioni al suo commento sui gay, su Mediaset 4 a Stasera Italia e su La7 a Tagadà ancora pochi minuti fa.

Anonimo ha detto...

Poiché non c'è maggior scandalo di dire alcune verità in un mondo di menzogne, le parole del patriarca russo Cirillo hanno scandalizzato i perbenisti alla rovescia del mondo politico e mediatico.
Personalmente mi scandalizzano molto di più, da cattolico, le parole e gli atti di Bergoglio. Non mi risulta, ad esempio, che Cirillo abbia mai venerato idoli pagani, come invece ha fatto Bergoglio. Ma Bergoglio è buono perchè prega per la pace, diranno. Verissimo. Ma per la pace dei corpi, però, non certo per quella delle anime, che per il materialismo strisciante che integralmente lo contraddistingue, non sembrerebbero nemmeno esistere.
Quando mai si è preoccupato, ad esempio, dell'anima dei profughi e degli immigrati che pure sembrano stargli tanto a cuore? Eppure Cristo ha insegnato che non si vive di solo pane. Quando mai Bergoglio ha parlato di conversione spirituale, quando ha mai protestato contro la lenta uccisione delle anime della quale il mondo occidentale è esempio supremo? Non a caso dichiarò a Scalfari:" Io non voglio convertire nessuno".
Egli si preoccupa, come quel mondo di cui è espressione, dei corpi e soltanto dei corpi. Non a caso Bergoglio definì il vaccino "luce e speranza", come nemmeno il salutista più scalmanato potrebbe definirlo. E' naturale quindi che la parola "peccato" che per Cirillo ha ancora significato, e che riguarda le anime, per Bergoglio non sia quasi da pronunciare, come "salvezza" o "redenzione". In compenso il vaccino è "luce e speranza".
Per questo piace tanto ai laicisti: perchè egli - idolatria pachamamica a parte - vive perennemente nella posizione orizzontale del materialismo e non in quella verticale della Trascendenza. Perciò, proprio lui che inveisce contro lo spirito "mondano", è un uomo integralmente mondano, perché del tutto de-spiritualizzato e de-sacralizzato. Non solo è nel mondo, ma è del mondo.

Insomma: con una battuta, è un uomo che ha sbagliato mestiere.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

"La guerra in Ucraina deve certamente finire il prima possibile, e finirà o diverrà qualcosa che nessuno osa immaginare, e allora finirà comunque. Ciò non deve distoglierci dalla consapevolezza che il mondialismo, il pacifismo, la fratellanza in acre odore di frammassoneria e l’ecumenismo religioso hanno fallito. Insistere su ciofeche del genere potrebbe rivelarsi una follia peggiore della guerra.

Torniamo al realismo – magari cristiano. Ne guadagneremmo non poco."

Anonimo ha detto...

"Ebbene, dove sarebbe la notizia? Stupisce tanto che un cristiano, pastore di cristiani, sia così profondamente avverso al quel tugurio spirituale, psichico e biologico che è la modernità? Stupisce che nel profondo di un conflitto politico o militare legga una trama metafisica? Stupisce che sappia discernere tra bene e male e renda edotto su temi così cruciali il proprio gregge? Ma in un mondo normale non dovrebbe stupire il contrario?"
Alessandro Gnocchi

Anonimo ha detto...

Ho visto su queste pagine difendere le Crociate e le difese varie dai musulmani, nonchè la pena di morte come diritto degli stati. Ora perchè ci meravigliamo della connotazione morale della difesa o invasione di Putin e della discesa in campo del Patriarca che giustamente quindi difendono la loro fede? La consacrazione della Russia s'ha da fare ancora, il testo del segreto di Fatima s'ha da pubblicare ancora, che Putin sia il martello di Dio? ..così sia. Dobbiamo, a quanto pare, tribolare molto per diminuire la superbia ed imparare ad ubbidire alla Legge di Dio amando Dio. Se non vi convertirete perirete tutti, lo ha detto Gesù. Io di conversione non ne vedo in primis in vaticano. Roma sarà bruciata dice La Salette, divenuta covo dell'ac? Così sia, meglio che diventare pagani con le pachamame e dea terra. 2019 e da allora si è scatenato l'inferno infatti. Convertiamoci e preghiamo e digiuniamo per questa battaglia finale che è anzittutto metafisica, se vogliamo chiedere a Dio di risparmiarci il nucleare, perchè di questo si tratta, ed i demoni dell'occidente non hanno remore in tal senso( tutt'al più fifa i sottoposti che ne vanno di mezzo) e Putin la sua posizione l'ha detta chiara.

Anonimo ha detto...

Stupisce la globalita' dell'azione malvagia, la globalita' degli empi,come i governanti siano asserviti ad un unico sotterraneo potere e, al contempo, mette allo scoperto la povera umanita' vinta da pochi scellerati, impaurita al punto tale da arrendersi al traghettatore di Caron dimonio dagli occhi di bragia!

Anonimo ha detto...

Il tramonto del loro Occidente?

Diciamoci la verità. L'idea che si sia aperta la fessura per la quale potrebbe fare finalmente ingresso anche la fine del loro Occidente fittizio, del mondo di Hevétius, Voltaire, de Sade, Rousseau e dell'abate Sieyès, gli fa un po' paura. Gli Ucraini, del resto, non sono per loro che carne da cannone.

Oriente e occidente

Gli attuali difensori dell'"Occidente" sono degli usurpatori come è falso il concetto di Occidente che essi presuppongono e propagandano. Ciò crea non soltanto un insopportabile equivoco, ma anche un pericoloso incidente storico con l'Oriente, guerra, empietà e morte delle anime e dei corpi. Alle false opposizioni consegue la corruzione dei nemici.
Andrea Sandri

Anonimo ha detto...

Avendo finito di leggere Taras Bul'ba (in russo: Tарас Бульба?), racconto scritto da Nikolaj Gogol' del dipartimento Poltava( Ucraina) nel 1834 e pubblicato nel 1835 ho incontrato i cosacchi, vi rimando alla scheda 'Cosacchi' su Wikipedia. Tuttavia segnalo questi eserciti 'liberi' che si formavano e si scioglievano secondo le occasioni e necessità, vi imperavano estrema forza, rigore e violenza in battaglia, comuni erano i raduni maschili in tempi di pace a base di fiumi di acquavite e cibo, mentre una vita di abili artigiani e/o contadini li caratterizzava quando erano lontani dalla guerra. Sotto questa denominazione di 'cosacchi' convergevano spesso gruppi etnici diversi, questi gruppi di combattenti vivevano di saccheggi o erano al soldo di qualche signore o dello stato stesso, quelli del racconto lungo 'Taras Bul'ba' sono di religione ortodossa e hanno in odio la Polonia espansionista e cattolica. Quello che mi ha colpito è stata la lunga presenza temporale di queste formazioni armate, quasi una cultura a se stante,lungo diversi secoli nelle vaste praterie del distretto della Poltava.
Un mestiere delle armi intrepido, violento, un forte spirito di corpo e senso dell'onore in battaglia. Adesso non so cosa rimanga di tutto questo e come e se questo si sia mantenuto o corrotto o addirittura scomparso. Tuttavia scomparso non credo , mi par più possibile che sia avvenuta una corruzione, una distorsione di queste forze primigenie.

Anonimo ha detto...

"Un contrasto clamoroso. Kirill ha ragione dal lato dottrinale e ha detto quello che anche Francesco dovrebbe dire; ma in casa cattolica, si è persa la capacità di pensare la guerra. Dove invece il patriarca sbaglia, è nel giustificarla come mezzo per riportare l’ordine morale in Europa. Gesù ha chiamato a conversione il genere umano, ma non con le armi".
Nicola Bux