Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 27 marzo 2022

Un mese dopo

Ancora un'analisi significativa sugli eventi in  corso. Il punto della situazione ad un mese dall'inizio della guerra, in una chiave di lettura sulla base della complessità.

Un mese dopo
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Dopo il primo mese di guerra, oggi siamo forse in grado di fare ipotesi (che comunque tali rimarranno) su come andrà a “finire” il conflitto.
I conflitti dentro il conflitto sono tre. C’è il conflitto “aggressore-aggredito” provocato dall’invasione russa in Ucraina, c’è il conflitto “provocatore-provocato” tra Stati Uniti e Russia che fino ad oggi sono stati i due pari competitor planetari militari avendo più o meno la stessa dotazione nucleare, c’è il conflitto a guida americana “democrazie vs autocrazie” che era il programma di politica estera di Biden alle elezioni, con cui gli americani tentano di bipolarizzare il mondo giocandosi così la loro partita per ritardare l’avvento di un ordine multipolare che ne relativizzerebbero la potenza, la ricchezza, l’influenza-
I tre conflitti non possono intendersi slegati, sono intrecciati assieme e questo ne determina la complessità d’analisi. Ma al contempo, ne facilita la lettura strategica. Sebbene la strategia di comunicazione americana faccia terra bruciata intorno a tutto ciò che non si riferisce all’Ucraina propriamente detta, con questa reiterazione ossessiva del format “aggressore-aggredito”, è proprio fuori del semplice conflitto ucraino che va trovata la chiave strategica.

Ieri terminava il primo mese di guerra e non a caso è terminato con un discorso planetario del presidente americano. Biden ci ha fatto sapere che questo conflitto non terminerà non per mesi ma per anni. Perché?

Ovviamente perché il conflitto basato sul format “democrazie vs autarchie” è su sfondo geopolitico-storico. La battaglia tra mondo uni-bi-polare e mondo multipolare è di fase di transizione storica, non è certo cosa che si svolge in breve tempo. Ed è proprio per comprare tempo che gli USA hanno lanciato questa sfida non appena i russi gli hanno dato l’occasione.

Ma anche il conflitto tra le due superpotenze atomiche, che a sua volta è un conflitto compreso in quello della transizione multipolare ove per gli americani è necessario depotenziare il nemico più temibile sulla scala militare, ha la stessa necessità strategica temporale. Come detto poco tempo fa, c’è chi ha letto l’intera guerra fredda come una lunga pressione tra l’enorme capacità di spesa americana vs le limitate capacità sovietiche. Obbligare l’URSS ad usare sostanze per la chiave militare portava a fallimento economico, sociale e quindi infine, politico e così in effetti è andata. 

Oggi, di nuovo, tenere la Russia in conflitto semi-permanente, per anni, ed oltretutto sotto pesanti sanzioni, punta allo stesso effetto. Inclusa la speranza che qualche Elstin, prima o poi sopravvenga a Putin, come ha chiaramente detto ieri Biden, creando un clamoroso incidente diplomatico. Altri conflitti satellite come nel Caucaso, nel centro-Asia, rivolte in Bielorussia, ripresa in Siria, Libia o magari nuovi impegni nei mari polari o di Barents con qualche nave giapponese ed ogni altro teatro strategico in cui è impegnata la Russia, aggraveranno il dilemma tra “risorse sempre più scarse e possibili impeghi alternativi”. Essendo potenza aggressiva ed in guerra, la Russia verrà sospesa dal consesso internazionale e questo depotenzierà l’intero schieramento avversario nel confronto multipolare. 

Questi due conflitti si basano su un ancora presente vantaggio di risorse, viepiù oggi che gli USA diventano USA + Resto dell’Occidente + Area larga di influenza occidentale e con un vantaggio di risorse ed un conflitto permanente, c’è solo da far lavorare il tempo a proprio favore, non troppo ma abbastanza. 

Naturalmente, tutto ciò non funzionerebbe se non ci fosse l’Ucraina e la sua disponibilità ad immolarsi per la causa. Dal loro punto di vista non è una strategia sbagliata, anzi. Poter esser di fatto la punta di lancia dell’ambiente NATO, anche senza le garanzie protettive dell’art. 5 è la migliore posizione militare possibile per restare vivi nel confronto coi russi, anche se ovviamente tutto ciò al prezzo di migliaia di vittime e distruzione materiale. Sempre meglio che capitolare però. E non si svalutino i vantaggi di esser finanziato ed armato gratuitamente per anni per il duro lavoro che si compirà.

Quindi c’è un aggredito disponibile a continuare il suo ruolo per anni senza arrendersi, su questo il sistema a guida americana investirà per far fallire i russi se non provocare il fatale “regime change”, il tutto imporrà direttamente ed indirettamente la riduzione della transizione di complessità al multipolare in un comodo bipolare dalle mille frizioni periferiche su tanti tavoli (commerciali, economici, finanziari, sanzionatori, giuridici, multilateriali, di scambio scientifico e tecnologico etc.). Non ci sarà un confronto diretto tra Occidente e Multipolari ma uno scontro prolungato in via indiretta in cui i primi faranno pagare prezzi salati a tutti coloro che insistono nelle loro mire di contro-potenza. Tra l’altro, da una parte c’è un sistema con un chiaro leader forte e potente (USA), dall’altra un sistema vago con molti leader tra loro anche in competizione reciproca in altri confronti regionali. Così va letto l’incontro sino-indiano di cui parlammo ieri. Il “divide et impera” è tutto a favore dei primi, o quasi.

A questo punto, molte sono le conseguenze in analisi sui vari formati del triplice conflitto e di più le possibili previsioni sugli sviluppi futuri. Per ridurre l’incertezza derivata dalle troppe variabili e reciproche non lineari interrelazioni, sarebbe utile capire la strategia russa. Ma in questa guerra non sappiamo davvero quale essa sia. Su questo ha giocato l’esercito dei commentatori il cui ruolo è quello di razionalizzare gli eventi dando ai grandi pubblici la propria visione dei fatti, stante che pure i fatti non li conosce davvero nessuno visto che non c’è alcuna terza parte sul campo a testimoniarli. Ma su questo ha giocato anche Mosca. Solo quando Mosca dirà “per noi va bene così” congelando il conflitto allo stato delle cose che saranno sul campo a quel momento, si capirà come intendono giocarsi questa partita che è ormai chiara a tutti, loro compresi, anzi forse a loro chiara prima ancora di iniziarla.

Il c.d. “conflitto congelato” che ormai pare l’unica prossima possibile tappa di ciò che vediamo e sentiamo ruotare intorno agli eventi, che caratteristiche avrà? Qui, per la prima volta da quando è iniziata questa storia, tentiamo l’ipotesi in quanto abbiamo un mese di fatti, dichiarazioni, azioni alle spalle, sebbene ancora molta nebbia davanti. L’Ucraina rimarrà a tutti gli effetti uno stato legittimo e sovrano, ma in guerra. Come tale non potrà comunque esser accettato nella NATO a meno che gli europei non vogliano firmare la loro nuclearizzazione, cosa da escludere con sicurezza. Da parte russa, quindi, per “congelare” operativamente il conflitto sul campo, occorrerà trovare la migliore posizione logistica. Infatti, se i russi avranno interesse a portare il conflitto a bassa intensità per lungo tempo visto che non potranno far altro perché gli è imposto dal vero nemico che è a Washington e non certo a Kiev, debbono mettersi un una postura difendibile al minimo prezzo visto che gli ucraini super-armati ed i loro interessati sponsor, non desisteranno mai.

Non potendo mai avere un impegno da parte di Kiev sull’obiettivo no-NATO anche se è impedito di fatto, un riconoscimento delle due repubbliche e del dato di fatto della Crimea, avendo sostanzialmente degradato la forza militare avversaria a livello infrastrutturale ed avendo probabilmente eliminato le punte più belliche e ideologiche (di cui non conoscevamo l’anima nazi-kantiana) che hanno condotto il lungo conflitto del Donbass in questi anni, Mosca dovrà attestarsi alla posizione più difendibile.

Questa è ovviamente il Dneper. A destra del Dneper c’è l’Ucraina gradatamente più industriale, russofona ed in parte russofila, a sinistra del Dneper il contrario. In più a sinistra del Dneper, il territorio si farebbe sempre più infido per i russi, i prezzi di vite umane, militari e civili, insostenibili, la vicinanza all’area NATO da evitare. Un chiaro "over streetching". Quanto al Dneper, basterà far saltare tutti ponti non tra i principali e presidiare questi per abbassare di molto l’impegno bellico prolungato. Si chiama “geo-politica” perché la geografia conta ed i fiumi sono una componente fondamentale come già avvenne da queste parti nella IIWW con la “linea Stalin”. Quanto alle coste, inglobato il Mar d’Azov come lago interno lo spazio russo, consolidato il collegamento con la Crimea, guadagnato molti chilometri di confine verso ovest, rimarrà in questione Odessa. Odessa ed il suo antistante, sarà forse il fronte più attivo nella lunga guerra di posizione e logoramento futura. Vitale tenerla per gli ucraini, vitale per i russi impedirglielo quanto più possibile, anche isolandola di fatto via mare.

Infine, se il tempo sostiene la strategia americana nei due altri livelli di conflitto, su questo livello base su cui gli altri due si poggiano, c’è un punto a sfavore del fronte occidentale. Per quanto stressati, punzecchiati in altri teatri, sanzionati ed in parte isolati, i russi hanno più riserva degli ucraini, qui conta la semplice demografia. Va bene i dollari e le armi, ma alla fine il collo di bottiglia sono gli uomini che possono combattere. Come mostrano i recenti bombardamenti logistici a Ivano-Frankivsi’k e Leopoli, per quanto “congelato” al fronte, il conflitto potrebbe prevedere comunque un continuo sabotaggio russo del flusso logistico di rifornimento ucraino.

Ma non è affatto detto che andrà così. Come detto, i russi si sono tenuti coperta la variabile “intenzioni” aggiungendo già dai primi giorni, l’avvertenza che se la strategia generale era fissa, la sua applicazione sul campo sarebbe stata variabile visto che le guerre si fanno in due. Quindi, l’ipotesi (che per altro non è mia, ma fatta da altri ed anche tempo fa e sulla quale, per la verità, avevo espresso errate perplessità) è plausibile, ma solo gli eventi ci diranno se diventerà fatto o meno ed a che condizioni, prezzi, ripercussioni dirette ed indirette, anche per noi italiani ed europei. (Pierluigi Fagan)

32 commenti:

Anonimo ha detto...

SVEGLIA CHE È TARDI!
Nessun partito è dalla parte della gente, nel sistema oligarchico dell'Occidente subalterno agli USA.
Gli oligarchi, definiti "filantropi" dai media, hanno tutto sotto controllo, hanno messo un loro uomo perfino sul soglio petrino.
Soprattutto hanno preso le menti, rendendo appunto de-menti quelli che osteggiano chi ha ancora la lucidità per opporsi al Male e per riconoscere e servire il Bene.

Catholicus ha detto...

https://www.ilnuovoarengario.it/utero-in-affitto-bunker-alle-ucraine-per-tranquillizzare-gli-europei/ : 8 marzo 2022, ultimo articolo apparso su Il Nuovo Arengario, del prof. Paolo Deotto; qualcuno sa qui cosa è seccesso al pìrofessor Deotto? e il motivo del fermo editoriale? pausa o chiusura? era un portale ben costruito, con articoli importamnjti e ben calibrati, un vero peccato...

Da Fb ha detto...

Stamattina su Repubblica c'è un importantissimo articolo: "Cucina ucraina: i 6 piatti da assaggiare una volta nella vita". E' impossibile non vederci una della varie sfaccettature in cui è declinata la martellante propaganda filoucraina iniziata un mese fa. In realtà però sta andando avanti da anni, e un'altra delle sue sfaccettature è il totale silenzio su quello che è successo nel Donbass negli ultimi 8 anni. Una guerra che ha lasciato 14.000 vittime sul terreno, fra cui donne e bambini, e che i neonazisti ucraini hanno combattuto senza essere particolarmente infastiditi dall'attenzione mediatica. Allo stesso modo, oggi noi "sappiamo" tutto dei soldati russi che si sparano alle gambe o uccidono i proprio colonnelli (ammesso che sia vero) ma non ci fanno vedere le file di prigionieri ucraini tatuatissimi e tremanti nei video che girano i combattenti ceceni filorussi. La percezione che abbiamo della guerra, delle sue cause e del suo andamento è, in fin dei conti, tutta influenzata da questa propaganda unidirezionale.

Anonimo ha detto...

PADRONI. Il signor Larry Fink è il capo di Black Rock, la principale società di investimenti finanziari negli Usa e nel mondo. E' uno dei grandi padroni del denaro, uno tra uomini più potenti del mondo.
In una lettera aperta a dipendenti e investitori di Black Rock, si è appena espresso sulla guerra e le sue conseguenze, senza dimenticare i vaccini, con le seguenti significative affermazioni:

1" Ci siamo uniti allo sforzo globale per esludere la Russia dai mercati finanziari".
Ovviamente: l'hanno voluto loro.
2 " La guerra in Ucraina spingerà le valute digitali".
E chiaro l'auspicio di eliminare il contante.
2"La decarbonizzazione dell'economia globale creerà la più grande opportunità di investimenti della nostra vita".
Insomma: resterete al freddo per colpire Putin, tanto poi ci guadagniamo noi.
3 "C'è una cosa di cui essere orgogliosi, è stato il capitalismo a creare i vaccini con metodi rivoluzionari".
Insomma: il vaccino è ossessione nostra.
4 Infine il punto decisivo: "Le grandi aziende operano coerentemente con i valori fondamentali....I mercati dei capitali possono fornire capitale a chi lavora in modo costruttivo all'interno del sistema, e possono negarlo velocemente a coloro che operano al di fuori di esso".
Insomma: i veri padroni siamo noi. Se non ti adegui, ti distruggiamo.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=NUf9NJ3lhS4

Follow the money... And the Nazi

Un, dos, tres, ha detto...

Lo dice chiaro...
https://gloria.tv/post/22AELrV4RXtGABezNroaESERF

"LO SAPEVI CHE SEI MARCHIATO, PROPRIO COME I VITELLI?
OSSERVA DA SOLO, SCARICANDO L'APP BLUETOOTH SCANNER E COLLEGANDOTI AL GPS"
https://gloria.tv/post/z1TGzYZfCSx84jz4nR87CySYs

Il Piano è chiarissimo nella sua mostruosità (December 07,2021)
https://telegra.ph/Il-piano-%C3%A8-chiarissimo-nella-sua-mostruosit%C3%A0-12-07

Anonimo ha detto...

Raffaele Caiafa

LE NOTIZIE CHE NON ESCONO NEI MEDIA
Più di 6.000 sacerdoti e religiose cattolici sono rimasti in Ucraina per dare rifugio, cibo, curare i feriti, sostenere spiritualmente e amministrare i Sacramenti.
Alcune persone sono andate a confessarsi per la prima volta, per essere preparate alla morte. Vogliono addirittura confessarsi per telefono; ma il prete non può farlo.
Qualcuno è andato a battezzarsi prima di andare in guerra e fare la prima comunione.
Migliaia sono andati a rifugiarsi nei terreni dei seminari di due città; la Chiesa li accoglie e dà loro da mangiare, posto per dormire e pulirsi e sostegno spirituale.
Un proiettile ha colpito la residenza del vescovo di Kharkiv, ma nessuno è rimasto ferito e sono ancora lì a preparare pasti da portare a due stazioni della metro vicine.
Nella diocesi di Kiev, la capitale, i supermercati sono vuoti; mancano pane e acqua; il vescovo ausiliario si occupa di inviare ciò che è necessario e, addirittura, aiuta a caricare i veicoli con cui vengono distribuiti.
In un seminario sono stati accolti donne e bambini, circa 160; e due scuole cattolici sono diventate dormitori. Seminaristi e volontari li assistono.

Queste notizie non si danno sui giornali.

Anonimo ha detto...

Ungheria: no alle sanzioni anti-russe

Il premier ungherese, Viktor Orbán, ha respinto le richieste avanzate al Consiglio Ue dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky circa l’invio di armi a Kiev e le sanzioni da muovere nei confronti della Russia in materia di energia. Secondo Orbán, «le richieste sono contrarie agli interessi dell’Ungheria, che vuole restare al di fuori di questa guerra. Pertanto, non verrà consentito il trasferimento di armi all’Ucraina». «Non possiamo permettere che il prezzo della guerra sia pagato dalle famiglie ungheresi», ha poi aggiunto. «Continueremo a opporci all’estensione delle sanzioni».

Anonimo ha detto...

Molte persone malvagie sono state citate in questo articolo, dunque bisogna pregare affinché ognuna di queste incontri sulla sua strada il suo Davide o la sua Giuditta.

Sintesi:scialbi. ha detto...

articolo del generale Piero Laporta, sulla situazione attuale della crisi internazionale, del ruolo che l’Italia avrebbe potuto svolgere e non ha voluto – la rinuncia sarebbe stata di Mario Draghi stesso, forse per non irritare i suoi possibili futuri datori di lavoro – e sui possibili sviluppi. Buona lettura, e riflessione. Ahi serva Italia….

“Siamo condannati a un incessante blabla, televisivo soprattutto. Noioso e recidivo, aggravato da incompetenza mal dissimulata.”
https://www.marcotosatti.com/2022/03/28/il-generale-laporta-russia-ucraina-quella-mediazione-ricusata-dallitalia/

Non e' vero che il parlamento della colonia italiana non funziona, funziona benissimo in delega alla/e televisione/i

Anonimo ha detto...

Elezioni in Saarland: trionfo dell'SPD (socialisti): 43%.
Elezioni presidenziali francesi: certa la rielezione di Macron.
Il great reset e il nuovo ordine mondiale procedono a meraviglia!
Se poi si aggiunge la sconfitta della Russia...
Nessuna speranza!

Viator ha detto...

la guerra vera si fa sui media statunitensi o occidentali, spiega Stone. La costruzione del nemico, del mostro non si fa in Ucraina ma nel contesto Occidentale e Usa. Senza l’appoggio dell’opinione pubblica non si può condurre una strategia nel Paese eletto a scenario di conquista. Per questo chi esprime pareri differenti ben che vada viene ridicolizzato, quando non viene fatto diventare un soggetto filo putiniano.

https://www.affaritaliani.it/esteri/guerra-ucraina-quello-che-i-media-non-dicono-nel-film-di-stone-del-2016-786596.html

PUPAZZI E PUPARI. ha detto...

Alla sua elezione nel 2019, Zelensky ricevette un caldo benvenuto da parte di una organizzazione che si chiama: UKRAINE KRISIS M.C. Questi, pubblicarono una lunga lista di “linee rosse” che il nuovo presidente non avrebbe dovuto oltrepassare, pena la perdita di consenso internazionale occidentale che vale a due livelli: il grande pubblico, il piccolo vertice dei “portatori di interesse” ovvero governi e loro diramazioni, tra cui i finanziatori della giovane democrazia ucraina. Il documento era sottoscritto da una lunga lista di organizzazioni ucraine e non che troverete in fondo al testo. Il movente era dato dal fatto che in quel primo mese di governo del neo-presidente, eletto su una piattaforma anti-corruzione e di relativa pacificazione con la Russia, l'organizzazione aveva da ridire allarmata. Tanto da scrivergli non dei ragionamenti politici o punti di vista legittimi, ma una chiara lista della spesa di "linee rosse", da non superare in alcun modo, un diktat insomma.
1. CHI FINANZIA L’UKRAINE KRISIS? L’elenco completo è nell’allegato. Segnaliamo con distinzione: International Renaissance Foundation (IRF membro del network Open Society Foundation di George Soros); il National Endowment for Democracy (una stella di primaria grandezza della galassia di fondazioni ed ONG americane tese a “promuovere” con ogni mezzo la democrazia ed il mercato, non l’una o l’altro ma l’abbinata perché controllando il mercato si controlla la democrazia; la NATO; istituzioni della Lega del Nord Europeo-Anglosassoni (olandesi, svedesi, norvegesi, finlandesi, polacchi, canadesi, estoni, cechi, tedeschi ed americani a capo di tutto).

PUPAZZI E PUPARI. ha detto...

... segue
2. QUALI ERANO LE LINEE ROSSE DA NON OLTREPASSARE SEGNALATE A ZELENSKY? Una selezione delle tante cose che il neo-Presidente NON avrebbe dovuto fare pena a perdita di finanziamenti e protezione comprendeva:
- Consultare il popolo con appositi referendum per decidere come negoziare con la Russia.
- Fare negoziati diretti con la Russia senza i partner occidentali
- Cedere qualsivoglia punto nei negoziati con la Russia sulle varie questioni (NATO, Donbass, Crimea, allineamento internazionale etc.) non cedere neanche un millimetro di territorio, non riconoscere a Mosca alcun punto per il quale l’Occidente ha elevato sanzioni alla Russia.
- Ritardare, sabotare o rifiutare il corso strategico per l'adesione all'UE e alla NATO
- Ripensare la legge sulla lingua, l’ostracismo a media e social media russi, dialogare coi partiti di opposizione filo-russi (poi di recente messi direttamente fuori legge, sono 11), venire a patti politici con precedenti figure coinvolte nel governo Janukovich (democraticamente eletto e rovesciato col colpo di Stato del 2014), lanciare operazioni giudiziarie contro il governo precedente di Poroshenko (appoggiato dagli stessi firmatari) contro il quale Zelensky vinse le elezioni con il 30%.
Il documento è regolarmente on line. Datato 23 maggio 2019 (il secondo turno delle elezioni ucraine che elessero a sorpresa Zelensky era il 21 aprile, un mese prima). L’ho trovato seguendo un semplice link della pagina Wiki del IRF di Soros. Tempo di ricerca 2 minuti.
Si noterà in tutta evidenza che pur essendo del 2019, tocca gli stessi punti a base oggi del conflitto e relative, impossibili, trattative di pace.
Io non sono un giornalista ma come studioso faccio certo ricerche per comprendere gli eventi. Ma evidentemente “fare ricerche” per inquadrare fenomeni non è giudicato necessario nel regime democratico di mercato. Ma io non sono un “democratico di mercato”, ma un democratico radicale cioè uno che pensa che la democrazia dovrebbe essere l’ultima istanza di decisione politica di una comunità.
Se avete amici che rispettate ed a cui volete bene, che pensano in buona fede di esser "democratici" e di star parteggiando per l'esercito di difesa della democrazia occidentale, mandateglielo, fateglielo leggere tutto (con Google translator) e chiedetegli onestamente cosa ne pensano. La democrazia siamo noi, almeno in teoria. (Pierluigi Fagan)

https://uacrisis.org/en/71966-joint-appeal-of-civil-society-representatives

Se lo dice persino Letta! ha detto...

La paura fa 90
Il discorso di Biden a Varsavia era forse quel che ci si aspettava lì in Polonia, ma fuori di lì ha aperto dubbi e interrogativi che è bene siano rapidamente chiariti.
- Enrico Letta via Twitter

Anonimo ha detto...

@28 marzo 2022 10:17
Infatti, ci tolgono anche la fatica di pensare, pensano a tutto loro.
Quanto si divertono..e vengono pure strapagati!

Anonimo ha detto...

"Da questa guerra uscirà più forte l'Europa delle nazioni, non il super stato UE sovranazionale". L'intervista al filosofo francese Alain Finkielkraut (la madre è di Leopoli). "Seguiamo Milan Kundera e non i neoprogressisti che invocano ardentemente la grande sostituzione: meritiamo di meglio che essere annegati nell'anonimato della specie e nell'intercambiabilità delle culture..."

Anonimo ha detto...

Biden ha venduto il gas Usa (che, otre a essere più inquinante ci costa il 30-35% in più di quello russo), ha buttato benzina sul fuoco minacciando Putin (tanto lui vive al sicuro oltre
l'Atlantico), ha ringraziato i suoi maggiordomi europei ed è tornato a casa.
Missione compiuta.

Anonimo ha detto...

Biden è tutt'altro che scemo, come lo dipengevano al tempo della sua elezione.

Anonimo ha detto...

V. Putin dice che chiude i rubinetti del gaz... ma non li chiude.
Sembra he voglia spaventarci, così come si spaventato i bimbi birichini. Intanto la gente se la ride, marcia compatta e felice verso il mondo nuovo che sta vedendo la luce, dopo più di duemila anni di attesa.

Anonimo ha detto...

Il giornale inglese Daily Mail ha pubblicato da giorni alcune mail private di Hunter Biden, figlio di Joe, il presidente americano. Nessuno ne ha messo in dubbio la veridicità.
Da queste mail risultano i seguenti fatti:
1) L'esistenza di laboratori per armi chimiche e batteriologiche (armi di distruzione di massa) sul suolo ucraino non è solo propaganda russa, ma realtà.

2) Questi laboratori non erano gestiti dal governo ucraino, ma dal Pentagono, cioè dal governo e dall'esercito delgli Stati Uniti d'America, nonostante l'Ucraina non facesse parte della Nato (cosa che comunque non ne giustificherebbe l'esistenza).

3) I finanziatori di questo laboratori sono prevalentemente dei privati, tra cui emergono, tra gli altri, Goldmann Sachs (la più importante banca d'affari del mondo, per la quale ha lavorato anche Mario Draghi), e l'immancabile Open Society di George Soros.
Avrebbe dato il suo contributo anche Ihor Kolomojs'kyj, terzo uomo più ricco d'Ucraina, presidente del Parlamento europeo ebraico, che lanciò su una sua tv il personaggio Zelenski, e ne ha finanziato in gran parte la campagna presidenziale.

4) Colui che aveva il compito di garantire al Pentagono questi finanziamenti necessari per l'operazione è proprio Hunter Biden, al quale il padre dette tale incarico già dal 2014, quando era il vice di Obama.
Hunter Biden (ma qui le mail non c'entrano più) comparve in molti video ritenuti autentici, nei quali fumava crack tra un'orgia e l'altra con donne cinesi, pubblicati da un sito di Steve Bannon, e che più volte è stato accusato (qui però senza prove certe) di pedofilia. Insomma: un vero virtuoso.
P:S: Non amo trattare retroscena ipotetici (come fanno in troppi) senza avere prove certe. Queste però lo sono.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

Le testimonianze (a decine) dei civili di Mariupol raccolte da reporter sul campo come Giorgio Bianchi e Vittorio Rangeloni sono univoche nel denunciare l’utilizzo delle strutture civili come scudi umani da parte dei neonazisti.

Anonimo ha detto...

"...il mondo nuovo che sta vedendo la luce,..."

elettrica.

Anonimo ha detto...

È possibile che anche gli ucraini si accorgano di essere stati sacrificati alla causa di Washington da un guitto prodotto in vitro a Hollywood, Zelensky. Non dimentichiamo che, oscurati del discorso mediatico e perseguitati dal guitto, esistono in Ucraina partiti d'opposizione.

Viator ha detto...

UCRAINA: La Milizia della Repubblica Popolare di Donetsk coadiuvata da marine russi, prende il controllo del quartier generale del Battaglione “Azov” a #Mariupol.
La città marittima era stata il centro delle operazioni del famigerato battaglione della Guardia Nazionale dell’Ucraina sin dalla sua fondazione nel 2014 nel corso della Guerra del Donbass.

Fonte: Intel Slava

Anonimo ha detto...

DAI DUBBI SU ZELENSKY AI DUBBI DI ZELENSKY. Visto che ultimamente è d’uso entrare nella testa altrui per dire cosa ha in testa tizio o caio, come si conviene in ogni finzione letteraria che dipani fatti e motivazioni che li causano, vediamo di azzardare una ipotesi mettendoci nei panni del nostro eroe. Da subito abbiamo scritto in forma a dir poco critica contro l’attore ucraino, ma oggi vogliamo metterci nei suoi panni, riconoscendogli almeno la buona fede di chi ora ha un dubbio sulla situazione in cui si è ficcato pensando di aver agio di manovra, che pare stia ora scoprendo non avere affatto.

La composizione allegata è tratta dalla timeline di Repubblica aggiornata a stamane, ore 10.00 (qui da noi). Nei giorni scorsi, Zelensky ha gradatamente preso atto che non entrerà nella NATO e non avrà aerei da combattimento senza i quali il confronto militare coi russi è perso per certo. Ma nei due giorni scorsi, l’ho sentito accennare al fatto che i presunti aiuti militari sbandierati qui in Occidente, tardano ad arrivare. Da quello che faceva trasparire c’è qualche problema solo in parte logistico ed in più parte politico.

Come funziona effettivamente la catena logistica che dovrebbe portare i nuovi sistemi d’arma pesante in Ucraina? Escluso che Romania, Moldova, Ungheria e Slovacchia permettano il transito d’armi pesanti al fronte per paura delle ritorsioni russe che sono state più volte da questi minacciate, e dopo quello che sta succedendo forse ai russi va dato almeno il credito della parola, rimane la sola Polonia. Ma siamo sicuri che invece i polacchi non si curino delle minacce russe? O i tedeschi permettano a Ramstein di far da base per il transito via Polonia? Da come ha parlato al Bundestag, sembra Zelensky sappia cose sui tedeschi che non lo rassicurano affatto. Così per il discorso a NATO e Consiglio europeo. Zelensky ha specificato che è pieno di mitra e missiletti a spalla, ma non è quello che gli serve contro carrarmati, blindati ed Iskander. Pare logico, in effetti.

Stamane invece, se la prende in maniera articolata contro le sanzioni. Annuncia una commissione tecnica che ne valuti l’effettiva efficacia, mette in conto all’Occidente i morti che si potevano evitare con un appoggio più coraggioso e meno chiacchierone, ha ridicolizzato gli ultimatum condizionali settati sull’uso di armi chimiche come condizione necessaria per qualche sforzo in più, ha anticipato i risultati dell’annunciata commissione tecnica dicendo che queste sanzioni sono una beffa o poco più.

Anonimo ha detto...

...segue
A chi parla Zelensky? Sembrerebbe in tutta evidenza parlare agli occidentali, forse d’accordo con gli USA che lo chiamano a forzare le ritrosie e paure degli europei. Può darsi anche se la forza di comunicazione di questi reiterati appelli, l’impatto sulle opinioni pubbliche europee è minima e lui ed i suoi consulenti lo sanno in altrettanta chiara evidenza perché sono dei professionisti. O forse sta parlando ai suoi al fronte, la variabile più problematica per un futuro accordo di pace, per quanto precaria. Quanti morti vogliamo ancora avere senza speranza di poter effettivamente vincere o almeno pareggiare il confitto dal momento che gli alleati parlano molto ma fanno assai poco e male? Cosa ce ne facciamo di un Paese dilaniato e raso al suolo “dopo”? Come verremo giudicati in questo “dopo” dai nostri stessi concittadini che dovranno o meno votarci, magari costretti ad accettare condizioni che accettate subito ci avrebbero salvato dal tributo di sangue e distruzione? Per chi o cosa stiamo combattendo?

A riguardo, si tenga conto dei colloqui ad alto livello che si terranno in Turchia. Questa raffica di dichiarazioni notturne e mattutine sembra una preparazione ed a proposito dei colloqui di pace ci sarebbe anche da domandarsi se è vera la storia degli avvelenamenti non letali e se è vera in capo a chi potrebbe andare per intenzione e guadagno. Questi colloqui di pace sono inutili da quando è iniziato il conflitto, i russi non recederanno mai nella sostanza (forse si può trattare la forma) dalle loro richieste e gli ucraini, viepiù mandati allo sbaraglio, mai vinceranno sul campo. Fino a quando? Mesi, anni secondo Biden. Ma secondo Zelensky? Come se poi Zelensky non sapesse che le sanzioni non hanno mai fatto vincere una guerra a nessuno e se quando e se agiranno sui russi, saranno rimasti in piedi una manciata di ucraini martoriati da settimane, mesi, forse anni di conflitto con una potenza più grande di loro. E come va letta l’uscita dell’intelligence ucraina che teme alla fine una Ucraina coreanizzata?

Anonimo ha detto...

...segue
Allora, forse Zelensky sta dicendo ai suoi “guardate, io chiedo e chiedo disperato, ma questi mi prendono in giro, ci prendono in giro, ci stanno usando per ragioni loro che però non sono del tutto le nostre”. Zelensky ha già sdoganato il problema NATO in Costituzione e su armamenti e nazisti, si sa che l’obiettivo è talmente vago da permettere accordi che facciano dire all’uno “ho vinto” ed all’altro “non ho perso”, stante che comunque in un mese postazioni e strutture militari ucraine e qualche parte delle milizie più agitate è stato sensibilmente ridotto. Ma rimane l’integrità territoriale, Donbass e Crimea.

Zelensky sta forse cercando di crearsi una strada per scaricare sugli alleati la responsabilità di cedere anche su questi? Sta cercando di dire agli sponsor americani e britannici “io ce la metto tutta, ma se voi non siete in grado di aiutarmi sul serio, io debbo andare a patti”.

Ed i russi in tutto ciò? È interesse dei russi Zelensky rimanga nel dopo conflitto? Chi altro potrebbe avere potere e carisma per garantire il rispetto dei patti siglati alla fine della guerra? Quanto va umiliato e quanto invece salvato agli occhi del suo popolo per averlo “dopo”? E come vedono questa operazione che fa l’ucraino, alla fine della quale la NATO, l’Europa e gli stessi USA faranno nei confronti di tutti i più preoccupati paesi dell’est Europa, la figura di chi davanti a 6000 testate atomiche si ferma per sante ragioni rivelando che se nel discorso teorico vale l’idealismo, in quello pratico vale il realismo? E che affidabilità può dare una alleanza del genere per tutti coloro che vorrebbero espandere l'Alleanza a nuovi Paesi, ora pare non solo europei?

E cosa faranno gli europei tra qualche settimana o mesi quando costi dell’energia, materie prime, grano ed olii, milioni e milioni di migranti a cui dare salario, lavoro e case con economie in recessione, renderanno concreta quella promessa che sottolineammo già il giorno dell’inizio del conflitto in un post del 24 febbraio: “Noi europei quindi siamo i veri destinatari del conflitto e del suo sciame di conseguenze. I princìpi, ammesso noi se ne abbia davvero, e l’ignavia ovvero il nostro non prenderci le reali responsabilità del mondo complesso, costano. Forse Putin, ci renderà noto quanto.”. E’ antipatico dirlo, ma che effetto farà dare i ventilati mille euro al mese di sussistenza ad ogni ucraino migrato quando avremo disoccupazione indigena a due cifre?

Ipotesi, congetture, strategie. Facciamo uso pubblico della ragione applicata ai fatti che vediamo, ma siamo anche costretti ad immaginare quelli che non vediamo. Se i primi sono del regno delle interpretazioni, i secondi sono del tutto in quelli dell’immaginazione per quanto ragionata. C’è solo una colpa umana più grave del permettere che tutto ciò che sta accadendo accada, il non capire perché accade.
Pierluigi Fagan

Anonimo ha detto...

Insomma state mandando paccate di armi alla feccia dell'umanità - che si compiace di mandare in giro video delle proprie torture, e che bombarda sistematicamente aree esclusivamente civili - mentre i Gramellini di turno ci spiegano che i nazisti in fondo sono brava gente e mentre facciamo campagne di odio etnico contro i russi in quanto russi, lavorando alacremente al progetto di distruggere le condizioni di vita europee e ucraine, il tutto nella speranza che scoppi una guerra mondiale che ci annichili in modo terminale.
Fossimo governati direttamente da Sauron andrebbe assai meglio.
Comunque questo schifo, per piacere, almeno non dite di farlo a nome del popolo che vi ha eletti, dite quello che volete, ma non questo.
Lo fate a nome vostro, perché ricattati, o perché venduti, o perché vigliacchi, o semplicemente perché umanamente inqualificabili, ma non a nome mio, grazie.
Andrea Zhok

Anonimo ha detto...

Sono circa 1.000€ al mese per famiglia, minimo 3 persone, il progetto aiuti è per 90 gg. per ogni adulto sono circa 30€ al dì, per i minori lo stesso, quelli non accompagnati costano di più, specie se pre adolescenti o adolescenti in quel caso sono circa 70 € al dì come quelli che vengono pagati per i nostri invasori dal mare che non fuggono da nessuna guerra, ma che manteniamo eccome, lo prevede UNCHR. Per quanto riguarda le basi militari USA in Italia, io trovo molto bene informato Manlio Dinucci che a volte parla su tv non iscritte al DUI (diktat unico informazione) per il resto tante balle, falsità e idiozie, btw, circolano filmati, pare attendibili, sul come gli angeli di Kiev trattano i prigionieri russi, massacrati di botte e gambizzati in barba ai trattati di Ginevra e dintorni, eh, ma loro sono eroi buoni, senza macchia e senza paura......

Anonimo ha detto...

Dalla recente esplosione russo / ucraina un fatto esce ancor più chiaro del sole, l'inadeguatezza, l'incompetenza, l'inconsistenza, l'immoralità, la falsità, la vigliaccheria, la mancanza assoluta di quei principi e l'incapacità di vivere secondo quei Principi della Costituzione Italiana sui quali la classe dirigente religiosa, culturale, politica ed economica dell'Italia ha giurato e a parole ha detto e dice di riferirsi.

Quest'ultima vergogna pone agli Italiani il dovere di fare una profonda pulizia in casa propria, liberandosi degli infami che la prostituirono e che la prostituiscono allo straniero; abbandonando tutti i cascami delle subculture di importazione; esigendo dalla chiesa cattolica fedeltà a NSGC e alla Tradizione della sua storia bimillenaria e se questa fedeltà oggi per essa non è più prioritaria deve abbandonare tutti gli immobili che ha sul suolo italiano e sarà trattata come setta tra le mille sette.

Un'intera classe dirigente deve essere italianamente formata, in grado di stare con dirittura morale, competenza, fortezza davanti a tutti i cittadini italiani, davanti agli altri stati, agli altri popoli senza strisciare qua e là, senza farsi dettar legge dallo straniero, senza seppellire il suo popolo da immigrazioni forzose di esseri umani strappati alla loro patria e al loro diritto di vivere, lavorare e gioire con la propria gente.

Occorre una profonda e seria riflessione sulla tecnica e sui tecnici che la governano e la implementano, ne va della nostra umanità. La mia posizione aggiornata è la seguente. Ritengo che la bolla tecnica e dei tecnici sia il castigo di Dio, Uno e Trino, davanti alla ostinazione dell'essere umano che a Dio, Uno e Trino, si è ribellato e si ribella per 'poter essere libero' a modo suo.

A l'essere umano Dio, Uno e Trino, ha dato un'essenziale scaletta che conduce alla libertà dal peccato e alla somiglianza con Lui. Somiglianza che comporta di poter ricevere gratuitamente doni divini in esubero. Questi doni divini in esubero sono partecipazione verissima alle caratteristiche divine. Leggere qualche vita dei santi per credere, oggi Padre Pio è l'esempio contemporaneo che mostra al meglio questa realtà.

Quindi per tornare alla tecnica e ai tecnici, essa ed essi non sono altro che la vetusta scimmiottatura e ribaltamento del vero che il Nemico mette a disposizione dell'essere umano alla conquista perenne di capacità divine, fatta sotto la bandiera della disobbedienza a Dio.

Chiudendo, ritengo che, pacatamente, sia necessario trattare della nostra reale fede in Dio e, nel bene e nel male, considerarne le conseguenze reali nella nostra vita personale e in quella comunitaria, tecnica e tecnici compresi.

Tutti. ha detto...

Molte volte mi capita di soffermarmi sulla parola "conversione",sulla necessita' di ritornare al punto dove eravamo rimasti prima di smarrirci.