Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 22 maggio 2022

Quinta Domenica dopo Pasqua

Quinta Domenica dopo Pasqua


"Sputò per terra,
fece del fango con la saliva,
spalmò il fango sugli occhi del cieco"
(Giovanni 9,6)

La quinta domenica dopo Pasqua nella Chiesa Greca è chiamata domenica del cieco nato, perché vi si legge il racconto del Vangelo in cui è riportata la guarigione di quel cieco. La chiamano pure domenica dell'Episozomene, che è uno dei nomi con cui i Greci designano il mistero dell'Ascensione, la cui solennità, da loro come da noi, interrompe il corso di questa settimana liturgica.

Oratio
Deus, a quo bona cuncta procédunt, largíre supplícibus tuis: ut cogitémus, te inspiránte, quæ recta sunt; et, te gubernánte, éadem faciámus.
Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum
.
R. Amen.

O Dio, da cui procede ogni bene, concedi a noi súpplici di pensare, per tua ispirazione, le cose che son giuste; e, sotto la tua direzione, di compierle.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.
EPISTOLA (Gc 1,22-27). - Carissimi; Mettete in pratica la parola, non l'ascoltate soltanto, ingannando voi stessi; perché, se uno ascolta la parola e non la mette in pratica è simile ad un uomo che considera il nativo suo volto in uno specchio e, appena s'è mirato, se ne va e dimentica subito qual fosse. Chi invece considera la legge perfetta di libertà e persevererà in essa, non come chi ascolta e dimentica, ma come chi mette in pratica, egli sarà beato nel suo operare. Se uno crede di essere religioso senza frenare la propria lingua, seduce il proprio cuore, e la sua religione è vana. La religione pura e immacolata presso Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle loro tribolazioni e conservarsi puro da questo mondo.
Gli obblighi della nostra nuova vita.
Il Santo Apostolo, del quale abbiamo or ora ascoltato i consigli, aveva ricevuto gl'insegnamenti dallo stesso Salvatore risorto; non dobbiamo quindi essere meravigliati del tono di autorità col quale ci parla. Gesù si era degnato anche di accordargli una delle sue particolari manifestazioni: ciò che ci dimostra l'affetto di cui onorava questo Apostolo, al quale lo legavano vincoli di sangue per parte di sua Madre, che pure si chiamava Maria. Abbiamo visto questa santa donna recarsi al sepolcro, con Salome sua sorella e la Maddalena. Giacomo il Minore è veramente l'Apostolo del Tempo pasquale, là dove tutto ci parla della vita nuova che dobbiamo condurre con Cristo risuscitato. È l'Apostolo delle opere, ed è lui che ci ha trasmesso quella massima fondamentale del cristianesimo con la quale c'insegna che, se la fede è prima di ogni altra cosa necessaria al cristiano, questa virtù, senza le opere, rimane una fede morta, che non potrebbe salvarlo.
Egli oggi insiste sull'obbligo che abbiamo di coltivare in noi stessi lo studio della verità che una volta abbiamo compreso, e di tenerci in guardia contro quella dimenticanza colpevole che causa tanti danni nelle anime imprudenti. Tra coloro nei quali si è compiuto il mistero pasquale, vi saranno alcuni che non persevereranno; e capiterà loro questa disgrazia perché si abbandoneranno al mondo invece di usarlo come se non l'usassero (1Cor 7,31). Ricordiamoci sempre che dobbiamo camminare in una nuova vita, imitando quella di Gesù risorto che non può più morire.
VANGELO (Gv 16,23-30). - In quel tempo: Gesù disse ai suoi discepoli: in verità in verità vi dico: qualunque cosa domanderete al Padre in nome mio ve lo concederà. Fino ad ora non avete chiesto nulla in nome mio: chiedete ed otterrete, affinché la vostra gioia sia piena. Queste cose io v'ho dette per vie di paragoni. Ma sta per venire l'ora in cui non vi parlerò più in paragoni; ma apertamente vi darò conoscenza del Padre. In quel giorno chiederete in nome mio, e non vi dico che io pregherò il Padre per voi: perché il Padre stesso vi ama, avendo voi amato me e creduto che io sia uscito dal Padre.
Partito dal Padre son venuto nel mondo, or lascio il mondo e torno al Padre. Gli dissero i suoi discepoli; ora si che parli chiaro e non usi nessun paragone. Ora conosciamo che tu sai tutto, e non hai bisogno che alcuno t'interroghi, e per questo crediamo che sei venuto da Dio.

L'addio di Cristo.
Quando il Salvatore nell'ultima Cena annunciò agli Apostoli la sua prossima dipartita, essi erano ancora ben lungi dal comprendere tutto ciò che volesse dire. La loro fede si limitava a credere che egli era "venuto da Dio". Era una fede assai debole, e durò ben poco. Ma nei giorni attuali, stretti al Maestro risorto, illuminati dalla sua parola, essi sanno meglio chi sia. Il momento è venuto in cui egli "non parla loro più con parabole"; abbiamo visto quali insegnamenti ha dato loro, come li prepara a divenire i dottori del mondo. E adesso possono dirgli: "o Maestro, voi siete veramente venuto da Dio". Ma è proprio per questo che ora comprendono meglio la perdita che li minaccia; sentono il vuoto immenso che provocherà la sua assenza. Gesù comincia a raccogliere i frutti che la sua divina bontà ha seminato in essi e che ha atteso con ineffabile pazienza. Se, al Cenacolo, il Giovedì santo, li ha già felicitati per la loro fede, adesso che l'anno visto risuscitato, che l'hanno compreso, meritano ben altrimenti i suoi elogi, poiché sono divenuti più saldi e più fedeli. "Il Padre vi ama, diceva Egli allora, perché voi avete amato me"; quanto il Padre deve amarli di più adesso, che il loro amore si è così accresciuto! Quale speranza deve darci questa parola! Prima di Pasqua, noi pure amavamo debolmente il Salvatore, eravamo titubanti nel suo servizio; ma adesso che siamo stati istruiti da lui, nutriti dai suoi misteri, possiamo sperare che il Padre ci ami; poiché anche noi amiamo di più, amiamo meglio il suo Figliolo. Questo divino Redentore c'invita a domandare al Padre, in suo nome, tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E, prima di ogni altra cosa, la perseveranza nello spirito della Pasqua; insistiamo per ottenerlo e offriamo a questa intenzione la Vittima sacrosanta che tra pochi istanti verrà presentata sull'altare.


Postcommunio
Tríbue nobis, Dómine, cæléstis mensæ virtúte satiátis: et desideráre, quæ recta sunt, et desideráta percípere.
Per Dóminum nostrum Iesum Christum, Fílium tuum: qui tecum vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti Deus, per ómnia sǽcula sæculórum
.
R. Amen.


Concedici, o Signore, che, saziati dalla forza di questa mensa celeste, desideriamo le cose giuste e conseguiamo le desiderate.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.
R. Amen.

Preghiamo
O Dio, da cui procede ogni bene, concedi a noi, supplichevoli, di pensare, per la tua ispirazione, ciò che è retto e, sotto la tua direzione, di praticarlo.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - II. Tempo Pasquale e dopo la Pentecoste, trad. it. L. Roberti, P. Graziani e P. Suffia, Alba, 1959, p. 198-201)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Joseph Ratzinger fece una considerazione nel 1969, ai microfoni della radio tedesca, quando profetizzò la fine della Chiesa così come l’abbiamo conosciuta:
“Avremo presto, preti ridotti al ruolo di assistenti sociali e il messaggio di fede ridotto a visione politica. Tutto sembrerà perduto, ma al momento opportuno, proprio nella fase più drammatica della crisi, la Chiesa rinascerà. Sarà più piccola, più povera, quasi catacombale, ma anche più santa. Perché non sarà più la Chiesa di chi cerca di piacere al mondo, ma la Chiesa dei fedeli a Dio e alla sua legge eterna.
La rinascita sarà opera di un piccolo resto, apparentemente insignificante eppure indomito, passato attraverso un processo di purificazione. Perché è così che opera Dio. Contro il male, resiste un piccolo gregge“.

Introitus ha detto...

DOMINICA V. POST PASCHA ("Vocem jucunditatis")

Vocem jucunditatis annuntiate, et audiatur, alleluja: annuntiate usque ad extremum terræ: liberavit Dominus populum suum, alleluja, alleluja. (Ps 65, 1 - 2) Jubilate Deo, omnis terra, psalmum dicite nomini ejus: date gloriam laudi ejus.
V Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculorum. Amen.

mic ha detto...

Dal mio Messalino
Nell'imminenza dell'Ascensione, la liturgia ancora una volta proclama "fino agli ultimi confini del mondo " (Introito) il trionfo di Cristo Redentore, innalzando il suo grido di giubilo e di riconoscenza per averci liberati dalla schiavitù del peccato ed averci restituiti allo splendore diDio (Alleluia, Offertorio, Comunione).
Come Gesù è stato il nostro Liberatore, così continua ad essere sempre il Mediatore unico tra il Padre e tutta l'umanità. "Vi assicuro che qualunque cosa domanderete al Padre in nome mik, ve la concederà. Chiedete ed otterrete.." (Vangelo). Per questo la Chiesa termina sempre le sue orazioni interponendo l'efficacia della mediazione di Gesù.
Fra tutte le preghiere la più importante e la più perfetta è la Messa. Dio non potrà negarci quanto con confidenza, speranza e perseveranza chiediamo durante la celebrazione del santo Sacrificio.
Soprattutto ci darà la gorza necessaria per modellare la nostra vita su quella di Gesù risorto, per vivere una vita nuova ed essere non solo "uditori" ma "esecutori "della parola di Dio (Epistola). Così, con maggior fiducia potremo, nei tre giorni delle rogazioni che seguono questa Domenica, implorare le benedizioni di Dio anche sulle semine primaverili dei nostri campi.
(Ma anche su qualunque altro tipo di semine nel nostro impegno)

Anonimo ha detto...

Preghiera a Santa Rita

Sotto il peso del dolore, a te, cara Santa Rita, io ricorro fiducioso di essere esaudito. Libera, ti prego, il mio povero cuore dalle angustie che l’opprimono e ridona la calma al mio spirito, ricolmo di affanni.

Tu che fosti prescelta da Dio per avvocata dei casi più disperati, impetrami la grazia che ardentemente ti chiedo [chiedere la grazia che si desidera].

Se sono di ostacolo, al compimento dei miei desideri, le mie colpe, ottienimi da Dio la grazia del ravvedimento e del perdono mediante una sincera confessione.

Non permettere che più a lungo io sparga lacrime di amarezza.

O santa della spina e della rosa, premia la mia grande speranza in te, e dovunque farò conoscere le grandi tue misericordie verso gli animi afflitti.

O Sposa di Gesù Crocifisso, aiutami a ben vivere e a ben morire. Amen.

Le Rogazioni minori ha detto...

Ricordo le Rogazioni minori, che ricorrono nei tre giorni precedenti l'Ascensione (lunedì, martedì e mercoledì). Fortunatissimo chi può partecipare alla Liturgia in questi giorni!

Anonimo ha detto...

Latin Mass Matters...l'ho visto ora. Non sappiamo trovare neanche un paio di parole nostre per dire quello che sta a cuore a noi. Mondodipendenti anche nel sacro!
Depressi cronici e mondodipendenti nei pensieri e nelle parole. Complimenti!

Anonimo ha detto...

Latin Mass Matters...Ma dobbiamo fare quelli al passo dei tempi con il linguaggio? Neanche lo sforzino di trovare una parolina che non sia di giornata!
Facciamo i moderni? Non siamo una colonia siamo copioni d'elezione. Il famoso QI italiota è in caduta libera.

mic ha detto...

Curioso ci pensavo proprio ieri pomeriggio in macchina mentre andavo alla Messa. Ma l'immagine, a suo tempo, mi era piaciuta (la trasposizione era efficace) e così l'ho ripresa. E lì è rimasta, anche se si può fare di meglio. Anch'io non amo gli anglicismi; ma, cum grano salis, possono essere efficaci...

Anonimo ha detto...

Le persone non credono più in Dio..non hanno più Fede nello spirito, ma non è vero che non credono più in nulla, credono nella televisione. Credono all'élite e alle lobby farmaceutiche.. E vale anche per i sacerdoti. Quando un gran numero della classe sacerdotale stessa non crede più in Dio, quando il papa stesso "nella sua ambiguità non crede più in Dio".. non ci può essere salvezza per una civiltà. È un dato di fatto ben conosciuto nella Scienza dell’Anima, in quanto accade regolarmente quando si tocca il punto più basso d’un ciclo storico. Non è che voi avete perso la Fede perché la Chiesa non è più all’altezza, bensì la Chiesa non è più all’altezza perché rispecchia voi... che avete perso la Fede... Se non capite quale differenza intercorre fra la celebrazione d’una messa e il pregare in casa(vedi il periodo restrizioni e anche attualmente..) tra la protezione di Cristo e una punturina dannosa, che hackera il corpo, avete esattamente i preti che vi meritate, nella stessa misura in cui avete i politici che vi meritate.
Se volete "discostarvi" da quella classe sacerdotale allo sbando e dalla civiltà che essa rappresenta, abbiate FEDE in DIO, conservate Dio nel vostro Cuore come un Fuoco che arde e MAI consuma, affinché Esso renda gioiosa la vostra morte... e soprattutto la vostra vita. Non barattate la VOSTRA LIBERTÀ con la sicurezza di rimanere vivi, perché non otterrete né la libertà né la vita. Con l'esempio, insegnate la Fede a chi dovrebbe insegnarvi la Fede..
«Va’, la tua fede ti ha salvato» disse Gesù al cieco guarito.
«La fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di realtà che non si vedono» (Ebrei 11:1).